Innovazione tecnologica per la riorganizzazione spaziale. Introduzione Beniamino Murgante*, Elena Pede**, Maurizio Tiepolo**
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Università degli Studi della Basilicata, Scuola di Ingegneria (SI-UniBas)
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Politecnico di Torino, Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio (DIST)
Il processo di contrazione demografica in atto in Italia pone nuove domande all’urbanistica che chiamano in causa l’innovazione tecnologica. Si tratta di gestire le dismissioni del patrimonio pubblico e l’abbandono di quello privato, di assicurare la qualità dei servizi, l’abitabilità nelle aree a bassa densità e il presidio del territorio garantendone la sicurezza. Le reti di sensori e l’Internet delle cose costituiscono canali sempre più importanti per la raccolta di dati, in grado di influenzare la struttura stessa del territorio e le pratiche urbane. Allo stesso modo, la datafication dei servizi, le tecniche avanzate di analisi, di visualizzazione e la realizzazione di simulazioni mediante modelli di previsione rappresentano strumenti di costruzione della conoscenza e di supporto alle decisioni imprescindibili per affrontare le grandi sfide globali, dal cambiamento climatico alla transizione energetica, dall’urbanizzazione e allo spopolamento delle aree fragili. La digitalizzazione della pianificazione e l’innovazione tecnologica aprono nuovi filoni di ricerca. Indagare le tendenze in atto e riflettere sulle loro implicazioni spaziali costituiscono il passaggio obbligato verso l’innovazione territoriale, degli strumenti e delle pratiche dell’urbanistica. I contributi alla Sessione affrontano vari temi. I processi e i prodotti digitali che modellano le città, l’interazione tra ambienti digitale e quello materiale e le rispettive implicazioni hanno attirato l’attenzione di diversi autori. Lo sviluppo dei sensori urbani, le innovazioni nella distribuzione dei beni e dei servizi e le tecnologie digitali per la gestione del patrimonio naturale e costruito sono un altro fertile terreno di studi. In questi casi la tecnologia è spesso usata come ausilio alla decisione nella progettazione e modellazione degli spazi. Tuttavia, permangono criticità legate all’inclusione, all’accesso, alla privacy e all’aggiornamento dei dati. L’utilizzo dei geo-dati nei processi di governo e gestione del territorio sono un terzo campo di studi in cui Smart City, citizen science e wiki-planning aiutano a ripensare la forma urbana. Se da un lato emergono le forti potenzialità dell’innovazione tecnologica, dall’altro appaiono numerose zone d’ombra. Un esempio sono i dati raccolti dalle piattaforme del capitalismo digitali che essendo nelle mani di pochi imprenditori che decidere come utilizzare e con chi condividere i dati, generano nuove forme di impatti spaziali e nuove disuguaglianze. L’innovazione tecnologica resta importante nei processi di collaborazione, co-costruzione e partecipazione e consente di mettere a sistema risorse, di includere nuovi attori, di rafforzare o creare nuove reti. I paper presentati hanno affrontato il tema proposto dalla Sessione da quattro prospettive differenti: 1. Gestire il patrimonio Le amministrazioni pubbliche guardano con crescente interesse agli strumenti di facility management a sostegno delle politiche urbane sia per la gestione del patrimonio esistente sia a supporto delle decisioni. L’innovazione digitale permette di valorizzare i beni o migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi integrando dati a scale diverse, automatizzando (almeno in parte) processi di catalogazione di immobili e aree, o supportando la gestione del patrimonio esistente fornendo informazioni utili anche alle decisioni. 2. Smart planning e tutela del territorio Nel campo ambientale le tecnologie digitali hanno assunto un ruolo cruciale grazie alle innovazioni nell’analisi dei dati per la tutela del territorio e nelle procedure di valutazione ambientale. Oggi il focus si rivolge sempre più alle grandi sfide globali (sostenibilità,
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