Matera tra la straordinarietà del 2019 e l’ordinarietà del 2020: l’evento come input di rigenerazione (non solo fisica) dello spazio urbano? Antonella Santoro Unibas - Università degli Studi della Basilicata DiCEM - Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo Email: antonella.santoro@unibas.it
Abstract Comprendere come le politiche pubbliche, urbane e culturali, hanno conseguenze nello spazio della città di Matera, ora che l’anno da ECoC 2019 si è ormai concluso; osservare e valutare se e come lo spazio urbano può essere creato, trasformato e considerato come riflesso delle politiche simboliche intraprese nell’ambito di un mega evento. Quali effetti urbani e territoriali (legacy), spaziali e temporali, sul lungo periodo, sia in termini di valori simbolici e identitari sia in termini di infrastrutture, edifici e impianti da riutilizzare nella fase post-evento, può avere un evento di risonanza internazionale che «agisce come un catalizzatore del cambiamento, inducendo le persone a lavorare insieme per un comune obiettivo e come una corsia preferenziale per ottenere finanziamenti addizionali e vedere realizzati progetti non pianificati» (Law, 1993)? Le trasformazioni urbane prodotte in occasione dell’organizzazione dei grandi eventi producono, da un lato, i grandi progetti urbani: interventi ingenti e complessi, con notevoli ricadute spaziali e socio-economici; ma dall’altro ci sono anche posizioni critiche sul senso e sugli esiti di tali progetti: rischi di polarizzazione spaziale e sociale indotti dalla “dinamicizzazione” del mercato immobiliare, processi di gentrification con conseguente esclusione delle fasce sociali meno abbienti, spostamento di risorse economiche pubbliche da fini sociali e culturali a investimenti urbanistici e infrastrutturali (Goldstein Bolocan, Dansero, Loda, 2014). Si tratta di una metodologia di indagine che utilizza il frame ordinario/straordinario (Mininni, Bisciglia, 2018) per comprendere se e in che misura le trasformazioni urbane connesse ad un grande evento internazionale possano considerarsi situazioni eccezionali rispetto a processi ordinari di trasformazione della città, da un punto di vista sostantivo e procedurale. Attraverso mappature dei luoghi e analisi dei loro usi ordinari e straordinari, diventa fondamentale comprendere se i grandi progetti di rigenerazioni urbana attuati a Matera in occasione della proclamazione ECoC 2019, come quello riguardante la Cava del Sole o la nuova stazione ferroviaria di Matera Centrale, sono realmente interventi straordinari di rigenerazione dello spazio urbano oppure di tratta di una rigenerazione apparente perché la città sta solamente recuperando un deficit urbanistico rispetto alle altre città italiane? Osservare il territorio post-evento in trasformazione, con grande attenzione anche a quegli interventi di agopuntura urbana che, nell’ottica dell’evento, hanno un forte potenziale per poter trasformare spazi abbandonati e sottoutilizzati della città e renderli luoghi di nuove pratiche urbane nuove in cui la comunità è fortemente coinvolta, con lo scopo di attivare processi di rigenerazione di aree e quartieri periferici di Matera. Parole chiave: urban regeneration, mega-events, urban practices
1 | L’evento effimero come atto di riscrittura dello spazio urbano e territoriale Negli ultimi due decenni, la pratica dei grandi eventi tenta di diventare parte integrante delle agende urbane di quei Paesi che ambiscono a ricoprire posizioni di rilievo nello scenario politico globale. L’immagine della città e del territorio promossa dall’evento, che solitamente si rivolge ad una valorizzazione generica delle risorse, si sovrappone ad una immagine del territorio esistente già prima dell’evento che dovrebbe promuovere le risorse ambientali, artistiche e culturali del patrimonio locale. Dar luogo ad un grande evento significa sovrapporre un “territorio di progetto” ad un “territorio di contesto”, una logica temporanea, ad un sistema statico e rigido con regole sociali e territoriali già stabilite (Dansero, Mela, 2007). Non si tratta solo di una sovrapposizione di territori, ma anche di un incontro di processi globali in contesti locali (Goldstein Bolocan, Dansero, Loda, 2014): la manifestazione si localizza necessariamente in un luogo fisico, adattandosi e plasmandosi, per quanto è possibile, di volta in volta alla
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Rigenerazione dello spazio urbano e trasformazione sociale. A cura di Caruso N., Pasqui G., Tedesco C., Vassallo I. Planum Publisher e Società Italiana degli Urbanisti, Roma-Milano 2021 | ISBN: 978-88-99237-32-5 | DOI: 10.53143/PLM.C.521