Le partite di gioco aperto - vol 2

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Sommario

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Le partite di gioco aperto - vol. 2

Bibliografia Prefazione

4 5

Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4

-

Capitolo 5 Capitolo 6 Capitolo 7 Capitolo 8 Capitolo 9 Capitolo 10

-

la variante Chigorin - aspetti generali il sistema Rubinstein il sistema Petrosjan la variante Yates - la variante Yates - 10.d5 - la variante Yates - 10.Ce3 il sistema con 5.d3 l'attacco Worrall la variante di cambio ritardata il sistema con a2-a4 il sistema con Bc3 l'attacco centrale

Indice delle linee principali Indice delle partite illustrative Legenda

7 23 96 128 131 142 159 176 183 193 199 207

213 214 215



la variante Chigorin - aspetti generali

!!!!!!!!" #dmckMjfm$ #mMgMiaga$ #amMgMhMm$ #hamMgMmM$ #MmMmAmMm$ #mCGMmBmA$ #AGMGMGAm$ #JBIEJMLM$ %&&&&&&&&'

Capitolo Uno la variante Chigorin - aspetti generali 1.e4 e5 2.Bf3 Bc6 3.Cb5 a6 4.Ca4

!!!!!!!!" #dmckfibj$ #magamaga$ #ambmMmMm$ #mMmMgMmM$ #CmMmAmMm$ #mMmMmBmM$ #AGAGMGAG$ #JBIELMmD$ %&&&&&&&&'

La nostra avventura inizia qui. Siamo appena entrati nel territorio della partita Spagnola, tradizionalmente considerata un caposaldo del gioco posizionale. La prossima sequenza di mosse sino a 9.h3 è stata giocata in migliaia di partite per molti decenni e oggi, nella maggior parte dei casi, viene giocata quasi automaticamente. Tuttavia commenterò brevemente ciascuna mossa, come se fosse la prima volta che incontro questa posizione. Nel farlo presenterò anche le alternative che portano agli ultimi sei capitoli del libro.

di una storia del tutto diversa dal titolo “variante aperta”, che esula dall’ambito di questo libro. Nessuna mossa a difesa del pedone è priva di difetti: - 5.Bc3 blocca il pedone ‘c’ e impedisce il naturale piano di occupazione del centro con c3 e d4; - 5.Ee2 sviluppa la donna in un momento in cui la maggior parte degli altri pezzi si trova nella casa di partenza. Questo comportamento viola gravemente i principi delo sviluppo e non si addice affatto ad una signora. - 5.d3 è più flessibile, ma potrebbe risultare una perdita di tempo, qualora il Bianco decidesse in seguito di occupare il centro con c3 e d4; - 5.d4 è un prematuro sfoggio di attività al centro. La collocazione dell’alfiere sulla diagonale a4-e8, mettendo sotto pressione il pedone e5, ha finalità di lungo termine. Se il Bianco avesse voluto aprire il centro in una fase così precoce della partita, avrebbe dovuto sviluppare l’alfiere in c4, per creare minacce contro il pedone f7, anche se l’apertura avrebbe avuto un carattere completamente diverso. 5...Ce7

Chiudendo la colonna ‘e’, il Nero rinnova la minaccia ...Bxe4.

4...Bf6

6.De1

Il Nero approfitta della prima possibilità di contrattacco al centro.

A questo punto tutte le mosse menzionate nel precedente commento sono ancora possibili, ma avrebbero gli stessi difetti. La difesa del pedone con la torre è più efficace. Dopo le spinte pianificate in c3 e d4, i pezzi pesanti del Bianco esercitano una pressione costante sulle colonne centrali, evitando così precoci contrattacchi del Nero.

5.0-0

Il Bianco non ha ancora bisogno di difendere il pedone ‘e’, in quanto dopo 5...Bxe4 6.d4 riprenderebbe il pedone a causa della vulnerabilità del re avversario. Sarebbe in effetti l’inizio

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6.Cxc6 è l’ultima possibilità a disposizione del Bianco per evitare il naturale corso della partita. Dopo 6...dxc6 la perdita di tempo è giustificata dal fatto che i pezzi del Nero non sono piazzati idealmente per difendere il pedone e5, il che comporta la necessità di giocare con precisione. Tuttavia, con la cessione dell’alfiere campochiaro il potenziale strategico del Bianco si riduce considerevolmente. 6...b5

Il Nero para la minaccia Cxc6 seguita da Bxe5 creata dall’ultima mossa del Bianco. 7.Cb3

E infine l’alfiere prende sotto controllo il pedone f7, ma il Nero è abbastanza ben sviluppato e può evitare problemi di rilievo. 7...d6

Superprotegge il pedone ‘e’ creando allo stesso tempo la minaccia ...Ba5. Inoltre, apre la diagonale c8-h3 all’alfiere. L’alternativa è 7...0-0, dopodiché il gioco può semplicemente trasporre dopo 8.c3 d6. Il tagliente Attacco Marshall (8...d5) non rientra nell’ambito di questo libro e, dal punto di vista della linea principale, l’ordine di mosse che ha inizio con 7...d6 è più preciso. L’arrocco alla settima mossa creerebbe al Nero qualche leggero problema dopo 8.a4. 8.c3

Libera la casa c2 per l’alfiere e prepara l’occupazione del centro. 8.a4 è meno efficace a causa di 8...Cg4, che crea la minaccia ...Bd4 o ...Cxf3 seguita da ...Bd4. Dopo 9.c3 0-0 il Nero è pronto a mettere in discussione la strategia del Bianco con ...Ba5 seguita da ...b4, dopodiché le debolezze prodotte dall’avanzata prematura del pedone ‘a’ lasciano l’alfiere spagnolo piuttosto esposto. 8...0–0

L’affrettata 9.d4 permetterebbe ora al Nero di completare lo sviluppo in modo naturale con 9...Cg4, esercitando forte pressione sul centro avversario. Di conseguenza, la profilattica... 9.h3

..deve essere considerata più coerente. 8

!!!!!!!!" #dmckMjfm$ #mMgMiaga$ #ambgMhMm$ #mamMgMmM$ #MmMmAmMm$ #mCGMmBmA$ #AGMGMGAm$ #JBIEJMLM$ %&&&&&&&&' E così abbiamo raggiunto quello che può tranquillamente essere considerato il tabiya principale delle partite di gioco aperto. Ci sono vari motivi per sostenerlo. Prima di tutto, un esame di tutte le possibili deviazioni dimostra con chiarezza che la prima mossa del Nero non può essere facilmente messa in discussione da un’azione al centro precoce e insufficientemente preparata (alcune di queste linee sono state esaminate nel primo volume; le altre sono state passate in rassegna più sopra e saranno esaminate in questo libro). A sostegno di tale punto di vista c’è più di un secolo di pratica agonistica. Da ultimo, possiamo notare che contrariamente a quanto avviene nelle cosiddette linee secondarie, dove il Nero dispone solitamente di due o tre varianti plausibili, nella posizione del diagramma sono stati sperimentati innumerevoli sistemi per il secondo giocatore: la difesa Breyer, la variante Smyslov, la variante Zajtsev, insieme a tutta una serie di assetti Chigorin legati a nomi prestigiosi quali Rauzer, Panov, Keres, Romanishin, Graf, nonché molte altre linee non legate a nomi particolari, ma che nella storia degli scacchi hanno fatto parte del repertorio principale di grandi giocatori, Campioni del mondo compresi. Difficilmente ciò si può interpretare come un segno che il Nero può pareggiare il gioco come vuole contro la linea principale della Spagnola; al contrario è prova del fatto che contro ciascuno di questi sistemi il Bianco ha sempre trovato nuovi modi di mantenere il Nero sotto pressione posizionale, obbligandolo regolarmente a escogitare un nuovo assetto. Tant’è vero che per un giocatore che con il Nero si affida principalmente alle linee chiuse della Spagnola è più saggio cambiare sistema di tanto in tanto, col risultato non solo


la variante Chigorin - aspetti generali

di evitare la preparazione specifica degli avversari, ma anche di ampliare la propria comprensione degli scacchi in generale. Nella posizione del diagramma il Bianco è giusto a un passo dal raggiungere il suo obiettivo primario, l’occupazione stabile del centro, ma questo non significa necessariamente che abbia già vinto la battaglia strategica. È lapalissiano che il Nero non può fisicamente impedire 10.d4, deve quindi cercare un modo ottimale di controbatterla. Tuttavia è difficile sostenere che una qualunque delle varianti sopra elencate sia migliore di un’altra e si rende perciò necessario un chiarimento della parola “ottimale”. Il secondo giocatore dovrà decidere come proseguire lo sviluppo tenendo in considerazione il proprio livello di comprensione, lo stile di gioco, i gusti personali e, perché no, lo stato d’animo con cui si è seduto alla scacchiera. Non c’è bisogno di dire che la mia scelta dei sistemi del presente repertorio è altamente soggettiva. Ho evitato intenzionalmente i sistemi di moda. L’esperienza mi insegna che la moda è una signora imprevedibile e capricciosa; capita alle volte che varianti da lungo tempo dimenticate tornino sotto la luce dei riflettori. Ancor più importante, direi, è la considerazione che cogliere l’essenza della posizione in linee in cui la teoria compie passi da gigante (non necessariamente nella giusta direzione) è un compito piuttosto difficile. È molto più semplice scattare una foto o abbozzare un ritratto di un oggetto praticamente immobile che descrivere una scena molto animata. Al contrario, ho preferito scegliere varianti con una storia molto lunga alle spalle, una storia fatta di grandi nomi, fra cui quelli di vari Campioni del mondo. Avremo così anche la possibilità di seguire l’evoluzione del pensiero scacchistico e di conferire un po’ di stabilità alle conclusioni teoriche delle pagine che seguono. Le verità che la mente umana è riuscita a svelare nel volgere di anni o persino decenni grazie a figure come Rubinstein, Botvinnik, Keres, Smyslov, Petrosjan o Karpov difficilmente saranno mai messe in discussione dalla pratica o dal computer. Devo confessare che, a parte alcuni rari momenti in cui ho temuto di non riuscire a rendere giocabili queste “antichità”, non mi sono mai dispiaciuto della mia scelta durante l’intero lavoro. Avevo piuttosto l’impressione di bere un vino molto invecchiato, scoperto in un angolo nascosto della mia cantina.

Altro mio obiettivo è stato quello di fornire informazioni di utilità generale e non solo relative alle varianti specifiche. Nel caso alcuni lettori volessero fare una scelta diversa contro la variante principale della partita Spagnola, le spiegazioni strategiche fornite più avanti saranno probabilmente di loro aiuto. Tutte queste limitazioni autoimposte mi hanno lasciato un campo relativamente ristretto. Dopo alcuni ulteriori rimuginamenti ed esitazioni ho scelto due delle più antiche linee secondarie della variante Chigorin, che, a sua volta, è il modo più antico di rispondere alla linea principale della partita Spagnola. A rigore, la mossa... 9...Ba5

..che caratterizza il sistema Chigorin, sembra una piccola deviazione dal corso logico dello sviluppo. In effetti, il Nero muove per la seconda volta un pezzo già sviluppato, mentre l’alfiere in c8 è ancora nella casa di partenza. Da questo punto di vista, la mossa più naturale è 9...Cb7, che conduce alla assai popolare variante Zajtsev, un sistema che ha resistito a un accurato esame durante i match fra Kasparov e Karpov. Tuttavia, vi sono taluni elementi della posizione che spiegano perché la logica e generalmente buona 9...Cb7 non sia l’unica corretta o quantomeno non la migliore. Dopo 10.d4 per il Nero non è facile, nell’immediato, mettere in discussione la supremazia del Bianco al centro. La ragione principale è che il cavallo in c6 è legato alla difesa del pedone e5, e pertanto blocca quello in ‘c’, che altrimenti potrebbe essere usato per minare d4. Allo stesso tempo non è ancora certo che lo sviluppo dell’alfiere in b7 sia utile, visto che il Bianco ha la possibilità di chiudere il centro con d5 quando vuole. In effetti, praticamente nessuna delle possibili continuazioni del Nero alla 9a mossa è esente da lievi difetti, per cui - lo ripeto - a questo punto la scelta è una mera questione di gusti. Non intendo in alcun modo mettere in discussione la correttezza di 9...Cb7 né dimostrare la superiorità di 9...Ba5. Voglio solo chiarire che in quest’ultima fase di sviluppo il calcolo concreto può e deve legarsi strettamente all’applicazione delle regole generali. Torniamo ora alla variante Chigorin. 9


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Capitolo Tre

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il sistema Petrosjan

1.e4 e5 2.Bf3 Bc6 3.Cb5 a6 4.Ca4 Bf6 5.0–0 Ce7 6.De1 b5 7.Cb3 d6 8.c3 0–0 9.h3 Ba5 10.Cc2 c5 11.d4 Ec7 12.Bbd2 Cd7

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Il sistema esaminato in questo capitolo ha un carattere del tutto diverso dal precedente. Il mio intento nello scegliere due sistemi basati su trattamenti opposti è offrire una più ampia panoramica della variante Chigorin nel suo complesso. Per pura coincidenza i “padrini” di questi sistemi sono due dei miei giocatori preferiti della storia degli scacchi. Con l’ultima mossa il Nero completa lo sviluppo mettendo in comunicazione le torri e si preoccupa principalmente di mantenere una posizione flessibile. In tal modo, si astiene dall’esercitare ulteriore pressione sulla casa d4, concedendo al Bianco una più ampia scelta di mosse. Fondamentalmente, i suoi piani rimangono gli stessi: o cambiare in e5, per combinare la pressione sul lato di re con l’occupazione della casa d5; o bloccare la posizione con d5, consolidando il vantaggio di spazio e - così spera - lasciando il 96

cavallo in a5 mal collocato. Tuttavia, la differenza di fondo rispetto al sistema Rubinstein è che il Bianco, non dovendo più preoccuparsi della casa d4, può ritardare la definizione delle proprie intenzioni fino al momento più favorevole. Il Nero deve preoccuparsi principalmente di essere pronto per entrambe le eventualità, il che richiede un trattamento marcatamente profilattico. La mossa di Rubinstein, 12...Bc6, sembra un po’ troppo impegnativa, ma il Nero ha l’importante vantaggio di dover affrontare una sola struttura sin dalla mossa successiva. Dopo 12...Cd7, i pezzi del Nero sono ancora ben collocati, ma l’incertezza sul prossimo futuro può essere fonte di notevole confusione. Come sempre nel sistema Chigorin, il problema principale rimane il cavallo di donna. Quindi, dopo la naturale... 13.Bf1

..ho esaminato soltanto... 13...Bc4

..che colloca subito il cavallo su un percorso più favorevole. Da un punto di vista filosofico, è fondamentale affinché il Nero possa ottenere una posizione giocabile. Di conseguenza, ho scelto di ignorare alternative popolari come 13...Dfe8 (la specialità di Ivkov) e 13...cxd4 14.cxd4 Dac8 (un’interpretazione più moderna), che pure hanno ottenuto risultati ragionevoli nella pratica. La presenza del cavallo in c4 irrita ovviamente il Bianco, che incontrerà delle difficoltà nello sviluppo del lato di donna. In realtà il cavallo non è troppo stabile in c4, ma il modo naturale di scacciarlo, b2-b3, è piuttosto a doppio taglio, dato che indebolisce la casa c3. Il Nero


il sistema Petrosjan

ritirerebbe il cavallo in b6 proseguendo con ...c4 (per rispondere a b4 con ...a5) o addirittura ...a5-a4. Sul lato di donna avrebbe un gioco allo stesso tempo facile ed efficace, garanzia di una coerente strategia generale.

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Ecco la posizione che associo al nome di Pertrosjan. Per quanto ne so, i libri di teoria la indicano semplicemente come un’altra delle tante varianti “senza nome”. Il X Campione del mondo impiegava la difesa Francese, la Siciliana e la Caro-Kann con molta maggiore frequenza della partita Spagnola. Tuttavia, la sua fiducia nel sistema in esame deve essere stata enorme, dato che lo adottò contro avversari terribili come Tal, Korchnoj, Karpov e Kasparov, fra gli altri. Il punteggio che ottenne fu di sei patte su sei partite. Possiamo supporre che Petrosjan non la ritenesse una variante affidabile per vincere con il Nero. Anche in questo caso il trattamento delle idee fondamentali del sistema è stato differente. Invece di presentare i fatti cronologicamente, mi sono concentrato separatamente sui piani fondamentali, per due buone ragioni. Prima di tutto, la prospettiva storica è molto meno interessante che nel precedente capitolo. In secondo luogo, il carattere meno forzante della lotta richiede una spiegazione logica ben strutturata. Ho notato poi anche un altro aspetto rilevante. Nel sistema Rubinstein la teoria era più o meno ben definita, e per averne una panoramica precisa sono state necessarie solo alcune (relativamente) lievi modifiche. Nel sistema Petrosjan la situazione è meno chiara. In quasi ogni partita presa in esame ho scoperto momenti (o quanto meno ordini di mosse) discutibili. Il fatto che il gioco abbia un carattere meno forzante che nelle

posizioni analizzate nel precedente capitolo lascia più spazio a errori da entrambe le parti. Direi che il sistema Petrosjan rappresenta un territorio piuttosto rischioso per la pratica di torneo (indipendentemente dal colore), ma è un universo molto piacevole per l’analista. Inizieremo esaminando il “piano di Rauzer”, che consiste nel cambiare in e5. Due sono gli aspetti principali che rendono questo piano perfettamente logico. Prima di tutto, la casa d5 non è molto ben difesa, perché il Nero ha già sviluppato l’alfiere in d7 e dovrà spendere un tempo ulteriore per collocarlo in c6 o e6. Secondo, la spinta del pedone ‘d’, ovvero il piano alternativo del Bianco, non attacca nulla ora, fatto che permette al Nero una maggiore libertà di azione. La prima occasione in cui il Bianco può catturare in e5 è subito dopo 12...Cd7. A rigor di logica, è ovvio che si tratta di un cambio prematuro, ma nella pratica il Nero ha spesso avuto problemi dopo... 13.dxe5 dxe5

Il motivo è che il piano generale del Bianco è di facile realizzazione, mentre il Nero ha bisogno di una pianificazione concreta e precisa per mantenere una posizione armoniosa. Nella prossima partita finì nei guai a causa di un’inutile perdita di tempo.

!!!!!!!!" #dmMmMjfm$ #mMkciaga$ #amMmMhMm$ #hagMgMmM$ #MmMmAmMm$ #mMGMmBmA$ #AGCHMGAm$ #JMIEJMLM$ %&&&&&&&&' Partita 30

Korneev-Dydyshko Katowice 1992

L’ordine di mosse reale fu piuttosto insolito: 8...Ba5 prima dell’arrocco, ma poi il Bianco giocò comunque h2-h3, trasponendo nel sistema in esame. 97


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14.Bh2

Il Bianco sgombera la casa f3 per la donna e prepara l’ulteriore salto di cavallo in g4 per minare il controllo del Nero sulla casa d5. Dopo la più naturale 14.Bf1, che porta avanti lo sviluppo, il Nero ha la scelta tra 14...c4, con gioco analogo a quello avutosi in partita, e 14...Bc4, più rilevante per l’ordine di mosse 13.Bf1 Bc4 14.dxe5 dxe5 analizzato più sotto. 14...c4!

Il cambio al centro ha dissolto l’attacco del Bianco contro la casa c5, che il Nero si affretta a sgomberare per trasferirvi il cavallo. Siccome il cavallo non ha definito le sue intenzioni prima di dxe5, il piano comporta il risparmio di ben due tempi rispetto al sistema Rubinstein. 15.Bdf1 Fh8?

Una mossa troppo cauta: regala al Bianco un tempo che si dimostrerà di importanza decisiva per stabilire il dominio al centro e sul lato di re. Il Nero avrebbe dovuto proseguire col suo piano senza perdere tempo: 15...Dad8! (centralizza la torre e anticipa l’occupazione della casa d3) 16.Ef3 Bb7 17.Bg4 Bc5 18.Bfe3 (nel trasferire il re in h8, il Nero potrebbe aver temuto 18.Cg5, a cui intendeva probabilmente rispondere ...Bg8. Tuttavia, con il re in g8, 18...Cxg4 19.hxg4 Bd3 avrebbe risolto il problema. Il controllo della colonna ‘d’ offre al Nero un gioco del tutto adeguato) 18...Ce6. L’attività del Bianco ha raggiunto il culmine, però, dato che la diagonale dell’alfiere in c1 è ostruita, è ora forzato ad allentare la tensione, permettendo al Nero di attivare il proprio gioco.

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19.Bxf6+ Cxf6 20.Bd5 Cxd5 21.exd5 Dfe8 Il Nero sviluppa l’ultimo pezzo preparando l’ulteriore avanzata del pedone ‘e’. Conosciamo 98

il tratto dalla variante 17.Bf5 Cxf5 18.exf5 Dfe8 del precedente capitolo, ma va detto che in questa posizione i pezzi del Nero sono già collocati su case ideali e il Bianco ha serie difficoltà nel difendere il pedone d5, viste minacce quali ...e4 o la più semplice ...Ed6. 22.Ef5 (per il Bianco, l’ultima speranza di restare in partita è rappresentata dalla pressione lungo la diagonale b1-h7. Non dispone, infatti, di uno sviluppo sufficiente per ricorrere alla generalmente auspicabile 22.a4. Dopo 22...Ed7 23.axb5 axb5 24.Da5 e4 sarebbe forzato ad accettare il cambio, chiaramente sfavorevole, del pedone d5 per quello in b5, a cui seguirebbe la comoda occupazione della casa d3 da parte del cavallo avversario. In caso di 25.Cxe4? Bxe4 26.Dxe4 Dxe4 27.Exe4 De8 la debolezza della prima traversa e la completa mancanza di coordinazione delle sue forze sarebbero causa di serie perdite di materiale per il Bianco. Se difende l’alfiere con 29.Ec2 o 29.Eb1, seguono 28...De1+ e 29...Ec7+, guadagnando la torre, mentre dopo 28.Ef4 il Nero può scegliere un altro ordine di mosse e giocare 28...Ed8, dopodiché le minacce ...Exa5 e ...De1+ seguita da ...Ce5 non possono essere controbattute adeguatamente) 22...e4 23.f3?! (un tentativo molto rischioso di complicare la posizione: la debolezza delle case scure si farà presto sentire. Tuttavia, la più sicura 23.Cxe4 significa ammettere di lottare già per la patta. Dopo 23...Bxe4 24.Dxe4 Dxe4 25.Exe4 Ee5 il Nero recupererà presto il pedone, e la debolezza dei pedoni c3 e b2, collocati su case dello stesso colore degli alfieri, rappresenterà per il Bianco un pericolo permanente, per quanto vago. Il risultato più probabile è comunque la patta) 23...Ch4 (la più semplice: il Nero rimuove l’alfiere dalla casa esposta per consentire ...g6. Un’alternativa interessante, che incrementa la pressione lungo la diagonale a1-h8, è 23...b4!?, dato che 24.cxb4? lascia indifesa la casa d4, permettendo 24...Bd3 25.Dxe4 Cd4+!, con minacce decisive contro il re bianco) 24.De2 (ancora una volta, la continuazione più ambiziosa non è la migliore. Il Bianco tiene sotto controllo la casa e4, ma la mancanza di coordinazione fra le torri permetterà al Nero di assumere il controllo della colonna ‘e’ con mezzi tattici. Su 24.Dd1 il Nero conserva la posizione migliore dopo 24...g6 25.Eg4 Eg3) 24...g6 25.Eg4 exf3! 26.Dxe8+ Dxe8 27.Exh4 De2 28.Cf4


il sistema Petrosjan Eb6, con potente attacco.

16.Bg4 Dad8 17.Ef3 Ce6 18.Bfe3 Bb7

Ad eccezione della 15a mossa, il Nero ha giocato con coerenza, ma ben presto gli mancherà proprio un tempo per raggiungere un assetto ottimale. 19.Bxf6 Cxf6 20.Bd5 Cxd5 21.exd5

!!!!!!!!" #MmMjMjMl$ #mbkMmaga$ #amMmMiMm$ #mamAgMmM$ #MmamMmMm$ #mMGMmEmA$ #AGCmMGAm$ #JMIMJMLM$ %&&&&&&&&'

21...Bd6

Il cavallo deve accontentarsi di questa casa per tenere sotto controllo f5. Su 21...Bc5 22.Ef5 e4 23.Dxe4!± il Bianco guadagna semplicemente un pedone: la torre è tabù a causa delle minacce di matto. L’assenza della torre in e8 fa sentire i suoi effetti. In genere, il cavallo è un bloccatore perfetto e il Nero dovrebbe stare più o meno bene dopo 21...Bd6. Tuttavia, la mancanza di minacce concrete contro il pedone d5 permetterà al Bianco di completare lo sviluppo e consolidare il vantaggio di spazio. 22.a4 Dfe8 23.axb5 axb5 24.Da6

È ormai ovvio che la posizione del Nero è un po’ passiva. In partita non riuscì a creare controgioco sul lato di re e la sua posizione collassò sotto la pressione combinata sulle ali contrapposte. 24...e4 25.Eg3 Ce5 26.Cf4 Cxf4 27.Exf4 f5 28.Dea1 Ee7 29.Db6 Dd7 30.Daa6 Ded8 31.h4 g6 32.b3!

Il colpo chiave finale. Dopo l’attivazione dell’alfiere, la posizione del Nero sarà ancora più difficile. Le mosse finali furono probabilmente giocate in Zeitnot reciproco e sono di minore

importanza. Il Nero perse dopo aver mancato l’opportunità di rovesciare la situazione. Visto il commento alla 15a del Nero, possiamo concludere che 13.dxe5 non pone problemi di sorta al Nero. Anzi, il Bianco rischia addirittura di finire in qualche guaio. Il problema principale è che il Nero dispone di una manovra perfetta: ...c4 e ...Bb7-c5. Di conseguenza, sembra più sensato giocare 13.Bf1 e cambiare al centro solo dopo 13...Bc4 con 14.dxe5 dxe5.

Partita 31

Aronin-Averbakh Campionato URSS, Mosca 1950

Per fini didattici ho di nuovo ignorato il reale ordine di mosse. Il Bianco ha cambiato in e5 alla 13a, ma dopo 14.Bf1 il Nero ha mosso lo stesso il cavallo in c4 lasciandosi sfuggire l’occasione di giocare 14...c4. 15.Bg3

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Il cavallo nero sorveglia la casa e3, impedendo il trasferimento del cavallo bianco in d5. Su 15.b3 Bb6 il gioco traspone più sotto dopo 13.Bf1 Bc4 14.b3 Bb6 15.dxe5 dxe5. 15...Dfe8?!

Nel sistema 12...Cd7, il Nero colloca spesso la torre in e8 (sgombrando la casa f8 per l’alfiere) e così incrementa la pressione potenziale contro il pedone e4 o prepara semplicemente la superprotezione del pedone e5, qualora la situazione al centro si sia già chiarita. Tuttavia, in molti casi muovere prematuramente la torre può rivelarsi una perdita di tempo. In alcune situazioni essa 99


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