Simboli

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I Simboli nella pittura medievale

La pittura medievale delle Alpi meridionali fa appello ad un’iconografia religiosa. Seppur in ritardo(tra la metà del XV e l’inizio del XVI secolo), essa si inserisce all’interno del movimento del «Gotico Internazionale ». Essa fa uso di « chiavi », vale a dire immagini, colori, oggetti che possono sembrare anodini o piuttosto ordinari (ad esempio: un gatto assopito sulla sedia della propria padrona …), ma che tuttavia detengono un significato nascosto, e qualche volta più di un significato, in relazione al tema generale della scena, o ad uno dei personaggi sacri in essa raffigurati. È spesso operazione delicata, o addirittura difficile, decriptare questi simboli e trovarne la « chiave ». Nell’Europa occidentale, verso la fine del Medioevo, le arti figurative fanno uso di un vocabolario perfezionato incessantemente, costituito da elementi simbolici, e che consente di esprimere pensieri profondi, complessi, di evocare i grandi testi sacri, di illustrare i principi e le strutture su cui si fonda la società feudale. Un simile linguaggio continua ad essere impiegato nel XVI secolo e agli inizi del XVII. Esso è in grado di raggiungere un autentico parossismo, sia nei paesi germanici (es. : Hieronymus Bosch) che in Italia (es. : Vittore Carpaccio). Purtroppo, essendo concepito da teologi e da umanisti esperti di testi antichi e di opere di predicazione, questo linguaggio va incontro ad una fase di declino. In effetti, l’« uomo onesto » del XVII secolo non è più in grado di comprenderlo. Cambiano le preoccupazioni, si modificano i modi di pensare e la logica scientifica conosce una nuova evoluzione. Tale linguaggio diventa rapidamente inintelligibile. Già durante il XVIII e il XIX secolo, si cerca di darne una spiegazione attraverso alcuni trattati. Spesso, però, queste ricerche, condotte senza alcun criterio, inducono ad errori che hanno ancor più contribuito a consolidare l’apparente oscurità delle immagini. Nell’arco degli ultimi quarant’anni, alcuni studi a volte molto accurati sui colori, sugli emblemi, … (es. : Michel Pastoureau, Une histoire symbolique du Moyen Âge occidental), hanno permesso di scoprire in parte il significato delle immagini, grazie ad un paziente e prudente « ritorno alle fonti ». Risulta abbastanza evidente che non si ha l’ambizione di fornire in questa sede una panoramica esaustiva dei possibili significati relativi alla pittura medievale della Contea di Nizza e della Liguria occidentale. Ci limiteremo al trattamento degli esempi più frequentemente utilizzati dai nizzardi, liguri e piemontesi « primitivi », artisti che lavorarono in queste regioni.

Aspetti generali: dal corvo al pappagallo e dal giallo al rosso … In primo luogo il corvo. Attualmente il corvo evoca l’idea della morte; è comunemente detto che «sia l’uccello del malaugurio ». Nel XV secolo esso simboleggia la speranza, poiché in latino il suo verso: « cras », vuol dire « domani ». Contrariamente, nell’iconografia di S. Espedito (di


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