pro.di.gio. BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PRODIGIO ODV SUL MONDO DEL DISAGIO E DELL’HANDICAP
NUMERO III - GIUGNO 2021 - ANNO XXII - 126° NUMERO PUBBLICATO
Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 - Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - 70%- DCB Trento . Contiene I.R.
PROGETTO DI GIORNALE
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Premio Melchionna- v°edizione Ecco i vincitori! pag2 Steradiodj Da brescia per il mondo dell’inclusione pag 4 L’angolo poetico In vista dei Giochi olimpici di Tokyo pag 9 Luca Mazzone si racconta Verso Tokyo 2021 pag11
Giugno 2021 - n.3
IN EVIDENZA
LIBERTÀ D’ESSERE Cosa significa oggi la parola libertà? È un concetto così ampio e soggettivo che è difficile, se non impossibile, darne una definizione univoca. Essa assume talvolta forma di diritto, di pensiero, di esistenza, di scelta a seconda di chi se ne fa portavoce, sia una singola persona, o un’entità più complessa come un popolo, una società, un’idea. Per questo, in nome della libertà sono state commesse guerre e persecuzioni, come al contempo generate straordinarie opere d’arte e rivendicati diritti universali.
Unica variabile costante in questo tumulto è l’essere umano, che si è elevato al contempo a promotore e censore delle libertà. Oggi viviamo in un mondo dove ad esempio la libertà di opinione e di essere conta più di tante altre cose, e genera effetti che potenzialmente amplificano o distorcono la percezione grazie ad una tecnologia onnipresente. La libertà di ognuno si può esprimere fintantoché non vada a limitare quella dell’altro, e questo credo sia un principio di partenza fondamentale nell’affrontare
Capo Redattore Lorenzo Pupi
qualsiasi discorso sul tema. Noi in questo numero tenteremo di contestualizzare questo concetto, cercando di tracciarne le sfumature, ricercando la libertà nelle dimensioni dell’essere, del pensiero e delle scelte all’interno di una cornice narrativa in cui non si vada mai a ledere l’altro, ma piuttosto si cerchi di valorizzarne le esperienze, le diversità e i limiti che attraverso esperienze concrete manifestino un senso di libertà, di cui oggi più che mai c’è estremo bisogno.
PREMIO MELCHIONNA
a cura di Martina Dei Cas
Ecco i vincitori della quinta edizione! Siamo felici di annunciare che la giuria ha ultimato la valutazione delle oltre cento opere pervenute e ha proclamato i vincitori e finalisti di questa quinta edizione del concorso. A loro, ma anche a tutti gli altri partecipanti, vanno i nostri più sinceri complimenti e un sentito ringraziamento per essere parte della battaglia di Pino in nome dell’inclusione sociale e del rispetto della diversità. FOTOGRAFIA 1° class. – AMICI SEMPRE di Giovanni Moglia 2° class. – AMICIZIA AI TEMPI DEL COVID di Luca Barone 3° class. – IO, TU, NOI (2) di Gianluca Degli Innocenti Finalisti pubblicati in antologia: ANIMALE DA COMPAGNIA (Giacomo Albertini), SALUTE (Cooperativa Iter), DIVISI MA UNITI, LA FORZA DELL’AMICIZIA (Eleonora Dusatti), L’AMICIZIA CHE RENDE FORTI (Diletta Lazzarotto), UNA SPECIALE AMICIZIA LUNGA 5400 MIGLIA, DUBAI ’19 (Samuele Maranelli), LA VERA AMICIZIA (Werther Vicini), IN DONO IL CUORE (Elisa Crestani), UN PICCOLO GESTO, UN GRANDE PASSO D’AMICIZIA (Luca Ponti), AMICI IN PANDEMIA (Iolanda Albrizio), GEMELLE E AMICHE (Mayssa Brik) Menzioni speciali: Menz. Speciale “L’estate della ripartenza” – IO POSSO E LA POLIZIA DI STATO di Giacomo Cannucciari Menz. Speciale “Al di là del mare” (Argentina) – FRATELLI E AMICI di Gustavo Ceroleni Menz. Speciale “Al di là del mare” (Brasile) – GEMELLAGGIO ORLEANS SANTA CATERINA – ALA di Joelma Debiasi
POESIA 1° class. – L’AMORE di Diego Baldassarre 2° class. – NO DE VOGGHIE DISCE ADDÌ (NON TI VOGLIO DIRE ADDIO) di Emanuele Zambetta 3° class. ex aequo – AMICI di Christian Gerardini, IL BACIO DI MIA di Maria Pia Casamassa Finalisti pubblicati in antologia: CARA AMICA, SCRIVO PER TE di Raffaella Marolda, L’OSS VECC di Ornella Olfi, VORREI PRENDERE IL TRENO di Flavio Provini, HO ROTTO GLI ARGINI di Maria Rosaria Ricci, AMICIZIA COME PRIMAVERA di Alessio Romanini, CUSTODI DI UN TEMPO CHE FU di Andrea Figari, COME RACCONTARLO AL MIO AMICO di Luigi Belviso, IL MEGLIO DI NOI di Erica Bellotti, IL MIO AMICO POETA di Bruno Centomo, AL TUO RISVEGLIO di Girma Mancini Menzioni speciali: Menz. Speciale “Sensibilità” – AMICO di Silvana Valente Menz. Speciale “Forza dell’immagine” – AUTUNNO di Giuseppe Salvatore Menz. Speciale “Lotta all’indifferenza” – PUZZLE di Giacomo Carbonara
Menz. Speciale “Al di là del mare” (Canada) – ORFANO DI LUCE E SOLE di Lilla Omobono Menz. Speciale “Un giorno di sole – Lab. Sociale Pozza di Fassa” – UN’AMICIZIA di Germana Pederiva RACCONTO 1° class. – NOTTI DI VIOLINO di Cristina Biolcati 2° class. – LA BEVUTA di Luca Bettega 3° class. – ZUPPA di VETRO di Sara Galeotti Finalisti pubblicati in antologia: GRAZIE AMICA MIA di Stella Diluiso, MINO E GIAN di Fabio Fiorini, AMICIZIA di Francesco Brusò, MARTEDI’ SERA IN ASCENSORE di Giovanna Piccinelli, SANDRO di Lia Giovanazzi Beltrami, STRANI RICORDI di Amina Salah Chabel, AMICA DOTTORESSA di Renata Di Sano, LA FOTOGRAFIA di Carla Casetti, LA TELEFONATA di Roberto Gasperotti, MIA DIANA di Giuliana Arpini Menzioni speciali: Menz. Speciale “Testimonianza” - #IOSTOCONSOFIA di Alice Zuliani MINORI E SCUOLE Premio unico – 1° classificato IL RAGAZZO CHE GLITTERAVA LE STELLLE di Sofia Pergher Finalisti pubblicati in antologia: L’AMICIZIA CON LE FATE di Gaia Bettega, AMICI di Viola Bettega, ALLA RICERCA DELLA FELICITA’ di Daniel Dalla Torre (lav. di gruppo), IERI, OGGI E DOMANI di Ist. Tecnico Giannone-Masi Foggia con prof.ssa Iorio, A TE AMICA MIA di Martina Scopece, IL POTERE DEL SILENZIO di Sara Soini
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Abbonamento annuale (6 numeri) Proprietà: Associazione Prodigio Odv Indirizzo: via A. Gramsci 46/A, 38121 Trento Telefono: 0461.925161 Fax: 0461.1590437 Sito Internet: www.prodigio.it E-mail: associazione@prodigio.it Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 Spedizione in abbonamento postale Gruppo 70% Stampa: Publistampa (Pergine Valsugana). Direttore responsabile: Francesco Genitoni. Redazione: Luciana Bertoldi, Giulio Thiella, Lorenzo Pupi, Martina Dei Cas, Ivan Ferigo, Elisa Giarolli, Noemi Manfrini, Carolina Espinoza Lagunas. Hanno collaborato: Alessia Vinante, Giacomo Carbonara, Samuel Maranelli.
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INNOVAZIONE SOCIALE
Giugno 2021 - n.3
PROGETTO “MAI SOLI”
a cura di Elisa Giarolli
Un nuovo modo per erogare servizi da remoto
L’emergenza Covid-19 ha radicalmente mutato la vita quotidiana delle persone, evidenziando importanti criticità negli approcci di cura tradizionali, tra cui la carenza di una rete di servizi in grado di raggiungere i cittadini in maniera accurata e l’assenza di strumenti che assicurino la continuità assistenziale in un contesto simile. Ciò può comportare inevitabilmente importanti ricadute sullo stato di salute della popolazione, in particolare per pazienti con patologie croniche o di “bassa priorità”. Il contesto attuale richiede, quindi, lo sviluppo di strategie che permettano la continuità nell’erogazione degli interventi e l’alta aderenza dei partecipanti. L’aiuto da remoto rappresenta una possibile soluzione adattabile ad un ampio ventaglio di persone, per le quali è necessario però sviluppare percorsi di intervento specifici, sulla base delle caratteristiche della patologia. “MaiSoli” intende realizzare una piattaforma inclusiva online, rivolta sia a persone con disabilità cronica che ai loro familiari, offrendo servizi assistenziali per il supporto da remoto. Il tutto basato su una Rete di dialogo tra Organizzazioni, Professionisti specializzati (psicologo, logopedista, terapista occupazionale) ed Utenti. L’idea del progetto è nata durante la pandemia, dove si è verificata la necessità di servizi da remoto per supportare le persone con patologia cronica. La collaborazione è nata, quindi, da un’esigenza comune di riprogettare i servizi di assistenza, al fine di assicurarne la continuità. La realizzazione di “Mai Soli” permetterà alle singole organizzazioni di usufruire di un nuovo strumento, costruito sulla base delle loro esigenze e conoscenze. Lo sviluppo di tale piattaforma permetterà ad ogni associazione di offrire ai propri fruitori un servizio ottimizzato, facilitando il contatto con i propri professionisti di riferimento. Il progetto presenta due fasi, la prima fase di Progettazione che sta svolgendo al termine, in cui i professionisti e le Organizzazioni hanno collaborato alla progettazione del servizio di cura, otti-
mizzando la piattaforma alle diverse esigenze dei beneficiari coinvolti. Grazie a questa collaborazione si è riusciti a sviluppare uno strumento che può rispondere alle varie esigenze degli utenti coinvolti. La seconda fase è la fase di Prototipazione, in cui gli utenti e i professionisti testeranno la piattaforma e verificheranno l’usabilità del prodotto realizzato. Infine, in questa fase di prototipazione si andrà inoltre a valutare l’affidabilità di alcuni interventi effettuati online, in confronto ad interventi in presenza. Questo progetto rappresenta il primo passo verso la riprogettazione dei servizi di assistenza e di comunità per le persone con disabilità cronica. Potenzialmente potrà essere usata sia dagli utenti che dai familiari. Andiamo ad analizzare meglio queste due categorie.
Covid-19, dove si è richiesta la necessità di servizi da remoto per supportare le persone con patologia cronica. La collaborazione è nata quindi da un’esigenza comune di riprogettare i servizi di assistenza e comunità al fine di assicurarne la continuità. La realizzazione del progetto permetterà alle singole organizzazioni di usufruire di un nuovo
strumento, che sarà costruito sulla base delle loro esigenze e conoscenze. Lo sviluppo di tale piattaforma permetterà in futuro ad ogni associazione di offrire ai propri utenti un servizio ottimizzato per facilitare il contatto con i propri professionisti di riferimento.
Gli utenti Il progetto è indirizzato alle persone con patologie croniche che possano beneficiare di un servizio socio-assistenziale da remoto, in quanto impossibilitati ad accedere ai servizi in presenza (sia per dislocazione geografica che per difficoltà cognitiva/motoria). Nella fase di Prototipazione gli utenti saranno solamente persone con patologia di Parkinson e Alzheimer. I familiari Essi hanno un ruolo chiave nel supporto pratico e psicologico alle persone con patologie croniche. Tuttavia, con il prolungarsi della patologia, sono particolarmente esposti allo stress, con conseguenze significative sulla salute, sulla vita sociale e sullo status finanziario. Per tale motivo la piattaforma vuole rappresentare uno strumento online per il supporto psicologico ed emotivo del “caregiver”, il quale avrà accesso ai servizi offerti dai Professionisti e dalle Associazioni. In conclusione, vorremmo rimarcare di come l’idea del progetto sia nata durante la pandemia di
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Giugno 2021 - n.3
STORIE CHE ISPIRANO
STEARADIODJ
a cura di Martina Dei Cas
Da Brescia al mondo la radiofrequenza per l’inclusione sociale di Stefano Pietta Speaker radiofonico, webmaster, giornalista pubblicista e volontario della Croce Rossa. Sono queste le attività e la passioni che Stefano Pietta – 37 anni di Manerbio (Brescia) – porta avanti ogni giorno da quello che lui stesso definisce scherzosamente «un trono» molto speciale, la carrozzina, sua fedele compagna di viaggio fin dalla nascita a causa della tetraplegia spastica. «Per via della mia disabilità – spiega – mi serve assistenza continuativa h 24, faccio fatica a tenere la penna in mano o a mangiare un panino, ma grazie all’aiuto dei miei genitori e al supporto del computer, vivo la mia vita appieno e la amo. La mia condizione non è un limite, ma un nuovo punto di partenza, per mettermi sempre in gioco». E leggendo questa intervista, capirete in quanti modi! Stefano, raccontaci qualcosa in più di te, che cosa hai studiato e che lavoro fai. Ho frequentato normalmente tutte le scuole dell’obbligo e nel 2003 mi sono diplomato tecnico della gestione aziendale. Poi ho seguito un corso di alta formazione per diventare webmaster e oggi mi occupo dell’inserimento dati per una fonderia di acciai speciali, nella modalità del telelavoro. Nel 2013 hai fondato una tua emittente radiofonica web, «Steradiodj». Come è nata l’idea e come funziona? «Stearadiodj» è nata per hobby, con tre grandi obiettivi: far conoscere il mondo della disabilità, di cui purtroppo si parla poco, fare nuove amicizie e infine partecipare a incontri, eventi e manifestazioni. La gestisco da solo, comodamente da casa, alternando dirette in cui commento le notizie del momento, musica, interviste e varie rubriche, condotte in collaborazione con amici e amiche giornalisti e del settore. E poi ovviamente c’è qualche
Il 26 maggio 2021, l’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha nominato Stefano giornalista pubblicista ad honorem. In foto, la consegna del tesserino spazio in programmazione automatica, che permette alla radio di andare in onda ventiquattro ore su ventiquattro, anche di notte. Ci hai parlato degli obiettivi che ti hanno portato a lanciare la webradio. Quali sono invece quelli per il futuro? Tantissimi! Offrire un servizio sempre migliore. Trovare notizie fresche e ospiti curiosi. Tu, oltre che speaker, sei anche giornalista pubblicista ad honorem… Sì, una testata online bresciana ha segnalato il mio canale all’Ordine dei giornalisti della Lombardia che, il 2 ottobre 2020, ha scelto di nominarmi giornalista pubblicista ad honorem per il mio impegno nella divulgazione di messaggi sociali spesso dimenticati. Siccome però eravamo in piena pandemia, ho dovuto aspettare fino al 26 maggio 2021 per andare a ritirare il tesserino. Era una cosa che desideravo da tempo, una grande soddisfazione e un’emozione senza uguali. Oltre a scombinarti il ritiro del tesserino, come ha inciso il Covid sulla tua routine? Non molto. Già prima, tra telelavoro e radio, stavo spesso in casa. Ciò che più mi è dispiaciuto nell’ultimo anno è stato non poter frequentare la sede del Comitato Croce Rossa di Brescia e non poter andare a conferenze e incontri. Dall’altra parte, però, grazie alla radio ho potuto tenere compagnia a tanta gente, visto che essendo costretti a stare dentro, si era più facilmente connessi online. Parliamo di accessibilità e disabilità. Che cosa è cambiato in questi anni in Italia e quanta strada c’è ancora da fare? In questi anni è cambiato parecchio. Tante cose sono migliorate, ma tante altre restano ancora da fare per rendere la vita di una persona con disabilità più facile possibile. Penso che il punto su cui bisogna lavorare – e anche il più laborioso – siano le barriere mentali. E credo che anche noi disabili in questo ambito dovremmo aiutare i normodotati, per esempio facendo loro capire che con noi si può discutere, intavolare un discorso, insomma, approcciarsi in modo «normale».
Stefano Pietta, in arte «Steradiodj», nel 2013 ha fondato una webradio per parlare di disabilità e inclusione sociale
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Una delle interviste più amate da Pietta, l’incontro con Luciano Ligabue quello con Alex Zanardi, che ho avuto modo di intervistare di persona qualche anno fa dopo una gara. Lui è un guru della disabilità e la sua forza è un ricordo che porterò sempre con me, sperando che possa rimettersi presto. E il personaggio che sogni di intervistare? Vorrei approfondire la conoscenza con Luciano Ligabue. Per ora ha cantato un veloce jingle in radio, ma vorrei proprio intervistarlo. E poi l’attrice Serena Rossi e il conduttore Carlo Conti. Hai un motto? Se sì, quale? A dire il vero ne ho tanti. Tutte le mattine, quando mi alzo, mi dico «guarda che bel ragazzo che sono». Poi ancora «vivo la vita, adoro la vita» e « non mollare mai, qualsiasi sia la difficoltà» . A chi ci sta leggendo, consiglio: cercate sempre un obiettivo che vi faccia dimenticare e superare i momenti no. E se avete una bella storia da raccontare o una rubrica da proporre, non esitate a contattarmi. Vi aspetto su «Steradiodj»!
Grazie alla tua radio, sei entrato in contatto con molti vip. Chi ricordi con più affetto? Sicuramente Luciano Ligabue, di cui sono un grande fan, ma anche Francesco De Gregori e Malika Ayane. Un altro incontro bellissimo è stato
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SALUTE
Giugno 2021 - n.3
LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: GLI EFFETTI NEGATIVI DELLA PANDEMIA
viene data in sposa e non prosegue più il percorso scolastico, annullando ogni possibilità di sviluppo come persona”. Mutilazioni aumentate durante il lockdown Nel 2020, purtroppo, il confinamento a casa, come misura di contrasto alla diffusione del Covid-19, ha
portato ad aumentare di 1,4 milioni il numero delle bambine vittime. L’effetto collaterale della pandemia ha portato alla chiusura delle scuole, all'isolamento domiciliare, oltre che all'aumento dei matrimoni forzati al di sotto dei 16 anni. Inoltre, di fronte alla crisi economica, chi in passato effettuava escissioni ha visto l'opportunità di tornare a praticarle per procurarsi del denaro. “Il Covid ha costretto le persone a stare a casa”, aggiunge la responsabile di Amref”, e quindi ha facilitato il proseguire di questa pratica e, come se non bastasse, c’è stato un blocco dei programmi di prevenzione. Quello che serve nella lotta alle mutilazioni genitali femminili sono finanziamenti, sensibilizzazione, consapevolezza del fenomeno e, soprattutto, operare con le comunità”.
genitali femminili sono spesso difficili da rilevare. Spesso le donne che hanno subito una mutilazione non lo dichiarano spontaneamente per vergogna, per paura di sentirsi giudicate o perché non ritengono rilevante parlarne, in quanto ritenuta una pratica normale nel loro Paese”, spiega Alice Sorz, ostetrica-ginecologa dell’IRCCS Burlo Garofolo. Questa violenza, infatti, nei Paesi dove viene attuata, viene vista come un rito di passaggio che permette di entrare a far parte della comunità. Ci sono, inoltre, false credenze: si pensa che il clitoride possa crescere a dismisura rendendo la donna incline al tradimento, o che gli organi genitali ‘aperti’ siano sinonimo di sporcizia, mentre quelli cuciti sono visti come puliti e attraenti.
Il fronte internazionale e quello italiano Circa 200 milioni di donne convivono al giorno d’oggi con una mutilazione genitale. Anche in Italia sono presenti circa 70.000 donne che hanno subito questa pratica nel loro Paese d’origine. “Le mutilazioni
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Un problema universale Anche se sono praticate principalmente in 30 Paesi di Africa e Medio Oriente, le mutilazioni genitali femminili rappresentano un problema per il mondo intero, perché persistono anche in alcuni Stati dell'Asia e dell'America Latina, nonché tra alcune popolazioni che vivono in Europa occidentale, Nord America, Australia e Nuova Zelanda. Abolirle è uno degli ‘Obiettivi di sviluppo sostenibile’ dell’Onu per il 2030. “Le ragioni per cui queste mutilazioni vengono inflitte a moltissime bambine, donne e ragazze sono tante e molto diverse a seconda delle zone in cui vengono praticate”, spiega Paola Magni, responsabile dei programmi di contrasto alle mutilazioni genitali femminili per AMREF, organizzazione sanitaria presente in 35 Paesi dell’Africa a sud del Sahara. “Nelle zone in cui operiamo, sono dei processi identitari, che fanno parte della cultura di queste comunità e in qualche modo rappresentano il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Molto spesso questo comporta il matrimonio precoce, perché dopo aver subito la mutilazione, la ragazza
a cura di Noemi Manfrini
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PAGINA DI PUBBLICA UTILITÀ
“MI VAGO A FARME EL VACCINO!” É una frase che è diventata un tormentone e persino una canzone sul canale Youtube, pronunciata da Nonna Nunzia (personaggio ideato dal comico trentino Mario Cagol, in foto) per ricordare a grandi e piccoli l'importanza di vaccinarsi. La Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con Nonna Nunzia, ha ideato una piccola campagna vaccinale, attraverso un breve spot divertente, dal titolo “Nonna Nunzia e il vaccino anti-Covid”, che si può vedere sulla pagina Facebook della Provincia.
Verifica se rientri nelle classi anagrafiche abilitate e prenota la tua vaccinazione al CUP sul sito www.cup.apss.tn.it
Solo per le emergenze chiama il numero 112
Per informazioni di carattere tecnico/sanitario chiama il numero verde 800 867 388
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PAGINA DI PUBBLICA UTILITÀ
ESTATE 2021 IN TEMPO DI COVID-19 La Provincia Autonoma di Trento ha promosso un piano di servizi conciliativi per le famiglie durante il periodo estivo. “Un ecosistema, una filiera di servizi integrati tra loro che dà a bambini e ragazzi la possibilità di uno svago in sicurezza, nel periodo dal 1 giugno al 15 settembre 2021”. Così è stato presentato dal dirigente dell’Agenzia per la famiglia Luciano Malfer, che ha ricordato, inoltre, che “il Trentino è il primo territorio nazionale ad aver approvato le linee guida sul tema”. Un sistema flessibile, pronto ad essere modificato in base all’evoluzione del contagio e ad eventuali nuove indicazioni dell’Agenzia provinciale per i servizi sanitari.
Per maggiori informazioni visita il sito www.ufficiostampa.provincia.tn.it
Giugno 2021 - n.3
SOCIETÀ
QUEL DOLCE MISTERO CHIAMATO “UNIVERSO FEMMINILE” In noi donne abita l'universo. Siamo piccoli pianeti su cui appoggiarsi, cerchiamo sempre di far girare le cose spostandoci con grandi piroette. Siamo capaci di empatia, ascolto, supporto e abbracci. Maturando, diventiamo luce per noi e per gli altri. Nella maggior parte dei casi abbiamo appreso in famiglia l'arte di "prendersi cura" delle persone e di tenere vivo un ambiente. Spesso però il tempo scarseggia e le cose da fare sono tante: capita così che ci dimentichiamo di noi, di quello che siamo e meritiamo. Tutto ad un tratto diveniamo vuote e smettiamo di portare i nostri talenti nel mondo. Se siamo fortunate, un evento o qualcuno a noi vicino ci mette in guardia spingendoci a non mancarci di rispetto ed attenzione. Sì, perché qual è quell'ingrediente magico che ci permette di gestire tutto con forza senza vacillare? Quello che spesso si trova in fondo al cassetto ed ha bisogno di una spolverata... L'amore per noi stesse e per la vita che possiamo vivere e donare! Ma dove lo troviamo questo amore se i cassetti sono chiusi e le chiavi perse? Iniziando a conoscerci davvero se non lo abbiamo già fatto, per individuare la nostra vera iden-
tità. Infatti solo quando sappiamo chi siamo, cosa preferiamo, di cosa abbiamo bisogno e di cosa siamo capaci, siamo in grado di accettarci e valorizzarci, errori e difetti compresi. Occorre un percorso di crescita personale per liberarci del passato o dei carichi derivanti dalle aspettative altrui o da condizionamenti familiari. Dobbiamo trovare il coraggio di dire basta alla stanchezza, pronunciando un grande "Sì" alla vita nella sua semplicità: siamo vive e siamo abbastanza nel qui ed ora. Quando ne sentiamo la necessità, possiamo riposarci in noi stesse allo stesso modo in cui ci rendiamo comode per gli altri. Possiamo riconoscerci da sole eliminando il bisogno di approvazione e viverci con autenticità: sarà il potere
femminile a sancire la nostra insostituibile bellezza e unicità. A mio parere la chiave perduta sta nell'essere compassionevoli verso l'essere sfaccettato e meraviglioso che siamo ed impegnarci per creare una vita armonica in cui poterci apprezzare e presentare con gratitudine ed eleganza anche laddove sappiamo di non essere perfette. A seguire una poesia che mi ha toccato il cuore a questo proposito, trovando nel "perdono" la soluzione a quelle nostre ombre di cui ci siamo accorte e che fatichiamo tanto per tenere nascoste, ma che in realtà sono da prendere come indicatori della luce che ci abita quando diveniamo donne indipendenti e consapevoli di noi stesse.
SUPPORTO TECNOLOGICO AL POSTO DI QUELLO CANINO?
a cura di Alessia Vinante
"Ho pena delle stelle che brillano da tanto tempo, da tanto tempo… Ho pena delle stelle. Non ci sarà una stanchezza delle cose, di tutte le cose, come delle gambe o di un braccio? Una stanchezza di esistere, di essere, solo di essere, l’esser triste lume o un sorriso… Non ci sarà dunque, per le cose che sono, non la morte, bensì un’altra specie di fine, o una grande ragione: qualcosa così, come un perdono?" Fernando Pessoa 10.12.1928 (Traduzione di Antonio Tabucchi) da “Poesie di Fernando Pessoa”, Adelphi Edizioni, 2013
Chi l'ha detto che occorre sforzo costante per brillare? Impariamo a vivere e viverci come possiamo senza colpevolizzarci... e lasciamo a chi è in grado la possibilità di scorgere il nostro immenso valore.
a cura di Noemi Manfrini
Uno zaino permetterà ai ciechi di camminare senza cane guida I ricercatori dell’Università della Georgia hanno sviluppato un prototipo di sistema d’intelligenza artificiale, indossabile sotto forma di uno zaino ad attivazione vocale, che consente alle persone con problemi di vista di navigare nel mondo che li circonda senza un cane guida, riuscendo comunque a sapere dove sono ed evitare gli ostacoli. Questo sistema rivoluzionario è incorporato all’interno di uno zaino e collegato a diversi sensori in un giubbotto. Le notifiche audio, sull’ambiente circostante, vengono trasmesse agli utenti ipovedenti tramite un auricolare Bluetooth.
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Jagadish K. Mahendran, un ingegnere di computer vision / intelligenza artificiale, è la persona dietro la creazione di questo dispositivo innovativo. Il sistema di visione dello zaino utilizza un algoritmo informatico per identificare gli oggetti in un ambiente reale. Il dispositivo, in pratica, dice a chi lo indossa se, ad esempio, c’è un passaggio pedonale, o un segnale di stop per l’attraversamento. Oppure lo stesso strumento potrà indicare al non vedente la distanza di un marciapiede sino ad alcuni metri. Mahendran ha detto che il suo team era motivato dal lavoro precedente sulla visione robotica. “L’anno
scorso, quando ho incontrato un amico ipovedente, sono rimasto colpito dall’ironia del fatto che, mentre insegnavo ai robot a vedere, c’erano molte persone cieche che avevano bisogno di aiuto”, ha affermato. La tecnologia alla base del sistema di visione è un chip di elaborazione Intel high-tech superiore ad altri programmi di assistenza visiva sinora creati. L’ingegnere ha confermato che il rapido progresso della tecnologia ha ridotto il peso del prototipo, rendendolo semplice e indossabile per chiunque abbia problemi di vista. Sino a poco tempo fa, le cinque unità di elaborazione grafica necessarie a far funzionare il sistema sarebbero pesate troppo, mentre ora ognuna pesa poco più di cento grammi,
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permettendo di contenere tutto in uno zaino dal peso limitato. Inoltre il sistema neurale, che integra i vari elaboratori, ha permesso di ottenere un sistema funzionante, ma relativamente semplice. Il tutto in un oggetto che non sembra neanche legato all’inabilità. In questo modo i cani sarebbero sollevati dal loro incarico di accompagnare i non vedenti. Ma sarà davvero un sistema efficace ed efficiente, o rimarranno maggiormente affidabili i nostri amici a quattro zampe? A voi le riflessioni…
CULTURA
LA RINASCITA NELLA STANZA BLU
Giugno 2021 - n.3 di Giacomo Carbonara
In vista dei Giochi olimpici di Tokyo, condividiamo questa bella poesia Serve sbugiardare tutti i venti contrari. Tifone nel cielo. Aiutami dalle invasioni che mi tolgono il respiro. Oro che luccica. Cola e ripara il nervo scoperto. Fiore di loto. Per lo stagno non è poco. Namazu ordina il fuoco. Dalla terra un terremoto. Lungo come la sua coda. A chi devo dire grazie? Orchidea che dalla terra nasce. Quando c’è la bellezza nulla è finito. E dentro te trovo la pace in mezzo alla confusione. Dentro questa commedia chiamata bellezza esteriore. A chi devo dire grazie? Quando a vincere è sempre il più forte. Ma tutti questi uomini, così per modo di dire. Non si accorgono che spingono i deboli alla morte? Alcuni angeli sono fatti di carne ed ossa. Per risponder ai bravi poeti. E agli animi inquieti. E a questo vento che riempie le stanze. Tu mi conosci ed entri in un istante. Sole rosso, il mare si svuota. I pesci muoiono, non si nuota. La differenza si nota. E all’orizzonte la morte corre, sempre più al cielo devota. In questa stanza blu cade per terra un vaso. Nel ripararlo bisogna prima capire dove vanno i singoli pezzi. È per questo che Dio ci ha fatti diversi. Un laser produce musica. Musica, come il ghiaccio che protegge le mele. Si avvicinano e si mischiano le Fuji alle nostrane. Quattro mani per riparare un vaso. Ci siamo quasi. La corda non si spezza, nulla è qui per caso. Scocca l’ora dei Sakura. La freccia vola e va via la paura. La rinascita dall’orchidea che muore. Il vento soffia forte. Il vento del Giappone.
LA PRIGIONE DELL’IMPOSSIBILE di Luca Mazzone e Nazareno Notarini
a cura di Samuel Maranelli
Quante volte usiamo la parola impossibile? Vi assicuro che la usiamo quasi sempre in modo sbagliato. Il grande Erri de Luca scrive: "Impossibile è la definizione di un avvenimento fino al minuto prima che accada". Perché poi accade veramente. Ne “La Prigione dell'Impossibile”, Nazareno Notarini analizza approfonditamente il significato della parola, come affrontarla e come utilizzarla sempre meglio. È un libro scorrevolissimo che apre delle porticine dentro di noi mentre lo leggiamo. Più volte staccando gli occhi dalle pagine mi sono detto: è vero, è proprio così! Confermando ancora una volta che noi abbiamo tutto dentro, bisogna solo riscoprirlo. L'impostazione saggistica si intreccia con l'esperienziale, grazie al contributo di Luca Mazzone, atleta paralimpico pluripremiato, esaltandone l'umanità. La sfida all'impossibile non si combatte, ma si abbraccia. Solo capendo chi è il vero nemico si esce dalla gabbia che ci siamo costruiti per difenderci ma al contempo ci immobilizza. Un libro che non ha confermato le mie aspettative: era molto meglio! Da leggere.
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Giugno 2021 - n.3
CULTURA
NUDA ERRANTE NELLA REALTÀ DELLO SPECCHIO ROTTO
a cura di Ivan Ferigo
Intervista a Sara Trevisan Sara Trevisan ha 29 anni, è nata ad Asolo e cresciuta tra Feltre e Belluno, spostandosi poi per studio tra Trento e Padova. Ha studiato filosofia e psicologia, discipline che mettono al centro l’essere umano. Formatrice in marketing e comunicazione, al tempo stesso è attratta da tutto ciò che è espressione creativa: scrive, disegna, dipinge. Tutti questi fili, tessuti insieme, l’hanno condotta a comporre e pubblicare Nuda errante, il suo primo romanzo. Il tuo percorso di vita ti ha portato alla creazione di Nuda Errante. L’ho scritto nella sua forma grezza tra i 20 e i 22 anni. Il nocciolo del capitolo “Il monologo del pazzo” risale addirittura alle medie. Due anni fa ho incontrato la casa editrice Argentodorato, l’ho proposto e da lì è iniziato l’editing vero e proprio. Il libro è strutturato in capitoli tematizzati, collocati all’interno di una cornice narrativa che li unifica, ma che possono essere letti anche separatamente. Nuda errante non è il titolo originale. Il primo titolo era La realtà dello specchio rotto, che rimarrà come ambientazione di questo e altri testi. Il romanzo parla del viaggio di Layla e del suo gatto parlante Morgan, che partono per esplorare un mondo simile al nostro ma immaginario, al quale si lega un secondo livello di esistenza, esperibile solo da alcune persone. In esso esistono realmente le manifestazioni della paura della morte, del giudizio degli altri, della solitudine, insieme ai valori etici e ai sentimenti. Nel suo percorso di formazione, Layla dialoga con queste manifestazioni e riuscirà a capire come mai è partita dalla sua città, quali sono le sue paure, come affrontarle.
Sara Trevisan
Che significato dai alla realtà dello specchio rotto? L’essere umano ha inventato lo specchio per vedersi. Ma, dato che la sua immagine non gli piaceva, l’ha rotto, così lo specchio ha cominciato a riflettere una realtà distorta. Una realtà che l’essere umano ha scambiato per quella vera. Fuor di metafora, la realtà dello specchio rotto nasce dall’incapacità dell’essere umano di accettare la vera realtà. L’uomo si fa una rappresentazione distorta della realtà, inizia a viverla in maniera alterata ed ansiosa, e questo genera in lui la paura. Spiegaci adesso il titolo definitivo. È un titolo dalla duplice lettura. Layla è effettivamente nuda, come si può intuire dalla copertina. È nuda perché decide di non portare vestiti, vuole essere autentica con se stessa, e perché priva di difese. Anche “errante” ha un doppio significato. Layla erra perché viaggia, e perché sbaglia. Che messaggi vuoi lanciare con Nuda errante? Prima di tutto, che la sofferenza non va affrontata anestetizzandosi, che è quello che spesso e volentieri si fa. L’uomo è un sinolo di mente e cuore, e ci vogliono tutti e due. Il secondo messaggio è che la paura non nasce per limitarci, ma è funzionale alla nostra vita: è lì per darci un allarme, non deve diventare il problema in sé. È lì non per essere evitata, ma ascoltata. A chi è diretto questo libro? A qualsiasi persona abbia la volontà di cimentarsi con determinati concetti e fare un viaggio introspettivo. Layla parla con le paure, quindi può toccare molto da vicino. Per promuovere il tuo libro ti stai rivolgendo a Casa Tua 2 a Belluno e all’A.M.A. e al circolo
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“L’Allergia” a Trento. Da cosa nascono questi collegamenti? Nel primo caso, volevo fare qualcosa di utile per la comunità. In una situazione emergenziale come questa, mi sono domandata cosa avrei potuto fare concretamente per sostenere il mio territorio. Ho pensato ad una raccolta fondi per Casa Tua 2, che si occupa di accompagnare le persone con gravi patologie verso il fine vita, perché conoscevo già il contesto. Ho potuto vedere quanto questa struttura faccia la differenza per le persone che ospita. Per ogni copia venduta, 2 euro verranno devoluti a Casa Tua 2. Ho pensato all’A.M.A. per il discorso dei ragazzi hikikomori. Mi stanno molto a cuore perché trovo delle grandi similitudini tra Layla e loro. In particolare, Layla ha una paura che però affronta di petto. Lei decide di prendere e partire, anche se
contatti con gli esseri umani non ne ha mai. Layla non ha quattro mura che la chiudono in camera, però di fatto è una outsider, un’estranea nei confronti del mondo. È nata e cresciuta in un contesto familiare terrificante, non si è sentita amata, ha generato in questo ambito le sue due grandi paure. Penso che il mio libro possa dare un contributo alle persone che vivono questa situazione, perché Layla attraverso il suo percorso mostra un modo per uscirne. Domande e risposte che possono interessare i genitori che devono gestire un figlio hikikomori, oppure far vedere ad un ragazzo che ci sono valide risposte alternative a quelle che lui si dà. Mi sto poi appoggiando al circolo culturale “L’Allergia” di Ravina - Romagnano. Per ogni copia venduta, 3 euro verranno destinati al sostegno del progetto “Madagascar, un insegnante per tutti”. I soldi verranno utilizzati per dare gli stipendi ad insegnanti attivi nella regione della Bemaha. Il circolo, negli anni, grazie al lavoro del missionario padre Lanfranco e di tante persone, è riuscito a tirar su delle scuole e promuovere l’istruzione, trovando gli insegnanti per dare istruzione a ragazzi di ogni età, dalle elementari alle superiori, scartandoli al lavoro dei campi. La raccolta fondi andrà avanti per parecchi mesi. Qualche anno fa ho vissuto un’esperienza in Madagascar, e da allora sono rimasta molto sensibile al tema del diritto all’istruzione, che in Africa spesso viene negato. Dove si può acquistare il romanzo? Si può trovare su piattaforme online come IBS e Amazon, o ancora nello store di Argentodorato Editore. Oppure, attraverso il codice ISBN, è ordinabile da tutte le librerie sul territorio nazionale.
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SPORT
LUCA MAZZONE, CAMPIONE NELLO SPORT E CAMPIONE NELLA VITA
Giugno 2021 - n.3 a cura di Samuel Maranelli
Due chiacchiere con l’atleta paralimpico che parteciperà a Tokyo 2021 Parliamo subito del libro “La Prigione dell'Impossibile”, come nasce la collaborazione con Nazareno Notarini? Durante la ricerca di sponsor, dovendomi far carico di tutte le spese legate allo sport dell'Handbike (non sono INAIL!), un amico comune me lo ha presentato. Nazareno è un Mental Coach e dopo aver ascoltato la mia storia ha capito la profondità del mio vissuto. Mi ha invitato semplicemente a raccontarlo: la scarsità delle occasioni che ci sono al Sud, la fatica nel raggiungere gli obiettivi e la mia caparbietà e tenacia nel provare a impadronirmi della mia nuova vita. Da qui è nato questo progetto. Cosa vuol dire per te la parola “impossibile”? La parola impossibile viene troppo spesso usata come una scusa. Una cosa realmente impossibile per il genere umano è stare dieci ore sotto acqua senza ossigeno! Le persone trasformano questa parola in una gabbia per proteggersi, quindi allo stesso tempo come autodifesa ma anche privandosi del vivere. Avendolo vissuto in prima persona, posso parlare della lesione midollare, ed in specifico quella cervicale come la mia. Il mondo inizialmente ti casca addosso e questo può sfociare in pensieri che ti mostrano le cose come impossibili. Ma è il primo passo, quello di “provare a fare”, che ti rimette in gioco e nasconde la parola “impossibile”. Serve tanta voglia di crederci, voglia di vivere per trasformare la depressione e la rabbia in quel primo passo. Il “tuo” impossibile? Avrei voluto tanto tornare a giocare al pallone. Poco prima dell'incidente avevo acquistato le scarpette che ho conservato per molti anni. Però la vita aveva in serbo per me altri piani! Le soddisfazioni delle medaglie di Campione del Mondo, ricordo con grande orgoglio il mio record nei 200, 100 e 50 stile libero battendo quello precedente di Luca Pancalli, per me un Ispiratore. Grazie a questa nuova vita ho girato il Mondo, ho capito cos'era la fatica, ed è anche il motivo per cui ora parlo con te. A proposito di girare il Mondo, tu andrai alle Paralimpiadi di Tokyo 2021. Come hai vissuto il rinvio? Sembra scontato, ma ci sono rimasto male. Dopo la fatica del periodo invernale, come un lavoratore che si impegna per sei mesi e non viene retribuito. Pensando che nel 2019 ho vinto la cronometro per solo 1 secondo e 20 decimi: quella è la mia gara, quella per la quale mi preparo mag-
performance e non sui pericoli della strada. Io preferisco però, quando c'è il sole, uscire: sentire le variazioni del vento, le imperfezioni dell'asfalto, per le nostre gare è essenziale. Vuoi ringraziare/salutare qualcuno? Ringrazio il Circolo Canottieri Aniene che mi sostiene dal 2012, Amici che mi supportano, Barile Flowers, Triride, Nazareno Notarini e la sua Brain Refresh Lab, mia moglie che sopporta da tanti anni il fatto che spesso sto più con la bici che con lei. Dietro le medaglie , i palmares, il curriculum, ci sono tanti sacrifici personali, alimentari, fisici, economici, che a volte le persone danno per scontati. Nel 2017 ritirai il premio come miglior Paraciclista Mondiale, frutto delle mie scelte, della mia preparazione, dell'essere calmo, di aver vissuto molte esperienze e molti sport (nuoto, ping pong, palestra, biliardo, quod, calcio). Tutto ha forgiato il me di oggi.
giormente e sono fisicamente più predisposto; ne consegue che i giovani avversari si stanno facendo avanti. Un anno di attesa è un anno che si aggiunge ai miei non pochissimi. Questo sport è una lotta con la fatica, contro te stesso, gli anni che avanzano, il metabolismo rallenta, sommato al contraccolpo subito con quello che è successo ad Alex Zanardi ed al ritiro di Vittorio Podestà. Dei tre tenori, è una botta psicologica essere rimasto da solo. Ma “The show must go on”! Andare avanti fino in fondo. Conoscendo quello che hai fatto, posso dire che sei tutt'ora il più forte atleta MH2 al Mondo?
Da atleta partecipante a Tokyo con il Palmares più ricco di tutto il paraciclismo mondiale ci sono molte aspettative. Ma io vado sempre da neofita, pensando “questa è la mia prima gara” e non mi fa paura. Grazie ai molti anni di allenamenti adatti il tuo corpo, le tue braccia a fare quel movimento, quello sforzo per il quale non sono congegnate. Devi abituarti mentalmente soprattutto. Tutto sta nella nostra testa.
Ti ringrazio veramente. Per me è stato un onore chiacchierare con un campione assoluto come te! Buoni allenamenti e buona preparazione. Grazie a te!
@Luca-Mazzone
Come ha vissuto il lockdown un campione paralimpico? Allenandosi tutti i giorni. Col ciclomulino quando non si può uscire, concentrandosi solo sulla
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Dicembre 2020 - n.6
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