Strategie dinamiche in apertura

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VLASTIMIL JANSA

STRATEGIE DINAMICHE IN APERTURA

PRISMA EDITORI



BIBLIOTECA DI APERTURE

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VLASTIMIL JANSA

STRATEGIE

DINAMICHE

IN APERTURA

PRISMA EDITORI


Traduzione Igor Giussani Copertina Charles Azzopardi Titolo originale ‘Dynamics of Chess Strategy’ © 2003 Vlastimil Jansa Questa traduzione del libro di Vlastimil Jansa, Dynamics of Chess Strategy, edito per la prima volta nel Regno Unito nel 2003 da BT Batsford Ltd, viene pubblicata secondo accordi presi con la BT Batsford Ltd

Edizione italiana Copyright © 2005 Prisma Editori Srl Via G. Pacchiarotti 109, Roma ISBN 88-7264-093-8 PRISMA EDITORI SRL Tel: 06 8813636 Fax: 06 8813683 Email: prisma@nexus.it Sito: www.prismascacchi.com Fotocomposizione, grafica e impaginazione PRISMA EDITORI Srl Finito di stampare nel mese di giugno 2005 presso la tipografia Centro Stampa e Riproduzione Srl, Roma


Indice

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 CAPITOLO 1

La Partita Spagnola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 A Le finezze di Steinitz. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 B Una variante didattica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 C Il blocco come principio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63 D Gli Alfieri nella Spagnola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96 CAPITOLO 2

La Difesa Grünfeld . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109 A Una linea di gioco misteriosa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116 B Un funerale posticipato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127 C Non si arrocca nella Variante di Cambio! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138 D E non si arrocca neanche contro il fianchetto!. . . . . . . . . . . . . . . 143 CAPITOLO 3

Consigli per trattare la fase dell’apertura in modo corretto . . . 162 A Una lotta a lungo termine contro le strutture pedonali danneggiate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 163 @1@ La Caro-Kann con g7≈f6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 163 @2@ La Difesa Scandinava . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 167 @3@ Come lottare contro la Sveshnikov? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 170 B Tiro al piccione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 190 C Come un bambino cresciuto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 206 @1@ Idee contro ∂d8-b6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 207 @2@ Una ricetta per il Dragone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 218 @3@ La coerenza prima di tutto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 222 5


D L’incomprensibile Variante Scheveningen

della Siciliana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 231 L’abc strategico della Scheveningen classica con åf1-e2 . . . . . . . . . . . . . . . . . 233 REGOLE DA SEGUIRE PER IL BIANCO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233 @1@ L’attacco al centro e sull’ala di Re . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233 @2@ Come, quando e dove sviluppare l’Alfiere c1 . . . . . . . 236 @3@ In che modo dobbiamo intendere e impiegare la mossa a2-a4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 237 @4@ Il controllo dinamico del centro, una battaglia continua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 238 @5@ Mantenere una certa tensione posizionale e in momenti precisi evitare i cambi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 242 REGOLE DA SEGUIRE PER IL NERO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 244 @1@ È essenziale che il Nero si procuri del controgioco sull’ala di Donna e al centro . . . . . . . . 244 @2@ Due sono i piani avversari di cui il Nero deve tener conto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 245 @3@ Il cambio del Cavallo d4. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 245 @4@ Lo sviluppo del Cavallo b8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 245 @5@ Lo sviluppo della Donna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 246 E La scelta di un’apertura e la preparazione

per un determinato avversario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 270


Introduzione

Che cosa si intende con ‘strategie dinamiche in apertura’? E in concreto in che cosa consistono queste strategie? Come impiegarle nelle nostre partite e come riuscire a padroneggiarle facendole diventare parte integrante del nostro pensiero? Sono proprio questi i complessi interrogativi ai quali cerco di rispondere in questo libro. Tali strategie non si esauriscono con la ricerca di singole soluzioni specifiche alle svariate situazioni che si presentano in apertura: tutt’altro. Vorrei sottolineare che né la precisione nel calcolo delle varianti, né una profonda conoscenza della teoria delle aperture rivestono il ruolo più importante al momento di prendere decisioni alla scacchiera. In minor o maggior misura, le decisioni dipendono da criteri strategici astratti che prendono vita dalle molte interazioni presenti sulla scacchiera in situazioni specifiche; inoltre,

una componente importante del processo decisionale è la capacità di mantenere un atteggiamento flessibile, in modo da modificare i propri piani se la replica dell’avversario o lievi cambiamenti nel carattere della posizione lo richiedono. Non è assolutamente mia intenzione mettere in evidenza principi strategici isolati, ad esempio la battaglia per il centro e lo spazio, il rapido e corretto sviluppo dei pezzi o l’integrità della struttura pedonale; la mia trattazione non si concentra su complessi processi posizionali, ad esempio sulla battaglia sistematica contro il pedone isolato o sul come e quando sia necessario cambiare determinati pezzi. Cercherò in particolare di spiegare i legami esistenti tra tutti i principali fenomeni posizionali e, soprattutto, il loro carattere instabile! Certo, è fondamentale orientare sistematicamente il gioco verso un obiettivo, tutta7


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INTRODUZIONE

via l’arte di correggere la rotta in seguito a cambiamenti e sfumature della posizione è altrettanto importante. Non per niente, il modo di procedere dello scacchista è paragonabile a quello del comandante di una nave o di un aereo… E non c’è da stupirsi se un buon calciatore diventa un fuoriclasse solo se sa sfruttare la sua tecnica brillante in determinate situazioni, e sa reagire con precisione agli eventi che si verificano sul campo di gioco. Verrà da chiedersi come si manifesta questa tecnica di valutazione delle situazioni sulla scacchiera. A mio avviso, essa risiede in primo luogo nella capacità analitico-sintetica propria di tutti gli scacchisti, nella loro abilità di assemblare un gran numero di sottili sfumature e peculiarità delle aperture o delle posizioni, in modo da elaborare un concetto organico che origini un piano di gioco soddisfacente; in altre parole, nell’interminabile ricerca e scoperta di un equilibrio strategico in ogni decisione. Dopo tutto, l’eccezionale capacità di pensiero analitico-sintetico e l’immaginazione di alcuni scacchisti di vertice sono state notate da alcuni psicologi già molti anni fa. In linguaggio moderno, si potrebbe affermare 8

che la questione è definita come un’intensa e specifica attività di programmazione incentrata sulle relazioni e sugli eventi che hanno luogo sulle 64 caselle… Inoltre gli scacchi, soprattutto di recente, hanno subito una notevole evoluzione dinamica e ogni cambiamento o novità necessita di un nuovo approccio e di flessibilità di pensiero. Criteri posizionali appena stabiliti potranno ricevere nuovi impulsi, e un giudizio statico non sarà idoneo perché la strategia è in continua evoluzione, ricca com’è di dinamiche interne. E benché restino valide tutte le fin troppo note conoscenze strategiche tradizionali, ad esempio l’Alfiere buono o cattivo, la struttura pedonale, lo sviluppo, queste non devono eclissare le altre componenti e il giocatore dovrebbe saper cogliere il ruolo sempre più importante del coordinamento generale delle forze in campo. Tale capacità di percezione sembra rappresentare l’elemento più rilevante nel labirinto delle scelte possibili: qualunque giocatore che non maturi questa capacità finisce per assomigliare a un cieco che brancola vanamente alla ricerca della strada giusta in un grande e trafficato incrocio. Efim Geller, scomparso alcuni anni fa, è stato forse uno


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dei più autorevoli sostenitori della strategia dinamica. L’ho affrontato molte volte alla scacchiera, spesso abbiamo analizzato insieme e discusso delle problematiche scacchistiche e, naturalmente, ho imparato molto da lui. Il principio della strategia dinamica ha sempre destato in me un vivo interesse e talvolta grazie ad una tale strategia sono riuscito ad avere la meglio persino contro i migliori giocatori al mondo. Nella lotta per la vittoria, il tentativo di ricercare talvolta anche ‘millimetriche’ deviazioni dinamiche risulta spesso affascinante e molto avvincente. Un vantaggio strategico non è di per sé sufficiente per aggiudicarsi il punto e la strada per la vittoria è costellata di intricati misteri e insidie… Non è però mia intenzione parlare di misteri e insidie. Tratterò invece in maniera esauriente i modi e i mezzi con cui si manifesta il ragionamento strategico dinamico, una delle componenti più importanti del pensiero scacchistico, ed è proprio questo campo complesso e bellissimo a costituire il tema del nostro libro. Vorrei dimostrare l’importanza di questo tipo di ragionamento attraverso un esempio, tratto dalla partita Kovacevic-

Jansa. Amsterdam 1973. Dopo le mosse iniziali della Difesa Grünfeld 1. d4 ©f6 2. c4 g6 3. ©c3 d5 4. ©f3 åg7 5. åg5 ©e4 6. c≈d5 ©≈g5 7. ©≈g5 e6 8. ©h3?! e≈d5 9. ©f4 0_0 10. g3, fu raggiunta la seguente posizione:

>________! 1 (QVOTZWMY) n (XRXZYRUR) (ZYZYZYRY) (YZYRYZYZ) (ZYZLZJZY) (YZJZYZLZ) (FLZYFLZL) (KZYBGCYE) <————ò Innanzitutto dovete riflettere sulla posizione per poi decidere cosa giocare se foste il Nero, e solo successivamente leggere le prossime righe. Sia io che voi potremmo prendere in considerazione mosse a prima vista logiche, ad esempio 10… ©c6 11. e3 †e8, ma cosa giocare dopo 12. åe2? Oppure 10… c5 11. d≈c5 d4 12. ©e4 seguita da 13. åg2. Ma nessuno può accontentarsi di una mossa passiva come 10… c6, perché la coppia degli Alfieri induce a pensare che strategicamente bisogna aprire e non bloccare la posizione! Comunque si arriva alla giusta decisione solo dopo aver sco9


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perto e apprezzato pienamente la forza della mossa poco appariscente 10… †e8!. Solo 10… †e8 soddisfa in modo armonioso tutti i prerequisiti necessari per un’apertura favorevole della posizione dopo 11. e3 c5! 12. d≈c5 d4 oppure dopo 11. åg2 ©c6! 12. e3 ©≈d4 o anche 12. 0_0 ©≈d4 13. ©f≈d5 c6 14. ©f4 åg4 (come avvenuto in partita) con chiaro vantaggio del Nero. La scelta di un piano adeguato, talvolta fin dalle prime fasi di apertura, rappresenta una sfida un po’ più complessa; ciononostante, anche in questo caso, un pensiero indipendente, anch’esso ispirato al dinamismo, può risultare più efficace di una puntuale conoscenza enciclopedica di partite precedentemente giocate. Infatti, questo tipo di conoscenza, privo del dinamico ‘radar’ strategico cui abbiamo accennato prima, spesso si ripercuote negativamente sul giocatore, mentre se riuscite a padroneggiare l’aspetto dinamico della strategia non mancherete di compiere grandi passi in avanti. Comincerete ad aprire le partite in modo sistematico e a maturare una comprensione superiore della posizione senza temere la conoscenza dell’avversario e le novità da lui proposte, 10

perché sarete in grado di cogliere le dinamiche presenti nella posizione! In poche parole, acquisirete una maggiore padronanza della scacchiera, e in definitiva maturerete un’idea molto più chiara delle vostre aperture e sarete in grado di riconoscere ogni punto debole di una variante. Troppo difficile? Tentate comunque, ne vale la pena! Di fatto, separare il ‘grano’ prezioso dalla grande quantità di ‘gramigna’ presente nelle varianti, distinguere la ‘sostanza’ da ciò che non è essenziale, rappresenta il sogno di tutti gli scacchisti. È stato Robert Fischer a tramutare in realtà questo ambizioso sogno. Né Karpov, né Kasparov, né Anand, né Kramnik potrebbero fare a meno di seguire il suo esempio, neanche il più giovane campione del mondo (dal punto di vista storico) Ponomariov. Questo sogno viene inseguito anche nelle pagine che seguono. Il libro racchiude le mie riflessioni su diverse aperture moderne, considerazioni che hanno trovato finora molti sostenitori; ciò rafforza la mia consapevolezza sulla correttezza del metodo. Tuttavia, bisogna fare attenzione! I miei suggerimenti non devono mai essere considerati la sola formu-


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la corretta: al contrario, bisogna mantenersi critici, e se davvero si apprezza qualcosa di questi metodi, si deve pensare a come perfezionarli ulteriormente. Dopo tutto, il dinamismo sulla scacchiera dipende sempre dal dinamismo del nostro pensiero! Non è mia intenzione sviscerare tutto il vasto campo delle aperture; in misura maggiore o minore, affronterò le singole componenti tipiche del dinamismo di gioco, sia per l’idea di fondo sia per i cambiamenti strategici che si rendono necessari a seconda delle repliche dell’avversario. Cercherò di instaurare un dialogo con voi lettori, una serie di domande e risposte in cui coopereremo per scoprire la verità scacchistica, talvolta nascosta e molto spesso aleatoria. Spesso mi manterrò fedele alla mia convinzione soggettiva, ma niente paura: il tema in esame riguarda quasi sempre idee in apertura di cui ho una conoscenza approfondita. Nella mia lunga carriera di grande maestro, allenatore e scrittore, ho

cercato di mettere in rilievo il legame reciproco che sussiste tra quasi tutte le idee fondamentali, attraverso la necessaria spiegazione metodologica. Non bisogna scordare che gli avvenimenti sulla scacchiera non sono assolutamente accidentali: al contrario, tutti gli elementi sono correlati fra loro, e le dinamiche inerenti alla scelta di un corretto piano strategico riflettono con precisione il nostro dinamismo mentale! Il materiale presentato in questo libro è stato per lo più diviso per tipologia di aperture. Il contenuto di ciascun capitolo si concentra sui seguenti argomenti: ■ Dinamismo in partita – strategia in apertura. ■ Decisioni strategiche dinamiche nella fase di passaggio dall’apertura al mediogioco e dal mediogioco al finale. ■ Valutazione continua delle vostre capacità di giudicare la posizione e i cambiamenti che si verificano sulla scacchiera.

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CAPITOLO 1

La Partita Spagnola

A Le finezze di Steinitz Così come il tango, il ballo spagnolo (o se volete latino-americano), è uno dei balli più difficili ma anche più affascinanti, la Partita Spagnola rende possibili le più fantastiche e complicate manovre strategiche e tattiche. In entrambi i casi, il prerequisito è un chiaro senso del ritmo, dapprima lento e attendista poi, al momento giusto, rapido con sorprendenti giravolte… Un ballerino medio non si troverebbe a suo agio, e nemmeno uno scacchista senza il sufficiente senso del dinamismo! Non sorprende che il trattamento corretto della Spagnola costituisca una risorsa essenziale nell’arsenale dei migliori grandi maestri del mondo. Devo ammettere che sono proprio le sfaccettature del ‘mistero spagnolo’ ad affascinarmi, così come la soddisfazione di fare nuove scoperte dopo aver cercato e 12

trovato una splendida armonia dei pezzi sulla scacchiera. Uno sprovveduto sarebbe perso davanti a una tale apertura; quindi, è necessario essere consci dell’importanza di ogni mossa. Prendiamo ad esempio la famosa Variante Steinitz. 1. e4 e5 2. ©f3 ©c6 3. åb5 a6 4. åa4 d6 5. c3 åd7 6. d4 g6 7. 0_0 åg7 8. †e1! (2)

>________! 2 (QYZTMYPW) n (YRXOYRUR) (RYPXZYRY) (YZYZXZYZ) (CYZLFYZY) (YZLZYDYZ) (FLZYZLFL) (KDIBKZGZ) <————ò Solo chi capisce l’idea alla base di questa mossa ‘spagnola’, talvolta giocata in modo automatico, può comprendere il punto esclamativo. A dire il vero, la


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sua ragione in questo caso risiede anche nel fatto di impedire la naturale mossa di sviluppo 8… ©f6, a cui potrebbe seguire 9. å≈c6! å≈c6 10. d≈e5, e il Nero deve far fronte ad alcuni problemi. Potete giudicare da soli il compenso del Nero dopo la continuazione praticamente forzata 10… ©≈e4 11. e≈d6 0_0 12. d≈c7 ∂≈c7; tuttavia dopo 13. åe3 il Nero probabilmente non ha pieno compenso per il pedone. I meno coraggiosi potrebbero tentare anche 12. åf4 ©≈d6 13. ©d4 con lieve vantaggio del Bianco. Dopo 8. †e1, il Bianco pone l’avversario di fronte a tre possibilità: 1) Preparare lo sviluppo del Cavallo in f6 tramite 8… b5 9. åb3 ©f6, ma successivamente la debolezza dei pedoni dell’ala di Donna può rivestire un ruolo importante. 2) Giocare 8… ∂e7 9. ©bd2 ©f6 ma la Donna nera non si trova ben piazzata sulla stessa colonna della Torre bianca in e1. 3) Sviluppare il Cavallo nella casa e7, più passiva ma che lascia spazio per nuove idee. Ogni replica del Nero presenta vantaggi e svantaggi; il nostro compito è di cercare di scoprire gli svantaggi e trovare un piano

adeguato. Esaminiamo quindi queste tre possibili continuazioni: @1@ 8… b5 9. åb3 ©f6 (3)

>________! 3 (QYZTMYZW) b (YZXOYRUR) (RYPXZVRY) (YRYZXZYZ) (ZYZLFYZY) (YCLZYDYZ) (FLZYZLFL) (KDIBKZGZ) <————ò Il Nero risolve lo sviluppo del Cavallo nel modo più semplice, collocandolo in f6, tuttavia la debolezza della struttura pedonale dell’ala di Donna sprona il Bianco a tentare un gioco più attivo, il cui epicentro dovrebbe essere l’importante casa d5, che diventerà teatro di lotta. La consueta manovra spagnola 10. ©bd2 0_0 11. ©f1 (11. h3 †e8) potrebbe tradursi nella perdita del controllo di d5 dopo 11… †e8 12. ©g3 ©a5 13. åc2 c5. A prima vista, sembra possibile sviluppare l’Alfiere in g5, ma si avranno dei problemi soprattutto nella variante 10. åg5 h6 11. åh4 0_0 12. ©bd2 e≈d4!?, quando 13. c≈d4? si trasformerebbe in un vero e proprio sacrificio di pedone dopo g5-g4. Per quanto il Bianco 13


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mantenga un leggero margine dopo la corretta 13. ©≈d4 (Aseev-Malaniuk, 1992), per certi versi la semplice 12… †e8 frustra i suoi piani. Un ulteriore trasferimento del Cavallo in e3, via f1, è difficilmente realizzabile senza prima aver cambiato in e5, ma così facendo il potenziale offensivo del Bianco sarà sufficiente per puntare alla vittoria? Penso che una risposta a questa domanda possa essere data, entro certi limiti, quando tra qualche pagina prenderemo in esame la partita Jansa-Darga. @2@ 8… ∂e7 9. ©bd2 ©f6 10.

©f1 0_0 (4)

>________! 4 (QYZYZWMY) b (YRXOTRUR) (RYPXZVRY) (YZYZXZYZ) (CYZLFYZY) (YZLZYDYZ) (FLZYZLFL) (KZIBKDGZ) <————ò Il Bianco dispone di due piani fondamentali: a) Proseguire in stile ‘spagnolo’ con mosse come 11. h3 seguita da ©f1-g3, åa4-c2, åc1-e3. Tuttavia, in questo caso non è tanto facile trovare punti deboli nella solida 14

posizione nera. Sembra quindi più attivo il piano che prevede lo sviluppo dell’Alfiere in g5. b) 11. åg5 h6 12. åh4 con l’intenzione di sfruttare immediatamente la casa d5 dopo ©f1-e3. Il Nero solitamente reagisce con la controminaccia 12… ∂e8 (con l’idea di 13… ©≈d4 ma anche di rimuovere la Donna dalla fastidiosa inchiodatura). Tuttavia, dopo 13. åc2 (è interessante 13. åb3!? con la trappola 13… ©a5? 14. d≈e5 d≈e5 15. ©≈e5! guadagnando un pedone, Stefansson-Karlsson, 1992) il Bianco mantiene la tensione al centro e anche l’iniziativa associata all’idea di trasferire il Cavallo f1 in d5. @3@ 8… ©ge7 9. åe3 0_0 (5)

>________! 5 (QYZTZWMY) b (YRXOVRUR) (RYPXZYRY) (YZYZXZYZ) (CYZLFYZY) (YZLZIDYZ) (FLZYZLFL) (KDYBKZGZ) <————ò L’ex campione del mondo Boris Spassky era solito propugnare questo impianto per il Nero. La


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sua idea si basava su 10. ©bd2 ∂e8!?, con la minaccia ©c6≈d4!. Malgrado una famosa sconfitta contro Anatoly Karpov (nel 1986 a Bugojno), si potrebbe affermare che la ragione della disfatta non è da ricercarsi nell’apertura ma in un errore tattico: 11. åb3 b6 12. d≈e5 d≈e5 (successivamente Spassky ha giocato 12… ©≈e5) 13. ©c4 ®h8 14. ∂c1 åg4 15. ©g5! h6 16. h3 åd7 17. ©f3 ®h7 18. a4 e, invece della tranquilla 18… a5, Boris giocò spavaldamente 18… f5? e Karpov reagì immediatamente con 19. e≈f5 g≈f5 20. ©f≈e5! (6).

>________! 6 (QYZYNWZY) n (YZXOVZUM) (RXPYZYZX) (YZYZJRYZ) (FYDYZYZY) (YCLZIZYF) (ZLZYZLFY) (KZHZKZGZ) <————ò 20… ©≈e5 21. ©≈e5 å≈e5 22. å≈h6 åd6 23. ∂g5!± e la posizione del Nero è sul punto di crollare. Penso che un diverso approccio posizionale sarebbe stato ancora più spiacevole per Spassky: 10. d5 ©b8 11. å≈d7 ©≈d7 12. c4 h6 13. ©fd2!, e proprio

questa trappola gli fu tesa da Judit Polgar nel match disputato nel 1993 a Budapest. Il Bianco si prepara ad impedire l’attività dei pedoni neri sull’ala di Re dopo 13… f5 con 14. f3 (7).

>________! 7 (QYZTZWMY) n (YRXPVZUZ) (RYZXZYRX) (YZYFXRYZ) (ZYFYFYZY) (YZYZIFYZ) (FLZJZYFL) (KDYBKZGZ) <————ò Ora potrà concentrare la sua attenzione sull’altra ala. Ci troviamo sostanzialmente di fronte a un impianto dell’Est-Indiana, con la sola differenza che sono scomparsi gli Alfieri campochiaro, un dettaglio che indubbiamente va a favore del Bianco! Sono state giocate tutta una serie di partite con questa continuazione, nelle quali il Nero è stato costretto a un ruolo altamente passivo. Ho giocato 10. d5 in una partita contro il maestro austriaco H. Rolletschek nella Lega Austriaca, nel 1997. Il mio avversario ha riflettuto per diversi minuti e poi ha giocato 10… ©a5?! (8). Dopo l’incontro, il mio antagonista, che mi ricordava per 15


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>________! 8 (QYZTZWMY) b (YRXOVRUR) (RYZXZYRY) (VZYFXZYZ) (CYZYFYZY) (YZLZIDYZ) (FLZYZLFL) (KDYBKZGZ) <————ò

>________! 9 (QYZYZWMY) n (YPXNVRUR) (ZYZXZYRY) (XRYFXZYZ) (FLFYFYZY) (YZYZIZYZ) (ZYZJZLFL) (KDYBKZGZ) <————ò

l’aspetto un matematico simpatico e un po’ sbadato, si spiegò così: “Ho visto questa idea in una partita di Kamsky”. Tuttavia, credo che abbia fatto un po’ di confusione. Nel mio database ho trovato la partita S. Polgar-Gata Kamsky, Nuova Dehli 1990, che però continuò con 8. †e1 ©ge7 9. d5 ©a5!? – qui la situazione è diversa, perché l’Alfiere bianco è ancora in c1 – 10. å≈d7+ ∂≈d7 11. ©bd2 b5 12. b4 ©b7 13. a4 0_0 14. c4 c5 con possibilità per entrambi. In ogni caso, l’idea del mio avversario venne confutata in modo molto convincente: 11. å≈d7 ∂≈d7 12. ©fd2! b5 13. b4 ©b7 14. c4 (riuscite a vedere o a ‘captare’ la sottile differenza nella disposizione dei pezzi bianchi?) 14… a5 15. a4!± (9). 15. b≈a5 avrebbe portato solo a un lieve vantaggio, ma questo pedone, con il suo tango ‘stretto’, è una vera delizia! Se il Nero muove il pedone ‘a’ o

quello ‘b’, un pedone bianco si insinuerà in b5, paralizzando l’intero lato di Donna con grande vantaggio. L’avversario, sorpreso da questa mossa, cerca di provocare delle complicazioni, ma il Bianco ha il pieno controllo della situazione. 15… f5 16. f3 c6 17. d≈c6 ©≈c6 18. c≈b5 ©≈b4 19. ©c4!. Un tempo importante: con la minaccia della forchetta di Cavallo si ottiene il controllo della casa chiave in d5 e perciò il comando totale della scacchiera. 19… ∂e6 20. ©b6 †ad8 21. ©c3 †f7 22. ©cd5 ©≈d5 23. ©≈d5 †c8 24. †c1 †7f8?. Come se non bastasse il Nero collabora alla sua sconfitta, anche se da un punto di vista posizionale la sua situazione è comunque disperata. 25. ©c7! ∂f7 26. b6 åf6 27. ∂d5 ∂≈d5 28. ©≈d5 †b8 29. †c6 åd8 30. †ec1 åh4 31. g3 f4 32. g≈f4 e≈f4 33. åd4 ®f7?! 34. †c7+ ®e6. La collaborazione si spinge fino all’aiuto-

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matto… 35. †≈h7 åd8 36. †1c7 e il Nero abbandonò. Un piano corretto e la sua coerente attuazione sono alcune delle componenti più importanti nell’arsenale dello scacchista moderno. Non il caso ma uno sviluppo mirato, non un grave errore dell’avversario ma il nostro gioco orientato a uno scopo… il tutto insaporito da un logico attacco finale! Solo in questo caso si può avere un’idea realistica delle qualità e della forza di un giocatore. Il giocatore che apprezza il lato estetico degli scacchi coltiva sicuramente il sogno di giocare partite dove un singolo, determinante piano strategico viene eseguito senza distrazioni fino all’inevitabile conclusione. Ma nella dura realtà competitiva degli scacchi, ciò è ovviamente molto difficile, perché anche l’avversario ha un piano, una strategia e degli obiettivi. Una partita ineccepibile che si concluda con la vittoria di uno dei contendenti probabilmente non esiste, ed è necessario che avvenga un errore in qualche punto della partita. Neppure Fischer, Karpov, Kasparov, Anand e Kramnik avrebbero mai potuto creare le loro perle di strategia senza qualche errore da parte degli avversari, milli-

metrico quanto si vuole. Ciononostante, la logica scacchistica in molti casi è sorprendentemente complessa! Immaginate di giocare una partita combattuta, dove sia voi che il vostro avversario avete i vostri piani. L’avversario compie, a vostro giudizio, una mossa scorretta; volete dimostrarlo ma la situazione si fa più tesa. Se siete nel giusto, i vostri propositi strategici, come per magia, ingraneranno una marcia tattica: una gioia da osservare e su cui riflettere! Tuttavia, non bisogna esitare, la situazione potrebbe facilmente ribaltarsi! L’avversario predispone una difesa ingegnosa, e piazza delle trappole, ma la ferrea logica del vostro sviluppo, messa in pratica attraverso mosse corrette, si impone inesorabile fino alla conclusione. Talvolta, lo splendido sogno diviene realtà. Cerchiamo di analizzare e fare pratica con una delle mie partite, dove il mio avversario era il grande maestro tedesco Klaus Darga e dove abbiamo giocato proprio la stessa variante della spagnola appena vista. Nel corso del dialogo che terrò con voi, porrò alcune domande che mi hanno assillato durante l’incontro; cercate di dare una risposta! A ogni risposta corretta corrisponderà un certo numero di 17


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punti, e la somma totale di questi dovrebbe determinare il vostro livello di gioco e la vostra conoscenza e forse anche la vostra capacità di concentrazione. Jansa-Darga Germania 1990

1. e4 e5 2. ©f3 ©c6 3. åb5 g6 4. c3 a6 5. åa4 d6 6. d4 åd7 7. 0_0 åg7 8. †e1 b5 Il Nero sceglie la prima delle possibilità descritte in precedenza. 9. åb3 ©f6 10. d≈e5 Come già spiegato, il mantenimento della tensione al centro con 10. åg5 o 10. ©bd2 presenta caratteristiche proprie. 10… ©≈e5 11. ©≈e5 d≈e5 12. åg5 0_0 13. ©d2 h6 14. åh4 ∂e7 15. ∂e2 (10)

>________! 10 (QYZYZWMY) n (YZXOTRUZ) (RYZYZVRX) (YRYZXZYZ) (ZYZYFYZI) (YCLZYZYZ) (FLZJBLFL) (KZYZKZGZ) <————ò Si poteva anche prendere in considerazione l’immediata 15. ©f1. 18

15… c5 Altrimenti il Nero difficilmente otterrà controgioco e in b3 l’Alfiere diventerà fortissimo. Se il Nero avesse messo in pratica la sua idea con un differente ordine di mosse i risvolti strategici sarebbero stati gravi: 15… åe6 16. ©f1 c5 17. å≈e6 ∂≈e6 18. å≈f6!, seguita da ©f1-e3-d5. Anche dopo la continuazione adottata in partita tutto si concentrerà sulla casa chiave d5. 16. åd5 †ab8 17. å≈f6 Altrimenti segue 17… g5. 17… å≈f6 18. b3! åe6 (11)

>________! 11 (ZWZYZWMY) b (YZYZTRYZ) (RYZYOURX) (YRXCXZYZ) (ZYZYFYZY) (YFLZYZYZ) (FYZJBLFL) (KZYZKZGZ) <————ò DOMANDA

Sembra che dopo 19. å≈e6 ∂≈e6 20. ©f1 il Bianco si porti in vantaggio grazie al trasferimento del Cavallo in d5. È vero? E in caso contrario, perché? RISPOSTA

Qualcuno può aver dato una ri-


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sposta affermativa (0 punti) dopo aver calcolato 20… åg5 21. ©e3 å≈e3 22. ∂≈e3 che origina un attacco doppio (1 punto). Ma solo chi ha prestato attenzione si è accorto, al pari di me in partita, che il Nero dispone dell’importante intermedia 20… ∂c6!, e che solo dopo 21. f3 deve giocare 21… åg5 (altri 2 punti). ▲ Certamente, il Bianco potrebbe giocare anche 19. c4 con leggero vantaggio, ma prima volevo aprire la colonna ‘a’. 19. a4 †fd8 20. a≈b5 å≈d5? Questo è proprio il ‘momento magico’ di cui ho parlato nell’introduzione alla partita. L’avversario esegue una mossa che reputo scorretta, tuttavia si possono affibbiare punti interrogativi solo se si dimostra la correttezza della propria valutazione sia in partita sia successivamente nelle analisi del dopo partita. Il grande maestro Darga è stato sempre un giocatore noto per la sua sensibilità posizionale, ma qui ha ammesso che questo cambio è stato un grave errore, l’unico ma comunque decisivo! Ciò verrà dimostrato dalla successiva cooperazione tattica e strategica dei pezzi bianchi: l’intenzione del Nero di giocare f7-f5 ed e5-e4 può essere confu-

tata solo con misure energiche. Era migliore 20… a≈b5 21. c4, con solo un modesto vantaggio del Bianco. 21. e≈d5 a≈b5 (12)

>________! 12 (ZWZWZYMY) b (YZYZTRYZ) (ZYZYZURX) (YRXFXZYZ) (ZYZYZYZY) (YFLZYZYZ) (ZYZJBLFL) (KZYZKZGZ) <————ò ▼

DOMANDA

Come può il Bianco mettere in dubbio il precedente cambio in d5? RISPOSTA

È necessario giocare con determinazione. Il Nero non starebbe peggio dopo 22. c4 (0 punti), perché 22… b≈c4 23. b≈c4 åg7 seguita da f7-f5 gli offrirebbe controgioco. L’unica mossa corretta è l’attiva 22. ©e4! (3 punti), dopo la quale il Bianco mantiene l’iniziativa. Naturalmente, bisogna sfruttare semplici tatticismi, che occorre aver previsto: 22… †≈d5? 23. ∂f3!, guadagnando la qualità. ▲

22. ©e4! åg7 23. †ed1 (13) 19


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LA PARTITA SPAGNOLA

>________! 13 (ZWZWZYMY) n (YZYZTRUZ) (ZYZYZYRX) (YRXFXZYZ) (ZYZYDYZY) (YFLZYZYZ) (ZYZYBLFL) (KZYEYZGZ) <————ò

23… ∂c7 24. †a6! †b6 Ancora, 24… f5 non è possibile, questa volta a causa di 25. †c6 ∂f7 26. ©d6 seguita da 27. ©≈b5. 25. †≈b6 ∂≈b6 26. ∂e3! åf8 26… †c8 27. b4 åf8 28. d6± e c5 è una facile preda.

Logicamente, l’ultimo pezzo, il meno attivo, fa il suo ingresso in gioco con il proposito di garantire la massima coordinazione di tutte le forze; tuttavia, sorge un altro interrogativo. DOMANDA

Come deve reagire il Bianco al contrattacco 23… f5? RISPOSTA

Se riuscite a vedere che la critica 23… f5 sarebbe confutata da 24. d6 ∂f8 25. ©≈c5 †≈d6 26. ©d7!±, guadagnate altri 2 punti. ▲ A questo punto ogni timore che potessi avere riguardo alla situazione sulla scacchiera era ormai svanito, e fui in grado di trovare con facilità le prossime mosse. Penso senz’altro che riuscirete a seguirmi con successo fino alla conclusione. Il resto della partita dà l’idea di un missile autoguidato impossibile da distogliere dall’obiettivo. 20

27. b4 ∂a6! (14)

>________! 14 (ZYZWZUMY) b (YZYZYRYZ) (NYZYZYRX) (YRXFXZYZ) (ZLZYDYZY) (YZLZHZYZ) (ZYZYZLFL) (YZYEYZGZ) <————ò Il Nero, con molta inventiva, cerca di confondere le acque. DOMANDA

Si deve catturare in c5 con il Cavallo o con il pedone? RISPOSTA

Dopo 28. ©≈c5 (0 punti) si avrebbe una spiacevole sorpresa: 28… †≈d5. Ovviamente, è corretta 28. b≈c5± (1 punto), perché 28… †≈d5? è ribattuta a dovere da 29. ©f6+. ▲ 28. b≈c5 f5 29. ©d6 e4 Dopo 29… å≈d6 30. c≈d6


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∂≈d6 31. ∂≈h6 ®f7 32. h4± la vittoria non dovrebbe essere lontana. 30. ∂g3! ®h7 31. ∂h4! Anche i salti combinativi del Cavallo erano allettanti, ma mi sembravano un po’ pericolosi: 31. ©≈f5 †≈d5 o 31. ©≈e4 †c8. L’irruzione della Donna dovrebbe essere comunque decisiva. 31… †d7 Se 31… g5 allora 32. ∂h5 å≈d6 33. ∂f7+ ®h8 34. ∂f6+ e poi 35. ∂≈d8. 32. ∂f6 å≈d6 (15)

>________! 15 (ZYZYZYZY) b (YZYQYZYM) (NYZUZHRX) (YRLFYRYZ) (ZYZYRYZY) (YZLZYZYZ) (ZYZYZLFL) (YZYEYZGZ) <————ò DOMANDA

La Donna bianca controlla la scacchiera. Ma qual è il nodo focale della posizione? Il Nero riconquisterà il pedone? RISPOSTA

No, non ci riuscirà. L’ultima sottigliezza risiede nella mossa

33. ∂e6!. I pezzi sono coordinati in modo meraviglioso: dopo 33… å≈h2+ 34. ®≈h2 ∂≈e6 35. d≈e6 †≈d1 il pedone ‘e’ corre a promozione. 33… †d8 è ribattuta da una danza della Donna: 34. ∂f7+ ®h8 35. ∂f6+. Infine 33… †e7 34. ∂≈d6 ∂≈d6 35. c≈d6 †d7 36. †b1 conduce a un finale di Torri vinto. Se siete riusciti a prevedere tutto ciò, avete guadagnato gli ultimi 2 punti assegnati per questa partita. ▲

33. ∂e6! ∂c8 34. c≈d6 ∂d8 35. †a1 (1_0) 35… †≈d6 36. †a7+ ®h8 perde per 37. ∂e5+, altrimenti è decisiva 36. †a6. L’armonia dei pezzi è sempre sinonimo di grande efficienza! L’indimenticabile grande maestro Paul Keres è stato un esimio conoscitore della Variante Steinitz della Spagnola. Ho avuto l’opportunità di affrontare questo grande giocatore in diverse partite e di conversare molte volte con lui. Keres mi ha sempre fatto un’ottima impressione: dimostrava eccezionale cultura e obiettività, e si esprimeva in modo composto ed educato sia alla scacchiera sia lontano da essa. Giocando con21


Q Le pagine 22-161 sono state omesse volutamente


Q Le pagine 22-161 sono state omesse volutamente


CAPITOLO 3

Consigli per trattare la fase dell’apertura in modo corretto Non ci sono dubbi sul fatto che un affinato senso strategico in apertura è molto più importante di una profonda conoscenza teorica di varianti specifiche, le quali devono scaturire solo da una comprensione strategica arricchita costantemente con idee nuove. Senza questa specie di centrale coordinatrice il gioco diventa casuale e caotico. Conosco molti giocatori, anche di primo piano, cui manca questo ‘radar strategico’; per ovviare a questa grave lacuna devono fare sforzi immensi, difendendo con fantasia posizioni strategicamente inferiori, comportamento questo pericoloso che solo occasionalmente porta al successo. In questa parte del libro non presenterò quelle che notoriamente sono le ‘uniche continuazioni consigliabili’ in ciascuna apertura, ma illustrerò le idee che ho accumulato durante la mia lunga esperienza come grande maestro e come allena162

tore di diverse fasce di giocatori, dai più giovani e non ancora maturi fino ai grandi maestri di maggior talento. La trattazione rifletterà la mia comprensione strategica maturata in alcune aperture, nonché la mia convinzione che un gioco sistematico deve essere parte integrante dell’arsenale di ogni giocatore. Lo so, è praticamente impossibile scoprire e seguire la verità fin dall’inizio della partita, ma so anche che è meglio seguire il nostro giudizio intuitivo anziché un’aleatoria verità assoluta, spesso irraggiungibile, imposta da altri. “Credere in tutto è sbagliato, ma lo è anche credere in niente” (Seneca). Ma attenzione, la qualità della comprensione strategica è direttamente legata alla nostra capacità di adattarci a circostanze in continua evoluzione, vale a dire al dinamismo del nostro pensiero! Tuttavia, l’idea principale e l’obbiettivo prefissato de-


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CONSIGLI PER TRATTARE LA FASE DELL’APERTURA IN MODO CORRETTO

vono costituire il filo d’Arianna del nostro gioco che dev’essere dinamico e concettuale. L’idea e la sua attuazione dinamica, ecco il tema centrale dei miei consigli e delle mie considerazioni.

A Una lotta a lungo termine contro le strutture pedonali danneggiate Alcune aperture, comprese quelle più in voga, sono caratterizzate da una considerevole noncuranza da parte del Nero nei confronti della struttura pedonale, quasi come se fosse convinto che comunque tutto verrà deciso da tatticismi nascosti. I gusti sono vari e la fiducia nelle strutture pedonali a ‘groviera’, ad esempio nella Variante Sveshnikov della Siciliana, è in continua ascesa. Ciononostante mi piacerebbe suggerire alcuni metodi attivi ed efficaci nonché alcune possibilità per il Bianco di lottare contro strutture pedonali che, da un punto di vista posizionale, risultano poco sane. @1@ La Caro-Kann con g7≈f6

1. e4 c6 2. d4 d5 3. ©c3 d≈e4 4. ©≈e4 ©f6?! 5. ©≈f6+ g≈f6 (201)

>________! 201 (QVOTMUZW) b (XRYZXRYR) (ZYRYZXZY) (YZYZYZYZ) (ZYZLZYZY) (YZYZYZYZ) (FLFYZLFL) (KZIBGCJE) <————ò Un sistema strategicamente dubbio che fa affidamento sulle capacità tattiche del Nero, alle prese con una struttura pedonale danneggiata sull’ala di Re. Questo gioco, rischioso da un’ottica posizionale, richiede grande esperienza e fantasia tattica. Nella Repubblica Ceca quest’impianto era propugnato in modo entusiastico dall’eccentrico maestro internazionale Karel Opocensky, ma coltivato anche dallo stimato GM e teorico Ludek Pachman. Successivamente, abbastanza a sorpresa vista la sua ortodossia strategica, venne impiegato dal GM Zbynek Hracek che smise però di giocarlo dopo una nostra partita del 1994! In quella circostanza ho messo in pratica una contromisura a me nota già alcuni anni prima dell’incontro. L’idea è maturata nel corso di alcune miei partite con Opocensky e anche in partite disputate contro il GM jugoslavo Dragoljub Ciric, un altro tenace so163


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CONSIGLI PER TRATTARE LA FASE DELL’APERTURA IN MODO CORRETTO

stenitore della variante con 5… g≈f6. 6. ©f3 åg4 7. åe2 ∂c7 8. 0_0 ©d7 9. ©h4! (202)

>________! 202 (QYZYMUZW) n (XRTPXRYR) (ZYRYZXZY) (YZYZYZYZ) (ZYZLZYOJ) (YZYZYZYZ) (FLFYCLFL) (KZIBYEGZ) <————ò Il Bianco prima di tutto cambia gli Alfieri campochiaro, grazie all’inaspettata sortita del Cavallo per poi consolidare l’ala di Re con g2-g3. A quel punto l’arrocco lungo del Nero sarà scontato e il Bianco realizzerà uno sfondamento al centro con le spinte c2-c4 e d4-d5 guadagnando importanti vantaggi posizionali (attacco contro il Re nero e talvolta anche la casa f5 per il Cavallo). In caso di 6… åf5, invece, se il Bianco cercasse di cambiare gli Alfieri con 7. åd3 il Nero avrebbe la possibilità di ripiegare con l’Alfiere in g6. Quindi in tal caso è più indicato lo sviluppo dell’Alfiere sulla grande diagonale con 7. g3!? (203) seguita da åf1-g2, 0_0, c2-c4 e d4-d5. 164

>________! 203 (QVZTMUZW) n (XRYZXRYR) (ZYRYZXZY) (YZYZYOYZ) (ZYZLZYZY) (YZYZYDLZ) (FLFYZLZL) (KZIBGCYE) <————ò Il Nero deve cercare di impedire il piano avversario con 7… ∂d5!?, con in mente la continuazione 8. c3 ©d7 9. åg2 ∂c4!?; comunque anche così la sua situazione non è proprio rose e fiori. Torniamo alla mia partita contro Hracek. Il piano utilizzato in questa partita, a mio parere, ha un’importanza per nulla trascurabile. Come abbiamo visto con 6. ©f3 åg4 7. åe2 ∂c7 8. 0_0 ©d7 9. ©h4! il Bianco mette in moto la prima parte del suo piano posizionale, il cambio degli Alfieri campochiaro. Complicazioni tattiche potrebbero invece sorgere dopo, ad esempio, 9. c4 0_0_0 10. h3?! åh5 11. ∂a4 ®b8 12. åe3 e6 13. b4 f5!. In questa variante i tatticismi sembrano giocare a favore del Nero; da notare come l’automatica h2-h3, che fa solo il gioco del Nero, esula completamente dal piano del Bianco!


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CONSIGLI PER TRATTARE LA FASE DELL’APERTURA IN MODO CORRETTO

9… å≈e2 10. ∂≈e2 e6 11. c4 0_0_0 12. g3! (204)

>________! 204 (ZYMWZUZW) n (XRTPYRYR) (ZYRYRXZY) (YZYZYZYZ) (ZYFLZYZJ) (YZYZYZLZ) (FLZYBLZL) (KZIZYEGZ) <————ò La seconda parte del piano prevede questa versatile mossa preparatoria, che rende stabile la posizione del Re bianco, difende la casa f4 (forse destinata all’Alfiere c1) e il Cavallo h4. Malgrado le apparenze, il Cavallo a bordo scacchiera è strumentale alla buona riuscita della spinta di rottura d4-d5! 12… †g8 (205) Dopo 12… h5 il Bianco può scegliere o l’immediata 13. d5 o la preparatoria 13. åe3!? (Jansa-Ciric, Nis 1979 e JansaSkembris, Bor 1983) che crea al Bianco condizioni favorevoli per ottenere gioco superiore. 12… †g8 invece richiede una reazione energica da parte del Bianco, in quanto 13. åe3? permetterebbe al Nero di sferrare un rapido controgioco con 13… f5!, minacciando un’ulteriore avanzata del pedone ‘f’.

Si potrebbe aggiungere che in caso di 12… åd6 il Nero deve anche badare all’avanzata dei pedoni bianchi (13. c5 e 14. b4).

>________! 205 (ZYMWZUQY) b (XRTPYRYR) (ZYRYRXZY) (YZYZYZYZ) (ZYFLZYZJ) (YZYZYZLZ) (FLZYBLZL) (KZIZYEGZ) <————ò 13. d5! ∂e5 Tutto sommato, si tratta dell’unica replica plausibile, che si rivela però insufficiente. Il Nero non riuscirà (almeno per il momento) a cambiare le Donne e la posizione insicura del suo Re, unitamente alla falla permanente nella sua struttura pedonale, giustifica la strategia attiva del Bianco. 14. ∂f3 e≈d5 (206)

>________! 206 (ZYMWZUQY) b (XRYPYRYR) (ZYRYZXZY) (YZYRTZYZ) (ZYFYZYZJ) (YZYZYBLZ) (FLZYZLZL) (KZIZYEGZ) <————ò 165


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CONSIGLI PER TRATTARE LA FASE DELL’APERTURA IN MODO CORRETTO DOMANDA

In partita giocai 15. c≈d5 ∂≈d5 16. ∂≈d5 c≈d5 17. åe3; cosa ne pensate? È una continuazione che risolve in modo adeguato la situazione, oppure c’era un’alternativa più forte in 15. åf4? RISPOSTA

Dopo 15. åf4, il Nero avrebbe sicuramente giocato 15… ∂e4 visto che anche il più entusiastico sostenitore del gioco difensivo non accetterebbe di accollarsi la posizione successiva a 15… ∂≈b2 16. c≈d5 c5 17. d6. Comunque, dopo 15… ∂e4 potrebbe seguire la semplice 16. c≈d5 ∂≈f3 17. ©≈f3 e dopo 17… c5, unica mossa ragionevole, a causa della struttura pedonale pesantemente danneggiata il Nero si troverebbe sull’orlo della catastrofe. Naturalmente, 15. åf4! era più forte (3 punti). Ciononostante, anche con la mia continuazione 15. c≈d5 ∂≈d5 16. ∂≈d5 c≈d5 17. åe3 riuscii a conseguire un chiaro vantaggio dopo 17… b6 (io avevo invece calcolato 17… ®b8 18. †fd1 ©e5 19. †ac1 ©c6, anche se in questo caso 20. ©f5! offre al Bianco compenso più che sufficiente per il non necessario sacrificio di pedone) 18. †ac1+ ®b7 19. †fd1 åc5 (oppure 19… ©e5 166

20. †c2 ©c6 21. ©f5 e il Nero è praticamente senza mosse) 20. ©f5! å≈e3 21. ©≈e3±. La zoppicante struttura pedonale f6-f7-h7 assicura un comodo vantaggio al Bianco nel finale. Il fatto che il Bianco ha potuto permettersi il lusso di sacrificare non fa che giustificare ancora di più il piano iniziato con 9. ©h4!. Se non avete scelto 15. åf4!, obbiettivamente la migliore, guadagnate almeno 1 punto: in un certo senso, avete ragione anche voi. ▲ Catturando con l’altro pedone, 14… c≈d5, il Nero andrebbe incontro a problemi simili: 15. åf4 ∂e4 (oppure 15… ∂d4 16. †fd1±, giocata nella partita Matanovic-Ciric, nel lontano 1962!) 16. c≈d5. DOMANDA

In Jansa-Sandhu, Austria 1999 si ebbe 16… ∂≈f3 17. †ac1+ ©c5 18. ©≈f3 (207).

>________! 207 (ZYMWZUQY) n (XRYZYRYR) (ZYZYRXZY) (YZVFYZYZ) (ZYZYZIZY) (YZYZYDLZ) (FLZYZLZL) (YZKZYEGZ) <————ò


Q Le pagine 167-272 sono state omesse volutamente


STRATEGIE DINAMICHE IN APERTURA VLASTIMIL JANSA Il concetto di dinamismo sulla scacchiera, inteso come potenzialità che hanno i pezzi a generare piani attivi e minacce concrete, viene normalmente associato al mediogioco. L’apertura è considerata invece una sequenza di mosse che dipende da specifiche circostanze tattiche, non certo da un dinamismo strategico non ancora formatosi. Il libro di Vlastimil Jansa, che apporta un contributo originale e fondamentale al problema del gioco dinamico in apertura, sfata questi luoghi comuni. L’assunto dell’autore è chiaro: poiché ogni mossa giocata, anche se non ha conseguenze tattiche immediate, modifica la situazione presente sulla scacchiera, dobbiamo tenerne conto, evitando di rispondere meccanicamente e cercando di sfruttare anche i minimi dettagli strategici che derivano dall’ordine di mosse effettivamente adottato dai due colori, senza ovviamente perdere di vista la possibilità che intervengano tatticismi già nel breve termine. Pertanto, fin dalle prime mosse esiste una replica più precisa delle altre per combattere le idee dell’avversario; oppure, se esistono due o più seguiti altrettanto buoni, essi servono a introdurre piani diversi fra loro, ma comunque in accordo con le esigenze concrete della posizione. Naturalmente ciò è più facile a dirsi che a farsi, come dimostra il fatto che spesso anche i migliori giocatori del mondo non riescono a trovare la soluzione più forte, almeno al primo tentativo: altrimenti gli scacchi non sarebbero un gioco così complesso e avvincente! Eppure il solo fatto di entrare in quest’ottica ‘dinamica’ permetterà anche a chi non è un GM di trovare la continuazione giusta molto più spesso di quanto non farebbe appellandosi soltanto ai principi generali, come dimostra Jansa con una serie di esempi tratti da aperture di cui è un grande specialista. è un GM ceko di grande esperienza. Coetaneo di illustri connazionali quali Hort, Kavalek e Smejkal, ha partecipato a svariati tornei individuali e a squadre, incontrando tutti i più prestigiosi avversari della sua generazione e vincendo numerosi premi di bellezza grazie al suo stile brillante. Oggi si dedica con grande successo alla pubblicistica e all’insegnamento scacchistico.

VLASTIMIL JANSA

ISBN 88-7264-093-8

¤ 26,00

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