Passaparole

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21-02-2011

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Fioretta Man delli

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INTERVISTA AGLI AUTORI

Come viene facilitato l’apprendimento dei contenuti?

Definizioni delle parole chiave, frasi significative in evidenza, dimostrazioni “passo a passo” e numerosi esercizi guidati facilitano la lettura del testo e la memorizzazione dei contenuti. Per verificare il loro livello di apprendimento gli studenti hanno a disposizione problemi, esercizi e test sia nel volume che on line.

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4

■ Intervista agli autori


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Imparare ed esercitarsi

21-02-2011

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Passaparole Ogni paragrafo si conclude sempre con la rubrica provate una breve parte esercitativa, da svolgersi in classe, per mettervi subito alla prova.

Il paragrafo si apre con una finestra con gli elementi essenziali per capire il fenomeno. La trattazione parte da esempi, a cui seguono considerazioni ed eventuali definizioni. Questa parte è sufficiente per affrontare l’argomento ed è utile per il ripasso.

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NON SBAGLIARE

Schede sulle regole più importanti nell’uso e nell’analisi della lingua, con riferimento agli errori grammaticali più frequenti.

Nella trattazione è ampliato e approfondito l’argomento attraverso esempi con i vari modi e le diverse forme in cui il fenomeno studiato si presenta. Troverete tabelle per memorizzare e segnali per guidarvi nello studio e che vi permetteranno, ogni volta che avrete bisogno di “rinfrescarvi la memoria” e di ritornare su un argomento, di orientarvi senza perdere la bussola: sottoparagrafi, frecce e riquadri esplicativi in un colore ricorrente.

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vi richiamano su un aspetto o una questione particolare perché difficile, spesso fonte di errori o di confusione.

Ogni paragrafo è seguito da numerosi esercizi per allenarvi ad applicare la regola o le regole spiegate o a riconoscere le forme studiate. Sono ordinati per livello di difficoltà, dal meno difficile al più impegnativo. Ogni esercizio, oltre al numero progressivo, è contrassegnato da una sigla: indica la tipologia, cioè segnala che cosa l’esercizio vi richiede di fare.

Questo logo segnala un esercizio costruito in un modo particolare: è una delle tappe nell’allenamento, nel corso dei tre anni, per sostenere le Prove nazionali INVALSI di italiano.

Riconoscere (ad es. “sottolinea i nomi contenuti in queste frasi”) Distinguere (ad es. “distingui gli aggettivi dai pronomi sottolineandoli diversamente”) Analizzare componenti delle frasi o del testo (ad es. “scrivi accanto a ciascuna parola evidenziata nel testo di che parte del discorso si tratta: nome, aggettivo, verbo ecc.”) P Produrre (ad es. “scrivi cinque frasi che contengano un verbo al tempo imperfetto”) RR Ricordare ciò che hai imparato e Riflettere sulle tue conoscenze (ad es. “indica se queste affermazioni che riguardano i pronomi sono vere o false”)

R D A

Ripassare e prepararsi alla verifica Ogni capitolo si conclude con – Esercizi di riepilogo – Che cosa ho imparato – Per la verifica (esercizi che anticipano quelli della verifica conclusiva)

Approfondire D I TUTT I I GIORNI LA LINGUA

La lingua dell’uso si confronta con le regole della grammatica LINGU ONT O E A CONFR

Paralleli nel lessico e nella sintassi fra l’italiano e altre lingue Z

E DEI LINGUIST I LE PAROL

Termini della linguistica che interessano gli studenti di grammatica


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INDICE La grammatica 1 Fare grammatica

9

2 Dal suono alla frase

10

La grammatica dei suoni e dei segni 1 Suoni e segni dell’italiano 1.1 I fonemi LINGUE A CONFRONTO

La trascrizione fonetica di parole in altre lingue LE PAROLE DEI LINGUISTI

Fonetica e fonologia

1.2 Vocali e consonanti 1.3 I grafemi RPER NON SBAGLIARE 1

L’uso dei grafemi 1.4 Le sillabe RPER NON SBAGLIARE 2

12 12

Gli accenti in inglese 1.6 Elisione e troncamento RPER NON SBAGLIARE 3

13

Accento e apostrofo LA LINGUA DI TUTTI I GIORNI

Le pronunce regionali

14 15 18

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 1

22 26

La divisione in sillabe

28

1.5 Gli accenti LE PAROLE DEI LINGUISTI

29

I tratti soprasegmentali

LINGUE A CONFRONTO

2 I segni di punteggiatura

31 32 35 36 37 39 40 41

2.1 La funzione della punteggiatura RPER

NON SBAGLIARE

4

L’uso dei segni di punteggiatura

41 42

30

2.2 L’uso della maiuscola

47

50 50

2 Classificare le parole

56

2.1 Parole piene e vuote, variabili e invariabili 2.2 Le parti del discorso

56 58

La grammatica delle parole 1 Dentro la parola 1.1 Fonemi e morfemi LE PAROLE DEI LINGUISTI

La doppia articolazione

1.2 Morfemi lessicali e morfemi grammaticali LE PAROLE DEI LINGUISTI

Arbitrarietà e convenzionalità LINGUE A CONFRONTO

I false friends

51

3 Il nome

52

3.1 Riconoscere i nomi 3.2 Analizzare i nomi: genere e numero 3.3 Analizzare i nomi: i derivati

54 55

3

60 60 63 66


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Pagina 4

I principali prefissi della lingua italiana I principali suffissi della lingua italiana 3.4 Analizzare i nomi: gli alterati RPER NON SBAGLIARE 5

Alterati, derivati e altri falsi...

Fare l’analisi grammaticale di un articolo

67 68

6 Osservazioni sull’uso dell’articolo

70 6.1 L’articolo determinativo 6.2 L’articolo indeterminativo

71

3.5 Analizzare i nomi: i nomi composti 73 LINGUE A CONFRONTO Parole composte in lingue diverse 74

Esercizi di riepilogo 4 Osservazioni sul nome 4.1 Distinzioni che si fondano sul significato

Nomi comuni e nomi propri RPER

NON SBAGLIARE

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 2

76

7 L’aggettivo 7.1 Riconoscere gli aggettivi 7.2 La posizione dell’aggettivo qualificativo

78 78 78

La posizione degli aggettivi qualificativi in inglese

L’articolo davanti ai nomi propri 79 Nomi concreti e nomi astratti 81 Nomi collettivi 81

Nomi mobili Nomi di genere comune Nomi indipendenti Nomi promiscui Falsi cambiamenti di genere 4.4 Formazione del plurale

Nomi mobili Nomi invariabili Nomi sovrabbondanti Nomi difettivi Il plurale dei nomi composti RPER

NON SBAGLIARE

7.3 Analizzare gli aggettivi qualificativi 7.4 Analizzare gli aggettivi determinativi RPER NON SBAGLIARE 9

83 85 85 85 86 86 86

La concordanza tra nome e aggettivo 8 Osservazioni sull’aggettivo 8.1 Gli aggettivi qualificativi

LA

5.1 Riconoscere gli articoli LINGUE A CONFRONTO

L’articolo non sempre c’è

5.2 Articolo determinativo e indeterminativo 5.3 Analizzare gli articoli RPER NON SBAGLIARE 8

L’apostrofo

118 118 121

123 124 126 127 129 129

LINGUA DI TUTTI I GIORNI

Come si chiamano gli abitanti di…?

131

Variazioni di genere e numero 133 I gradi dell’aggettivo 136 Forme speciali di comparativo e di superlativo 138

7

5 L’articolo

113 115 116

Aggettivi primitivi, derivati, alterati, composti, sostantivati 129

88 88 88 89 90 93

Il plurale dei nomi in -co e in -go, in -ca e in -ga, in -cìa e in -gìa 93 Fare l’analisi grammaticale di un nome Esercizi di riepilogo

109 109 111

LINGUE A CONFRONTO

6

4.2 Distinzioni che si fondano sul genere 4.3 Formazione del femminile

107

RPER

94 96

NON SBAGLIARE

10

Comparativi e superlativi

139

8.2 Gli aggettivi determinativi

142

Aggettivi possessivi LINGUE A CONFRONTO

98 98

Aggettivi possessivi e genere Aggettivi dimostrativi Aggettivi indefiniti

99

LINGUE A CONFRONTO

La doppia negazione Aggettivi numerali

101 105

RPER

NON SBAGLIARE

11

L’uso dei numerali Aggettivi interrogativi ed esclamativi

105

LINGUE A CONFRONTO

L’articolo in italiano e in inglese 106 4

142 143 145 146 148 150 151 153


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Pagina 5

Fare l’analisi grammaticale di un aggettivo Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 3 9 Il pronome 9.1 Riconoscere i pronomi RPER NON SBAGLIARE 12

Come distinguere un aggettivo da un pronome 9.2 I pronomi personali 9.3 I pronomi personali soggetto e complemento

RPER

160 160

10.1 I pronomi possessivi 10.2 I pronomi dimostrativi RPER NON SBAGLIARE 13

Qualche orrore linguistico...

165 165

LA

L’aspetto del verbo in inglese e in italiano

13.2 La funzione

Predicativi e copulativi Ausiliari RPER

Verbi transitivi e intransitivi Forma attiva e forma passiva Forma riflessiva Verbi impersonali

183

Fare l’analisi grammaticale di un verbo Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 5

Dal semplice al composto

238 238

241 242 242 243 243 245 247 249 251 253 253 256 261 263 265 267 272 274

La coniugazione dei verbi 276 ausiliari, regolari (attiva e passiva), riflessivi, irregolari

193 195 197 198

Le parole invariabili 14 Gli avverbi

298 14.1 Riconoscere gli avverbi 298 14.2 Come si formano gli avverbi 301 14.3 Tipi di avverbi 304 LA LINGUA DI TUTTI I GIORNI Le parole sì e no 308

200 12.1 Riconoscere il verbo 200 12.2 Coniugare il verbo 204 12.3 Analizzare il verbo: le persone207 12.4 Analizzare il verbo: i tempi 209 I tempi semplici 209 I tempi composti 211 12.5 Analizzare il verbo: i modi 214 I modi finiti 214 I modi indefiniti 216 RPER NON SBAGLIARE 14

15

17

13.3 Genere e forma del verbo 177

12 Il verbo

NON SBAGLIARE

NON SBAGLIARE

Ancora sull’uso di essere e avere Servili Fraseologici

172 172 175

185 185 190 192

RPER

LINGUA DI TUTTI I GIORNI

Vari tipi di imperfetto Quando si sbaglia l’imperfetto

166 168

11. I pronomi relativi

La concordanza del participio passato

235

LINGUE A CONFRONTO

180

Fare l’analisi grammaticale di un pronome Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 4

Esercizi di riepilogo

163

10.3 I pronomi indefiniti 10.4 I pronomi interrogativi ed esclamativi

11.1 I pronomi relativi 11.2 I pronomi misti 11.3 Analizzare i pronomi

225 225 232

13.1 L’aspetto

161

223

Modi finiti Modi indefiniti

13 Osservazioni sul verbo

I pronomi di cortesia in italiano e in altre lingue 171

10 Vari tipi di pronomi

16

12.6 Uso dei modi e dei tempi

I pronomi personali soggetto I pronomi personali complemento 9.4 I pronomi personali riflessivi LINGUE A CONFRONTO

NON SBAGLIARE

Verbi che difettano e verbi che abbondano

154 155 158 159

14.4 Gradi degli avverbi

Fare l’analisi grammaticale di un avverbio

217

Le parole invariabili 15 Le preposizioni

221

15.1 Riconoscere le preposizioni 15.2 Tipi di preposizioni

5

309 311

313 313 315


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Pagina 6

Fare l’analisi grammaticale di una preposizione RPER

NON SBAGLIARE

18

Saper scegliere le preposizioni

LE PAROLE DEI LINGUISTI

320

I connettivi

Le parole invariabili 17 Le interiezioni

321

Le parole invariabili 16 Le congiunzioni 16.1 16.2 16.3 16.4

Fare l’analisi grammaticale di un’interiezione Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 6

322 Riconoscere le congiunzioni 322 Tipi di congiunzioni 325 Le congiunzioni coordinative 327 Le congiunzioni subordinative 330

Fare l’analisi grammaticale di una congiunzione

335 337 338 339 343 345

Esercizi di riepilogo La morfologia 346

335

La grammatica della frase semplice 0. La frase semplice e la sua struttura 0.1 La frase semplice 0.2 Il predicato e i complementi del predicato 0.3 I complementi del nome 0.4 I complementi della frase

1 Il predicato e la frase minima

3.2 Il complemento di termine 3.3 Il complemento di agente e di causa efficiente 3.4 Dall’attivo al passivo e viceversa LINGUE A CONFRONTO

354 354 356 357 358 360

1.1 Predicato verbale e predicato nominale 360 1.2 Il verbo essere come predicato verbale 364 1.3 Quanti sono i complementi di un predicato? 367

2. Il soggetto

373

2.1 Un’informazione speciale e necessaria LA LINGUA DI TUTTI I GIORNI

373

La parola “soggetto” 2.2 La concordanza fra soggetto e predicato

3.1 Il complemento oggetto

403

L’uso del passivo in inglese

404

3.5 Il complemento predicativo del soggetto e dell’oggetto

408

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 8

414 416 417

420 420 424 428 Come fare l’analisi logica (2) 430

4 La frase non minima

4.1 I complementi della frase 4.2 I complementi del nome 4.3 Attributo e apposizione

375

4.4 Modi di classificare i complementi LE PAROLE DEI LINGUISTI

379

Complemento, argomento, modificatore, espansione

Soggetto e concordanza in inglese 380

3 I complementi del predicato

398

Come fare l’analisi logica (1) 412

LINGUE A CONFRONTO

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 7

393

382 386 387

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 9

434 436 438 440 441

5 I complementi uno per uno (1) 443

389 389

5.1 Il complemento di specificazione 443

6


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Pagina 7

LINGUE A CONFRONTO

LE PAROLE DEI LINGUISTI

Il complemento di specificazione in inglese 445

RPER

Valenza e reggenza

LA

LINGUA DI TUTTI I GIORNI

Ci mangiamo un gelato? Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 11

499 500 502 503

8.1 I complementi di origine o provenienza, di allontanamento, di distanza 506 8.2 I complementi di compagnia e unione 511 8.3 I complementi di paragone e partitivo 514 8.4 I complementi di abbondanza e di privazione 518 8.5 Il complemento di argomento 521 8.6 I complementi di colpa e di pena 524 LA LINGUA DI TUTTI I GIORNI Il posto dei complementi 526

459 465 469 471 474 477 479

LE PAROLE DEI LINGUISTI

L’ordine marcato 7 I complementi uno per uno (3): 481 tempo e luogo

8.7 I complementi di prezzo e stima e di misura 8.8 Il complemento di vocazione

7.1 I complementi di tempo determinato e di tempo continuato 481 7.2 I complementi di stato in luogo 485 7.3 I complementi di moto 489 LINGUE A CONFRONTO Stato e moto in inglese 491 7.4 I complementi avverbiali di tempo e luogo

499

8 I complementi uno per uno (4) 506

6 I complementi uno per uno (2) 459

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 10

19

I complementi: un elenco infinito?

5.2 Il complemento di denominazione 448 5.3 Il complemento di qualità 450 5.4 Il complemento di materia 453 5.5 Il complemento di età 455 LA LINGUA DI TUTTI I GIORNI Parole per dire “fatto di...” 457 LINGUE A CONFRONTO “Fatto di”, in inglese 458 LA LINGUA DI TUTTI I GIORNI Modi di dire 458 6.1 I complementi di causa e di fine o scopo 6.2 I complementi di modo e di mezzo 6.3 I complementi di limitazione e di esclusione 6.4 Il complemento concessivo

NON SBAGLIARE

497

RPER

NON SBAGLIARE

20

La particella ne 8.9 Preposizioni e complementi

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 12

495

526 527 531 533 534 540 543 544

La grammatica della frase complessa 546 1.1 Frase semplice e frase complessa 546 1.2 Frasi dipendenti, reggenti, principali 549

1.3 1.4 1.5 1.6

Vari tipi di frasi principali Rapporti di subordinazione I gradi di subordinazione Subordinate esplicite e implicite 1.7 Rapporti di coordinazione

1 La frase e il periodo

RPER

NON SBAGLIARE

21

Rapporti tra le frasi nel periodo 550 7

554 557 560 563 566


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Come fare l’analisi del periodo (1) Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 13

RPER

NON SBAGLIARE

23 659

Il “che polivalente”

568 570 574 575

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 16

577 2.1 Frasi coordinate per asindeto, copulative, avversative, disgiuntive 577 2.2 Coordinate conclusive, esplicative, correlative 581 LA LINGUA DI TUTTI I GIORNI Più coordinate che subordinate 582

2 Le frasi coordinate

7 Le subordinate avverbiali

3 Le frasi subordinate

7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 7.7 7.8

3.0 La frase complessa e la sua struttura 3.1 Subordinate completive 3.2 Subordinate relative e dichiarative 3.3 Subordinate avverbiali 3.4 Coordinazione tra subordinate LA LINGUA DI TUTTI I GIORNI

Le parole principale, subordinato, coordinato

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 14 4 Le subordinate completive 4.1 4.2 4.3 4.4

Le Le Le Le

soggettive oggettive interrogative indirette comparative

Come fare l’analisi del periodo (2)

584 584 586

Le causali Le finali Le temporali Le concessive Le consecutive Le modali e le strumentali Le avversative Le eccettuative, le aggiuntive e le limitative

RPER

NON SBAGLIARE

668 668 672 676 679 682 686 690 692

24

Come schematizzare una frase complessa

590 595 599

661 664 665

695

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 17

699 701 702

603

8 Il periodo ipotetico

604 606 607

8.1 Le condizionali 8.2 Realtà, possibilità, impossibilità RPER NON SBAGLIARE 25

704 704

610 610 615 620 625

707

Condizionale e congiuntivo

708

8.3 Congiunzioni e subordinate

711

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 18

715 717 718

629

5 Tempi e modi nelle subordinate 630 completive 5.1 Anteriorità, contemporaneità, posteriorità 630 RPER NON SBAGLIARE 22 Indicativo e congiuntivo 635 5.2 Discorso diretto e indiretto 638

Esercizi di riepilogo Che cosa ho imparato Per la verifica 15 6 Le subordinate relative e dichiarative 6.1 Le relative LA LINGUA DI TUTTI

642 645 646 648 648

OnLine La grammatica per scrivere e leggere meglio

I GIORNI

651 6.2 Chi relativo e chi interrogativo 654 6.3 Le dichiarative 657

Attività di recupero e potenziamento

Frasi relative particolari

Le conoscenze grammaticali per la competenza testuale (comprensione e produzione)

8


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L a gramm o n i e de i se g n i at ic a d e i s u

1 Suoni e segni dell’italiano 1.1 I fonemi Quando si parla si producono suoni articolati, cioè chiari e distinti. B I suoni di una lingua si chiamano fonemi (dal greco phoné “suono”). Essi formano un sistema che cambia da una lingua all’altra.

I fonemi si combinano tra loro e formano le parole, le parole trasmettono i significati. La parola luna, che nel suo insieme indica un astro, è formata da quattro fonemi: /l/ /u/ /n/ /a/. B

I fonemi della lingua italiana possono essere distinti in due gruppi, quello delle vocali e quello delle consonanti: ad es., nella parola luna ci sono due vocali (/u/ e /a/) e due consonanti (/l/ e /n/).

B

I fonemi da soli non hanno alcun significato, però hanno un compito molto importante: quello di differenziare le parole. Infatti, se si cambia anche un solo fonema di una parola, se ne ottiene un’altra, con un diverso significato. Ad es., mutando il primo fonema nella parola gola, si ottiene la parola vola. Proprio per questo si dice che i fonemi hanno funzione distintiva. Avrete notato che i fonemi sono rappresentati da un simbolo racchiuso tra due barre oblique / /. I fonemi della lingua italiana sono circa 30, però con questi pochi suoni si formano tutte le parole della nostra lingua. Ecco una tabella con tutti i fonemi della lingua italiana. Ciascun fonema è accompagnato da una o più parole di esempio. (I suoni sono rappresentati dai simboli utilizzati dall’Alfabeto Fonetico Internazionale [International Phonetic Alphabet, sigla IPA], creato per rappresentare con gli stessi simboli gli stessi suoni di tutte le lingue del mondo.) fonema

esempio

fonema

/a/ /b/ /k/ / t∫ / /d/ /e/ /ε/ /f/ /g/ / dʓ /

ape bosco casa, chiusa, questo civetta dado édera èlica fuoco gonna, ghiotto getto

/i/ /j/ /l/ /ʎ/ /m/ /n/ /ɲ/ /o/ /ɔ/ /p/

esempio

isola ieri luna aglio mano nove gnocco órlo òrto palo

fonema

/r/ /s/ /z/ /∫/ /t/ /u/ /w/ /v/ / ts / / dz / 12

esempio

rosa sigaro sveglia scivolo tono uva cuore vela zio zucchero


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provate voi Per riflettere sul rapporto tra i fonemi e la formazione delle parole, completate le seguenti frasi.

1 Se nella parola mela si cambia il primo fonema (/m/) si ottiene la parola la parola

, la parola

, e la parola

, ma anche .

2 Se invece si cambia il secondo fonema (/e/), il nostro frutto può diventare un animale, cioè

.

3 Che cosa succede se si parte dalla parola tiro e si cambia il terzo fonema(/r/)? Scrivete almeno due parole ottenute con questo cambio: a

; b

.

4 Prendete ora la parola raso e cambiate il primo fonema (/r/), scrivete quindi la parola ottenuta

.

Cambiate quindi il secondo fonema (/a/) e scrivete le due parole che avete ottenuto con questo cambio: a

; b

.

NFRONTO LINGU E A CO La trascrizione fonetica di parole in altre lingue Conoscere la corrispondenza fra i simboli utilizzati nell’Alfabeto Fonetico Internazionale e i suoni è utile perché permette di sapere, quando si consultano i dizionari, come si pronuncia una parola di una lingua straniera. Ad esempio, in un dizionario inglese-italiano, accanto alla voce yes troviamo, prima della traduzione, la sua trascrizione fonetica /jes/.

✎ Lavorando a piccoli gruppi e utilizzando il dizionario, trovate degli esempi di parole inglesi che inizino con i seguenti fonemi. Accanto a ogni parola, scrivete anche il suo significato più comune. /b/

che significa

/e /

che significa

/f /

che significa “lontano”

/g /

che significa

/j /

che significa

/m /

che significa “carne”

/n /

che significa

/t /

che significa

/w/

che significa

13


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18-01-2011

13:34

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o n i e d e i s e gn L a g r a mm atica d e i s u i

1.4 Le sillabe La sillaba è un fonema o un gruppo di fonemi che è pronunciato con una sola emissione di voce. Con una o più sillabe si compongono le parole. I monosillabi sono le parole formate da una sola sillaba, come re e tu; i polisillabi invece sono le parole formate da più sillabe: rosa, marito, marciapiede ecc. La sillaba può essere formata da • una sola vocale • un dittongo o un trittongo • una o più consonanti seguite o precedute da una vocale • una o più consonanti seguite da un dittongo

a-mo-re uo-vo, a-iuo-la pra-to, al-be-ro fi-glio

La sillaba si dice • aperta, se termina per vocale • chiusa, quando termina per consonante

va-go-ne pan-chi-na

I polisillabi prendono il nome dal numero di sillabe che li compongono = due sillabe to-ro, bra-vo, cal-do, gno-mo • bisillabi = tre sillabe ta-vo-lo, be-van-da, sal-ta-re • trisillabi in-se-gnan-te, di-ret-to-re • quadrisillabi = quattro sillabe Non si usa un nome specifico per le parole con più di quattro sillabe come impos-si-bi-le, glo-ba-liz-za-zio-ne, de-mo-cra-ti-ca-men-te

provate voi Dividete in sillabe le parole sottoelencate.

ESEMPIO

marmellata

mar - mel - la - ta

onesto

materassino

tenerezza

acquasantiera

precipitosamente

antipatia

circondare

orfanotrofio

magnifico

deragliare

grossista

individuare

imprudente

invincibile

zio

cestino

ignominioso

vastità

ortopedico

imponente 26


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Esercizi 1 P Scrivi almeno due parole per ogni indicazione data (l’esercizio è avviato).

La parola inizia con una sillaba a. formata da una sola vocale

amore,

b. formata da un dittongo

uomo,

c. da consonante + vocale

arto,

d. aperta

Luca,

e. chiusa

lentezza,

2 D Inserisci le parole nella colonna giusta a seconda del numero di sillabe che le formano.

orso – motorizzazione – tipografo – portata – do – marito – globalmente – convincere – tinta – su – carota – me – metabolizzare – artista – articolo – metro – particolare – pista – sì – incartamento monosillabiche

bisillabe

trisillabiche

3 P Dividi in sillabe queste parole.

quadrisillabe

più di 4 sillabe

Se hai dei dubbi consulta PER NON SBAGLIARE 2 La divisione in sillabe

materasso piedone automobile acquazzone sciamare riaprire beatitudine altitudine comprimere discobolo 4 R Indica se ognuna di queste divisioni in sillabe è corretta o no.

ar-ma-tu-ra

NO

pi-a-ni-sta

NO

u-o-mo

NO

dis-co-bo-lo

NO

spor-gen-za

NO

po-steg-gio

NO

bi-snon-no

NO

acu-tan-go-lo

NO

bas-ta-re

NO

a-cqua-io

NO

ir-ri-ta-to

NO

obie-tti-vo

NO

mas-sic-cio

NO

rino-ce-ron-te

NO

a-pri-sca-to-le

NO

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o n i e d e i s e gn L a g r a mm atica d e i s u i PER

NON SBAGLIARE

2

La divisione in sillabe È importante saper dividere in sillabe una parola soprattutto per andare a capo correttamente. Ecco una tabella che riassume le principali regole per la divisione in sillabe. Ogni regola è accompagnata da uno o più esempi; scrivete voi un’altra parola adatta seguendo le indicazioni fornite.

regola

esempi

Le consonanti semplici formano una sillaba con la vocale o il dittongo che segue.

rau-ce-di-ne

Una vocale o un dittongo iniziale, seguita/o da una sola consonante, forma una sillaba.

au-to-mo-bi-le

I dittonghi e i trittonghi non si dividono mai.

buoi

(altra parola che inizia con sillaba formata da consonante + vocale)

(parola che inizia con una sillaba formata da una sola vocale)

(parola con una sillaba che contiene un dittongo)

Le consonanti doppie e il gruppo cq si dividono tra le due sillabe.

ac-qua-ti-co (parola che contiene una doppia)

Due vocali che formano uno iato possono essere separate.

pa-u-ra (parola dove è presente uno iato)

Non si dividono digrammi e trigrammi.

bi-scia (parola che contiene un digramma)

l, m, n, r, seguite da un’altra consonante, vanno unite alla vocale precedente.

al-ti-tu-di-ne

La s impura (s + una o più consonanti) non si divide.

po-sto

or-fa-no

(parola che contiene m + consonante)

(altra parola che contiene s + consonante)

I gruppi formati da b, c, d, f, g, p, t, v seguiti da l o r non si dividono.

bra-vo

cre-do

(parola che contiene il gruppo dr)

In presenza di un apostrofo, si divide in sillabe come se le parole fossero una sola.

quel-l’a-mi-ci-zia (altro esempio) (altro esempio) 28

re-cla-mo


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S uo n i

e se gn i d e l l ’ i t a l i a

no

1.5 Gli accenti Durante la pronuncia delle parole la voce si ferma di più su una sillaba rispetto alle altre; questo maggior rilievo dato a una sillaba si chiama accento tonico. B

Si chiama sillaba tonica la sillaba che contiene la vocale su cui cade l’accento tonico; le sillabe non accentate si chiamano atone.

B

Nell’italiano scritto l’accento tonico è segnato solo in alcuni casi, che ora vedremo. Il segno che indica graficamente che la sillaba è accentata si chiama accento grafico. B

A seconda della sillaba su cui cade l’accento tonico si possono distinguere diversi tipi di parole. tronche

accento sull’ultima sillaba

città, caffè, portò

piane

accento sulla penultima sillaba

banàna, màsso

sdrucciole

accento sulla terz’ultima sillaba

càntano, pescivèndolo

bisdrucciole

accento sulla quart’ultima sillaba

telèfonano, òperano

trisdrucciole

accento sulla quint’ultima sillaba

fàbricatelo tu!

L’accento grafico viene indicato • sui polisillabi tronchi come bon-tà, can-tò, quas-sù, men-tì • su alcune parole il cui significato cambia a seconda della posizione dell’accento tonico come prìncipi (nobili), princìpi (idee) • sui monosillabi terminanti con un dittongo: ciò, già, giù, più, può • su alcuni monosillabi che potrebbero essere confusi con altri che si scrivono nello stesso modo, ma che hanno diverso significato: ad esempio dà, là (^ PER NON SBAGLIARE 3, p. 35). Su tutti gli altri monosillabi non si mette l’accento!

provate voi

L’accento grafico può essere acuto o grave. Si usa l’accento acuto (´) per indicare il suono chiuso delle vocali é e ó; si usa invece l’accento grave ( `) per indicare il suono aperto di è e ò e per contrassegnare tutte le altre vocali quando si trovano alla fine delle parole: sarà, mentì, cucù. I dizionari segnalano come vanno pronunciate le parole che contengono queste vocali tramite l’accento acuto o grave, così: cédro céra códa rósso bèllo nòta ròsa tèrra Quando si scrive, occorre distinguere il suono aperto o chiuso della vocale e nelle parole tronche. Scrivendo con il computer devi utilizzare il simbolo corrispondente sulla tastiera. Si scrivono con l’accento acuto parole tronche come affinché, giacché, perché, poiché; si scrivono con l’accento grave parole tronche come è, cioè, Mosè.

Segnate l’accento grafico su queste parole solo quando è necessario.

re – bellezza – santita – qui – laggiu – amicizia – benche – qua – gioventu – martedi – triciclo – eta – virtu – tu 29


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o n i e d e i s e gn L a g r a mm atica d e i s u i

LE PAROLE DEI LINGUISTI I tratti soprasegmentali Secondo i linguisti l’accento fa parte di quei fenomeni che possono essere definiti sovrasegmentali. Si chiamano così perché non riguardano i singoli segmenti della catena linguistica, cioè i fonemi, ma si aggiungono, anzi si sovrappongono, ai fenomeni fonologici, dando alla catena parlata una particolare melodia. Dei tratti sovrasegmentali fa parte anche l’intonazione, cioè il modo in cui si pronuncia un insieme di parole. Con l’intonazione possiamo infatti far capire che: • stiamo facendo una domanda (intonazione ascendente)

Che cosa dici? • vogliamo lasciare in sospeso il discorso (intonazione sospensiva)

Se lo dici tu … • ciò che diciamo è conclusivo, cioè è un’affermazione (intonazione conclusiva)

Hai proprio ragione tu. Imparare una lingua straniera significa anche misurarsi con questi tratti soprasegmentali, che riguardano appunto l’accento e l’intonazione.

Esercizi 1 R Segna l’accento tonico.

ESEMPIO

gàmbero

ordinaglielo – amera – telefono – scivolano – belta – mendicare – vaso – mandamelo – amica – leggimelo – cavolo – immobile – poverta – recitamelo 2 D Inserisci le parole dell’esercizio 1 nella rispettiva colonna della tabella a seconda della sillaba su cui cade l’accento. parole tronche

parole piane

parole sdrucciole

parole bisdrucciole

parole trisdrucciole

3 P Le seguenti coppie di parole cambiano di significato a seconda della sillaba su cui cade l’accento tonico. Con l’aiuto del dizionario scrivi una breve spiegazione accanto a ogni parola. a. àncora/ancóra

àncora ancóra

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S uo n i

e se gn i d e l l ’ i t a l i a

no

NFRONTO LINGU E A CO Gli accenti in inglese Il dizionario inglese-italiano segnala sia la trascrizione fonetica delle parole sia dove cade l’accento tonico. L’accento viene indicato con una specie di apostrofo, che precede la sillaba tonica, cioè la sillaba su cui cade l’accento. Ad esempio, accanto al verbo to begin “cominciare, è indicata la sua pronuncia /bi´gin/; lo stesso vale per la parola benefit “vantaggio, beneficio”, accanto alla quale troveremo /´benifit/. Quando si fa ricorso a una parola straniera è importante porsi sempre il problema di dove cada l’accento. Ci sono infatti parole inglesi, ormai entrate nell’uso comune in italiano, che vengono pronunciate con l’accento sbagliato. Tra queste la parola kolossal, usata per indicare film realizzati con grande impiego di mezzi, che viene di solito pronunciata con l’accento sulla prima sillaba, mentre la sua esatta pronuncia è /kə lɔsl/, con l’accento sulla seconda sillaba. Cercate sul dizionario e trascrivete la pronuncia delle seguenti parole inglesi.

maternity

“maternità”

/

/

necessary

“necessario”

/

/

performance

“esecuzione”

/

/

digestible

“digeribile”

/

/

Esercizi

b. lèggere/leggére

lèggere leggére c. sùbito/subìto

sùbito subìto d. pàgano/pagàno

pàgano pagàno 4 P In queste frasi ci sono errori nell’uso degli accenti. Sottolinea le parole errate e trascrivile con la grafia giusta. a. Nel mio palazzo i bambini che hanno meno di dodici anni non possono andare sù e giu con l’ascensore

da soli. b. Un vecchio e saggio proverbio dice che chi fa dà se fa per trè. c. Un bimbo piccolo sà più cose di tè, che sei sempre distratto. d. Avevano tante cose dà dirsi cosi chiacchierarono finché non arrivo la notte. e. Và a chiamare il papa che stà lavorando in giardino.

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o n i e d e i s e gn L a g r a mm atica d e i s u i

A NI LA LINGU DI TUTTI I GIOR Le pronunce regionali Come abbiamo visto, quando si parla si presta poca attenzione alla pronuncia chiusa o aperta delle vocali e e o. Questa pronuncia infatti è legata soprattutto (anche se non solo) al modo di parlare tipico di una certa regione o zona geografica. B Ad esempio, in Lombardia si tende a pronunciare come chiuse alcune ò toniche

che andrebbero pronunciate aperte: avremo quindi /bosko/ e /sporko/ al posto di /bɔsko/ e /spɔrco/. Sempre in alcune regioni dell’Italia settentrionale si pronunciano come aperte alcune é toniche che invece dovrebbero essere chiuse; avremo quindi /tεtto/ e /fεlpa/ al posto di /tetto/ e /felpa/. Tipicamente settentrionale è inoltre la tendenza ad aprire la vocale é finale nelle parole tronche come perché, me che vengono quindi pronunciate /perkε/ e /mε/ al posto della pronuncia corretta /perke/ e /me/. B Nell’Italia meridionale c’è la tendenza ad aprire la vocale e in parole che conten-

gono i suffissi (^ p. 68) -etto e -mente, ad esempio cassonetto e utilmente che vengono pronunciati /kassonεtto/ e /utilmεnte/. B Due fenomeni sono invece tipici dell’italiano parlato in Toscana, e in particolare a

Firenze. Il primo, detto gòrgia, riguarda la tendenza a pronunciare “aspirandola” la consonante c quando si trova tra due vocali: avremo quindi /la hasa/ per la casa. Il secondo riguarda la pronuncia del dittongo uo che viene articolato come fosse un’unica vocale: avremo quindi ova al posto di uova, bono per buono. Il modello di riferimento per la corretta pronuncia delle parole è il toscano e in particolare il fiorentino, privato delle due particolarità a cui abbiamo sopra accennato. Nella realtà, chi parla italiano in generale non rispetta pienamente questa pronuncia “ideale”, e anche le persone più colte sono influenzate, almeno in parte, dalle abitudini regionali. Solo chi fa della corretta dizione, cioè della corretta pronuncia delle parole, un aspetto basilare della propria professione – come gli attori o i doppiatori – pronunciano le parole nel modo più puro e corretto (e per imparare una buona dizione frequentano delle scuole apposite). Ricorda! Il dizionario, che riporta la trascrizione fonetica delle parole può aiutarti per ogni dubbio.

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Suoni e segni dell’italiano

Esercizi di riepilogo 1 P Scrivi seguendo l’ordine alfabetico i cognomi dei tuoi compagni di classe. Ripeti poi la stessa operazione con i loro nomi propri.

COGNOMI

NOMI

2 R Le seguenti frasi contengono errori nella grafia dei digrammi e dei trigrammi: sottolinea le parole sbagliate e riscrivile nel modo corretto.

ESEMPIO

Quanti conilietti ho visto in campagna!

a. Non mi piace questa insalata: c’è troppo oglio e sa di alio. b. L’inseniante di scenze ha spiegato un argomento interessante. c. In Emiglia Romania ho conosciuto Ermigno. d. Come è andata la verifica di storia? Hai preso la sufficenza? e. Sei un incoscente! Fai sempre delle scielte sbaliate. f. Amaglia è molto riconosciente verso i suoi genitori. 3 R Le seguenti frasi contengono errori nell’uso dei grafemi. Sottolinea le parole sbagliate e riscrivile nel modo corretto. a. Hai giardinetti o conosciuto un ragazzo della mia età. b. A! Che terribile dolore mi anno dato le tue parole! c. È scoppiato un temporale e non sapevo come ripararmi da quell’aqquazzone. d. Hai accuistato ciò che ti avevo chiesto o no? e. Che spavento! Ho visto due lunghe biscie grige! f. Ti piacciono le arancie o preferisci i mandarini? g. Ho inparato a controllare le mie emozzioni. h. Penso sempre afettuosamente sopprattutto a Maria. i. In montagna ho conperato due formagelle. j. I dolci di quella pasticeria erano scuisiti.

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L a g r a mm

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o n i e d e i s e gn atica d e i s u i

4 P Dividi in sillabe le seguenti parole. a. interessantissimo

f. respingere

b. accettato

g. precipitazioni

c. svogliatamente

h. tentativo

d. amichevole

i. aspettarsi

e. capellone

j. ritrovamento

5 R Le seguenti frasi contengono errori nell’uso degli accenti. Sottolinea le parole sbagliate e riscrivile in modo corretto. a. Non sò proprio che cosa dire di quel ragazzo che pensa solo a se. b. Penso che tu non sappia ne che cosa dire ne che cosa fare. c. C’era una volta un ré che viveva in un magnifico castello. d. Parla solo per té e non per mé, hai capito? e. Da piccolo vivevo in una grande citta ricca di monumenti famosi. f. Vuoi del latte o una tazza di caffe? g. Perche tu possa capire meglio, ripeterò la spiegazione. h. Quì c’è troppa confusione, mi sposterò laggiu. i. Sù, correte subito quà da noi! j. Perchè mai ti sei innamorata proprio di quel tipo li? k. Il mio macinino da dei punti alla tua auto nuova! l. Non dovresti comportarti così con me. 6 R Le seguenti frasi contengono errori nell’uso degli apostrofi. Sottolinea le parole sbagliate e riscrivile in modo corretto. a. Un triangolo rettangolo ha un’angolo di 90° gradi. b. Maria ha avuto un’attimo dincertezza prima di rispondere. c. Per la strada avanzava un bel omino con un panciotto rosso. d. Dora in poi ci penserò due volte prima di parlare. e. Non darti alcun’pensiero per me: me la caverò. f. Matteo è proprio un buon’amico sempre disposto ad aiutare gli altri. g. Suor’Amalia era piccola e magra, sempre allegra e affaccendata. h. Possibile che tu non sappia qual’è la sua data di nascita? i. Vuoi per caso un po di biscotti al cioccolato? j. Fa vedere! Ti sei fatto male? k. Cerca di essere puntuale all’inaugurazione della mostra. l. Non sono daccordo con mio fratello, questa volta.

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Suoni e segni dell’italiano

I fonemi sono i suoni di una lingua. Nella lingua italiana abbiamo due gruppi di fonemi: le vocali (7 cioè /a/ /e/ /ε/ /i/ /o/ /ɔ/ /u/)

le consonanti (tutti gli altri suoni)

possono essere pronunciate anche da sole

non possono essere pronunciate senza vocali

I fonemi si combinano in parole portatrici di significato. I grafemi sono i segni scritti che riproducono i fonemi.

5 vocali a, e, i, o, u

L’alfabeto italiano è formato da 21 grafemi (o lettere dell’alfabeto)

16 consonanti + j, k, w, x, y

Si chiama sillaba il fonema o il gruppo di fonemi pronunciati con una sola emissione di voce. In base al numero di fonemi che le compongono le parole italiane si distinguono in

monosillabi (una sillaba) re, so, là polisillabi (+ di una sillaba) bisillabi (2 sillabe) ti-ro, va-so, no-ce

I polisillabi a loro volta si distinguono in

trisillabi (3 sillabe) mo-to-re, a-mi-co, pa-ta-ta quadrisillabi (4 sillabe) mar-mel-la-ta con + di 4 sillabe pre-ci-pi-to-so, ve-lo-ce-men-te

L’accento tonico indica il maggior rilievo che si dà a una sillaba rispetto alle altre nella pronuncia di una parola. L’accento tonico segnato nella scrittura è l’accento grafico. A seconda della tronche piane sdrucciole bisdrucciole trisdrucciole

sillaba su cui cade l’accento abbiamo parole (accento sull’ultima sillaba) ci-ttà, af-fin-ché, pe-rò (accento sulla penultima sillaba) ba-nà-na, màs-so (accento sulla terzultima sillaba) càn-ta-no, pe-sci-vèn-do-lo (accento sulla quartultima sillaba) ò-pe-ra-no (accento sulla quintultima sillaba) rè-ci-ta-me-la

L’elisione è la caduta della vocale finale non accentata di una parola che avviene quando la parola seguente inizia per vocale. L’elisione si segnala con l’apostrofo.

l’amica, l’elefante, l’uva...

Il troncamento è la caduta della vocale atona finale o dell’intera sillaba finale di una parola davanti a una parola che inizia per vocale o per consonante.

qual è, qual meraviglia...

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o n i e d e i s e gn L a g r a mm atica d e i s u i

Suoni e segni dell’italiano

PER LA VERIFICA 1

1 Metti in ordine alfabetico le seguenti parole.

yoga – Jesolo – wurstel – extraparlamentare – week-end – Kilimangiaro – box – yogurt – kimono – jet – extrascolastico – boxe 2 Quale di queste parole contiene un trittongo? a. aiuto

b. aula

c. barcaiuolo

d. aereo

3 Tra le due forme proposte per ogni parola, sottolinea quella corretta. a. squoiare/scuoiare

b. cospicuo/cospiquo

c. ripercuotere/riperquotere

d. promisquo/promiscuo

e. cuoziente/quoziente

f. cuestua/questua

g. taccuino/tacquino

h. cuestura/questura

i. cuotato/quotato

j. soqquadro/socquadro

4 Come nell’esercizio 3. a. tappezziere/tapeziere

b. emozzionante/emozionante

c. svolaziamo/svolazziamo

d. negoziare/negozziare

e. oziare/ozziare

f. relazionare/relazzionare

g. razionare/razionare

h. menzionare/menzionare

i. raziare/razziare

j. inizzio/inizio

5 Scrivi sul tuo quaderno 2 parole monosillabe, 2 parole bisillabe, 2 parole trisillabi e 2 parole quadrisillabe. Poi dividi in sillabe le parole di due, tre, quattro sillabe. 6 Indica [X] se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera V o falsa F . a. In italiano i fonemi vocalici sono cinque.

V F

b. Le vocali e e o possono avere suono aperto o chiuso.

V F

c. C’è una corrispondenza perfetta tra i fonemi e i grafemi della nostra lingua.

V F

d. In italiano alcuni fonemi vengono rappresentati da gruppi di due o tre grafemi.

V F

e. In italiano non ci sono parole con più di quattro sillabe.

V F

f. Le doppie segnalano la maggiore intensità di pronuncia di una consonante tra due vocali.

V F

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I s e g n i d i p u n t e g g i a tu r a

2 I segni di punteggiatura 2.1 La funzione della punteggiatura La gente comunemente pensa che il gelato sia soltanto legato alla gola . In realtà si tratta di un alimento importante per l’alimentazione : è fresco , buono , nutriente , morbido e facilmente digeribile . Pensate che persino alcune diete dimagranti permettono i gelati alla frutta ! Nel testo sono evidenziati in rosso vari segni di punteggiatura, chiamati anche segni di interpunzione. La punteggiatura è un elemento molto importante della lingua scritta: permette infatti di comunicare e di comprendere meglio il contenuto di un testo. I segni di interpunzione servono anche per segnalare pause tra frasi o parti di frasi; dare indicazioni sui rapporti che ci sono tra le frasi stesse. Sono infine un modo per riprodurre nello scritto l’intonazione del discorso parlato. B L’uso dei segni di punteggiatura è legato allo stile e ai gusti di chi scrive, perciò è in parte libero. Tuttavia esistono delle regole fondamentali da rispettare. B

I segni di punteggiatura hanno quattro importanti funzioni. • La prima funzione permette a chi legge di separare gli elementi di un testo e di coglierne meglio il significato. È la funzione segmentatrice, che è la funzione principale. Ecco un esempio che fa capire come la punteggiatura aiuti a comprendere il significato delle frasi. Laura uscì di casa saltellando ; la sua amica Antonia le andò incontro. qui la persona che saltella è Laura

Laura uscì di casa ; saltellando la sua amica Antonia le andò incontro. qui invece la persona che saltella è Antonia

• La seconda funzione dei segni di interpunzione è quella di indicare quale rapporto ci sia fra due frasi. È la funzione sintattica. Confrontate i due esempi che seguono. Era stanco: [= perciò] si stese sul divano. Era stanco, si stese sul divano. 41


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L a g ra mm f r a s e s empli c e a tica d el l a

4.3 Attributo e apposizione Lo scrittore Alessandro Manzoni è famoso per un grande romanzo. Il piccolo Pietro è stato curato dal dottor Severgnini. Le parole evidenziate nelle frasi in rosso sono complementi del nome. Grande e piccolo, che in analisi grammaticale sono aggettivi, in analisi logica si chiamano attributi. Unire al nome un attributo è il modo più semplice per dare un’informazione sul nome stesso. Scrittore e dottor sono nomi comuni che accompagnano un nome proprio, sul quale danno una informazione. In analisi logica si chiamano apposizioni.

Attributo e nome del predicato Un aggettivo può svolgere la funzione sia di attributo sia di nome del predicato: fate attenzione a non confondere le due funzioni, naturalmente. Questo esercizio è difficile. Ho svolto un esercizio difficile.

Qui l’aggettivo è nome del predicato In questo caso l’aggettivo è attributo

Se il nome del predicato è costituito da un nome, questo può anche essere accompagnato da un attributo: Suo padre è un famoso chirurgo. Qui chirurgo è nome del predicato, famoso è attributo del nome del predicato.

A che cosa si può riferire l’attributo Qualsiasi tipo di aggettivo può essere un attributo; e un attributo può riferirsi a qualsiasi elemento della frase. La grande Muraglia si trova in Cina. aggettivo qualificativo, riferito al soggetto

Mi sono riparato qui durante un violento temporale. aggettivo qualificativo riferito a un complemento della frase

Ho comperato un anello di oro bianco. aggettivo qualificativo riferito a un complemento del nome

Ecco altri esempi con aggettivi di diverso tipo: Questo ragazzo è simpatico. Ho bisogno di due matite. Per qualche motivo la strada era interrotta. Carla è venuta con molti amici. 428


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La collocazione dell’attributo L’attributo può trovarsi prima o dopo il nome a cui si riferisce. A volte la posizione comporta variazioni di significato (^ 7.2, p. 121, dove si parla della posizione dell’aggettivo). Se dico: è come se dicessi:

Apparve un enorme leone. Apparve un leone enorme.

Però dire: Gianni è un vecchio amico. nel senso che lo conosco da molto tempo NON è lo stesso che dire: Gianni è un amico vecchio. nel senso che ha una certa età

A che cosa si può riferire l’apposizione Anche le apposizioni possono legarsi a complementi del predicato, della frase, del nome. L’ imperatore Nerone perseguitò i Cristiani. apposizione di un complemento del predicato (in funzione di soggetto)

Ho incontrato degli amici a Spello, cittadina dell’Umbria. apposizione di un complemento della frase

Paola ha aperto il regalo della zia Maria. apposizione di un complemento del nome

La collocazione della apposizione Le apposizioni possono trovarsi prima o dopo il nome a cui si riferiscono. Il filosofo Socrate visse ad Atene.

Socrate, il filosofo, visse ad Atene.

Apposizioni composte Le apposizioni possono essere composte da un nome seguito da attributi o da complementi del nome. Il mio vecchio amico Franco è ammalato. due attributi dell’apposizione

Il discorso del Presidente, uomo di valore , fu applaudito da tutti. apposizione

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compl. del nome


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L a g ra mm f r a s e s empli c e a tica d el l a

Come fare l’analisi logica (2) Nella rappresentazione grafica di una frase, l’attributo e l’apposizione, come tutti gli altri complementi del nome, vanno collocati vicino al nome a cui si riferiscono. Ecco come si può fare l’analisi logica di una frase che contiene attributi e apposizioni. soggetto + attributo

pred. verb.

agente + apposizione

Il piccolo Piero

è stato curato

dal dottor Severgnini.

Oppure: Il piccolo Piero: sogg. + attributo è stato curato: pred. verb. dal dottor Severgnini: agente + apposizione

provate voi Analizzate le frasi con lo schema predisposto, che dovete completare.

Il postino ha consegnato una grossa busta all’ingegner Zanni. pred. v. ha consegnato

| soggetto

Zanni |

oggetto | attributo

termine |

All’architetto Fracassi è stata affidata una complessa ristrutturazione. pred. v. è stata affidata

| soggetto | attributo

| agente

termine | apposizione 430


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Esercizi 1 R Sottolinea gli attributi.

Già molto tempo fa, persone amanti della natura e anche agricoltori esperti usavano collocare, nelle loro tenute o nei graziosi giardini, dei nidi artificiali per attirare gli uccellini. Qualcuno voleva così far venire quelle creature canore nel proprio giardino, ma i contadini furbi lo facevano per tenere sotto controllo gli insetti dannosi che minacciavano le loro coltivazioni. Oggi i cultori della coltivazione naturale e biologica, che vogliono evitare al massimo gli insetticidi chimici, sistemano sugli alberi vicini ai campi piccoli ripari per attirare i volatili insettivori. 2 R Sottolinea le apposizioni. a. Mio zio Aldo mi fa spesso dei regali originali. b. Molti conoscono e amano le poesie di García Lorca, un

poeta spagnolo. c. La professoressa Giuliani è molto chiara nelle sue spiegazioni. d. Signora Lucia, ho ritrovato Micio, il suo gattone nero! e. Per curare il bambino fu consultato il professor Bianchi, un noto cardiologo. f. Il grande poeta e drammaturgo inglese William Shakespeare è noto in tutto il mondo. g. Il lago Trasimeno

è poco profondo. h. Il computer, un’invenzione relativamente recente, è ormai indispensabile in tutti i campi. i. Il mago Merlino è un personaggio leggendario. j. Gli avvenimenti raccontati nell’Iliade e nell’Odissea, i poe-

mi omerici, appassionano anche i giovani lettori. k. L’aviatore statunitense Charles Lindbergh trasvolò per primo l’oceano Atlantico a bordo dello Spirit of Saint Louis, un piccolo aereo leggero. l. Il fiume Po bagna Torino, la città più importante del Piemonte. m. Madrid, la capitale della Spagna, si trova al centro dello stato. n. Sulla tavola non dovrebbe mai mancare la verdura, un alimento indispensabile alla salute. o. Tutti cono-

scono le arie della Carmen, la famosa opera del compositore francese Bizet. 3 R Sottolinea gli attributi.

Le formiche dominano il mondo insieme a noi. Si stima che siano circa dieci milioni di miliardi in tutto il mondo. Sono dappertutto, tranne che sulle vette ghiacciate e intorno ai poli. Dal sottosuolo alle cime degli alberi, le formiche sono i principali predatori di insetti e altri invertebrati e i maggiori consumatori di animali morti di piccole dimensioni. Per quanto le dodicimila specie conosciute costituiscano solo l’1,4% del totale degli insetti nel mondo, le formiche contribuiscono con una percentuale almeno dieci volte maggiore al peso complessivo di tutti gli insetti. Le formiche hanno un sistema di comunicazione basato su sostanze chimiche, che vengono riconosciute dagli individui di uno stesso nido. A differenza di quanto accade per il linguaggio umano, la trasmissione di tali messaggi è basata solo sull’istinto. Le loro organizzazioni sociali più complesse, come quelle delle formiche legionarie, possono essere annoverate tra le più grandi meraviglie della natura. Queste straordinarie piccole creature sono sulla Terra da più di centoquaranta milioni di anni. Le formiche sono sopravvissute ai dinosauri e non avrebbero alcuna difficoltà a fare altrettanto con l’umanità. tratta da E.O.Wilson, Formiche, una società perfetta, «National Geographic», agosto 2006

4 R Sottolinea le parole che formano le apposizioni composte. a. Parigi, la capitale della Francia è attraversata dalla Senna. b. Questi orecchini, gioielli di grande valore, ap-

partenevano alla mia bisnonna. c. Emilio, un ragazzo molto giudizioso, sugli sci non commette mai imprudenze. d. Bobby, il mio simpatico cagnolino meticcio, è un trovatello. e. La nonna è stata curata dal professor Rossi, un luminare della scienza. f. Questo telefonino, costosissimo ultimo modello, non funziona bene. g. Pietro, un bambino di soli quattro anni, sa già suonare facili pezzi al pianoforte. h. Abbiamo invitato anche Lara, la nostra vecchia compagna. i. Tutti gli uomini indossavano lo smoking, elegante abito da sera maschile. j. Google, il più famoso motore di ricerca, è utilizzato da milioni e milioni di persone. 431


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L a g r a mm f r a s e c o mp l e s s at i c a d e ll a a

1.5 I gradi di subordinazione I contadini hanno ritirato il fieno in fretta e furia appena hanno visto che si stavano addensando nuvole nere, che minacciavano un violento temporale. Questo periodo è formato da quattro frasi. I contadini hanno ritirato il fieno in fretta e furia è la frase principale; appena hanno visto è una frase subordinata che dipende dalla principale ed è reggente della frase che si stavano addensando nuvole nere, che regge a sua volta la dipendente che minacciavano un violento temporale. In questo periodo le dipendenti presentano vari gradi di subordinazione rispetto alla frase principale.

Rappresentare i gradi di subordinazione Si possono rappresentare i gradi di subordinazione con uno schema come questo: I contadini hanno ritirato il fieno in fretta e furia principale

appena hanno visto subordinata di 1° grado

che si stavano addensando nuvole nere subordinata di 2° grado

che minacciavano un violento temporale. subordinata di 3° grado

Individuare i gradi di subordinazione Nell’individuare i gradi di subordinazione ricordate che 1. i gradi si contano sempre a partire dalla frase principale; 2. due o più subordinate possono essere dello stesso grado. Ad esempio, analizziamo due frasi e rappresentiamole in due modi un po’ differenti, ma tutte e due validi. Perché dormisse, la mamma diede alla bambina l’orsacchiotto, che preferiva. Il ministro disse che aveva dato l’incarico a un esperto, di cui si fidava, perché risolvesse il problema.

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o L a fr a s e e i l pe r i Perché dormisse

la mamma diede alla bambina l’orsetto

subordinata di 1° grado

do

che preferiva. subordinata di 1° grado

principale

Il ministro disse principale

che aveva dato l’incarico a un esperto subordinata di 1° grado

di cui si fidava

perché risolvesse il problema

subordinata di 2° grado

subordinata di 2° grado

In teoria sarebbe possibile inventare un periodo in cui i gradi di subordinazione si susseguono all’infinito. Questa possibilità è naturalmente solo teorica, perché periodi troppo lunghi risulterebbero poco chiari e inadeguati.

provate voi Ecco un esempio di un periodo lunghissimo; “divertitevi” a contare il grado di subordinazione a cui arrivano le frasi che lo compongono. Vi consigliamo prima di sottolineare tutti i predicati.

Il cane abbaiava perché era entrato in giardino qualcuno, che aveva trovato la porta aperta perché il padrone aveva dimenticato di chiudere, mentre di solito nessuno faceva un errore del genere, che era pericoloso, dato che nella zona si aggiravano spesso persone poco raccomandabili, che potevano anche essere dei ladri, come era stato dimostrato da episodi che si erano verificati nel villaggio.

Esercizi

1 A Trascrivi le frasi negli schemi e completa l’analisi scrivendo negli spazi predisposti. a. Il professore ci ha fatto vedere un filmato, che mostra i sistemi di protezione che vengono utilizzati in alcu-

ne zone del mondo che sono spesso soggette a terremoti.

principale che mostra i sistemi di protezione ................................ che vengono utilizzati in alcune zone del mondo ................................

................................ 561


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L a g r a mm f r a s e c o mp l e s s at i c a d e ll a a

La frase e il periodo

Una frase complessa è composta da più frasi tra cui si distingue sempre una principale indipendente.

I ruoli delle singole frasi possono essere quelli di principale, di reggente e di dipendente.

Esistono diversi tipi di frasi indipendenti, a seconda della loro funzione comunicativa.

Le frasi subordinate possono avere diversi gradi di subordinazione rispetto alla principale.

Ogni frase subordinata può essere esplicita o implicita a seconda che abbia il predicato di modo finito o indefinito. Le frasi possono essere coordinate tra loro.

C’erano molti bambini

che correvano divertendosi.

principale

Penso

che sia giusto

punire i colpevoli.

principale reggente

dipendente reggente

dipendente non reggente

Domani vai a scuola?

interrogativa

Vattene via!

imperativa

Ti ho regalato l’ombrello

perché non ti bagni più

se piove.

principale

subord. 1° grado

subord. 2° grado

Sono venuto

per salutare la zia

perché parto.

principale

implicita

esplicita

Vieni da me

e vedrai la mia casa nuova.

principale

coordinata alla principale

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La frase e il periodo

PER LA VERIFICA 13 1 Dividi in frasi i periodi, cerchia le principali e sottolinea le dipendenti che hanno funzione di reggente. Lavora sul quaderno. a. Nessuno avrebbe mai detto che la diga, che era stata costruita recentemente, avrebbe ceduto causando

un tale disastro. b. Ci sembrava che ognuno avesse chiarito moto bene qual era il suo compito nel complesso gioco di squadra che dovevamo fare. c. Se non mi spieghi perché hai agito in quel modo, crederò che tu mi abbia imbrogliato davvero. d. Vi consiglio di non mettervi in viaggio per ora, dato che la radio ha annunciato che la nebbia è fittissima su tutte le strade che da Roma vanno verso il Nord. e. Quando so che le strade sono ghiacciate, non mi piace spostarmi in macchina se non è proprio necessario. f. D’estate, quando so che le località di villeggiatura sono molto affollate, non prendo neppure in considerazione l’idea di muovermi da casa se proprio non ci sono costretto. 2 Scrivi per ogni frase la lettera corrispondente alla definizione corretta.

Che bei fiori mi hai portato!

a. dubitativa

Che ognuno pensi a fare il suo dovere.

b. enunciativa

Che fare davanti a tanta disonestà?

c. interrogativa

Tra pochi mesi la casa sarà terminata.

d. desiderativa

Se tu mi ascoltassi una volta!

e. concessiva

Come si chiama quel bambino?

f. esclamativa

Prendi pure la mia bicicletta.

g. esortativa

3 Aggiungi a ogni frase una coordinata adatta.

ESEMPIO

La mia amica è arrivata in stazione in ritardo e ha perso il treno.

a. Mi ha dato tante spiegazioni b. Sono arrivato all’appuntamento, c. O ti alleni con maggiore impegno d. Questo esercizio è davvero facile, e. Devo prima informarmi bene 4 Sottolinea in colori diversi le subordinate esplicite e quelle implicite. a. Venite a casa nostra a fare merenda con la torta che ieri ha preparato la mamma. b. Ignorato dagli amici, il

ragazzino si rifugiò in camera sua ad ascoltare la sua musica preferita. c. Avendo visto che il maltempo continuava, gli escursionisti decisero che si sarebbero fermati al rifugio. d. Ha avuto il castigo che si meritava per avere ingannato quegli sprovveduti. e. Una volta entrati in città, è meglio svoltare subito a destra per arrivare prima alla fabbrica. 575


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