nuove possibilità non solo di crescita economica e di organizzazione del territorio, ma soprattutto di sviluppo sociale. Alcune di queste sperimentazioni hanno creato indicazioni e scenari di intervento all’interno dei Piani Strategici Metropolitani, elaborando modelli innovativi di governo del territorio che tengono conto dei processi di sviluppo socio-economici e delle esigenze dei luoghi. In alcuni Statuti metropolitani poi, è previsto il coinvolgimento delle Università attraverso attività di terza missione dei laboratori di ricerca, per ricercare le modalità di adattamento dei processi progettuali verso i cambiamenti della società e intervenire efficacemente soprattutto in quei brani urbani (borghi in spopolamento, periferie e ambienti sensibili) che più di tutti hanno bisogno di interventi per ricostruire una centralità e qualità urbana. Le periferie coinvolte in un processo più ampio di costituzione di una realtà metropolitana, potranno essere parte attiva nella realizzazione di luoghi e spazi pubblici per trasmettere significati di appartenenza e formare una nuova identità collettiva, mentre i borghi del territorio metropolitano potranno costituire forme di sperimentazione dei Laboratori e della progettualità, dove il disegno urbano può rappresentare il mezzo per mettere in relazione e far funzionare spazi privi di identità e di servizi per la collettività. Altre politiche possibili che in alcune Regioni non sono state ancora del tutto sperimentata sono quelle che deriva dalla pianificazione ordinaria. Molti strumenti regionali pongono particolare attenzione al problema dello spopolamento ponendoli tra gli obiettivi di gestione sostenibile per contrastare questa tendenza e la debolezza del sistema economico delle aree interne agendo sull’integrazione fra attività tradizionali di carattere agricolo ed artigianale e nuove attività turistiche (turismo ambientale, culturale ed enogastronomico) che possono essere promosse valorizzando adeguatamente lo straordinario patrimonio paesaggistico - ambientale – culturale presente nei nostri territori utilizzando un modello di sviluppo sostenibile, capace di armonizzare il trinomio tutela- valorizzazione – potenziamento. Molti di questi piani offrono anche direttive ai comuni sulla valorizzazione delle risorse disponibili per ridurre generalmente il consumo di suolo ai fini edilizi-abitativi, nel rispetto delle identità dei carattere storico/culturali, identificazione, rispetto e valorizzazione delle identità strutturali, ovvero dei beni e i valori culturali, sociali, storici, architettonici, urbanistici, economici ed ambientali e paesaggistici esistenti, e nella filosofia della conservazione, del recupero, della riqualificazione, del riuso e della valorizzazione e specializzazione del patrimonio edilizio, architettonico urbano1. In questo contesto, l’esperienza del progetto Care Abilities and Professions for an Aggregating City 2, presentato in partenariato dal Lastre (Laboratorio Integrato dell’Area dello Stretto per lo sviluppo del territorio), laboratorio di ricerca del Dipartimento PAU, nell’ambito Call for Proposals of the Urban Innovative Actions (UIA) ha rappresentato lo strumento capace di creare approcci sperimentali tra i laboratori universitari, il mondo delle Amministrazioni e le comunità locali cercando di promuovere la partecipazione e condivisione collettiva delle attività progettuali, ponendo l’accento sul principio della eco sostenibilità nel contesto periferico e più in generale territoriale metropolitano (Figura 1). Uno degli obiettivi è stato quello di allargare il dibattito dalle sedi ristrette a quelle di maggior divulgazione (Urban Innovative Action), quale è il campo europeo, ribadendo la necessità di una politica “urbana” nelle politiche dell’Unione Europea. Infatti, tali politiche prefigurano un orientamento verso una prospettiva urbana, auspicando che il riordino dei Fondi strutturali non limiti la prosecuzione di programmi considerati di successo a causa della riduzione degli obiettivi di intervento. La metodologia adottata, considerata innovativa in fase di valutazione del progetto, è stata quella di indurre un’accelerazione economica massima attraverso l’utilizzo di risorse naturali e produttive latenti o sottoutilizzate attraverso un minimo intervento in termini di trasformazione, materiale e immateriale, del territorio. Le attività, articolate secondo la collaborazione di tutti i partner, portatori ognuno di specifiche competenze, hanno avuto come obiettivo ultimo il coinvolgimento della comunità (amministratori pubblici, autoctoni, immigrati, operatori economici, ecc.) all’interno del processo di progettazione dello spazio urbano e del paesaggio, definendo principi, buone pratiche e linee guida per la riqualificazione fisica, economica e sociale. Con questa esperienza si è inteso insistere su una rivoluzione del pensiero e delle conoscenze della comunità come chiave di volta indispensabile per l’implementazione di un modello di economia circolare, autosufficiente e durevole, essenzialmente basato su azioni di inclusione non solo sociale ma anche conoscitive e occupazionali.
Quadro Territoriale Regionale a valenza paesaggistica (QTRP) della Calabria, approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 134 del 01 agosto 2016. 1
2 Gruppo di lavoro dell’Università Mediterranea composto da Concetta Fallanca, Vincenzo Gioffrè, Giovanni Spampinato e Antonio Taccone con Chiara Corazziere, Carmelo Musarella ed Elvira Stagno.
Atti della XXIII Conferenza Nazionale SIU DOWNSCALING, RIGHTSIZING. Contrazione demografica e riorganizzazione spaziale, Torino, 17-18 giugno 2021 | Vol. 02
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