pro.di.gio.
Bimestrale di informazione dell’associazione prodigio onlus sul mondo del disagio e dell’handicap Numero IV - agosto 2011 - anno XII - lXVII numero pubblicato
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progetto di giornale
Kosmic Kolor
35 anni di Appm
Dopo un incidente si inventa un nuovo lavoro nel campo della grafica
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al 1 all’11 aprile scorso, l’associazione dilettantistico-sportiva e di promozione sociale NuoveRotte, ha organizzato un viaggio in barca a vela in Olanda davvero non convenzionale. L’associazione è composta tutta da giovani, prevalentemente studenti universitari di Trento e Rovereto. Nel progetto è stata coinvolta anche l’associazione Homerus, con dei rappresentanti d’eccezione! Tre velisti d’esperienza ipovedenti e non vedenti. Ha inoltre collaborato la cooperativa sociale Archè che si occupa da anni di avvicinare il mondo dei disabili agli sport, attraverso la pratica della barca a vela. Si è creato così un gruppo molto affiatato di 13 persone, capitanate da tre giovani skipper: Adriano Prati, Luca Nover e Stefano Locci. Abbiamo intrapreso un viaggio che ci ha portati ad attraversare le vie fluviali dell’Olanda a bordo di tre imbarcazioni. La particolarità dell’ esperienza è stata la partecipazione dei tre esperti velisti di cui si accennava prima: Alessandro Malipiero, ipovedente e Paolo Gianesini e Luigi Bertanza, non vedenti. Tutti e tre appartenenti all’Ass. Homerus che ha sede a Brescia e che da anni svolge attività velica agonistica per persone con handicap visivo. Il resto dell’equipaggio era composto prevalentemente da studenti universitari di Trento e dintorni. A questa “regata” hanno partecipato anche un giovane di nove anni, alla sua prima esperienza velica, accompagnato dal padre. Ovviamente, c’ero pure io: voce narrante di questa avventura ! Siamo partiti dal capoluogo trentino in un
Intervista a Marta Bordas
Intervista a Paolo Cavagnoli dopo la presentazione del suo libro
Attività estiva inClarina
Quando la mobilità è condizione necessaria
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“Un avventuroso viaggio in Olanda in barca a vela”
Progetto: Senti il vento
soleggiato pomeriggio di primavera. In questa giornata il dolce tepore della bella stagione iniziava a farsi sentire. L’organizzazione e le spese delle trasferte sono state auto finanziate dal gruppo. Abbiamo affrontato un viaggio di tredici ore con le nostre auto, terminato il quale siamo giunti ad Heeag, piccolo polo nautico nel cuore dell’Olanda, a Nord est del mare interno. Qui abbiamo avuto la possibilità di noleggiare le nostre imbarcazioni, rigorosamente a vela! La località è stata scelta grazie al consiglio di uno dei nostri amici skipper, Stefano Locci, dalla quale è partito più volte per le sue gite in barca. La sua conoscenza del luogo e della lingua (lui ha origini olandesi) è stata fondamentale. Ordinate provviste e bagagli sotto coperta, abbiamo iniziato a prendere confidenza con quelle che, per i successivi dieci giorni, sarebbero state le nostre case e i nostri unici mezzi di trasporto. Dopo una rapida pianificazione della rotta e dei ruoli di ognuno sulla barca, abbiamo deciso di prendere confidenza tra di noi e con i natanti. Quale luogo migliore per le nostre manovre se non il bacino antistante Heeag, contornato da un dedalo di canali che
“Do ciacere en compagnia... e la mattina vola via!!”.
solcano campi tinti di verde? Dopo le prime accostate e prove tecniche, la sintonia nei vari equipaggi è nata spontaneamente. Lungo i tipici canali olandesi Come prima tappa, visto l’affiatamento e la voglia di condividere insieme la medesima esperienza, abbiamo rivolto le prue verso la cittadina di Sneek, navigando attraverso i suggestivi e tipici canali olandesi. Nei primi istanti di navigazione i tre velisti di Homerus hanno dato saggio delle loro potenzialità governando le imbarcazioni con estrema precisione ed esperienza, sempre seguiti dall’occhio vigile dei rispettivi skipper che li aiutavano a mantenere una rotta sicura. L’entusiasmo e la collaborazione di tutti hanno fatto il resto, garantendo una facile e al tempo stesso adrenalinica andatura, sia in mezzo ai canali che nel mare interno, che da lì a pochi giorni avremmo raggiunto. Il tempo a disposizione per veleggiare è letteralmente volato. Dieci giorni, purtroppo sono pochi ma le disponibilità monetarie erano ridotte. Ciò nonostante sono stati tutti davvero intensi. Il nostro ambizioso obbiettivo, una volta raggiunta Sneek, era quello di approdare al Porto di Amsterdam. Operazione non facile, visto il generoso vento che soffiava da sud. Bisognava seguire un’andatura di bolina (andando per cui controvento). Ci sono voluti ben tre giorni tra pioggia incessante e onde violente. Nei canali, a volte, il passaggio lento di gigantesche chiatte ci limitava nei movimenti e ci costringeva ad azzardate virate. Il nostro entusiasmo non ci ha mai abbandonati e ci ha permesso di trasformare le avversità in momenti unici. Non ci sono parole per descrivere il paesaggio che si apriva ai nostri occhi nel nostro lento incedere.
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Abbiamo così scoperto una natura sbalorditiva e ricca di vita. Le condizioni meteorologiche non sono state delle migliori, nonostante ciò, la voglia di farsi accarezzare dal vento e dalle onde ci ha consentito di far scorrere veloce il tempo a nostra disposizione. Il percorso ha previsto la visita, rigorosamente in barca, di suggestivi paesini olandesi, raggiungibili solo grazie ai canali che solcano i polder (tipiche verdi pianure). I paesaggi che si sono palesati ai nostri sguardi parevano usciti da una tela di Van Gogh, pittoreschi e immutevoli, nonostante l’incessante opera erosiva della natura. Quello che sorprende degli spazi sconfinati di questo Paese è l’immediato raffronto tra la determinazione dell’uomo, nell’addomesticare il territorio e le forze delle acque, che tutto subito inghiottono. Sulle onde come una grande famiglia Nel lento solcare delle onde, le forme, i suoni e le luci riflesse, assumevano una dimensione armoniosa che sembravano rispecchiare lo spirito degli equipaggi. In navigazione stavamo sempre a vista ed era come essere accompagnati tutti dalla medesima vela. I gesti quotidiani come cucinare o condividere una canzone erano compartecipati e ci sentivamo come una grande famiglia. Siamo arrivati al punto di passarci da barca a barca gli ingredienti per un buon sugo: pomodori, cipolle e quanto altro e tutto questo nelle più svariate occasioni, sia che fossimo nei canali che in mare aperto. Oltre ai bei momenti, come ogni viaggio che si rispetti, abbiamo dovuto pure subire alcune soste obbligate per risolvere piccoli problemi tecnici. Questi inconvenienti sono fisiologici delle imbarcazioni che si prendono a noleggio e noi, da buoni marinai, siamo riusciti sempre a cavarcela. Anche nel momento in cui il motore della barca di Stefano non ne voleva più sapere! La cosa più immediata che abbiamo ➽➽continua a pagina 8
sto r i e d i v i ta
Come riscoprire se stessi dopo un grave incidente
Kosmic Kolor, tutti i colori e i sogni della mia vita
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i troviamo all’interno della Kosmic Kolor il distributore italiano delle vernici particolari. Il fiore all’occhiello nelle rivendite del settore, non solo di Cuneo, ma soprattutto in Italia. Latte di vernici e colori riempiono a centinaia gli scaffali. Ci sono modellini d’auto, componenti di moto, caschi e tutto l’occorrente per la verniciatura di qualsiasi mezzo motorizzato. Le policromie composte sui modellini prova sono infinite, come possono esserlo solo le sfumature dell’arcobaleno, dell’iride, come solo una mente appassionata può concepire. La mente e la passione sono quelle di Enrico Audisio, cuneese, nell’immobilità di una lesione midollare C5. Enrico, classe 1962, ci racconta un po’ della sua vita e di come un infortunio sul lavoro nel 1980, lo ha reso tetraplegico. Soprattutto ci racconta della sua passione per le auto e i mezzi motorizzati made in USA, di come questa sua passione l’abbia fatto diventare il primo importatore e distributore italiano di colori e vernici per auto, caschi e moto. Siamo abbagliati da tutti questi colori e ci facciamo dire soprattutto cosa è Kosmic Kolor. Enrico ci dice che questo è il posto ideale per gli amanti delle verniciature custom e delle bellissime finizioni da show (show-finish), il posto più adatto per tutti quelli che vogliono ottenere i risultati migliori in un lavoro di verniciatura personalizzata e che vogliono ampliare le loro conoscenze su prodotti e tecniche che hanno reso celebri e famosi moltissimi custom painters e preparatori di auto e moto custom in tutto il mondo. “Dopo l’incidente sul lavoro - ci racconta - ho avuto, quella che in gergo medico tecnico si chiama, una fase acuta molto lunga. Sono stato trasportato in un centro ligure, quando ancora l’assistenza e le cure nell’ambito delle lesioni midollari erano all’età della pietra. Sono stato ingessato dal collo in giù e immobilizzato come una statua di gesso; mi sentivo d’essere in un cronicario e mi è rimasto un bruttissimo ricordo indelebile di quel periodo, ho ancora una sorta di repulsione verso quel posto che adesso, fortunatamente, è diventato un’eccellente centro di unità spinale.” “Dopo il naturale periodo di stordimento sono finalmente tornato a casa - continua nel suo racconto il rivenditore cuneese - dove ho continuato la mia grande passione ovvero quella per le auto americane. Prima tentai un “colpetto” - ammicca sorridendo - modificando un furgone Bedford inglese perché le linee ricordavano vagamente i Vans americani allora introvabili. Poi, anni dopo, il colpaccio, importando il primo Van Chevrolet, quando ancora questi mezzi non erano importati in Italia da nessun concessionario. Penso che quella del Van sia stata le mia prima vera sfida in quanto l’ho visto in Germania e poi ho fatto di tutto per targarlo ed omologarlo.” Enrico rileva che il mezzo Chevrolet è stato anche il suo primo sogno realizzato, perché la vita senza sogni da realizzare, è un po’ meno vita. “Nel 1988 - ricorda ancora Enrico - ho conosciuto a Milano ad un raduno di questi mezzi, un ragazzo svizzero che importava dall’America colori e vernici particolari, che nessuno in Italia conosceva, nemmeno tramite le riviste specializzate che non erano ancora diffuse. Da quell’incontro
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ha preso il via l’idea di una collaborazione e la fattibilità di realizzare un altro sogno quello di poter commercializzare in Italia questi prodotti di nicchia e, soprattutto, il poter occuparsi a tempo pieno di cose inerenti alle mie passioni. Il mio amico svizzero dopo alcuni anni mollò l’importazione diretta e tutto passò nelle mie mani. Non fu semplice perché dovetti decidere di prendere grossi rischi e l’andare incontro a sacrifici. Rischiai e passai molte notti insonni per i costi che avrei dovuto sostenere ma con il tempo ne fui ripagato.
Mentre continuiamo ad aggirarci nel suo magazzino, quasi increduli nel vedere tanti pezzi di collezionismo riguardanti auto ed accessori degli anni ‘50, Enrico ci spiega: “La mia compagnia è leader al mondo nel campo delle vernici “Custom”. Queste vernici sono la migliore soluzione per coloro che desiderano ottenere i massimi risultati per personalizzare auto, moto, camion, caschi, snowboard, tavole da surf, jet ski o per qualunque altro campo di applicazione creativa.” Ci chiediamo come Enrico riesca a conciliare questi suoi affari un po’ particolari fatti di commesse, ordinativi dall’estero, contatti con fornitori e clienti italiani ed europei e le limitazioni della sua patologia e lui ci risponde serafico che dedica molto tempo a se stesso, ai suoi bisogni primari e poi grazie all’ausilio di un portatile e di Internet riesce benissimo a gestire l’attività anche restando sdraiato a letto. “Lavoravo anche nei lunghi periodi di ospedalizzazione per le cure e complicanze della lesione midollare come la disreflessia, mentre i vicini, per esempio, facevano le parole crociate o altri passatempo. Ma è il supporto dei miei genitori che è stato fondamentale.” All’imprenditore cuneese non piace parlare di ciò che non riesce a fare, piuttosto di quello che riesce a realizzare nel suo lavoro sottolineando come, oltre ai prodotti della House of Kolor, egli sia in grado di offrire una vasta gamma di articoli per chi opera nel settore della verniciatura personalizzata, per gli studi di design,
gli artisti dell’aerografo, del pinstriping e anche per coloro che sono agli inizi e necessitano di materiale adeguato per eseguire i primi lavori artistici o di bella verniciatura. È in grado di fornire, inoltre, libri di artisti famosi dove trarre spunto dalle loro illustrazioni, libri sulla tecnica di applicazione delle vernici, dell’aerografia e del pinstriping. Una vita spesa sul lavoro, dedicata alla realizzazione di questi colori meravigliosi come lo strabiliante “Kamaleon”, un colore formato da rivoluzionari pigmenti che forniscono una particolarità eccezionale! Secondo l’angolazione
in cui si guardano queste basi cambiano radicalmente colore: dal verde al viola all’ oro all’ argento al blu. Un colore che apparirà blu visto di fronte diverrà rosso se visto con un angolo di 45°, inoltre tra i due colori si vedranno tutte le sfumature intermediarie dei colori. “No - ci racconta nostalgico - oltre al lavoro c’è stato spazio anche per il sogno di un amore e l’interesse per una ragazza conosciuta telefonicamente proprio grazie al lavoro. Lei, Maria Grazia, era (ed è) una bravissima disegnatrice, molto creativa, originale e ferrata nella grafica che aveva realizzato dei lavori fatti con i miei colori. Gli approcci telefonici diventavano sempre più frequenti e sentivamo di piacerci. Ma io piemontese affetto da una tetraplegia, lei meridionale cresciuta in seno ad una famiglia tradizionale, ci scontrammo con una realtà molto dura: il veto dei suoi genitori.” In silenzio continuiamo ad ascoltare Enrico - “Ricordo ancora il coraggio con il quale era forgiata Maria Grazia nel momento in cui abbiamo deciso di incontrarci. Il primo appuntamento fu, per così dire, a metà strada. I miei genitori mi ‘caricarono’ su un aereo a Torino e qualche volenteroso mi avrebbe ‘scaricato’ a Roma. Lei avrebbe detto ai suoi che andava a passare la giornata da un’amica che abitava a due ore d’auto. La mia ansia era alle stelle per quell’occasione, non c’era nessuno che potesse cambiarmi la cami-
cia sudata, mettere a posto il piede che penzolava svogliato dalla carrozzina... capirete uno al primo appuntamento si mette il dopobarba, si sistema il ciuffo dei capelli, io non potevo neppure asciugarmi il sudore che mi gocciolava dalla fronte... ma a dispetto di ciò è stato bellissimo! In seguito Lei venne anche a trovarmi in Piemonte, qui nella mia casa di Cuneo, ma il nostro amore era un osteggiato dai suoi famigliari che non volevano per la loro figlia un destino simile: una vita insieme con un tetraplegico e per certi versi li comprendevo. Voglio sottolineare che questo succede un po’ dappertutto, non solo in meridione. Maria Grazie era un concentrato di determinazione, Ha voluto fortemente che io vedessi il suo studio pieno di quadri e lavori creativi e che conoscessi i suoi, persone molto serie e educate. Alla fine, la vita non ci ha permesso di essere vicini... lei mi ha sempre apprezzato ma forse ha solo preteso di più di quello che potevo o riuscivo a dare in quel momento. Desiderava che io le fossi più vicino e sentirsi importante per me... comunque sia andata sono felice d’averla amata e del fatto che siamo rimasti buoni amici. Mentre il nostro asso della verniciatura ci racconta questa storia che ci commuove, continuano ad ammirare instancabili le Flakes, brillantini di tutti i colori, luccicanti come le stelle o come le paillettes dei vestiti delle dive, tornati in voga per le motociclette e i caschi, inoltre ammiriamo molti altri effetti. Tutte soluzioni e linee di vernici per carrozzerie non convenzionali, per prodotti p er s onaliz z ati quali, moto, caschi utilizzati da piloti a tutti i livelli dal motomondiale alla moto GP, Super Bike, F-1, Motocross, Rally, Sci, Ciclismo, ecc... da Stoner a Lorenzo, da Hayden a Checa a Maldonado e tanti altri. Per non parlare dei campi di applicazioni delle sue vernici innovative che possono andare dalle montature degli occhiali, ai tacchi delle scarpe, tavole da surf, snowboard, biciclette, alla moto custom dell’indimenticabile Marco Pantani realizzata con i colori Marblizer, oppure alla Harley Davidson di Max Pezzali realizzata anche con i suoi colori; e per finire tutte le innumerevoli applicazioni che lo stilista Roberto Cavalli ha fatto con il “Kamaleon”! Aggiungo che esser arrivato a fornire i colori a sportivi e personaggi di questi livelli è per me grandissima soddisfazione e orgoglio, ma quando ricevo telefonate da “semplici” utilizzatori o ragazzi che poi mi dicono essere felicissimi del risultato ottenuto e capto tutto il loro entusiasmo sono ancora più soddisfatto. Tutto anche visionabile sul sito: www.kosmickolor.it La vita di Enrico Audisio è un mondo di colori. Una vita piena, impegnata pur nel dramma di una tetraplegia, un esempio per quanti sono tentati di abbattersi, chiudersi dentro le quattro mura domestiche. Un esempio tangibile per chi spera ancora che i sogni si possano realizzare. Dorotea Maria Guida
Direttore responsabile: Francesco Genitoni. Abbonamento annuale (6 numeri) Proprietà: Associazione Prodigio Onlus Redazione: Bosetti Ugo, Giuseppe Melchionna, Carlo Nichelatti, Viviana Garbari Privati €15,00; enti, associazioni e sostenitori €25,00 con Indirizzo: via A. Gramsci 46/A, 38121 Trento e Lorenzo Pupi. bonifico bancario sul conto corrente con coordinate IBAN IT Telefono e Fax: 0461.925161 Hanno collaborato: Dorotea Maria Guida, Matteo Tabarelli, Richard Unterrichter, 25 O 08013 01803 0000 6036 2000 intestato a “AssoSito Internet: www.prodigio.it Roberto Rosso, Giuseppe Ferraro, Enrico Tozzi, Andrea Truant. ciazione Prodigio Onlus” presso la Cassa Rurale di Aldeno e E-mail: redazione@prodigio.it In stampa: mercoledì 27 luglio 2011 Cadine indicando la causale “Abbonamento a pro.di.gio.”. Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 Stampa: Publistampa (Pergine Valsugana) Pagamento con carta di credito su www.prodigio.it. Spedizione in abbonamento postale Gruppo 70%pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | agosto 2011 - n. 4
i n co n t r i
Intervista a Paolo Cavagnoli dopo la presentazione del suo libro sulla esperienza nell’Associazione per i minori
Il libro
35 anni di attività dell’A.P.P.M.
Due momenti dell’incontro. Sopra, tra gli altri, Paolo Cavagnoli e il Presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai
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vita, questo avviene ? L’integrazione fra i giovani è molto più facile che con gli adulti. Del resto oggi in Trentino vi sono classi ove il cinquanta per certo degli alunni sono di etnie e nazionalità straniere. Sono gli adulti a porre difficoltà e cattiva informazione ai giovani, d ‘altro canto la classe politica non è sempre di aiuto. E le famiglie come si comportano? Anche le famiglie dei ragazzi trentini ospiti nei nostri gruppi rispecchiano la cultura della società e quindi anche con loro facciamo un’opera di educazione e formazione ad accettare questa nuova realtà. Un aspetto particolare poi riguardano i minori stranieri che sono lontani dalla loro famiglia e con le quali i rapporti sono molto difficili. Quali consigli si sente di dare a chi vuole en-
luto come si è evoluta la società. È da dire che nell’immediato dopo guerra il problema era la sopravvivenza e la ricostruzione delle nostre comunità. Oggi i problemi sociali sono legati ad un certo disagio esistenziale che passa fra le varie patologie. La progressione del mondo assistenziale degli anni ‘50 del secolo scorso, sono documentate nel mio lavoro pubblicato anch’esso con i tipi della Erickson. Nel libro si parla di “inclusione”: tra i ragazzi,a scuola (viste le classi sempre più miste). Nella
Protesta ente nazionale sordi, Facciamoci sentire! e i g i o rni 25-27 Maggio 2011 si è tenuta in numerose c i t t à italiane una manifestazione di protesta dell’Ente Nazionale Sordi che ha avuto pochissimo spazio sui canali nazionali e sulla carta stampata. Ci si attendeva infatti che il legislatore italiano riconoscesse la lingua nativa dei segni recependo sia la normativa europea, sia l’invito della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità attraverso un adeguamento normativo nazionale. Il testo era passato a marzo senza problemi al Senato ma ha incontrato insospettabili resistenze alla Camera, la cui commissione Affari Sociali avrebbe sostituito la dicitura “Lingua Italiana dei Segni” con “Linguaggio Mimico Gestuale”.Migliaia di persone si sono dunque riunite per far sentire la loro voce contro tale decisione che, facendo perdere ogni peculiarità a questo sistema di espressione, andrebbe a minare la già precaria situazione italiana in cui l’integrazione tra l’audioleso e la società è fortemente condizionata dall’assenza di interpreti pubblici che aiutino il cittadino in situazione di difficoltà (ospedali, uffici pubblici). Tale cambiamento di dicitura potrebbe costituire, nei timori degli oppositori, un precedente legislativo che consenta un ulteriore disinvestimento da parte delle istituzioni con un danno significativo per coloro che di questa lingua si avvalgono quotidianamente. Ad una prima analisi la questione sembra riguardare semplicemente la filosofia e la scienza della comunicazione e parrebbe capziosa per i più, ma in realtà è di importanza radicale per la comprensione del genere umano: la scienza dice che esistono linguaggi in grado di comunicare anche in
trare in questo settore e diventare educatore o assistente sociale? Innanzitutto studiare, studiare molto. Bisogna essere preparati per fare questo lavoro, per rapportarsi con ragazzi che hanno percorsi di vita problematici, complessi; non è facile. Soprattutto non bisogna credere di avere certezze assolute, non bisogna atteggiarsi e sentirsi superiori a loro, ma anzi porsi al loro livello, capirli, comunicare... essere autorevoli sì, ma non autoritari. Viviana Garbari
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l libro è stato presentato al convegno “Un Noi dove Crescere” che si è svolto martedì 31 maggio, presso la sala convegni del Consorzio dei Comuni Trentini. Ad aprire l’incontro il presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai e l’assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, seguiti dalla relazione “Politiche sociali alla luce delle nuove povertà” del professor Fabio Folgheraiter dell’Università Cattolica di Milano. Hanno concluso le testimonianze di due minori stranieri (foto a fianco), un nigeriano ed un albanese, ospitati presso l’A.P.P.M. e a seguire la consegna dei riconoscimenti al personale in servizio da oltre 25 anni.
MARKETING SAIT
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n occasione dell’incontro per ricordare i 35 anni di attività dell’A.p.p.m. l’Associazione o.n.l.u.s che si interessa dei minori in difficoltà e gestisce strutture residenziali e diurne, è stato presentato il libro “Psico-pedagogia interculturale, interventi sui minori di etnia diversa”. Il lavoro scritto dal presidente dell’Associazione con la collaborazione di Valentina Berghi, illustra il lavoro che l’Associazione sostiene a favore di minori stranieri non accompagnati che le vengono affidati dai servizi sociali e spesso anche dalle forze dell’ordine. Il libro pubblicato dalla casa editrice Erickson si divide in due parti: la prima analizza il contesto sociale trentino e presenta l’organizzazione dell’Associazione, la seconda invece è incentrata ad illustrare l’intervento pedagogico effettuato. I contenuti del volume spiegano il fenomeno migratorio, le finalità dell’Associazione, la pianificazione e la messa in atto dell’intervento pedagogico, il ruolo dell’educatore, il progetto di integrazione e i percorsi educativi finalizzati all’inclusione dei ragazzi. La redazione di Prodigio ha incontrato l’autore al quale sono state poste alcune domande. Quale è stata la sua prima esperienza in questo settore? Come l’ha vissuta? Da studente ho avuto l’opportunità di prestare servizio come educatore presso la Piccola Opera di Levico Terme. Un tempo quella struttura accoglieva ragazzi con problemi comportamentali e giudiziari provenienti da tutto il triveneto. Era, con il linguaggio di allora una Casa di Rieducazione. Oggi l’ente si è trasformato in Centro don Ziglio, in ricordo del padre fondatore e si interessa di soggetti con deficit psico- fisico. Nel frattempo ho continuato gli studi prima come assistente sociale e poi con la laurea all’ Università di Padova. L’esperienza ed il fascino di questo mondo operativo ha orientato la mia scelta professionale e in definitiva la mia vita. Come era l’organizzazione della realtà sociale? Che passi sono stati fatti in questi anni? Anche il mondo socio-assistenziale si è evo-
assenza di suoni udibili e che l’essenza di un linguaggio non deve essere confusa con le modalità della sua trasmissione. Nella nostra epoca fatta di internet e di informatica questi concetti dovrebbero essere abbastanza d’uso comune se pensiamo alle opportunità odierne di comunicare di cui disponiamo senza l’uso di parole, ma evidentemente non in tutti campi è palese questa opportunità. Perchè possa avvenire la trasmissione è tuttavia essenziale che ci sia un codice condiviso, ossia un sistema di segni che veicoli un significato così da permettere al destinatario di decifrare correttamente il messaggio. La Lingua Italiana dei Segni possiede queste caratteristiche morfosintattiche ed è dunque di diritto da annoverarsi tra le lingue utilizzate su suolo italiano. La modifica proposta sembra invece fare appello ad una naturale e innata capacità espressiva di fatto priva di codificazione condivisa ed in questo sembra misconoscere la teoria linguistica alla base della LIS, generando la protesta. Accanto a questo c’è però un’altra ragione, che, benché non venga mai esplicitata, costituisce un punto di disaccordo ancora maggiore. Sto parlando del dibattito sugli impianti cocleari e sulle tecnologie di aiuto in generale, che se da un lato offrono una sensibile possibilità di integrazione per gli audiolesi, dall’altro non fugano ancora tutte le perplessità esistenti sul loro utilizzo e sulle possibilità di soddisfare tutte le aspettative. In conclusione dunque promuovendo la LIS si difende la possibilità etica che il disabile scelga la propria modalità di integrazione sociale, partendo da considerazioni di carattere personale in base alla propria filosofia di vita e lasciando che quella tecnologico chirurgica resti solo una delle offerte di un panorama più ampio, adattabile alle esigenze più diverse, senza che ragioni pratico economiche obblighino a una integrazione forzata. Roberto Rosso pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | agosto 2011 - n. 4
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Pagina a cura del Comune di Trento
Sito Internet del Comune di Trento: www.comune.trento.it Numero Verde 800 017 615
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Provincia Autonoma di Trento - Pagina a cura dell’Ufficio Stampa - piazza Dante, 15 - 38122 Trento
Previdenza complementare: via libera alle disposizioni attuative
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n tempi di crisi economica la previdenza complementare rappresenta uno strumento sempre più importante per coloro che hanno perso, anche temporaneamente, il lavoro, compresi coloro che non beneficiano di una indennità statale, come il lavoratori a progetto. La Giunta provinciale ha approvato - su proposta dell’assessore alle politiche sociali e alla salute Ugo Rossi - le disposizioni attuative riguardanti il contributo a sostegno della previdenza complementare previsto dalla legge regionale 5 del 2009, che ha come destinatari appunto coloro che fra il settembre 2008 e il dicembre 2010 sono rimasti disoccupati o sono stati sospesi dal lavoro o sono stati iscritti nelle liste di mobilità. Approvato anche il relativo schema di convenzione fra Provincia e Pensplan centrum. La legge regionale del 2009 prevede un’indennità a favore di coloro che fra il 1° settembre 2008 e il 31 dicembre 2010 hanno perso il lavoro o ne sono stati sospesi o sono stati iscritti alle liste di mobilità, compresi i titolari di contratti di lavoro a progetto, che non hanno diritto ad alcuna indennità statale. Oltre all’indennità la Regione finanzia le attività formative che consentano il reinserimento nel mondo del lavoro. Le funzioni amministrative per la realizzazione degli interventi in questione sono affidate alle Province autonome di Trento e Bolzano. La Giunta provinciale ha pertanto approvato le disposizioni attuative del contributo alla previdenza complementare, che fissano fra l’altro le modalità e i termini presentazione delle domande da parte dei soggetti richiedenti. Le domande vanno presentate all’Agenzia provinciale per l’assistenza e previdenza integrativa, da qui al 30 giugno 2012, anche appoggiandosi agli sportelli provinciali di assistenza al pubblico e ai Patronati convenzionati. Nella domanda vanno indicati tutti i dati relativi ai periodi di cessazione dell’attività lavorativa. L’Agenzia adotta il provvedimento di concessione del contributo entro 90 giorni dalla presentazione della domanda. La Giunta ha anche approvato lo schema di convenzione con il Centro pensioni complementari della regione - Pensplan centrum per la gestione del contributo.
Proposto e coordinato dall’Ufficio Servizio Civile della Provincia, vi hanno partecipato anche alcuni giovani trentini
Concluso il Progetto Europeo
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ggi (11 luglio) presso Format, il Centro audiovisivi della Provincia autonoma di Trento, sono stati presentati i risultati del progetto europeo “Active citizen for Y.outh E.nvironment C.hildcare”. Il coinvolgimento di tre gruppi di giovani di nazionalità diversa - italiana, ungherese e greca - è stato il fulcro di questo progetto, che rientra nel programma europeo “Youth in Action-Gioventù in azione”. Creato, promosso e gestito in qualità di capofila dall’Ufficio Servizio Civile della Provincia autonoma di Trento, a cui ha inizialmente contribuito nella parte preparatoria Boglarka Fenyvesi dello EUROPE DIRECT Trentino, Centro di informazione dell’Unione Europea. Un report sui tre temi messi sotto la lente dal progetto - Gioventù, Ambiente e Tutela dei minori - e uno spot sociale rappresentano il lavoro che i ragazzi hanno svolto durante l’anno. All’incontro finale di stamani hanno preso parte Sara Guelmi, responsabile dell’Ufficio Servizio Civile della Provincia, Alessia Donà ricercatrice di scienza politica dell’Università degli Studi di Trento, Paolo Holneider di Videonews e collaboratore del filmato presentato, Daniele Conti dell’Ufficio Servizio Civile e la coordinatrice del progetto Claudia Mammani. “La grande sfida è la capacità dei giovani di affacciarsi ai problemi di un progetto europeo” è quanto ha detto la dottoressa Alessia Donà, che ha poi proseguito sottolineando come “gli incontri siano stati un’occasione per discutere e per mettersi in gioco per costruire qualcosa che unisca i tre gruppi nel raggiungimento di un solo obiettivo”. Giada Casapiccola, Vincenzo Chiarizia, Eliana Endrici, Nicole Franceschini, Stefano Menegardi, Tiziano Perugini e Silvia Riggio sono i giovani trentini che hanno preso parte al progetto nel gruppo italiano e che stamattina, alternandosi l’un l’altro, hanno presentato tutte le fasi di questa loro esperienza. Le finalità del progetto erano quelle di incentivare la cittadinanza attiva tra i giovani a livello europeo. I tre gruppi, italiano, ungherese e greco, si sono messi in discussione e hanno cercato le affinità e anche le differenze tra i loro Paesi circa le tematiche ambientali, la tutela dei minori e le politiche per i giovani, per comprendere quale sia l’impegno dell’Unione Europea in questi tre ambiti. Queste attività sono state effettuate durante l’anno nel corso di tre incontri ai quali hanno partecipato i tre gruppi: dapprima i giovani trentini hanno ospitato i ragazzi greci e ungheresi nel settembre 2010, per poi visitare, tra febbraio e maggio di questo anno, a Florina i coetanei greci, e ad Eger quelli ungheresi. All’incontro conclusivo, che si sta svolgendo in questi ultimi giorni a Trento, ha preso parte anche il gruppo ungherese che, sono parole della referente Boglárka Huszthy, è rimasto entusiasta per la seconda volta della bellezza della città di Trento oltre che dall’ospitalità ricevuta, ma soprattutto si è detto soddisfatta dei risultati raggiunti da questo progetto. Lo spot presentato stamani, realizzato dai ragazzi in prima persona, con la supervisione di Paolo Holnaider di Videonews, in pochi minuti di proiezione sintetizza in modo emblematico le differenze tra le culture e tra gli stili di vita dei giovani di nazionalità diversa, ma che l’Unione Europea cerca di far convivere per collaborare alla costruzione di un futuro migliore.
Su proposta del presidente Lorenzo Dellai e dell’assessore alle politiche sociali Ugo Rossi, la Giunta provinciale ha approvato in via sperimentale i criteri e le modalità per la concessione di contributi a favore delle famiglie numerose per ridurre i costi connessi alle tariffe derivanti dai consumi energetici domestici, così come previsto dall’articolo 6, comma 5, della legge provinciale n. 1 del 2 marzo 2011 “Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità”. L’approvazione delle modalità per attuare il contributo di cui sopra ha visto la collaborazione e il riconoscimento del protagonismo dell’associazionismo familiare che ha collaborato a progettare le politiche familiari. Provincia autonoma di Trento, Associazione Nazionale Famiglie numerose e Forum Trentino delle Associazioni per la famiglia il 27 marzo 2010 avevano siglato a Pinzolo, in occasione dell’incontro annuale dei coordinatori regionali dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, un protocollo di intesa per la determinazione congiunta dei criteri per la concessione dei contributi alle famiglie numerose trentine per abbattere i costi connessi ai consumi idrici ed energetici. La Provincia ha quindi attivato un rapporto di reciproca collaborazione, promuovendo il principio della sussidiarietà orizzontale, valorizzando e coinvolgendo l’associazionismo familiare stesso nella progettazione di queste politiche. Il gruppo di lavoro istituito a seguito della firma di quel protocollo di intesa si è incontrato più volte nel corso dell’anno e nella seduta del 19 maggio 2011 ha approvato le disposizioni attuative ora fatte proprie e deliberate dalla Giunta provinciale. Scopo dell’intervento approvato è quello di supportare la capacità di spesa delle famiglie numerose erogando una somma calcolata tenendo conto della spesa aggiuntiva richiesta alle famiglie con un alto consumo idrico ed energetico, dovuto ad un numero elevato di componenti il nucleo, in base alle tariffe vigenti. Per poter accedere al contributo, il richiedente al momento della domanda deve essere residente da più di 3 anni continuativi in provincia di Trento, deve avere almeno tre figli a carico e possedere un indicatore ICEF inferiore o uguale a 3,3529. Da sottolineare che sono equiparati a figli anche il concepito, quando la data presunta del parto è determinata entro la fine dell’anno in cui il richiedente presenta domanda, nonché i minori in stato di affido familiare. Il contributo massimo che è attribuito alle famiglie con un valore ICEF pari o inferiore al valore di 0,03 è
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di 200,00 euro/anno per 3 figli, 350,00 euro/anno per 4 figli, 420,00 euro/anno per 5 e più figli; il contributo minimo che viene invece attribuito alle famiglie con un valore ICEF di 0,3529 è di 100,00 euro/anno per 3 figli, 175,00 euro anno per 4 figli, 210,00 euro/anno per 5 e più figli. Il contributo medio annuo per famiglia è pari a 183,70 euro; il costo complessivo dei contributi è pari a 1.072.620,00 euro. Le domande di contributo vanno presentate all’Agenzia Provinciale per l’Assistenza e la Previdenza Integrativa, anche avvalendosi, per la presentazione della domanda in via telematica, del supporto degli sportelli di informazione e assistenza al pubblico della Provincia. La concessione dell’intervento avviene sulla base dell’importo calcolato e trasmesso all’Agenzia dal sistema informatico ICEF, senza necessità di acquisire preventivamente la domanda cartacea e nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione in via telematica. L’ordine cronologico è determinato dalla data di trasmissione della domanda al sistema informativo. A regime, le domande devono essere presentate nel periodo che va dal mese di luglio al mese di dicembre con riferimento al reddito e al patrimonio dell’ anno precedente. Può essere presentata una sola domanda per ogni anno di riferimento. Per l’anno 2011, invece, si applica un regime transitorio e, quindi, le domande potranno essere presentate da settembre a dicembre 2011; conseguentemente, per le domande presentate entro il mese di novembre la liquidazione del contributo verrà effettuata entro il mese di dicembre. Per le domande presentate nel mese di dicembre, il contributo sarà liquidato entro il mese di febbraio 2012. Entro il 28 febbraio 2012 si provvederà a erogare gli interventi relativi alle domande accolte nel 2011 e per le quali, nel medesimo esercizio, non è stato effettuato il relativo pagamento. Tutto ciò, come detto sopra, è stato approvato in via sperimentale. La sperimentazione si rende infatti necessaria per testare i parametri contenuti nella deliberazione approvata in Giunta e consentire di operare gli opportuni adeguamenti per la successiva messa a regime di questo tipo di intervento, dopo che sarà stato valutato l’impatto di questa strategia sulle famiglie interessate. Per maggiori informazioni è possibile accedere allo Sportello Famiglia gestito dal Forum delle Associazioni Familiari del Trentino telefonando allo 0461 493144 o scrivendo una mail all’indirizzo sportello.famiglia@ provincia.tn.it, oppure consultare il portale www. trentinofamiglia.it.
Promozione del benessere familiare: gli ambiti prioritari di intervento
er attuare la legge sul benessere familiare 1/2011 approvata lo scorso marzo dal Consiglio provinciale, la Giunta, su proposta del presidente Lorenzo Dellai e dell’assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi, ha adottato un documento programmatico che definisce gli ambiti prioritari di intervento verso i quali orientare l’attività amministrativa della Provincia autonoma di Trento. Quattordici gli obiettivi individuati, di cui tre riguardano progetti già ampiamente sperimentati sul territorio, ovvero: contributo economico alle famiglie numerose per i costi energetici, conciliazione famiglia lavoro, distretti famiglia. Questi gli ambiti prioritari che l’amministrazione intende attivare: l’individuazione degli interventi previsti dalla legge provinciale 1/2011 di competenza provinciale e di competenza delle Comunità; l’attivazione dell’Agenzia provinciale per la famiglia; la nomina della Commissione di coordinamento; la nomina della Consulta provinciale per la famiglia;
la disciplina dell’intervento di sostegno economico; l’erogazione in via sperimentale entro il 2011 del contributo economico alle famiglie numerose per abbattere i maggiori costi energetici; la disciplina del ticket sanitario familiare; la definizione del modello di governance dei servizi di conciliazione per la prima infanzia in fascia zero - tre anni; la realizzazione degli strumenti di conciliazione fra famiglia e lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private; la realizzazione sperimentale dei distretti famiglia del Trentino; la definizione del modello di governance degli sportelli unici per il cittadino e la famiglia; la disciplina dell’assegno unico per la famiglia; la realizzazione del sistema informativo delle politiche familiari; la promozione di percorsi di alta formazione sulle politiche familiari strutturali.
...VERSO UN NUOVO WELFARE PER IL TRENTINO... PIÙ EQUITÀ E PIÙ PARTECIPAZIONE DELLA RIFORMA SULLE POLITICHE SOCIALI
foto archivio Ufficio stampa Pat ( AgF Bernardinatti,Cavagna )
1 milione e 72mila euro per il sostegno delle famiglie numerose nel 2011
Interessa coloro che hanno perso il lavoro fra il 1° settembre 2008 e il 31 dicembre 2010
Provincia Autonoma di Trento - Pagina a cura dell’Ufficio Stampa - piazza Dante, 15 - 38122 Trento
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s o c i e tà e a ss i st e n z a
Incontro per parlare di riservatezza del lavoratore tra Internet e posta elettronica. Ospite: Nicola Lugaresi (Dipartimento di Scienze giuridiche)
Si può lavorare e navigare?
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Lavoro e disabilità, un convegno a sociologia Gli obbiettivi e le finalità permettono di valutare adeguatamen- leader nel settore dell’informatica. Per delle politiche di lavoro te le persone con disabilità nelle loro Colda ogni dipendente deve essere Martedì 7 giugno 2011 presso la facol- capacità lavorative e di inserirle nel proattivo e brillante, cioè escogitare in tà di Sociologia a Trento si è tenuto un posto adatto, attraverso analisi di posti breve tempo la soluzione più adatta ad convegno che sancisce il patto di colla- di lavoro, forme di sostegno(...).” ogni problema che si crea in azienda. Il borazione tra Università di Trento, Opera Lorenzo Pupi settore dell’informatica poi non presenta Universitaria e Randstad Italia. specifiche difficoltà Ha introdotto l’incontro il legate alle barriere Presidente dell’Opera Uniarchitettoniche o a versitaria, il Professor Fulvio condizionamenti amZuelli che ha gettato le basi bientali e anche le della discussione ricordando persone con disabilità che: “è necessario superare le possono lavorare in barriere, non solo architettoazienda e tenerne alto niche, legislative, ma sopratil nome. tutto quelle culturali”. È infatti Entrambi i manaemerso dalla sua riflessione ger confermano come che, nonostante gli sforzi, non ci siano vincoresta ancora tortuosa la strada li alla possibilità per verso una piena parificazione tutti di accedere alle sociale delle persone che posizioni di vertice. presentano una qualsivoglia A conferma di questa disabilità. Le promesse convinzione il dottor e gli interventi di legge Colda racconta come non bastano, è indispendi recente abbia conMomento di confronto sabile un cambiamento cluso l’assunzione di un con Mariella radicale nel modo di pen“disabile” nella posizioBruno per sare di tutti verso questa ne di key account maRandstad Italia realtà, che sempre più, si nager (il professionista e Flavio Colda, è dimostrata una grande incaricato di ampliare il responsabile risorsa per la collettività. portafoglio clienti e di risorse umane L’intervento successivo gestire nuove relazioni per il gruppo engineering è stato curato da Laura commerciali con quelli Castagnaro, dell’Assessoaffezionati). rato alle politiche sociali. Vulcanico ed efficace Ha ricordato l’impegno si è dimostrato anche l’intervento di Mipolitico per il sostegno chelangelo avesse, disabile lui stesso e ad enti che investono in responsabile del progetto H per Cisl del servizi lavorativi a misura Trentino che ha insistito sulla voglia delle di disabile, nonché l’inpersone disabili di esserci e di contribuire tenzione di appoggiare al miglioramento degli ambienti di lavoro progetti di tutoraggio sul e di vita dove vivono e operano. I disa7 giugno 2011 luogo di lavoro, nell’ottica di potenziare Consigli pratici e prospettive bili, secondo il sindacalista, dovrebbero dalle ore 9.00 alle ore 13.00 le politiche sociali. perKessler assunzioni di successo porsi per la loro determinazione quale Facoltà di Sociologia, Aula La prima parte del convegno si 26, è Trento La seconda parte del convegno è coscienza e pungolo dei loro colleghi via Verdi conclusa con Renata Magnano, Diret- proseguita con un palco di prim’ordine. “normodotati”. Saluti trice dell’Ufficio inserimento lavorativo Molto chiaro è stato l’intervento di AlesI lavori sono proseguiti nel pomeriggio Paolo Macchi Delegato del Rettore soggetti svantaggiati dell’Agenzia sandro Novelli, direttore del personale di con il seminario operativo “Gli strumenti Ugo Rossi del Assessore alla Salute e Politiche Sociali lavoro. La responsabile ricorda come Frenesius Kabi: azienda specializzata nel per l’ingresso nel mondo del lavoro” FUlvio ZUelli Presidente Opera Universitaria l’Agenzia del lavoro nasca in virtù della settore clinico-sanitario e nei prodotti coordinato da Mariella Bruno, responinterventi Legge Provinciale n. 19 dell’1983. La Pro- per la “nutrizione artificiale”. Novelli ha sabile di H Opportunities (la divisione di 9.30 ReNaTa MagNago Direttrice dell’Ufficiosottolineato inserimento lavorativo soggetti svantaggiati dell’Agenzia deldi Lavoro vincia infatti ha tra le sue finalità quelle l’importanza costruire la Randstad Italia nata per attuare al meglio della Provincia Autonoma di Trento di rendere effettivo il diritto del mansione, trovando la sintesi migliore la legge 68 e per favorire l’incontro tra i 10.30 lavoro silvaNo Deavi Presidente Consolida e l’elevazione professionale dei tra le aspettative del dipendente e le lavoratori disabili e le aziende). Sempre 11.00lavoraCoffee break 11.20 FRaNco ischia tori secondo il dettato costituzionale, aziendali, con creatività e a Bruno racconta l’esperienza di Oscar Dipartimento Lavoronecessità CGIL del Trentino MichelaNgelo Ravese promuovere quindi l’orientamento e la volte fantasia. Ricorda anche come, in Pistorius, il campione di atletica che Responsabile Progetto H - CISL del Trentino 11.50 alessaNDRo Novelli formazione professionale dei lavoratori, particolare nel settore della salute, la corre con le protesi alle gambe e ha traDirettore del personale e consigliere di Amministrazione di Fresenius Kabi SpA Flavio colDa contribuendo a rimuovere gli12.05 ostacoli flessibilità e l’adattabilità ai cambiamenti sformato l’iniziale disabilità in vantaggio Direzione Generale Personale e Organizzazione GRUPPO ENGINEERING che impediscono l’accesso al lavoro diBRUNo siano qualità indispensabili che ogni di- competitivo. Quando si incontra Pistorus 12.25 MaRiella Responsabile Divisione specialistiche H Opportunities - Randstad Italia tutti i cittadini. È passata poi ad ana- pendente, disabile e non, deve possedere si dimentica subito la disabilità e si rimane lizzare nel dettaglio la legge n.info 68 del per permettere a se stesso e all’azienda di totalmente rapiti dalle imprese sportive e Ufficio Stage e Placement Divisione Career Service 1999, rubricata: “Norme per il diritto dele Servizi agli essere sempre competitivi sul mercato. dalla sua grande determinazione. A queDirezione Didattica Studenti Università degli studi di Trento Verdi, 6 - 38100 Trento lavoro dei disabili”. In particolareviae-mail: all’art. Sulla stessa linea era Flavio Colda, resto primo incontro ne seguiranno altri placement@unitn.it tel. +39 0461 283229-09-26sponsabile risorse umane per il gruppo 2 si ricorda che: “per collocamento miper portare ogni partecipante verso un fax +39 0461 282921 rato dei disabili si intende quella serie Engineering: una multinazionale con futuro professionale ricco e interessante. di strumenti tecnici e di supporto che sede in Italia che da anni si conferma Enrico Tozzi
lavoro e disabilità
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iovedì 26 maggio scorso presso il Caffé Città Piazza Cesare Battisti si è tenuto uno degli ultimi incontri della rassegna “Farsi un’Idea”. Lo scopo dell’iniziativa, aperta al pubblico, è stato quello di avvicinare tutti a temi scientifici, giuridici, sociologici attraverso un linguaggio semplice e accessibile. Questi incontri pubblici e gratuiti sono stati accompagnati dalla professionalità ed esperienza di docenti e ricercatori dell’ Università di Trento, che per l’occasione si sono resi disponibili ad analizzare problemi di interesse comune, tematiche concrete e prospettive future. La rassegna ha permesso la partecipazione attiva dei presenti, che tra un intervento e l’altro hanno pure gustato un buon caffé. L’incontro, al quale abbiamo partecipato, ha analizzato il binomio, spesso controverso, tra lavoro e utilizzo di internet. È stata un’occasione per capire quali siano i limiti alla riservatezza dei lavoratori che navigano nella Rete. Da questo argomento di partenza se ne sono sviluppati altri. Ad esempio si è parlato di Facebook, e di come i social network in generale siano stati talvolta utilizzati per la scelta del personale da assumere oppure come strumento di monitoraggio indiretto. Si è cercato pure di fare chiarezza e trovare risposte in un settore, quello lavorativo sia pubblico che privato, particolarmente delicato nelle sue storiche contrapposizioni, nel quale i recenti modi di comunicare aprono, nuovi scenari. Cosa accade nel momento in cui le aspettative di riservatezza del lavoratore in Rete, si scontrano con quelle di controllo, al fine di evitare abusi, del datore di lavoro? Il diritto deve sforzarsi ancor più in questo settore, adattandosi continuamente ai mutamenti tecnologici. Si deve trovare una soluzione di equilibrio tra i vari interessi in gioco. Ma quando l’interesse economico ha il sopravvento su tutti gli altri, allora vediamo che i diritti che subiscono di più sono proprio quelli personali, come il diritto alla riservatezza. Questi sono temi fondamentali in un mondo del lavoro con sempre meno certezze e che dà poco valore al singolo lavoratore, inteso come individuo caricato, si di obblighi, ma fonte pure di diritti inviolabili. La Redazione
Fino a che punto è tutelato il lavoratore disabile?
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Qualche nota su Nicola Lugaresi È professore associato di Diritto amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, dove insegna “Diritto pubblico di Internet” e “Diritto dell’ambiente”. Si occupa, tra le altre cose, di privacy, con particolare riferimento alla tutela della riservatezza in Internet, e su queste tematiche ha pubblicato un libro e vari articoli, in italiano e inglese, partecipato a conferenze e seminari, a livello sia nazionale sia internazionale, e coordinato attività di ricerca
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un’idea dell’Ass. “NUOVEROTTE” di Trento, è stata segnata da una gran voglia di esplorare il territorio olandese da un punto di vista volutamente distante dagli stereotipi che spesso lo contraddi-
percepito in questo lungo viaggio è che, senza la collaborazione di tutti, non si possono superare le avversità. Ognuno, nonostante i suoi limiti, è un aiuto prezioso per l’altro. Di questa lezione di vita dobbiamo ringraziare Paolo, Luigi ed Alessandro. La loro bravura nel compiere con semplicità e determinazione gesti quotidiani ci hanno sorpreso e ci hanno fatto riflettere su quanto ognuno di noi sia disabile di fronte a qualcosa di nuovo. Loro, persone disabili non vedenti, ci hanno insegnato come Equipaggio al completo prima della partenza insieme si possa superare con la ai membri di Homerus, rispettivamente Alessandro tenacia e la spensieratezza ogni Malipiero e Luigi Bertanza ( primi 2 da sinistra ) e difficoltà. Paolo Gianesini ( in basso a destra ) Questa avventura, nata da
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stinguono. Abbiamo forse dimostrato, e sicuramente sperimentato, come il linguaggio velico sia universale e permetta a tutti di percepire, con lo spirito giusto, le sensazioni che la barca può regalare anche semplicemente sentendo il vento amico sulla pelle. Un ringraziamento speciale va ai tre skipper: Luca, Stefano e Adriano; a Gianluca Samarelli ideatore del progetto della barca accessibile, nonché socio fondatore e Presidente di Archè che ci ha fornito il supporto tecnico, ai nostri nuovi amici di Homerus: Paolo, Gigi, Alessandro e ovviamente a tutti i mozzi, i cuochi, i fotografi e i lega parabordi o meno, che hanno reso questo viaggio un’esperienza indimenticabile. Con la speranza di poter ripetere un’avventura simile, auguro a tutti voi buon vento! Lorenzo Pupi
i n t e r v i st e
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i proponiamo un’intervista molto particolare che attraverso parole semplici e dettate da un’esperienza vissuta in prima persona, aiutano a riflettere ed a immaginare in termini diversi una società più attenta a tutti i suoi abitanti, che nell’innovazione e nel rispetto delle tradizioni sa trovare energie sempre nuove. Ciao Marta, hai voglia di raccontare un po’ chi sei ai nostri lettori? Mi chiamo Marta Bordas e abito a Barcellona, Spagna. All’età di sedici anni ebbi un incidente che mi provocò una lesione al midollo spinale e, quindi, mi costrinse su una sedia a rotelle a vita. Fu in quello stato che mi resi conto che non mi era più possibile andare in tanti posti che normalmente frequentavo, che tanti luoghi erano ormai vietati per me. Decisi perciò di studiare Architettura, per imparare come eliminare le barriere architettoniche. Ancora con questa voglia, sto lavorando sulla mia Tesi di Dottorato per promuovere un Disegno Universale per tutti, per ogni diversa necessità della persona. Da quanto tempo sei qui a Trento? Cosa pensi di questa città? Sono a Trento da quattro giorni, grazie al gentile invito del Prof. Antonio Frattari, dell’Università di Trento, che lavora su questi tematiche da qualche tempo. Trento è una bella città, facile da amare. Ho trascorso una bella giornata passeggiando per il centro storico e ammirando i monumenti come ad esempio il Castello del Buonconsiglio, che secondo me avrebbe bisogno di un intervento per facilitare l’accesso a tutti, nel rispetto della bellezza e integrità della struttura. Sappiamo che hai partecipato ad un progetto
Quando la mobilità è condizione necessaria
Intervista a Marta Bordas
europeo che aveva come obbiettivo quello di trovare nuove soluzioni di mobilità urbana; ci racconti di cosa si tratta? Questo progetto Europeo si chiama LOCUS - Let’s Open Cities for Us: traduzione: “aprire le città a tutti”. Si tratta di un Programma Intensivo Erasmus, a cui partecipano nove Università europee (Finlandia, Germania, Romania, Polonia, Francia, Svezia, Portogallo, Italia e Spagna). Si è cercato così di unire varie esperienze e conoscenze per un arricchimento complessivo del risultato. Il progetto ha previsto lo studio di quattro città caratterizzate da un notevole patrimonio storico artistico, fatto questo, che ha reso difficoltosa qualsiasi proposta d’intervento architettonico. Queste città si contraddistinguono per una complessa planimetria, perciò una libera mobilità delle persone non è sempre assicurata. Questo equilibrio tra patrimonio e accessibilità deve essere affrontato con il massimo rispetto e coerenza. Quali sono, secondo te, gli accorgimenti che una città dovrebbe adottare per far vivere al meglio tutti i suoi cittadini e visitatori? Le città dovrebbero facilitare una libera mobilità a tutti gli abitanti. Per rendere questo possibile, talvolta è necessario intervenire con soluzioni architettoniche che prevedano una mobilità in senso verticale, si pensi ad un ascensore, a una rampa meccanica o a una funicolare. Dobbiamo
“Lettera all’Adige”
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rendersi a facili soluzioni pensando di arginare un problema così complesso. Il guardrail così come lo si vede a bordo strada, è indubbiamente una lunga lama affilata che più che proteggere, mutila le sue vittime. Una volta risolto il problema tecnico, giustamente sentito e voluto da molti concittadini, resta però una cultura della strada che è poco consapevole dei pericoli. Nell’ultimo numero del nostro giornale abbiamo avuto il piacere di intervistare Guido Meda, famoso telecronista sportivo che da quando segue il mondo dei motori si è fatto un’idea di quali siano i limiti da non oltrepassare. Qui di seguito vi riporto un estratto dell’intervista: “Io ne ho uno di consiglio che è del tutto radicale. [...]. Io ho dovuto farmi male per accorgermi che dietro ogni portone c’è una minaccia, che ad ogni semaforo, anche verde, si nasconde un pericolo. Ho imparato a guardare ogni metro di guardrail pensando che può rappresentare la mia fine. Io vado in giro preoccupato. Ed è per me l’unica maniera di muovermi in moto per strada.. Frustrante, se volete, ma penso che sia un passo avanti. Io sono come tutti i motociclisti adulti un sopravvissuto e un miracolato. Cerco di rendermene conto e vado in pista a levarmi i veleni e a soddisfare la mia passione.” Queste poche battute sintetizzano benissimo ciò che intendo come cultura stradale. Porsi delle domande analizzare quali siano i nostri limiti deve essere un esercizio continuo. Sì, certo, migliorare la sicurezza delle nostre vie è fondamentale, ma il lavoro più impegnativo e difficile da realizzare è quello che ognuno di noi deve operare dentro di sé. Questo impegno alla responsabilità è di vitale importanza se si vuole che importanti iniziative come quella seguita dopo la tragica morte di Daniele Pedrotti non rimangano limitate. Giuseppe Melchionna
capire e accettare questi elementi come parte integrante della città, così come abbiamo accettato attraverso la lente del progresso, tante altre cose che sono divenute per noi naturali. Pensiamo ad esempio all’introduzione dell’elettricità, o ai servizi sanitari negli edifici di interesse storico e turistico.
L’importanza di preparasi al lavoro per un futuro sereno
Oltre al guardrail... uesta lettera è stata inviata a l’Adige e pubblicata in data 22 giugno 2011. La stessa riflessione che riproponiamo ora a voi lettori era nata sulla scia di un articolo proposto sul quotidiano qualche giorno prima. L’articolo raccontava del favoloso lavoro di raccolta firme organizzato dagli amici di Daniele “Pedro” Pedrotti, sfortunato ventenne morto a fine marzo in una curva sulla statale della Gardesana. Mobilitazione questa con l’obbiettivo di richiedere alla Provincia l’adeguamento delle barriere guardrail, che ogni anno mietono vittime sulle nostre strade tra i ciclisti e motociclisti. Dunque ci siamo sentiti di dover dare valore a questa iniziativa anche attraverso il punto di vista della nostra Associazione che abbraccia e affronta con diverse iniziative il problema degli incidenti stradali. Egregio direttore, sono Giuseppe Melchionna, Presidente dell’Associazione Prodigio, la quale da molti anni s’impegna a sensibilizzare ed informare riguardo ai temi dell’handicap e del disagio sociale. Questo, attraverso la pubblicazione di un bimestrale in formato cartaceo e disponibile anche sul web. Inoltre ci occupiamo di informare i giovani sui rischi e conseguenze degli incidenti stradali alcool correlati, tramite incontri che organizziamo nelle scuole medie e superiori del trentino. La nostra associazione ha l’obbiettivo di generare la consapevolezza che ognuno di noi è innanzitutto responsabile di se stesso e delle proprie azioni. Leggendo con grande rispetto dell’iniziativa promossa per migliorare la protezione ai guardrail, mi sento di aggiungere una riflessione al tema dell’incidenti stradali, avendo sperimentato in prima persona quali possono essere le tremende conseguenze. Proprio per le delicatezza dell’argomento esso va analizzato nell’insieme delle sue variabili. Non bisogna ar-
Marta Bordas
Perchè, secondo te, è importante investire nella libera circolazione delle persone ? Per rispondere a questa domanda prenderò ad esempio uno studio di LOCUS: le città medievali erano protette dalle mura Romane, perché la loro origine e funzionalità era quella di difendersi dai nemici. Questa necessità, invece, è anacronistica al giorno d’oggi. L’obbiettivo di una società contemporanea come la nostra è al contrario quello di aprirsi alle influenze esterne, proprio per incrementare le relazioni, i traffici, la produzione e l’arricchimento in generale. Non più quindi la volontà di rimanere isolati. Questo modello di accessibilità intermunicipale dall’esterno verso il centro, lo si può applicare anche ad un modello di accessibilità trasversale che coinvolga la città stessa. Ritengo che tanto più è sviluppata la circolazione, tanto più si generano attività e benessere. Avresti voglia di raccontare quanto la tua esperienza personale abbia contribuito a dare valore agli studi che hai intrapreso? Il fatto di avere studiato Architettura e Disegno Urbano ed essere un’utente di sedia a rotelle, si traduce nel fatto che vivo in prima persona la mancanza di accessibilità e mi rendo conto immediatamente quando qualche cosa non funziona e perché. I nuovi termini scoperti e utilizzati nel Disegno Universale sono ad esempio, i disegni basati nell’esperienza (Experience-based Design) o disegni centrati sull’utente (User-centred Design); quindi, la mia formazione accademica insieme alla mia condizione di mobilità ridotta, mi conferiscono una conoscenza particolare e necessaria. Lorenzo Pupi
La parola al Direttore Giuseppe Ferraro
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n questo periodo dell’anno i ragazzi dell’ultimo anno delle scuole superiori affrontano una serie di prove molto impegnative che li condurranno alla maturità e al termine di un ciclo di studi che traccia l’inizio di un nuovo percorso di studi. Altri ragazzi, invece, progettano di entrare nel mondo del lavoro. Le nuove generazioni oggi affrontano con sempre maggiore pragmatismo le scelte formative consapevoli dell’importanza che esse avranno per il loro futuro soprattutto in relazione alle oggettive difficoltà del mercato del lavoro. La sola motivazione al lavoro, o il supposto bisogno di lavorare, non sono, per un’azienda, una ragione sufficiente per assumere un giovane diplomato, in un sistema di estrema concorrenza e altissima competitività dove la domanda supera molto l’offerta di lavoro; i giovani d’oggi devono dimostrare sempre più competenze ed efficienza orientata all’individuazione delle criticità dei processi di lavoro e alla loro risoluzione. Se, fino a qualche tempo fa, i “selezionatori” potevano affidarsi a valutazioni essenzialmente basate sulla “simpatia”, oggi utilizzano modalità più raffinate di valutazione, chiedendo ai giovani abilità personali e professionali sempre più alte. Del resto, oggi, le aziende sanno che la loro competitività è essenzialmente legata al fattore umano e non possono essere superficiali in tal senso. È all’interno di questo frame osservativo che la formazione torna ad acquisire il suo insostituibile valore: aumentare il livello competitivo delle risorse umane in termini di competenze, saperi e capacità utili alle azienda. Mi sembra questa sia una nota dolente dell’attuale sistema formativo italiano: lo scollamento dalle necessità delle aziende. A conferma di questo c’è il fatto che ogni nuovo assunto “dovrebbe” affrontare un ulteriore percorso formativo nella realtà in cui si troverà ad operare. Uso il condizionale perché, in tempi di difficoltà economiche o congiunturali, i costi della formazione sono i primi che vengono tagliati, col risultato che il datore di lavoro si trova nella situazione a dover esigere il bagaglio di competenze in fase di
selezione. E il cerchio si chiude. La scelta di una formazione che offre qualità quindi torna ad essere il plus che può consentire un più rapido inserimento nel mondo del lavoro, ma soprattutto il valore aggiunto che consentirà ai migliori di emergere. La formazione/ la scuola è dunque un investimento, è un modo di prendersi cura di sé e del proprio futuro. È ipotecare una chance di riuscita nel lavoro. Un paio di settimane fa ho affrontato un brevissimo colloquio con un ragazzo che, pur motivato e pervaso da passione per un lavoro nella moda, chiedeva se, a mio avviso, fosse il caso di saltare “i preliminari” e gettarsi nella mischia. Per un brevissimo momento ho immaginato, per analogia, che lo stesso mi stesse chiedendo se fosse o no il caso di imparare a nuotare gettandosi in una piscina vuota. La mia risposta la potete certo immaginare. Ecco giunti allora alla questione di partenza: il tempo. Non perderlo, o meglio non sprecarlo, credo debba essere un imperativo, ma il tempo dedicato alla formazione non è tempo perso, anzi. Come per ogni buon atleta che ambisce a risultati importanti, la formazione e gli allenamenti sono parte integrante del suo successo. Per quanto egli sia dotato di sicure potenzialità, l’allenamento e la preparazione non possono essere pensate come un’opzione, ma devono essere la regola per una buona riuscita. Anche la ricerca del lavoro può essere pensata come un risultato ambizioso (soprattutto coi tempi che corrono)... e come ogni azione da cui ci si aspetta un certo riscontro, esige preparazione e formazione. La concorrenza non si batte con gran sorrisi e fascino narciso. La professionalità è una conquista e una garanzia per il nostro futuro. È il frutto di una costruzione sapiente del proprio valore distintivo. Quindi, prima di buttarvi in qualsivoglia piscina vuota (per quanto attraente possa essere) prendetevi il tempo per crescere, per formarvi e per essere competitivi. Il resto, ve lo assicuro, verrà da sé. Buon futuro a tutti! Giuseppe Ferraro
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att i v i tà est i v e
Inaugurato a Luglio il nuovo supermercato in Clarina
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“Do ciacere en compagnia... e la mattina vola via!!”
Cosa fare quest’estate in Clarina?
La spesa è di nuovo a portata di mano
uriosità e fermento sono state le emozioni percepite nell’aria all’inaugurazione del nuovo supermercato Margherita della Conad, avvenuta il 6 luglio nel rione della Clarina, in via Gramsci 70. Davanti all’entrata del market si sono raccolti numerosi abitanti del quartiere che hanno potuto godere di un ricco rinfresco, messo a disposizione grazie anche all’aiuto del bar Cadorin. Tra i vari personaggi presenti alla cerimonia si sono distinti il Sindaco, Alessandro Andreatta, alcuni dirigenti del negozio e il parroco della Chiesa di San Carlo, Don Lino. Il Sindaco ha dato il via all’inaugurazione con parole che rispecchiano lo stato d’animo dei residenti della Clarina, affermando che il negozio di nuova apertura, ha indubbiamente una gran valenza sociale visto che, dopo la chiusura dell’attività Poli (che era situata proprio di fronte), si sentiva la mancanza di un posto vicino casa dove acquistare beni di prima necessità, un posto comodo soprattutto per le persone anziane, malate o con difficoltà motorie. Il direttore del supermercato dopo alcune osservazioni volte a rassicurare i consumatori sulla qualità del servizio, ha aperto le porte del Conad, permettendo ai più curiosi di esplorare in anteprima l’interno, potendo così iniziare da subito ad acquisire confidenza. Si può dire che sia stata un’apertura coi fiocchi, finita in bellezza con la benedizione del parroco Don Lino, che non ha mancato di sottolineare come anche in un esercizio commerciale, non debba mancare il giusto tocco di carità cristiana; e ha simpaticamente esortato tutti a fare un giro nel nuovo supermercato. Viviana Garbari
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nche quest’anno la cooperativa FAI ripropone l’attività estiva del “Do ciacere en compagnia “ che l’anno scorso ha riscosso molto successo. Quest’iniziativa si è resa necessaria, secondo noi, vista la forte presenza di persone sole e anziani che si riscontra nella zona della Clarina. Occupandoci già attivamente degli anziani presenti sul territorio sia per quello che riguarda l’assistenza domiciliare che per le varie strutture da noi gestite ci è sorto spontaneo organizzare anche dei momenti d’incontro come questo. La realizzazione di questo progetto e’ stato possibile grazie all’aiuto dell’associazione Prodigio, che in veste del suo Presidente Giuseppe Melchionna, ci ha dato la massima disponibilità “concedendoci” Viviana, volontaria del Servizio Civile presso la stessa associazione. Cogliamo l’occasione anzi per ringraziare pure lei che fin da subito ha dimostrato interesse e voglia di contribuire attivamente. L’inaugurazione è stata salvata grazie alla gentile concessione della sede di Prodigio che ha permesso a tutti i presenti di trascorrere i primi momenti di un’esperienza di condivisione che andrà avanti tutta l’estate. Progettando quest’iniziativa ci siamo accorti di come sul territorio ci siano realtà associative molto disponibili e attive. Cogliamo l’occasione allora per ricordarle e ringraziarle tutte: la Fondazione Crosina Sartori, il Polo Sociale 4 Oltrefersina Matterello, tutte le assistenti sociali, La Cooperativa SAD, il Centro Diurno “ Il Girasole”. Un ringraziamento speciale al ci in particolare perchè ci hanno concesso di dividere con loro lo spazio antistante gli orti di Via Gramsci, offrendoci uno spaccato di verde in città all’aria aperta, rilassante e curato in ogni minimo particolare. Noi animatrici abbiamo cercato di accogliere le richieste dei
partecipanti per quello che riguarda le attività che proponiamo che possono andare dalla semplice lettura del giornale, al gioco delle carte oppure le semplicissime “Do ciacere en compagnia!!!”, ma non mancherà la tombolata e una grandiosa festa finale che andrà a concludere le attività. Cooperativa FAI Francesca Raffini
Hai la mattina libera? Non sai come occupare il tempo? Vi aspettiamo numerosi in Via Gramsci 36 nello spazio aperto del “Circolo la Casota” che conduce all’entrata degli orti.
“DO CIACERE EN COMPAGNIA” E LA MATTINA VOLA VIA!! Elena, Francesca E Viviana ti Aspettano
Dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle 11:30 Per passare un po’ di tempo insieme, stare in compagnia e bere una bibita fresca in allegria!! Vi aspettiamo numerosi
Brevi dalla stampa - A cura di Viviana Garbari
dal 19 luglio fino alla fine di agosto.
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Le gomme tagliate alla macchina di una bambina disabile - Elena Muser Cosa c’è di più ignobile del tagliare le gomme a una macchina utilizzata per il trasporto di una bambina disabile? Una vendetta, ripetuta più volte, perché la mamma ha chiesto l’intervento dei vigli quando trovava il posto macchina occupato abusivamente. I disabili devono morire nelle loro case per questi bastardi urbani. Quelli che occupano gli scivoli per un caffè o per il giornale (“un minutino”), che parcheggiano sui marciapiedi, già stretti, impedendo il passaggio delle carrozzine. Il disabile non può entrare nei negozi, accedere ai mezzi pubblici, spostarsi senza l’aiuto di amici o familiari. È carcerato a vita nel suo appartamento. Se un Paese si giudica per i servizi e l’attenzione verso i più deboli, l’Italia è fuori concorso, ha già vinto la maglia dell’indegnità. E anche quelle dell’indifferenza e dell’arroganza. Se fai notare a qualcuno che blocca il passaggio a un disabile con la sua auto, ti insulta e ti grida di farti i cazzi tuoi. dal blog di Beppe Grillo Vasco: “guidare ubriachi? La legge è una vergogna” 22 Giugno 2011 MILANO - Vasco non ha peli sulla lingua e lo dimostra ancora una volta. Prima del concerto a San Siro del 16 giugno, Vasco Rossi ha tenuto un mezzo comizio sulla libertà: la libertà di ubriacarsi. Lo racconta Panorama, in un articolo che comparirà sul prossimo numero, in edicola domani. Secondo il settimanale, che attraverso un ‘tag’ permette ai suoi lettori di vedere le immagini di Rossi sul palco e di ascoltarne il discorso, in quell’occasione Vasco si è
espresso assai criticamente nei confronti delle norme che prevedono sanzioni per chi venga trovato ubriaco al volante. «Sono leggi sulle intenzioni», ha detto il cantante secondo quanto riferisce ‘Panoramà, una «vergogna», una cosa fatta dallo Stato «per fotterci». Leggo.it Il carrello della spesa che segue il ragazzo in carrozzina 11 luglio 2011 Partendo dalla constatazione di quanto sia difficile, per chi è costretto su una sedia a rotelle, spingere contemporaneamente sedia e carrello della spesa, de Matos ha creato un apparecchio che, semplicemente, segue in autonomia il proprietario. Dall’unione di un laptop, un Kinect e un software scritto appositamente è nato Wi-GO, il carello della spesa che semplifica la vita a chi non può camminare: mantiene sempre la giusta distanza per evitare di scontrarsi contro la sedia pur restando a portata di braccio. Al momento non sono disponibili molti dettagli tecnici ma Luis de Matos ha pubblicato un filmato (che potete vedere nel sito) in cui mostra il funzionamento della propria invenzione. www.zeusnews.com Corsa di velocità Trento-Bondone, incidente con doppio miracolo 5 luglio 2011 TRENTO. Alla Trento-Bondone stavolta ci è mancato davvero un soffio. Il pilota pinetano Domenico Anesi si schianta contro il guard rail. Dopo il colpo di Anesi, sulla strada piombano in tutta fretta numerosi uomini dei vigili del fuoco e della sicurezza. Il bolide del driver pinetano è molto ammaccato ma, prima di riuscire a capire come sta il pilota,
passa a piena velocità un’ altra auto, mentre la strada è piena zeppa di soccorritori. Una doppia sequenza da brividi. Questione di pochi attimi: l’auto frena quanto basta, riesce ad evitare con uno scarto la macchina incidentata di Anesi, e miracolosamente riesce a non colpire nessuno degli uomini ancora presenti sulla strada del Bondone. Trapianti, il Trentino è ai primi posti in Europa 5 luglio 2011 È positiva la situazione dei prelievi di organi e tessuti per i trapianti in Trentino. È quanto emerso oggi a Trento in occasione della presentazione dell’undicesimo Euregio Tour riservato a ciclisti con organi trapiantati. “Per i prelievi multi organo ci attestiamo attorno al 24 per milione - ha chiarito Franca Dallapé, caposala collaboratrice del coordinamento trapianti aziendale -, dato che ci rende paragonabili alla Spagna, paese storicamente in testa alla classifica mondiale della donazione”. Trentino.it Disabile scippato in centro storico 5 luglio 2011 TRENTO. Scippato in centro storico domenica sera. La vittima è un sessantenne disabile che si è visto strappare dalla spalla il marsupio. All’interno poche decine di euro, i suoi documenti d’identità e un telefono cellulare. L’allarme è stato dato dopo pochi minuti ma il ladro è riuscito a scappare, facendo perdere le proprie tracce. Il disabile è riuscito a dare solo poche informazioni anche perché il malvivente lo ha raggiunto da dietro e quindi si è volatilizzato velocemente. In base a quello che è stato ricostruito,
l’uomo era appena uscito da casa e stava percorrendo con la sua sedia rotelle elettrica un passaggio pedonale fra piazza Mostra e via Suffraggio. Sei solo? La spesa, te la portano a casa 13 luglio 2011 ROVERETO - Da settembre sarà possibile fare la spesa rimanendo comodamente seduti in casa. Si comincia con il Sait perché, spiega la giunta, permette la spesa su Internet. E il tramite sarà la coop «La Casa». In sintesi, l’utente chiamerà al telefono la cooperativa e ordinerà i prodotti che gli servono specificando quantità, marca, tipo di confezione. La cooperativa sociale si incaricherà di ordinare i prodotti che saranno recapitati a casa dai giovani volontari della cooperativa nelle due ore successive all’ordine. Per il pagamento? gli operatori saranno dotati di bancomat wireless per consentire a ciascun utente di utilizzare per il pagamento il proprio bancomat. L’Adige.it Nei parchi della città, differenziata snobbata 12 luglio 2011 TRENTO - I trentini sono bravi quando si tratta di separare in casa i propri rifiuti ma non lo sono altrettanto quando si tratta di fare la stessa cosa nei luoghi pubblici. Questo dicono i risultati dei primi mesi di sperimentazione in una decina di parchi e giardini di Trento. Qui sono state installate 33 batterie di cestini in acciaio inox di colori diversi per la raccolta differenziata. Capita però molte volte che la gente non butti gli scarti al posto giusto, costringendo gli operatori a buttare via tutto assieme. L’adige.it
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suggerimenti
Antonio Costa: «Bene abbondare in frutta e verdura, ma di stagione»
Dal regista Kim-ki-Duk nasce un’opera di precaria delicatezza
Ferro 3 - la casa vuota
«Caldo? La prima regola, bere tanto»
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RENTO. Che sia per il caldo o per la prova costume, in questi giorni tutti siamo assillati da una parola: dieta. Ecco che mai come ora è utile sapere cosa fa bene e cosa fa male, ma soprattutto è bene che i consigli ce li dia un medico e non la rivista femminile o il dietista non bene identificato. Ne parliamo con il dietologo Antonio Costa, del servizio dietetica e nutrizione del Santa Chiara. Prima di tutto: a chi rivolgersi per una dieta? Diffidare da chiunque consigli diete, dalle riviste, agli amici, alle diete fai da te. La prima regola da adottare è pesarsi (almeno una volta al mese) e fare movimento, perché una dieta senza essere accompagnata dall’attività fisica, non funziona. Quando ci si deve preoccupare del sovrappeso? È un dato riconosciuto che l’obesità è una pa tologia, mentre un’alimentazione corretta previene malattie cardiovascolari, arteriosclerosi, tumori, insomma allunga la vita. Per un controllo della quantità di grasso si utilizza il cosiddetto indice di massa corporea (Bmi), che è il rapporto tra il peso (espresso in chili) e l’altezza (espressa in metri) al quadrato. Se la cifra ottenuta è tra 20 e 24 si è a posto, se è tra 25 e 29,9 si è in sovrappeso, oltre il 30 si è obesi. Veniamo dunque ai consigli: soprattutto in questi giorni di caldo, cosa mangiare e cosa
evitare? Il consiglio è sempre quello: mangiare tanta frutta e verdura, e soprattutto quella di stagione, visto che in questo periodo ce n’è in abbondanza. Si tratta di alimenti che hanno carattere protettivo, antiossidante e contrastano i radicali liberi. Attenzione però a non esagerare, perché la frutta è zuccherina, per cui troppi zuccheri non fanno bene. È consigliabile anche il consumo giornaliero di legumi, sia cotti che crudi, ricchi di fibra che favoriscono la digestione e l’evacuazione. Per verdure e legumi, limitare però i condimenti, ed usare comunque l’olio d’oliva perché ci protegge dai disturbi cardiopatici. Ma la regola più importante è quella di bere, tanto. Quanta acqua si deve bere e quali bevande sono consigliate? Bere tanto è la regola numero uno. L’acqua è essenziale nei processi fisiologici e biochimici, elimina le scorie metaboliche, lubrifica le articolazioni, dona elasticità a pelle e mucose. Si deve bere, in definitiva, minimo 1 litro e mezzo d’acqua ed è meglio bere liquidi non zuccherati. Ricordo quello che mi diceva il mio primario, il dottor Torelli, ora in pensione: «Meglio mangiare un’acciuga al giorno che non bere», per dire che, come si sa il sale va limitato perché fa male, ma fa ancor peggio bere poco. Attenzione anche alle bevande con le scritte “non zuccherate”, perché al posto del glucosio, c’è il fruttosio. E sugli alcolici, pollice verso? Con il caldo è decisamente meglio evitarli. Al massimo si può chiudere un occhio sulla birra, ma se si beve a casa propria e non si deve guidare, perché di bevanda alcolica sempre si tratta. di Sandra Mattei, www.trentino.it, 30 giugno 2011
“Così nello spazio di poche ore seppi tutto delle motociclette: che erano meravigliose, che nulla poteva eguagliarle, che avevano voce e odore, che potevano essere domate con grande bravura, ma che potevano anche uccidere, senza colpa, senza cattiveria, senza comprendere, ma era certo che potevano farlo.” Bikers si nasce
“Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno”
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opo questa nota conclusiva cominciano a scorrere i titoli di coda. Ma cosa ha visto lo spettatore fino a quel momento? Ora che la sua attenzione è ritornata a focalizzarsi su ciò che è reale, adesso che si è risvegliato dall’ipnosi a cui quest’opera lo ha sottoposto, che cosa rimane di questi 90 minuti di visione? Un’opera quindi, termine non così fuori luogo come potrebbe sembrare, dati i trascorsi come artista/pittore del regista coreano Kim Ki-Duk. Piccola, breve, “riservata”, ma in grado di sfiorare delicatamente, con le sue particolarità, diversi tasti sensibili del nostro carattere. Veniamo brevemente ai “fatti”: un giovane, munito di un potente scooter, gira da un quartiere all’altro della città attaccando volantini pubblicitari sulle porte delle abitazioni. Quando cala il sole torna sui suoi passi per controllare se sono stati tolti o meno. Questo semplice stratagemma gli permette di intuire quali case siano abitate e quali, momentaneamente, risultino vuote. Individuato l’obiettivo, forza con grande maestria la serratura e assume il “ruolo” di inquilino temporaneo di quelle mura. Si prepara una buona cena, si lava e dà sfogo ad alcuni passatempi quantomeno curiosi, date le circostanze: si prende cura delle piante, fa il bucato a mano e ripara piccoli oggetti che scopre essere guasti. Quando ha finito si mette tranquillamente a dormire per poi, il mattino seguente, spostarsi in un altro quartiere e ricominciare la “caccia”. Come prevedibile, non sempre tutto fila “liscio”. Un giorno si introduce nella casa di una coppia; lui non è in casa ma la donna che, dagli evidenti segni che porta sul viso, si intuisce essere vittima di soprusi da parte del compagno, si rende conto di non essere sola in casa. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, “accetta” la presenza dello sconosciuto e, anzi, lo osserva furtivamente durante i suoi rituali. Ormai fattasi notte, la donna decide di entrare nella propria camera da letto,
abusivamente occupata, cogliendo di sorpresa il ragazzo, costretto con imbarazzo ad abbandonare momentaneamente quel confortevole rifugio. Non passerà molto prima che decida di ritornare sui suoi passi e, dopo aver sistemato (a suo modo) il convivente, verrà seguito spontaneamente dalla giovane, che finirà per unirsi a lui nei suoi spostamenti. Il risultato sarà un singolare ma non per questo meno intenso rapporto tra i due, caratterizzato dalla complicità delle loro azioni pur essendo stati, fino a pochi istanti prima, dei perfetti estranei. La coppia procede da una casa all’altra, ma la precarietà e i rischi di queste loro avventure li porteranno ad una prematura separazione; lei, inseguita e reclamata dal vecchio compagno e il ragazzo, invece, dalla polizia. Nonostante tutto il sentimento che è nato avrà la meglio e, a modo loro, troveranno un sentiero da percorrere insieme. L’opera di Kim Ki-Duk si staglia nell’orizzonte di quelle cosiddette “perle nascoste”, film purtroppo poco conosciuti e ancor meno pubblicizzati che troppo spesso non riscuotono il successo che meritano. Evidente come il già citato passato di artista e pittore abbia influenzato anche la sua vena registica; appare significativa, in questo senso, la totale assenza di dialoghi tra i due protagonisti. La loro è una relazione fatta di sguardi, sorrisi appena accennati, silenzi privi di imbarazzo, piccoli gesti di intesa che, forse, solo coloro che sentono di aver trovato la persona giusta sanno interpretare ed apprezzare. La complicità che si instaura tra i due giovani non è l’unica tematica posta sotto i riflettori: trovano spazio anche la solitudine, la violenza consumata tra le mura domestiche e la vendetta. Per chi è alla ricerca di qualcosa di più di un semplice intrattenimento, vale di sicuro la pena di dargli uno sguardo, a patto di essere consapevoli di avere a che fare con una produzione fuori dagli schemi, quasi del tutto priva di dialoghi, dal ritmo lento ma comunque ricca di contenuti, che è valsa a Kim Ki-Duk il Leone d’argento per la regia alla Mostra del cinema di Venezia del 2004. Matteo Tabarelli
Cercasi volontari Attenzione attenzione: volontari cercasi. Abiti a Trento, o lontano da qui ma conosci comunque l’Associazione Prodigio? È proprio te che stiamo cercando! Se decidi di essere dei nostri, avrai la possibilità di: scrivere articoli per il nostro bimestrale, anche seduto comodamente sul tuo divano di casa; accompagnare i disabili dell’Associazione agli incontri nelle scuole, conferenze, tavole rotonde, convegni; collaborare attivamente agli eventi organizzati e promossi dall’Associazione; esprimere la tua creatività e voglia di fare al servizio dei diversamente abili. Non esitare, ti vogliamo così come sei!
Per info chiama i numeri: 0461 925161 o 335 5600769, oppure visita il nostro sito: www.prodigio.it. Siamo a Trento, in via Gramsci 46 a/b pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | agosto 2011 - n. 4
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