A FUOCO LENTO — Viaggi Fotogastronomici

Page 1


“A FUOCO LENTO – Viaggi Fotogastronomici”, nasce dalla volontà di diffondere attraverso gli spunti di artisti visuali emergenti importanti riflessioni sui temi legati a Expo2015. Il concept di A FUOCO LENTO si fortifica attorno all’importanza del cibo come fonte di vita, nella complessità della filiera produttiva che va dalla produzione alimentare fino al consumo. In particolare, focus del progetto è il binomio cibo, quale fonte di nutrimento e come mezzo di espressione dell’essere umano, e fotografia, specchio magico delle comunità oltre che costante tentativo di riscrittura del reale. In questa chiave Positivo Diretto ha pensato a questo incontro, ai mondi creati e messi a fuoco da quattro artisti visuali, con percorsi differenti e che in modo diverso si accostano al tema. Francesco Biasi indaga una dimensione del cibo preziosamente trasversale, che sia necessità o piacere, socialità o consumo complulsivo, il cibo non riguarda solo il corpo ma anche l’anima e il modo in cui le comunità si dispongono al fare, al vivere il proprio tempo. Carmen Mitrotta ci porta nel mondo sospeso delle sue “sculture”visuali, il concetto del cibo si trasforma qui in un unico interessante esercizio di percezione,tra forme, colori e rimandi. Gioia Perrone si muove in uno slalom di spunti che giocano a mettere in campo alcune parti del proprio corpo e della propria sfera privata ed emotiva in sintonia con le forme e i messaggi di cui elementi legati al cibo sono intrisi. Francesca Fiorella, che ripone per un attimo l’anima di reporter, giocando con quello che si è recentemente definito “foodporn”, termine che identifica un reiterato e consolidato comportamento sociale che si espleta nella realizzazione e condivisione sui social, di immagini di cibi appena pronti per essere mangiati. Lo sguardo di quattro giovani artisti si incontra felicemente sul tema di tempo e fuoco con un momento di approfondimento e di sapore a cura di Simone Biso e Giuseppe Pellegrino. L’uno ricercatore, cuoco filosofo di Cucina Meridiana, realtà tra le più preziose del nostro territorio, di casa nel cuore del Salento a Carpignano Salentino, ma che pratica “nomadismo e vicinanza” in una costante ricerca di sapore e racconti di culture. L’altro ideatore della Biosteria e Agriostello Piccapane, a Cutrofiano (Le), una esperienza culturale e di innovazione unica nel territorio, che investe il modo di concepire l’alimentazione e la ristorazione stessa. Un mix di esperienze e saperi che offriranno a tutti la possibilità di intraprendere un piccolo viaggio emozionante tra immagini, racconti, forme e sapori della terra. Testi a cura di Andrea Laudisa e Gioia Perrone

Un progetto di: Associazione Culturale POSITIVO DIRETTO Fondata a Lecce nel 2013, è composta da giovani professionisti impegnati in diversi settori della cultura e delle arti visive. L’associazione produce e promuove attività nel campo dell’arte contemporanea; è ideatrice del Bitume Photofest, svolto a Lecce nel settembre 2014. positivodiretto.tumblr.com Grazie al contributo del Comune di Lecce, nell’ambito delle manifestazioni per l’evento di ANCIperEXPO, e del Poin Attrattori Turistici e Culturali In collaborazione con: a. GALLERIA FRANCESCO FORESTA Coworking di Casa Eutopia per Lecce 2019, progetto ideato e finanziato dal Gruppo Foresta, che si propone di diventare un punto di riferimento per tutti coloro che, attraverso l’arte, l’architettura, il design, vogliono coinvolgere ed essere coinvolti. (Alfredo Foresta) iarchitettura.com b. Associazione Culturale CUCINA MERIDIANA Il cibo è e crea cultura. L’arte culinaria è uno strumento potente per risvegliare il “gusto”inteso in tutte le sue declinazioni e forme: estetico, astronomico, filosofico. Solo un’esperienza di insieme, olistica, che si nutre di ogni forma di espressione creativa umana permette l’apertura di un cammino individuale e collettivo di pienezza e consapevolezza. cucinameridiana.com c. Biosteria e Agriostello PICCAPANE Abbiamo recuperato la dieta mediterranea dei nostri nonni: verdure, legumi e fichi secchi, non quella attuale dominata da carne, pesce, latticini e zucchero. È così che nasce la biosteria, dove cuciniamo tutto ciò che produciamo nell’orto. Proponiamo pasti completi e equilibrati, accompagnando il nostro ospite a inoltrarsi non solo nei sapori ma nelle ragioni della scelta del menu. (Giuseppe Pellegrino) piccapane.com


001. Carmen Mitrotta DEATH FOODS FOR NEW WORLDS, 2013 002. Francesco Biasi FOODIES, 2013 003. Gioia Perrone SPRING&HANDS, 2013 004. Francesca Fiorella THE INSTANT BEFORE, 2014 Inaugurazione: Sabato 18 ottobre Galleria Francesco Foresta, Via Federico D'Aragona 1, Lecce Ore 20.00 TALK Partecipano: Associazione Culturale Positivo Diretto e gli artisti coinvolti nella mostra; gli architetti Alfredo ed Ester Foresta — Galleria F. Foresta; Simone Biso — Cucina Meridiana;
Giuseppe Pellegrino — Biosteria Agriostello Piccapane. Modera: Mauro Marino — Fondo Verri Ore 21.00 INAUGURAZIONE della mostra ed EVENTO CULINARIO di Cucina Meridiana in collaborazione con Biosteria Agriostello Piccapane, percorso di sapore e poesia ed assaggio di vino biologico. La mostra sarà visitabile negli spazi della Galleria Foresta fino al 26 Ottobre dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 16:30 alle 20:30. Da venerdì 24 a domenica 26 Ottobre l’orario sarà esteso fino alle 23:30.


001.

DEATH FOODS FOR NEW WORLDS Le libagioni di Mitrotta sono sculture che l’immaginazione assapora, un gusto che filtra dallo sguardo e si adagia inesorabile molto infondo, dietro all’iride, in un cantuccio caotico e fluido, ricco di esperienze pop, film cult, pittura, pubblicità. Quello che è certo è che qualcosa si accende e ci attraversa in modo sensuale. Le sculture fotografiche, fatte non solo con pezzi di cibo, ma anche con concetti e nature legati alla su-realtà del mezzo fotografico, trasformano il soggetto in questione, il cibo appunto, in una “possibilità aperta” di nutrimento e di sapore, come l’immagine fotografica trasforma la realtà in “possibilità aperta” di sguardo. Il cibo di Mitrotta ha più che mai anima e nuovo nome, ha una lingua ed una voce che dialoga con l’immaginario collettivo, prendono piede e si stagliano creature che vogliono essere guardate, a volte innocue a volte subdole che magari ci guardano e già sognano di… mangiarci.

Carmen Mitrotta è nata a Grottaglie (Ta) nel 1987, vive e lavora a Milano. Da sempre interessata alle arti visive, si laurea nel 2010 presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce cominciando a dedicarsi alla pittura, che però presto abbandona per rivolgersi alla fotografia dopo la partecipazione al progetto Erasmus che la porta a conoscere l’Europa dell’est. Sceglie così di trasferirsi a Milano e prosegue la sua formazione iscrivendosi al Corso superiore professionale dell’Istituto Italiano di Fotografia. Attraversando l’autoritratto, la sperimentazione, il lavoro in camera oscura, arriva ad elaborare una sintesi che, legata al design delle forme e del colore, diventa soprattutto nello still life caratteristica e filo conduttore della sua poetica. Al lavoro professionale accosta una intensa ricerca espressiva che la porta a vincere, nel settembre 2013, il concorso CONFINI 11 iniziando così ad esporre in mostre collettive e personali.


002.

FOODIES La famiglia, la strada, il fast food, il ristorante, il ricevimento, il lavoro, la solitudine dell’uomo e quella dell’animale, il cibo nel lavoro di Biasi è un’indagine preziosamente trasversale. Che sia necessità o piacere, socialità o consumo compulsivo, il cibo di Biasi non riguarda solo il corpo ma anche l’anima e il modo in cui le comunità si dispongono al fare, a vivere il proprio tempo. Il progetto, che l’autore definisce in fieri, getta uno sguardo ambiziosamente esaustivo e ricco, pregno di sfumature e rimandi ai grandi sguardi della storia del mezzo e pure così carico di una poetica originale, che si sviluppa attraverso una scelta di tagli intimi e scrutanti, le vedute desolanti di luoghi dove il cibo si produce, si cucina o si vende, e soprattutto la scelta e lo sviluppo sapiente della rappresentazione del cibo durante la sua “socialità”. Lo sguardo di Biasi si aggira con fare oggettivo dentro e fuori le strade del cibo, ma ciò che ci restituisce è la sua passeggiata dentro e fuori i momenti più vivi e fondanti del quotidiano di chi incontra.

Francesco Biasi è nato a Verona il 18 luglio 1976. Si affaccia alla fotografia dopo gli studi in economia, frequentando il Master triennale alla Scuola Romana di Fotografia classe 2013. Attualmente parte dell’Academy Luz a Milano, è membro del Collettivo “Domino” con il quale ha partecipato al Sifest 2014 OFF con il progetto “Gone to the dogs”.


003.

SPRINGS&HANDS La poetica di Gioia Perrone, artista visuale multisfaccettata e caotica, si incentra su un racconto privato che sfocia spesso in un legame profondo con un immaginario che è collettivo e che riguarda tematiche come identità e processi di costruzione di memoria privata e comune. Il progetto nasce come un gioco in linea con una certa abitudine a utilizzare alcune tracce del quotidiano, oggetti suggestivi ritrovati in casa e riciclati. La mano sinistra aperta mostra nel suo palmo di volta in volta un oggetto-amuleto, che ha attirato la sua attenzione e che fulmineamente si è mostrato ai suoi occhi come simbolo di una sensazione o di uno stato d’animo privato, ma che probabilmente si può estendere alla collettività. Ogni “mano” aperta è a mostrare ciò che sta nel palmo, dunque un dono, un invito, una porta verso qualcos’altro; l’autrice si muove in uno slalom di spunti che giocano a mettere in campo alcune parti del proprio corpo e della propria sfera privata ed emotiva in sintonia con le forme e i messaggi di cui elementi legati al cibo sono intrisi.

Gioia Perrone (1984) vive e lavora nel Salento. Ha studiato comunicazione, ma la sua sperimentazione artistica inizia precocemente slegandosi da percorsi istituzionali. Dal 2005 si dedica a poesia, comunicazione scrittura creativa, cultura fotografica, in un costante percorso di auto-formazione. Legata preminentemente a un approccio concettuale del mezzo fotografico, lo pratica e ne studia gli aspetti teorici e gli usi sociali, indagando e interessandosi soprattutto al legame con la memoria e l’identità personale e collettiva. I suoi scritti poetici, in parte raccolti nel libro “Il ritorno dell’Ofisauro”(Icaro 2008) rientrano nella mescolanza di codici ed esperimenti che ama portare avanti, come le relazioni nate spesso sul web con altri artisti visivi.


004.

THE INSTANT BEFORE “Foodporn” è un neologismo che identifica un reiterato e consolidato comportamento sociale che si espleta nella realizzazione e condivisione sui social di immagini di cibi appena pronti per essere mangiati. Questo apparente e compulsivo atto sta di fatto cambiando su larga scala le regole del mangiare, anteponendo nel rapporto col cibo il senso della vista in un gioco a metà tra vanità e voyeurismo. Quasi come se il senso di trasmissione visiva di quel momento appena precedente la degustazione, in cui risiedono sinestesie puramente tattili, olfattive e gustative, fosse una necessaria sintesi tra un narcisistico compiacimento e una definitiva divulgazione di gioia. Il foodporn quindi è pulsione all’ostentazione della bellezza e insieme amore per il cibo, e Francesca fiorella, anima da reporter, non si esime dal giocare con questa formula divenuta ormai status. La partita si svolge come sempre su un linguaggio a sé, totalmente autonomo, un linguaggio dai codici estetici ben precisi, fatto di filtri e colorazioni virtuali contemporanee, e lo sfondo è la vita che scorre, è l’esperienza e il godimento personale. Il lavoro qui è presentato come una simpatica provocazione che vorrebbe portare a riflettere su quanto oggi l’immagine sia compenetrata alla gestualità quotidiana, ricordandoci in questo caso che il cibo è felicità sensoriale e ora più che mai anche visuale.

Francesca M. fiorella nasce a Lecce nel 1987. Laureata in Scienze Politiche nel 2012, si avvicina alla fotografia nel 2009. Dopo aver frequentato la scuola di fotografia Foto Scuola Lecce e diversi workshop con fotografi di fama internazionale, come Riccardo Venturi, Simona Ghizzoni, Pier Paolo Cito, si indirizza verso la fotografia documentaristica, sviluppando un particolare interesse sul tema delle comunità migranti. Nel 2012 nasce il lavoro “Welc(h)ome”: il progetto nasce dall’esigenza di far luce sulla condizione abitativa dei migranti che vivono a Lecce. Ad oggi conta diverse pubblicazioni. Attualmente sta portando avanti il progetto “Dreaming out of my camp”, che coinvolge i ragazzi della comunità rom di Lecce.


UNIONE EU ROPEA


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.