Homes from home: prototypes for “humans” stepping stones. Architettura per l’ospitalità a Brescia Barbara Badiani Università di Brescia DICATAM – Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e Matematica E-mail: barbara.badiani@unibs.it
Barbara Angi Università di Brescia DICATAM – Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e Matematica E-mail: barbara.angi@unibs.it
Alberto Soci Università di Brescia DICATAM – Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e Matematica E-mail: alberto.soci@unibs.it
Victor Luis Jimenez Campos Universidad Nacional De Ingenieria Facultad De Arquitectura, Urbanismo Y Artes E-mail: vjimenez@uni.edu.pe
Abstract La città contemporanea è attraversata da flussi migratori strutturali, in continua evoluzione in termini di persone e di bisogni. Ciò rilancia una ricerca di spazi di “accoglienza” all’interno di politiche pubbliche di welfare: questione piuttosto complessa con cui si devono affrontare la definizione di una localizzazione, di un sistema di gestione e del tipo di struttura per accogliere persone per un periodo di tempo limitato durante il quale possano raggiungere una propria autonomia. Molti degli edifici per l’accoglienza costituiscono oggi una costellazione di terrain vague, in cui si sono generate condizioni di marginalità, ma anche microcosmi di comunità con una propria storia, che impongono con urgenza una riflessione su come questi servizi possano essere progettati, partendo da bisogni per i quali il fattore “tempo” gioca un ruolo fondamentale, sotto diversi punti di vista. Lo scenario brevemente enunciato è ben rappresentato dal complesso per alloggi temporanei di via Corridoni a Brescia. Il piccolo complesso è oggetto di una convenzione tra Università di Brescia, Amministrazione e soggetto gestore, per studiare ipotesi di assetti edilizi e dello spazio urbano con cui offrire soluzioni adattabili e versatili ai cambiamenti nella domanda espressa da queste persone. Le prime riflessioni su questo tema progettuale, in particolare attorno alle implicazioni degli usi temporanei degli edifici e delle dinamiche della domanda, hanno stimolato alcune considerazioni sulla necessità di una ridefinizione dello spazio domestico contemporaneo e della norma edilizia. Parole chiave: welfare, social exclusion/integration, architecture
1 | Accoglienza e protezione alloggiativa nel comune di Brescia La città di Brescia, come alcune aree della sua provincia, sono realtà che per diversi aspetti hanno anticipato negli ultimi vent’anni tendenze socio-demografiche e culturali determinate da processi di cambiamento dovuti alla presenza di persone straniere1. Le esperienze di accoglienza hanno avuto qui una loro specificità e, in alcuni casi, anche un certo grado di innovazione. Brescia, a esempio, è stata una delle prime città a mettere in gioco negli anni 1990 il patrimonio immobiliare delle caserme dismesse per allestire centri di accoglienza2 , offrendo una risposta pubblica a una questione rilevante che prima di quegli Per una analisi quantitativa e una discussione delle tendenze in atto a Brescia e nella provincia, si vedano i rapporti del Centro di Iniziative e Ricerche sulle Migrazioni di Brescia (CIRMiB) dal 2008 a oggi. 1
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I centri di accoglienza sono stati previsti dalla legge Turco-Napolitano, n.40/1998.
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Rigenerazione dello spazio urbano e trasformazione sociale. A cura di Caruso N., Pasqui G., Tedesco C., Vassallo I. Planum Publisher e Società Italiana degli Urbanisti, Roma-Milano 2021 | ISBN: 978-88-99237-32-5 | DOI: 10.53143/PLM.C.521