INDEX Intro
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Autocostruzione: cosa significa?
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Gli elementi dell'autocostruzione La Partecipazione: Giancarlo De Carlo & Yona Friedman Il Ruolo dell'Architetto Le Tecnologie: Giorgio Ceragioli e l'ibridazione tecnologica Sostenibilità: società, economia, ambiente
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Casi Storici Hassan Fathy: Villaggio di New Gourna Paolo Soleri: Cosanti & Arcosanti PREVI, Lima Michael Raynolds: le Earthship Nader Kahalili: il Superadobe
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Paesi in Via di Sviluppo & Agenda21 Sustainable Construction for Developing Countries
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Sostenibilità Autocostruita: analisi e conclusioni
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Casi Studio: Scuola di Sacchi di Terra - ARCò Scuola di Gomme - ARCò Scuola nel Deserto - ARCò Ma'anqiao Village - Edward Ng, Jun Mu, Li Wan Quinta Monroy - Elemental S.A. Scuola Elementare Kobà - Emilio Caravatti, Matteo Caravatti Scuola Primaria Gando - Francis Kéré Sra Pou Vocational School - Rudanko + Kankkunen 10x10 Low Cost Housing - MMA Architects
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Intro L’obiettivo ai giorni nostri, è di realizzare edifici sempre più efficienti, usando tecnologie meno inquinanti e riducendo l’impatto del processo costruttivo nel ambiente globale. Nella costruzione dell’abitazione, il coinvolgimento partecipativo dei soggetti interessati e l’uso di risorse locali disponibili, favoriscono un processo che è fondamentale per assicurare che questa, non sia solo un valore quantitativo, ma anche qualitativo, in cui la casa, il punto di partenza per i progetti futuri della vita di una persona, è costruita in un processo trasparente che crea la massima qualità possibile al costo più basso, stimolando la socializzazione e l’integrazione nella vita economica, sociale e culturale. La diversità tra le culture è la chiave caratteristica della nostra società nella quale le persone devono riversare le proprie concezioni urbane e architettoniche con lo scopo di “ibridare” i processi e condividere idee e soluzioni. La casa è la diretta espressione della società che vive in essa. Il primo bisogno vitale, la necessità di un rifugio per proteggersi, che ha portato alla nascita dell’architettura. La casa è la protezione e l’identità di ognuno, che segna i confini tra il pubblico e il privato. Casa che un tempo era il risultato della lavorazione di materiali ricavati direttamente dalla natura, come la pietra, il legno e la paglia, e che con il tempo, allo stesso modo in cui le comunità umane sono diventate città, si è trasformata diventando un complesso processo non più a misura dei suoi utenti ma delegato ad un più ampio processo economico. Negli ultimi anni, la casa nei paesi industrializzati ha perso gran parte del suo valore intrinseco, diventando un altro prodotto della società del consumo. Allo stesso tempo i processi di partecipazione sociale e tecnologica nelle nostre relazioni
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sociali, come l’evoluzione dell’open source generata da internet, non sono ancora stati trasposti in nuovi modi di costruire lo spazio nel quale noi interagiamo con queste relazioni. Ognuno nell’era di Internet può produrre qualcosa, in qualsiasi posto nel mondo, se ne ha le competenze e gli strumenti per farlo: invece di un mondo di consumatori di risorse e informazioni, internet sta creando una società di produttori in cui ognuno ha il potenziale di produrre energia, cibo e altro sulla base di relazioni e di condivisione della conoscenza.
L’idea è che una casa può essere autocostruita, usando conoscenze e processi che vengono condivisi attraverso la rete e risorse locali, realizzando una casa “su misura” piuttosto che una standard, con un processo che risponde alle particolari condizioni ambientali e con l’utilizzo virtuoso di materiali locali; processi in cui i progettisti non sono altro che degli intermediari tra la casa e chi ne ha bisogno. Questa idea
porta un valore aggiunto, un processo che incentiva i futuri occupanti ad avere un ruolo chiave nel processo di realizzazione della casa. In questo momento l’autocostruzione può essere un interessante spunto di applicazione dell’architettura e anche a causa di una certa “involuzione”: la perdita delle pratiche tradizionali, la storica amnesia per quanto riguarda la necessità di costruire la propria
Cosa significa dunque autocostruzione?
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abitazione nelle aree più sviluppate. Già dalla parola stessa, se non associata ad un ambito specifico, lascia molte interpretazioni. In questa tesi comunque, si vuol trattare di autocostruzione nella sfera dell’architettura e viene quindi definita come la realizzazione di un processo costruttivo da parte di un insieme di persone non qualificate, sotto la guida di una figura tecnica quale è l’architetto. Questo processo presenta numerose questioni che lo riguardano e anche se in un primo momento può non sembrar così, questa pratica ha trovato molti casi di applicazione con risultati positivi.
Auto Costruzione Nella letteratura si trovano numerosi riferimenti che ne danno diverse interpretazioni ma, il punto che sta alla base di queste, è uno: la partecipazione da parte degli utenti al processo costruttivo di un edificio. Nelle diverse sfumature si passa per quella che viene definita un’”autocostruzione spontanea”, totalmente autonoma ed autogestita, come ne sono di chiarificante esempio le cosiddette favelas, o bidonvilles, le shanty town, gli slums o le baraccopoli: tutti fenomeni di natura spontanea portati da una necessità primaria dell’uomo e cioè di avere una casa. Un’altra definizione è quella di “autocostruzione guidata”, o assistita, che si contrappone a quella spontanea per la presenza di entità che supportano e guidano il processo costruttivo da parte degli utilizzatori finali mantenendo però di fondo, la stesso bisogno fondamentale di avere una abitazione. Questo tipo di pratiche, possono anche
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Autocostruzione spontanea assistita
autogestione
AUTOPRODUZIONE nascere da forti legami di solidarietà e appartenenza, come nel caso delle cosiddette “comunità internazionali”, delle quali c’è una lunga testimonianza nella storia dei movimenti comunitari e utopistici, che possono corrispondere a scelte di tipo ideologico, religioso, politico, spiritualista o ecologista. Quella che in Italia definiamo come autocostruzione associata e assistita è una
delle forme possibili delle politiche abitative solitamente rivolta a persone che non sono in grado di accedere ad alloggi sul mercato e che sono escluse dall’accesso alle case pubbliche. L’attività di autoproduzione dell’alloggio può essere declinata in vario modo, anche a seconda del livello e della modalità di coinvolgimento degli utenti, della loro capacità di autorganizzarsi e dell’interconnessione con le diverse tematiche che si intrecciano a quella dell’abitare. Si possono utilizzare, per definire singoli fenomeni, termini come autogestione, autocostruzione totale, autocostruzione parziale (finiture, tamponamenti ed altro), automanutenzione e autoristrutturazione. Poi ha assunto sempre più importanza negli ultimi anni, anche a causa della scarsa disponibilità di terreni per nuove edificazioni e dell’ampia disponibilità di edifici dismessi o temporaneamente inutilizzati, il settore dell’autorecupero. Molte di queste pratiche derivano dall’esperienza di movimenti che
praticano lo “squatting” (occupazione), come forma di lotta alla speculazone e alla gentrificazione, per affermare il diritto alla casa negato nei contesti di emergenza abitativa. Le motivazioni che possono quindi spingere all’autocostruzione possono essere di ragione economica, per accedere ad una abitazione a prezzo contenuto; ma anche la volontà di crearsi un ambiente adatto alle proprie esigenze a differenza di casi di edilizia popolare guidati solamente da una serie di eventi di natura normativoburocratica e di speculazione economica; oppure per motivazioni etiche legate, come già accennato, a filosofie di vita personali, a ideologie, per volontà che perseguono l’ecologia, il rispetto della natura o anche l’attenzione al riciclo e al riuso dei materiali; altro ancora è un motivo di natura sociale, quindi spinti da necessità legate alle condizioni di vita e di conseguenza, del sistema urbano in cui si presentano, creando una questione che coinvolge in primo piano anche l’istituzione governativa.
LaPartecipazione L'Architetto LeTecnologie IlRiciclo I temi che si legano all’autocostruzione diventano quindi molteplici e coinvolgono in prima istanza l’architettura che, dato il suo ruolo nella società, deve necessariamente confrontarsi e riflettere a riguardo. Primo fra tutti è il tema della “partecipazione” che nel mondo degli architetti ha da tempo innescato numerose considerazioni e proposte sul coinvolgimento di coloro che vivono l’architettura come utenti. La partecipazione, definita come quel
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processo che ha il fine di attribuire a tutti eguale potere di decisione, o meglio, di eguale potere nelle decisioni relative a questioni specifiche di tutti coloro che ne subiscono le dirette conseguenze.
LaPartecipazione Giancarlo DeCarlo Giancarlo De Carlo fu uno dei fautori della partecipazione nell’architettura e nella vita urbana da parte degli utenti che identifica come coloro che meglio di altri conoscono le esigenze del luogo in cui vivono. La partecipazione definisce allora un’inclinazione, non del tutto una prassi progettuale, rappresenta una forma generale di apertura all’utenza, un porsi in ascolto delle sue esigenze concrete, è un ampliamento della progettualità che arriva a includere costruttivamente altre visioni, favorendo una maggiore unità d’opera in aderenza alle richieste dei destinatari. De Carlo parla di partecipazione come accadimento, cioè come qualcosa che non è prevedibile e che dipende molto dalla capacità dell’architetto, prima di tutto come essere umano, di conquistare la fiducia e la confidenza nell’interazione con gli altri interlocutori. Quando lo scambio si fa intenso e sinergico, accade l’invenzione. Ma ogni processo-progetto è unico: per questo la partecipazione non ha ricette, non risponde a criteri universali ed oggettivi. “Le proposte architettoniche che un bravo architetto riesce a fare nel processo partecipativo sono senza dubbio personali, e questo di per sé non è un limite; al contrario è una risorsa. La verifica della qualità dei risultati avviene quando gli altri, i partecipanti, si riconoscono in quello che l’architetto propone”. Nel progetto per il Piano Particolareggiato
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per il centro storico, il centro direzionale e la zona intermedia a Rimini, nel 1970, De Carlo dà per scontato che indipendentemente dalla volontà dei pianificatori, il territorio subisca delle trasformazioni attraverso l’agire di chi lo abita ed è per questo che compie il tentativo di far partecipare organicamente i cittadini al processo di pianificazione e propone per il
quartiere più popolare di Rimini, il borgo San Giuliano, di fare con gli stessi abitanti storici un’esperienza di autocostruzione. Il piano però, dopo essere stato approvato enne messo da parte e sommerso da una stratificazione infinita di varianti. Ed è proprio a proposito della questione casa e di autocostruzione che De Carlo disse: “Libertà di costruire non certo per gli speculatori edilizi e fondiari. Libertà di costruire per quelli che non possiedono case, risorse, macchine, materiali, e soprattutto potere; perciò sono costretti ad aspettare, spesso invano, che altri costruiscano per loro. Invece di aspettare in stato di permanente remissione, è più ragionevole lottare perché i mezzi destinati all’edilizia sovvenzionata vengano distribuiti a chi ha bisogno della casa e ciascuno li impieghi come gli serve, sostituendosi alla burocrazia che promette, pianifica, progetta e non edifica”. È dunque questa una partecipazione attiva da parte degli utenti che sono coinvolti nella fase progettuale di un progetto pronto a modificarsi in base alle esigenze di coloro che ne usufruiscono, rafforzando l’identità e il riflesso di un luogo o un edificio verso di loro.
Riflessione che percorre tutta la sua carriera e trova spazio nel progetto utopico della Ville Spatiale, in cui ha esposto i principi di un’architettura capace di comprendere le continue trasformazioni che caratterizzano
LaPartecipazione Yona Friedman Anche altri architetti si posero il problema della partecipazione nel progetto, sconfinando poi anche nell’autocostruzione come per esempio l’”architetto delle utopie” Yona Friedman. Friedman riflette sulla questione di chi debba stabilire come si abita un luogo ed essendo convinto che la decisione spetti solo parzialmente agli architetti, e per questo motivo si interroga su come i residenti possano farsi carico di essa. Per Friedman il concetto base è la libertà di scelta dell’abitante.
la “mobilità sociale”, e che è basata su “infrastrutture” che prevedono abitazioni e norme urbanistiche passibili di essere create e ricreate, a seconda dell’esigenza degli
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abitanti e dei residenti. La Ville Spatiale è un’infrastruttura generica, sospesa nell’aria, al di sopra della città esistente che doveva costituire il supporto di alloggi autocostruiti, e per questa sviluppò, nel 1967, anche una sorta di software di autoprogettazione, il Flatwriter, in grado di dare direttamente forma alle preferenze residenziali degli individui.
Il Ruolo dell' Architetto
Si apre quindi un’altra questione a riguardo dell’autocostruzione: il ruolo dell’architetto. Nell’ottica di identificare l’autocostruzione non come altro rispetto all’architettura, ma come un processo di realizzazione di un edificio che, se ben organizzato ed eseguito, diventa semplicemente un modo diverso di realizzare l’architettura e quindi di costruire gli edifici. Per avere tale riscontro, risulta quindi necessaria la presenza di una persona tecnicamente preparata che “assista” il progetto in autocostruzione, che sia in grado
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di trasferire le proprie conoscenze e guidare gli esecutori non qualificati in una attività caratterizzata da risultati positivi ed efficaci. È dunque questo il ruolo in cui un architetto, in questo tipo di interventi, deve essere in grado di confrontarsi, di assumere il ruolo di “guida” oltre che la redazione del progetto; ma questo compito in cui si cimenta, non deve essere di carattere prettamente tecnico, ma deve anche assumere il ruolo di “mediatore” tra il progetto e gli autocostruttori in quanto sarà un processo caratterizzato da una forte asimmetria informativa che l’architetto dovrà essere in grado di colmare, con il principale scopo di rendere l’attività costruttiva, le tecnologie e i materiali utilizzabili e comprensibili, appropriati e che rispecchino le esigenze e le identità dei futuri abitanti. Una efficace comunicazione in tutte le fasi della realizzazione, e il riuscire a trasmettere le necessità e i motivi delle scelte progettuali ed esecutive, può influire notevolmente sulla buona riuscita dell’intervento o meno: un buon trasferimento di informazioni e competenze può concorrere ad una maggiore velocità nei tempi di esecuzione; al contrario, una carenza di preparazione e supporto nell’affrontare un processo edilizio da parte di persone inesperte potrà condurre a risultati disastrosi e inoltre ad una crescita dei costi notevole. Terminando questa considerazione, il compito dell’architetto è fondamentale per questo tipo di processo e spazierà dal ruolo di “consulente” in una prima fase di progettazione partecipata, di “formatore”, per trasferire le necessarie conoscenze, e poi ancora come direttore dei lavori a garanzia di una corretta esecuzione. Come in un normale progetto architettonico e della sua esecuzione è il progetto la fase cruciale dell’intero intervento e quindi, è propriamente l’architetto che pianifica, organizza e gestisce, per una migliore riuscita, obiettivi da raggiungere, il budget, il contesto con i suoi vincoli di intervento e i tempi a disposizione per portare a compimento l’opera.
LeTecnologie Le tecnologie sono un altro tema fortemente legato all’autocostruzione e che spesso determina la possibilità di realizzare a pieno il processo costruttivo. In presenza di persone inesperte risulta evidente l’impossibilità di utilizzo di sofisticate tecnologie, o di materiali che necessitano di provata esperienza per il loro impiego. Ma oltre a questa ragione, è il significato intrinseco che la pratica dell’autocostruzione porta con se, ovvero quell’intenzione che non mira esclusivamente alla realizzazione di un edificio ma anche, e soprattutto, a quel trasferimento di conoscenze e competenze con lo scopo di renderle proprie degli autocostruttori che, a loro volta, potranno poi essere in grado, in maniera autonoma, a provvedere alla gestione e manutenzione della propria abitazione. Di conseguenza, per queste ragioni pratiche ed intenzioni, la tecnologia per l’autocostruzione dovrà essere adeguata in misura del contesto in cui ci si trova ad operare e delle risorse disponibili in loco: si parla quindi di tecnologie “appropriate” che più precisamente, nel caso in questione, sono “basse tecnologie” che spesso fanno parte del bagaglio culturale del luogo in cui si opera e che perciò, possono avere un minor impatto sulla cultura locale ed essere anche meglio assimilate da chi le dovrà utilizzare. Le cosiddette “low tech”, appunto basse tecnologie, tecnologie per tutti che spesso nei progetti di autocostruzione diventano occasione di sperimentazione. Quello che si cerca di fare, è di utilizzare delle tecniche costruttive e materiali locali, che fanno parte della tradizione: queste però vengono ibridate, ossia viene mescolata la tradizione con l’alta tecnologia, con lo scopo di potenziare la “povertà” e la semplicità della tradizione costruttiva per renderla
adeguata alla situazione contestuale: come per esempio in un luogo “post-distruzione” dovuto a calamità naturali, con cui la tecnologia tradizionale non è in grado di confrontarsi. Si cerca perciò di conseguire un arricchimento del patrimonio culturale costruttivo in modo che le persone possano identificarsi in esso e quindi accettarlo come nuovo modo di costruire: una sorta di evoluzione della propria tradizione che crea un progresso per la comunità coinvolta. Autocostruzione quindi, non vuol dire solamente la partecipazione degli utenti nel processo costruttivo, di gestione e manutenzione, ma anche appropriazione delle conoscenze e tecnologiche necessarie: appropriazione intesa in modo tale da renderle effettivamente rispondenti alle proprie esigenze.
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Ibridazione Tecnologica Giorgio Ceragioli Un teorizzatore e ricercatore dell’ibridazione tecnologica fu l’ingegnere Giorgio Ceragioli, professore di Tecnologia dell’Architettura al Politecnico di Torino, il cui principale campo di interesse fu quello delle tecnologie appropriate. L’ibridazione tecnologica di Ceragioli era l’integrazione di elementi della tradizione costruttiva a basso contenuto tecnologico con sistemi tecnologicamente complessi provenienti da contesti scientifici e geografici diversi. Fu proprio durante la sua attività didattica che si distinse per l’introduzione delle prime esperienze di autocostruzione; nel 1988 poi, fondo la “Scuola di specializzazione in Tecnologia, Architettura e Città nei Paesi in Via di Sviluppo” una scuola di specializzazione sulle tematiche dell’habitat nei Paesi in Via di Sviluppo. La pratica dell’ibridazione tecnologica non è, come già descritto sopra, un puro accostamento e uso contemporaneo di tecnologie diverse, né di un processo evolutivo di prodotto, ma di un momento di rottura e di visione del problema da un altro punto di vista, con l’obiettivo di creare una nuova specie di materiali e tecnologie innovative capaci di rispondere ad esigenze diverse con nuove prestazioni proprie. L’utilizzo di tecnologie e materiali locali richiama anche un'altra questione e cioè quella della sostenibilità, in tutti i suoi aspetti, che spesso si lega agli interventi in autocostruzione, ed è proprio questo il punto su cui lo studio fatto, vuole soffermarsi attraverso l’analisi di alcuni casi concreti. Oltre all’obiettivo di rispondere in modo
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puntuale alle esigenze dei futuri abitanti, c’è anche la questione del diritto alla casa per una persona e perciò, di risparmio di denaro, per renderlo accessibile a tutti. Altro obiettivo è anche la ricerca del rispetto delle risorse a disposizione, in modo da ridurre gli sprechi di risorse e quindi di mitigare l’impatto ambientale. L’aspetto che riguarda la sostenibilità sociale, economica ed ambientale vuole sfruttare la pratica dell’autocostruzione come mezzo di sensibilizzazione, soprattutto in riferimento ai Paesi in Via di Sviluppo e a quegli insediamenti spontanei che si ritrovano anche in prossimità, se non nel mezzo, delle grandi metropoli in cui la questione casa è molto problematica e va a indebolire in modo significativo lo sviluppo sostenibile di una comunità e il suo grado di progresso. Come verrà scritto più avanti, attraverso lo studio di alcuni interventi realizzati in autocostruzione nei Paesi in Via di Sviluppo, si cercherà di capire che ruolo può avere questa pratica dell’autocostruzione nel settore delle costruzioni e le possibili soluzioni.
SOSTENIBILITÀ Società Economia Ambiente Sempre proseguendo nell’analisi delle tematiche legate all’autocostruzione fin qui descritte, si sono cercati degli esempi nel passato che in qualche modo possono aver contribuito al nascere di questa pratica, al suo consolidamento o anche solo influenzare le modalità di applicazione: esempi che portano con se il tema della partecipazione, il diritto alla casa, la sperimentazione e l’ibridazione delle tecnologie, l’utilizzo di materiali naturali,
poveri o che derivano dal riutilizzo e quindi il tema del riciclo.
CASI STORICI New Gourna Hassan Fathy Uno storico esempio di autocostruzione, che a suo tempo non ebbe grande successo, ma che ai giorni nostri è stato fortemente rivalutato soprattutto per i temi affrontati: la riscoperta delle tradizioni come veicolo di identificazione e valorizzazione culturale e per la ricerca della sostenibilità ambientale ed economica. L’uso della terra e delle lavorazioni tradizionali assieme a quello delle nuove tecnologie ne fanno un punto di riferimento. Il progetto nasce negli anni ‘40 da una decisione del Dipartimento Egiziano delle Antichità che volle spostare una piccola comunità che risiedeva a Gourna, in una zona di scavi archeologici, e che prevedeva la edificare di un nuovo villaggio poco
distante, New Gourna. La proposta era di costruire delle nuove case con telai in cemento armato, secondo gli schemi europei che allora si andavano imponendo: una soluzione economicamente accettabile per lo stato e per gli abitanti, un modello che permetteva con i suoi moduli e materiali una progettazione veloce e di facile “espansione”. L’architetto Hassan Fathy, che all’epoca lavorava presso il Comune de Il Cairo propose invece un modello abitativo alternativo: l’utilizzo della tecnica tradizionale dei mattoni in terra cruda e che le future abitazioni fossero costruite dagli stessi abitanti. La popolazione aderì malvolentieri al progetto, nonostante la partecipazione fosse uno dei capisaldi dell’idea di Fathy, ma per motivi dovuti allo spostamento forzato della comunità che avrebbe fatto perdere loro il lavoro e, l’unico modo per evitarlo era boicottare ogni progetto fosse stato proposto. Queste case quindi non sarebbero state solo meno costose, ma avrebbero considerato anche meglio le condizioni climatiche locali e le differenze culturali tra l’Europa e il Medio Oriente. Il villaggio fu costruito tra il 1946 e il 1953, tuttavia mai ultimato così come proposto da Fathy. Il suo obiettivo non fu in primo
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luogo quello di dimostrare che si potevano costruire case in maniera più economica rispetto a quelle europee, ma anche quello di risolvere un problema sociale, ben più grave di quello dei costi. Propose appunto di far costruire le case agli stessi abitanti, con le loro stesse mani, divenendo così autosufficienti. A questo scopo, egli stesso insegnò loro la costruzione in mattoni di terra cruda, tradizionalmente diffusa nella regione, a costruire archi e volte come anche a riprodurre decorazioni e lavorazioni caratteristici dell’edilizia araba. Le abitazioni erano interamente costruite con archi, cupole, volte e gradini in questo materiale. Nonostante il fatto che le nuove strutture fossero ben adatte al clima e rispettassero le tradizioni locali, questo tipo di costruzione non era adatta ad essere realizzata su ampia scala in Egitto. Per
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questo motivo l’esperimento di Fathy non si completò, non perché non fosse valido o perché non aveva niente da offrire, bensì perché la sua filosofia sottovalutava il trend che andava in tutt’altra direzione e cioè il perseguimento del “moderno” modello europeo industrializzato. Egli credeva sinceramente che, tutto ciò che è moderno e nuovo non dev’essere necessariamente anche la cosa migliore per il popolo; che certe tradizioni esistono perché sono ben adatte alla cultura indigena e che proprio per questo si sono conservate. La partecipazione popolare poggiava anche su un altro pilastro. Al contrario delle metodologie pseudo-industriali, che consistevano nell’elaborare delle unità abitative che potessero essere applicate in modo ripetitivo e modulare, propose l’idea per la quale ogni nucleo familiare avrebbe
ideato e contribuito alla progettazione del proprio spazio abitativo, rendendo così il tessuto urbano, un aggregato di elementi individuali e originali, pur se concepiti allo stesso modo e con gli stessi principi e legati dal disegno urbanistico a partecipare democraticamente alla vita cittadina. In ciò l’architetto ravvisava un faticoso, enorme lavoro di coordinazione, ma al tempo stesso l’idea identificativa della propria professione.
Cosanti & Arcosanti Paolo Soleri Trattando il tema della sostenibilità e di una
visione alternativa del fare architettura, come può essere l’autocostruzione, certamente un punto di riferimento è l’architetto Paolo Soleri e le sue creazioni: Cosanti e Arcosanti, due luoghi basati sull’arcologia, sincrasi oltre che linguistica anche concettuale e materiale di architettura ed ecologia; un sistema urbano tridimensionale, che si contrappone alle grandi metropoli e alle loro periferie degradate, per risolvere senza sprechi le relazioni temporali, spaziali e i problemi energetici. La filosofia di Soleri non è un andare contro un sistema in modo ribelle e superficiale, ma è rappresentata da tutta una vita e un’architettura costruita con pazienza e con rispetto. Realizza prima Cosanti, uno studiolaboratorio dove mette a punto, una dopo l’altra, tecniche di costruzioni rispettose dell’ambiente e originali e in seguito, a partire
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dagli anni ’70, inizia la costruzione della sua città Arcosanti. L’alternativa che Soleri insegue è quella che va contro l’automobile, che nega il suburbio e lo sprawl, che va contro l’uso indiscriminato delle risorse e del suolo; ciò che vuole raggiungere sono l’ecologia, il rapporto tra natura e architettura. La realizzazione di Cosanti registra la sovrapposizione cronologica e strutturale delle sue architetture, che non sono nettamente definibili nel loro involucro, ma fanno parte di un organismo articolato in ambienti chiusi, spazi aperti di interazione fra questi e di relazione con il paesaggio circostante. Cosanti è frutto dell’autocostruzione, un processo tendente ad azzerare ogni sovrastruttura intellettualistica, nonché la distanza tra progetto ed esecuzione unificando creazione, cioè l’idea, con il fare, l’azione (poiesis); un’invenzionesperimentazione permanente. Le architetture, scarsamente documentate da disegni di progetto, perché caratterizzate da una libera sperimentazione in cantiere, sono realizzate con la tecnica della formatura a terra, ma anche integrando liberamente elementi prefabbricati o reinventati nel loro uso e membrane traslucide che lasciano filtrare il sole. Il primo esempio di applicazione della tecnica di formatura a terra è la Earth House, progettata nel 1955 e costruita nei due anni successivi. Gli spazi della casa, organizzati attorno a un nucleo di servizi, cottura e bagno, sono filtrati da un sistema di membrane mobili per controllarne il giusto grado di privacy. Il terreno, nell’architettura di Soleri ha un ruolo fondamentale: viene utilizzato nella maggior parte dei casi come strumento per la modellazione di elementi, come una sorta di stampo o anche come cassero per i getti in calcestruzzo con il metodo della “formatura a terra”; viene utilizzato appunto per realizzare le Earth Houses che non sono case sotterranee, chiuse alla luce e all’aria, ma sono delle strutture semi-interrate, ad un
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livello inferiore al terreno, ma in gran parte aperte alla luce del sole, all’aria, ai suoni, al clima. Sono strutture plasmate con il cemento colato su cumuli di terra compattata dove sono impresse le costolature. Quindi maturato il cemento, viene rimossa la terra. Il procedimento di autocostruzione del lavoro di Soleri escludeva ogni aspetto di HighTechnology, dirigendosi verso un’architettura non utopica, ma dominata da un evoluzione continua frutto del lavoro e dello sforzo collettivo, anche se riassunto nella sua regia, con valori sociali e spaziali adatti alla scala umana. Anche la sua interpretazione di modello urbano che ambisce a proporre nuovi modelli di vita, fondandosi su una nuova unità della conoscenza contro la frammentazione e specializzazione di questa: Soleri considera la città in quanto ecosistema organico creato dall’uomo in equilibrio con la natura, la più alta espressione spirituale.
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PREVI - Lima PREVI – Proyecto Experimental de Vivienda, è un quartiere sperimentale costruito sul finire degli anni ’70 dalla generazione di architetti dell’avanguardia radicale internazionale riunitasi a Lima, in Perù e che propone un modello di crescita che intende conciliare il conflitto tra città informale e disegno urbano. Nel 1965, il presidente-architetto del Perù Fernando Belaúnde Terry avviò le consultazioni per un programma di edilizia sociale che regolamentasse il flusso inarrestabile di popolazione in cerca di un destino urbano (già a metà degli anni Sessanta la città informale, con le sue barriadas, sembrava aver sopraffatto la parte urbanizzata di Lima). Sotto la guida di Peter Land, e il sostegno delle Nazioni Unite, nacque il progetto di un quartiere sperimentale che coinvolse i migliori architetti dell'avanguardia radicale internazionale scelti fra coloro che avevano una solida reputazione in fatto di edilizia sociale. A partecipare in quello che diventò un denso collage urbano, furono invitati architetti coinvolti nei più interessanti esperimenti di social housing dei primi anni Sessanta. Con PREVI, questi architetti di fama internazionale, dunque, insieme ad altri architetti peruviani, furono incaricati di mettere a punto un quartiere modello di 1500 unità abitative che elaborasse prototipi di case urbane capaci di inglobare al proprio interno il programma di ogni futura trasformazione: ogni singola unità conteneva i termini della propria crescita. Forse fu questo il primo atto del riconoscimento del valore delle dinamiche di crescita informale adottate negli slum. PREVI è il prodotto di condizioni del tutto straordinarie. Negli anni Sessanta, la popolazione di Lima cresceva a un ritmo tale da rendere i progetti governativi di edilizia
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popolare vergognosamente inadeguati, e per ovviare al problema gli abitanti della capitale si costruivano le proprie abitazioni in quelle informali barriadas che oggi occupano oltre metà della sua superficie. Il fatto geniale di PREVI è di essere stato progettato come piattaforma per il cambiamento. Le abitazioni non erano un fine, ma un inizio: le fondamenta per un'opera di espansione, uno dei maggiori successi di PREVI. Anche di fronte alle migliorate condizioni economiche i proprietari non hanno abbandonato il quartiere. I residenti sono rimasti e vanno fieri dei miglioramenti che hanno apportato, trasformando un complesso di case popolari in quella che oggi sembra una comunità medio borghese.
Earthship Michael Reynolds Un fenomeno che va di pari passo con l’autocostruzione è quella che viene chiamata “Architettura dell’emergenza” e le Earthship dell’architetto Michael Reynolds ne sono un virtuoso caso rappresentativo. Sono delle abitazioni interamente ecosostenibili che utilizzano rifiuti reintegrati in nuove costruzioni e legati tra loro in maniera collaborante. Nel Nuovo Messico da oltre 40 anni, Michael Reynolds collabora con altri esperti dell’abitare, effettuando studi e sperimentazioni con risultati originali e creativi come le “navi di terra”, le Earthship disposte nel deserto come se si trattasse di onde, che affiorano lievemente in superficie. Sono delle strutture organiche, realizzate per avere uno scambio continuo e costante con la natura e l’ambiente circostante, ma anche con l’uomo, che vi deve svolgere la funzione di abitarvi per mantenerle in condizioni di funzionalità. Realizzate con materie prime
tratte direttamente dalla natura come terra, paglia, sabbia, legno, o materiali riciclati di origine industriale come lattine in alluminio, pneumatici o bottiglie in vetro, le abitazioni sono del tutto indipendenti ed autosufficienti, e non necessitano di sistemi di riscaldamento, che avviene al loro interno grazie all’energia solare, o raffrescamento, dovuto invece alla traspirazione per mezzo della terra. L’acqua piovana è riutilizzata proficuamente per ottenere condizioni bioclimatiche adatte alla crescita di piante rigogliose anche in pieno deserto. La parte strutturale è costituita da murature continue seminterrate, realizzate da sostanze da riciclare come pneumatici riempiti di sabbia, rivestiti con un intonaco di terra cruda, isolanti termici per la protezione della copertura e delle parti maggiormente esposte, vetri disposti a formare serre solari, orientate a Sud, in grado di trattenere il calore quando colpiti dalla radiazione solare, e rilasciarlo gradualmente nell’arco della giornata, mantenendo così una temperatura intorno ai 20°C. La parte più bassa della muratura ed il pavimento sono disposte in diretto contatto col terreno, favorendo così il mantenimento di una temperatura di circa 14°C, costante grazie allo scambio continuo termoregolatore col suolo, raffrescandolo nella stagione calda e riscaldandolo in quella fredda. I tetti di queste abitazioni sono conformati in modo tale da convogliare l’acqua piovana nelle cisterne di accumulo, dalle quali viene utilizzata per vari impieghi: per gli usi alimentari e sanitari; per irrigazione delle piante delle serre, dove avviene anche la fitodepurazione; per accumulo in fossa settica o fogna esterna. Concepite da Reynolds non come semplici abitazioni, ma come una vera e propria scelta di vita, le Earthship recidono completamente qualsiasi legame di dipendenza dalle incertezze dell’economia locale o globale, integrandosi contemporaneamente con l’uomo e l’ambiente circostante, nel pieno rispetto del principio secondo cui “ciò che
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contribuisce a migliorare il proprio ambiente rinforza costantemente la propria esistenza”. Questa sua sperimentazione ha trovato impiego anche in occasione di alcune recenti devastazioni come quella avvenuta in India e Indonesia con lo Tsunami del 2004, ma anche in Messico dopo la distruzione dell’uragano Rita del 2005 e a New Orleans in seguito al disastro provocato dall’uragano Katrina. In conseguenza al disastro provocato dal terremoto ad Haiti lo ha visto coinvolto in prima persona e con i suoi collaboratori coinvolgendo in breve tempo la popolazione, comprese donne e bambini, nella ricostruzione delle abitazioni. Realizzate qui con bambù, cemento, terra, pneumatici, bottiglie di vetro e plastica, le Earthship possono resistere ad un terremoto corrispondente al nono grado della scala Richter.
Superadobe Nader Khalili Un altro caso di architettura di emergenza è la tecnologia del Superadobe, ideato da Nader Khalili, un architetto di Tehran, che con la sua sperimentazione persegue l’obiettivo di “permettere ai poveri del pianeta di costruire la loro casa con la terra che hanno sotto i piedi”. Negli anni ’80 la NASA rilancia il tema dell’implementazione di infrastrutture di alloggio e permanenza sulla luna, attraverso un simposio pubblico nel 1984 dal titolo “Lunar Bases and Spaces Activities of the 21 Century” rivolto a scienziati, inventori ed esperti del settore e Nader Khalili è tra i relatori. Qui presenta un’idea di costruzione
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di moduli abitativi per il suolo lunare in mattoni di terra “ceramizzati”, replicabile sulla terra in condizioni di isolamento o di emergenza. Questo diventerà il Superadobe e cioè dei sacchi di tessuto stratificato riempiti di terra cruda e ceramizzati in loco che permettono l’impilamento per la costituzione di pareti, archi ed ogive. Questa idea gli varrà numerosi riconoscimenti tra cui quello dell’”Housing for the Homless: Research and Education”, per aver ideato un sistema con caratteristiche di economicità e facilità di realizzazione che ben si prestano all’applicazione in casi di emergenza sociale e povertà. Il superadobe si basa sostanzialmente su due elementi: il primo che è la struttura portante ossia dei mattoni costituiti da sacchi, in materiale naturale o sintetico, da riempire con terra e disposti uno sopra l’altro. Il secondo elemento riguarda il consolidamento e la conseguente finitura della struttura. Una volta erette le pareti, queste vengono intonacate esternamente e internamente in argilla, con impasti funzionali alla successiva combustione: si trasformeranno infatti in giganteschi forni, fucine che genereranno suggestivi ambienti a volta. Questa pratica ha la caratteristica di poter essere replicabile nella maggior parte dei luoghi, di un’estrema facilità di realizzazione permettendo ad ogni abitante di realizzare la propria casa e l’economicità del processo e dei materiali. Anche in questo caso questa tecnologia è stata proposta in occasione del terremoto di Haiti come modello abitativo anche per le sue caratteristiche antisismiche. L’aspetto forse più importante del lavoro portato avanti da Khalili è la stretta relazione tra tecnologia, sostenibilità e tradizione: le strutture presentano forme vernacolari integrate con archi, cupole e volte, a formare alloggi dotati di una notevole resistenza ma anche di flessibilità ed adattabilità. Il sistema può infatti variare per forma e dimensione in funzione del luogo dove deve collocarsi e del numero di persone da ospitare.
Paesi in Via di Sviluppo
In diversi paesi occidentali la pratica dell’autocostruzione, sia in forma spontanea che organizzata, autonoma e collettiva, ha preso piede e si sta consolidando come attività in grado di intervenire sul problema abitativo, consentendo l’accesso ad un alloggio anche ai redditi più deboli: infatti, la partecipazione dei futuri proprietari alla costruzione della loro casa con l’apporto del loro lavoro consente il contenimento dei costi di edificazione che tramite questa pratica può portare anche ad un risparmio del 50% rispetto ai prezzi di mercato. Ma è presente fortemente anche il fenomeno dell’autocostruzione spontanea, illegale, che da origine alle città cosiddette “informali” soprattutto a ridosso delle grandi metropoli: centri dominati dalla società del consumismo che si confrontano con le poverissime realtà ai loro margini, dovute ad un ampio e rapido processo di urbanizzazione e di migrazione della popolazione verso quei luoghi che possono offrire una possibilità accedere ad un lavoro e di miglioramento della qualità della vita. Sono proprio quegli
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spazi che crescono in modo spontaneo e parassitario verso la città costruita, alloggi fatiscenti e improvvisati spesso in assenza di infrastrutture e servizi che garantiscano i minimi standard igienico sanitari configurandosi perciò come un problema per chi li abita e per l’intera comunità a cui appartengono. È questo un problema che è presente anche nei Paesi in Via di Sviluppo dove politiche di autocostruzione sono state incentivate per risolvere questo problema via via consolidandosi. I casi studio affrontati in questo lavoro si concentrano in Paesi in Via di Sviluppo come America Latina, l’Asia e l’Africa per analizzare le potenzialità dell’autocostruzione come pratica che può partecipare, seppur magari in piccola parte, alla soluzione del problema. Le caratteristiche che pur nelle differenze locali, accomunano questi paesi sono generalmente, come già detto sopra, i forti fenomeni di crescita demografica e delle agglomerazioni urbane in un contesto di economia di scarsità, anche se per i tassi di crescita dell’economia alcuni di questi paesi si avviano a diventare nuove superpotenze economiche mondiali, come l’India, il Brasile e la Cina. Tuttavia anche dove l’economia è in forte crescita si registrano tendenze alla polarizzazione delle società tra nuovi e ricchi e ampie fasce di popolazione sempre più povere e aumentano i fenomeni di inurbamento delle campagne con la creazione di impressionanti megalopoli in cui la città formale in espansione è assediata spesso dalla città informale. Tutti questi paesi da tempo si confrontano con il problema dell’accesso alla casa per fasce di popolazione povera che spesso trova l’unica risposta ai propri bisogni primari nell’autocostruzione e nel settore dell’informalità. Per questo la pratica dell’autocostruzione privata è una caratteristica della maggior parte delle abitazioni prodotte in questi paesi. Le iniziative di edilizia pubblica infatti si concentrano per lo più solo nelle grandi città
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e costituiscono una risposta minima alle dimensioni del problema. Da diversi anni tuttavia le politiche abitative portate avanti spesso con l’aiuto delle organizzazioni internazionali, si sono confrontate con il tema dell’informalità cercando forme di interazione con le popolazioni che abitano questi insediamenti e passando da politiche di trasferimenti forzati e sgomberi a politiche basate sul consolidamento e il miglioramento incrementale degli insediamenti esistenti o sulla messa a disposizione di aree infrastrutturate destinate all’autocostruzione. Nei casi più virtuosi questi programmi si sono associati a programmi comunitari per la creazione di servizi sociali e attività microimprenditoriali, nella consapevolezza che il miglioramento delle condizioni di vita non fosse legato solamente alla disponibilità di un’abitazione decente.
Agenda21 Come già detto la sostenibilità in tutti i suoi aspetti fa parte e viene incentivata nella produzione di abitazioni in autocostruzione assistita. Constatando la forte crescita e la veloce evoluzione che i Paesi in Via di Sviluppo stanno riscontrando, pone una riflessione a riguardo dello sviluppo sostenibile. Questa forte crescita, anche e soprattutto demografica, innesca necessariamente forti processi di urbanizzazione che coinvolgono in prima istanza il settore delle costruzioni che si fa carico di nuove abitazioni, nuovi edifici pubblici e reti infrastrutturali. Lo sviluppo sostenibile richiede un processo che miri a raggiungere un miglioramento ambientale, economico, sociale ed istituzionale, sia a livello globale che locale. Comprende perciò diversi ambiti che interessano l’essere umano e l’ambiente
in cui questo vive, ponendo un rapporto di interdipendenza tra questi: la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali, la dimensione economico-sociale ed istituzionale. Questi ambiti non possono prescindere l’uno dall’altro e devono essere in grado di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, evitando di compromettere le capacità di quelle future di soddisfare i propri. È un perseguire allo stesso tempo obiettivi di salvaguardia del patrimonio e delle risorse naturali, della dignità e della libertà umana riconoscendo alla persona diritti e pari opportunità Agenda 21 è un documento che fa propri questi obiettivi e costituisce una sorta di manuale, un insieme di linee guida per realizzare uno sviluppo sostenibile. Questo documento nasce dalla Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro del 1992, in cui si instaurò una nuova ed equa partnership globale, attraverso la creazione di nuovi livelli di cooperazione tra gli Stati, i settori chiave della società ed i
popoli. Operando in una direzione di accordi internazionali che rispettassero gli interessi di tutti e tutelassero l’integrità del sistema globale dell’ambiente e dello sviluppo. L'Agenda 21 è quindi un piano d'azione per lo sviluppo sostenibile, da realizzare su scala globale, nazionale e locale con il coinvolgimento più ampio possibile di tutti i portatori di interesse (stakeholders) che operano su un determinato territorio. È questa una linea d’azione che persegue un approccio di azione locale in relazione ad una considerazione globale: attraverso processi partecipativi e democratici che coinvolgono tutti i settori, di definizione degli obiettivi ambientali e di costruzione delle condizioni per metterli in pratica. Condizioni che consistono nel consenso, nell’interesse, sinergie, risorse umane e finanziarie. L’esecuzione dell’Agenda è stata quindi programmata per includere interventi a livello internazionale, nazionale, regionale e locale. Un documento più specifico che fa parte di Agenda 21, e redatto nel 2002, è diretto al settore delle costruzioni nei Paesi in Via di Sviluppo.
Agenda21 for Sustainable Construction in Developing Countries Agenda21 for Sustainable Construction in Developing Countries è una compilazione di una serie di punti che vogliono creare una struttura a supporto per uno sviluppo sostenibile per i Paesi in Via di Sviluppo. Il necessario sviluppo a larga scala delle costruzioni e dei sistemi infrastrutturali nei cosiddetti Developing Countries devono essere indirizzati in un’ottica socialmente ed
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ecologicamente responsabile. C’è una grande urgenza di realizzare interventi sostenibili ora, mentre l’ambiente costruito sta per essere creato, o che sta crescendo, piuttosto che provare ad intervenire per cambiare le cose ad opera compiuta. Ci sono numerose difficoltà per l’introduzione di tecnologie e pratiche del costruire sostenibile, e alcuni fattori decisivi devono essere sviluppati per supportare questi paesi e spingerli ad adottare un sistema sostenibile più strutturato. Per uno sviluppo sostenibile l’Agenda 21 indica un doppio approccio: un primo che riguarda la necessità di creare un capace e funzionante settore locale delle costruzioni e il secondo che questo sia in grado di
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rispondere alla richieste e alle esigenze per uno sviluppo sostenibile nelle sue operazioni. Sostanzialmente indentifica in una serie di “fattori abilitanti” chiamati “enablers” che possono contribuire ad una strutturazione di un settore delle costruzioni e nelle sue realizzazioni locali più sostenibile in una visione globale.
Agenda21 Costruzioni Sostenibili Enablers
Gli enablers appartengono a tre tipologie che non sono da considerarsi in modo isolato ma sono interdipendenti tra loro e riguardano più livelli dell’ambito umano: sono enablers tecnologici, istituzionali e valoriali ossia riguardanti il sistema di valori sociali, spirituali e morali che guidano le decisioni da intraprendere. Questi enablers sono prima di tutto guidati dalle esigenze dello sviluppo locale, dalle necessità e bisogni dell’essere umano ma allo stesso tempo devono tenere in considerazione i riflessi sull’ambiente sia a livello locale che globale: agire localmentepensare globalmente. Le esigenze e i vincoli che possono risultare da queste considerazioni saranno le linee guida, i drivers da seguire per lo sviluppo sostenibile, per la creazione di un sistema di valori che segnerà la strada da intraprendere sul rapporto tra le esigenze umane e la salvaguardia della biosfera. Il sistema di valori guiderà le azioni degli stakeholders e gli enabler tecnologici ed istituzionali. Ma essendo un sistema, quello degli enablers, multidimensionale, ci saranno i fattori tecnologici che forniranno la necessaria conoscenza di base e le competenze tecniche degli stakeholder ed anche consentiranno lo sviluppo degli enablers istituzionali. Questi ultimi devono invece permettere e incentivare sia le azioni degli attori interessati che rafforzare gli enablers tecnologici. Lo sviluppo di questi “fattori abilitanti” richiedono perciò un approccio che operi simultaneamente a scale diverse così come con orizzonti temporali diversi. In termini di scala gli enablers devono coprire un range che va dalla scala urbana a quella dei materiali e singoli componenti. In termini temporali si riferiranno a tempi di immediata attuazione che dovranno creare una struttura di base e catalogare e condividere le informazioni per permetter delle seguenti analisi e valutazioni dello stato iniziale. Quelli di medio termine riguarderanno la mitigazione,
l’attenuazione dell’impatto delle costruzioni, la loro attuale realizzazione e applicazione in termini di sostenibilità. Gli enablers di lungo termine infine, dovranno creare un modello di costruzione totalmente nuovo e più sostenibile in modo tale da rafforzarlo e consolidarlo nella realtà locale affinché diventi il nuovo sistema operante. Entrando nello specifico, diamo una più scandita definizione di come sono composti questi enablers.
Enablers Tecnologici Enablers Tecnologici: sono fattori concreti che andranno ad operare sulle attrezzature e materiali, sui processi industriali e soluzioni infrastrutturali. Altri software tecnologici riguarderanno invece i sistemi, i modelli mentali e gli strumenti che supportano il Decision Making, il monitoraggio e le valutazioni sfruttando anche modalità basate sulle ICT. Altri ancora interesseranno i sistemi conoscitivi e le informazioni con l’utilizzo di database, benchmark, linee guida, manuali, e lo studio delle conoscenze locali.
Enablers Istituzionali Enablers Istituzionali: questi strumenti si basano dal fatto che la tecnologia di per sé è inutile se non viene supportata da processi per la sua condivisione e trasmissione; perciò c’è la necessità di istituzioni che facilitino e incentivino l’adozione di nuove
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tecnologie per creare un ambiente costruito sostenibile. Sono indispensabili queste istituzioni come per esempio possono essere i governi, o agenzie che si occupano di sviluppo, istituzioni accademiche e di ricerca, associazioni professionali, associazioni non governative o altri tipi ancora che dovranno adottare lo sviluppo sostenibile e i suoi principi come aspetti fondamentali delle loro attività.
Enablers Valoriali Enablers valoriali: questo tipo di enablers considera il fatto che, anche in condizioni in cui la tecnologia è disponibile ed è presente un ente istituzionale incentivante, sono sempre le persone che devono scegliere se adottare le tecnologie e sfruttare le opportunità che queste possono creare. Nel caso fosse l’intera società a muoversi verso un approccio più sostenibile allo sviluppo, ciò sarà determinato dalle decisioni individuali e di gruppo e dalla loro condotta. Lo sviluppo sostenibile richiede un cambiamento nelle abitudini e attitudini, nei comportamenti; cambiamenti che avvengono solamente attraverso l’impegno e il coinvolgimento personale che è portato da una scelta morale, dai propri valori personali. Il sistema di valori però è anche un prodotto di più ampie relazioni sociali, oltre che personali, e l’industria delle costruzioni può contribuire con la ridefinizione del suo attuale sistema di valori con lo sviluppo di nuovi modi di quantificazione di compensi e valore, elaborando un insieme di codici di condotta ed istituendo un sistema di valutazione della responsabilità sociale delle imprese nel settore delle costruzioni. Su questo ultimo punto i governi hanno
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certamente un ruolo chiave, e dovrebbero porsi come apri pista in questo tipo di approccio, portando esempi concreti e diffondendoli, perseguendo una visione di supporto allo sviluppo sostenibile con azioni decisive ed esemplificative, politiche, pratiche di gestione e programmazioni che seguano la stessa direzione. Questo sarà determinato dal raggiungimento di obiettivi che supporteranno tale visione.
Sostenibilità Autocostruita I casi studio che sono stati analizzati, possiedono nei loro processi realizzativi, diversi tipi di approccio: alcuni di natura puntuale come intervento, coinvolgono uno stretto numero di persone direttamente, e non hanno per esempio un supporto istituzionale, cosa che altri invece possiedono e si rivolgono ed inseriscono in programmi ed intenzioni a più ampio raggio. Altri ancora sono esempi di autocostruzione totale mentre altri no, per decisioni pregresse, per necessità pratiche che portano ad un’autocostruzione parziale. Tutti però possiedono gli elementi di fondo, che caratterizzano la pratica
partecipazione dell’autocostruzione: la partecipazione in primis come motore dell’intero processo, l’utilizzo di tecnologie tra le più diverse, però sempre di tipo low-tech, che rendono
low-technologies possibile la semplicità e rapidità di esecuzione. Così come i materiali utilizzati che soddisfano il principio di riciclo e riutilizzo, materiali semplici e poveri che fanno parte della
materiali locali riciclo&riuso tradizione locale e che possono essere reperiti in loco. In alcuni casi si riscontra anche il tema dell’ibridazione tecnologica, come per esempio il villaggio di Ma’anqiao in China,
ibridazione tecnologica
dove la tradizionale tecnica della terra cruda battuta viene “potenziata” con l’inserimento di una struttura in legno e bambù, che non è alta tecnologia, ma contribuisce a innovarla per renderla sismo-resistente. Altro tema caratteristico e forse il più caratterizzante di tutti i progetti è la sostenibilità: quella economica data anche dal contesto in cui si opera e quindi necessaria, ambientale, come già detto prima, con l’impiego di risorse locali e il riciclo di materiali altrimenti destinati allo smaltimento.
sostenibilità economica ambientale SOCIALE Il punto centrale però è riversato nella sostenibilità sociale: sicuramente data anche dal grado di partecipazione e coinvolgimento dei locali ma soprattutto la volontà, in quasi ogni progetto, di raggiungere un duplice obiettivo, costruire un edificio che possa essere anche strumento di miglioramento della qualità della vita, ma anche fornire delle conoscenze e competenze che vengono messe a disposizione degli autocostruttori. Queste ultime che, soprattutto in contesti difficili, possono contribuire alla generazione di attività lavorativa nel settore delle costruzioni, verso più ampia autonomia personale e miglioramento della propria condizione con tutto ciò che questo comporta all’interno di una società. In questo tipo di interventi in autocostruzione ha un ruolo di primo piano la persona in quanto tale, con le sue esigenze e necessità, ma anche con una più ampia visione, le opportunità che un esperienza come
l'uomo e le sue esigenze
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l’autocostruzione può generare. Dal progetto alla messa in opera, dalla realizzazione dei lavori allo sviluppo di tecnologie appropriate, sono tutti elementi che hanno come fine l’innalzamento degli standard di vita delle persone coinvolte.
mentali” e procedurali che sensibilizzano e guidano verso un sistema di sviluppo sostenibile, a prescindere dall’ambito in cui ci si trovi ad operare, sono caratterizzati da una ciclicità, da sistemi che possiedono due “lumi” guida principali a cui tutto il resto si riferisce e cioè l’uomo e l’ambiente, biofisico e sociale, con le loro rispettive esigenze e necessità.
Se volessimo quindi sintetizzare in una forma procedurale “standard” per l’autocostruzione, anche se questa per sua natura richiede un continuo adattamento al contesto e alle condizioni in cui si trova ad
centralità di uomo&ambiente du Plessis du Plessis
7072 (3) It embraces not just technological responses, but also the non-technical aspects related to social and economic sustainability. Underlying these (and other) definitions is the assumption of a common understanding of what terms such as ‘sustainable’, ‘sustainability’ and ‘sustainable development’ mean. However, despite a large body of literature and countless conferences, the interpretation of these terms is still contentious.
The technology enablers Technology enablers fall into three areas:
N N N
Sustainability and sustainable development
Hard technology related to equipment and materials, industrial processes, and physical infrastructure solutions. Soft technology such as systems, mental models and those tools (ICT-based or otherwise) that support decision making, monitoring and evaluation. Knowledge and information (e.g. databases, benchmarks, guidelines and manuals, handbooks, indigenous knowledge systems).
It is now more than 30 years since the 1972 UN Some of the key R&D areas for the development of Conference on Human Environment in Stockholm technology enablers identified in the A21 SCDC are suggested that the post-war economic development captured in Table 3. Figure 1 A relational model of sustainable development Figurebased 2 A strategy for enablinggrowth sustainable construction model on continuous in consumption, and fuelled in part by the anche drive todai ‘develop’ the sooperare, comunque, casi enablers studio Questo di sviluppo sostenibile, the responsesmodello that will allow the continued existence of sustainable construction, while theexceed long-term called ‘developing countries’, may certain basic Institutional enablers analizzati, possono vuole operare in un atmodo che le the community (or species) the best tale possible quality relate to the sicreation of a tracciare totally newdelle and linee more environmental limits, and in the process upset the guida comuni proceduraliparadigm e dei fattori che Technology essere sustainable built environment (Du Plessis by dell’ambiente itself is useless, non unlessdevono supported by ofnecessità life. delicate balance of the ecosystem on which the human et al., 2002, p. 45). This enabler framework isefficacia outlined processes foro technology andequità functioning The requirements thattransfer a sustainable development possono garantire una maggiore esclusi, escludere, l’idea di sociale species depends for its survival. From this underin Table 2. institutions to facilitate uptake of new technologies. path place on thethe relationship between humans and dell’intervento e che siano in grado creare ecreate iwillfondamentali diritti umani, incluso il standing grew the gradual formulation of a di new model To an enabling environment for sustainable A specific problem such as rapid urbanisation, selftheir biophysical environment and with each other has for development that: ‘meets the needs of the present una struttura di supporto al processo. diritto allo sviluppo, con lo scopo, come già construction, it is necessary that institutions suchAgenda as the 21 help housing or energy efficiency is then mapped on to been well defined in documents such as the without compromising thenoterà ability of future generations Sostanzialmente, si che molti fattori, accennato, di evitare il tracollo ambientale different levels of government, development agencies, the matrix, ensuring that all the necessary enablers to (UNCED, 1992), the Habitat Agenda (UNCHS, tosupport meet their own needs’, astodefined by the World academic and institutions, professional sustainable solutions the specific problem sono gli stessi che gli enablers dell’Agenda o sociale, e “sostenere” l’esistenza della 1996) and research the Earth Charter (Earth assoCharter Commission and non-governmental organisations adopt are developed.on Environment and Development ciations Commission, 2001). However, while there is reason21 propongono, a partire da quelli società moderna e allo stesso modo il futuro (WCED, 1987). sustainable development and its principles as a seminal A number of key areas for R&D have been identified able consensus on the drivers and the requirements of tecnologici e istituzionali al piùand della umana. In essence sustainable development iscomplesso about mana- aspect ofspecie their operations and develop their own as part of the A21 SCDC document, are briefly sustainable development, the details of how they can, ging the relationship between of humans and capacity sistema valoriale e che come questi siano La relazione, gli umani e il loro l’ambiente, to supporttra sustainable construction and use discussed below. However, thisthe listneeds is neither exhaustive and should, be achieved differs between the ‘developed’ their environment (biophysical and social) in such a the associated technology. To assist them with this, the è nor prioritised and is open for further development at a fortemente legati l’uno con l’altro; l’assenza è determinata da sectors una serie di fattori. Il primo and the ‘developing’ of society. Understanding way that critical environmental regional, national or local level. limits are not exceeded following key areas (described in Table 4) were di anche uno solo di questi punti, può l’interpretazione della “qualità della data the important role of value systems in vita” determining and modern ideals of social equity and basic human quality of life and the nature of relationships, and that notevolmente ridimensionare il risultato finale rights theof‘right to for development’) are not Table(including 2 Framework enablers the A21SCDC R&D Agenda these value systems may differ from culture to culture, che potenzialmente obstructed. The purpose ispossiede. to avoid environmental and/ Values is key to understanding why, for instance, sustainable orTime social meltdown, thusèTechnological ‘sustaining’ the existence of Come premessa, comunque dovuto Institutional il development as interpreted by business sector in Immediate N society, Benchmarking & Assessment Clarified roles and N Mapping the routethe to change not only modern but the future guida of theN human precisare che, come questi fattori sono da una countries determinata società, ed è il principale capitalist will be very different from how a responsibilities species. interdipendenti tra loro,systems come determinante dei bisognithe che devono essere N Knowledge & anche N quelli Education community-based N Understanding drivers organisation in a developing country The relationship between humans and their environdata-capturing proposti da Agenda 21, anche i “modelli soddisfatti. Il secondo fattore è rappresentato will interpret it. How exactly these interpretations differ ment is determined by a number of factors. TheN first is Advocacy & awareness N Re-evaluating heritage is a different debate that falls outside the scope of this the interpretation of ‘quality of life’ held by a particular N Cooperation and particular paper. However, the acceptance that these society. This is the main determinant of the needspartnership that differences do Nexist was one ofway the ofmain motivators for Medium N Technologies to is the choices N made Linking research to Develop a new measuring have to be met. The second factor formulating a sustainable construction strategy aimed mitigate impact value and reward in terms of the technological, political, economicimplementation and N Develop regulatory N Develop codes of conduct specifically at developing countries. other systems adopted by mainstream society. These
qualità della vita
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mechanisms
two factors are informed by the particular valueN system N Corporate social responsibility Long term N Technologies of the future Strengthening a society subscribes to. This value system not implementing only reporting The challenge of sustainable construction in determines the relationship between people withinmechanisms that
dalle scelte fatte in termini di tecnologia, politica, economia e degli altri sistemi adottati dalla soscietà. Questi due fattori sono a loro volta influenzati dai valori che una società sottoscrive e promuove. Questi valori, non solo determinano la relazione tra le persone e la società in cui queste vivono, ma anche come la società deve confrontarsi con il sistema biofisico. Sistema questo, che a sua volta ancora, influenzerà le scelte per mezzo delle sue proprie limitazioni e possibilità.
DRIVERS: uomo&ambiente All’interno di questo complesso sistema di relazioni sono possibili diverse soluzioni, alcune più opportune e sagge rispetto ad altre. Lo sviluppo sostenibile cerca di individuare e promuovere quelle soluzioni che permetteranno una continuità nell’esistenza delle comunità e i migliori standard di vita possibili. I diversi contesti pertanto potranno condurre a diverse soluzioni in funzione delle esigenze riscontrate, e l’individuazione di una risposta ad un determinato problema non è detto che sia appropriata ed applicabile in un differente luogo rispetto a quello che l’ha generata. Come analizzato nei progetti presi in considerazione sono presenti diverse risposte per le diverse esigenze da soddisfare, grazie anche ad un precedente analisi delle possibilità e vincoli che il contesto poneva. Si vuole allora di proporre una possibile procedura che a grandi linee può segnare la via da seguire. Seguendo anche lo schema proposto dall’Agenda 21 una proposta possibile dovrà contenere, almeno in parte, gli enablers descritti in precedenza considerando, dapprima le necessità e le esigenze dell’uomo e dell’ambiente nel ruolo di “drivers”, di linee guida, che in secondo luogo determineranno il sistema di valori, i fattori tecnologici e istituzionali attraverso informazioni che portino ad una progressiva sensibilizzazione, e consapevolezza generando gli strumenti necessari ad
sensibilizzazione & consapevolezza
incoraggiare e rendere applicabili le azioni degli stakeholders in un complesso sistema di relazioni interdipendenti tra loro. La prima azione che deve essere in trapresa è sicuramente un ‘analisi iniziale del contesto in cui ci si trova ad operare, con uno studio approfondito delle possiblità e dei vincoli presenti. Contemporaneamente deve essere fatta partecipe la comunità locale, fornendo e recuperando informazioni utili ad interpretare anche le sue esigenze. Un secondo passo è la sperimentazione che può concretarsi sia con la necessità di testare a priori la bontà delle soluzioni individuate, sia nella realizzazione di un prototipo esemplificativo che ha il compito di coinvolgere in prima persona gli attori interessati, i futuri utenti, con una formazione tecnico-pratica, precedente o anche contestuale, che permetta a questi di utilizzare le tecnologie e i materiali proposti per la realizzazione. Quindi, di conseguenza, ci dovrà essere una soluzione tecnologica appropriata alle possibilità locali, sia per quanto riguarda
analisi &studio
prototipo
tecnologie appropriate le risorse sia in relazione al patrimonio e tradizione culturale locale perseguendo anche il concetto di ibridazione tecnologica e soluzioni di bioarchitettura nel rispetto dell’ambiente. Questo è necessario per attenuare l’impatto di una soluzione innovativa e una maggiore incisività e appropriazione da parte degli utenti di questa. Stabilite quindi, in una struttura organizzativa
ruoli&organizzazione
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ed operativa, le responsabilità ed i ruoli nel processo, le linee guida progettuali e il fine da raggiungere, le tecnologie ed i materiali da utilizzare, i futuri utenti verranno guidati e supportati nell’autocostruire la propria abitazione, o altro edificio. Al concludersi della realizzazione, deve essere necessario fare un altro passo e cioè, analizzare e valutare i risultati ottenuti con il fine di stabilire la "bontà" concreta del progetto. Fatto ciò, questi risultati devono essere sfruttati per sensibilizzare, promuovere e incentivare le “buone pratiche” impiegate dimostrando che questa può essere adatta ed applicabile nei luoghi circostanti e concorrere ad un
valutazione
divulgazione & promozione
miglioramento delle condizioni complessive della comunità. Realizzare questa ultima fase però, implica la necessità per una maggiore efficacia, del coinvolgimento di una struttura istituzionale che sia in grado di agire in questi termini, dovendo avere quindi una riconosciuta leadership all’interno della società, come per esempio l’istituzione
istituzioni governativa, o altri enti istituzionali che abbiano questa caratteristica. L’istituzione governativa non dovrà però mirare all’impiego dell’autocostruzione in una visione speculativa di riduzione dei costi di costruzione, ma in una concezione di più ampio raggio che vede in questa pratica un mezzo che può contribuire ad un miglioramento della qualità della vita e perciò di progresso di tutto il sistema società. Infatti come più volte è stato ribadito in questa trattazione, l’aspetto che più risalta, dopo aver analizzato e studiato quello che si intende per autocostruzione nelle diverse sfumature e il tipo di azione ed evoluzione
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negli interventi presentati, è quello che fa parte intrinsecamente dell’autocostruzione e cioè l’apprendere a “far da se” per migliorare la propria condizione di vita e autonomia decisionale. Guidare questa peculiarità, per mezzo di una persona competente quale è l’architetto e tramite gli esempi virtuosi già
architetto realizzati, verso un approccio sostenibile porta automaticamente ad un modus operandi anch’esso sotenbile. Di conseguenza, o come idea a priori, la partecipazione è lo strumento che amplifica la diffusione e condivisione di informazioni e conoscenze, costruendo un innovazione sociale in cui c’è una coscienza di come deve essere lo sviluppo e del perché deve essere tale. Tutti questi punti che riguardano l’aspetto sociale ed ambientale, sono i punti di riferimento nella pratica dell’autocostruzione assistita. Concludendo questo studio, è possibile individuare una sistema di misurazione del valore realizzato da un processo costruttivo di questo tipo? Diversamente dai classici interventi di edificazione, il principale indice di valutazione della positività dell’intervento non sarà tanto di natura economica, quanto principalmente di natura sociale, e cioè di quello che viene definito “capitale umano”. Capitale
capitale umano strettamente correlato all’ambiente e che, in una visione a lungo termine, può essere misurato nella qualità del miglioramento degli standard di vita, in un conseguente progresso e una concreta sostenibilità ambientale. Tracciando un parallelo con i sistemi di valutazione economica di un progetto, nel caso di autocostruzione assistita, l’indice interno di rendimento del processo sarà prorpio il capitale umano che però non può dare un risultato concreto a
breve termine, o almeno lo potrà dare solo localmente, ma si potrà concretizzare in un progetto più ampio a lungo termine, ad una scala più ampia dell’ambito locale e perciò anche di difficile “quantificazione” a priori, se non negli obiettivi programmati da uno sviluppo sostenibile che si potranno raggiungere. Il capitale umano che si può creare, anche se in modo puntuale, con l’autocostruzione può innescare numerose conseguenze positive anche a larga scala, con un interesse generale che può essere complicato nella sua valutazione e sarà riscontrabile solo nel lungo periodo; considerando le premesse portate anche dai progetti qui analizzati sono sicuramente esempi virtuosi e capaci di soddisfare parte delle considerazioni qui fatte. Osservando la scheda riassuntiva che raccoglie i principali elementi o strumenti, utilizzati nei diversi progetti analizzati, che corrispondono a ciò che gli enablers dell'Agenda21 pongono come elementi utili a generare uno sviluppo sostenibile del settore delle costruzioni. Ad un rapido confronto tra i casi studio evidenzia nell'immediato quegli elementi che accomunano i progetti tra loro; questo è dovuto al fatto che alcuni devono necessariamente presentarsi in quanto sono parte costituente del concetto proprio di autocostruzione, come è stato descritto anche nei capitoli precedenti, e cioè per esempio, gli Enablers Tecnologici nel breve periodo come la condivisione delle competenze e conoscenze, quali le tecnologie appropriate, e la partecipazione e coinvolgimento degli utenti finali. Sono tutti esempi di autocostruzione e si propongono come progetti pilota e nella maggior parte dei casi, è previsto anche un periodo di addestramento, il che consente tempi di realizzazione più rapidi e minori costi e, non ultimo anche una maggiore confidenza con le tecniche in un'ottica di maggiore sicurezza durante le operazioni.
Anche se per alcuni casi non è stato riscontrato durante lo studio dei documenti, tutti i progetti, in quanto prototipi, si presentano alla popolazione locale come esempi da seguire poiché ben riusciti, contribuendo ad una sensibilizzazione delle pratiche costruttive che condiziona di conseguenza il sistema valoriale che sta dietro alla sfera decisionale. Oltre agli enablers tecnologici a breve termine sono sempre presenti anche quelli istituzionali, più spesso da parte di organizzazioni non governative, e quelli valoriali che contribuiscono ad un radicamento nella cultura locale della pratica e quindi necessariamente ad un futuro riutilizzo di questa. Un punto in comune che si può riscontrare nel medio periodo, è sempre un elemento intrinseco dell'autocostruzione che altrimenti non sarebbe praticabile: l'utilizzo di basse tecnologie, necessarie per definizione affinche possano essere impiegate da persone inesperte, facilitando la realizzazione in tempi più rapidi. La mancanza nella maggior parte dei casi di enablers istituzionali e valoriali sta nel fatto che questi interventi sono "puntuali" e non sono inseriti in un più ampio programma che implicherebbe la presenza di enti goverantivi di competenza. Ciò che più risalta dall'analisi infine, nel lungo periodo, sono gli enablers tecnologici, sempre presenti e più influenti. Di fatto l'impiego di low technologies e l'uso di materiali di provenienza locale hanno il compito fondamentale di permettere la partecipazione e quindi l'apprendimento insieme alla cognizione di causa generano la possibilità di riutilizzare ciò che è stato recepito in modo "naturale" e in autonomia, aprendo alla possibilità che questo si trasformi in un'attività lavorativa e quindi contribuisca al progresso e alla crescità della comunità. È quello che viene definito come Capacity Building, concetto fondamentale dello sviluppo sostenibile.
Capacity Building
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MEDIUM TERM
T T Institutional I Values V echnology
T T Institutional I Values V echnology
T T Institutional I Values V echnology
LONG TERM
A21 ENABLERS
SHORT TERM
Scuola di Sacchi di terra
• strategia di condivisione tecnologiehandbook
• educazione&formazione-handbook • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota • cooperazione-coinvolgimento comunità locale
• rivalutazione patrimonio&tradizioneaspetto progettuale
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech
• codice condotta aziende etico&condivisione-azienda locale • edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco; impianto fotovoltaico; sistema di fitodepurazione • processo costruttivo integratopartecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili
Scuola di gomme
T I V T I V T I V
• strategia di condivisione tecnologiehandbook
• educazione&formazione-handbook • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota • cooperazione-coinvolgimento comunità locale e istituzioni
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco, la terra; impianto fotovoltaico; • riciclo-utilizzo di pneumatici • processo costruttivo integratopartecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili
Scuola nel deSerto
T I V T I V T I V
• strategia di condivisione tecnologiehandbook
• educazione&formazione-handbook • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota • cooperazione-coinvolgimento comunità locale e istituzioni
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco, la terra; • riciclo-riuso struttura esistente (anche se obbligato) • processo costruttivo integratopartecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili
ma'anqiao village
T I V T I V T I V
• benchmarking e valutazione impatto tecnologie-studio e sperimentazioni preliminari • strategia di condivisione tecnologiehandbook • educazione&formazione-handbook; corsi di addestramento • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota; handbook; monitoraggio e valutazione a posteriori • cooperazione-coinvolgimento comunità locale e istituzioni • opportunità/minacce-studio e sperimentazioni preliminari • drivers decisionali e miglioramentosensibilizzazione a buone pratiche tramite progetto pilota • rivalutazione patrimonio&tradizione-tech. terra battuta
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech; miglioramento tecnologia tradizionale
• partnership ricerca&esecutoricollaborazione tra università e abitanti • incentivi finanziari-finanziamento da parte del MOHURD
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco • riciclo-riuso macerie abitazioni crollate • processo costruttivo integratopartecipazione alla realizzazione • miglioramento del tradizionale-tecnologia in terra battuta antisismica • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili; miglioramento qualità della vita • incentivi disincentivi per innovazione e sostenibilità-progetto pilota; diffusione hanbook;
quinta monroy
T I V T I V T I V
• strategia di condivisione conoscenzepartecipazione abitanti
• drivers decisionali e miglioramentoradicamento nel quartiere e consapevolezza del miglioramento di vita
• utilizzo di tecnologie appropriate"sistema appropriato" con lo scheletro a supporto per autocostruzione
• partnership ricerca&esecutoricollaborazione tra governo locale, università, impresa privata e abitanti • incentivi finanziari-finanziamento da parte del governo locale
• processo costruttivo integratocoinvolgimento dei diversi attori compresi i futuri utenti • costruzioni/demolizioni-riqualificazione quartiere con minor impatto ambientale e sociale
•istituzioni guida-programma governativo di edilizia popolare
Scuola di kobÀ
T I V T I V T I V
• strategia di condivisione tecnologiepartecipazione
• educazione&formazione-handbook; corsi di addestramento • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota; • drivers decisionali e miglioramentosensibilizzazione a buone pratiche tramite progetto pilota • rivalutazione patrimonio&tradizione-terra come principale materiale; volta a nubiana;
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech; integrazione tecnologia tradizionale dei mattoni in terra cruda con strutture in cemento armato
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco (terra) • processo costruttivo integratopartecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili; miglioramento qualità della vita; futuro impiego lavorativo in altri progetti;
Scuola primaria gando
T I V T I V T I V
• strategia di condivisione tecnologiepartecipazione e coinvolgimento • educazione&formazione-corsi di addestramento in partnership con ente governativo (Locomat) • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota; • cooperazione&partnership-partnership con Locomat • drivers decisionali e miglioramentosensibilizzazione a buone pratiche tramite progetto pilota • rivalutazione patrimonio&tradizioneblocchi di terra come principale elemento costruttivo;
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech; integrazione tecnologia tradizionale dei blocchi di terra con strutture in cemento armato ed elementi in acciaio leggeri
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco (terra) • processo costruttivo integratopartecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili; miglioramento qualità della vita; futuro impiego lavorativo in altri progetti;
Sra pou vocational School
T I V T I V T I V
• strategia di condivisione tecnologiepartecipazione e coinvolgimento • educazione&formazione-corsi di addestramento in partnership con ente non governativo (NGO) • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota; • cooperazione&partnership-partnership con Ukumbi NGO • drivers decisionali e miglioramentosensibilizzazione a buone pratiche tramite progetto pilota • rivalutazione patrimonio&tradizionemattoni di terra rossa;
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech; mattoni in terra;
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco (terra) • processo costruttivo integratopartecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie con utilizzo di risorse locali e facilmente replicabili; miglioramento qualità della vita; futuro impiego lavorativo;
10x10 low coSt houSing
T I V T I V T I V
• strategia di condivisione tecnologiepartecipazione e coinvolgimento
• promozione e sensibilizzazione-progetto pilota;
• drivers decisionali e miglioramentosensibilizzazione tramite progetto pilota • rivalutazione patrimonio&tradizioneriqualifica del quartiere esistente
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech; mattoni in sacchi di sabbia e telaio in legno ;
• incentivi finanziari-finanziamento da parte dell'ente governativo;
• edificio ecosostenibile • processo costruttivo integratopartecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie facilmente replicabili in autonomia; miglioramento qualità della vita; • incentivi/disincentivi per innovazione e pratiche sostenibili-finanziamento governativo con richiesta di coinvolgimento della popolazione
PROGETTO
SCUOLA DI
La Scuola di sacchi di terra Progettista: ARCò - Architettura e Cooperazione Committente: Vento di Terra O.N.G. Luogo:Striscia di Gaza, villaggio di Um al Nasser Anno: 2011 Costo complessivo: ₏ 180.000 Tempi di costruzione: maggio2011-dicembre2011 Tipo di intervento: nuova costruzione Destinazione d'uso: Scuola per l'infanzia Note: partecipa al progetto lo studio MCA Mario Cucinella Architects
Striscia di Gaza Popolazione: 1.324.991 abitanti_PGR 3% Area: 360 km2 Popolazione Urbana: 74,3% sul totale_crescita 3,1% PIL (GDP): $768mln_crescita 26% Mercato costruzioni: crescita 141% (12% PIL) dovuto principalmente al basso punto di partenza, ai programmi gorvarnativi di ricostruzione e a nuove vie per import e export di materiali edili (tunnel illegali tra Gaza e Egitto)
SACCHI DI TERRA
Il progetto per il centro per l'infanzia "Terra dei Bambini", elaborato da ARCò - Architettura e Cooperazione con la partecipazione dello studio MCA Architects, vuole volarizzare l'dentità locale reinterpretando il modello della tenda beduina e viene realizzato con la partecipazione della comunità locale. di Um al Nasser a nord della strisica di Gaza. L'edificio è concepito in termini di sostenibilità ambientale proponendo soluzioni tecniche innovative che reinterpretano la cultura locale: un'ampia copertura che ripiegando su se stessa, richiama le diverse inclinazioni dei teli; il brise soleil, che richiama il disegno dei tipici tessuti beduini, permette un controllo dell'irraggiamento solare. La struttura portante viene realizzata con la tecnica degli earthbags e costituisce il
perimetro dell'edificio che è parzialmente interrato con una superficie di 400m2 per 6 aule di 25m2 ciascuna, e altri ambienti per le diverse attività. L'intervento si propone come esempio per l'edilizia palestinese: vengono adottate soluzioni low-tech a basso costo, semplici da comunicare e implementare così da poter essere replicate anche in altri contesti da parte della comunità, e materiali come la terra e il legno che riducono l'utilizzo di altri materiali inquinanti e ad alto impatto ambientale. Tutte le aule godono dell'inerzia termica del terreno e dei muri e, con un sistema di ventilazione naturale dato dalla doppia copertura, permete un comfort igro-termico ottimale con una temperatura percepita inferiore.
ANALISI
SCUOLA DI
SACCHI DI TERRA L'intervento nasce dalla richiesta della comunità beduina alla ONG Vento di Terra con l'obiettivo di garantire l’accesso a servizi educativi e sanitari di qualità ai bambini beduini in età prescolare e alle donne beduine del villaggio. Il progetto di ARCò e MCA Architects segue una linea di sostenibilità ambientale ma anche sociale con l'intento di sensibilizzare e educare il contesto edilizio locale con il fine di poter replicare l'attitudine costruttiva. Progetto: vuole riprendere la cultura e l'identità locale richiamando la forma delle tende beduine e gli usi locali. Il complesso comprende degli ambienti per l'istruzione, come le aule, ma anche degli spazi riservati alla comunità per i servizi sanitari. Si sviluppa su un impianto a corte, creando una sorta di "protezione" dal mondo esterno; lungo il perimetro sono situati tutti gli spazi chiusi o coperti, al di sopra dei quali è posto un impianto fotovoltaico per la produzione di elettricità, mentre al centro è presente un sistema di fitodepurazione con due vasche per la raccolta acque. La struttura portante è costituita dal sistema earthbags, tecnica che utilizza dei sacchi di polistirene riempiti di terra cruda come dei "supermattoni": questi vengono disposti in corsi, uno sopra l'altro, compattati e fissati tra loro con del filo spinato utile a contrastare i movimenti orizzontali. I muri risultanti vengono poi rifiniti con un intonaco a base di cemento e terra. Al di sopra è una struttura in ferro che costituisce la doppia copertura che garantitsce l'attivazione di moti convettivi e il riciclo dell'aria calda con quella più fresca proveniente dal basso. L'inclinazione della copertura inoltre, permette sia l'installazione di un impianto a pannelli fotovoltaici per garantire l'elettricità necessaria ed anche un sistema di raccolta dell'acqua piovana che viene poi stoccata in una vasca interrata collegata alla vasca di fitodepurazione. Le chiusure verticali trasparenti sono realizzate con plexiglass protette da un brise soleil in legno che ne garantisce l'ombreggiamento. Il processo costruttivo è stato assistito da personale tecnico per la realizzazione di alcuni elementi, come l'impianto di fitodepurazione, che ha consentito alla comunità locale, che ha partecipato alla costruzione, di acquisire competenze tecniche e innovative. La realizzazione nel complesso è costata 180.000€ ricevendo contributi dal Ministero degli Affari Esteri, della CEI, del Comune di Milano, contributi privati e della rete di sostenitori di Vento di Terra ONG. L'aspetto della partecipazione alla costruzione dell'edificio da parte della comunità locale, è stato supportato da un handbook che ha consnetito loro di apprendere le tecniche costruttive adottate e di saperle applicare: tecniche lowtech che ben si prestano a questo tipo di operazione.
MEDIUM TERM
T Institutional Values echnology
T Institutional Values echnology
T Institutional Values echnology
LONG TERM
A21 ENABLERS
SHORT TERM
SCUOLA DI • strategia di condivisione tecnologie-handbook • educazione&formazione-handbook • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota • cooperazione-coinvolgimento comunità locale
• rivalutazione patrimonio&tradizione-aspetto progettuale
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech
• codice condotta aziende etico&condivisione-azienda locale • edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco; impianto fotovoltaico; sistema di fitodepurazione • processo costruttivo integrato-partecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili
SACCHI DI TERRA PEACE ARCHITECT URE FOR GAZA STR IP insctruction boo klet
project by
TOOLS
2a
BAGS PREPARATION FILLING TECNHICS YOU CAN USE THE SAME AS WITH THE WITH THE SEPARETED BAGS
EARTHBAG
EARTH
PERFORATED BUCKET
BAG
7b
TEAM TOOLS
THE BAG IN IT’S IMPORTANT TO FILL THEIR
FINAL POSITION,
SO TO
IN A SECOND DON’T HAVE TO MOVE THEM TIME
GROWING UP
TOOLS
TO
AVOID THE ORIZONTAL MOVEMENT
TO FIX THE BAGS USIGN
BARBED WIRE STRIP
5
IS NECESSARY BETWEEN THE
Il progetto realizzato in parziale autocostruzione da parte della comunità locale contiene in sè alcuni strumenti e metodologie che l'A21 propone come obiettivi; essendo tuttavia un intervento "puntuale" non può per sua natura assumere alcuni elementi nei diversi campi tecnologico, istituzionale e valoriale, che necessiterebbero di un coinvolgimento da parte di istituzioni governative. Si presenta però come progetto pilota e sperimentale in grado di innescare dei cambiamenti nel settore delle costruzioni e azioni di sensibilizzazione sul tema della sostenibilita sociale, ambientale ed economica a livello locale e sia nell'immediatezza che a lungo termine. Gli elementi tecnologici, istituzionali e valoriali con l'adozione di tecnologie low-tech, materiali locali e a basso impatto ambientale, la creazione e condivisione di un manuale in grado di istruire i costruttori non qualificati della comunità locale, costruzione di un impianto fotovoltaico e di un sistema di raccolta e fitodepurazione delle acque, la partecipazione e coinvolgimento della comunità nel processo di realizzazione riescono a soddisfare appunto alcuni strumenti che vengono posti alla base per uno sviluppo sostenibile del settore delle costruzioni; il raggio di azione del progetto seppur limitato sicuramente genera nel contesto circostante una visione più ampia dei mezzi e delle modalità di realizzazione di un edificio, sensibilizzando e illustrando quali possono essere le opportunità e le problematiche e nello specifico del processo di edificazione ha consentito di apprendere tecnologie innovative e sostenibili spendibili in altri progetti autonomamente.
PROGETTO
SC
scuola di gomme Al Khan Al Ahmar Progettista: ARCò - Architettura e Cooperazione Committente: Vento di Terra O.N.G. - Jerusalem Bedouins Cooperative Committee di Anata Luogo: Territori Occupati Palestinesi, Zona C Villaggio Beduino Al Khan Al Ahmar - Cisgiordania Anno: 2009 Costo complessivo: ₏ 72.800 Tempi di costruzione: 60 giorni Tipo di intervento: nuova costruzione Destinazione d'uso: Scuola Note: presenza di forti vincoli dovuti alla rigida normativa israeliana in queste aree
Cisgiordania Popolazione: 2.676.740 abitanti_PGR 2% Area: 5.860 km2 Popolazione Urbana: 74,3% sul totale_crescita 3,1% PIL (GDP): $ 6,641bln_crescita 10,8% Mercato costruzioni: crescita sostanzialmente contenuta dovuta ad incertezze finanziarie
CUOLA DI GOMME
Il progetto nasce dalla decisione da parte della comunità locale di realizzare una scuola per i bambini del villaggio e all'interno di un progetto più ampio di cooperazione internazionale, l'organizzazione Vento di Terra NGO in partenariato con la Jerusalem Bedouin Cooperative Commitee di Anata commissionano il progetto allo studio ARCò - Architettura e Cooperazione. I vincoli di partenza erano molto complessi: la rigida normativa israeliana che controlla questi territori che vieta la costruzione di manufatti non temporanei e che quindi impone il divieto assoluto di uso di cemento e fondazioni; la necessità di rapidità e semplicità costruttiva con manodopera locale non specializzata e ridotte disponibilità finanziarie.
Da questi vincoli nasce il progetto che unisce semplicità e rapidità di realizzazione con elevata prestazione termica e statica. I muri, come struttura portante, sono costituiti da pneumatici riciclati che vengono riempiti di terra e che ben si prestano a buone prestazioni di resistenza meccanica ed elevata inerzia termica. Il progetto viene redatto nel febbraio 2009 con il supporto del Laboratorio di Costruzione del Paesaggio e dell'Architettura dell'Università degli Studi di Pavia dando origine ad un intervento innovativo e che soddisfa a pieno le difficili premesse che è la "Scuola di Gomme". Viene realizzato un "libretto di istruzioni" per affiancare l'autocostruzione da parte della comunità beduina, impiegando in media 10 persone per quindici giorni e
ANALISI
SC
CUOLA DI GOMME
night
day
utilizzando circa 2000 pneumatici. Il complesso è costituito da tre fabbricati che comprendono quattro aule di 50-60 m2, una segreteria-ufficio di 22 m2 e servizi. La copertura in lamiera sandwich sorretta da una struttura di travi in legno lamellare e garantisce l'isolamento dalle temperature esterne; la chiusura superiore inoltre permette la circolazione dell'aria favoendo un aerazione continua d'estate. La struttura portante, come già detto, è costituita pneumatici riciclati, facili da reperire e a costo zero, con caratteristiche che ne garantiscono i requisiti necessari ad un utilizzo quale materiale per edilizia: al loro interno presentano un intreccio di cavi in acciaio che conferiscono resistenza e la gomma dotata di elevata elasticità. Gli pneumatici sono riempiti al loro interno con terra fortemente costipata garantendo la stabilità e resistenza agli sforzi di compressione e assicurando nel contempo un’elevata inerzia termica. Le gomme così riempite, posizionate a file sfalsate come pesanti mattoni, vanno a comporre le pareti che faranno da tamponamento e struttura portante dell’edificio. Questa viene poi rivestita con una rete metallica fissata tramite chiodi e ha la funzione di contenere la terra e fare da base per la finitura. Viene realizzata poi l’intonacatura esterna, a base di argilla (cemento e terra), che garantisce la protezione della gomma ai raggi solari, evitandone il deterioramento o il rilascio di sostanze nocive. Al di sopra viene poi fissata la struttura in legno per la copertura in pannelli sandwich in lamiera. Questa tecnologia low-tech ha quindi permesso l'esperienza dell'autocostruzione coinvolgendo l'intera comunità che ha appreso una tecnica costruttiva nuova, sostenibile, rapida e a basso costo e che può contribuire al miglioramento della qualità della vita. Quindi l'intervento, nato con l'intenzione di realizzare una scuola per bambini, è risultato utile anche all'intera comunità che può trarne beneficio. La scuola inoltre, è stata fornita di un impianto a pannelli fotovoltaici che permettono alla struttura la totale autonomia energetica. Il progetto ha avuto contributi da una rete di supporto internazionale ma ha coinvolto anche enti locali come il Ministero Palestinese dell'Educazione, ICHAD (Israel Committee Against House Demolitions), Rabbies for Human Rights (Israele).
ThE FINIShED SECTION ThE SChOOL ThE FINIShED SECTION OF ThE OF SChOOL
SHORT TERM
T Institutional Values
MEDIUM TERM
T Institutional Values
echnology
echnology
T Institutional Values echnology
LONG TERM
A21 ENABLERS
SC • strategia di condivisione tecnologie-handbook • educazione&formazione-handbook • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota • cooperazione-coinvolgimento comunità locale e istituzioni
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco, la terra; impianto fotovoltaico; • riciclo-utilizzo di pneumatici • processo costruttivo integrato-partecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili
CUOLA DI GOMME jahailin school’s instr uction booklet
project by
2b
TyRES FILLING
TOOLS
IT’S IMPORTANT TO FILL COMPLETELy ThE TyRES
hANDS
FIRST wITh PRESS ThE SOIL, ThEN USE ThE
hAMMER TO OBTAIN A vERy COMPACT SOIL
Il progetto realizzato in autocostruzione utilizza una bassa tecnologia come già detto per una rapida e semplice costruzione, accessibile e disponibile a costruttori non qualificati. Bassa tecnologia che però garantisce un alta sostenibilità sociale per la ragione sopra descritta e l'opportunità di replicarla in altri contesti, ambientale in quanto mitiga l'impatto utilizzando materiali locali come la terra e riattiva il ciclo di vita di un materiale come gli pneumatici altrimenti destinati allo smaltimento ed economica visto i bassi costi di realizzazione; quest'ultima dovuta sicuramente al fatto di essere un intervento di autocostruzione ma anche al basso costo, o addirittura nullo, per l'acquisto dei materiali. L'aspetto tecnologico gioca quindi un ruolo primario in questo progetto, garantendo al progetto la sostenibilità ed innsecando delle opportunità che hanno certamente delle ripercussioni a livello sociale. L'esempio realizzato come progetto pilota offre anche qui la condivisione delle conoscenze e competenze a disposizione della collettività e ciò, può contribuire alla crescita del mercato del lavoro locale con la specializzazione di operatori del settore ed anche la creazione di nuove figure professionali specializzate.
4
EARThwORk ENFORCE
ThE TO LONGITUDINAL wALLS IS IMPORTANT TO MAkE
TOOLS
3
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TOOLS
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5
PLASTERING TOOLS
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TROwEL
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hANDS
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Put the 2 meter beams
on the others ever y 2 meters and fix them with nail s
6c
PROGETTO
SCUO
Scuola nel deserto - scuola primaria a Wadi Abu Hindi Progettista: ARCò - Architettura e Cooperazione Committente: Vento di Terra O.N.G. - Jerusalem Bedouins Cooperative Committee di Anata Luogo: Territori Occupati Palestinesi, Zona C Campo beduino Wadi Abu Hindi, Al Azarije - Cisgiordania Anno: 2010 Costo complessivo: ₏ 45.000 Tempi di costruzione: giugno2010-luglio2010 Tipo di intervento: recupero struttura esistente Destinazione d'uso: Scuola primaria Note: presenza di forti vincoli dovuti alla rigida normativa israeliana in queste aree. Il progetto cerca di rispettare tali vincoli conservando l'involucro di lamiera e la volumetria della struttura esisente
Cisgiordania Popolazione: 2.676.740 abitanti_PGR 2% Area: 5.860 km2 Popolazione Urbana: 74,3% sul totale_crescita 3,1% PIL (GDP): $ 6,641bln_crescita 10,8% Mercato costruzioni: crescita sostanzialmente contenuta dovuta ad incertezze finanziarie
OLA NEL DESERTO
Il progetto consiste nel recupero di una struttura esistente che ospita una scuola a servizio della comuità locale, ponendosi come linee guida la ventilazione naturale e l'isolamento al fine di rendere l'edificio climaticamente confortevole ed energicamente sostenibile. Allo stato di fatto il fabbricato è costituito da un involuro di lamiera zincata che l'autorità locale impone di non modificare nelle sue dimensioni volumetriche, vietando di fatto ogni tipo di variazione e ampliamento. In tali condizioni però l'edificio si presenta totalmente inadeguato a svolgere le sue funzioni date anche le difficili condizioni climatiche e ambientali del luogo; insufficiente isolamento acustico, tra le aule e verso l'esterno, e termico in presenza di forti escursioni termiche.
Le schelte architettoniche vertono perciò nella direzione dell'adeguamento della vecchia struttura a standard migliori adottando tecniche e materiali accessibili all'intervento in autocostruzione, con il coinvolgimento dell'intera comunità beduina; dall'utilizzo di mattoni in terra cruda per le partizioni interne al cannucciato in bambù per il rivestimento esterno. In una seconda fase è stato disposto un sistema di raccolta acque e un impianto fotovoltaico. La cooperazione tra l'organizzazione Vento di Terra e la comunità locale ha innescato un processo di piena partecipazione in grado di costruire l'identità dell'edificio e con l'intento di promuovere l'occupazione locale e realizzare un training progress su nuove tecnologie costruttive.
ANALISI
SCUO L'intervento in autocostruzione è stato possibile grazie all'impiego di tecnologie low-tech con lo scopo primario di creare un ambiente interno climaticamente confortevole e funzionale sul piano acustico al fine di rendere la struttura accogliente e funzionale al suo scopo. Il risultato finale è un edificio di circa 200m2. La struttura esistente, in ferro e lamiera zincata come tamponatura, resta invariata e si sceglie di utilizzare la tecnica del "pisè", adattandola alla situazione e l'impiego di cannucciato in bambù per formare l'solamento richiesto. Questa tecnica consente di realizzare delle murature continue, compattando strato dopo strato, terra umida mischiata a paglia e che viene versata tra assi parallele che fungono da casseri. Ne risultano delle murature in grado di contrastare le forti escursioni termiche e proteggere dal rumore esterno, composte da un multistrato dello spessore di 34cm che comprende uno strato di 20cm di intonaco in calce, come finitura interna, cannucciato in bambù che contiene la spinta dell'argilla e della paglia e fa da aggrappo per l'intonaco e lo strato di argilla e paglia, poi l'esistente lastra di alluminio zincato, un'intercapedine d'aria di 10cm di spessore e un pannello schermante esterno in bambù intelaiato su montanti in legno di 4cmx4cm. Ulteriore isolamento verso terra con la realizzazione di un pavimento in legno. Le partizioni interne invece hanno sostituito la lamiera esistente con muratura in mattoni di terra cruda, prodotti artigianalmente nella Valle del Giordano, per una migliore coibentazione acustica e rivestita poi con intonaco di calce bianca. La copertura inclinata è stata concepita per favorire una migliore ventilazione naturale e per poter installare in un secondo momento un impianto fotovoltaico e un sistema di raccolta delle acque piovane. Il tema della ventilazione appunto, è reso possibile con l'inclinazione della copertura che viene staccata dalle strutture verticali in modo da realizzare un efficiente sistema di circolazione dell'aria: attraverso
OLA NEL DESERTO le aperture sui due lati, che misurano rispettivamente 60cm e 30cm, poste tra la copertura e i muri, e sono richiudibili mediante lastre di plexiglass scorrevoli. L'unico adattamento alla struttura metallica esistente è stato eseguito da una ditta specializzata per consentire l'inclinaione della copertura. Le lastre metallica della copertura esistente sono state sostituite con pannelli sanwich in grado di migliorare l'isolamento esistente. I lavori sono stati realizzati in due mesi, con una media di 8 lavoratori non qualificati impegnati quotidianamente per sei giorni a settimana, concentrando i tempi nel mese di luglio in modo da non sospendere le lezioni. La creazione di un handbook ha contribuito nella programmazione ed esecuzione dei lavori formando il personale coinvolto che aveva cosÏ a disposizione le "istruzioni" per poter apprendere e applicare al meglio le tecniche costruttive e l'utilizzo dei materiali. Come enti finanziatori del progetto hanno partecipato MCA - Mario Cucinella Architects, diversi comuni italiani, alcune organizzazioni no-profit anche locali, la rete di supporto della ONG Vento di Terra; come partner locale Jerusalem Beduin Cooperative Committee. L'intervento architettonico ha dunque un duplice scopo: la ricerca e l'adattamento di tecnologie e materiali appropriati per assistere l'autocostruzione con costi contenuti e impatto ambientale ridotto al fine di rendere l'edificio ecosostenibile; ma questi elementi vogliono anche contribuire ad un miglioramento della qualità della vita sia materialmente che a livello sociale coinvolgendo l'intera comunità con uno spirito di condivisione delle competenze consentendo una futura autonomia decisionale e operativa.
SHORT TERM
T Institutional Values
MEDIUM TERM
T Institutional Values
echnology
echnology
T Institutional Values echnology
LONG TERM
A21 ENABLERS
SCUO • strategia di condivisione tecnologie-handbook • educazione&formazione-handbook • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota • cooperazione-coinvolgimento comunità locale e istituzioni
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco, la terra; • riciclo-riuso struttura esistente (anche se obbligato) • processo costruttivo integrato-partecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili
OLA NEL DESERTO Il duplice intento di questo progetto e le modalità con cui è stato articolato, lo rendono necessariamente un esempio da seguire in situazioni analoghe, illustrando le capacità e le opportunità che possono concretizzarsi in risultati a priori forse poco concepibili. Le tecnolgie e i materiali impiegati sono i punti su cui orbita l'intero processo tanto che sono proprio queste consentono il raggiungimento di standard qualitativi più alti rispetto a quelli generalmente riscontrabili in architetture povere e di natura spontanea, come si possono trovare in contesti poco sviluppati e con bassa assistenza da parte delle istituzioni. Questo insieme di elementi contribuiscono perciò ad un miglioramento della qualità della vita della comunità locale e la condivisione che ne viene fatta apre la strada a diverse opportunità sia per le persone coinvolte nel processo che hanno acquisito competenze e nozioni spendibili in altre situazioni, sia per il contesto sociale circostanze che ne viene a conoscenza e necessariamente influenzato dalla positività. Ciò può innescare dei processi di miglioramento in prima istanza a livello locale, ma che non vieta ripercussioni in un più ampio contesto.
their original rammed-earth courtyard with common living sp livestock, though the villagers have been accustomed to i limited anti-seismic capacity of their original rammed-earth openings are greatly limited both in size and amount. C subtropical climate the indoor space is always obscure and ho
MA
to the city to seek a better life. This has been the most challenging problem for the central Chinese government in controlling the population movement. We believed a way to solve the problem was to raise the standard of the villages to a higher level of amenity and comfort so that there remained a reason for the villagers to stay behind. With that in mind, we proceeded to build them—again using local laborers—a village community center. With a paved plaza for village festivals surrounded by a clinic, a reading room and a training room, the community center forms a focus for the villagers. As I am writing, we are still working on providing the center with programs and activities to jumpstart it. It has been eight years since I set foot in the area. Elsewhere, China has changed a lot both socially and economically, but in the remote villages it has almost remained what it used to be for thousands of years. We know this cannot continue, the back garden or the paddy field of China must be looked after. Failing to note that would be devastating for the cities in the long term. I believe an architect has a role to play here in the age of rapid urbanization and fast-everything culture. The problem nowadays is that architects don't step out of the comfort of their studios and cities. They are in the eye of a storm believing that life could go on, not knowing that what is happening beyond their focus is slowly changing the agenda. The socio-environmental ground is shifting, the quakes will undermine the foundation of cities very soon indeed. Cities as beacons of human civilization survive in the hinterland providing them with nutrients and resources; it is unwise not to take care of it. The approach in dealing with the hinterland is very different from that for the cities. The density, context, speed and value of the rural areas are completely different from that of the cities. For eight years, I have been learning to appreciate the speed of life and the value one places on the land. The gestural and iconic way of dealing with city architecture just won’t work. It is also not useful to pretend that the architect is a God-sent, who is able to draw lines on papers, utter magic works and change the community. The first lesson to be learned has always been one of humility. Listen and thou shalt hear, look and thou shalt see, learn from the villagers and thou shalt create.
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Trentacinque studenti dell'Università di Hong Kong hanno collaborato con gli abitanti del luogo durante i lavori di pavimentazione del nuovo centro civico, uno spazio pubblico di ritrovo per gli abitanti del paese con un ambulatorio, un asilo, una biblioteca e negozi Thirty-five students from Hong Kong University worked with the inhabitants of the village on the paving of the new civic center, a public meeting place for the locals with a clinic, a nursery school, a library and stores
Fig. 2 - Local traditional rammed-earth courtyard dwellings and d earthquake
PROGETTO
3. STRATEGY AND METHODOLOGY
3.1. Strategy In response to the above challenges and issues the villagers home rebuilding it should be the most efficient and ecologica and improve their earth-based construction tradition by resources. It relies on whether suitable technical solutions RICOstruzione di Ma'anqiao village villagers’ confidence in anti-seismic performance of ram Progettista: Edward Ng,to Jun Mu, Li Wan Sichuan Province According our investigation and field study, the answer is Committente: Ministry of Housing and Urban-Rural Popolazione: 80.418.200 abitanti_PGR 0,7% the basic strategy for study and practice of the project should Development of China Area: 485.000 km Luogo: Ma'anqiao Village, Sichuan - China Popolazione Urbana: 41,8% sul totale_crescita 41% Based on local natural materials and wastes from c Anno: 2010 PIL (GDP): $ 340 bln_crescita 15% Costo complessivo: € 96.000 is to improve local earth-based architectural tec consideration Tempi di costruzione: 6 mesi to diupgrade security of construction and living environm Tipo intervento: nuovatheir costruzione Destinazione d'uso: Residenza and train villagers with enhanced earth-based technology, a Note: Ricostruzione del villaggio di Ma'anqiao in seguito terremoto di magnitudoaccording otto della theirad un own homes to their economical ability a scala Richter, avvenuto nel maggio del 2008 che ha process, theedifici working motto of “high science and low technol causato il crollo di molti e numerose vittime; Ma'anqiao è uno dei villaggi più poveri nell'area both by employing the scientific research methods and tools, colpita dal sisma, zona sud-occidentale della Cina. conveying an cost efficient, ecological, feasible, healthy a quake village rebuild that local villagers could afford, own and 2
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Nel maggio 2008, un terremoto di magnitudo otto della scala Richter ha colpito la provincia cinese del Sichuan. Le vittime sono state più di 70.000, i senzatetto milioni. Ma'anqiao è uno dei villaggi più poveri nell'area colpita dal sisma e la maggior parte delle sue abitazioni (tradizionali case a corte costruite in terra battuta) è stata pesantemente danneggiata. Limitati da un'economia locale molto semplice e da bassi livelli di tecnologia, i suoi abitanti erano sprovvisti dei mezzi necessari per affrontare la ricostruzione delle loro case usando le tecniche costruttive convenzionali. Un gruppo di ricercatori universitari, dell'università di Architettura di Hong Kong, con il sostegno del MOHURD - ministero cinese per l'edilizia popolare e lo sviluppo
urbano e rurale - decide di sviluppare un progetto pilota per la ricostruzione di una casa nel villaggio. L'iniziativa mira a proporre un metodo accessibile, ecologico sostenibile, salubre e a misura d'uomo: una tecnica costruttiva economicamente praticabile per gli abitanti della zona e, al tempo stesso, facile da apprendere e da trasmettere ad altri. Dopo uno studio approfondito delle tradizioni costruttive, di tipologie di abitazioni e lo stile di vita locali, propongono alla popolazione una serie di possibili schemi e planimetrie. Viene elaborata una tecnica costruttiva in terra battuta dedicata alla situazione specifica e, dopo averne testato l'efficienza, iniziano la costruzione con il coinvolgimento della comunità.
ANALISI
MA Nella zona di Ma'anqiao, la tecnologia della terra battuta è utilizzata da millenni e i residenti locali per molto tempo hanno costruito le proprie abitazioni usando materiali naturali e tecniche tradizionali, con l'aiuto di parenti e vicini. Tuttavia, dopo aver assistito alle devastazioni causate dal terremoto, essi sembravano aver perso fiducia nella bontà dell'edilizia tradizionale ed essersi convinti che cemento e mattoni fossero l'unica maniera affidabile di ricostruire le proprie case. La difficoltà nei trasporti ha reso, però, impraticabile il reperimento dei materiali industriali nella quantità necessaria per la ricostruzione. In più, il crescente costo della manodopera e dei materiali stessi, a seguito del terremoto, ha reso doppiamente difficile per gli abitanti del villaggio, persone dal reddito estremamente esiguo, l'affrontare la spesa richiesta. Con un contributo statale pari a circa 200 euro e utilizzando calcestruzzo e mattoni, ciascuna famiglia può permettersi solo una casa a tre campate (secondo il modello proposto dal governo nella maggior parte dei villaggi), ma di dimensioni tali da non consentire d'immagazzinare prodotti agricoli e offrire ricovero al bestiame. Dal punto di vista ambientale, gli abitanti non sapevano come comportarsi con la grande quantità di detriti prodotta dai crolli delle costruzioni. Fig. 3 - Methodology framework of the demonstration project Hanno perciò smaltito il materiale "di possibili schemi e planimetrie. Le premesse hanno dunque scarto" nei terreni agricoli, oppure lo portato alla decisione di coinvolgere gli abitanti e fornendo hanno riciclato per ricostruire le loro loro una formazione pratica che permettesse la ricostruzione 4. STRUCTURE EXPERIMENTS AND TECHNIQUE IMPROVEMENT abitazioni: soluzioni accomunate anche in autonomia. Il primo passo per la riedificazione da un impatto ambientale moltothe anti-seismic Enhancing of the traditionaluna earth-based building is one of del villaggio performance è stato quello di costruire casa facendo tasks andpartecipare determines the success of thealla entire project.inAccording to field negativo. l team di core progettisti, attivamente gli abitanti costruzione modo found that loro the poor structural integrity of the Ilhouse and mechanical dopo aver analizzato le investigation, tipologie di it was tale da rendere la tecnica costruttiva adottata. problema quality delle of rammed-earth thelemain reasons damages of local rammed-earth abitazioni locali, le esigenze principalewalls sonoare state macerie dellafor casa lesionata. L’unico houses in earthquake. Accordingly, the anti-seismic performance, famiglie e le opportunità del caso modo di procedere quindi è stato il riutilizzo di queste. I based on experiments and analyses (Tiegang, et, al., 2010), has been improved in the aspects of coinvolgendo la comunità, hanno progettisti decidono di mescolare al fango, da riutilizzare, la the structure system, materials and tools of rammed earth construction. sperimentato una tecnica tradizionale calce per migliorarne le caratteristiche strutturali. Dopo aver adattandola e migliorandola per sperimentato diverse soluzioni inseriscono una struttura in 4.1. Reinforcement of Structure System poter realizzare delle strutture in terra Southwestern legno all’interno muroMa’anqiao di fango legandola con strisce Historically China,del where Village is located, hasdibeen a major battuta sismoresistenti. Il compito del zone. bambù nei muri building per legarliwith alla struttura. un employed earthquake Meanwhile, rammed Viene earth apportato has beenpoi widely for thousands of years in thisagli region. By utilizing locally available resources, people progetto era tenere in considerazione miglioramento strumenti tradizionali utilizzati per pressare a series of earth-based building techniques simple le esigenze spaziali degli created abitanti del la terra: delle aste con alle estremità dei which blocchiare in legno cheand effective against earthquake. (SONG, 1976))However, these traditional wisdoms were gradually villaggio e sviluppare una serie di vengono ora sostituiti con elementi in ferro per renderli più being lost in past decades due to the lack of public attention and follow-up personnel. By comparison, the newly-built earth house gets higher and wider as the inhabitants pleased, but its anti-seismic performance turns to be worse. As investigated, it is one of core reasons for damages of local rammed-earth houses in this earthquake.
Edward Ng, Mu Jun Con/With:The Chinese University of Hong Kong, Chongqing University The Hong Kong University of Science and Technology, Xi’an University of Architecture and Technology School of Public Health and Primary Care of CUHK Foto di/Photos by: School of Architecture The Chinese University of Hong Kong
tanti hanno Nel frattem necessarie a ché la popo za. Gli abbia per la cucina re le eco-toi abbiano risc no infastidit succede. Un tevamo and di “nuovi co funzionato Mondiale de mo OMS He stata necess più grande dono del vill città per cerc il problema le cinese ne Eravamo co se elevare lo comfort e s restare. Cos per la comu rai del posto villaggio, un il centro è di Mentre sto s il centro di n Sono passat zona. Altrov nomicamen stessa di mig nuare così e risaie della sarebbe dev abbia un co di massa e d il problema comodità de un ciclone e sempre; non fuori del loro dine del gio do e questo davvero mo potranno so nutrimento aspetto. I m diversi: la de
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1. Foro di ventilazione/Ventilation hole 2. Listello di legno/Lath 3. Filtro di legno/Wood block filter 4. Trave in legno/Chain timber 5. Struttura portante in legno/Timber column in wall 6. Pavimento in assi di legno/Wood frame floor 7. Spina in legno nel muro/Wood dowel in wall 8. Armatura in bamboo/Bamboo tendon 9. Strato in paglia e fango/Straw mud 10. Trave di copertura in legno/Timber purlin 11. Colonnina/Short column 12. Travetti in legno/Wood rafter 13. Tegole/Tile 14. Telai delle aperture/Window casing 15. Architrave/Lintel
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performanti. L'edificio viene costruito in soli tre mesi di tempo e ha consentito a tutti gli abitanti di apprendere la tecnica costruttiva e le competenze necessarie per realizzare le loro abitazioni. Vengono poi fatti dei corsi di addestramento per consolidare le competenze e viene anche realizzato un manuale che illustra tutte le tecniche costruttive e i materiali utilizzati: questo tipo di approccio e l'esempio portato dal prototipo hanno in primo luogo dimostrato la bontà delle nuove costruzioni e al tempo stesso permesso agli abitanti di ricostruire le proprie case in modo migliore. Mantenendo come schema fondamentale quello della casa a corte nel rispetto della cultura e dello stile di vita locali, è stata sviluppata anche una serie di modelli alternativi capaci di migliorare sensibilmente l'ambiente abitativo e di essere impiegati in modo selettivo in relazione a condizioni specifiche. Dotate di linee guida, di diverse tipologie di edificio le 33 famiglie del villaggio hanno realizzato in autocostruzione le loro abitazioni. Il progetto ha prodotto diversi risultati: uno sviluppo di una serie d'innovazioni negli attrezzi, nei materiali e nei metodi
costruttivi, migliorie capaci di aumentare sensibilmente la resistenza ai terremoti delle strutture tradizionali in terra battuta, la semplificate di queste soluzioni tecniche utilizzando i detriti prodotti dal crollo delle abitazioni e i materiali naturali disponibili localmente (bambù, legname, pietra, paglia...). Inoltre ha consentito agli abitanti di acquisire facilmente le capacità necessarie ad applicare questo metodo costruttivo a basso costo, riguadagnando anche la fiducia nell'architettura in terra battuta. Gli edifici realizzati e il processo costruttivo sono stati poi monitorati e analizzati a fondo: la tecnologia ottimizzata in terra battuta è facile da utilizzare e richiede attrezzi semplici, richiede poco personale per la costruzione di una abitazione, il 90% dei materiali proviene dal riciclo di macerie o da prodotti naturali e con un costo di circa 15€/m2, un decimo del costo di una nuova abitazione di cemento e mattoni realizzata nella stessa zona. Questo tipo di edificio inoltre consente ambienti interni più freschi richiedono molta meno enregia e nel loro ciclo vitale hanno un impatto ambientale minimo e quindi con una migliore performance ecologica.
SHORT TERM
T Institutional Values
MEDIUM TERM
T Institutional Values
echnology
echnology
T Institutional Values echnology
LONG TERM
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MA • benchmarking e valutazione impatto tecnologie-studio e sperimentazioni preliminari • strategia di condivisione tecnologie-handbook • educazione&formazione-handbook; corsi di addestramento • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota; handbook; monitoraggio e valutazione a posteriori • cooperazione-coinvolgimento comunità locale e istituzioni • opportunità/minacce-studio e sperimentazioni preliminari • drivers decisionali e miglioramento-sensibilizzazione a buone pratiche tramite progetto pilota • rivalutazione patrimonio&tradizione-tech. terra battuta
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech; miglioramento tecnologia tradizionale • partnership ricerca&esecutori-collaborazione tra università e abitanti • incentivi finanziari-finanziamento da parte del MOHURD
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco • riciclo-riuso macerie abitazioni crollate • processo costruttivo integrato-partecipazione alla realizzazione • miglioramento del tradizionale-tecnologia in terra battuta antisismica • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili; miglioramento qualità della vita
• incentivi disincentivi per innovazione e sostenibilitàprogetto pilota; diffusione hanbook;
sessantamila persone, centinaia di migliaia erano ferite e milioni avevano perso la casa. Guidato dai miei studenti Mu Jun e Wan Li, mi avventurai in una delle zone più remote e visitai un villaggio chiamato Ma’anqiao. Quasi tutte le case erano distrutte o gravemente lesionate. Vidi una piccola tenda che conteneva solo un letto. Ne uscì una coppia che mi venne a salutare. L’anziana donna mi disse: «Abbiamo perso la nostra casa, non ci rimane più niente, tutto quello che possiamo fare ora è restare in questa tenda per il resto della nostra vita». Chiesi ai miei studenti: «Cosa facciamo?» Non sono sicuro se sia stato per via della scarica di adrenalina nel mio cervello o perché non avevo dormito la notte prima, ma stupidamente dissi all’anziana donna: «Prima del prossimo Capodanno Cinese, vivrete in una nuova casa». I miei studenti giustamente mi presero da parte e mi dissero che ero matto: «È impossibile: in queste condizioni non c’è alcun modo di ricostruire la casa in soli tre mesi»!
Rilevammo un certo numero di case del villaggio per capire lo schema dell’uso dello spazio abitativo. Preparammo un certo numero di progetti che soddisfacessero le esigenze di famiglie più o meno numerose. Prendemmo nota dei bisogni, delle aspirazioni e dei desideri del villaggi. Molto presto si capì che il progetto standard di ricostruzione delle case fornito dal governo centrale era inadeguato. Gli abitanti di un villaggio in genere hanno bisogno di spazi in più per il deposito dei prodotti agricoli e la cura degli animali; hanno anche bisogno di un grande cortile per le varie attività di essiccazione. Il compito del progetto era tenere in considerazione le esigenze spaziali degli abitanti del villaggio e sviluppare una serie di possibili schemi e planimetrie. Riguardo alla costruzione, il primo problema erano le macerie della casa lesionata. L’unico modo di procedere era riutilizzarle in situ. In questo caso avevamo bisogno di trovare un sistema che rendesse antisismici i materiali di recupero per la nuova casa. Mescolammo il fango da riutilizzare
per la costruzione. Man mano che la costruzione procedeva, ci spostavamo. Facemmo molto velocemente alcuni semplici test per verificare la resistenza dei muri di fango che potevamo costruire e così imparammo che era importante avere una struttura in legno all’interno del muro di fango e che dovevamo inserire strisce di bambù nei muri per legarli alla struttura. Migliorammo gli strumenti per pressare meglio il fango e li dotammo di parti in acciaio. Facemmo lavorare gli abitanti del villaggio alla ricostruzione della casa della donna, con l’idea trasferire loro le nostre conoscenze, ma è inutile dire il trasferimento non è stato a senso unico: in realtà abbiamo imparato molto da loro. Tre mesi dopo, prima del Capodanno Cinese, come avevo promesso la casa era terminata. Da allora abbiamo fatto qualche controllo ambientale e abbiamo capito che la casa funziona molto meglio delle più costose case in cemento armato costruite lì vicino. Questo è un aspetto importante:
A'ANQIAO VILLAGE
Il progetto oltre che a coinvolgere la comuità locale, ha avuto nelle diverse fasi come partner il MOHURD che ha fornito il finanziamento, e ha contribuito alla diffusione del Technical manual distributed in the villages come onprogetto the construction of quakeproof houses;esempio da seguire e del manuale per supervision and illustrations are used to convey to the population guidance of the team. Most research achi thela skillsrealizzazione needed to rebuild their homes after di abitazioni antisismiche in terra battuta the earthquake on the basis of techniques tried were involved to demonstrate to the villagers that their trad out during the reconstruction of the village autocostruzione in tutta la regione. Sono state poi of in Ma’anqiao “modern” form. Now the centre together with the whole villa realizzate altre strutture come un ponte per attraversare il MHURD asinthe demonstration centre in which training works fiume vicino sicurezza, un centro per il villaggio con una craftsmen from the regions with earth building piazza pavimentata, un ambulatorio, una sala di lettura, latradition, wil spread earth-based conception palestra the creando un punto technology di riferimento and per gli abitanti. of sustain Meanwhile, a DIY construction manual about 119 È stato insegnato come realizzare impianti a metano e i constructio earth village house was published. All related techniqu servizi sanitari con le eco-toilet, ma anche buone pratiche illustrated with photos and drawings so as to be easily under di igiene: ciò è servito per migliorare la qualità della vita has been distributed by MHURD to villages and Governmen locale e creare un'autosufficienza perthe riuscire anche a supervision and guidance of the team. Most research achievements from project Western China to enhance local traditional contrastare, nel lungo periodo, unbe grande problema: were involved to demonstrate to the villagers that their tradition can also built in arammed –earth a l'abbandono dei villaggi e il trasferimento della popolazione “modern” form. Now the centre together with the whole village has been appointed by nelletraining città perworkshops, cercare condizioni di vita migliori.and MHURD as the demonstration centre in which for the villagers Manuale tecnico distribuito nei villaggi per l'edificazione di case antisismiche; attraverso illustrazioni si trasmettono alla popolazione le competenze per ricostruire le proprie abitazioni dopo il terremoto sulla base delle tecniche sperimentate nel corso della ricostruzione del villaggio di Ma’anqiao
8. PERFORMANCE craftsmen from the regions with earth building tradition, will be organized regularly to spread the earth-based technology and conception of sustainable architecture. By monitoring theof construction Meanwhile, a DIY construction manual about construction anti-seismic process rammed and newly-buil evaluation has been conducted. earth village house was published. All comprehensive related techniques got summarized and upgraded earth-based technology is easy to handle wi illustrated with photos and drawings so as toThe be easily understood and learnt. The book of each family could be rebuilt within has been distributed by MHURD to villages house and Governments at the grassroots level in 1-2 months by employed craftsmen and free helps from several neighbou Western China to enhance local traditional rammed –earth architecture. are “wastes” from damaged buildings and natural products Therefore, its averaged construction cost is only 15 EURla pc Edward Ng one tenth of the one of local newly-built houses with con gn 8. PERFORMANCE Post-Quake Village Rebuild Construction of the whole courtyard with living and husband en Demonstration Project imp Ma’anqiao Village, Xin'an Township only by the financial support and their savings. Meanwhile, t By monitoring the construction process and newly-built houses by villagers, a le t Huili County, Liangshan Prefecture new earth house, as Figure 11 showing, is far cooler and comprehensiveSichuan evaluation has been conducted. rien Province, China, 2008-10 latter.toMoreover, energy consumption and The upgraded earth-based technology is easy handle with simple tools so that theCO2 emission cau suc themonths new rammed houses are or greatly Ng,could Mu Jun be rebuilt withinof1-2 tan house of eachEdward family by onlyearth relying on one two minimized and ecological performance than local buildings. To Ne Con/With:The employed craftsmen andChinese freeUniversity helps from several neighbours. Over 90% of conventional materials of Hong Kong, Chongqing University nec got entirely satisfied with more healthy and comfortable livin are “wastes” from damaged buildings and natural products sourced from the village. The Hong Kong University of Science ché hasEUR comeper back to themeter, originalwhich peace Therefore, its and averaged cost isvillage only 15 square is and harmony. (fig Technology, construction Xi’an University za. of Architecture Technology one tenth of the one ofandlocal newly-built houses with concrete and bricks. (Fig. 8) per School of Public Health and Primary Construction ofCare the whole courtyard with living and husbandry spaces can be covered re s found that in some traditional rammed-earth houses with of CUHK abb Foto di/Photos by: to School of Architecture byas the support and their savings. Meanwhile, the indoor ambience of the agricultural storage only works a financial thermal buffer effectively The Chinese University of Hong Kong no new earth house, as Figure 11 showing, is far cooler and stabilized than that of the elow against solar radiant heat. Therefore, in design suc latter. Moreover, energy and CO2 emission caused by the whole lifecycle arrets which are adequately ventilated by consumption openings, are tev h existing functions.of the new rammed earth houses are greatly minimized and hence it shows a far better di “ di ventilazione/Ventilation 1. Foro ecological performance than local conventional buildings. To villagers, their living needs hole fun 13 2. Listello di legno/Lath 9comfortable living Mo got entirely satisfied with more healthy and environment. By now the 10 12 3. Filtro di legno/Wood block filter 4 mo of rammed-earth wall village construction in the laboratory and on the site 6 has come back to the original 9 4. Trave in legno/Chain timber 11 peace and harmony. (fig. 9) 5
and standardized earth-ramming tools and 3 procedure (right)
5. Struttura portante in legno/Timber column in wall
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olutions were simplified mainly by2 utilizing “wastes” from natural resources like bamboo, timber, stone, straw, etc. so n and easily handle with minimized increase of cost and es were also translated into the form of easy-to-understand rs what they have to follow in house rebuilding and what is r financial situation. 1
9. Strato in paglia e fango/Straw mud 10. Trave di copertura in legno/Timber purlin 11. Colonnina/Short column 12. Travetti in legno/Wood rafter 13. Tegole/Tile 14. Telai delle aperture/Window casing 15. Architrave/Lintel
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Fig. 8 - Stat. of construction cost of all15families (left); Comparison in construction cost (middle); 8 ofIMPROVEMENT design schemes recommended to villagers OF LIVING ENVIRONMENT Indoor temperature comparison between the newly-built earth house and the local conventional house(right)
esanitary the output of exchanging between the are teamtwo andofvillagers. conditions and indoor comfort the main
sta
Fig. 8 - Stat. of construction cost ofinall (left);frame Comparison piùi assifamilies di legno/Wood floor 6. Pavimento do Indoor temperature comparison the newly-built hou legno nel muro/Wood dowel in earth wall 7. Spina inbetween tendon 8. Armatura in bamboo/Bamboo citt house(right)
il p le c Era se com res per rai vill il ce Me il c Son
PROGETTO
QUINTA MONROY Progettista: Elemental S. A. Committente: Governo regionale di Terapacá Luogo: Quinta Monroy, Iquique - Chile Anno: 2003 Costo complessivo: € 75.000 Tempi di costruzione: 9 mesi Tipo di intervento: nuova costruzione Destinazione d'uso: Residenza Note: programma governativo che intende riqualificare un quartiere nel centro città, costruendo delle abitazioni e infrastrutture per le 100 famiglie che fino a quel momento vi risiedevano illegalmente
Chile Popolazione: 15,116,435 abitanti_PGR 1,05% Area: 756.102 km2 Popolazione Urbana: 89% sul totale_crescita 1,1% PIL (GDP): $ 300 bln_crescita 3,3%
QUINTA MONROY
Nel 2003 il programma governativo Chile-Bairro ha commissionato a Elemental lo studio di una soluzione abitativa di Quinta Monroy, insediamento irregolare situato nel centro della città di Iquique, nel deserto cileno, sulla base di un sussidio di 7.500 dollari per famiglia. Per permettere alle cento famiglie coinvolte di poter rimanere nello stesso luogo e avvalersi dei vantaggi infrastrutturali del centro città, e far fronte al conseguente costo del terreno, il progetto ha moltiplicato la densità abitativa, offrendo un modello alternativo alla proliferazione orizzontale della città sudamericana, dalla favela al suburbio di classe alta. La strategia progettuale prevede la realizzazione di alloggi di circa 30 mq (il massimo realizzabile con i 7.500 dollari
a disposizione, comprendenti infrastrutture, costi del terreno e progettazione), pari a ciò che si prevede sia il 50% di ogni abitazione da completare in una seconda fase attraverso l'autocostruzione. La struttura è composta da nuclei base di 6 x 6 x 2,5 m al piano terra e 6 x 6 x 5 m al primo piano, comprendenti bagno cucina e locale loft, così da creare un tessuto edilizio poroso che diventi un supporto non vincolante, ma controllato.
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Immagini degli interni degli appartamenti allo stato di consegna e dopo gli interventi degli abitanti, sezioni e piante con gli ampliamenti tratteggiati Pictures of the interiors of the apartments ready for handover and after the interventions of the occupants, sections and plans with hatching showing the areas of expansion
ANALISI
La strategia progettuale prevede la realizzazione di alloggi di circa 30 mq (il massimo realizzabile con i 10.000 dollari a disposizione, comprendenti infrastrutture, costi del terreno e progettazione), pari a ciò che si prevede sia il 50% di ogni abitazione da completare in una seconda fase attraverso l'autocostruzione. La struttura è composta da nuclei base di 6 x 6 x 2,5 m al piano terra e 6 x 6 x 5 m al primo piano, comprendenti bagno cucina e locale loft, così da creare un tessuto edilizio poroso che diventi un supporto non vincolante, ma controllato.
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The design strategy envisaged the construction of houses of around 30 sqm (the maximum possible with the 10,000 dollars available, covering infrastructure, cost of the land and design), equivalent to what is expected to be 50% of each house, to be completed by self-building at a later stage. The structure is composed of basic units of 6 x 6 x 2.5 on the ground floor and 6 x 6 x 5 on the second floor, comprising bathroom, kitchen and loft, thereby creating a porous building fabric that becomes a nonbinding but controlled support.
Scorci di Quinta Monroy prima d workshop organizzati dai proget incremento del volume, vedute Vedute aeree dell'insediamento
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Nel 2003 il programma gover studio di una soluzione abita nel centro della città di Iquiq dollari per famiglia. Per perm nello stesso luogo e avvalersi al conseguente costo del terr offrendo un modello alterna sudamericana, dalla favela al
In 2003 the Chile-Bairro Prog
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nel centro della città di Iquique, nel deserto cileno, sulla base di un sussidio di 10.000 dollari per famiglia. Per permettere alle cento famiglie coinvolte di poter rimanere nello stesso luogo e avvalersi dei vantaggi infrastrutturali del centro città, e far fronte al conseguente costo del terreno, il progetto ha moltiplicato la densità abitativa, offrendo un modello alternativo alla proliferazione orizzontale della città sudamericana, dalla favela al suburbio di classe alta.
QUINTA MONROY In 2003 the Chile-Bairro Program of the government of Chile commissioned from Elemental the study of a housing solution for Quinta Monroy, an illegal settlement in the center of the city of Iquique, in the Chilean desert, on the basis of a subsidy of 10,000 dollars per family. To allow the hundred families involved to remain on the same site and take advantage of the infrastructure of the city center, and to meet the consequent high cost of the land, the project has increased the density of habitation, offering an alternative model to the horizontal proliferation of the South American city, from the favela to the upper-class suburb.
Alejandro Aravena Con/With: Alfonso Montero,Tomás Cortese Emilio de la Cerda, Andrés Iacobelli Con/With: José Gajardo, Juan Carlos de la Llera (Engineering); Proingel, Abraham Guerra (Urbanization Specialists) Foto di/Photos by: Cristobal Palma
Alejandro Aravena Elemental Quinta Monroy Quinta Monroy, Iquique, Chile, 2003-04
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Si è deciso di sviluppare una struttura composta solo da piano terra e ultimo: in altre parole, una casa su ciascun lotto con sopra una unità duplex. In questo modo collocando due famiglie per lotto, si è raddoppiato l’indice di sfruttamento del terreno ancora prima di iniziare il progetto. La proposta è consistita nella ripartizione in lotti di 9x9 sui quali sono stati costruiti i volumi di 6x6x2.5 metri, comprendenti bagno cucina e locale loft, sopra a questi, appoggiati ad una soletta di cemento, sono stati disposti alloggi duplex di 6x6x5 metri, realizzando nella fase iniziale, solo metà del volume (3x6x5 metri), comprendente anch’esso cucina bagno e ambiente loft a doppia altezza. Tutte le unità hanno accesso individuale diretto allo spazio comune. In termini costruttivi, il duplex è stato pensato come una struttura a C di setti pieni: il muro, oltre a garantire il necessario isolamento acustico e creare una barriera antincendio tra le proprietà, ma anche rappresentare un supporto sufficientemente solido per le previste espansioni spontanee. Il quarto lato del duplex è in lamiera ondulata: una parete non rigida che può essere facilmente asportata in caso di ampliamenti e servire anche come rivestimento per coprire il vuoto tra i moduli residenziali.
La prima fase di incremento dell’alloggio dovrebbe avvenire suddividendo la doppia altezza interna. L’ampliamento della casa al piano terra dovrebbe invece svolgersi inizialmente sotto la soletta, raggiungendo i 54m2 e utilizzare poi la corte retrostante per arrivare a un’estensione massima di 72m2 così organizzati: 4 camere da letto da 3x3 metriri con zona giorno da 3x6 metri più cucina e bagno. Alla scala urbana, il fattore chiave per migliorare le condizioni economiche dei nuclei familiari disagiati è stato identificato nella creazione di uno spazio fisico nel quale possano svilupparsi forme di cooperazione da "famiglia allargata. Gli utenti sono distribuiti attorno a piazze collettive con accesoo controllato studiate per circa 20 famiglie.
SHORT TERM MEDIUM TERM
echnology
T Institutional Values
LONG TERM
A21 ENABLERS
T Institutional Values
T Institutional Values
echnology
echnology
• strategia di condivisione conoscenze-partecipazione abitanti
• promozione e sensibilizzazione-progetto pilota;
• drivers decisionali e miglioramento-radicamento nel quartiere e consapevolezza del miglioramento di vita
• utilizzo di tecnologie appropriate-"sistema appropriato" con lo scheletro a supporto per autocostruzione • partnership ricerca&esecutori-collaborazione tra governo locale, università, impresa privata e abitanti • incentivi finanziari-finanziamento da parte del governo locale
• processo costruttivo integrato-coinvolgimento dei diversi attori compresi i futuri utenti • costruzioni/demolizioni-riqualificazione quartiere con minor impatto ambientale e sociale
•istituzioni guida-programma governativo di edilizia popolare
QUINTA MONROY L'autocostruzione, in questo progetto, si presenta in forma parziale, infatti il progetto nelle sue intenzioni prevede la realizzazione un "supporto" in cemento armato che si presti agli ampliamenti da parte dei beneficiari in autocostruzione. Il fulcro del progetto si concentra su alcune condizioni: riqualificare in primis un insediamento informale, innovare il sistema di proposta di edilizia popolare, edificare una tipologia abitativa razionale e quindi economica. La risposta dei progettisti è risultata molto efficace garantendo con il minimo dispendio economico, il massimo possibile e costruendo delle abitazioni di classe media. La partecipazione della comunità è stata di fondamentale importanza in quanto ha svolto il ruolo di guida per i progettisti che, attraverso il coinvolgimento, sono stati in grado di concretizzare le reali esigenze abitative e ingenerare nei beneficiari una propria identità e responsabilità. Questo riscontro ha permesso di creare un sistema in cui il miglioramento della propria abitazione comporta il miglioramento dell'intero quartiere e perciò una consapevolezza che porta ad un maggior rispetto per il proprio luogo, cura della propria abitazione ed un auto manutenzione. È questo un intervento che non utilizza una tecnologia appropriata, ma più propriamente un sistema adeguato, mirato alla situazione specifica e cioè la struttura di supporto all'autocostruzione, in cui sono contenuti tutti gli elementi che altrimenti non sarebbero potuti essere realizzati dagli abitanti. Il progetto ha permesso inoltre di non sradicare la comunità dal proprio luogo di appartenenza, il che avrebbe comportato una perdita delle relazioni sociali e lavorative, ma al contrario di riqualificare creando di conseguenza una maggiore identificazione degli abitanti nel proprio quartiere ed un senso di appartenenza che contribuisce ad un maggiore coscienza del luogo e manutenzione. Sicuramente il successo di tale intervento è dovuto a partire del coinvolgimento in prima linea dei beneficiari, ma anche della sinergia tra istituzioni, impresa privata e università, conferendo una struttura organizzativa di sostegno e possibilità di applicazione del progetto.
Emilio Caravatti
PROGETTO
SCUOLA EL
SCUOLA ELEMENTARE KOBÀ Progettista: Emilio Caravatti, Matteo Caravatti Committente: Africabougou Onlus Luogo: Villaggio Fansirà Corò, Yelekebougou Repubblica del Mali Anno: 2010 Costo complessivo: € 26.000 Tempi di costruzione: 5 mesi Tipo di intervento: nuova costruzione Destinazione d'uso: Scuola Elementare Note:
Repubblica del Mali Popolazione: 14.533.511 abitanti_PGR 2,6% Area: 1.240.192 km2 Popolazione Urbana: 34,9% sul totale_crescita 4,77% PIL (GDP): $ 10,31 bln_crescita 2.7%
Elena Verri
1. classroom 2. executive floor realizzazione 3. courtyard della scuola comunitaria nel villaggio 4. neem woodsi inserisce in un programma per Fansirà Corò 5. existing school
La di infrastrutture pubbliche promosso da AFRICABOUGOU, associazione onlus italiana, a sostegno di opere di scolarizzazione nel comune rurale di Yelekebougou. Nella regione nord occidentale della Repubblica del Mali, una tra le nazioni più povere al mondo a stento sostenuta da un’economia di sussistenza, legata ai pochi prodotti della terra, molta della popolazione non ha possibilità di accesso alle minime infrastrutture (acqua, sanità, scuola). In un territorio di piena savana, il villaggio di Fansirà Corò, uno dei 17 villaggi che compongono il comune rurale, accoglie circa 450 abitanti di etnia bambarà, in prevalenza dedita alla coltivazione dei campi.
Emilio Caravatti
Emilio Caravatti
Emilio Caravatti
Emilio Caravatti
The whole village, including the children, has participated in the construction, guaranteeing the contribution and presence of young apprentices who have begun to learn the first basics of the building method.
Anna Martini Camarà
Emilio Caravatti
LEMENTARE KOBÀ
In questo contesto la realizzazione è opportunità per sperimentare in tutte le sue fasi un processo di collaborazione partecipativa con gli abitanti, futuri utilizzatori della struttura. Tempi, materiali e lavorazioni sono concordate in riunioni ed assemblee; il programma delle opere é studiato compatibilmente ai materiali reperibili sul mercato locale e soprattutto sulla base della disponibilità di manodopera, legata alle stagioni di lavoro nei campi. Il progetto viene realizzato in autocostruzione da parte di alcuni ragazzi del luogo nel ruolo di apprendisti affiancati da manodopera locale e altro personale dalle zone vicine: quest'ultimo è stato formato in una precedente esperienza di autocostruzione di un progetto simile.
Emilio Caravatti
SCUOLA EL classroom executive floor courtyard neem wood existing school
Emilio Caravatti
1. 2. 3. 4. 5.
ANALISI
cross section
south elevation
0
2
5
Come nella tradizione locale la terra è il materiale principale di costruzione. La cura nel limitare l'impiego di tecnologie importate, estranee alla naturale predisposizione all'autocostruzione propria della popolazione rurale, e soprattutto portatrici di dipendenze economiche e commerciali, ha spinto alla ricerca e all'applicazione della volta nubiana, un'alternativa tecnica basata sull'uso di coperture in terra cruda costruite senza l'uso di lamiera, legno o casseforme e che permette la realizzazione di ambienti con condizioni termiche particolarmente favorevoli. La costruzione di aule scolastiche, per le quali si necessitano dimensioni standard fornite dal Ministero dell'educazione, ha spinto a definire, in un processo di attualizzazione ed adattamento tipologico e strutturale,
LEMENTARE KOBÀ
un sistema sperimentale ibrido che impiega, accanto a delle volte a corsi inclinati, una trave di cemento a T rovesciata che serve per realizzare luci libere di notevole dimensione; due travi e tre volte formano il modulo di una aula che, dopo solo dieci giorni di lavoro per impostare i getti delle travi, offre la possibilità di costruire, con strumenti e manodopera presenti in villaggio, un edificio completamente di terra. Manodopera esperta proveniente dai villaggi vicini, nei quali si sono già realizzati edifici con questa tecnica, ha supportato il lavoro di cantiere della comunità locale che ha garantito la fabbricazione dei 30.000 mattoni in terra cruda per i muri portanti e dei 15.000 mattoni di più piccolo formato per le costruzione delle volte di copertura. Le donne si sono incaricate di non far mancare l'acqua per la realizzazione dei mattoni e della malta in terra. L'intero villaggio, bambini compresi,
ha partecipato con quotidiano appoggio alla costruzione garantendo l'assistenza e la presenza di giovani apprendisti che hanno cominciato ad imparare i primi rudimenti della tecnica costruttiva divenendo a loro volta muratori in una sola stagione di cantiere. Da coltivatori quali erano, i giovani apprendisti saranno poi impegnati in altre costruzioni anche al di fuori della propria regione. La struttura dell'edificio, con fondazioni muri e coperture, è stata realizzata durante la stagione secca in tre mesi di cantiere, mentre le opere di finitura (intonaci pavimentazioni ed arredi) sono state terminate all'inizio della stagione successiva. Per la realizzazione della scuola si sono spesi cinque mesi di lavori per un costo complessivo di circa 26.000 euro. Ad opera realizzata, un comitato di gestione, al quale prendono parte uomini e donne del villaggio, assicurerà la manutenzione
SHORT TERM
T Institutional Values
MEDIUM TERM
T Institutional Values
echnology
echnology
T Institutional Values echnology
LONG TERM
A21 ENABLERS
SCUOLA EL • strategia di condivisione tecnologie-partecipazione
• educazione&formazione-handbook; corsi di addestramento • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota; • drivers decisionali e miglioramento-sensibilizzazione a buone pratiche tramite progetto pilota • rivalutazione patrimonio&tradizione-terra come principale materiale; volta a nubiana;
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech; integrazione tecnologia tradizionale dei mattoni in terra cruda con strutture in cemento armato
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco (terra) • processo costruttivo integrato-partecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili; miglioramento qualità della vita; futuro impiego lavorativo in altri progetti;
Elena Verri
architettura per bambini Il laboratorio è stato realizzato come strumento conclusivo del progetto di costruzione della scuola di Fansirà Corò partendo dal presupposto che durante il processo di appropriazione del manufatto architettonico da parte della comunità, i bambini svolgono un ruolo determinante. La prospettiva di progetto si allunga per giungere ad irrinunciabili occasioni connesse alla realizzazione dell'edificio. Intento primario diventa fornire anche ai protagonisti più piccoli degli strumenti per leggere il cambiamento che si sta realizzando. L'architettura può essere a tutti gli effetti un mezzo appropriato per perseguire questo obiettivo perchè, la sua manifestazione nel mondo reale aiuta i bambini a specificare le differenti fasi del processo – ieri la vecchia scuola, oggi il nuovo edificio, domani un progetto condiviso – e allo stesso tempo, grazie alle sue qualità, riesce a stimolarli, trasmettendo la curiosità di scoprire gli ambienti che abitano insegnando loro ad attribuire valore allo spazio che vivono. Il processo architettonico viene nobilitato a dispositivo pedagogico con la speranza che, a partire dall'analisi di un luogo a loro familiare, possano, a lungo termine, immagazzinare questo modo di penetrare la quotidianità per estenderlo a qualsiasi scenario. Il percorso è stato sviluppato, con l'impiego di metodologie partecipate che hanno portato i bambini alla realizzazione di un progetto nello spazio aperto utilizzando degli pneumatici riciclati presso l'unica stazione di servizio presente ai bordi dell'asfalto a qualche chilometro di distanza dal villaggio.
Emilio Caravatti
Anna Martini Camarà
Elena Verri Emilio Caravatti
Emilio Caravatti
Anna Martini Camarà
Emilio Caravatti
e la gestione dell'edificio. Risultato di questo scambio continuo tra progetto e processo sono gli appunti a matita su un pacchetto di sigarette delle sagome delle nuove aule, i nuovi cantieri in autocostruzione per le proprie abitazioni in volta nubiana, il numero crescente di persone interessate all'apprendimento della tecnica. Tutto questo indica che l'intervento non può terminare con l'inaugurazione della scuola, quando gli allievi entrano in classe, ma perdura e si trasforma in risultati ancor più significativi estendendosi oltre l'edificio stesso, sostenendone l'integrazione nella comunità con progetti di sensibilizzazione come di recente accaduto per i primi laboratori di architettura per bambini inaugurati propria nella scuola di Fansirà Corò all'inizio del nuovo anno scolastico. Un progetto di architettura che cerca risposte alle evidenti necessità: la terra e le mani sono le risorse principali, alimentati dalla partecipazione della popolazione, affinché ciò che si realizza venga percepito e vissuto come bene appartenente alla propria collettività, e quindi da preservare e sostenere con il massimo dell'autonomia e responsabilità. In un ambito così caratterizzato, ogni scelta progettuale, costruttiva, strategica o compositiva vive di The whole village, unvillage, confronto diretto con i bisogni evidenti dei The whole including the children, including the children, has participated in thepersone, del clima, delle possibilità luoghi, delle has participated in the construction, guaranteeing construction, guaranteeing the contribution and the contribution and tecniche e pratiche, necessario per ricercare presence of young presence of young apprentices who have apprentices who have un nesso logico tra metodo (in architettura) e learn begun begun to learntothe firstthe first basics of the building basics of the building sociale. Una esperienza di progetto, impegno method. method. di lavoro, riflessione personale sul ruolo dell'architettura, sul come e perché intervenire anche in luoghi come questi. Laboratori di
Emilio Caravatti
Emilio Caravatti
LEMENTARE KOBÀ
PROGETTO
SCUOLA P
SCUOLA PRIMARIA GANDO Progettista: Diébédo Francis Kéré Committente: Village Community of Gando Luogo: Gando, Province Tenkodogo - Burkina Faso Anno: 2000 Costo complessivo: € 35.000 Tempi di costruzione: 10 mesi Tipo di intervento: nuova costruzione Destinazione d'uso: Scuola Primaria Note:
Burkina Faso Popolazione: 17.812.961 abitanti_PGR 2,6% Area: 274.200 km2 Popolazione Urbana: 26,5% sul totale_crescita 6,02% PIL (GDP): $ 5,463 bln_crescita 8,7%
PRIMARIA GANDO
L’idea di Kerè era quella di costruire un villaggio scolastico sfruttando al massimo le risorse naturali del Burkina Faso e il potenziale delle comunità locali. Del modo di costruire tradizionale del suo paese in autocostruzione e con materiali locali, Kèrè afferma che “costruire è un evento sociale, diventa una grande festa in cui si batte il pavimento di terra a ritmo di musica, ballando”. Per questo motivo decise di costruire una nuova scuola elementare coinvolgendo nell’opera tutto il villaggio: “volevo erigere un edificio moderno con materiali a buon mercato e adatti alle condizioni climatiche del Burkina Faso. L’architetto elabora un nuovo concetto costruttivo, essenziale e allo stesso tempo rivoluzionario: “l’edificio è fatto prevalentemente di mattoni di terra cruda, con
un doppio tetto che serve a proteggere dal caldo e dalle piogge, e un sistema di ventilazione naturale, dato che a Gando l’elettricità non è ancora arrivata”. Il materiale necessario per il progetto è facilmente reperibile nella regione e, una volta assemblati, i tralicci possono essere issati senza il bisogno di una gru. E’ un progetto che si pone come primario obiettivo proprio la sensibilizzazione della comunità locale circa il valore dei materiali locali e della tradizione costruttiva che a loro appartiene. Per questo motivo sono state scelte, per la fase ideativa e per quella realizzativa, persone native del luogo a cui è stato possibile trasmettere i valori della cooperazione che hanno permesso, successivamente, di procedere alla costruzione di due scuole nei villaggi limitrofi a Gando con le stesse tecniche costruttive.
Project: Location: Architect:
Primary school for Gando Gando, Boulgou, Burkina Faso Diébédo Francis Kéré
Content: Scale:
Cross section M 1 : 50
SCUOLA P
ng
1
maintained by the overhanging the facades. The raised corrugated el truss, allows cooling air to flow roof and the ceiling. The double roof vection, and simulates air-conditionth blocks form the walls, which absorb om temperature.
3 2
5
6
4
10
11
12
13
14
7 9 8
1
2
ROOF roof membrane of corrugated metal sheets, girders of welded reinforcing steel
5
BUTRESSES
6
WINDOWS steel lamella elements
SUSPENDED CEILING clay bricks
7
STEPS Natural stone or concrete
3
RING BEAM reinforced concrete
4
SUPPORTING CLAY WALLS
8
9
PERMANENT SHUTTERING edgewise bricked-up adobe
10
CLAY AND STONE FILLING
11
COMPRESSED CLAY traditionally stamped clay
12
TERRACE COVERING clay bricks
CONTINOUS FOUNDATION non-reinforced concrete
13
EDGE STRIPS TERRACE natural stone masonery
14
RAINWATER CONDUCTOR filled with gravel
6
7
La forma dell’edificio e in materiali utilizzati consentono di fare diverse considerazioni fall_2011 in merito alla strategia climatica. Le tre aule destinate agli alunni sono posizionate in sequenza lineare e sono separate tra loro da spazi esterni coperti che possono essere utilizzati per il gioco o per lezioni all’aperto. La struttura è realizzata in muri portanti in blocchi di terra compressa; travi di cemento corrono per tutta la larghezza della soffitto per sostenere il peso della terra utilizzata anche in questo caso. Il confort climatico è garantito anche dalla copertura sovrastante, che ombreggia le facciate grazie all’aggetto del tetto in lamiera ondulata con capriate in acciaio, e alla distanza tra i due livelli di copertura con permette all’aria di circolare liberamente garantendo una ventilazione costante e quindi un minore innalzamento della temperatura interna soprattutto nelle ore più calde. L’inerzia termica del materiale utilizzato inoltre contribuisce a ridurre il calore interno. La sostenibilità del progetto è garantita anche dal fatto che i materiali utilizzati sono di provenienza locale e facilmente reperibili; questo, insieme alla possibilità di coinvolgere la comunità nella realizzazione del progetto ha permesso di mantenere un basso impatto economico sul costo dell’intero progetto. Si otteniene il supporto di Locomat, ente governativo in Burkina Faso, per la formazione di figure esperte nella tecnica costruttiva che utilizza blocchi di terra stabilizzati e compressi. Le autorità locali hanno riconosciuto il valore del progetto: da una parte provvedendo a reperire e pagare il personale docente, dall’altra impiegando la forza lavoro impegnata nella costruzione della scuola di Gando, un piccolo villaggio di 3.000 abitanti del Burkina Faso, anche nei progetti pubblici della città. I risultati sono stati
case study | Primary School / Francis Kere
ANALISI
EthiopiaStudio2.0
PRIMARIA GANDO
ect: ation: hitect:
Primary school for Gando Gando, Boulgou, Burkina Faso Diébédo Francis Kéré
tent: e:
Floor Plan and longitudinal section M 1 : 200
Longitudinal section
63 m²
Project: Location: Architect:
Primary school for Gando Gando, Boulgou, Burkina Faso Diébédo Francis Kéré Floor Plan
Content:
Elevations M 1 : 200
West elevation
North elevation
South elevation
covered areas for recreation
covered areas for recreation
63 m²
East elevation
63 m²
SHORT TERM
T Institutional Values
MEDIUM TERM
T Institutional Values
echnology
echnology
T Institutional Values echnology
LONG TERM
A21 ENABLERS
SCUOLA P • strategia di condivisione tecnologie-partecipazione e coinvolgimento • educazione&formazione-corsi di addestramento in partnership con ente governativo (Locomat) • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota; • cooperazione&partnership-partnership con Locomat • drivers decisionali e miglioramento-sensibilizzazione a buone pratiche tramite progetto pilota • rivalutazione patrimonio&tradizione-blocchi di terra come principale elemento costruttivo;
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech; integrazione tecnologia tradizionale dei blocchi di terra con strutture in cemento armato ed elementi in acciaio leggeri
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco (terra) • processo costruttivo integrato-partecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie innovative e sostenibili facilmente replicabili; miglioramento qualità della vita; futuro impiego lavorativo in altri progetti;
PRIMARIA GANDO che altri due villaggi vicini ne hanno seguito l’esempio costruendo con uno sforzo comune le loro scuole e partecipando così ad un progetto socialmente condiviso. L’intera comunità di Gando, uomini, donne e bambini, è stata coinvolta nella costruzione della scuola che, cominciata nell’ottobre 2000, si è conclusa nel luglio 2001. La sostenibilità del progetto risiede nell’uso e nella valorizzazione delle risorse locali, sia in termini di materiali da costruzione, sia in termini di maestranze. Le esigenze climatiche, dato l'aumento continuo delle temperature massime, in media di 25°C, e della piovosità, hanno influenzato profondamente forma, struttura e orientamento dell’edificio. Le aule allineate sono separate da due spazi esterni porticati, destinati alle attività ricreative e didattiche. L’ossatura portante è costituita da murature in blocchi di terra stabilizzati con l’8% di cemento industriale, compressi a mano sul cantiere e legati da Primary School for Gando malta di terra. Travi Project: in cemento, cheFasocorrono Location: Gando, Boulgou, Burkina Architect: Diébédo Francis Kéré trasversalmente da muro a muro, fanno da supporto ad un’orditura longitudinale di barre di acciaio da costruzione da 12 mm di diametro. Su queste, un soffitto sospeso di blocchi di terra, che si arresta a pochi centimetri dai muri perimetrali, consente l’ingresso zenitale della luce e favorisce la ventilazione. Il sistema di copertura fortemente aggettante ombreggia le facciate della scuola. Esso è costituito da una struttura a traliccio metallico (richiamo estetico alla ramificazione della parte superiore del tronco dell’albero) sulla quale sono disposti pannelli in lamiera ondulata. Il merito dell’architetto risiede nell’aver creato un’architettura di pregio, semplificando le tecniche industriali di costruzione e adattandole ai molti limiti del contesto. La forma del tetto è infatti stata determinata da esigenze pratiche: la difficoltà a trasportare per molti chilometri materiali da costruzione pesanti e lo svantaggio economico derivante dall’importazione di speciali macchine come le gru. Invece, l’architetto ha escogitato un processo in cui i comuni ferri di acciaio da
costruzione sono usati per creare travature leggere, ed ha reso tutto questo possibile solo insegnando alla gente come usare una sega manuale e una saldatrice. Ma più di ogni altra cosa l’architetto ha il merito di aver concepito un’opera esemplare che di lì a poco avrebbe diffuso nelle comunità locali un senso di fiduciosa consapevolezza sulle potenzialità e sui vantaggi dei materiali tradizionali: non a caso, infatti, la scuola è stata ampliata con un progetto dello stesso architetto nel 2008, e la costruzione della scuola è stata seguita dalla costruzione di edifici residenziali del tutto simili, destinati ai docenti dei corsi di formazione.
exploded drawing
PROGETTO
SRA POU VOC
SRA POU VOCATIONAL SCHOOL Progettista: Rudanko + Kankkunen Committente: Sra Pou community - Blue Tent NGO Luogo: Sra Pou - Cambogia Anno: 2010 Costo complessivo: â‚Ź11.000 Tempi di costruzione: 12 mesi Tipo di intervento: nuova costruzione Destinazione d'uso: Scuola Professionale Note:
Cambogia Popolazione: 15.205.539 abitanti_PGR 1,7% Area: 181.035 km2 Popolazione Urbana: 20% sul totale_crescita 2,13% PIL (GDP): $ 14,24 bln_crescita 7,1%
CATIONAL SCHOOL
A Sra Pou, povera realtà nelle vicinanze della capitale Phnom Penh, è stata progettata una Vocational School, una scuola professionale, luogo dove gli abitanti possono avviare nuove attività professionali per migliorare le precarie condizioni di vita, insegnare e imparare anche a come autocostruirsi le proprie abitazioni, in modo consapevole e sostenibile e diventare un punto di riferimento per l'intera comunità. Sra Pou Vocational School, è una struttura ecosostenibile e a km 0, costruita attraverso il coinvolgimento della popolazione locale, favorendo l'utilizzo delle tecniche e dei materiali conosciuti dagli artigiani del luogo, con l'obiettivo principale di insegnare loro a realizzare edifici attraverso l’impiego dei materiali a disposizione senza dover ricorrere a tecniche economicamente poco
vantaggiose. Una scuola su due livelli, realizzata senza l'ausilio di mezzi meccanici costruita interamente da una muratura in mattoni di terra essicati al sole e fibra colorata. L'intervento nasce dalla collaborazione tra due giovani architetti finlandesi e la NGO Ukumbi, dei rappresentati della comunità locale e numerosi volontari che hanno contribuito al finanziamento dell'opera anche attraverso piattaforme di crow-funding. Uno degli intenti è di intervenire sulla società, anche attraverso questa realizzazione, dando agli abitanti la possibilità di frequentare dei corsi di formazione, in grado di fornire nozioni basilari per dare vita a un'economia locale.
SRA POU VOC A
SERVICE ENTRANCE A
WATER PIPE FROM ROOF (SEE RWH DIAGRAM)
STORAGE 12
3,750
MECHANICS WORKSHOP 15
SOIL BLOCK, BASIC LAYOUT
BAMBOO RAILING AND BAMBOO STRIP BRAID SHUTTERS (SEE DETAIL 5)
SOIL BLOCK, BASIC LAYOUT
3,750
STREET TERRACE
SOIL BLOCK, SEMI-TRANSPARENT LAYOUT (SEE DETAIL 4)
SOIL BLOCK, SEMI-TRANSPARENT LAYOUT (SEE DETAIL 4)
B
B
15,000
WORKSHOP 22
11,204 WATER CONTAINER
WATER PIPE FROM ROOF (SEE RWH DIAGRAM)
k = 1,250
WATER CONTAINER
5,000
WORKSHOP STORAGE 8
SOIL BLOCK RAILING
6,000
5,250
La scuola realizzata nel villaggio di Sra Pou, in Cambogia, dai giovani architetti finlandesi Hilla Rudanko e Anssi Kankkunen è un brillante esempio di architettura "sostenibile" ed "etica", concepita nel pieno rispetto dell’ecosistema naturale e antropico e nell’intento di incentivare un processo di crescita sociale ed economica in un contesto sprovvisto delle più basilari risorse per una decorosa condizione insediativa. Sra Pou è una delle tante sfortunate comunità cambogiane sfrattate dalle abitazioni in città e relegate ai margini delle frange urbane in un contesto totalmente privo di infrastrutture, decenti condizioni abitative e opportunità di lavoro. L’obiettivo fondamentale dell’intervento è incoraggiare le famiglie a intraprendere un percorso di riscatto economico e sociale apprendendo un mestiere nell’ambito di un processo solidalmente condiviso dall’intera comunità. La nuova scuola, infatti, si pone come obiettivo quello di garantire corsi di formazione professionale gestiti da una locale Ong, diventando così un importante punto di riferimento per la vita relazionale del villaggio. Essa è stata costruita grazie all’impiego di maestranze locali che, sotto l’attenta sorveglianza e la scrupolosa direzione dei progettisti, hanno maturato un sapere condiviso fondato sull’apprendimento e la messa in pratica di tecniche costruttive, facilmente adottabili anche in futuro, per l’auto-costruzione di altri spazi della comunità. In ragione della scarsità di materiali edili e del limitatissimo budget, è stato utilizzato il materiale largamente disponibile in situ, la terra rossa, con cui sono stati realizzati, interamente a mano e senza alcun supporto meccanizzato, i blocchi essiccati al sole
1. JA 2. KERROKSEN POHJAPIIRROKSET
ANALISI
4,000
14,946
CLASSROOM 45 COMMUNITY ROOM 40
CATIONAL SCHOOL
C
CORRUGATED IRON + PALM LEAF THATCH ROOF
+3,350
CLASSROOM 35
BAMBOO PILLARS AND RAILING
SUNSHADING
RAINWATER HARVESTING
CUT BAMBOO FLOORING, BAMBOO BEAMS
+3,200
+2,800
SOIL BLOCK, SEMI-TRANSPARENT LAYOUT
COMMUNITY ROOM 40
WORKSHOP
+1,000
VENTILATION
+0,600
+0,600
4,200
4,000
10,000
SECTION A
CORRUGATED IRON + PALM LEAF THATCH ROOF
SOIL BLOCK, BASIC LA YOUT SOIL BLOCK, BASIC LAYOUT
SOIL
BLOCK
RAILING
BAMBOO PILLARS AND RAILING
SOIL BLOCK RAILING
SOIL BLOCK, SEMI-TRANSP ARENT
LA YOUT SOIL BLOCK, SEMI-TRANSPARENT LAYOUT
STREET
STREETSIDE TERRACE
che annoverano, tra in componenti, anche TEKNINEN LEIKKAUS + LEIKKAUKSET A JA B paglia e circa il 5% di cemento. Il risultato è un’opera decisamente d’effetto nella sua disarmante semplicità, frutto della dinamica sinergia tra antica manualità dell’uomo e sensibilità progettuale contemporanea. I muri in blocchi di terra rossa rimarcano la continuità cromatica con il contesto circostante. Le pareti esterne, perforate a ritmo irregolare, lasciano penetrare indirettamente la luce solare creando vibranti giochi luminosi. Le porte a doppia anta dai colori accesi, realizzate a mano, rimarcano un forte segno di caratterizzazione dell’opera rendendola visibile da lontano. Di notte, l’involucro, interrotto dalle piccole bucature, lascia filtrare dall’interno una luce calda e la scuola si illumina come una "lanterna magica", a rivelare una presenza umana fortemente rivendicata nella sua identità civica e comunitaria. Le soluzioni tecnologiche adottate denunciano una concreta competenza progettuale in termini di ricerca del benessere termo-igrometrico degli
WC
ambienti attraverso l’uso di tecnologie semplici ma efficaci. Le murature massive, dotate di elevata inerzia termica, consentono un elevato sfasamento e dunque garantiscono ottimi risultati in termini di controllo climatico delle temperature interne. La presenza delle forature assicura l’attivazione di moti convettivi utili per la ventilazione naturale. Un porticato leggero a struttura lignea fornisce un piacevole spazio comune ombreggiato per l’incontro all’aperto e agisce come efficiente sistema di ombreggiamento per evitare l’eccessivo surriscaldamento del fronte soleggiato.
SHORT TERM
T Institutional Values
MEDIUM TERM
T Institutional Values
echnology
echnology
T Institutional Values echnology
LONG TERM
A21 ENABLERS
SRA POU VOC • strategia di condivisione tecnologie-partecipazione e coinvolgimento • educazione&formazione-corsi di addestramento in partnership con ente non governativo (NGO) • promozione e sensibilizzazione-progetto pilota; • cooperazione&partnership-partnership con Ukumbi NGO • drivers decisionali e miglioramento-sensibilizzazione a buone pratiche tramite progetto pilota • rivalutazione patrimonio&tradizione-mattoni di terra rossa;
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech; mattoni in terra;
• edificio ecosostenibile • energie/materiali rinnovabili-materiali in loco (terra) • processo costruttivo integrato-partecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie con utilizzo di risorse locali e facilmente replicabili; miglioramento qualità della vita; futuro impiego lavorativo;
CATIONAL SCHOOL Lo scopo principale del progetto, oltre che la realizzazione dell'edificio è quello di trasmettere delle competenze che possano essere apprese e assimilate in modo da rendere autonoma la comunità locale da altri sistemi economici non accessibili e di creare le basi per uno sviluppo economico locale; le tecniche apprese consentono di costruire le future abitazioni e intraprendere un'attività lavorativa nel settore delle costruzioni rilanciando il mercato del luogo. Parhaiden rakennustekniikoiden tutkiminen alkoi paikan päällä. Il progetto della materiaaleja scuola permette di Tutkimme lähialueilla kasvavia pilota ja tuotettavia ja olemassa olevaarendere ammattitaitoa. Alla korintekjä Sra Poun vanhasta chiare alla popolazione le possiblità kylästä. Hänen taitojaan voidaan käyttää punottujen ovien ja e le modalità di realizzazione di un edificio e ikkunaluukkujen teossa. la valenza di tecniche tradizionali che seppur Lisäksi kävimme läpi paikalliset rakennusmateriaalikaupat ja più che povere possono portare a risultati kartoitimme tuotteiden hinnat. Hinnat vaihtelevat voimakkaasti positivi. alueittain riippuen paikallisesta tuotannosta. Trattandosi di un intervento puntuale non c'è Seuraavalla sivulla tutkimustamme maatiilen teosta, jota esiintyi e perciò il coinvolgimento di enti governativi Sra Poun lähistöllä. Tiilen ainesosien sekoitussuhteet vaihtelevat può mancare quella struttura di base che maanottopaikan mukaan, joten teemme vielä kokeita eri ne amplificherebbe gli effetti; in mancanza di sekoitussuhteilla seuraavalla matkalla Kambodzaan. questo il risultato è stato comunque assicurato dalla gestione da parte dell'associazione NGO Ukumbi che ha coinvolto la comunità e fornito la struttura organizzativa durante la costruzione della scuola. Un intervento di questo tipo evidenzia il ruolo fondamentale di un ente no-profit in mancanza delle istituzioni locali, e di essere in grado di gestire le diverse fasi di un progetto come questo di autocostruzione coordinando i diversi attori coinvolti, reperendo i finanziamenti necessari e l'azione dei diversi soggetti a livello operativo. L'architetto da parte sua trova la soluzione più adeguata al caso, riscoprendo tecniche e materiali tradizionali del luogo e riportandoli nella cultura della popolazione locale che ritrova la propria identità e sicurezza nell'impiego di questi strumenti per la propria abitazione, ma anche come nuova opportunità lavorativa e mezzo per un miglioramento della qualità della vita.
MAKING OF THE SOIL BLOCK
soil
sand
straw
cement
1. mix
2. pack
3. dry
+ water
PROGETTO
10x10 LO
10x10 low cost housing Progettista: MMA Architects Committente: Sra Pou community - Blue Tent NGO Luogo: Freedom Park, Cape Town - South Africa Anno: 2008 Costo complessivo: â‚Ź11.000 Tempi di costruzione: 12 mesi Tipo di intervento: nuova costruzione Destinazione d'uso: Scuola Professionale Note:
Sudafrica Popolazione: 48.601.098 abitanti_PGR 0,6% Area: 1.221.037 km2 Popolazione Urbana: 62% sul totale_crescita 1,21% PIL (GDP): $ 384,3 bln_crescita 3,1%
OW COST HOUSING
L’obiettivo di Design Indaba, iniziativa nata nel periodo post-apartheid per discutere dei molti problemi sociali, economici, urbanistici delle città del Sud-Africa, è stato quello di proporre a diversi progettisti di proporre delle soluzioni di intervento per avviare un operazione di riqualifica di uno slum, un abitato informale. La richiesta era di pensare all’applicazione di un metodo costruttivo che consentisse, con risorse economiche limitate, la realizzazione di confortevoli unità abitative monofamiliari, in tempi rapidi e con il contributo della popolazione stessa, per intervenire sul problema abitativo di un insediamento abusivo di Città del Capo. Nello specifico l’area oggetto di intervento era quella di Freedom Park, uno dei 200 slum della zona metropolitana che, in circa centomila abitazioni ospita
mezzo milione di persone, il 60% della popolazione della capitale attualmente residente in baracche; un’area informale, insomma, tra le più vaste e densamente abitate. Si è rivelata vincente l'idea proposta dallo studio sudafricano MMA Architects, di utilizzare la tecnologia di un azienda sudafricana, la Ecobeam: una struttura di legno e metallo, e sacchetti di sabbia al posto dei mattoni. Un sistema che ha permesso di abbattere sia i costi del materiale sia i tempi di costruzione, e che offre il vantaggio di poter essere utilizzato anche da manodopera non specializzata, oltre a fornire un ottimo isolamento termico e acustico. Dopo un periodo di contrasti tra gli abitanti della baraccopoli e la municipalità, quest’ultima ha deciso di finanziare un progetto pilota destinando poco meno di € 5000.
10x10 LO
_piano terra A
B
_piano primo
A
C
B
C
3190
330
3490
710
2830 1410
GARDEN
08
08
3490 3359 2450
2225
3190
330
910
840
330 560
1372 462
898
910
330
898 710
07
2225
07
3270
ALMA STREET
1 08
07
Ground Floor 1 : 100
0608
A3D7
0507
0406
ANALISI 1
1 : 100
1
1 : 100
0204 01
321
Date
B
A3D7
05
BEDROOM 02
No.
Description
LOUNGE/ KITCHEN
No.
splashback & mirror WC
2386 2225
shelving
3634
567
9236 2225 2225 175 0
DI022
Project number Date
OCT 2007
Drawn by
Author
Checked by
Checker
Scale
1 : 100
First Floor
First Floor
2600
2600
2600
Ground Floor
Ground Floor
Ground Floor
0 NGL
0 NGL
-150
-150
06
2
07
DI
South 1 : 100
08
2
-150
South 1 :C100
1
A3D7
BC
AB
DI
Roof
Roof 5200 TERRACE BEDROOM 02
2600
GARDEN
Ground Floor NGL
DI022Project number
Project number Date
LOUNGE
OCT 2007DateDINING STOEP AuthorDrawn by
Drawn by Checked by
Section 4 1 : 100
Author
0 -150
_sezione6 2
DI022
OCT 2007
Scale Checker 1Floor : 100 Ground NGL
Scaleby CheckerChecked
1 A3D7
3 SectionSection 5
2600
A3D6 WC
0 -150
_sezione5
TERRACE
First Floor ELEVATIONS ELEVATIONS
First Floor
10 x 10 HOUSE 10 x 10 HOUSE JONKER JONKER Ground Floor NGL 0 -150
A
5200 STAIR
Date
C
0 NGL
_sud
MAIN BEDROOM
First Floor Date Description 2600 BALCONY
SHOWER
B
C
Date
STAIR
KITCHEN/ DINING
1 A3D7
A
B
Description
1 A3D7
GROUND FLOOR PLANDI 10 x 10 HOUSE Roof Roof A3D2 JONKER 5200 5200
Roof
BEDROOM 02
01
732
First Floor
C
2
04
A
No.
DI
5200
BEDROOM 01
610
8118
1 : 100
02 01
1
03
1038 100
787 330 4237
1
03
First Floor
A3D7
02
910
1 A3D7
A3D7
A
1560 3490
A3D7
_ovest
West
79 1902 03300
1198
01
10 x 10 HOUSE Roof 5200 JONKER
West
02
1200
220
0305
Description
03
MASTER BEDROOM
1
2
2
No.
512
954
shelving
Section 6
2007/12/07 10:33:18 PM
1480
LANDING 813 241 822
TERRACE
04
813
2007/12/07 10:31:13 PM
1386
1560
1110
Low Wall
05
double bunk 1350
1305
Low Seat STOEP
330 610 258
4771
2225
2225 0
0330
02
175 0
610 148 910
LOUNGE
STOEP
desk
double bunk BEDROOM 2
799
2225
2225
03
built-in bench
674
486
Timber Gate
294
330
7699
9236
04
8129
KITCHENETTE
610 293 610 336 610 462
2225
2225
1500
1095 610 262 610
DINING/ STUDY
900
2225
762
610 241 610
ERF. 58476 WC
2 A3D7
05
910
700
UP
568
79 2225
1500 79 8118 2129
2225
1919 330
290 2225 165
2386
330 1170
SHOWER
1462
1278
2 A3D7
06
TERRACE
330392 610 0 610 369
330
06
100 777
STOEP
OW COST HOUSING Partendo da un lotto dalle dimensioni prefissate di 112 mq, i progettisti hanno pensato di disporre i 40 mq da destinare all’unità abitativa su due livelli, riducendo al minimo l’ingombro dell’edificio e garantendo così condizioni di maggiore salubrità e vivibilità al complesso, un miglioramento delle condizioni urbane, uno studio del fronte strada. Si ottiene una struttura compatta in cui la zona giorno è posta al livello inferiore, in stretta relazione con lo spazio esterno che diventa un naturale sfogo per le attività che la popolazione locale sovente ama svolgere all’aperto. Al piano superiore è posta invece la zona notte strutturata in due ambienti, la camera principale verso la strada e quella dei bambini, che ospita due letti a castello, verso l’interno del lotto. Molto importante nello sviluppo planimetrico è il ruolo della terrazza che funge da elemento di controllo climatico dello spazio al piano terra e può diventare area di possibile estensione dell’abitazione qualora la famiglia ne abbia necessità. Dovendosi confrontare con il tema dell’edilizia abitativa a basso costo il primo problema di cui occuparsi per lo studio MMA Architects è stato quello di identificare un metodo costruttivo alternativo a quello che tradizionalmente viene utilizzato negli abitati informali, africani e non solo, che si basa sull’utilizzo di mattoni o blocchi in calcestruzzo. Questa tecnologia, seppur di realizzazione piuttosto semplice, ha dei costi a volte eccessivi per la popolazione, in particolar modo per l’incidenza dei furti dei materiali stessi durante la fase di realizzazione. La scelta più appropriata è sembrata quella di un telaio strutturale in legno con travi metalliche per garantire una buona resistenza a trazione e tamponato con sacchi di sabbia fissati tra loro con filo spinato. Dal punto di vista del comfort termico e acustico, questa tecnologia ha un’ottima funzionalità dovuta all’inerzia della massa di terra e garantisce stabilità grazie al peso dei sacchi riempiti, a fronte di una realizzazione quasi totalmente portata a termine dalla popolazione stessa e con un fabbisogno di energia elettrica praticamente
azzerato richiedendo la struttura quasi esclusivamente lavorazioni manuali. Essendo inoltre quasi totalmente assemblata a secco, i tempi di realizzazione sono evidentemente più rapidi; l’unica parte che necessita di una fase di asciugatura è l’intonacatura esterna a protezione dei sacchi. Per realizzarla, questi vengono preventivamente bagnati e ricoperti con una rete metallica in modo da permettere all’intonaco una migliore presa che costituisce una struttura collaborante e quindi più resistente. Per ridurre ulteriormente i costi, le pareti interne sono realizzate in pannelli di compensato e, grazie all’utilizzo di fogli di policarbonato traslucido, viene garantita l’illuminazione interna.
SHORT TERM
T Institutional Values
MEDIUM TERM
T Institutional Values
echnology
echnology
T Institutional Values echnology
LONG TERM
A21 ENABLERS
10x10 LO • strategia di condivisione tecnologie-partecipazione e coinvolgimento
• promozione e sensibilizzazione-progetto pilota; • drivers decisionali e miglioramento-sensibilizzazione tramite progetto pilota • rivalutazione patrimonio&tradizione-riqualifica del quartiere esistente
• utilizzo di tecnologie appropriate-low tech; mattoni in sacchi di sabbia e telaio in legno ;
• incentivi finanziari-finanziamento da parte dell'ente governativo;
• edificio ecosostenibile • processo costruttivo integrato-partecipazione alla realizzazione • costruzione/demolizione MIN impatto ambientale MAX creazione lavoro e prosperità-partecipazione al processo e apprendimento di tecnologie facilmente replicabili in autonomia; miglioramento qualità della vita; • incentivi/disincentivi per innovazione e pratiche sostenibilifinanziamento governativo con richiesta di coinvolgimento della popolazione
OW COST HOUSING In questo caso la sfida è stata rivolta ad un minor costo di realizzazione ragionando quindi sui fattori più influenti: a partire da un'analisi di tipo spaziale e compattando l'abitazione sviluppandola su due piani invece che l'usuale sviluppo in orizzontale degli slum; ma sopratutto in termini di materiali costruttivi, in modo che fossero a basso costo, funzionali per consentire una semplice e rapida applicazione. Il progetto ha quindi utilizzato la tecnica degli earthbag in questo caso riempiti di sabbia e rafforzato la struttura portante con un telaio. Ciò che ha facilitato l'operazione è stato l'azienda produttrice dei sacchi e delle strutture, che si trova proprio a Cape Town, specializzata in questo tipo di prodotti. Inoltre c'è la possibilità per le famiglie di poter ampliare in autonomia la propria abitazione dopo aver appreso la tecnica realizzativa. L'intervento ha beneficiato anche della struttura organizzativa con la presenza, anche come ente finanziatore, del governo municipale che ha fornito la somma di $5000 per la realizzazione e perciò incentivando il cambio di prospettiva per l'abitazione all'interno dello slum in cui questo progetto si presenta come esempio virtuoso da seguire per consentire alla popolazione più povera di accedere ad un'abitazione e contribuendo perciò ad un miglioramento della propria qualità di vita. La tecnologia impiegata perciò risulta decisiva per la buona riuscita del progetto, e in grado di ingenerare anche iniziative personali in completa autonomia.
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