Transcalarità per la resilienza. Il caso studio delle Aree Interne della Regione Marche Maria Giada Di Baldassarre Università Politecnica delle Marche DICEA - Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura Email: mariagdibaldassarre@gmail.com
Abstract Nella Regione Marche l’intensa crescita economica del secondo dopoguerra ha prodotto due sistemi insediativi speculari tra loro: i centri urbani più popolati, concentrati lungo la linea di costa, e i piccoli borghi e gli insediamenti rurali, dispersi nelle aree montane dell’Appennino. Le aree caratterizzate da quest’ultimi sono state riconosciute come Aree Interne (SNAI), data la loro difficile accessibilità e la scarsa offerta di servizi oramai riconosciuti come essenziali, quali istruzione, trasporto e assistenza sanitaria. In queste circostanze, amplificate dall’attuale crisi ambientale, dal rischio idrogeologico e dal rischio sismico, è risultato inevitabile registrare processi demografici negativi come lo spopolamento, l’invecchiamento della popolazione, i flussi di emigrazione, e il conseguente degrado, sia architettonico che ambientale. Allo stesso tempo, la distanza fisica delle aree periferiche dai centri propulsori e consumatori di suolo e di risorse, ne ha preservato e tutelato alcuni valori insediativi, comunitari, paesaggistici ed identitari, che possono costituire una preziosa riserva di resilienza per ripensare questi territori. Il presente contributo propone la transcalarità come modalità di progettazione della resilienza, prevedendo un processo partecipato e iterativo, in cui le varie scale si compenetrano, influenzandosi, e gli esiti si riadattano di volta in volta assecondando l’identità dinamica della comunità. L’integrazione degli scenari di trasformazione, focalizzati sulle risorse latenti e sul capitale umano, sottintende come il governo dell’intero processo debba avvenire in maniera olistica. Parole chiave: inner areas, resilience, transcalarity
Il tema delle nuove periferie interne Nel tempo l’originale significato spaziale di perifericità è stato associato ad accezioni spesso correlate con una marginalità socio-economica. Il termine ‘periferie interne’ è stato utilizzato per la prima volta all’interno di un documento europeo di policy preparato per l’incontro sulla Agenda Territoriale 2020, tenutosi a Godollo (Ungheria) nel 2011, descrivendole come aree in cui le performance, il potenziale di sviluppo, l’accesso ai servizi di interesse generale e la qualità della vita della popolazione sono relativamente peggiori rispetto a quelli dei territori immediatamente limitrofi (Ministry of National Development and Váti Nonprofit Ltd. 2011). La caratteristica identificativa è che questi fattori sono stati negativamente influenzati da una bassa connettività e accessibilità di qualche tipo. Queste aree esistono come risultato della combinazione di più processi e dinamiche di sviluppo riconducibili alle seguenti condizioni iniziali: • essere un’area periferica convenzionale, con una bassa accessibilità verso i centri di attività economica, ma circondata da aree che hanno maggior accessibilità; • avere un basso accesso ai servizi di interesse generale, come l’educazione, il trasporto e l’assistenza sanitaria; • avere un basso grado di ‘prossimità’ ed essere esclusi dai flussi economici principali, dovuti ai bassi livelli di interazione con realtà amministrative di ampia scala. Per tutti questi fattori, le periferie interne sono maggiormente svantaggiate, se si considerano i processi demografici; basti pensare allo spopolamento, l’invecchiamento ed il conseguente innalzamento dell’indice di dipendenza strutturale, le basse percentuali di popolazione attiva e per il ricambio generazionale (0-14). Un fenomeno rilevante riguarda la popolazione in età da lavoro, in particolare coloro che possiedono un grado di istruzione maggiore, che tendono a spostarsi altrove alla ricerca di opportunità lavorative commisurate alle loro competenze. Queste dinamiche, che riguardano casi molto noti come l’est della Germania e diverse aree in Italia, incidono seriamente sul deterioramento strutturale dei sistemi economici locali e sul degrado dell’ambiente costruito e naturale (ESPON).
Atti della XXIII Conferenza Nazionale SIU DOWNSCALING, RIGHTSIZING. Contrazione demografica e riorganizzazione spaziale, Torino, 17-18 giugno 2021 | Vol. 04
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