Insonnia dei boschi

Page 1

ELETTRA STAMBOULIS

INSONNIA DEI BOSCHI Poesie 2007 - 2011



ELETTRA STAMBOULIS

INSONNIA DEI BOSCHI

Poesie 2007 - 2011


giuda edizioni

INSONNIA DEI BOSCHI Marzo 2011 GIUDA edizioni Info: info@giudaedizioni.it - www.giudaedizioni.it Copertina: Disegno di Gianluca Costantini


Il canone dello sguardo

Oggi sono un’ospite celeste Nel tuo paese Io ho visto l’insonnia del bosco (…)

E il sonno dei campi.


In attesa di Telemaco

So che stanotte c’erano otto gradi a Salonicco. Poi altre notizie. Hanno rilasciato un ostaggio Per altri prigionieri. C’è chi si è liberato. Anch’io sogno uno scambio. Per ingannare l’attesa ho intavolato un po’ di discussioni Con i miei morti. Diseducati all’avvicinamento Non hanno risposto alle mie prolisse richieste. So anche che tu dormivi. Nella notte c’erano tante notizie C’era un’altezza che mi aspettava e ho deciso di sperimentare la sua vertigine. Ho scelto questo punto di sguardo e perdita Per non incappare nel ricamo di altre notti di pianto. Ho preso il merletto del mio ricordo, l’ansia del mio cane Argo, la mia coltre di piccoli spumini di cuore. Credo di non aver dimenticato nessun ossimoro spaiato, nessun verso infilzato nella lancia. I miei poeti mi hanno guardato distratti dall’ansa della mia libreria. Un fiume scorre ai loro piedi, e non li posso attraversare. Aspetto che giunga l’acqua e il dolore. In questa veglia che intorbida le mie lenzuola, ho anche preso una canoa per varcare la soglia del tuo sonno. Ma è buio e non mi aspetti. Così mi sono impegnata in una elemosina Di volti, nel valzer dei cognomi che sono stati. Il primo marito, il secondo fidanzato, il passante baciato. Sono rimaste vocali sonore, sibilanti consonanti che non lasciano spazio né al piacere, né alla nostalgia. Un deserto ascoltarli.


So che stanotte qualcuno mi ha scritto brevi messaggi dall’altra parte dell’Oceano. Ma era un’altra ora, non era adesso. Lì era luce, io vivo ancorata nel buio. Non posso rispondere. Intirizzito ti sei voltato nel grande ring del letto. Non c’è palestra di corpi stanotte, solo notizie che passano veloci Diventano una polvere sottile nei miei occhi che vorrebbero il sonno O la liberazione. Parto, mi hai detto. Vado un po’ dove tu non ci sei. Se hai bisogno chiamami. Ma il mio bisogno è oltre la notizia della notte. È qui accucciato, non mi abbandona mai. Tesse sospiri, colonne, andirivieni. Diventa galeone, galera. Ho vegliato insonne anche stanotte. So molte cose. C’erano otto gradi a Salonicco.


Lavoro di cura

All’alba Ho raccolto le onde Per non farti mancare

Il mutamento

Venezia, dicembre 2007


Il tempo animale

Se il tempo lascia orme, spero che non siano impronte di elefante. Vorrei che fosse solo la leggerezza di una polvere che segna la storia che si scrive e le strade camminate insieme. Quando dici - Il tempo passa - vorrei non fossero le passanti a trattenerti il respiro. Vorrei che non chiudessi la bocca alle parole che ti cantano nella testa. Passa il tempo, passo anche io.


10

La macina

Cosa succede del nostro tempo macinato dalla vita?

fugge in un fosso,

rimane imbrigliato nei capelli di un cane

semina zizzania a nostra insaputa

cresce e legge da solo, usando le virgole. Cosa succede al nostro tempo quando siamo in altre faccende affacendati

e non siamo noi a vivere

ma le nostra azioni

il nostro cuore dorme sotto un sasso

e anche la carne sembra un duro muro


11

Andare al museo

Ascolta, non stormire. Silenzio degli sguardi. Pose di pennello setole rondini Che scrosciano dalle imposte. Ascolta ancora Non assopire sensi dissensi Cortesie verso un passato dal collo inamidato Esibisci nuovamente il meglio di te E rincuorati dell’esistente Racchiuso in questo bozzolo di farfalla In questa luce di girino. Per un momento ascolta Disordina i rumori Del tuo presente in armonia Un rito battesimale ogni volta Alla cultura Un’urna di treni. Se ascolti ne sentirai il fischio lieve.


12

Mimare poeti per dirti il silenzio.

Ho detto, legandoti la bocca, soltanto poche parole e poi che parlasti è silenzio ad ogni sospiro. Anche così la nostra conversazione è come neve. La mia continua ancora, né mi distraggono i ventriloqui, le televisioni, le preoccupazioni, i sogni di chi vede ciò che la virtualità crede. Ho detto, legandoti la bocca, soltanto poche parole non certo perché con tanti discorsi forse si crede di più A te le ho dette perché sapevo che delle nostre due le sole vere parole, anche se ormai attutite, erano le tue.

(Ho giocato con te a nascondino con Eugenio)


13

La strategia delle parole

Se in questo cammino lunatico Un uomo si accorgesse in un mattino di maggio nel campo svagato di girasoli o nella latrina di un hotel o nel dormiveglia dove sognano pesci in pantaloni alla zuava o nelle arene affollate di sudore calcistico o nelle vecchie osterie delle ostriche lessate o nei corridoi d’attesa delle partorienti con il sigaro o nel passo innevato dei romantici in decadenza Se un uomo si accorgesse dell’accumulo di ossa e piombo sceglierebbe la strategia delle parole.


14

Ho una foglia d’oro sulla bocca. Come matura nel passato il futuro Così nel futuro il passato marcisce Anna Achmatova Ho una foglia d’oro sulla bocca Il mio sguardo ti ha infuocato a Beirut Hai scorso svogliato la cartina delle disgrazie del mondo. Un vago disperdersi del boia del tempo Una nera falce che ha scontornato le finestre, i tetti, gli scheletri di cemento. Ho una foglia d’oro sulla bocca E ti guardo. Ma tu Non hai minuti per perderti. Hai oziato lasciandoti annerire dallo smog scarabeo Hai letto tazzine senza speranze a zingari, operai, banchieri in disuso donne latrina impasticcate di lamé. Sospettoso non hai atteso le risposte di frettolosi viandanti. Ho una foglia d’oro sulla bocca Rimango qui a cercare il tuo sguardo che è fuggito nel labirinto di cemento che odora di caffè tostato e cedro.


15

Comparare poeti o paesaggi.

Montale è un universo ligure, un paesaggio colto. Seferis scrive di un mondo in cui le pietre lamentano la partenza degli dei. In comune l’appellarsi al tu del lettore, un dialogare intimo come se conoscessero che il nostro ambiente ha bisogno di essere guidato, descritto e ricomposto dalle loro parole. Sono architetti della nostra visione.


16

Oggi

Siamo due storni che camminano vicini La mia ala è rotta Ma tu mi lecchi il cuore. Condisci di laudano il mio pasto Un errore di ortografia è la mia vittoria precoce Sulla tua alzata di volo La sera sul mare.


17

Se De Chirico sapesse.

Per me non c’è enigma Non c’è rivelazione solo il continuo gesto di alzare il tappeto e occultare la polvere la merda della relazione. Non c’è metafisica che possa salvare l’oggetto dall’essere sapiente della propria fine rituale e museologia un mito che non scompare ma che combatte con l’orizzonte certo dell’essere distruttibile e fugace. Non abbraccio cavalli nelle piazze martoriate perché neanche nella follia lucente si cela un qualche destino di grandezza Nella falesia si nasconde il buco nero che ci si inventa per non vivere più la fatica di essere con l’altro. È un porto sicuro la torre della solitudine in compagnia di false Arianne e odiosi Minotauri.


18

Carta di credito prepagata

Le molotov lanciate dalle banche su di un popolo che da secoli non aveva piĂš avuto credito. Come mettere in mano una pistola a Charles Manson CosĂŹ un intero paese si trova armato di carte revolving che aspettano il tempo del riscatto che non verrĂ .


Copia di 50


Elettra Stamboulis è nata a Bologna il 31 dicembre 1969. Figlia di esiliati politici dalla Grecia dei colonnelli si trasferisce sin da piccola a Ravenna. Si è laureata in Lettere e Filosofia a “La Sapienza” di Roma ed è docente di Italiano e Storia in una scuola superiore di Ravenna. È fondatrice di associazione Mirada, per la quale ha curato numerose mostre e eventi in Italia e all’estero con particolare attenzione al mondo del disegno. Ha scritto numerose sceneggiature e testi critici per il fumetto, che sono stati pubblicati in italiano, inglese, francese, greco e spagnolo. Ha pubblicato due Graphic Novel “L’ammaestratore d’Istanbul “ (Comma 22, Bologna 2008) e “Officina del macello” (Edizioni del Vento, Venezia 2009). Suoi testi poetici e racconti brevi sono comparsi su riviste e antologie.Impegnata sin da giovanissima nel movimento degli studenti e non violento, dal 2008 è Assessore con varie deleghe nel Comune di Ravenna. La sua passione per la letteratura disegnata e la poesia hanno sempre viaggiato sullo stesso binario, interpretate e sentite dall’autrice come la medesima ricerca di metafore visive e linguistiche capaci di sintetizzare in una concentrazione distillata il proprio sguardo sul mondo.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.