Parametri quantitativi per la determinazione del âfenomeno dismissivoâ Nicole Margiotta UniversitĂ della Calabria DINCI - Dipartimento di Ingegneria Civile Email: nicole.margiotta@unical.it
Abstract Le aree urbane caratterizzate da effettiva o potenziale dismissione funzionale, degrado fisico e ambientale e dalle conseguenti criticitĂ di varia natura occupano una parte consistente del territorio nazionale. Sono spazi âin attesaâ, che generano vuoti urbani il piĂš delle volte percepiti dalla popolazione come luoghi pericolosi. La loro diffusione e rilevanza dimensionale fa delle aree dismesse il territorio privilegiato su cui realizzare le principali trasformazioni urbane contemporanee (Piemontese, 2008), soprattutto in riferimento alla necessaria minimizzazione dellâimpermeabilizzazione di nuovo suolo. Tuttavia, non si è ancora realizzata in maniera complessiva unâattivitĂ censuaria sulle aree dismesse, se non a livello locale o regionale. Sulla scia del lavoro intrapreso dalla Regione Lombardia per il rilievo delle aree dismesse, si ritiene prioritario lâavvio di unâattivitĂ di indagine volta a pervenire ad una mappatura estesa a tutto il territorio nazionale, utile per una razionale ed ordinata programmazione degli interventi (ANCI, 2015). Il presente contributo descrive i primi risultati di una ricerca il cui scopo è lâidentificazione e la definizione dei parametri necessari per una corretta individuazione delle aree dismesse, cui è associata la costruzione di una procedura GIS automatizzata che possa supportare i Comuni nella fase iniziale della mappatura, restando la necessitĂ di una successiva verifica da parte delle amministrazioni competenti anche al fine di incrementare le informazioni relative alle zone esaminate. Parole chiave: fragile territories, tools and techniques, urban regeneration
1 | Introduzione Le cittĂ europee postindustriali sono da anni vittime dallâespansione urbana, la quale comporta non solo un uso irrazionale del territorio ma anche impatti negativi sull'ambiente, sulla societĂ e sull'economia (Laprise, Lufkin e Rey, 2015). Parallelamente, tra il 1950 e il 2010, molte cittĂ in tutto il mondo hanno decentralizzato e perso un numero significativo di residenti, aziende e industrie (Hall, 2010). Tale varietĂ di processi urbani ha comportato lâaumento delle cosiddette vacant land nelle zone urbane (Kremer, Hamstead e McPhearson, 2013), ovvero di aree completamente o parzialmente in disuso a causa del progressivo abbandono subito. Il recupero delle aree dismesse e il conseguente ripristino di nuove qualitĂ rispondono perfettamente al concetto di cittĂ sostenibile, limitando lâespansione e riducendo gli impatti ambientali (Musco, 2016). La rivitalizzazione di questi siti può assumere forme molto diverse, con una vasta gamma di usi del suolo (residenziali, commerciali, industriali, spazi aperti) e diverse intensitĂ di rigenerazione (Martinat, Navratil, Hollander, Trojan, Klapka, Klusacek, Kalok, 2018). Negli ultimi due decenni la letteratura scientifica si è in vario modo interessata allâanalisi ed alla definizione di adeguate tecniche di intervento per la rigenerazione dei siti in disuso, concentrandosi in particolar modo sulle ex aree industriali oggi dismesse. Questo filone di ricerca ha coinvolto principalmente i Paesi dellâex Blocco economico Sovietico, nei quali la deindustrializzazione è avvenuta piĂš tardi rispetto al resto dellâEuropa (KlusĂĄÄek, Alexandrescu, Osman, MalĂ˝, Kunc, DvoĹĂĄk, FrantĂĄl, HavlĂÄek, KrejÄĂ, MartinĂĄt, SkokanovĂĄ, Trojan, 2018). Il fenomeno dismissivo, però, coinvolge un insieme di siti molto piĂš ampio, il cui uso precedente non è necessariamente industriale. Attualmente non esiste una definizione standardizzata di area dismessa, e questo non permette una realistica ricognizione della scala e della natura del problema (CABERNET Network Report, 2006). Tale gap conoscitivo rappresenta inoltre un ostacolo per i policy maker, i quali spesso non essendo a conoscenza della presenza di siti in disuso nei territori di propria competenza non possono prevedere strategie per la loro riconversione. Lâobiettivo della ricerca è di proporre una metodologia utile alla rilevazione del patrimonio inutilizzato o sottoutilizzato presente nei territori comunali. La revisione sistematica della letteratura ha permesso di selezionare un insieme di parametri oggettivi e quantificabili sulla base dei quali è stata strutturata una
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Innovazione tecnologica per la riorganizzazione spaziale. A cura di Murgante B., Pede E., Tiepolo M. Planum Publisher e SocietĂ Italiana degli Urbanisti, Roma-Milano 2021 | ISBN: 978-88-99237-36-3 | DOI: 10.53143/PLM.C.921