Mensile di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa
Anno 14
11 novembre 2015
IN QUESTO NUMERO
L’Albero della Vita, ritratto di un sogno A Different Italy: alla scoperta dell’altra Italia Taci Nives! A Ferrara uno spettacolo di solidarietà
S OM M A R I O
3 Una scelta dolorosa ma profondamente giusta
4-5 Banche etiche e alternative nel futuro dell’Europa
6-7 A Different Italy, alla scoperta dell’altra Italia La festa da non perdere: il torrone a Cremona
8-9 Ca’ del lupo, un’isola resistente
10-11 Viva Vittoria: “Posso fare un pezzettino di coperta anche io?”
Popolis, periodico mensile di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000
12-13 È ancora yoga… della risata
Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia
“La misericordia”: Lucilla Giagnoni in scena a Leno
Redazione Macri Puricelli, direttore macri.puricelli@popolis.it Lidia Sbarbada, coordinamento lidia.sbarbada@ cassapadana.it
Natale è... magia dell’attesa
Debora Zanini, immagini debora.zanini@ popolis.it
14
Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Tel. 030 9040270 rivista@ popolis.it Comitato di redazione Franco Aliprandi, Stefano Boffini, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Macri Puricelli, Armando Rossi, Lidia Sbarbada Hanno collaborato a questo numero Stefano Boffini, Valentina Bragazzi, Valerio Gardoni, Gennica Giberti, Daniela Iazzi, Barbara Ponzoni, Marco Sacchi, Laura Simoncelli
A scuola di sicurezza con l’associazione G.S. LUC
15 Tutti in fila! È tornato il Pedibus
16-17 Taci Nives! A Ferrara uno spettacolo di solidarietà
18-19 Un sogno che si fa albero
Fotografie: Cube Photo Production di Brescia, Valerio Gardoni, Marco Sacchi
20-21
In copertina: L’Albero della Vita. Expo2015 di Cube Photo Production - Brescia
22
Novant’anni con i burattini
Agenda
Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs) Sfoglia questo numero e gli arretrati su: http://issuu.com/popolis www.popolis.it https://www.facebook.com/ pages/Popolis/138224646437 http://twitter.com/popolisweb
2
QRCode contenuti multimediali su Popolis Quando, sfogliando la rivista, trovate un “riquadro” come quello riprodotto qui a lato, avrete scoperto un QRCode (dall’inglese “Quick Response”, risposta rapida) che vi permetterà, grazie al vostro cellulare, di vedere un video, leggere un testo in Internet, sfogliare un sito web. MA COME SI FA? Il vostro telefono cellulare o smartphone deve avere un programma gratuito di lettura. I più comuni sono Nokia Reader, QR App e QR Launcher (per Iphone), KaywaReader, Barcode Scanner (per Android). Una volta scaricato il programma, “mostrate” al vostro cellulare, inquadrandolo con la fotocamera, il QRCode. Il gioco è fatto.
E DITORIALE
UNA SCELTA DOLOROSA MA PROFONDAMENTE GIUSTA
M
i sembra utile ritornare sui motivi profondi e sostanziali alla base del recesso di Cassa Padana da Federazione Lombarda. Per la Cassa il progetto portato avanti da Federazione Lombarda di costituire un gruppo unico, con al vertice una Spa e l’adesione obbligatoria da parte delle banche di credito cooperativo, segna una frattura insanabile, essendo antitetico all’identità, ai fondamenti della sua formula imprenditoriale, attraverso la quale crea valore, sta sul mercato, soddisfacendo i bisogni delle comunità locali in cui opera. Abbiamo sempre lavorato con spirito cooperativo, senza secondi fini, condividendo le cose migliori che sviluppavamo, dimostrando con i fatti la solidarietà e prendendoci in ogni circostanza le nostre responsabilità. Abbiamo agito in modo diretto e trasparente, anche quando ciò poteva apparire sgradevole, portando avanti idee che ritenevamo giuste per il nostro Movimento, senza nasconderci e senza doppi giochi. Ringraziamo le banche che ci hanno riconosciuto questo spirito e ci hanno manifestato stima e condivisione, in modo particolare nell’ultimo periodo. Abbiamo sempre collaborato e continueremo a collaborare in futuro con le banche. Ora Federazione Lombarda sostiene in prima linea, come elemento strategico fondativo per il futuro, un progetto che noi riteniamo costituzionalmente illegittimo, in quanto chiaramente lesivo dei principi di cui agli articoli 18, 41, 45, comma 1, Costituzione. Di fronte a tutto ciò ribadiamo la legittimità del recesso – non solo il diritto ma anche il dovere di recedere – da un’associazione che persegue obiettivi e interessi così radicalmente contrastanti con quelli della Cassa. È venuto meno l’elemento costitutivo di base esistente, di fiducia, di valori, d’identità, di rappresentanza e c’è stato un inequivocabile mandato ricevuto in tal senso dall’assemblea dei soci. Questa è la sostanza delle cose. Auguriamo in futuro ogni bene e fortuna ad un mondo che abbiamo amato e amiamo tuttora, ma a queste condizioni le nostre strade sono segnate in modo marcatamente distinto.
Vittorio Biemmi presidente Cassa Padana Bcc
3
IN PRIMO PIANO
BANCHE ETICHE E ALTERNATIVE NEL FUTURO DELL’EUROPA INCONTRO CON FABIO SALVIATO, PRESIDENTE DI FEBEA di Stefano Boffini | stefano.boffini@cassapadana.it
La Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative è nata nel 2001 - grazie a 6 istituzioni finanziarie etiche di Italia, Belgio, Francia e Polonia - con l’obiettivo di creare una struttura che potesse promuovere la finanza etica a livello europeo e diffondere un modello alternativo di fare banca, fondato sul legame con il territorio e la massima trasparenza nella gestione. Cassa Padana, unica fra le Bcc italiane, ha aderito a Febea nel 2014.
C
onosco Fabio Salviato da vent’anni, da quando era presidente della Cooperativa verso la banca etica, poi diventata Banca Etica. Tanti progetti fatti insieme, qualche incidente di percorso, ma profonda stima nei confronti di una persona che in molte cose ha saputo “vedere prima” di altri. Ora il suo impegno si concentra sulla Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative (Febea, a cui Cassa Padana ha aderito nel 2014) di cui è presidente. Come nasce Febea? Quale idea forte sta alla base? Febea è nata nel 2001 dall’iniziativa di 6 istituzioni finan4
ziarie etiche nate in Italia, Belgio, Francia e Polonia, con l’obiettivo di creare una struttura che potesse promuovere la finanza etica a livello europeo. Ci siamo impegnati per diffondere un modello alternativo di fare banca, fondato sul legame con il territorio e la massima trasparenza nella gestione, e abbiamo lavorato per il riconoscimento di tale modello da parte delle istituzioni europee e nazionali. A tal proposito, è importante sottolineare che la Federazione è nata pochi mesi prima della crisi americana del 2001, e abbiamo poi subito gli effetti della crisi del 2008. Nonostante questo, oggi abbiamo 27 soci in 15 Paesi, la maggior parte dei quali ha dimostrato costanti trend di crescita.
Quali sono le caratteristiche fondamentali dei soci e le aree coperte dall’associazione? Tutti i soci FEBEA condividono gli stessi valori, definiti nella Carta della Federazione: impegno a operare per il bene comune, attenzione agli impatti sociali ed ambientali, trasparenza nell’utilizzo delle risorse, stretto legame col territorio locale. A settembre abbiamo accolto un nuovo socio greco, Bank of Karditsa, che è riuscito, durante la grave crisi finanziaria greca, a crescere puntando sull’economia locale: questo è un segnale emblematico del valore delle banche etiche per lo sviluppo del territorio. Siamo orgogliosi di poter diffondere, tramite FEBEA, quest’esperienza in “controtendenza” rispetto al sistema bancario tradizionale. L’anno scorso, invece, è diventata socia una cooperativa croata (Ebanka) che sta cercando di costruire la prima banca etica del Paese tramite approcci innovativi e l’utilizzo di sistemi informatici avanzati: il ruolo di FEBEA è anche questo, promuovere esperienze nascenti di finanza etica e sostenere il loro sviluppo offrendo le proprie esperienze e conoscenze. Qual è l’importanza che oggi l’Unione Europea attribuisce all’economia sociale e come si inserisce un’associazione come Febea, in termini di visibilità e riconoscimento? Nel contesto della crisi finanziaria degli ultimi anni è importante rilevare come l’attenzione verso la finanza etica, da parte della società civile e delle istituzioni, sia cresciuta molto. Per molto tempo abbiamo rappresentato un settore di nicchia, ma oggi la nostra opinione è molto più richiesta e ascoltata, perché le criticità del sistema finanziario moderno sono diventate sempre più evidenti. Negli ultimi anni le istituzioni europee hanno, quindi, prestato sempre maggior attenzione all’economia sociale, attraverso programmi e fondi dedicati. Uno degli aspetti più critici per lo sviluppo dell’economia sociale riguarda le fonti di finanziamento, difficilmente accessibili da parte delle imprese sociali. E’ proprio qui che si inserisce il ruolo di FEBEA: nel corso degli ultimi 20 anni, infatti, le banche etiche hanno saputo creare strumenti finanziari ad hoc per il sostegno alle imprese sociali in tutta Europa. Oggi più che mai possono, quindi, essere fonte di pratiche, esperienze e approcci utili a supportare le istituzioni europee nel loro rinnovato interessamento verso le imprese sociali, diventando così interlocutori e partner importanti per la definizione e l’implementazione delle politiche per tale settore. Questo processo di “consultazione” è già in atto: siamo spesso consultati dal FEI (il fondo europeo per gli investimenti) e dalla BEI (la banca europea per gli investimenti) per l’implementazione di strumenti finanziari concreti per le imprese sociali. Inoltre, come presidente FEBEA, sono stato selezionato come esperto del settore finanziario del GECES, il Gruppo di esperti della Commissione Europea per l’imprenditoria sociale. Febea ha oggi una struttura leggera e snella. In cosa può e deve crescere? FEBEA per molti anni ha dedicato gran parte delle proprie energie a favorire e strutturare le relazioni interne ai propri soci, per diffondere le best practices e far crescere il settore.
Come dicevo, nel corso degli anni il contesto europeo è cambiato e finalmente c’è una maggiore attenzione verso l’economia sociale e ci sono maggiori stimoli ed opportunità per lo sviluppo della finanza etica in Europa: FEBEA deve saper sfruttare al meglio la situazione e per questo ha lanciato un nuovo Piano Strategico di sviluppo 2015-2017. Andremo in particolar modo a rafforzare la nostra partecipazione nel dibattito internazionale riguardo la regolamentazione finanziaria, puntando al riconoscimento di modelli bancari alternativi e allo sviluppo di strumenti a sostegno dell’economia sociale. Riceviamo, inoltre, sempre più proposte di collaborazione da diversi soggetti, soci e non, per la partecipazione a progetti europei, iniziative, strumenti collaborativi: FEBEA si sta dotando delle risorse per rispondere al meglio a tali richieste, con le competenze e gli strumenti necessari. Infine, stiamo anche potenziando i mezzi per comunicare ai cittadini, alle organizzazioni e reti internazionali e locali dell’economia sociale e della finanza etica, il contributo che la finanza etica può dare per lo sviluppo locale e la coesione sociale. Quale senso può avere Febea in proiezione futura e quale ruolo potrà giocare? Grazie al know how, all’esperienza, alla conoscenza di diversi contesti socio - economici in Europa, FEBEA deve diventare sempre più l’interlocutore di riferimento per lo sviluppo di un modello finanziario alternativo a quello che ha portato alla recente crisi mondiale e di una politica di promozione di strumenti finanziari dedicati all’economia sociale. Cassa Padana da un anno è socia di Febea. Quale contributo può portare una realtà come la nostra alla strategia futura dell’associazione? Cassa Padana sta apportando un contributo importante alla Federazione, grazie alle esperienze e conoscenze acquisite lavorando in stretto legame col territorio, collaborando allo sviluppo delle iniziative che FEBEA sta portando avanti nel campo della ricerca e del riconoscimento di banche socialmente responsabili, ma anche nel settore della formazione alle nuove banche che si stanno sempre più relazionando con FEBEA, nell’ottica di una Federazione cha sa dialogare con i “portatori di interesse” in Europa. ● 5
LLAA BBAANNCCAA AALL TTUUOO SSEERRVVI IZZI IOO
A DIFFERENT ITALY: ALLA SCOPERTA DELL’ALTRA ITALIA di Macri Puricelli macri.puricelli@popolis.it
Mantova
Particolare di Piazza Bra a Verona con l’Arena sullo sfondo.
Ci sono luoghi nel nostro Paese che destano meraviglia e suggeriscono sospiri di bellezza. Ci sono luoghi che, nonostante un’Italia così fortemente antropizzata e cementificata, custodiscono isole di resistenza che sfuggono alla vista di molti. Ci sono giorni in cui le autostrade vanno abbandonate. Giorni in cui bisogna prendere le strade secondarie, i vicoli, le vie bianche. Per raggiungere i vigneti di Franciacorta, la solitudine di Montisola sul lago d’Iseo, il canto del Gufo fra le colline moreniche di Castiglione delle Stiviere. È da queste riflessioni e desideri che un giorno di quattro anni fa nasce A Different Italy: un progetto dedicato a quei turisti e viaggiatori che hanno già visitato le principali mete d’Italia e che del nostro Paese vorrebbero conoscere molto di più. A Different Italy nasce e cresce grazie alla partnership di Cassa Padana Bcc e dell’agenzia Oro e Argento viaggi, due realtà fortemente radicate sul territorio: un tour operator 6
che opera nel settore sin dagli anni ‘90 e una banca di credito cooperativo locale che fa del rapporto con il territorio la sua forza principale. Le destinazioni proposte interessano le province di Brescia, Cremona, Mantova, Bergamo, Milano, Venezia, Verona, Rovigo, Ferrara, Parma, Reggio Emilia, Bologna. Tutte aree di immensa potenzialità che racchiudono, oltre a splendide città d’arte, laghi, mare, monti, fiumi, colline e pianure. Senza contare l’area del lago di Garda, che quest’anno è stata protagonista
di un rilancio imponente, soprattutto fra potenziali turisti dalla Germania e dall’Olanda. La zona, ricca di infrastrutture e servizi di qualità, ospita inoltre aeroporti importanti come gli hub di Milano, Verona, Venezia, scali fondamentali nel traffico aereo internazionale. A Different Italy è entrata nel mercato dei tour operator americani: una prima ventina sono arrivati lo scorso settembre per toccare con mano le proposte. Si prepara allo sbarco negli Emirati Arabi e in questi mesi punta molto
Il Duomo Nuovo e “la Rotonda” di Brescia.
LA FESTA DA NON PERDERE: IL TORRONE A CREMONA sul turismo dalla Cina: milioni di cinesi sono venuti infatti nel nord Italia per visitare l’Expo di Milano e non hanno perso l’occasione per un tour almeno in Lombardia e Veneto. Scoprire l’altra Italia ora, mentre si sveglia dal sonno che l’ha tenuta lontana dalle rotte del grande turismo, può essere un’emozio-
Ferrara
ne intensa, capace di spiegare l’autenticità dei valori di quella parte di Nord Italia che non è solo industria e lavoro, ma anche orgoglio delle tradizioni, della storia, dell’arte, della cultura e dell’enogastronomia. ● PER SAPERNE DI PIÙ www.adifferentitaly.eu
L
a nuova edizione della Festa del Torrone, dal 21 al 29 novembre a Cremona, sarà una celebrazione a 360 gradi del dolce più caratteristico della tradizione cremonese. L’alta pasticceria sarà, infatti, protagonista della Festa, grazie alla partecipazione di chef di massimo prestigio come il pluripremiato Maurizio Santin che domenica 22 novembre modererà uno showcooking d’eccezione con altri tre maestri del calibro di Davide Comaschi, Fabrizio Galla e Alessandro Servida. Sempre domenica 22 si terrà la premiazione della Torrone PhotoMarathon, sponsorizzata, fra gli altri, anche da Cassa Padana Bcc. Ma non sarà solo una festa del palato: a contorno della manifestazione oltre 250 eventi concomitanti spazieranno tra arte, musica, cultura, spettacoli, laboratori per bambini e iniziative aperte al pubblico. La scorsa edizione della Festa ha battuto ogni record di popolarità con 270 mila presenze, 220 espositori, 60 tonnellate di torrone venduto, 250 iniziative culturali in città, 600 camper, 300 pullman. Che succederà quest’anno? PER SAPERNE DI PIÙ www.festadeltorronecremona.it www.torronephotomarathon.it
7
I NOSTRI PROGETTI A MANTOVA
A Ca’ del Lupo trovi prati aridi, palude, bosco misto, campi in coltivo, in un raro sodalizio tra uomo e natura. Non è raro veder volare il falco di palude, sentire il richiamo del tarabuso tra i canneti, avvistare tra i fiori selvatici la farfalla macaone o le orchidee dei prati aridi e la rarissima viola elatior o viola maggiore, quasi estinta in tutta Italia. Cassa Padana ha acquisito 48 ettari di quest’area. E grazie a una convenzione con il comune di Castiglione delle Stiviere, proprietario di altri 26 ettari confinanti, si prepara a essere protagonista di un progetto di valorizzazione eco-biocompatibile in sintonia con il delicato luogo.
8
CA’ DEL LUPO, UN’ISOLA RESISTENTE di Valerio Gardoni | valerio.gardoni@popolis.it
C
astiglione delle Stiviere, Mantova. Se chiedi agli anziani al paese del cascinale Ca’ del Lupo ancora ti dicono che è fuori, lontano dal centro di Castiglione, a “ca del luf”, a casa del lupo appunto. È un angolo del parco delle Colline Moreniche rimasto miracolosamente intatto nella sua selvaggia solitudine, sin dai secoli quando i branchi di lupi, si racconta,
scendevano a valle dall’entroterra gardesano. Racchiude in una manciata di ettari tutte le peculiarità del territorio, un concentrato di microclimi, dove le colline si armonizzano con il ciclo delle stagioni. Un rapporto tra uomo e ambiente in cui nessuno dei due ha preso il sopravvento, condividendo un equilibrio che ci ha consegnato “un’isola resistente”, dov’è facile entrare in contatto con le energie sottili del luogo,
ascoltando il nostro essere naturale. Cassa Padana ha acquisito 48 ettari di quest’area con il relativo cascinale di Ca’ del Lupo e ora è in procinto di stipulare una convenzione con il comune di Castiglione delle Stiviere, proprietario degli altri restanti 26 ettari confinanti, per definire e avviare un progetto di valorizzazione eco-biocompatibile, in sintonia con il delicato luogo. A Ca’ del Lupo trovi dai prati aridi alla palude, dal bosco misto ai campi in coltivo, raro sodalizio tra uomo e natura, addomesticato quanto basta per non stravolgere l’armonia e lasciar che madre natura segua il suo corso, in un ritmo biologico perpetuo. Non è raro veder volare sulle zone umide di valle il falco di palude, sentire il richiamo del tarabuso tra i canneti, avvistare tra il miscuglio dei fiori selvatici la farfalla macaone o le orchidee dei prati aridi e la rarissima viola elatior o viola maggiore, quasi estinta in tutta Italia. Ci sono i gelsi, tra cui uno centenario sull’aia del cascinale, a raccontare dell’allevamento dei bachi della seta, accanto a quello del bestiame dal buon latte, frutto delle fatiche contadine che hanno zappato tra le colline quanta terra bastava per mandare avanti la famiglia. C’è un vecchio roccolo sopra una collina, intrecciato con il sorbo dell’uccellatore dalle bacche rosse. Strappato ai cacciatori è ora un luogo di passaggio pacifico per stormi di uccelli migratori.
Sono pieghe della terra le Colline Moreniche. Risalgono all’ultima glaciazione, un ammasso di terra, ciottoli e massi che il lago di Garda, quando era un grande ghiacciaio, ha spinto verso la pianura. Il risultato, aggraziato dal lavoro saggio e poco invadente dell’uomo, è un angolo di piacevole armonia fatto di macchie boschive e verdi pianori che accarezzano le tondeggianti colline, pettinate dalle viti e abbellite da piccolissimi laghetti e risorgive che fanno da cornice a borghi rurali, conventi e cascinali, scrigni di
storia, di equilibrio naturale e architettonico. Sulla collina confinante con Ca’ del Lupo c’è l’eremo della Ghisiola o di Santa Maria delle Rose. Collega la terra al cielo, chiama al silenzio e alla preghiera. Un colloquio dell’anima che sale più in alto, oltre la sagoma del monte Baldo che nelle giornate terse d’inverno si staglia innevato all’orizzonte e pare quasi una gobba andina. Quassù ci veniva anche la madre di San Luigi Gonzaga a pregare dinnanzi all’affresco cinquecentesco della Madonna delle Rose. Ora ci vive in solitudine un monaco della Comunità di Bose. Anche le tradizioni armonizzano con il ciclo delle stagioni sulle colline, come la raccolta del fiorume a tarda primavera: un miscuglio di semi delle erbe autoctone di elevato pregio naturalistico che garantiscono la ricostituzione, in tempi brevi, delle praterie e dei prati aridi, regalando la sopravvivenza a lungo termine. L’isola resistente di Ca’ del Lupo è un angolo del parco delle Colline Moreniche secondo solo, in provincia di Mantova, al Bosco della Fontana, l’antica oasi di caccia dei Gonzaga. ●
9
I NOSTRI PROGETTI A BRESCIA
VIVA VITTORIA: “POSSO FARE UN PEZZETTINO DI COPERTA ANCHE IO?” Un’opera d’arte relazionale condivisa per immaginare, proporre e costruire una società senza violenza sulle donne. Almeno 11mila quadrati di maglia, lavorati ai ferri o a uncinetto, copriranno piazza Vittoria a Brescia dal 22 al 25 novembre. Anche le filiali Cassa Padana in Valle Camonica collaborano all’iniziativa e alla raccolta di centinaia di piccole e speciali opere d’arte.
di Marco Sacchi | marco.sacchi@cassapadana.it
N
on avevo ancora finito di raccontare “Viva Vittoria”, il progetto che si propone di coprire dal 22 al 25 novembre Piazza Vittoria a Brescia con lavori a maglia a sostegno della lotta alla violenza sulle donne, che già si era alzata dalla sedia dov’era seduta per cercare la lana e iniziare a lavorare. Lei si chiama Ersilia, ma è conosciuta da tutti come Cilia; classe 1934, ottantuno anni, bisnonna sprint di Alfianello nella bassa bresciana. “È importante sostenere questa iniziativa, per cercare di combattere la violenza sulle donne! È un argomento di cui si parla da sempre: se ne discuteva anche quando io ero giovane, sebbene non con così tanta frequenza come oggi.” Le sue ginocchia non sono in forma, i tanti anni di lavoro si fanno sentire. Ma i ricordi, quelli sono impressi nella memoria come carta stampata. “Sai come funzionava ai miei tempi? Una volta, per violentare una donna, gli uomini si nascondevano nei campi di grano e quando le ragazze passavano per le campagne, in bicicletta o a piedi, venivano fermate e trascinate in mezzo al frumento! Sai Marco, una volta c’era davvero tanta paura di denunciare le violenze sulle donne: non si diceva nulla e si faceva ogni cosa per tenere tutto tra le mura di casa… Non si poteva dare scandalo in paese! Ne sarebbe andato dell’onore della famiglia! Pensa, tante volte erano i genitori stessi i primi a non voler credere alle proprie figlie.” E le violenze non erano solo sessuali. “In molte case, allora, c’era il padre-padrone e le donne erano costrette a servire e stare zitte. Dovevano sempre essere sottomesse e obbedire agli ordini dell’uomo di casa”. Le si bagnano gli occhi di lacrime: “Ricordo una mia amica: era sposata con un uomo violento e avevano tre figli. Un giorno, dopo l’ennesima violenza, stanca delle continue botte, ha preso la sua bicicletta e, insieme ad uno dei figli, è partita per scappare da quell’uomo e andare a vivere con sua mamma e sua sorella. 10
VIVA VITTORIA Piazza Vittoria, Brescia 22-25 novembre Gli ultimi quadratoni possono essere consegnati anche alle filiali Cassa Padana di Edolo, Malonno, Ceto, Breno, Esine, Montecchio, Rogno, Artogne (info: 0364 360616, Sandra Bassi). www.vivavittoria.it
Ma a metà strada, in lacrime, si è fermata e tra se e se ha pensato: “Ma dove vai? Come puoi andare a vivere con una mamma inferma e con la sorella e con i suoi figli, che non hanno stipendio e non hanno cibo per mangiare? Come farai a crescere anche i tuoi figli in quella casa?” E così è tornata a casa dal marito violento, pensando ai suoi figli, ed è andata avanti a fare la stessa vita di sempre. Mi ha raccontato questa storia per anni”. È sempre stata una donna forte, Cilia. “È importante denunciare ogni violenza alle donne. Se una donna viene picchiata dal marito o subisce maltrattamenti da un uomo, non deve avere paura! Deve subito denunciare la violenza! Tutto il resto poi si mette a posto!”. C’è spazio ancora per un ricordo: “Quando ero giovane, ho percorso molte volte le strade di campagna in bicicletta da sola. Eppure, grazie a
Ersilia di Alfianello
Dio, non c’è mai stato nessun uomo che abbia fatto lo stupido. Se l’avessi trovato, però, di certo gli avrei detto (in dialetto): “Ehi, cosa fai? Lo vuoi uno schiaffo sul muso?” Sto per uscire quando mi abbraccia.“Spero tanto che questa iniziativa venga capita Marco, perché è davvero importante! Se serve, ti faccio ancora un pezzo di coperta!” Che grande Cilia! Ho dimenticato di dire che Cilia è mia nonna, ed è una donna davvero eccezionale. ●
11
I NOSTRI PROGETTI A BRESCIA
È ANCORA YOGA… DELLA RISATA di Daniela Iazzi | daniela.iazzi@fondazionedominatoleonense.it
Sabato 7 e domenica 8 novembre Villa Badia ospita il Corso di certificazione Internazionale di Leader di Yoga della risata, condotto da Lara Lucaccioni, che fornisce l’abilitazione a condurre sessioni di questa disciplina. Il seminario è aperto a tutti, anche a coloro che semplicemente vogliono vivere un weekend rilassante e anti-stress e per chi vuole dedicare due giorni alla propria crescita personale. Sessioni settimanali di Yoga della risata si tengono invece il giovedì, dalle 17.30 alle 18.30, sempre in Villa Badia a Leno.
L
o Yoga della risata è un’idea rivoluzionaria nata nel 1995 da un medico indiano, Madan Kataria, grazie alla quale si ride senza motivo, senza l’utilizzo di barzellette e senza la visione di film comici. L’intuizione del dottor Kataria - spiega Lara Lucac-
12
cioni, master trainer di Yoga della risata - è stata quella di accorgersi che ridere faceva davvero bene alla salute e allo spirito delle persone. Con l’avvallo di studi scientifici, si è scoperto che il nostro corpo non distingue la differenza tra una risata che scegliamo di fare, una risata autoindotta, “spinta-
nea”, e una invece spontanea. Entrambe riescono a produrre la stessa chimica della felicità, lo stesso Joy Cocktail, fatto di ormoni del benessere che aumentano ed ormoni dello stress che diminuiscono. Partendo da questo presupposto Madan Kataria si è chiesto come fare per permettere a tutti di
ridere abitualmente, anche chi non ha senso dell’umorismo o non ha grandi motivi per ridere per proprie ragioni personali. Nasce così lo Yoga della risata, una disciplina che concilia la respirazione tipica dello yoga con la risata volontaria, fatta in gruppo, perché innanzi tutto è una pratica di grande va-
Da sinistra: il medico indiano Madan Kataria e la Master Trainer di Yoga Lara Lucaccioni.
“LA MISERICORDIA”: LUCILLA GIAGNONI IN SCENA A LENO “Beati i misericordiosi, perché riceveranno misericordia”. Nel mese che anticipa l’apertura dell’anno giubilare della misericordia, la Fondazione Dominato Leonense, in collaborazione con la Parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo di Leno, organizza lo spettacolo “La misericordia”, scritto ed interpretato dall’attrice novarese Lucilla Giagnoni. In un viaggio che parte dalla misericordia come virtù della reciprocità, l’interpretazione di Lucilla Giagnoni ci guiderà in un percorso antropologico e spirituale: la beatitudine evangelica della misericordia letta come virtù morale e condivisa del nostro vivere quotidiano. La rappresentazione dell’incontro tra fede e dimensione civica nella vita di comunità si terrà venerdì 6 novembre alle ore 21.00 presso il Teatro dell’Oratorio di Leno, per celebrare un valore, quello della misericordia, le cui radici affondano nella storia antica. INFO E PRENOTAZIONI: tel. 331 6415475 / 030 9038463 - mail: info@fondazionedominatoleonense.it
no tolto la voglia di ridere. Ovviamente questi esercizi all’inizio si fanno in gruppo, perché in gruppo la risata è contagiosa e ci riesce più semplice. Poi, una volta che l’abbiamo sbloccata, ridiamo più facilmente anche autonomamente e la nostra giornata si riempie di risate, come non ci ricordavamo più di fare”. Lara Lucaccioni, fra i 35 Master Trainer al mondo, è arrivata allo Yoga della risata quasi per caso. “Proprio lore sociale, che ci mette in relazione e comunicazione con gli altri. Ma come si riesce a ridere senza motivo? “Si utilizzano esercizi molto semplici”, spiega ancora Lara Lucaccioni. “Uno di questi è inspirare una bella quantità di aria, trattenere il respiro ed espirare con una risata. Ripetere questo esercizio più volte ci permette di liberare la nostra risata da molti blocchi, magari legati alla nostra educazione, al nostro ruolo sociale o a nostre vicende personali, che magari ci han-
così! Nel 2011, navigando online, ho trovato un corso di formazione per condurre le sessioni, cioè per diventare leader di Yoga della risata. Avevo già consapevolezza della mia risata coinvolgente, ma non pensavo che potesse diventare un lavoro. Decisi di mettermi in gioco: ho frequentato il corso e aperto quasi subito un Club della Risata. Sono poi diventata Teacher in una formazione tenuta direttamente da Kataria. È stato lui a nominarmi prima
Ambasciatrice della Risata e, solo pochi mesi fa, a scegliermi come una dei 35 Master Trainer al mondo. Porto lo Yoga della risata in tutte le sue applicazioni: lavoro con gli anziani nelle case di riposo, coi bambini, nelle aziende, coi disabili e negli ospedali e conduco incontri di avvicinamento allo Yoga della risata in tutta Italia”. ● PER SAPERNE DI PIÙ www.fondazionedominatoleonense.it Tel. 030 9038463
NATALE È...MAGIA DELL’ ATTESA Domenica 22 novembre tradizionale appuntamento con il mercatino di Natale della solidarietà di Leno voluto dalla locale ProLoco in collaborazione con la Fondazione Dominato Leonense. In Piazza Battisti, dalle 10 alle 18, si passeggerà fra le bancarelle di artigianato artistico, delle associazioni non profit e fra gli stand con le delizie tipiche dell’inverno. In Villa Badia, alle 15.30, incontro con Ilaria Innocenti, responsabile del settore cani e gatti della Lav, e Macri Puricelli, giornalista, autrice del libro edito da Sonda “La fabbrica dei cuccioli. Fermiamo il traffico internazionale: l’amore non si compra”: testimonianze, leggi, problematiche e riflessioni sulla zoomafia che porta in Italia, in modo illegale, oltre 2 mila cuccioli di cane alla settimana, soprattutto nel periodo natalizio quando i cuccioli diventano doni per grandi e piccini. La giornata si concluderà con l’apericena con delitto: la compagnia Anubisquaw inviterà gli spettatori a diventare investigatori per una sera. Da scoprire sarà l’assassino del “Papiro maledetto”. INFO: Tel. 030 9038463 / www.fondazionedominatoleonense.it
13
I NOSTRI PROGETTI A VERONA
EDUCAZIONE STRADALE: PRIMA DI TUTTO CONVIVENZA CIVILE E SOCIALE A SCUOLA DI SICUREZZA CON L’ASSOCIAZIONE G.S. LUC
di Laura Simoncelli | laura.simoncelli@popolis.it
L’
uomo è un animale sociale, scriveva Aristotele nella sua “Politica”, poiché tende ad aggregarsi con altri individui e costituirsi in società, organismo in cui ogni elemento deve collaborare per una buona convivenza. Sui pilastri della convivenza civile e dell’aiuto sociale si inserisce il progetto di educazione stradale della G.S. LUC nella scuola primaria e secondaria di Bovolone, fortemente sostenuto dalla locale filiale di Cassa Padana.
“Grazie ad anni di formazione abbiamo creato con i docenti un percorso in cui i bambini non solo ascoltano le lezioni, ma partecipano attivamente all’ora di formazione”, spiega Luc Scapini, presidente della G.S. LUC: “Grazie a slide, video, quiz, vignette e prove pratiche con la bicicletta i giovani studenti esprimono ciò che già hanno appreso sulle norme di circolazione e vivono un’esperienza che poi dev’essere tradotta nel linguaggio universale dell’educazione stradale. In questo
modo le regole si inseriscono in un contesto ben preciso e familiare per i bambini che interiorizzeranno la norma senza sentirla come obbligo, bensì come un piacere e una naturale responsabilità civile”. La sicurezza stradale si inserisce, così, al pari di altri problemi sociali, quali l’ambiente, l’interculturalità, la pace e le dipendenze, in quei percorsi che tendono a un fine ultimo che tocca la dimensione complessiva di vita del bambino e formativa dell’individuo. ● PER SAPERNE DI PIÙ GS LUC, Luc Scapini 335 1260916
14
I NOSTRI PROGETTI A ROVIGO
di Laura Simoncelli laura.simoncelli@popolis.it
TUTTI IN FILA! È TORNATO IL PEDIBUS
U
na passeggiata per mantenersi in forma. Un’opportunità di socializzazione. Un’occasione per imparare il rispetto delle regole del codice stradale. Questo è Pedibus 2015-2016 sbarcato a Rovigo, grazie alla collaborazione fra associazione Pedibus e la scuola primaria Miani, con il sostegno di Comune, Polizia locale e Cassa Padana. Un progetto per bimbi dalla prima alla quinta elementare e un servizio gratuito che si svolge con qualsiasi
condizione di tempo e che si può iniziare in qualsiasi momento e da qualsiasi fermata. Basta esserci, tutti insieme. La prima linea Pedibus rodigina è partita lo scorso aprile: in marcia sette bambini e altrettanti genitori. Un successo immediato e una squadra raddoppiata in poco tempo. Il Pedibus “renderà i bambini stessi dei buoni cittadini del futuro”, spiega Laura Paderno, referente del progetto per Rovigo (l’associazione è trevigiana). La pratica del Pedibus è nata nel
Nord Europa e si è diffusa in Italia, ma inizialmente con scarso successo. L’associazione Pedibus, riconosciuta dalla Regione Veneto, ha compreso che questo ambizioso progetto per funzionare doveva sì trovare l’appoggio delle famiglie, ma di concerto con le Pubbliche amministrazioni e le scuole. Pedibus, così come è stato ripensato, è strutturato in modo che sia percepibile fin da subito per serietà e autorevolezza, dove adulti-accompagnatori e bambini osservano regole per la sicurezza, come indossare giubbini catarifrangenti, e dove i bambini in caso di pioggia hanno in dotazione un “poncho” per coprirli interamente, evitando così l’uso di ombrelli, potenzialmente pericolosi. Infine, ma importantissimo, il gruppo è organizzato per camminare allineato in cordata, aggiungendo gradualmente i bambini in sosta alle fermate. I bambini di Rovigo si sono fatti notare subito in associazione, perché appena arrivati si sono inventati una simpatica novità: le “multine morali”. Ovvero, sensibilizzare al rispetto del codice stradale e al buon comportamento coloro che per spostarsi usano auto, moto, biciclette e incrociano il cammino del Pedibus. ●
15
I NOSTRI PROGETTI A FERRARA
TACI NIVES! STASERA SUONO IO di Laura Simoncelli | laura.simoncelli@popolis.it
Da un’idea di Demetrio Pedace, direttore della filiale di Ferrara di Cassa Padana, uno spettacolo che ripercorre l’anima di Andrea Poltronieri, poliedrico musicista che ha lavorato anche con Lucio Dalla e Pino Daniele. In scena l’8 dicembre al teatro Nuovo. L’incasso della serata andrà all’associazione Giulia.
16
Q
uesta volta Nives, l’esilarante nonnetta dai capelli color Spritz, dovrà tacere. O, per lo meno, si tenterà di azzittirla nel nuovo spettacolo di Andrea Poltronieri, poliedrico musicista italiano e testimonial dell’associazione di volontariato Giulia Onlus, alla quale sarà donato l’incasso della serata. Filo conduttore saranno la musica e le emozioni. Grazie alla creatività di Demetrio Pedace (che ha già firmato il musical), alla sensibilità e al profondo lavoro di rifinitura di Roberta Marrelli, attrice, sceneggiatrice e regista. “Scrivere uno spettacolo avendo a disposizione Andrea Poltronieri, Roberta Marrelli e otto musicisti di talento è come avere gli ingredienti perfetti per una cena dal successo assicurato”, racconta Pedace mentre, nottetempo, è alle prese con le prime prove dello spettacolo: “È bastato immaginarli sul
palcoscenico, il resto è venuto da se”. Da parte sua, Andrea Poltronieri ha messo in campo la sua grande sensibilità musicale unita a una spiccata attitudine alla comicità e all’intrattenimento. Quest’anno ricorrono i vent’anni di carriera dell’artista, un giro di boa che lo ha portato a ripensare alla propria carriera prima con un fortunato libro (“Note appuntate” ed. Autori a Corte), poi con l’ideazione di un tour teatrale, in cui dare spazio e risalto al suo percorso di musicista. Nasce così “Taci Nives!”. “Ma stavolta Nives, tra i personaggi più fortunati legati al cabaret, anima “leggera” e “ironica” di Andrea, dovrà tacere e lasciare al “musicista Poltronieri” lo spazio necessario per esprimere la sua prima passione: la musica”, aggiunge Pedace.
Andrea interpreterà se stesso, impegnato nelle prove del suo nuovo spettacolo. Sul palco con lui ci sarà la manager - l’attrice Roberta Marrelli e la sua band - batteria, basso, pianoforte, chitarra, voce, viola, violoncello, violino - con cui Andrea deciderà date e canzoni, ricorderà pezzi importanti del passato, aneddoti che pochi conoscono ed episodi di una vita artistica che lo ha visto suonare accanto a mostri sacri della musica italiana come gli Stadio, Lucio Dalla, Pino Daniele. Il tutto Nives permettendo. Perché se è vero che Andrea le ha chiesto – per questa volta – di non partecipare allo show, è altrettanto vero che convincere la spavalda nonnina a fare qualcosa è tutt’altro che semplice. Non si possono, quindi, escludere colpi di testa e il finale a sorpresa è garantito! ●
“OGNI BAMBINO DOVREBBE ESSERE FIGLIO DI TUTTI”
C
on questa frase di Mogol si riassume la missione dell’associazione di solidarietà Giulia onlus, nata il 21 marzo 1996 dal desiderio di alcuni volontari di prestare sostegno ai genitori della piccola Giulia, colpita da grave patologia oncologica. Nella sua breve vita, Giulia ha sostenuto molte sfide, ma ha anche insegnato a genitori e parenti come percorrere insieme questo cammino. Oggi i volontari dell’associazione prestano aiuto ad altri bimbi, disabili, anziani e famiglie in difficoltà del territorio ferrarese con la raccolta di fondi volta al potenziamento di figure professionali e progetti mirati sul territorio. www.associazionegiulia.com
TACI NIVES! STASERA SUONO IO Di Demetrio Pedace, Roberta Marrelli, Andrea Poltronieri Martedì 8 dicembre, ore 21 Teatro Nuovo, Ferrara Prevendita: www.vivaticket.it Cassa Padana, Ferrara, tel.0532 713610 platea 20 euro, galleria 15 euro tacinives@gmail.com Facebook: #TaciNives
17
IL LIBRO
UN SOGNO CHE SI FA ALBERO di Barbara Ponzoni | barbara.ponzoni@cassapadana.it
Per cinque mesi, ogni giorno o quasi, due fotografi bresciani hanno immortalato ogni passaggio della costruzione dell’Albero della Vita. Ogni persona che ci ha lavorato, ogni fatica, ogni piccolo o grande momento di sconforto o intenso entusiasmo. Ne è nato un libro di immagini di forte impatto, edito dalla Grafo di Brescia, che racconta l’avventura del simbolo di Expo2015 frutto di un consorzio di 19 eccellenze imprenditoriali tutte bresciane.
18
U
na struttura in acciaio di 35 metri di altezza. Una spettacolare chioma in legno lamellare che raggiunge un’estensione di circa 42 metri. Un peso di 330 tonnellate e un costo di 3 milioni di euro. Porfido, marmo di Botticino, luci e giochi d’acqua. È l’Albero della vita di Expo2015, simbolo di questa esposizione, l’elemento più fotografato in assoluto: compare in più selfie che una rock star. Questa grandiosa idea è frutto di menti bresciane: “Orgoglio Brescia”, un consorzio di 19 eccellenze imprenditoriali, che in soli quattro mesi ha costruito e allestito nel cantiere di Expo questo Albero ammirato da milioni di persone di tutto il mondo. Dietro questo progetto ci stanno tante anime e tante menti. In primis l’architetto Marco Balich, famoso creativo veneziano, disegnatore di emozioni, direttore artistico e ideatore di inaugurazioni di grandi eventi, dalle Olimpiadi ai concerti fino al Padiglione Italia di questa Esposizione universale. Un vero e proprio guru in questo settore. Poi gli artigiani, gli operai e gli imprenditori che hanno lavorato alla struttura. E, infine, anche due intraprendenti fotografi bresciani che per cinque mesi, ogni giorno o quasi, hanno immortalato ogni passaggio della costruzione dell’Albero, ogni persona che ci ha lavorato, ogni fatica, ogni piccolo o grande momento di sconforto o intenso entusiasmo.
Piero Fasanotto e Michele Branca, della Cube Photo Pro- le avventura attorno all’Albero. “Questo libro fotografico vuole duction di Brescia, hanno poi raccolto le immagini e le hanno rappresentare il lavoro dell’uomo e il suo ingegno. Ecco perché consegnate alla Grafo, da molti anni sul mercato dell’editoria a abbiamo voluto chiamarlo Ritratto di un sogno. Ogni foto parla Brescia. Una casa editrice coraggiosa e ambiziosa, che delle ec- di questo, dall’inizio alla fine. Perché, nonostante i tempi difficili, cellenze e delle bellezze del territorio ne ha fatto una bandiera, i sogni esistono ancora”, aggiunge Fasanotto. “Non avevamo punti di riferimento, ogni giorno c’era una spiega Nicola Rocchi, direttore editoriale del progetto e autore novità, un nuovo passaggio da fotografare, allora correvamo sul dei testi. La grafica è stata affidata a Aske Network. Il risultato è un reportage di 250 foto racchiuso in un raffi- posto il prima possibile, per non perdere l’attimo. Come quelnato libro, L’Albero della Vita, ritratto di un sogno, stampato in la volta che ci eravamo messi in mente di riprendere il camion due versioni, con copertina rigida e senza, entrambe di grande che trasportava il lunghissimo tubo d’acciaio, anima dell’Albero, impatto. È un ricordo affidato a parole e immagini di un’avven- mentre arrivava a destinazione. Solo che non arrivava mai, la luce stava venendo meno, avevamo un’unica possibilità. Appena tura tutta bresciana. Non è stato facile documentare la nascita di questo Albero. si è palesato sulla strada, Michele è corso in cima a una delle tre Torri (un edificio altissimo a Brescia), io sono “Le difficoltà sono state tante”, spiega Piestato giù, per avere due punti di vista. Alla ro Fasanotto, “ma ovviamente ne è valsa la fine lo scatto è stato fatto, avevamo la foto. pena. Così come svegliarsi alle quattro del L’ ALBERO DELLA VITA, Che vittoria!”. Così ricorda Piero Fasanotto mattino per andare sul cantiere, sentire di RITRATTO DI UN SOGNO mentre sfoglia il libro. Mentre l’Expo2015 si far parte del gruppo, essere uno della squaGrafo Edizioni avvia a chiusura, ci si domanda quale sarà il dra”. Acquistabile on line o nelle futuro del grande Albero. C’è chi vorrebbe “L’Albero non è solo un insieme ben rimigliori librerie della zona portarlo a Milano in Piazzale Loreto, oppuuscito di elementi, ma è la rappresentazione Info: libreria@grafo.it visiva dell’entusiasmo delle persone, della re sulla nuova Darsena. Altri preferirebbero www.grafo.it grande forza di volontà che può smuovetrasferirlo a Brescia o Desenzano del Garda. Per il Consorzio che lo ha realizzato sarebre le montagne, anche quando il tempo è poco, quando la scadenza incombe e tutto be meglio lasciarlo a Rho. Anche perché per il mondo pensa che non si arriverà alla fine. “smontarlo” servirebbero E invece no, invece alla fine ci si è arrivati e 550 mila euro. In attesa di il 27 aprile l’Albero è stato illuminato per la quel che verrà, noi ci goprima volta”: la passione di Michele Branca diamo il libro e la storia è evidente mentre racconta la sua personadi questa magica impresa mondiale. ● 19
INCONTRI
NOVANT’ANNI CON I BURATTINI di Valerio Gardoni | valerio.gardoni@popolis.it
I
rami penduli dell’uva che s’avvinghia a l p e rg o l a t o o m breggiano i tavoli dell’osteria intrisi di voci e di vino. Gli ultimi grappoli avvizziti odorano d’autunno in arrivo. Non v’è posto più indicato d’un vecchio pergolato d’osteria per ascoltare una storia di vita, anzi di generazioni di artisti di strada: quella della compagnia teatrale dei burattinai Onofrio che compie quest’anno 90 anni di attività, mai interrotta. Racconta Giacomo, ultimo erede dell’arte burattinaia di una famiglia bresciana e da sempre vagabonda
20
Il fare “Balà i Giupì” è il frutto di saperi ancestrali che i burattinai hanno sperimentato in secoli di attività professionale, testimoni di una grande pagina della cultura contadina. Giacomo Onofrio è erede di una tradizione che si avvia verso un secolo di storia. E che continua ancora oggi. in tutto il nord Italia. La voce di Giacomo ha mille sfaccettature: diviene allegra nei ricordi, greve nei dolori e variopinta nel narrare, mantenendo sempre una gentile cortesia, come s’addice ad un vero artista. L’arte di “far ballare i burattini, anzi i Giupì” non è solo un mestie-
re imparato dal padre e dal nonno, è ossigeno sciolto nelle sue arterie, è un richiamo atavico a cui non è possibile sottrarsi. Giacomo e i suoi burattini sono una famiglia. Lui ne parla come se fossero i suoi figli, ai quali dedicare la vita e regalare un futuro. Sì
Teatro Fantocci Onofrio. La famiglia Onofrio: Da sinistra nonna Pierina, mamma Fulvia, il piccolo Giacomo, la piccola Ferdinanda, papà Giuseppe e nonno Giacomo.
un futuro. Nell’era di internet sembra impossibile che ci si possa divertire “come una volta”. Ma la baracca dei burattini di Onofrio è l’eccezione che conferma la regola: le piazze si riempiono di bambini e nonni ogni qual volta monta la baracca dei burattini. Il fare “Balà i Giupì” è il frutto di saperi ancestrali che i burattinai hanno sperimentato in secoli di attività professionale, testimoni di una grande pagina della cultura contadina. Giacomo Onofrio è erede di una tradizione che si avvia verso un secolo di storia. “Di nome man messo Giacomo come mio nonno, sono un burattinaio” – racconta. “Anche mio padre lo era e così mio nonno. Ebbe inizio da lui la tradizione di famiglia, per caso. Nel 1925 nonno Giacomo venne ricoverato in ospedale e per far passare un po’ il tempo cominciò a inscenare alcuni spettacoli dal suo letto di paziente, prendendo a prestito dei burattini che le suore tenevano in serbo per intrattenere i bambini. I malati e
gli infortunati che dividevano la stanza con il nonno furono il suo primo pubblico. All’inizio si trattava solo di pantomime che il nonno traeva dall’esperienza circense, perché al tempo era già acrobata e ottimo clown. Così riutilizzò farse e scenette che lui stesso aveva interpretato nell’arena del circo. Ma il suo estro creativo andò ben oltre: le sceneggiature s’arricchirono di satira che pescava dai fatti di cronaca del tempo e lui interagiva scherzando bonariamente con lo stesso pubblico. Quando uscì dall’ospedale, nonno Giacomo, cominciò a crearsi la propria collezione di burattini e a scrivere i propri testi. Non si accontentava di brevi scenette da un quarto d’ora, ma compose vere e proprie commedie a più atti, con un inizio, un corpo e una fine. I suoi lavori erano frutto del suo senso dell’umorismo e della sua fantasia, ma anche di un’oculata rielaborazione degli spettacoli classici del teatro popolare. Se ne andava in giro per le piazze con l’arena, come faccio da anni anch’io del resto. Quan-
Nonno Giacomo con la marionetta di Gioppino.
do arriva l’estate il richiamo della vita nomade d’artista di strada è troppo forte, devo rispondere! Amo il mio lavoro e cerco sempre di migliorarlo. Nel 1994 ho costruito un teatro arena, l’unico in tutta l’Italia settentrionale. E nel 2005 ho creato un progetto scolastico per far scoprire ai bam-
bini l’arte del burattinaio”. Il burattinaio è di volta in volta scrittore, pittore, scenografo, sarto, falegname, manipolatore, elettricista, meccanico, attore, cantante, mimo. ● PER SAPERNE DI PIÙ www.burattinionofrio.com
21
> EVENTI November porc, in quel di Parma 6/7/8 novembre – Sissa 13/14/15 novembre – Polesine Parmense 20/21/22 novembre – Zibello 27/28/29 novembre – Roccabianca INFO: www.novemberporc.it
Cremona rende omaggio a Ugo Tognazzi Proiezione film “I mostri” di Dino Risi, 1963 10 novembre – ore 21.00 Cinema Filo - Cremona INFO: tel. 0372 4071
Verona Marathon 15 novembre Verona
AGENDA
a cura di Valentina Bragazzi
> INCONTRI Astronomia – Avamposto 42 Il laboratorio di Samantha Cristoforetti raccontato da Claudio Elidoro, astronomo 18 novembre – ore 15.30 Villa Badia – Leno (Brescia) INFO: info@fondazionedominatoleonense.it
INCONTRI AL CASTELLO Maurizio Bernardelli Curuz Ceruti: la povertà sbandita 7 novembre – ore 17.30 Cesare Monaco - Le tecniche pittoriche del Ceruti (olio, affresco, pittura su vetro) 14 novembre – ore 17.30 Bernardo e Filippo Salvadego Riscoperta e valorizzazione del Pitocchetto. 28 novembre – ore 17.30 Castello di Padernello Borgo San Giacomo (Brescia)
valentina.bragazzi@popolis.it
> MOSTRE I Macchiaioli. Una rivoluzione d’arte al Caffè Michelangelo fino al 20 dicembre Scuderie del Castello Visconteo – Pavia INFO: info@scuderiepavia.com
Cappuccetto rosso. Una mostra da favola fino al 15 novembre Galleria dell’Incisione, Via Bezzecca 4 – Brescia INFO: www.incisione.com
LEGNAGO, UNA NUOVA STAGIONE PER IL TEATRO SALIERI
INFO: www.palcogiovani.net
> MUSICA
Festa del Tartufo nero di Fragno fino al 15 novembre Calestano (Parma)
Pinocchio: Il Grande Musical 28 novembre Teatro Salieri – Legnago (Verona)
Con il sostegno, fra gli altri, anche di Cassa Padana, inaugura l’11 novembre la nuova stagione del Teatro Salieri, perla di cultura della bassa veronese. Ventidue gli spettacoli previsti: dalla prosa, con quattro titoli, agli appuntamenti con il teatro brillante, dalla stagione della musica con cinque concerti, alle canzoni d’Italia, dagli spettacoli di danza alla tradizionale rassegna che anima il Salieri durante le feste di fine anno con tre appuntamenti fuori abbonamento. L’inaugurazione della Stagione, mercoledì 11 novembre, è affidata alla musica sinfonica con l’Orchestra regionale Filarmonia Veneta che ricorderà il bicentenario del Congresso di Vienna. In programma anche l’ultimo lavoro sinfonico di Antonio Salieri, composto nella capitale dell’Impero proprio in quell’anno.
INFO: tel. 0525 520114
INFO: 0442 25477
INFO: www.teatrosalieri.it
INFO: www.veronamarathon.it
Di zucca in zucca fino all’8 dicembre Mantova e provincia INFO: www.agriturismomantova.it
Ùs da le as Denàcc a j-öcc e ‘idila mia 22 novembre – ore 15.30 Cinema Teatro Sereno – Brescia
Prosegue fino al 12 novembre, alla libreria Cremonabooks di Largo Bocaccino a Cremona, la mostra di Rodolfo Garofalo. L’artista, che vive e lavora tra Brescia e Cremona e ha al suo attivo numerosi premi e riconoscimenti, negli ultimi anni ha partecipato a mostre estemporanee, collettive e personali a Brescia, Roma, Milano, Pescara, Jesolo, Lugano, Bellinzona, Londra, Bergamo, New York.
INFO: www.cremonabooks.com www.rodolfogarofalo.it
22
INFO: info@castellodipadernello.it
PARMA, UNA GIORNATA AI LAGHETTI DEL PARCO DUCALE All’insegna dell’integrazione e dello sport: ecco il cuore della giornata del 20 settembre scorso ai laghetti del suggestivo Parco Ducale di Parma. Complice uno splendido sole, tantissimi bambini, insieme agli atleti dello Special Olympcs, hanno potuto cimentarsi in diverse tecniche di pesca, divertirsi nella ludoteca en plen air o fare un giro in canoa nel lago. Gli organizzatori, la Polisportiva Coop di Parma, ringraziano tutti i partecipanti con un “arrivederci” al prossimo anno.
23