GIUGNO 2013
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SOMMARIO PRIMAVISIONE
Editore: Aemme Gruppo Editoriale Multimediale sas v.le Andrea Doria, 32 - 20124 Milano - tel/fax 0270638308 s.cennamo@aemmegem.it - a.carducci@aemmegem.it Direttore Responsabile: Adriana Pederzani Direzione e redazione: v.le Andrea Doria, 32 - 20124 Milano PubblicitĂ : Aemme Gruppo Editoriale Multimediale sas v.le Andrea Doria, 32 - 20124 Milano - tel/fax 0270638308 aemmegem@fastwebnet.it - aemmegem@tiscali.it
Hanno collaborato a questo numero: Donatella Lolli, M.C.Petrignano, Stefano G.Cennamo Grafica a cura di: Andrea Carducci Autorizzazione Tribunale di Milano: n.122 del 15.02.1992 Iscrizione ROC: n.10515 (Registro degli Operatori di Comunicazione) Stampa: MEDIAPRINT Srl - Milano Tiratura: 200.000 copie Distribuzione: nazionale
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Paulette, anziana signora della periferia di Parigi, con una magra pensione per vivere si riscopre talentuosa negli affari e come pasticciera grazie a una nuova attività: vendere cannabis! Paulette è un’anziana signora, che vive da sola in un complesso residenziale alla periferia di Parigi. Con la sua magra pensione non riesce a sbarcare il lunario. Una sera, osservando alcuni misteriosi movimenti fuori dal suo palazzo, Paulette scopre un mondo che non conosceva. Decide così di iniziare a vendere cannabis. Dopo tutto, perché non dovrebbe? Paulette era una pasticciera: il suo fiuto per gli affari e il suo talento come cuoca saranno un grande aiuto nella ricerca di soluzioni originali per la sua nuova attività. Ma non si diventa spacciatori in una notte!
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Un brutale e sconvolgente “creature feature” per il ventunesimo secolo, The Bay è la cronaca della discesa nel terrore assoluto di una piccola comunità. La pittoresca cittadina di mare di Claridge prospera proprio grazie all’acqua, che è sostentamento e principale fonte di ricchezza della comunità. Quando due biologi ricercatori francesi rilevano un livello di tossicità sconcertante nell’acqua cercano di avvertire il sindaco, il quale però rifiuta di generare panico nella sua tranquilla città. Questa negligenza avrà delle conseguenze terrificanti.
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“E vissero tutti felici e contenti." A 24 anni Laura aspetta ancora il suo principe azzurro. Così, quando ad una festa appare Sandro, che corrisponde esattamente all’uomo dei suoi sogni, Laura pensa di aver trovato quello giusto. Ma poi incontra Maxime e inizia a chiedersi se non ci siano principi migliori di altri. Dal canto suo anche Sandro ha i suoi problemi: il padre Pierre, al funerale di suo nonno, si è appena imbattuto in Irma, e questo gli ha fatto ricordare che alcuni anni prima lei gli aveva predetto la data della sua stessa morte. Ora
Pierre non riesce più a fare progetti, né con la sua nuova compagna Eleonore, né con Sandro. Anche Maxime ha i suoi problemi; così come pure Eleonore, Marianne, Jacqueline e tutti gli altri. Ma non c’è da preoccuparsi: alla fine vivranno tutti felici e contenti!
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La cooperazione: modello per la difesa del bene comune Non tutte le banche sono uguali, lo ha dimostrato la crisi. In particolare le Banche Popolari cooperative si pongono sul mercato come “Banche differenti” la cui missione da un lato fa riferimento al territorio di elezione e dall’altro alla grande famiglia della cooperazione. Questi intermediari si distinguono dagli altri per via della conoscenza reale dei propri clienti, delle loro problematiche come piccoli imprenditori, artigiani e commercianti, ma anche come storici componenti delle comunità servite. Va poi rilevato che il sostegno dei territori da parte delle Banche Popolari non si esaurisce nella concessione di credito, poiché da sempre esse interpretano il tradizionale ruolo di “banche del territorio” coniugando l’attività tipica di intermediazione creditizia con un significativo impegno filantropico, sociale e culturale, in modo da rafforzare, in un’ottica di complementarietà e prossimità rispetto all’attività di altri organismi, i legami con tutti gli operatori – le diverse istituzioni pubbliche, enti non profit e piccole associazioni private – che, in ambito locale e su base volontaria, esprimono attenzione alle comunità di riferimento. È opportuno ricordare che l’impegno nel Sociale delle Popolari è proporzionalmente superiore a quello delle altre banche in Italia ed i contributi risultano costanti nel tempo per effetto di norme statutarie comuni a tutte le banche del Credito Popolare. Nel 2012 esse hanno destinato
a iniziative di interesse sociale oltre 100 milioni di euro, e altrettanto in base alle stime più recenti hanno destinato in questo anno particolarmente difficile e impegnativo in una fase profondamente recessiva. In particolare, oltre il 16% riguarda interventi di beneficenza e aiuto ad enti che operano a sostegno delle categorie svantaggiate, insieme a forme tradizionali di solidarietà, in favore di organizzazioni religiose e associazioni di volontariato che prestano assistenza in favore degli indigenti, degli infermi e dei disabili, si registrano forme di intervento legate all’affermarsi di nuove precarietà e disagi sociali. Circa il 24% del complesso delle somme destinate alla collettività viene indirizzato a iniziative di promozione culturale, nonché al recupero e alla tutela del patrimonio artistico e architettonico. Un apprezzabile contributo, nella misura di circa il 18%, viene fornito alla ricerca medico-scientifica, tramite sovvenzioni alle Università. Inoltre, vi è anche un’attenzione verso gli eventi e le manifestazioni locali, legata soprattutto al forte rapporto con il territorio per una contribuzione da parte del Credito Popolare pari a circa il 16% del complesso delle somme destinate alla collettività, mentre il 13% è destinato ad interventi di pubblica utilità. Di notevole rilevanza, infine, è il contributo fornito a beneficio delle popolazioni indigenti del terzo mondo, che trova applicazione in donazioni e raccolte di fondi a favore di Organizzazioni Non Governative, permettendo alle banche della Categoria di offrire solidarietà soprattutto in occasione di grandi emergenze umanitarie. Il sostegno ai Paesi in via di sviluppo si attua anche attraverso la partecipazione a joint ventures realizzate con il contributo di istituzioni creditizie locali, permettendo di trasferire know-how in campo economico e finanziario e favorendo così i presupposti per ulteriori iniziative di sviluppo.
Dai dogmi dei mercati all’annientamento della democrazia economica la strada è breve La crisi ha in più occasioni evidenziato come la presenza di una pluralità di soggetti economici differenti all’interno del sistema bancario italiano abbia rappresentato una ricchezza da preservare e da valorizzare. Non possono quindi passare inosservate le conclusioni recentemente raggiunte dal Fondo Monetario Internazionale sullo stato di salute del sistema bancario nazionale dopo l’indagine FSAP (Financial Sector Assessment Program) condotta nei mesi scorsi e che riportano giudizi positivi sulla situazione degli istituti creditizi italiani. In particolare, il FMI sottolinea nelle sue conclusioni come: “Il sistema bancario italiano vede la presenza massiccia di istituzioni che non rientrano negli schemi del sistema finanziario internazionale che i mercati apprezzano. E’ il caso delle Fondazioni e delle Banche Popolari; non sempre chi decide di migliorare le banche italiane trasformando il sistema verso schemi più moderni fa l’interesse della stabilità finanziaria o dell’economia reale”. In altri termini, le banche non possono essere tutte uguali e proprio questa diversità permette al sistema nel suo complesso di essere efficiente e competitivo. Che gli istituti di credito siano tra loro diversi è nei fatti. Esistono, infatti, banche più portate a massimizzare i profitti nell’immediato ed altre che invece considerano un orizzonte temporale più lungo, oppure alcune più protese ad ottenere guadagni operando prevalentemente sui mercati finanziari internazionali ad altre che privilegiano l’attività creditizia tradizionale e il contatto con l’economia reale. A questa seconda categoria rientrano le Banche Popolari, come testimonia il dato sul peso degli impieghi sul totale dell’attivo, che per il Credito Popolare registra valori compresi tra il 70% e l’80% (anche per i gruppi maggiori) contro un dato che per le altre principali banche SpA arriva appena al 60% con un minimo del 44%.
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EMILIO ZANETTI
Presidente Associazione Nazionale fra le Banche Popolari
La contemporanea operatività di modelli bancari diversi è l’applicazione di quel principio di democrazia economica che su scala più piccola la Cooperazione Bancaria attua attraverso la formula del voto capitario per assicurare una partecipazione il più possibile ampia e diffusa dei soci alla vita della banca stessa. Non escludere o precludere od omologare i soggetti economici oltre che a rappresentare un fattore propulsivo per la concorrenza e lo sviluppo dei mercati risulta necessario anche per permettere alle diverse strutture bancarie presenti di potersi esprimere al meglio e specializzarsi in determinati campi del mercato creditizio. Le Banche Popolari, così come gli altri istituti a vocazione localistica hanno dato ampia dimostrazione di come abbiano rappresentato nel corso della crisi degli ultimi anni una risorsa preziosa per i territori e le comunità e di quanto possa essere importante la loro presenza e la loro funzione in ambito locale. Preservare e valorizzare questo patrimonio rappresenta una risorsa che sarà fondamentale per la ripresa dell’economia italiana.
Banche sostenibili, un fatto reale non un’opinione
Nel dibattito in corso ormai da cinque anni, sulle prospettive dei sistemi bancari e finanziari internazionali permane la difficoltà a rendere sufficientemente chiara la distinzione ed i ruoli che i diversi intermediari hanno avuto nel corso della lunga crisi recessiva, nonostante l’evidenza dei fatti. Se oggi anche le grandi banche dichiarano di voler tornare sul territorio e per dare corpo a tali intenzioni predispongono piani che prevedono radicali mutamenti nelle loro configurazioni organizzative, significa che anche loro si riconoscono meno nel modello di banca universale, e per questa ragione hanno in programma riposizionamenti sui mercati locali. Del tutto diversa è, anche per ragioni storiche, la condizione delle banche del territorio, che – per loro vocazione – sono sempre rimaste prossime alle realtà di cui sono espressione, sostenendo i costi di una rete commerciale sempre vicina alla clientela. In merito desta particolare interesse uno studio pubblicato dalla Global Alliance For Banking On Values (GABV), una rete indipendente che riunisce 20 tra le principali Banche Sostenibili che operano in tutto il mondo, dove vengono messi a confronto i risultati economici di alcune delle principali banche sistemiche, le cd. “too big to fail”, con quelli di un gruppo di banche sostenibili che operano in diversi Paesi. Dallo studio emerge come per le Banche Sostenibili oltre il 70% dell’attivo sia destinato al finanziamento
Vigilanza europea: definito il framework per l’unione Il primo marzo del 2014 entrerà in vigore la normativa relativa alla vigilanza unica europea sulle banche. L’accordo raggiunto dagli stati membri dell'Unione avrà come effetto il trasferimento alla Banca Centrale Europea del potere di vigilanza diretta su circa 150-200 intermediari bancari e finanziari, mentre gli altri istituti di credito della zona euro verranno sorvegliati dalle banche centrali dei rispettivi paesi. Nonostante ciò, la Bce avrà un diritto di controllo. È stata risolta anche la questione della dimensione degli istituti vigilati: da più parti, infatti, si chiedeva che la vigilanza centralizzata non riguardasse la globalità dei circa 6 mila istituti di credito. La “forbice” stabilita determinerà che la Bce si occuperà direttamente della vigilanza su tutte le banche con attivi superiori ai 30 miliardi di euro o al 20% del Pil del paese in cui risiedono, mentre le altre potranno rimanere sotto il controllo delle banche centrali nazionali. Ciò non rappresenterà certamente un limite poiché, qualora si presentino dei problemi in singoli intermediari nell'unione monetaria, l'istituto di Francoforte potrà prendere in mano il dossier del caso in ogni momento.
dell'economia reale, 30 punti percentuali in più rispetto alle banche sistemiche. Analoghi risultati si ottengono anche dai dati delle Banche Popolari del nostro Paese. Anche loro, in qualità di banche cooperative dedite al sostegno delle famiglie e della piccola e media impresa vedono i loro attivi di bilancio prevalentemente composti da prestiti all’economia reale. Infatti, nel periodo 2007-2011 (considerando così quello che il rapporto definisce periodo “Post Crisis”) gli istituti del Credito Popolare registrano un livello degli impieghi e della raccolta pari, rispettivamente al 72% ed al 68,5% del totale attivo. Questo sta a dimostrare che il modo di operare delle Banche Popolari non è mutevole nel tempo si può osservare come tali rapporti siano rimasti sostanzialmente stabili nell’ultimo decennio, assumendo valori per gli impieghi e per la provvista pari al 69,6% e al 70,8%. È questo un chiaro segnale, vista l’eterogeneità che ha caratterizzato l’andamento dell’economia negli ultimi 10 anni, di come le Banche Popolari continuino a finanziare l’economia, non facendosi attrarre, nemmeno nelle fasi espansive del ciclo economico, dai guadagni di breve e brevissimo periodo della finanza. In linea con quanto emerso dallo studio pubblicato dalla Global Alliance For Banking On Values, si può sostenere con ragionevole chiarezza che le Banche Popolari, nel nostro Paese, rientrino in pieno nella definizione di banche sostenibili. In particolare, va sottolineata l’importanza del localismo che ha permesso, e continua a permettere a tali istituti, di conoscere bene il territorio e di poter comprendere meglio e più velocemente le istanze da esso provenienti. A differenza di un passato anche piuttosto recente, oggi anche altri istituti stanno imitando tale modello, e questa è forse la più chiara conferma della sua validità e delle possibilità che ci offre per uscire dall’attuale recessione.
Giuseppe de lucia lumeno
Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari È stato quindi salvato il principio secondo cui la Bce pur non gestendo direttamente la supervisione delle 6mila banche dell’Eurozona, ma delegando in gran parte questo compito alle autorità nazionali, resta comunque in ultima istanza a decidere se occuparsi direttamente di un particolare istituto di credito, qualora lo ritenga necessario. Uno dei punti più delicati del progetto di vigilanza unica bancaria riguarda il possibile conflitto di interessi interno alla Bce, che sarà mitigato separando nettamente le funzioni di politica monetaria da quelle di supervisione: in tal modo supervisori e governatori saranno così divisi e avranno ruoli diversi. Dalla riforma è possibile scorgere l’intento di voler considerare il pluralismo bancario come un valore, evitando un approccio omologante che non tenga conto delle specificità degli intermediari votati ad un’operatività di tipo tradizionale. È stato il caso degli istituti di credito europei riconducibili al modello popolare e cooperativo che, se da un lato attraverso il “taglio” sui 30 miliardi di attivo sono rimasti in gran parte sotto la vigilanza nazionale, in alcuni casi sono stati ricompresi nel perimetro segnato per gli istituti maggiori. Il percorso sembra aver intrapreso la giusta direzione ma proprio per questa ragione è ancora più necessario considerare le peculiarità di tali istituti, che hanno dimostrato – in particolare negli anni di crisi – di sapersi gestire rimanendo fedeli ai territori ed alle comunità servite.
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UN FILM DI EFFETTI SPECIALI E ANIMAZIONI DI
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l'enterprise è tornata La storia inizia con il ritorno dell’Enterprise sulla Terra, in seguito ad un controverso incidente galattico. L’indomito Capitano Kirk è tuttavia impaziente di tornare fra le stelle per una nuova e più lunga missione di pace ed esplorazione. Le cose però non vanno affatto bene sul Pianeta Blu. Un devastante attacco terrorista ha rivelato una realtà allarmante e la Flotta Stellare ha subìto un attacco dall’interno dalle disastrose conseguenze globali.
Il Capitano Kirk guiderà l’Enterprise in una missione incredibile che spazia dal pianeta Klingon alla Baia di San Francisco. Il nemico che si annida a bordo dell’Enterprise ha un unico scopo: la distruzione totale. Kirk guiderà i suoi compagni in un ingannevole regno di specchi dove non si erano mai inoltrati prima d’ora, penetrando il sottile confine fra amici e nemici, vendetta e giustizia, alle prese con una guerra totale e la potenzialità di un futuro unito.
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Uno dei piu' grandi e scomodi miti del Novecento
Uno sguardo alla trasformazione di John Lennon da musicista adorato dalle masse ad attivista pacifista, fino a icona ispiratrice di pace, che getta luce anche sui veri motivi e modi in cui il governo Usa tentò di metterlo a tacere. Non si è trattato di un episodio isolato nella storia degli Stati Uniti: le problematiche e le lotte di quell’epoca restano valide ancora oggi.
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con il patrocinio del
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21 giugno - 24 agosto 2013
PALAZZO DUCALE 10 - 14 - 17 luglio 2013 ore 21.30
Otello di Giuseppe Verdi
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regia di Francesco Micheli
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
direttore Myung-Whun Chung Per informazioni, prenotazioni e acquisto biglietti / Information and ticket booking presso tutte le filiali della Banca Popolare di Vicenza, la biglietteria del Teatro La Fenice e i punti vendita Hellovenezia di P.le Roma, Tronchetto, Lido, Mestre, Dolo e Sottomarina
www.teatrolafenice.it - call center Hellovenezia (+39) 041.24.24 pagina 18
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Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures presentano “L’Uomo d’Acciaio”, con Henry Cavill (“Immortals”, “The Tudors” per la tv) nel ruolo di Clark Kent/Superman, per la regia di Zack Snyder (“300”, “Watchmen”). Il film è interpretato anche da Amy Adams (“The Fighter”), attrice candidata tre volte agli Oscar, nel ruolo della giornalista del Daily Planet Lois Lane, e il candidato all’Oscar® Laurence Fishburne (“What’s Love Got to Do with It”) in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono la candidata agli Oscar® Diane Lane (“Unfaithful – L’amore infedele”) e il premio Academy Award® Kevin Costner (“Balla coi lupi”).
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A combattere contro il supereroe sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod, interpretato dal candidato agli Oscar® Michael Shannon (“Revolutionary Road”), e Faora, interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van, interpretata da Ayelet Zurer (“Angeli e demoni”), e il padre Jor-El, interpretato dal premio Academy Award® Russell Crowe (“Il gladiatore”). Nel cast anche Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick, Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil Hamilton.
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DAL 27 giugno al cinema
La storia segue Gerry Lane (Pitt), un agente delle Nazioni Unite, che gira il mondo in una corsa contro il tempo per fermare una epidemia che rovescia eserciti e governi e che minaccia di decimare la popolazione mondiale.
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