Azimut n3 2013

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CONVEGNI Sicurezza sui luoghi di lavoro Importante convegno con Raffaele Guariniello AMMINISTRAZIONI La crisi si è fermata a valle L’edilizia regge l’urto della recessione a Staffolo.

AMMINISTRAZIONI A colloquio con il sindaco di Serra de’ Conti Dall’antico amore per la terra al risparmio energetico



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Periodico regionale a cura del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Ancona Corso Garibaldi 91/a - 60123 Ancona (AN) info@geometrian.it - www.geometrian.it Anno XXXVII - N. 3/2013 Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 Comma 20/b Legge 662/96 Filiale di Ancona

PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE Reg. Trib. Ancona 8 Luglio 1975 Comitato di Redazione PressCom-Comunicazione Integrata Piazza Ciabotti, 8 - 60035 Jesi (AN) Tel. 0731.215278 - Fax 0731.213352 info@presscom.it DIRETTORE RESPONSABILE Fabio Bartolucci COORDINAMENTO EDITORIALE Davide Amicucci d.amicucci@presscom.it REDAZIONE PressCom srl Riccardo Collamati Diego Sbaffi Roberto Ceccarelli Tonino Ortolani HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Matteo Tarabelli, Beatrice Testadiferro, Luca Serafini, Gianluigi Rota CONSULENTI PER LA COMUNICAZIONE Gianni Moreschi (g.moreschi@presscom.it) IMPAGINAZIONE Studio FLORIO - Via Aldo Moro, 38 62010 Sambucheto di Montecassiano (MC) STAMPA TIPOLUCE srl Via delle Querce - 60027 OSIMO (An) Tel. 071.717401 - Fax 071.7236307 www.tipoluce.com CREDITI FOTOGRAFICI Archivio AZIMUT PUBBLICITÁ CONCESSIONARIA AZIMUT PressCom - Piazza Ciabotti, 8 60035 Jesi (AN) Tel. 0731.215278 - Fax 0731.213352 Emanuele Anselmi e.anselmi@presscom.it Azimut viene inviato gratuitamente agli iscritti agli Albi Professionali del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Ancona, agli uffici decentrati del Genio Civile, agli uffici tecnici dei Comuni e delle Province, a tutti gli enti pubblici e a tutti coloro che hanno rapporti con la categoria. La collaborazione è aperta a tutti i singoli professionisti e agli organi rappresentativi di categoria. Manoscritti, dattiloscritti, elaborati, disegni, fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Ogni autore risponde direttamente delle proprie affermazioni che non impegnano nè la redazione nè il Collegio. Gli scritti possono essere pubblicati anche siglati o anonimi, per desiderio degli autori i cui nomi restano comunque reperibili presso la redazione.

Inserzionisti: a Alseo...................................... 2 di Cop. Microsoftware........................ Pag. 6 a Subissati................................ 3 di Cop. a Sicap...................................... 4 di Cop.

Sommario

2 Editoriale 3 Convegni

Sicurezza sui luoghi di lavoro Importante convegno con Raffaele Guariniello

7 Convegni I geometri della provincia di Ancona: i premiati con oltre 35 anni di professione

11 Edilizia

Indagine sul settore delle costruzioni: I semestre 2013 - gennaio - giugno

15 Normativa

Guida alle semplificazioni del decreto legge del Fare

17 Amministrazioni

La crisi si è fermata a valle. L'edilizia regge l'urto della recessione a Staffolo

19 Amministrazioni

A colloquio con il sindaco di Serra de' Conti Dall'antico amore per la terra al risparmio energetico

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La ristrutturazione liberata

Il fascicolo del fabbricato

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Editoriale Abbiamo dedicato la copertina del n. 3/2013 ad un importante evento che si è svolto a Portonovo lo scorso 12 ottobre: la premiazione di 78 geometri con oltre 35 anni di iscrizione al Collegio. Nell'articolo trovate un'ampia descrizione, anche fotografica, della bella giornata. Apriamo la rivista con il resoconto dell'incontro con Raffaele Guariniello e Serena Pollastrini a Jesi dove, davanti ad una affollata platea, si è parlato di sicurezza sui luoghi di lavoro. L'indagine semestrale di Confindustria Marche fotografa la situazione del settore, mentre di seguito abbiamo riportato le indicazione sul cosiddetto Decreto del Fare relative all'edilizia. Di seguito due articoli/interviste ai sindaci di Staffolo e Serra de' Conti. Gianluigi Rota interviene sul recupero edilizio. A chiudere come di consueto l'articolo sul condominio. Buona lettura! Nuovo Consiglio Nazionale il 30 ottobre presso il Ministero della Giustizia si è tenuta la riunione per l'insediamento del nuovo consiglio rinnovato nella compagine e nelle cariche. A seguito della votazione espressa dagli undici eletti il consiglio risulta essere così composto: Maurizio Savoncelli Presidente Antonio Benvenuti Vice-Presidente Ezio Piantedosi Segretario

Giuseppe Foresto Serafino Frisullo Cesare Galbiati Marco Nardini Enrico Rispoli Pasquale Salvatore Fausto Savoldi Giuliano Villi

Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere

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Sicurezza sui luoghi di lavoro Importante convegno con Raffaele Guariniello Matteo Tarabelli La sicurezza nei luoghi di lavoro: obblighi, responsabilità e deleghe nel D. Lgs. 81/2008 alla luce della più recente giurisprudenza. È stato questo il tema del partecipato seminario organizzato lo scorso 2 ottobre all'hotel Federico II di Jesi (An) dal Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Ancona. Ospite d'eccezione, il magistrato Raffaele Guariniello, autore di importanti inchieste riguardanti i settori del lavoro, della salute e dell'ambiente, con particolare riferimento al mondo dello industria e dello sport. Un'iniziativa resa possibile dalla collaborazione con l’Ordine Provinciale degli Avvocati, degli Ingegneri, degli Architetti e dei Geologi di Ancona, il Collegio Costruttori della provincia di Ancona e il Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati delle province di Ancona e Macerata. Altissima la partecipazione, sala convegni gremita. Nel corso del pomeriggio sono stati sviscerati tutti gli aspetti relativi alle responsabilità del datore di lavoro. Ma non esclusivamente. Fra i temi toccati, la delega di funzione, l’articolata rete di figure indicate nel Titolo IV del D. Lgs. 81/08 applicata ai cantieri temporanei, la verifica dell’idoneità tecnico professionale delle imprese operanti in appalto. A fare gli onori di casa è stato Fabio Bartolucci, presidente del Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di An-

cona, che ha ricordato le tante attività di formazione svolte a beneficio degli associati, anticipando possibili novità per il futuro. Al suo fianco, Serena Pollastrini, libero professionista di Pesaro, attiva nel settore delle consulenze tecnico-legali che si è soffermata sulle competenze del Ctu (consulente tecnico d’ufficio), vale a dire «l’esperto di un determinato settore al quale si rivolge il Giudice ogni volta in cui, ai fini della decisione, necessita del giudizio tecnico di un professionista competente in una data materia e dotato di particolari cognizioni scientifiche, generalmente mancanti negli esperti di diritto». È stata lei a chiudere l'incontro, caratterizzato per oltre due ore dagli interessanti spunti offerti da Guariniello. Il magistrato ha acceso i riflettori sulle politiche aziendali per la sicurezza, definendone le implicazioni e chiarendo le responsabilità. «Il datore

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di lavoro è colui che esercita effettivamente i poteri decisionali di spesa. Il dominus di fatto dell'organizzazione. – ha spiegato Guariniello – Per le Spa, invece, la Corte di Cassazione ha stabilito che le responsabilità possono ricadere su tutto il cda, non solo sul presidente. Qualora venissero trasferiti determinati poteri, le funzioni antinfortunistiche, ad esempio, essi vanno specificati chiaramente. Il datore di lavoro che non delega potrebbe essere chiamato a rispondere anche in caso di accadimenti marginali e teoricamente distanti dal suo diretto monitoraggio. E' perciò indispensabile la delega per essere esonerato da alcune responsabilità». Il magistrato torinese si è poi soffermato sul caso Ilva, ponendo l'attenzione sugli infortuni sul lavoro, le malattie professionali e soprattutto sull'esigenza della prevenzione. «Paghiamo purtroppo un ritardo culturale delle imprese, degli ispettori e dei magistrati su queste tematiche – ha evidenziato Guariniello – I modelli di organizzazione, gestione e controllo sono carenti e spesso mal costruiti». Si è discusso infine del ruolo giocato dai tecnici della sicurezza, con riguardo alle normative vigenti. Molto applaudito il suo intervento. A chiudere il seminario, la Pollastrini, che ha fornito delucidazioni sul consulente tecnico d'ufficio. «Il CTU è un ausiliario del Giudice, nel senso che integra l’attività di quest’ultimo, offrendogli le cognizioni tecniche che questi non possiede, al fine di consentirgli una

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decisione corretta e più ponderata – ha precisato la Pollastrini - Egli si pone di fronte al giudice non per esprimere un parere, ma per assisterlo nel campo della propria particolare esperienza. L’intervento è facoltativo (il Giudice potrebbe, in teoria, anche essere esperto nelle più disparate materie), così come è discrezionale la valutazione che il Giudice farà dell’elaborato peritale potendolo anche disattendere, essendo il magistrato “peritus peritorum” (ossia perito dei periti), espressione con cui si intende che il responsabile del giudizio, pure tecnico, è sempre e solo il giudice, in quanto firmatario della sentenza. L’iscrizione all’Albo dei C.T.U. (art. 15 disp. att. C.P.C.), è possibile per tutti coloro che hanno competenza tecnica in materia, risultano iscritti nei rispettivi Ordini e collegi professionali, posseggono una specchiata condotta morale. La competenza tecnica richiede una conoscenza approfondita della materia stessa, ottenuta con titoli di studio o con lo svolgimento di una attività professionale, ma anche e soprattutto aggiornamenti continui e specifici. Il ruolo del CTU presenta innanzitutto responsabilità formali: il giuramento, le incompatibilità, il rispetto del principio del contraddittorio e dei tempi previsti per la consegna dell’elaborato peritale. Ma queste attenzioni possono non bastare. Nel suo operare, l’esperto deve sempre tenere a mente la categoria giuridica che orienta il quesito, onde evitare di in-


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correre nel rischio di effettuare un’indagine autoreferenziale, significativa per il proprio ambito disciplinare e tuttavia estranea alle funzionalità per il contesto richiedente». Imprescindibile, dunque, la formazione, «che abbia come obiettivo quello di aiutare il professionista, il lavoratore ad acquisire lentamente, ma progressivamente, quegli abiti virtuosi, quelle attitudini personali che lo portano ad agire bene, con competenza e correttezza, nel proprio specifico ambito di attività – evidenzia ancora la Pollastrini – Serve una formazione professionale ed etica adeguata: un impegno, questo, del quale de-

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vono essere ben consapevoli i professionisti, sia durante gli anni dello studio, sia quando nel corso delle proprie attività hanno modo di affinare, sul campo, attraverso esperienze di vario tipo, la propria professionalità».

Raffaele Guariniello Magistrato di Cassazione, dal 1992 esercita le funzioni di Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Torino. Dall'estate del 2008, dopo la nomina di Gian Carlo Caselli a Procuratore Capo, oggi è Procuratore Generale. La sua attività è principalmente rivolta ai settori del lavoro, della salute e dell'ambiente. Collabora con riviste giuridiche e mediche ed ha pubblicato numerosi libri. Inchieste celebri: Indagine per l'abuso di farmaci nel calcio, Thyssen Krupp, calcio e Sla, Eternit.

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I geometri della provincia di Ancona: i premiati con oltre 35 anni di professione. In crescita gli iscritti agli istituti tecnici per geometri Dal pennino al cad: cambiano gli strumenti ma uguale è la passione per i territori Beatrice Testadiferro Il Collegio dei Geometri della Provincia di Ancona premia 78 professionisti con 35 e più anni di iscrizione all'Albo. Soddisfazione è stata espressa dal Presidente del Collegio, Fabio Bartolucci, che si è complimentato con i geometri per l’impegno costante e appassionato nel loro lavoro di progettazione, gestione dei cantieri, pratiche catastali. Nella sua relazione il Presidente Bartolucci ha evidenziato l'incremento di iscrizioni ai cinque Istituti per geometri della provincia grazie ad alcune nostre iniziative della nostra commissione scuola con i ragazzi delle scuole secondarie inferiori. Nel corso della mattinata a Portonovo, presso l'Hotel La Fonte, sabato 12 ottobre, si sono ritrovati gli iscritti al Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Ancona. La premiazione sono state l’occasione per un aggiornamento sulla professione: a partire dalla recente riforma del Catasto sono state sottolineate le difficoltà causate dalla crisi eco-

da sin. Cecchetelli, Bartolucci e Amadasi

nomica e dal patto di stabilità che vincola i comuni, anche quelli piccoli, nelle spese per investimenti. Hanno partecipato alla cerimonia i geometri premiati con i loro familiari, il segretario nazionale del Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati geom. Enrico Rispoli e il Presidente della Cassa Nazionale dei Geometri geom. Fausto Amadasi. «Il processo tecnologico e la capacità di innovamento della professione dimostrato negli anni dai geometri – ha detto il Segretario nazionale Rispoli - che sono passati dall'utilizzo del pennino e delle squadre ai più moderni software di progettazione, dimostrano la vitalità dei professionisti e la loro capacità di innovazione, di investimento e di aggiornamento continuo che muove anche l'economia generale. La formazione obbligatoria per tutta la carriera, con un sistema che abilita nella sicurezza, nella protezione civile, nella gestione energetica, nello sviluppo delle costruzioni rende il geometra pronto a gestire tante situazioni del territorio.» SETTEMBRE 2013

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da sin. Crocetti, Cecchetelli, Bartolucci, Amadasi, Rispoli, Passeri

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Solo una piccolissima parte di coloro che frequentano gli Istituti tecnici per geometri intraprendono la professione e si iscrivono all’Albo Professionale ma non si registrano flessioni nel numero degli iscritti all’esame di stato. «La parola geometra rappresenta ancora una certezza per le famiglie – ha affermato Rispoli - poiché riconoscono pubblicamente al geometra una capacità di intervenire e di risolvere le problematiche della casa e del territorio. Inoltre è un titolo che permette di inserirsi nel mondo del lavoro ed è per questo che, da parte dei genitori, viene incoraggiata l’iscrizione agli istituti tecnici per geometri. È necessario comunque curare sempre più il percorso formativo prima e dopo il diploma. Il praticantato per superare l’esame di abilitazione e accompagnare i nostri giovani nella complessità del

lavoro con proposte permanenti di aggiornamento». Si discute da tempo sul regolamento professionale di categoria in sostituzione della legge professionale del 1929 da consegnare al Parlamento affinché lo approvi e porti alla soluzione di alcuni problemi della professione. «Obiettivo del nuovo regolamento – ha spiegato Rispoli - è individuare per il futuro una nuova missione da mettere al centro della nostra attività e del nostro compito: il rispetto, la tutela e la salvaguardia della Terra in cui viviamo e che è la principale fonte del nostro lavoro. E l’aggiornamento legislativo porterà benefici per le modalità pratiche di coniugare la tutela della Terra con la quotidiana esigenza di mantenere ed accrescere le competenze professionali nell'edificare, nel misurare, rappresentare e valutare ciò che sulla Terra si trova.

da sin. Crocetti, Moreschi (moderatore), Bartolucci, Rispoli, Passeri

da sin. Crocetti, Bartolucci

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Queste competenze non sono esclusive di una o di un'altra categoria professionale e per questo si dovrà operare sempre più in sinergia con il geometra che potrà avere un ruolo centrale basato sull'esperienza del passato e rafforzato da una nuova grande professionalità e specializzazione.» La crisi continua a determinare il blocco o il rallentamento di tanti lavori edilizi e la categoria dei geometri ne è fortemente penalizzata, anche se in misura minore rispetto ad ingegneri ed architetti. «Stiamo lavorando con le altre Casse del settore tecnico per fare forza comune e creare le premesse per sostenere una ripresa – ha spiegato il Presidente Amadasi – ma è fondamentale anche un’attività di controllo e di vigilanza sull’elusione e sull’evasione contributiva. Cerchiamo di sostenere il più possibile i giovani: dopo le modifiche del Regolamento possiamo contribuire alle spese per i corsi di aggiornamento agli iscritti all’Albo che abbiano meno di 35 anni. In questo modo agevoliamo la formazione continua che dobbiamo rendere più efficace sfruttando la tecnologia e nuovi settori in cui i giovani possano trovare ambiti lavorativi interessanti.» Le storie e i curriculum dei geometri premiati sono il segno di una capacità di portare avanti attività di carattere tecnico ed economico che hanno costruito lo sviluppo dell'Italia. Il paesaggio italiano si è formato con la costante opera progettuale e immobiliare dei geometri: ciò che è stato costruito fino

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a 25 anni fa è stato seguito dai geometri che sono ben radicati nei territori in cui vivono e lavorano. Sono intervenuti inoltre il geom. Carlo Cecchetelli in qualità sia di consigliere nazionale della Cassa Italiana Geometri sia come presidente del Collegio di Pesaro Urbino, il geom. Leo Crocetti presidente del Collegio di Ascoli Piceno e presidente del Comitato Regionale Geometri Marche e il geom. Paola Passeri in qualità di Presidente del Collegio di Macerata e presidente della Fondazione Collegi Geometri delle Marche la quale ha fatto notare che è sempre più significativa la presenza femminile nella professione.

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Premiazione Bartolucci

Ci sono spazi per i giovani che si affacciano ora alla professione e per chi da tanti è inserito nell'attività

professionale: la capacità di adattamento alle modifiche imposte dalle leggi, dagli stili di vita e dalle esigenze della clientela sono la base su cui resistere nelle difficoltà attuali e per trovare nuovi stimoli e lavori nel mercato che cambia. Un segnale di speranza dalla giornata dei Geometri della provincia di Ancona: da una tradizione di radicamento nelle comunità alla dinamicità degli ultimi anni per affrontare il tempo della crisi e proiettarsi nel futuro della professione. La presenza nei piccoli paesi e nelle grandi città, il contatto diretto con la committenza, la capacità di interpretare il territorio e di progettare luoghi sicuri e rispettosi dell'ambiente italiano, apprezzato in tutto il mondo, sono le sicurezze della professione che, nonostante la crisi, riesce a garantire il lavoro e a proiettarsi verso nuovi traguardi.

GEOMETRI CON ALMENO 35 ANNI DI ISCRIZIONE 1.ABBONDANzIERI LUCIANO 2.ALBERTI GIUSEPPE 3.ANGELINI PIETRO A. 4.ARTECONI DIANA 5.BALDARELLI GIOVANNI 6.BALDI FLAVIO 7.BALDUCCI ROBERTO 8.BARABANI FRANCO 9.BARTOLA MAURO 10.BARTOLI GIOVANNI 11.BARTOLUCCI FABIO 12.BARTOzzI FRANCO 13.BELLI CARLO 14.BERTINI GIACOMO 15.BIONDINI PAOLO 16.BOLLI CARLO 17.BOMPREzzI MARIO 18.BOTTEGONI MANLIO 19.BRUCCHINI ADRIANO 20.CANTARINI ALDO 21.CARINI BERNARDO 22.CASTELLANI STEFANO 23.CICCHINI LUCIANO 24.CINTI IVAN 25.CITTADINI PASQUALE 26.COLA GINO 27.COPPARI ALESSANDRO 28.DAVID FRANCO 29.DE CADILHAC ALFREDO 30.DOTTORI SAURO 31.ERBAGGI SERGIO 32.FABIANI FRANCO 33.FANELLI RINALDO 34.FERRETTI GIANCARLO 35.FIORANI SERGIO 36.FRANCESCHETTI FURIO 37.FRONTINI FRANCESCO 38.GAMBELLA FABIO 39.GAMBINI CARLO SAVERIO 40.GIORDANI GIACOMO 41.GIOVANNINI CLAUDIO 42.GIRETTI UMBERTO 43.GREGORETTI GIOVANNI 44.LAMBERTUCCI LAMBERTO 45.LATINI GIOVANNI 46.LUCHETTI FRANCO 47.MAGLIANI LUIGI 48.MANNA ALBERTO 49.MANONI MARCELLO 50.MARCELLI DOMENICO

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CASTELLEONE DI SUASA ANCONA SENIGALLIA FABRIANO ARCEVIA POLVERIGI SENIGALLIA CASTELFIDARDO ANCONA OSIMO CUPRAMONTANA MONTEMARCIANO SENIGALLIA FILOTTRANO FALCONARA M. MONTEMARCIANO SENIGALLIA FILOTTRANO SENIGALLIA SIROLO CASTELFIDARDO LORETO CASTELFIDARDO ARCEVIA CASTELFIDARDO OSIMO CUPRAMONTANA CUPRAMONTANA ANCONA CUPRAMONTANA CAMERANO FILOTTRANO FABRIANO SENIGALLIA ANCONA CASTELLEONE DI SUASA ANCONA ANCONA ANCONA CASTELFIDARDO SENIGALLIA JESI SENIGALLIA ANCONA SERRA SAN QUIRICO CASTELFIDARDO CAMERANO RIPE MONTEMARCIANO CASTELLEONE DI SUASA

51.MARCUCCI EGLIS 52.MARTELLI CLAUDIO 53.MEME’ GIUSEPPE 54.MERLI SANDRO 55.MORRESI ORAzIO 56.MORTALONI GERMANO 57.MOSCONI ALFREDO 58.NERI FABIO 59.NOBILI CARLO 60.PACIONI ENzO 61.PAGNANI MAURO 62.PALLOTTA VINCENzO 63.PANICONI ALBERTO 64.PARADISI TARCISIO 65.PATASSI RANIERO 66.PETRUCCI MARIO 67.PETTINARI GIOVANNI 68.PIERGIGLI CESARE 69.PIERMATTEI PIERGIORIO 70.PIERONI BRUNO 71.PIETRONI CLAUDIO 72.PIMPINI SAURO 73.PIRANI BRUNO 74.POIANI MARIO DOMENICO 75.QUINTINI PIETRO 76.RAGNINI GIULIO 77.REGINI SERGIO 78.RIzzITELLI ANNA 79.RUSSO PASQUALE 80.SANSONETTI PAOLO 81.SANTINELLI CESARE 82.SANTINI TONINO 83.SANTOLINI MARCELLO 84.SASSAROLI UBALDO 85.SBARBATI SERGIO 86.SCUPPA SERGIO 87.SEBASTIANELLI FIORELLO 88.SERVADIO FABRIzIO 89.SGOLACCHIA ROBERTO 90.SGRECCIA PIERLUIGI 91.SORRISI PAOLO 92.TASSI PIETRO 93.TITTARELLI CLAUDIO 94.TRIDENTI SANTE 95.VAGNI LANFRANCO 96.VECCHIETTI ENzO 97.VEROLINI PAOLO 98.zANCONI ILDEBRANDO

SASSOFERRATO FABRIANO CAMERATA PICENA MONTECAROTTO JESI ARCEVIA FALCONARA M. SENIGALLIA ANCONA CASTELFIDARDO SASSOFERRATO OSIMO CORINALDO OSTRA FABRIANO FABRIANO OSIMO JESI OSTRA OSIMO ANCONA SAN PAOLO DI JESI CASTELFIDARDO ANCONA FALCONARA M. OSIMO FABRIANO CASTELBELLINO OSIMO FALCONARA M. MORRO D’ALBA CORINALDO CASTELLEONE DI SUASA CUPRAMONTANA MONSANO JESI OSTRA VETERE SENIGALLIA ANCONA MERGO OSIMO SERRA DE’ CONTI JESI LORETO ARCEVIA SENIGALLIA ANCONA ANCONA

Alla cerimonia erano presenti n. 78 premiati.


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Edilizia

Indagine sul settore delle costruzioni: I semestre 2013 - gennaio – giugno L’Indagine semestrale sul settore delle Costruzioni è realizzata dal Centro Studi di Confindustria Marche in collaborazione con Ance Marche - Consulta Regionale Costruttori Edili e con il patrocinio di Banca Marche Spa. La presente pubblicazione contiene i risultati della rilevazione, su un campione di imprese edili marchigiane, relativa al I semestre 2013. Centro Studi Confindustria Marche IL QUADRO NAZIONALE Secondo l'Ance, nel 2013 gli investimenti in costruzioni registreranno un’ulteriore contrazione del 5,6% in termini reali, anche a causa del sensibile peggioramento del contesto economico e settoriale evidenziato dagli indicatori relativi alla prima parte dell’anno in corso. I conti economici trimestrali elaborati dall’Istat registrano infatti, nel secondo trimestre 2013, un ulteriore calo del Pil del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2012, mentre per gli investimenti in costruzioni indicano una flessione ancor più significativa, pari al 7,5% in termini reali. Anche l’indice della produzione nelle costruzioni, corretto per gli effetti di calendario, evidenzia una contrazione nei primi cinque mesi del 2013 (-12,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Tutto ciò si riflette pesantemente sul mercato del lavoro: nel secondo trimestre di quest’anno, i dati Istat evidenziano un calo del 12,7% dell’occupazione nel settore - pari a circa 230.000 unità. Complessivamente dall’inizio della crisi ai primi tre mesi del 2013 i posti di lavoro persi nelle costruzioni sono 446.000. La gravità della crisi è confermata anche dai dati delle Casse edili: nel primo trimestre 2013 sono diminuite del 18,6% il numero di ore lavorate, del 13,7% il numero di operai e dell’11,6% le imprese iscritte. Tali diminuzioni seguono già un quadriennio

2009-2012 di forti cali (ore lavorate -34,1%; operai -31,2%; imprese -26,6%). In crescita del 13,7% il numero di ore di CIG autorizzate nei primi sei mesi del 2013 a causa dell’aumento del 45,6% della componente straordinaria e dell’11,5% di quella ordinaria e della contestuale diminuzione del 17,5% della componente in deroga. In aumento anche il numero dei fallimenti nelle costruzioni: nel primo trimestre 2013 le imprese entrate in procedura fallimentare sono state 796, in crescita del 6% rispetto ai primi tre mesi del 2012. Nel periodo 2009 - primo trimestre 2013 i fallimenti nelle costruzioni sono stati 11.177 pari al 23% dei fallimenti avvenuti in Italia nell’insieme di tutti i settori economici. Secondo le stime Ance la flessione dei livelli produttivi nel 2013 riguarderà tutti i comparti ad eccezione di quello della riqualificazione del patrimonio abitativo. Gli investimenti in abitazioni mostreranno una riduzione del 3,2% in termini reali rispetto al 2012 come sintesi della prolungata flessione degli investimenti in nuove abitazioni (-14,3%) a fronte di un aumento degli interventi nel recupero abitativo (+3,2%) collegato anche all'effetto di stimolo derivante dal prolungamento e potenziamento degli incentivi fiscali. In flessione anche gli investimenti privati in costruSETTEMBRE 2013

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Edilizia zioni non residenziali (-8,2% in quantità) a causa del peggioramento della crisi economica e del significativo razionamento del credito: tra il 2007 ed il 2012 i mutui erogati alle imprese per la realizzazione di interventi non abitativi hanno registrato una caduta del 62,4%. Gli investimenti in costruzioni non residenziali pubbliche registreranno, secondo l’Ance, una flessione del 9,3% in quantità rispetto all’anno precedente. Per invertire la tendenza in atto, occorrono interventi a forte impatto nell’immediato e che abbiano carattere di continuità: in caso contrario, secondo l’Ance il settore sperimenterà anche nel 2014 - per il settimo anno consecutivo - la contrazione dei livelli produttivi, con un calo degli investimenti del 4,3% in termini reali su base annua. Secondo le previsioni Ance, la nuova edilizia abitativa perderà il 12,7% rispetto al 2013, mentre per gli investimenti in costruzioni non residenziali privati e pubblici il calo si attesterà, rispettivamente, al 4,3% e al 5,1% in termini reali. Il recupero abitativo, in assenza di modifiche legislative, resterà sugli stessi livelli dell’anno precedente (+0,1%). In questo modo dal 2008 al 2014, il settore delle costruzioni avrà perso il 32,1% degli investimenti, pari a circa 59.300 milioni di euro.

Azimut 7,7% in termini reali rispetto al primo semestre del 2012. Il risultato, che conferma il permanere di un clima congiunturale particolarmente negativo, è sostenuto dalle dichiarazioni degli operatori intervistati. Rimane bassa, infatti, la quota interessata dal miglioramento dei livelli produttivi (10% contro 11% della precedente rilevazione), mentre tende ancora a salire la quota di aziende interessate dalla contrazione dell'attività (80% contro 78% della precedente rilevazione). Nella tavola seguente sono riportati i tassi di variazione percentuale della produzione nei principali comparti del settore: Tab.1 - Settore delle Costruzioni nelle Marche - Valore della produzione realizzata Tassi di variazione percentuale sullo stesso semestre dell'anno precedente.

Fig. 1 – Investimenti* in Costruzioni per comparto in Italia Variazioni percentuali in quantità rispetto all'anno precedente.

IL QUADRO REGIONALE Apertura di 2013 in ulteriore forte calo per le costruzioni marchigiane, con livelli di produzione in forte rallentamento in tutti i comparti. Secondo i risultati dell'Indagine semestrale condotta dal Centro Studi di Confindustria Marche su un campione di aziende associate, la produzione complessiva nel primo semestre 2013 è diminuita di circa il

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Ampiamente diffuse le variazioni negative tra i principali comparti. Riguardo all’edilizia abitativa, il primo semestre 2013 registra un calo della produzione di circa l’8,8% rispetto al semestre gennaio-giugno 2012. La flessione sperimentata da questo comparto ha trascinato su valori negativi l’intero settore delle costruzioni, data la sua rilevanza in termini di volumi prodotti e occupazione. Rimane bassa 17% (16% nella precedente rilevazione) la quota di operatori interessata da variazioni positive della produzione, mentre si mantiene su livelli elevati la frazione di operatori con variazioni in calo (74% contro 75% della rilevazione del secondo semestre 2012). La flessione dell’edilizia abitativa riflette l’andamento particolarmente debole della componente pubblica (-15,4%), che prosegue la fase di rallentamento sperimentata nell’ultimo biennio. Anche la componente privata ha registrato un ulteriore calo (-8,5%), trainato in particolare dalla componente in conto proprio (-17,4%) e conto terzi (-2,3%), nonostante il contributo degli incentivi fiscali a favore degli interventi di ristrutturazione del patrimonio abitativo. Stabile nel semestre la componente convenzionata.


Azimut Fig. 2 – Investimenti in Costruzioni per comparto nelle Marche Variazioni percentuali in quantità rispetto all'anno precedente.

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Edilizia nali che hanno proseguito la tendenza alla flessione rilevata nei semestri precedenti. Secondo le stime di Confindustria Marche, l'occupazione è diminuita sia per gli operai (-2,3%), sia – in maniera più contenuta - per gli impiegati (-1,1%). Alla flessione dei livelli occupazionali, è corrisposto un marcato calo del monte ore lavorate, sia rispetto al primo semestre 2012 (-4,6%), sia rispetto al secondo (-5,1%). Nel primo semestre 2013, le ore di CIG autorizzate hanno superato i 2,1 milioni registrando un aumento del 24,1% rispetto allo stesso periodo del 2012. In crescita è risultata sia la componente ordinaria (+18,6%), sia quella straordinaria (+62,7%) che quella in deroga (+28,2%). Fig. 4 - Cassa Integrazione Guadagni – Interventi ordinari, straordinari e in deroga – Marche

Ulteriore marcata flessione dell’attività produttiva per l’edilizia non abitativa nel primo semestre del 2013 (-6,1%). Il calo, che si aggiunge al dato negativo registrato nel secondo semestre dello scorso anno, conferma il permanere di un marcato profilo di incertezza nei piani di espansione di molte imprese manifatturiere, particolarmente colpite dalla stagnazione della domanda domestica. In ulteriore forte calo anche i lavori pubblici, che registrano una contrazione dei livelli produttivi pari al 7,4% rispetto al primo semestre 2012. La flessione, più contenuta di quella rilevata nel semestre precedente, riflette un peggioramento generalizzato dell’attività delle imprese impegnate nei lavori pubblici: risale marginalmente la quota di operatori con variazioni positive dei livelli produttivi (12% contro 10% della precedente rilevazione), mentre rimane elevata la frazione di operatori con attività produttiva in calo (76% contro 77% della precedente rilevazione).

Fig. 3 - Imprese attive nel settore delle Costruzioni nelle Marche

OCCUPAZIONE Il debole andamento congiunturale del settore osservato nel semestre si è riflesso sui livelli occupazio-

LE OPINIONI DEGLI OPERATORI DEL SETTORE Le opinioni degli operatori confermano il permanere di un clima congiunturale molto difficile. Rispetto al secondo semestre 2012, rimane trascurabile la quota di imprese che ritiene elevato il livello della domanda, mentre si attesta su valori elevati la quota di operatori che ha sperimentato condizioni di domanda debole (95%). Stabile la quota di imprese per le quali le condizioni di domanda sono ritenute normali (3%). Il permanere di un tono congiunturale debole si riflette sul mercato del lavoro, che non mostra tensioni evidenti sul fronte del rapporto tra domanda e offerta. Scende ulteriormente, anche nel periodo gennaio-giugno 2013, la quota di imprese con difficoltà nel reperimento di manodopera (6% delle aziende intervistate contro 8% della precedente rilevazione). Seppur con differenze anche notevoli tra le imprese, nel primo semestre 2013 le condizioni del mercato del credito mostrano ancora una situazione difficile, in particolare sul fronte della disponibilità di credito. Rimane elevata, infatti, la quota di intervistati per i quali l’accesso al credito è risultato difficile (90% contro 92% della rilevazione del secondo semestre 2012), così come la quota di operatori che ritiene elevato il costo del credito (88%, contro 87% della precedente rilevazioSETTEMBRE 2013

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Edilizia ne). Infine, l’indagine evidenzia il permanere di un livello molto elevato dei ritardi nei tempi medi di pagamento (141 giorni, in linea con i 142 giorni nella precedente rilevazione). Riguardo alle tendenze dell'attività produttiva, le previsioni degli operatori segnalano, per i prossimi mesi, il permanere di condizioni difficili. Si azzera la quota di operatori per i quali l’attività produttiva sarà in aumento, mentre sale la quota di operatori che prevedono attività in calo (78% contro 74% della precedente rilevazione). La dinamica di medio periodo delle condizioni di domanda resta, dunque, fortemente condizionata dalla rapida attivazione di due fatto-

ri: la definizione delle iniziative riguardanti progetti e programmi di intervento proposti dalle imprese; la riattivazione del comparto delle opere pubbliche attraverso nuovi appalti di lavori e opere infrastrutturali per il territorio. Sul fronte dell’organizzazione dei lavori, scende marcatamente la quota di lavori svolti in forma diretta (58%), mentre sale la quota svolta in subappalto (39%). A livello territoriale, l’attività delle imprese resta ancora concentrata all’interno del territorio regionale, con un livello in lieve flessione rispetto al secondo semestre 2012 (81% contro 83%).

Tab. 2 - Le opinioni degli operatori – Primo semestre 2013 Valori percentuali sul totale degli intervistati

Tab. 3 - Riepilogo risultati dell'Indagine.

Fig. 5 – Condizioni della domanda (a) e tendenze dell’attività produttiva (b) nelle Costruzioni – Marche.

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Normativa

Guida alle semplificazioni del decreto legge del Fare Il Ministero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione ha pubblicato una “Guida alle semplificazioni del decreto legge del Fare”. Qui di seguito riportiamo quelle relative al settore edile. Il decreto legge n. 69 del 2013, convertito con la legge 9 agosto 2013, n.98, contiene numerose misure di semplificazione che contribuiranno a recuperare lo svantaggio competitivo dell’Italia e a liberare risorse per la crescita e lo sviluppo del paese. Si tratta di provvedimenti che sono frutto delle attività di misurazione degli oneri burocratici e di consultazione dei cittadini, delle imprese e delle loro associazioni condotte dal Dipartimento della funzione pubblica. Oltre a interventi di carattere generale, indispensabili per dare certezza ai tempi di conclusione delle pratiche, quali l’indennizzo automatico e forfetario, vi sono numerose misure che, in coerenza con gli impegni assunti in sede europea, consentiranno di ridurre i costi burocratici, di contribuire a rimettere in moto gli investimenti e di agevolare la ripresa in settori chiave quali, ad esempio, l’edilizia.

Semplificazioni per l’Edilizia (art. 30)

Le nuove misure di semplificazione hanno l’obiettivo di contribuire ad agevolare la ripresa di un settore fortemente colpito dalla crisi. Risparmi: le semplificazioni intervengono su un costo pari a 4,4 miliardi di euro all’anno. I risparmi potenziali sono valutati in circa 500 milioni di euro all’anno. Ulteriori risparmi saranno verificati successivamente attraverso approfondimenti mirati, anche sulla base dell’esperienza attuativa. In cosa consistono le nuove misure di semplificazione? In primo luogo, sono garantiti tempi certi per il rilascio dei permessi di costruire, anche nei casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali. Viene semplificata la realizzazione degli interventi edilizi che comportano modifiche alla sagoma degli edifici, i quali, purché realizzati nel rispetto dei vincoli e a parità di volumetria, sono soggetti alla segnalazione certificata di inizio attività. Le autorizzazioni eventualmente necessarie per la realizzazione dell’intervento edilizio (sismica, paesaggistica, etc.) potranno essere richieste allo sportello unico, contestualmente alla presentazione della SCIA o della comunicazione di inizio lavori di edilizia libera, e l’agibilità potrà essere attestata dal direttore dei lavori o da un tecnico abilitato. Al fine di rilanciare il settore in un momento di crisi, è introdotta la facoltà per l’interessato di domandare il rilascio del certificato di agibilità parziale e sono prolungati, previa comunicazione dell’interessato, i termini di scadenza dei permessi di costruire e delle SCIA. Semplificazione degli interventi edilizi che alterano la sagoma degli edifici Gli interventi edilizi che alterano la sagoma degli edifici, a parità di volumetria e nel rispetto dei vincoli, e quelli di ripristino totale o parziale di edifici eventualmente crollati o demoliti, sono ora effettuati mediante SCIA, mentre fino a ieri era necessario il permesso di costruire. Restano esclusi dalla semplificazione: • gli edifici sottoposti a vincoli paesaggistici o cul turali, per i quali gli interventi di demolizione e ricostruzione e di ripristino di edifici crollati o demoliti sono effettuati con SCIA, solo qualora sia rispettata la sagoma dell’edificio preesistente; • le aree individuate con delibera dei Comuni da adottarsi entro il 30 giugno 2014 all’interno del-

le zone omogenee A) e di quelle equipollenti. Nelle aree omogenee A la semplificazione divente rà operativa con l’approvazione di questa delibera. Inoltre, nei centri storici e nelle altre aree di particolare pregio ambientale, storico, artistico, ecc. le attività sot toposte a SCIA possono essere iniziate 30 giorni dopo la presentazione della domanda. Abolizione della dichiarazione del tecnico abilitato Negli interventi di edilizia libera, il tecnico abilitato che redige la relazione da allegare alla comunicazione di inizio lavori non è più obbligato a dichiarare l’assenza di rapporti di dipendenza con l’impresa e con il committente. Proroga dei termini di inizio e ultimazione dei lavori I termini di inizio e ultimazione dei lavori, previa comunicazione dell’interessato, possono essere prorogati di due anni, per i titoli abilitativi rilasciati prima del 21 giugno 2013 (data di entrata in vigore del decreto). La disposizione si applica ai lavori autorizzati con permesso di costruire o iniziati a seguito della presentazione di denuncia di inizio attività o segnalazione certificata di inizio attività. Eliminazione del silenzio-rifiuto dei procedimenti di rilascio del permesso di costruire nel caso di vincoli ambientali, culturali e paesaggistici I procedimenti di rilascio del permesso di costruire sono conclusi con l’adozione di un provvedimento espresso in presenza di vincoli ambientali, paesaggistici o culturali. Qualora una delle amministrazioni competenti neghi un parere, nulla osta etc., decorso il termine per l’adozione del provvedimento finale, la domanda di rilascio del permesso di costruire si intende respinta. Il responsabile del procedimento, entro cinque giorni, comunica al richiedente il provvedimento di diniego dell’atto di assenso, indicando il termine e l’autorità cui è possibile ricorrere. In questo modo si garantisce maggiore certezza ai tempi di conclusione dei procedimenti. Certificato di agibilità parziale Anche prima del completamento dell’opera, può essere richiesta l’agibilità: a) per singoli edifici o singole porzioni della costruzione, a condizione che siano funzionalmente autonomi, siano state realizzate e collaudate le opere di urbanizzazione primaria relative all’intero intervento edilizio e siano state completate le collaudate le parti strutturali connesse e collaudati e certificati gli impianti relativi alle parti comuni; b) per singole unità immobiliari, a condizione che siano completate e collaudate le opere strutturali connesse, siano certificati gli impianti e siano completate le parti comuni e le opere di urbanizzazione primaria dichiarate funzionali rispetto all’edificio oggetto di agibilità parziale. Attestazione di agibilità In alternativa alla domanda per il rilascio del certificato di agibilità, potrà essere trasmessa allo sportello unico la dichiarazione del direttore dei lavori o di un progettista abilitato che attesta la conformità dell’opera al progetto presentato e la sua agibilità. Semplificazioni in caso di SCIA e di edilizia libera, quando sono necessarie altre autorizzazioni L’interessato può, prima di presentare la comunicazione di

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Normativa inizio lavori o la segnalazione certificata di inizio attività, richiedere allo sportello unico per l’edilizia di provvedere all’acquisizione di tutti gli atti di assenso (come l’autorizzazione sismica, paesaggistica, etc.) necessari per l’intervento edilizio. L’interessato può dare inizio ai lavori solo a seguito della comunicazione da parte dello sportello unico dell’avvenuta acquisizione degli atti di assenso. In questo modo, l’interessato non sarà più obbligato a rivolgersi a diverse pubbliche amministrazioni per acquisire gli atti di assenso, ma unicamente allo sportello unico, che provvede all’acquisizione degli stessi.

Semplificazioni in materia di DURC (art. 31)

La validità del DURC passa da 90 a 120 giorni. Il documento non deve più essere richiesto per ciascuna fase della procedura di aggiudicazione e stipula, poiché se ne limita la richiesta alle fasi fondamentali del contratto. La disposizione ribadisce che il DURC è sempre acquisito d’ufficio dalle stazioni appaltanti utilizzando gli strumenti informatici ed è valido anche per contratti pubblici diversi da quelli per cui è stato richiesto. Più semplici e veloci i rapporti tra amministrazione e imprese: in caso di mancanza dei requisiti per il rilascio del DURC, l’invito alla regolarizzazione delle inadempienze deve essere trasmesso all’interessato mediante PEC o per il tramite del consulente del lavoro. La semplificazione è estesa a tutti i casi in cui le pubbliche amministrazioni richiedono il DURC quali ad es. la concessione di benefici, di sovvenzioni, contributi , sussidi e finanziamenti previsti dalla normativa europea, nazionale e regionale. Le nuove disposizioni sul DURC La norma estende la possibilità di rilascio del DURC con procedura compensativa anche agli appalti pubblici e a quelli privati del settore edile. Nel caso in cui il DURC segnali un’inadempienza contributiva relativa a uno o più soggetti impiegati nell’esecuzione del contratto, le stazioni appaltanti trattengono dal pagamento l’importo corrispondente alle inadempienze e lo versano direttamente agli enti previdenziali e assicurativi o alla cassa edile. Ciò significa che sarà possibile il rilascio del DURC compensando debiti e crediti vantati nei confronti dell’amministrazione. Viene chiarito che nell’ambito dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, il DURC è necessario: 1. per la verifica dei requisiti di ammissibilità alla procedu ra di appalto, in particolare la commissione di “violazioni gravi, definitivamente accertate, alle norme in materia di contributi previdenziali e assistenziali”; 2. per l’efficacia dell’aggiudicazione del contratto; 3. per la stipula del contratto; 4. per il pagamento degli stati di avanzamento lavori o del le prestazioni di servizi e forniture; 5. per il certificato di collaudo, il certificato di regolare esecuzione, il certificato di verifica di conformità e il pagamento del saldo finale. Dopo la stipula del contratto, il DURC deve esser acquisito ogni 120 giorni ed è valido ed utilizzabile per il pagamento degli stati di avanzamento dei lavori e per il rilascio dei diversi certificati di collaudo. Un’eccezione è prevista per il pagamento del saldo finale: in questo caso le amministrazioni appaltanti sono obbligate ad acquisire un nuovo DURC. In caso di mancanza dei requisiti per il rilascio del DURC, gli Enti preposti al rilascio invitano l’interessato mediante PEC o, con lo stesso mezzo, per il tramite del consulente del lavoro, a regolarizzare, entro un termine non superiore a quindici giorni, le inadempienze. Il DURC, nel corso dei 120 giorni di validità, può essere utilizzato anche per contratti pubblici diversi da quelli per cui

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Azimut è stato richiesto. La semplificazione è estesa a tutti i casi in cui le pubbliche amministrazioni richiedono il DURC quali ad es. la concessione di benefici, di sovvenzioni, contributi, sussidi e finanziamenti previsti dalla normativa europea, nazionale e regionale. Fino al 31 dicembre 2014, la semplificazione si applica anche ai lavori edili per i soggetti privati.

Semplificazione degli adempimenti formali in materia di lavoro (art. 32)

Verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro (comma 1, lettera f) I termini per effettuare la prima verifica periodica delle attrezzature di lavoro sono ridotti da sessanta a quarantacinque giorni. Viene, inoltre, introdotto l’obbligo per i soggetti pubblici di comunicare al datore di lavoro, entro 15 giorni, l’impossibilità di effettuare la verifica di propria competenza. In caso di comunicazione negativa o comunque dopo 45 giorni, il datore di lavoro si potrà rivolgere, a propria scelta, a soggetti pubblici o privati abilitati alle verifiche. Le verifiche successive sono effettuate su libera scelta del datore di lavoro da soggetti pubblici o privati abilitati. In tal modo, sono semplificate le procedure delle verifiche, che attualmente sono estremamente complesse e non agevolano le imprese nell’adempimento di un obbligo che è nel loro interesse assolvere. Semplificazione dei cantieri temporanei e mobili (comma 1, lettera h) Per i cantieri temporanei e mobili, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentita la Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro e previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome, sono adottati modelli semplificati per la redazione del piano operativo di sicurezza (POS), del piano di sicurezza e coordinamento (PSC) e del fascicolo dell’opera.

Semplificazione del procedimento per l’autorizzazione paesaggistica (art. 39)

In presenza di un piano paesaggistico regionale approvato dal Ministero dei Beni Culturali, il parere del soprintendente, necessario per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, deve essere dato nel termine di quarantacinque giorni (non più novanta). Quando il soprintendente non rilascia il parere nel termine, l’amministrazione competente si pronuncia sulla domanda di autorizzazione. L’autorizzazione è efficace per tutta la durata dei lavori (attualmente scade dopo 5 anni).

Semplificazioni in materia di ambiente (art. 41)

Le misure in materia di ambiente sono finalizzate a semplificare e accelerare le procedure, riducendo gli oneri per gli operatori, nel pieno rispetto degli standard europei e senza abbassare i livelli di tutela. Particolarmente rilevanti sono le semplificazioni in materia di: 1) acque emunte ai fini della bonifica dei siti contaminati; 2) utilizzo di terre e rocce da scavo; 3) materiali di riporto; 4) eliminazione di autorizzazione alle emissioni in atmosfe ra per attività scarsamente inquinanti (ad es. cantine che trasformano fino a 600 tonnellate di uva all’anno, frantoi, silos per materiali vegetali) che saranno sogget te solo a una comunicazione; 5) pastazzo di agrumi (ossia il residuo di lavorazione degli agrumi), che viene definitivamente sottratto alla disci plina dei rifiuti e sottoposto a quella dei sottoprodotti sulla base di un apposito decreto.


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Amministrazioni

La crisi si è fermata a valle L'edilizia regge l'urto della recessione a Staffolo. Si punta sul recupero dell'esistente. E non mancano i cantieri pubblici Matteo Tarabelli Quattordici cantine vinicole, cinque ristoranti. E poi bed and breakfast, country house, agriturismi e persino un relais di pregio. E' anche grazie alla prestigiosa Bandiera Arancione ottenuta nel 2009 se Staffolo, poco più di duemila anime ad una manciata di chilometri da Jesi, sta registrando negli ultimi tempi un rilevante incremento dei visitatori. Nonostante la crisi, che pure qui, a 441 metri sul livello del mare, si sta facendo sentire. Ma non come a valle. «Possiamo definirci quasi un'oasi felice da questo punto di vista», esordisce il sindaco Sauro Ragni, al governo del paese da ben 9 anni. Quotidianamente, a suon di deliberazioni, prova ad invertire la rotta recessiva. Di professione geometra, Ragni conosce bene la situazione dell'edilizia, uno dei settori più colpiti dal declino economico. «Le nuove edificazioni stanno riguardando quasi esclusivamente la frazione di Coste, mentre Staffolo è interessata da svariate ristrutturazioni. Questa è la linea politica dell'amministrazione comunale, che predilige sicuramente il recupero dell'esistente piuttosto che l'edificazione ex novo – evidenzia il sindaco – Il lavoro per le nostre piccole imprese c'è ancora, anche se i margini sono leggermente calati. Bene quindi ha fatto il Governo a prolungare le detrazioni fiscali e gli incentivi finalizzati al risparmio energetico. A tale proposito, stiamo per inaugurare un edificio ad impatto zero, proprio a Coste. Il nostro Prg sta dando buoni frutti. Relativamente agli oneri di urbanizzazione, nel 2011, l'anno in cui l'acuirsi della crisi ha colto di sorpresa un po' tutti, abbiamo scelto volutamente di non aumentarli, malgrado le sollecitazioni che

ci arrivavano dalla Regione. L'incremento lo abbiamo così diluito nel triennio successivo, per gravare meno su coloro che intendono investire». Resistono, malgrado il considerevole calo dei consumi, anche le attività commerciali. «Qualcuno ha pagato, purtroppo, la mancata innovazione. Alcuni negozi hanno chiuso i battenti – precisa sempre Ragni – Ma la Bandiera Arancione sta contribuendo notevolmente

Il Sindaco di Staffolo, Sauro Ragni

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Amministrazioni ad attrarre turisti, sicuramente un bene per i nostri operatori economici. Abbiamo ristoranti, bed and breakfast e spesso accogliamo camperisti. Anche perché possiamo contare su ben 14 cantine vinicole di alta qualità, che stanno investendo risorse per riqualificarsi ed essere ancora più accoglienti, a beneficio esclusivo della clientela». Sul fronte dei lavori pubblici, Staffolo è tutt'altro che ferma. La ristrutturazione del centro culturale polivalente sta per partire grazie al contributo degli enti sovralocali ed al supporto dei privati. L'amministrazione interverrà anche su altri immobili destinati ad attività ludiche. E sull'oratorio, in sinergia con la Curia. Nonché sulle strutture sportive. Previsti inoltre investimenti sulle energie rinnovabili: la scuola di viale Europa sarà infatti dotata di pannelli fotovoltaici. E poi, ovviamente, grande attenzione alla manutenzione delle stra-

Staffolo

Staffolo è un comune di 2.372 abitanti situato in provincia di Ancona. Il territorio si sviluppa per 28 chilometri quadrati fra il corso del fiume Musone e quello dell'Esino. Il punto più alto raggiunge i 545 metri s.l.m., ma il nucleo più antico dell'abitato sorge in cima al colle di 441 metri. Il paese è costituito da un centro storico di impianto medioevale con forma ellittica e cinto da mura, in parte originali, aperte in due punti contrapposti, porta Venezia a nord e porta San Martino a sud. Sulle mura si erge ancora intatto il torrione detto dell'Albornoz (sec. XIV) ed altre torri trasformate nel tempo in abitazioni civili. Il centro storico fra vicoli e piazzette offre, appena all'ingresso del paese, la scenografica piazza Leopardi delimitata dalla due chiese romaniche dedicate, la prima al patrono Sant'Egidio, la seconda a San Francesco (XIII sec). Nel punto più alto del colle sorge il palazzo Comunale (già Monte di Pietà e Monte frumentario sul finire del '400) di fronte al vecchio palazzo delle Magistrature. Dalla caratteristica piazzetta dell'ospedale

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Azimut de, con particolare riferimento a quelle secondarie di campagna. Da qualche tempo si parla di fusioni fra i Comuni più piccoli, nell'ottica di razionalizzazione dei costi. Ma Ragni storce il naso. «Personalmente preferisco le convenzioni per la gestione di determinati servizi in forma associata – spiega il sindaco di Staffolo – Noi lo stiamo già facendo, ad esempio, con Cupramontana, Apiro e Poggio San Vicino. Penso sia sbagliato rinunciare alla propria storia e tradizione, alle radici, alla cultura di ciascun paese, pur piccolo che sia. Qui c'è ancora il rapporto diretto fra l'amministrazione ed i cittadini, che non ci sarà più se il sindaco sarà a qualche chilometro di distanza. I risparmi, fra l'altro, sono tutti da verificare. Di sicuro, le continue decurtazioni di fondi da Roma stanno creando forti destabilizzazioni sui territori. Ma noi non molliamo».

si può accedere al Museo del Vino e all'annessa enoteca. Il giro attorno alle mura è un bel viale di tigli lungo circa 700 metri che inizia e termina con un balcone naturale che si affaccia sulla Vallesina. Il luogo, detto dagli staffolani i banghitti, offre un magico punto di vista che si allarga su tre valli, Esino, Misa e Musone, per arrivare fino al mare Adriatico e al sottile profilo delle isole croate. Coste è l’altro nucleo abitato del Comune: è un insediamento abbastanza recente che sta avendo un importante sviluppo urbanistico lungo la provinciale che conduce a Jesi. La maggior parte del territorio è ordinatamente coltivato e fra tutte prevale la coltivazione dei vitigni Verdicchio, Montepulciano e Sangiovese da cui scaturiscono i vini Verdicchio, Rosso Piceno ed Esino Rosso. Grazie alla cura del territorio e del centro storico, a cui si aggiunge la rinomata gastronomia dei ristoranti staffolani, Staffolo è stato insignito della Bandiera Verde per l'agricoltura e di quella Arancione del T.C.I.


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Amministrazioni

A colloquio con il sindaco di Serra de' Conti

Dall'antico amore per la terra al risparmio energetico Ogni cittadino può controllare il corretto funzionamento dei pannelli fotovoltaici del comune Beatrice Testadiferro

Il Sindaco di Serra De' Conti, Arduino Tassi

La ripresa economica tarda ad avvenire e la disoccupazione aumenta: al sindaco continuano le richieste di lavoro e di sostegno economico, quanto attuato nei servizi sociali sembra non bastare mai. Tra le ultime iniziative attuate dal sindaco, la richiesta alla società che gestisce la distribuzione del gas metano alle famiglie, di migliorare la strutturazione della bollettazione nel corso dell'anno: il sindaco è diventato il portavoce del disagio dei cittadini per l’elevato e inaspettato importo delle bollette a conguaglio che hanno creato difficoltà in tanti nuclei familiari.

Consapevoli delle difficoltà generali, è necessario non perdere la progettualità e valorizzare quanto è presente sul territorio. «È necessario affrontare anche le situazioni difficili con serenità e responsabilità – sostiene il sindaco Arduino Tassi - accogliendo le critiche e le sollecitazioni che provengono dalle altre forze politiche del paese. Le aziende di Serra de’ Conti hanno fatturati molto ridotti rispetto ad alcuni anni fa, alcune sono in crisi ed altre hanno chiuso causando la perdita di posti di lavoro e di tante fonti di reddito per le famiglie». La lunga esperienza del sindaco, per anni assessore con varie deleghe, laureato in economia e commercio con specializzazioni nel diritto amministrativo, e la sua conoscenza del tessuto sociale e culturale del paese, gli permettono di avere consapevolezza delle potenzialità della comunità da lui guidata e a trovare spazi innovativi di crescita. Pur con i sempre maggiori tagli da parte dello Stato, il comune è riuscito a completare ed inaugurare il nuovo poliambulatorio e a sistemare la biblioteca per un importo complessivo di 950.000 euro mettendo a disposizione locali confortevoli e a servizio della salute e della socialità dei cittadini. L’aumentata consapevolezza di dover gestire al meglio le risorse energetiche e di risparmiare sulle spese correnti del bilancio, ha portato il comune ad investire nella riconversione della pubblica illuminazione con dispositivi a Led (Light Emitting Diode) grazie ad un cospicuo cofinanziamento della Regione Marche che ha coperto i tre quarti della spesa complessiva. «Favorire l’innovazione e il risparmio energetico – spiega il sindaco - significa SETTEMBRE 2013

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Amministrazioni

sostenere l’economia locale e lo sviluppo per il futuro. Abbiamo infatti installato pannelli fotovoltaici su sette edifici pubblici con scambio sul posto per il risparmio energetico con la collaborazione e l’investimento di un’azienda privata marchigiana». Dislocati in varie parti del territorio, dallo scorso anno i pannelli sono sulla palestra e sulla rimessa comunale, sopra il bocciodromo e sulle scuole materna, elementare e media: sul sito internet del comune è stata creata una pagina con l’aggiornamento del risparmio di anidride carbonica dalla data di funzionamento di ogni impianto. Cinque anni fa, l’amministrazione ha ideato il progetto del “Parco delle conoscenze” ed ha attivato un protocollo d’intesa tra il Comune e partner pubblici e privati: Agenzia per il Risparmio Energetico, Dipartimento di Energetica dell’Università Politecnica delle Marche, Istituto Comprensivo di Arcevia, associazione Legambiente Marche e Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ancona. La Regione ha appoggiato il progetto concedendo un contributo di 328mila euro. Ad “Italia Rinnovabile”, la manifestazione nazionale di Legambiente per valorizzare le "storie di territori e di comunità che hanno scelto di investire nelle fonti rinnovabili", svoltasi nella capitale, il 26 ottobre, ha partecipato l'assessore all'Ambiente, il geologo Pieramelio Baldelli. Il comune, che ha sottoscritto il “Manifesto per l’Italia rinnovabile” insieme ad altri 200 paesi italiani, conferma le scelte compiute per l'eco-sostenibilità e le fonti rinnovabili, con molteplici esperienze: dalle raccolte differenziate per le quali sono stati raggiunti risultati di eccellenza anche a livello nazionale (77% nel 2012) al centro per il riuso, al 'fotovoltaico', all’illuminazione a led, sino agli stage di manutenzione ambientale che contribuiscono a sensibilizzare il mondo giovanile sui temi dell’ambiente e che anche nel 2013 hanno riscosso tante adesioni e consensi. E sempre per offrire occasioni alle giovani generazioni di conoscere i luoghi in cui abitano e le tradizioni che li hanno costituiti, ad ottobre il comune ha promosso, per il terzo anno, una domenica all'insegna del biologico e della biodiversità, per insegnare ai bambini, accompagnati dai loro genitori, come si faceva la "semina a spaglio"

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cioè manualmente, quando i contadini gettavano la semente nel terreno senza i mezzi meccanici e senza aiuti dalla chimica. Tante sono le manifestazioni e iniziative per valorizzare i prodotti tipici e che fanno conoscere Serra de’ Conti in tutta Italia. La festa della cicerchia è cresciuta negli anni legando storie e sapori, riportando alla memoria i valori del mondo contadino tra le vie e i vicoli medievali che si affollano di persone arrivate da tutta la regione: tre giornate per salvaguardare i prodotti locali a rischio di estinzione, promuovere le produzioni pulite e rispettose dell’ambiente e contribuire all’economia locale. Altri prodotti tipici sono i ceci, il lonzino di fico, la sapa, l’uva gresta, il fagiolo solfino, il granoturco "Quarantino 12 File", il verdicchio e il vino di visciola. «Tutti gli investimenti in cultura e nel turismo a Serra de’ Conti cercano di collegare ciò è custodito dalla comunità, a partire dalle collezioni d’arte moderna che accolgono un patrimonio di oltre 400mila euro e che suscitano l’interesse degli appassionati e degli studiosi oltra alla curiosità dei turisti. Le tante associazioni culturali e ricreative che coinvolgono quasi tutti i cittadini realizzano più di 200 iniziative all’anno di generi molto diversi tra loro ma che costituiscono una realtà di incredibile valore sociale e civile».

Residenti al 30 novembre 2012: 3.797 Frazioni: Gemellato con il comune di Knutange in Francia, nel dipartimento della Mosella (Lorena) e con il comune di Frigento in provincia di Avellino


Azimut

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Normativa

La ristrutturazione liberata Gianluigi Rota L’art. 30 della legge 9 agosto 2013 n. 98, di conversione del decreto-legge n. 69 del 21 giugno (sopravvissuto a 2.300 emendamenti), è in vigore dal 21 agosto. Come sappiamo ha introdotto (a) modifiche a norme che c’erano già: la ristrutturazione edilizia, i termini di inizio e di ultimazione dei lavori e il certificato di agibilità); e (b) disposizioni nuove: termini delle convenzioni urbanistiche e (oscura) deroga alle distanze tra fabbricati. Molti auspicavano il silenzio-assenso nelle aree con vincolo paesaggistico, non poche delle quali istituite decenni addietro dal Ministero della Pubblica Istruzione! “Capisco, ma trovo prioritario un aggiornamento degli elenchi delle aree e degli immobili da mantenere soggetti alla tutela, una materia che lo Stato ha solo delegato alle Regioni, le quali ne hanno affidato la gestione ai Comuni. Da qui i procedimenti numerosi e cervellotici, spesso in sovrapposizione, talvolta usati come strumenti d’interdizione pretestuosa (nella certezza dell’impunità). Il silenzio mi sembra pericoloso, ma così non si può andare avanti. La mia proposta è la revoca dei vincoli superati dallo sviluppo dei territori e l’applicazione ai decisori del principio di responsabilità. Detto questo, affrontiamo il tema della ristrutturazione liberata. In Lombardia si tratta di un revival, la controversia tra la Regione e il Tar fu decisa dalla Corte costituzionale in questo modo: “In conclusione, l'art. 27, comma 1, lettera d), ultimo periodo, della legge della Regione Lombardia n.12 del 2005, nel definire come ristrutturazione edilizia interventi di demolizione e ricostruzione senza il vincolo della sagoma – si legge nella sentenza - , è in contrasto con il principio fondamentale stabilito dall'art. 3, comma 1, lettera d), del d.P.R. n. 380 del 2001, con conseguente violazione dell'art. 117, terzo comma, Cost., in materia di governo del territorio” (sent. 23 novembre 2011 n. 309).

La regola sancita dalla Consulta è che la disciplina degli interventi edilizi dev’essere uniforme sull’intero territorio nazionale: competenze, tempistica (timing), onerosità o meno dei titoli abilitativi, conseguenze delle loro violazioni (soltanto amministrative o anche penali), non possono variare da una circoscrizione regionale all’altra. Le sentenze costituzionali accolgono o respingono i ricorsi in base ai motivi dedotti nelle impugnazioni, pertanto nulla vieterebbe a una Regione di sollevare dubbi di costituzionalità della nuova categoria di recupero, ovviamente per motivi diversi da quelli fatti valere in precedenza, che riguardavano il limite esterno dei poteri regionali nel governo del territorio. Prima di entrare nel merito della ristrutturazione liberata ci vogliono un paio di precisazioni. La prima è che la nuova definizione è già inserita (dal 21 agosto), senza necessità di recepimento, negli strumenti urbanistici comunali e nei regolamenti edilizi. Gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente furono definiti per la prima volta dall’art. 31 co. 1 della legge n. 457 del 1978. La classificazione attuale è ancora quella, compresa la clausola di prevalenza del co. 2: “Le definizioni del presente articolo prevalgono sulle disposizioni degli strumenti urbanistici generali e dei regolamenti edilizi”, ripresa sia dall’art. 3 co. 2 del TU n. 380 sia dall’art. 27 co. 2 della l.r. n. 12. La seconda è che per effetto della clausola di prevalenza la nuova definizione sostituisce quelle contenute nei regolamenti edilizi e negli strumenti urbanistici solo dal punto di vista lessicale e sintattico (per essere chiaro), restando i Comuni liberi come sempre di permettere o meno le ristrutturazioni (e altro) nel loro territorio. Farebbero bene a valutare con attenzione l’opportunità di mantenere o di introdurre nuovi interventi del genere perché l’incidenza urbanistica della ristrutturazione liberata è ben diversa da quella della ristrutturazione speciale, che sopravvive in versione attenuata all’art. 10 co 1 lett. c) del TU n. 380,

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Normativa che l’assoggetta a permesso di costruire: “c) gli interventi di ristrutturazione edilizia che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d’uso, nonché gli interventi che comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42” La prima parte della nozione di ristrutturazione generale normata dall’art. 3 co. 1 lett. d del TU n. 380 del 2001 è consolidata e non problematica: “[sono di ristrutturazione edilizia] gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni [non tutti] elementi costitutivi dell'edificio, l’eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti.” L’art. 3 del TU n. 380 ha una seconda parte, introdotta dal “decreto del fare”, che possiamo chiamare ristrutturazione liberata: “Nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria di quello preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l'adeguamento alla normativa antisismica, nonché quelli volti al ripristino di edifici, o parti di essi, eventualmente crollati o demoliti, attraverso la loro ricostruzione, purché sia possibile accertarne la preesistente consistenza. Rimane fermo che , con riferimento agli immobili sottoposti a vincoli [paesaggistici] ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 [art. 136 co. 1], gli interventi di demolizione e ricostruzione e gli interventi di ripristino di edifici crollati o demoliti costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia soltanto ove sia rispettata la medesima sagoma dell'edificio preesistente". In Lombardia è ancora in vigore l’innovativo art. 27 co. 1 lett. e) n. 7-bis della l. 12, che con buon senso definisce di nuova costruzione: “gli interventi di integrale sostituzione edilizia degli immobili esistenti, mediante demolizione e ricostruzione anche con diversa localizzazione nel lotto [purché in Italia] e con diversa sagoma, con mantenimento della medesima volumetria dell'immobile sostituito." Siccome due diversi regimi giuridici della stessa fattispecie non possono coesistere, si dovrà accertare se esiste un criterio di selezione (oggettivo nella sostanza e corretto nella forma); che possa guidarci nella professione senza rischi (sugli errori di diritto scusabili nel mio sito c‘è un articolo intitolato “La relativa innocenza dei tecnici”, purtroppo di non facile lettura). Dal punto di vista contenutistico la questione è semplice perché i principi fondamentali sono inderogabili e pertanto le leggi regionali con essi in contrasto sono recessive; dal punto di vista formale le cose sono più complicate perché si devono scegliere le interpretazioni che non rendano le norme incostituzionali, un compito che però non spetta alla progettazione né alla direzione-lavori e neppure ai Consigli comunali. Per avere certezze bisogna che in Regione la Giunta e il Consiglio rileggano con cura la normativa previgente perché gli articoli che trattano della ristrutturazione e della sostituzione edilizia esigono una verifica di persistenza o di soccombenza in rapporto alla normativa statale sopraggiunta.

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Azimut L’art. 2 (Competenze delle regioni e degli enti locali) del d.P.R. n. 380 prescrive ch e “Le disposizioni, anche di dettaglio, del presente testo unico [come modificato dal decretolegge “del fare”], attuative dei principi di riordino in esso contenuti, operano direttamente nei riguardi delle regioni a statuto ordinario, fino a quando esse non si adeguano ai principi medesimi”. Non ci sarà un vuoto legislativo perché le leggi regionali in contrasto con quelle statali sopraggiunte sono per l’appunto recessive, ma non va bene lasciar credere ai semplici che sia in vigore un doppio regime. Le Regioni non hanno il decreto-legge, spesso usato quando l’urgenza si deve al non aver saputo provvedere in tempo utile (diciamolo), ma hanno sempre dimostrato di poterne fare a meno. Il lavoro non manca. Bisognerà intervenire anche sui numerosi titoli abilitativi modificati dal decreto-legge con disposizioni inserite nel TU n. 380 del 2001, nel quale (bene precisarlo) la lettera (L) accanto al numero dell’articolo significa che la norma è di rango legislativo e quindi vincolante per il legislatore regionale; mentre la lettera (R) precisa che la norma è di livello regolamentare e quindi, nella gerarchia delle fonti di diritto, inferiore a quello della legge regionale: l’art. 10 (L) - (Interventi subordinati a permesso di costruire) co. 1 lett. c) assoggetta al permesso le ristrutturazioni degli immobili siti nei centri storici se modificano anche le destinazioni d’uso; e le ristrutturazioni degli immobili vincolati se s’intenda modificarne la sagoma [ritengo che si riferisca al co. 1 lett. c) dell’art. 136 (Immobili ed aree di notevole interesse pubblico) del Codice del paesaggio e cioè “i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici”; l’art. 15 (R) – (Efficacia temporale e decadenza del permesso di costruire) al co. 2 sottopone al prudente apprezzamento regionale l’eventualità di prorogare i termini per l’inizio e l’ultimazione dei lavori, introdotti dalla l. Bucalossi (1977) per evitare speculazioni sulla rendita di attesa. Tre anni per l’inizio e sei anni, entrambi prorogabili, per l’ultimazione dei lavori non sembrano giustificati neppure in tempo di crisi del mercato immobiliare; l’art. 20 (R) – (Procedimento per il rilascio del permesso di costruire) al co. 8 introduce il silenzio-assenso generalizzato per i permessi di costruire, con la sola eccezione degli immobili protetti da vincoli paesaggistici o culturali, per i quali il silenzio del decisore equivale a diniego; l’art. 22 L) – (Interventi subordinati a denuncia di inizio attività) introduce una restrizione a tutela della sagoma degli immobili vincolati; l’art. 24 (L) - (Procedimento di rilascio del certificato di agibilità) aggiunge un comma 4-bis che ammette a certe condizioni il rilascio di una certificazione di agibilità parziale per i singoli edifici, le singole porzioni della costruzione e le singole unità immobiliari; l’art. 25 (R) – (Procedimento di rilascio del certificato di agibilità) introduce una procedura semplificata in favore dell’interessato che non presenti tempestivamente la domanda di rilascio. Ci sono infine adempimenti in tema di autorizzazioni preliminari alla segnalazione certificata di inizio attività e alla comunicazione dell'inizio dei lavori che spettano ai Comuni: “All’interno delle zone omogenee A) di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, e in quelle equipollenti secondo l’eventuale diversa denominazione adottata dalle leggi regionali, i comuni devono individuare


Azimut con propria deliberazione, da adottare entro il 30 giugno 2014, le aree nelle quali non è applicabile la segnalazione certificata di inizio attività per interventi di demolizione e ricostruzione [sostituzione edilizia], o per varianti a permessi di costruire, comportanti modifiche della sagoma. Senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, decorso tale termine e in mancanza di intervento sostitutivo della regione ai sensi della normativa vigente, la deliberazione di cui al primo periodo è adottata da un Commissario nominato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Nelle restanti aree interne alle zone omogenee A) e a quelle equipollenti di cui al primo periodo, gli interventi cui è applicabile la segnalazione certificata di inizio attività non possono in ogni caso avere inizio prima che siano decorsi trenta giorni dalla data di presentazione della segnalazione. Nelle more dell’adozione della deliberazione di cui al primo periodo e comunque in sua assenza, non trova applicazione per le predette zone omogenee A) la segnalazione certifica-ta di inizio attività con modifica della sagoma” (nuovo art. 23-bis co. 4 del TU n. 380). I primi commentatori concordano nel ritenere che dal 21 agosto 2013 al 30 giugno 2014 si rilasceranno permessi di costruire. Intermezzo

Sancta simplicitas “Il concetto di ristrutturazione edilizia postula necessariamente la preesistenza di un fabbricato da ristrutturare, ossia di un organismo edilizio dotato di mura perimetrali, strutture orizzontali e copertura, con la conseguenza che la ricostruzione su ruderi o su un edificio che risulta da tempo demolito, anche se soltanto in parte, costituisce a tutti gli effetti una nuova opera, che, come tale, è soggetta alle comuni regole edilizie e paesaggistiche vigenti al momento della riedificazione” (Consiglio di Stato | Sezione IV | 25 giugno 2013 n. 3456). “Costituisce nuova costruzione, e non già ristrutturazione, la ricostruzione di un intero fabbricato, demolito da lungo tempo e del quale residuino, al momento della presentazione dell'istanza del privato, solo piccole frazioni dei muri, di per sé inidonee a definire l'esatta volumetria della preesistenza, in quanto l'effetto ricostruttivo perseguito mira non a conservare o, se del caso, a consolidare un edificio comunque definito nelle sue dimensioni né alla sua demolizione e fedele ricostruzione e, quindi diretti al recupero o al pieno ripristino del patrimonio edilizio esistente, bensì a realizzarne uno del tutto nuovo e diverso” (Consiglio di Stato ! Sezione V ! 25 luglio 2013 | n. 3968). Avviandomi alle conclusioni espongo le mie perplessità: • il diritto non può discostarsi dal senso comune fino al pun-

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Normativa to da ritenere che ricostruire, se del caso con un diverso schema compositivo e la traslazione o rotazione dell’im mobile, con utilizzo di diversi materiali e tinteggiature, un edificio demolito (es. per fatiscenza) o crollato (es, per un sisma) sia un modo di mantenere in efficienza una struttura; • considerare ristrutturati gli immobili demoliti e ricostrui ti, come pure quelli crollati, dei quali se ne possa ac certare la consistenza, comporta l’applicazione retroatti va delle norme che furono in vigore al tempo dell’edificio “de cuius”, con possibili effetti distorsivi della concorrenza. Nel suo commento l’ANCE rivendica che “ai fini della conformità urbanistica la normativa di riferimento sarà quella vigente all’epoca della realizzazione del manufatto e non invece quella sopravvenuta al momento dell’esecuzione dei lavori”; ma si spinge troppo oltre: “...si potranno mantenere i parametri edilizi e urbanistici (es. distanze, altezze, ecc.) esistenti al momento della realizzazione del fabbricato senza necessità di doversi conformare alle successive e mutate discipline urbanistiche”. Il certificato di agibilità tuttavia potrà essere assentito soltanto se sussistono condizioni conformi agli odierni standard di civiltà dell’abitare, ossia se sarà verificata “la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo quanto dispone la normativa vigente” [oggi]; anche se quella sull’abitabilità del tempo in cui l’edificio fu ultimato era più favorevole: “Gli edifici o parti di essi ... non possono essere abitati senza autorizzazione del podestà, il quale la concede quando, previa ispezione dell'ufficiale sanitario o di un ingegnere a ciò delegato, risulti che la costruzione sia stata eseguita in conformità del progetto approvato, che i muri siano convenientemente prosciugati e che non sussistano altre cause di insalubrità” (art. 221 del r.d. n. 1265 del 1934). Prime conclusioni Per il popolo dei credenti nell’esistenza di un qualche rapporto tra il diritto e il senso comune, è difficile ammettere che demolire e ricostruire un immobile sia una ristrutturazione (property renovation), mentre sia da considerare nuova costruzione (new builiding) “l’installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulottes, campers, case mobili, imbarcazioni [trasformate in gelaterie bar o ristoranti ancorate a riva] ...” ecc., come dispone l’art. 3 (Definizione degli interventi edilizi) co. 1 lett. e) n. 5 del Testo unico dell’edilizia. Nella notte del 29 gennaio 1996 il Teatro La Fenice di Venezia perì in un incendio. Il bando fu per l’appalto della ricostruzione, non della ristrutturazione di quel che era rimasto, benché ci fosse già la l. n. 457 del 1978 che all’art. 31 co. 1 lett. d) definiva la ristrutturazione così bene da essere stato in vigore fino al decreto - legge “del fare”. Pazienti lettori, questa vicenda mi ricorda il Gatto del Cheshire, un personaggio di “Alice nel paese delle meraviglie”, romanzo di Lewis Carroll:. “... sghignazzò e poi svanì molto lentamente, cominciando dalla punta della coda, per finire con il sogghigno, che rimase ancora per qualche istante dopo che il resto non c'era più...”. “Beh, mi è capitato spesso di vedere un gatto senza sorriso”, pensò Alice; “Ma un sorriso senza gatto! E’ la cosa più curiosa che abbia mai visto in vita mia!” Ci mancava davvero un decreto-legge del sogghignare?

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Il fascicolo del fabbricato Luca Serafini - Centro Studi A.L.A.C. Marche I recenti eventi calamitosi nel territorio Italiano, l’Aquila prima e l’Emilia Romagna poi, hanno dimostrato come il nostro patrimonio edilizio è caratterizzato da un'alta vulnerabilità rispetto ai rischi naturali e antropici. Un edificio è un organismo complesso in cui convivono la struttura, gli impianti e tutto ciò che rende funzionale l'opera. Per comprendere lo stato di "salute" del nostro fabbricato appare quanto mai indispensabile approfondire la conoscenza della qualità costruttiva, la funzionalità, l’adeguatezza degli impianti (anche sotto il profilo energetico) e il livello di manutenzione. Una valutazione seria e puntuale di queste caratteristiche, aiuterebbe il mercato immobiliare a fornire quella indispensabile quantità di dati per la fruizione in futuro di quell’acquirente immobiliare, consentendogli di affrontare la sua compravendita dell’unità immobiliare senza tutte dover porsi tutte quelle domande che spesso restano senza una risposta, a volte in alcuni casi addirittura irrisolte. A tale scopo diventa indispensabile un’accurata documentazione che dovrebbe essere raccolta all’interno del così detto, "FASCICOLO DEL FABBRICATO". Il fascicolo del fabbricato espone la storia dell'edificio indicando, l'epoca di costruzione, la tipologia di struttura, gli impianti in genere esistenti e i dati relativi agli interventi eseguiti dall’edificio, la disposizione degli impianti, nonché i dati fiscali, catastali ed urbanistici; valutandone la congruità con lo stato attuale. Potremmo dire che; come un’autovettura è dotata dei suoi libretti di circolazione e di manutenzione, dove vengono annotati i suoi tagliandi e le sue revisioni, a maggior ragione, per un edificio, si dovrebbe avere una adeguata informazione e documentazione trasparente che attesti lo stato di fatto in cui versa l’edificio. Questa documentazione aiuta in prima istanza a comprendere lo stato dell'edificio e valutare così la necessità di indagini specifiche per approfondire eventuali vulnerabilità e rischi per la privata e pubblica incolumità delle persone e delle cose. Il fascicolo del fabbricato permetterebbe inoltre di stimare la vita utile del fabbricato ed a pianificare gli idonei ed eventuali interventi, necessari a mantenere sia il valore dell'immobile che la sua funzionalità. La funzionalità di tutto ciò porterebbe a co-

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noscere più in fretta e con minori spese i problemi reali e concreti dell'edificio, dal punto di vista amministrativo, strutturale, impiantistico (energetico) o relativamente alle finiture. Proprio in tal senso, la recente riforma del condominio (legge n.220/2012), con le modifiche introdotte all'articolo 1130 del codice civile, specifica che l'amministratore dovrà curare la tenuta del registro di anagrafe condominiale contenente le generalità dei singoli proprietari e dei titolari di diritti reali e di diritti personali di godimento, comprensive del codice fiscale e della residenza o domicilio, i dati catastali di ciascuna unità immobiliare, nonché ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza. Ogni variazione dei dati deve essere comunicata all'amministratore in forma scritta entro sessanta giorni. L'amministratore, in caso di inerzia, mancanza o incompletezza delle comunicazioni, richiede con lettera raccomandata le informazioni necessarie alla tenuta del registro di anagrafe. Decorsi trenta giorni, in caso di omessa o incompleta risposta, l'amministratore acquisisce le informazioni necessarie, addebitandone il costo ai responsabili (art. 1130 n. 6 c.c. nuova formulazione). Se ciò lo ricolleghiamo a quanto abbiamo detto in epigrafe riusciremo senz'altro a comprendere quale sia la reale necessita dell’istituzione del fascicolo del fabbricato per gli il godimento e il mantenimento degli immobili dislocati su tutto il territorio Nazionale, affinché tutti i proprietari possano dormire sonni più tranquilli per i propri beni. Il Presidente di A.L.A.C. Marche, geom. Morra Luigi, comunica che A.L.A.C., Associazione dei Liberi Amministratori di Condominio, con sede nazionale a Genova, Piazza G. Verdi 4/1, dopo un lungo percorso fatto di adeguamenti normativi per la Professione di Amministratori di Condominio, è iscritta dal 18/09/2013, come previsto per Legge, nell’elenco tenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico delle Associazioni tra le Associazioni che rilasciano la Certificazione di Qualità. Un traguardo importante per tutti gli Amministratori di Condominio Professionisti iscritti ad A.L.A.C. da questo momento in regola con la normativa per la professione di “Amministratore Condominiale”. Per maggiori informazioni: segreteria@alac.marche.it.


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