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Vulnerabilità urbanistica e strutturale. Il caso del villaggio prealpino in Brescia
Martina Zorzoli
Vulnerabilità urbanistica e strutturale. Il caso del villaggio prealpino in Brescia
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Parole chiave
Neighborhood, strategic planning, social housing, tools and techniques, seismic vulnerability, emergency management plan, GIS
Lingua Italiano
martina.zorzoli@hotmail.it
Affiliazione
Università degli Studi di Brescia, Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e di Matematica (DICATAM)
Corso di Dottorato
Recupero di edifici storici e contemporanei - Luoghi e tempi della città e del territorio
Ciclo 30° Tutor Giovanni Plizzari, Roberto Busi
Coordinatore del Dottorato o del Curriculum
Paolo Secchi
SSD
Icar/09 - Tecnica delle costruzioni Icar/20 – Tecnica e pianificazione urbanistica
Altri SSD
Icar/10 - Architettura tecnica, Icar/11 - Produzione edilizia Icar/12 - Tecnologia dell’architettura
Settori ERC di riferimento
PE8_3 Ingegneria civile, ingegneria marittima/idraulica, geotecnica, trattamento dei rifiuti; PE8_9 Ingegneria dei materiali PE8_16 Ingegneria architettonica
Tema generale
In Italia, tre sono le principali metodologie per la valutazione della vulnerabilità sismica: le schede di 2° livello pubblicate dal GNDT-CNR per gli edifici, l’analisi semi-empririca dei sistemi urbani (pubblicata nel 2004 dalla Regione EmiliaRomagna) e la “Condizione Limite per l’Emergenza” dei piani per la gestione dell’emergenza. Lo scopo della ricerca è di combinare i suddetti metodi in una metodologia integrata al fine di identificare le aree caratterizzate da una maggiore vulnerabilità sismica e le sue cause: comportamento strutturale degli edifici, sistema infrastrutturale, interazione con i sistemi di gestione dell’emergenza. La metodologia proposta è stata implementata e al contempo applicata ad un caso studio, il Villaggio Prealpino, un quartiere di edilizia popolare (101 ab/ha) realizzato a Brescia tra il 1950 e il 1970 ad opera delle cooperative La Famiglia e sotto la guida di Padre Ing. Ottorino Marcolini. In quegli anni, le cooperative costruirono in Italia circa 30000 alloggi e 135 quartieri, lasciando un valido esempio di edilizia popolare di qualità. La metodologia sviluppata si basa su una prima fase di analisi condotta tramite software GIS sui sistemi urbani del caso studio: popolazione, destinazione d’uso degli edifici, sistema infrastrutturale. In secondo luogo, è stata analizzata l’influenza dei suddetti sulla gestione dell’emergenza sismica, sono dunque stati analizzati: la larghezza delle strade, l’altezza degli edifici e la vulnerabilità strutturale di questi ultimi. I risultati ottenuti sono stati opportunamente combinati così da poter individuare le aree urbane di maggiore vulnerabilità sismica e la sua causa. Al fine di approfondire le cause tecnicologiche di tale vulnerabilità, test sperimentali sono stati condotti in laboratorio sui materiali costruttivi di cui sono composti gli edifici presenti nel caso studio. Lo scopo della metodologia integrata è di fornire allo stakeholder uno strumento di orientamento delle scelte di mitigazione del rischio sismico.
Oggetto specifico
La metodologia si caratterizza per l’integrazione di: analisi sui sistemi urbani, test sperimentali sulla struttura degli edifici esistenti, indagini sulle interferenze con i sistemi di gestione dell’emergenza sismica. Essa inoltre è di tipo speditivo e fa uso di Sistemi Informativi Geografici e di test sperimentali condotti in laboratorio. L’implementazione del metodo viene eseguita contestualmente all’analisi di un caso studio, il quartiere Prealpino di Brescia, un’area di edilizia sociale realizzata dopo gli anni ’50. Il caso studio viene analizzato tramite una sua suddivisione in sottosistemi urbani: esposizione, emergenza e ripresa, reti stradali, edilizio. La vulnerabilità viene valutata considerando specifici indicatori che permettano d’individuare le aree più fragili o che possano presentare specifici scenari di danno sismico. L’unione delle suddette valutazioni consente l’individuazione, nel caso in esame, delle aree soggette alla combinazione di diversi fattori di vulnerabilità o alla presenza di vulnerabilità diffuse. In relazione ai risultati ottenuti si procede dunque con l’approfondimento delle vulnerabilità di tipo strutturale riscontrate nelle abitazioni Marcolini.
Obiettivi
Lo scopo della ricerca è di fornire al decisore politico uno strumento con il quale stabilire su quali aree e, in particolare su quali edifici o infrastrutture, sia prioritario intervenire con azioni di miglioramento sismico. Le scelte verranno inoltre supportate da test sperimentali e indagini scientifiche, con il fine di individuare un’efficace e condivisa soluzione tecnologica di riduzione del rischio sismico
Indicazioni di tipo metodologico
La presente ricerca sviluppa una metodologia di valutazione della vulnerabilità sismica facendo uso al contempo di teorie e strumenti di analisi peculiari della tecnica urbanistica, della tecnica delle costruzioni e della pianificazione per l’emergenza. Le teorie cui la ricerca fa riferimento sono state sviluppate e applicate per la valutazione della vulnerabilità sismica di: edifici, sistemi urbani e piani di gestione dell’emergenza. La metodologia proposta, invece, opera un’integrazione dei suddetti metodi, considerando al contempo l’influenza esercitata da un singolo sistema (ad es. degli edifici) sui sistemi adiacenti (ad es. sulle vie di fuga strategiche). Il metodo si caratterizza inoltre per rapidità e velocità di applicazione, facendo uso di soli tre indicatori fondamentali e sfruttando l’utilizzo di Software Informativi Geografici (GIS). Individuando le aree di maggiore vulnerabilità e le cause che la determinano è possibile attivare mirate campagne di indagine, volte ad approfondire le ragioni tecniche delle fragilità riscontrate e a individuare una condivisa soluzione tecnologica di mitigazione del rischio sismico.
Domanda di ricerca
Come è possibile valutare la vulnerabilità sismica di un’area urbana tenendo conto dell’interferenza tra vulnerabilità urbanistica, vulnerabilità strutturale degli edifici e vulnerabilità dei sistemi di gestione dell’emergenza sismica?
BRESCIA
Luoghi indagati
Brescia, Villaggi Marcolini
Casi di studio e significatività
Villaggi Marcolini: quartieri di edilizia popolare realizzati tra la fine deli anni ’50 e gli anni ’70 simbolo di una pianificazione urbanistica sociale efficace. Edifici Marcolini: abitazioni bifamiliari in muratura portante realizzati con laterizi forati di tipo “Trieste” e giunti poveri di malta cementizia, caratterizzati inoltre da un’insita vulnerabilità strutturale.
Strumenti ed esperienze significative
Applicazione combinata di metodologie di analisi della vulnerabilità sismica attraverso software GIS e test sperimentali condotti in laboratorio su campioni di muratura portante prelevati da edifici esistenti
Persone, studiosi, pubblicazioni rilevanti per la ricerca
Cremonini I. (a cura di, 2004), Analisi, valutazione e riduzione dell’esposizione e della vulnerabilità sismica dei sistemi urbani nei piani urbanistici attuativi, Bologna; Bramerini F. & Castenetto S. (a cura di, 2014), Manuale per l’analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE) dell’insediamento urbano, BetMultimedia, Roma; GNDT - Gruppo Nazionale per la Difesa dai terremoti (2007), Manuale per il rilevamento Della vulnerabilità sismica degli edifici. Istruzione per la compilazione della scheda di 2° livello, Roma.
Figura 1 | Quartiere Prealpino, Brescia Figura 2 | Quartiere Prealpino, Brescia