pro.di.gio.
BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PRODIGIO ONLUS SUL MONDO DEL DISAGIO E DELL’HANDICAP NUMERO VI - DICEMBRE 2012 - ANNO XIII - LXXV NUMERO PUBBLICATO
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progetto di giornale
Al via l’Assegno di Cura
Vivere il cambiamento climatico
Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 - Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - 70%- DCB Trento . Contiene I.R.
Intervista a Ugo Rossi, Assessore alla salute e welfare della Provincia Autonoma di Trento pagina 2
Condividere la SLA di mio marito
Luca Mercalli incontra a Trento i giovani e gli enti del Servizio Civile
Fumetti, gatti e sedie a rotelle...
Quando “gridare” a gran voce non basta più..
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Un mezzo alternativo per la partecipazione giovanile
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Disabilità, solidarietà e culture a confronto
“InternazionAbilità” per andare oltre i propri confini
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iao, mi chiamo Grace ho 21 anni e vengo dal Kenya. Ringrazio tutti voi per avermi accolta qui per raccontare la mia storia. Sono nata in un piccolo villaggio e la mia vita trascorreva bene e in salute, fino all’età di otto anni, quando d’un tratto, senza spiegazione, ho cominciato a sentire le mie gambe sempre più stanche e deboli. Mia madre si è spaventata subito e nessuno capiva cosa mi stesse capitando, si iniziava a dire che la mia famiglia fosse stata colpita da una sciagura, una maledizione. Io avevo paura e non capivo perché tutti erano arrabbiati con me, mia madre non mi parlava e mi teneva nascosta in casa nella quale sono rimasta tre anni, senza poter uscire e vedere nessuno, ero davvero triste. Un giorno a casa mia ha fatto visita una persona che chiedeva di me, era un volontario di un centro di riabilitazione, il St. Martin. Mia madre non lo ha nemmeno fatto entrare in casa, non voleva farmi vedere da nessuno.
Foto a sinistra: da sinistra Fabio Pipinato, Fondazione Fontana, l’Assessore alla Solidarietà Internazionale Lia Giovanazzi Beltrami, il giornalista Giuliano Beltrami e Rita Gelmini Servizio Politiche sociali e abitative PAT. Sotto: al centro Giuseppe Melchionna e Grace Wanjiru.
Ma il volontario è venuto un’altra volta spiegando quanto fosse importante che mi portasse con lui al centro, per cominciare la riabilitazione ed evitare che la malattia peggiorasse. Si sarebbero presi cura di me e avrebbero potuto aiutarmi, ma è dovuto venire un’altra volta, prima che mia madre si convincesse di farci incontrare. Era una persona molto gentile e mi ha detto che mi avrebbe portato in un centro con altri come me, mi avrebbero fatto fare degli esercizi per farmi stare meglio
e avrei potuto studiare insieme ai miei coetanei.” Ab b iam o incontr ato Grace in occasione del convegno organiz z ato dall’Assessorato alla Solidarietà Internazionale e alla Convivenza. Una testimonianza, la sua, estre-
mamente coinvolgente, fatta di volontari che in nome dell’integrazione operano in contesti difficili cercando di trasmettere il senso della comunità. Molte persone in Kenya sono affette da disabilità, vengono tenute nell’ombra, rele-
gate in casa e purtroppo Il mio nome è GRACE sono anche vittime di violenze e persecuzioni. Il “St. Martin” è l’unico centro di riabilitazione medica e di educazione sociale, in grado di offrire un’alternative a queste persone che come Grace sono riuscite ad integrarsi, ad avere un’ educazione e a trasmettere questo messaggio di solidarietà a tutta la comunità. Grace, ha fatto un lungo viaggio per far conoscere la sua storia, così lontana dalla realtà Trentina. Una storia che rappresenta la voglia di riscatto, la voglia di condividere un percorso di crescita, ma rappresenta pure una possibile alternativa ai rischi della crisi mondiale che stiamo sperimentando. Lei, è riuscita a emergere grazie ad un aiuto e un sostegno capillare, ad un impegno comunicativo ed educativo rivolto alla sua famiglie e alla sua comunità. Un lavoro certamente faticoso che necessita di pazienza e sforzo condiviso, ma che ha saputo valorizzare una giovane donna, ridandole la speranza di cambiamento e fiducia nelle persone. Ringraziamo per l’opportunità d’incontro L’Assessore Lia Giovanazzi Beltrami e tutto il suo staff, sottolineando l’impeccabile organizzazione dell’evento e il piacevole clima di confronto che sono riusciti a instaurare. Lorenzo Pupi
L’esperienza partecipata si diffonde da Trento nel web
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n tavolo, tante persone diverse attorno e la voglia di condividere gli sforzi e le iniziative, in uno dei momenti di crisi d’identità sociale più seri dal dopo guerra ad oggi. È solo ad inizio dell’estate scorsa, che ho sentito l’esigenza di mettere insieme questi elementi, per proporre un progetto che tornasse utile alla nascente cultura della partecipazione e condivisione sulla rete; che avesse come minimo comune denominatore un aspetto della relazione che genera forti contraddizioni nell’era dei social-network: la comunicazione sociale. Quando ho cominciato la mia esperienza come volontario di Servizio Civile presso l’Associazione Prodigio, ho da subito toccato con mano cosa vuol dire collaborare insieme, a dispetto delle difficoltà personali, dei reciproci limiti e per uno scopo comune. Ho compreso che la relazione in ambito sociale non è affatto banale, implica imparare ad analizzare il mondo attorno a se, comprenderlo, esserne colpiti e sensibilizzati, il resto fa parte della specificità di ognuno nell’affrontare i problemi che di volta in volta si palesano. Comunicare è fondamentale, soprattutto per far conoscere le attività del proprio ente, per promuovere i progetti e per raggiungere interlocutori di qualità. Il rischio più grande quando si fa comunicazione è risultare autore-
“ComunicAttivamente”
ferenziali e nel mondo del sociale questo può avere ricadute considerevoli sul buon operato dell’organizzazione: si tende a non guardare oltre le proprie iniziative, ci si incaponisce a vedere le altre realtà come concorrenti, talvolta
rivali. Il rischio più grave, forse, è non riuscire a cogliere le potenzialità di sviluppo, con la conseguenza che si erodano lentamente motivazione e impegno. Questa eutrofizzazione può derivare quindi da una mancanza di stimoli, di creatività che al contrario il contatto con gli altri genera sempre e comunque. Il sistema sociale fin’ora si è evoluto anche grazie all’impegno delle amministrazioni locali e centrali che hanno sostenuto il settore delle Cooperative, delle Associazioni e gruppi, con finanziamenti certamente fondamentali, ma che talvolta hanno creato una certa dipendenza. Questo significa che ora più che mai, tali realtà dovranno cominciare a sostenersi e promuoversi autonomamente, pensare a nuove soluzioni, in previsione delle razionalizzazioni (tagli) della spesa pubblica nel sociale. Tra queste, molte hanno saputo cogliere con anticipo il cambiamento, realizzando reti e proponendo lavori congiunti sempre più strutturati. Ma di fatto sono realtà con impostazione imprenditoriale, che hanno visto nel Terzo Settore un’opportunità di crescita, di rinnovamento e hanno contribuito alla cristallizzazione della cosiddetta impresa sociale, con la sua straordinaria capacità di creare valore aggiunto. Ma il settore sociale non è fatto solo di realtà economicamente sostenibili. La sua natura
TIMU
storytelling
dinamica e fluida fa si che esistano una moltitudine di enti no-profit, come associazioni e piccole cooperative, che svolgono sempre più un ruolo fondamentale nel sottolineare l’esistenza di una cittadinanza attiva, che si mobilita al di fuori di calcoli costi-benefici e che nel suo insieme esprime il meglio della creatività e della solidarietà della società contemporanea. Per questo si è sentita l’esigenza di proporre “Comunicattivamente”. Un’esperienza partecipata, difficile da realizzare e concretizzare: come invitare delle persone intorno a un tavolo? Per parlare di cosa e per quale scopo comune? Ma la soluzione era lì, sotto gli occhi. Tutti gli elementi, dalla partecipazione, all’argomento di dibattito, fino all’obbiettivo erano collegati. Avevano cioè un filo conduttore: “la comunicazione partecipata nel Terzo Settore come occasione di cambiamento culturale e di auto-sostenibilità.” Parlando di questa idea, ci siamo accorti che esiste un estremo bisogno di ricominciare a comunicare attraverso contenuti creativi e di qualità guardando a strategie economiche alternative. È solo dalla comunicazione e dalla relazione diretta e indiretta tra persone che i ➽➽continua a pagina 5
A SS I ST E N Z A
Intervista a Ugo Rossi, Assessore alla salute e welfare della Provincia Autonoma di Trento
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Al via l’Assegno di Cura per le persone non autosufficienti
assegno di cura “per prendersi cura” è il messaggio della campagna promossa dall’Assessorato alla salute e politiche sociali per diffondere la conoscenza di questo nuovo strumento, previsto dalla legge provinciale n.15 del 2012 in materia di tutela delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, approvata lo scorso luglio dal Consiglio provinciale. Hanno diritto all’assegno di cura le persone che già percepiscono l’indennità di accompagnamento residenti in provincia di Trento da almeno tre anni. Le domande per ottenere l’assegno di cura sono aperte dal 5 novembre presso l’Agenzia per l’assistenza e la previdenza integrativa (APAPI), i patronati di zona oppure agli Sportelli di assistenza e informazione al pubblico della Provincia autonoma di Trento. Con la presentazione della domanda viene valutato l’indicatore della condizione economica (Icef) e in caso di valore Icef inferiore a 0,28 si avrà diritto al pagamento del nuovo assegno di cura. Quindi l’Azienda provinciale per i Servizi sanitari comunicherà il momento per la visita di accertamento, attraverso la quale stabilire il livello di gravità e definire il piano di assistenza. L’assessore Ugo Rossi ha delineato nel dettaglio la genesi e le caratteristiche di questo nuovo strumento. Come nasce la legge per la tutela delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie? Il punto da cui siamo partiti è il seguente: qual è il posto migliore dove una persona, potendo scegliere, vorrebbe essere curata e assistita in caso di grave disabilità? La propria casa, vicino agli affetti di una vita, evitando sradicamenti dolorosi. In questi anni, come assessore alla salute, ho conosciuto molte persone che, pur ammalate o in stato di grave disabilità, portano avanti con grande dignità la propria vita. Persone che affrontano, magari con margini limitatissimi di autonomia, innumerevoli difficoltà e problemi quotidiani con una grande forza d’animo. Sono stato anche colpito dall’impegno di molte famiglie nell’assistenza del proprio caro. Famiglie provate, oltre che dalla sofferenza personale, da impegni assistenziali sempre più insostenibili, che si fanno scrupoli a chiedere un supporto esterno, come se questo potesse essere interpretato come disinteresse nei con-
Ugo Rossi
fronti del proprio congiunto. Famiglie che non possono e non devono essere lasciate sole ma che necessitano di assistenza e aiuto. Abbiamo perciò deciso di intervenire con un importante sforzo, ritenendola una priorità assoluta. Anche alla luce della persistente crisi economica che morde chi è più in difficoltà. Cosa prevede nello specifico questa legge? “La legge promuove concretamente l’assistenza delle persone ammalate attraverso il potenziamento dei servizi domiciliari e l’erogazione di una nuova provvidenza economica, l’assegno di cura. Servizi domiciliari necessari non solo a salvaguardare la dignità delle persone, garantendo supporto per le basilari azioni quotidiane, ma anche prestazioni di natura sanitaria. Servizi sociali e sanitari erogati dalle Comunità di Valle, dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari, dalle residenze sanitarie assistenziali, dalle cooperative sociali e dalle associazioni. Un patrimonio di conoscenze ed esperienze di inestimabile valore, con standard di servizi di elevatissime qualità. Quando abbiamo deciso di rafforzare l’area dell’integrazione dei servizi sociali e sanitari, davanti ai timori di una “sanitarizzazione” dei servizi, rispondevo affermando
Questo è il momento di fare seria prevenzione sugli incidenti stradali alcool correlati
Troppe giovani morti
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pro.di.gio.
ennesimo schianto nella notte, una giovane vita interrotta in un incidente stradale, l’amico in gravi condizioni in ospedale. Fatalità? Irresponsabilità? Sull’onda emotiva ci si interroga perchè succede quella morte, che non è giusto il destino con una persona giovane, per poi passare il tutto nella accettazione, normalità e nell’indifferenza. Personalmente penso che si faccia ancora poco per sensibilizzare ed educare i giovani riguardo la prevenzione degli incidenti stradali. Sono coinvolto in prima persona, sia perchè sono disabile a causa di un incidente stradale, sia perchè mi occupo di prevenzione sugli incidenti alcol-correralati. Incontro tanti giovani nelle scuole, cerco di trasmettere con la mia testimonianza il rispetto, il valore della vita e il rispetto delle regole stradali. Ciò che osservo, al di là dell’attenzione nell’ascoltarmi, è il fatalismo che spesso emerge dai ragazzi, l’ncidente dovuto al caso, l’incidente succede agli altri, a loro no. In questo periodo ho avuto diversi appuntamenti in un istituto, e l’altro giorno
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in una classe che, come altre del trentino, ha purtroppo perso studenti a causa di incidenti stradali, come quello di Caterina. Le statististiche parlano chiaro: migliaia di morti l’anno e numerosi feriti. Non dobbiamo rassegnarci a questa guerra silenziosa. Le istituzioni, le varie agenzie educative, la famiglia in primis devono moltiplicare le energie per fermare queste stragi di giovani. Utopia? Giuseppe Melchionna, Presidente Associazione PRODIGIO
la fondamentale importanza della presa in carico sociale della persona, del suo sentirsi accolto e seguito, indipendentemente dalla natura delle prestazioni. È in un certo modo, l’anima dell’intervento, che per tecnico possa essere, non può non avere una forte valenza umana e relazionale. Servizi sociali e sanitari presenti capillarmente su tutto il territorio provinciale, e ancor più da implementare per rispondere al meglio ai bisogni e alle aspettative delle persone. L’altra novità riguarda appunto l’assegno di cura che consiste nell’erogazione di una somma di denaro o, in un secondo tempo, di buoni di servizio per l’acquisto dei servizi necessari all’assistenza della persona non autosufficiente”. Quali sono i punti di forza del nuovo assegno di cura? “Vogliamo innanzi tutto garantire un aiuto alle famiglie che già oggi hanno in casa una persona non autosufficiente, ovvero cercare di favorire il più possibile la domiciliarità a fronte di un invecchiamento della popolazione che non può non destare qualche preoccupazione. L’assegno di cura vuole anche essere un’occasione per innescare un processo di miglioramento del nostro sistema di welfare, valorizzando l’apporto dei soggetti del privato-sociale nel settore dei servizi rivolti a persone non autosufficienti e alle loro famiglie: per questa misura, che si aggiunge ai 77 milioni dell’indennità di accompagnamento, sono stati messi a bilancio circa 12 milioni di euro, sono risorse importanti che speriamo si trasformino in occasioni di crescita del lavoro e dell’occupazione. Infine, il terzo elemento, è che questo provvedimento è una buona prova dell’autonomia e della politica: si tratta di una legge approvata a larga maggioranza dal Consiglio provinciale la scorsa estate e già attiva, grazie a un grande lavoro svolto dai collaboratori dell’Azienda sanitaria”. Per quali finalità può essere impiegato l’assegno di cura? “Come detto l’assegno di cura può consistere in una somma di denaro o, successivamente (probabilmente nel corso del 2013), in buoni di servizio per l’acquisizione di servizi sociali e sanitari. Tali somme garantiscono il miglioramento delle condizioni di vita della persona non autosufficiente. La cura di una persona non autosufficiente a casa, volendo qui fare un discorso economico, risulta essere oggi parti-
colarmente onerosa per la necessità dell’assistenza spesso sull’intero arco della giornata. Tante sono le spese da sostenere: retribuire le assistenti familiari (più note come “badanti”), coprire la compartecipazione del cittadino ai servizi dei centri diurni, acquistare medicinali, farmaci e presidi sanitari. Può anche essere usato come riconoscimento per l’attività prestata dai famigliari nell’assistenza del proprio caro. Attività che sappiamo essere estremamente impegnativa, sia psicologicamente che fisicamente, e che probabilmente ha comportato la rinuncia a diverse opportunità od occasioni, anche professionali”. Che tipo di controlli ci saranno? “Abbiamo preferito un approccio non burocratico legato alle fatture, alle certificazioni delle spese, ma alla sostanza. Quel è la finalità che abbiamo voluto perseguire con l’assegno di cura? Il miglioramento dell’assistenza delle persone non autosufficienti a casa. Come si verifica il perseguimento di questa finalità? Valutando lo stato della persona nel tempo, il miglioramento delle sue condizioni, la sua “qualità” di vita, alla luce dello stato di partenza. Inoltre pensiamo che diversi professionisti e operatori entreranno nelle case delle persone non autosufficienti per l’erogazione di servizi sociali e sanitari e anche questo sarà un prezioso momento di valutazione sul campo”. Quali saranno gli importi dell’assegno di cura? “A ciascuna persona, in seguito all’accertamento positivo dello stato di non autosufficienza, verrà associato uno dei quattro livelli di gravità. Per ciascun livello, in base alla valutazione dell’indicatore della condizione economica, sono previsti diversi importi dell’assegno di cura che vanno da 80 a 800 euro, con un valore medio stimato di 350 euro. Somme che riteniamo possano essere d’aiuto per l’assistenza e la cura della persona non autosufficiente, soprattutto alla luce del piano di assistenza, redatto da operatori pubblici e che indica e consiglia le modalità di cura e assistenze per quella specifica situazione. Inoltre ricordo che l’assegno di cura si aggiunge all’indennità di accompagnamento. La decorrenza dell’erogazione, per coloro che faranno domanda fino al 31 dicembre 2012, è retrodatata al primo settembre 2012, con significativi vantaggi in termini monetari”. Giuseppe Melchionna
Natale Che dire, dei colori di questo Natale. Quell’intenso orizzonte del cielo che risplende ancora di stelle, mentre il treno del tempo corre, corre, nell’aria di polvere sottili e l’acqua s’è poco gelata e la neve tarda a cadere su quella ginestra, su quella calendula, che orgogliose mostrano ancora i loro petali cromati. È forse antracite o grigioverde che assomiglia alla politica ma non parliamone di questo, questo Natale no, cerchiamone uno diverso, con una tinta più sfumata. Come delle capanne di Betlemme o delle pecore che riposano nei mille presepi o quello delle statuine che attendono le note solenni, dei canti liturgici perchè, nasce anche da terra straniera, la speranza. C’è anche quel color caffellatte o l’avana di acqua inquinata
che spazza via le case, gli affetti, i ricordi, ma anche di mani sporche che aiutano a ripulire i giochi dei bimbi rimasti appesi al cespuglio, o quello del cancello ora chiuso che s’affaccia sulla fabbrica orgoglio, prestigio dei molti uomini e donne che ci hanno creduto,lavorato, vissuto. Ma sempre rimane, l’eburneo del velo di Madre che avvolge, accarezza, rende per quel bimbo prezioso morbida, raffinata, perfino la paglia di quella culla, e ancora, arriveranno uomini sapienti richiamati dalla stella per rispettare, stimare e far crescere altri uomini e donne in questa terra, dove da qualche parte, questa notte, cadrà anche un po’ di neve.. Buon Natale Nadia
L’associazione Prodigio vi augura buone feste!
Direttore responsabile: Francesco Genitoni. Abbonamento annuale (6 numeri) Proprietà: Associazione Prodigio Onlus Redazione: Bosetti Ugo, Giuseppe Melchionna, Carlo Nichelatti, Lorenzo Pupi, Privati €15,00; enti, associazioni e sostenitori €25,00 con Indirizzo: via A. Gramsci 46/A, 38121 Trento Giulio Thiella, Monica Miori e Maurizio Franchi. bonifico bancario sul conto corrente con coordinate IBAN IT Telefono: 0461.925161 Fax: 0461.1590437 Hanno collaborato: Matteo Tabarelli, Dorotea Maria Guida, Maurizio Menestrina, 25 O 08013 01803 0000 6036 2000 intestato a “AssoSito Internet: www.prodigio.it Sara Caon, Nadia Martinelli, Elvira Magro. ciazione Prodigio Onlus” presso la Cassa Rurale di Aldeno e E-mail: associazione@prodigio.it In stampa: lunedì 3 dicembre 2012. Cadine indicando la causale “Abbonamento a pro.di.gio.”. Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 Stampa: Publistampa (Pergine Valsugana). Pagamento con carta di credito su www.prodigio.it. Spedizione in abbonamento postale Gruppo 70% pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | dicembre 2012 - n. 6
SERVIZIO CIVILE
L’Ufficio Servizio Civile della Provincia Autonoma di Trento apre le porte a 30 giovani
Uno per tutti... come Dumas padre insegna
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opo aver accertato la presenza di sufficienti risorse finanziarie per attivare “Uno per tutti”, in data 26 ottobre, la Giunta Provinciale ha approvato l’iniziativa proposta dal Presidente Lorenzo Dellai. L’avvio ufficiale del progetto è stato l’incontro del 5 novembre scorso nell’aula magna di via Gilli: la Dott.ssa Sara Guelmi, responsabile dell’Ufficio del Servizio Civile della Provincia di Trento, ha accolto trenta giovani rimasti esclusi dal bando “Un anno per ES.SER.CI”, indetto nel settembre 2012 e i 12 enti di Servizio Civile che hanno aderito alla proposta sperimentale. I giovani che comunque non hanno potuto accedere al Servizio Civile sono davvero tanti. All’ultimo bando infatti, per 63 posti ci sono state centinaia di domande di partecipazione. Il primo incontro è servito per conoscersi un po’ e per comprendere la specialità dell’iniziativa Uno per tutti. Di cosa si tratta? “Uno per tutti” è un progetto d’intervento diretto promosso dall’Ufficio del Servizio Civile Provinciale: una formula ideata per rispondere alla crescente richiesta di coinvolgimento in tale ambito, nonché un’opportunità per responsabilizzare i giovani coinvolgendoli in servizi d’utilità sociale a favore della comunità. La nuova iniziativa rimane, quindi, nell’orbita dei valori del Servizio Civile: su base volontaria, si fonda sull’introduzione dei partecipanti in
non avevano ricevuto finanziamenti per attuare il loro progetto. Altro punto fermo rimane l’arco temporale: la collaborazione durerà dodici mesi e non andrà sfociare in una futura attività lavorativa ma, pur essendo un’esperienza qualificante, farà parte del bagaglio di conoscenze e formazione personali dei volontari. Essi avranno, infatti, la possibilità di mettersi in gioco entrando in relazione con le realtà sociali del territorio, spendendo le loro competenze e abilità a favore di un progetto ampio e condiviso e partecipando alle iniziative e ai laboratori proposti dall’Ufficio Provinciale di “Es.ser.ci.”. Fin qui niente di nuovo alle pendici del Bondone. Come ha ricordato la stessa Dott.ssa Sara Guelmi la novità più rilevante sta nell’incentivare la cooperazione tra enti ed associazioni cercando di tessere solide trame relazionali ed organizzative fra le strutture, protagonisti attivi i nuovi 30 giovani. Incrementare l’efficienza dei servizi offerti e favorire una fruttuosa interazione tra i collaboratori dei soggetti ospitanti saranno aspetti che permetteranno di creare una rete concreta che possa essere d’esempio per altre realtà territoriali. “Uno per tutti” ha dunque preso l’avvio, ma tutti i giovani coinvolti già sono “tutti per uno”, tutti per l’impegno concreto e solidale dentro un progetto di formazione alla cittadinanza responsabile. Ciascuno dentro al proprio ente,
un sistema associazionistico e di enti pubblici che s’impegna ad educare alla cittadinanza attiva attraverso percorsi specifici applicandosi per dare concretezza al principio costituzionale di solidarietà sociale. Il fine ultimo è quello di sostenere l’intervento giovanile e la collaborazione tra enti per giungere ad un sano e condiviso sviluppo territoriale. I ragazzi sono stati selezionati facendo riferimento alla graduatoria stilata per il bando di settembre e lo stesso criterio di “ripescaggio” è stato adottato per gli undici enti che, pur essendo disponibili e valutati positivamente,
Le due nuove leve del Servizio Civile presso Prodigio si presentano
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associazione Prodigio ha di recente accolto un nuovo elemento, mi presento ai lettori: sono Monica. Derivante da una formazione liceale scientifica, acquisita all’Istituto Da Vinci di Trento, ho poi scelto di sospendere la ricerca in questo campo dedicando il mio percorso universitario all’approfondimento dell’ambito umanistico. Tutto ciò è sfociato in una laurea triennale in Filologia Moderna ed una laurea magistrale in Italianistica, entrambe conseguite nel perimetro delineato dalle mura bolognesi. Durante gli studi ho collaborato saltuariamente con associazioni culturali locali e, alla fine del percorso universitario, ancora intrisa di gran teoria, ho fatto il grande passo: dedicarmi per un arco di tempo consistente all’esperienza pratica sfruttando l’opportu-
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nità offerta dal Servizio Civile. Mi ha accolto l’Associazione Prodigio ed ho avuto modo di notare che in questo contesto lavorativo il connubio tra azione redazionale, finalità educativa ed attenzione alla formazione culturale creano tutte le premesse per operare in un buon laboratorio sia creativo sia sociale. Anche nella redazione del bimestrale è favorita l’applicazione di conoscenze ed esperienze pregresse ed è incentivato l’utilizzo di strumenti non convenzionali per sperimentare nuove iniziative e nuove forme organizzative. Non rimane che mettersi all’opera! Nell’attesa dell’evoluzione degli eventi non ho resistito al nostalgico richiamo dei libri e, settimanalmente, mi si può trovare all’Archivio Storico di Bolzano presso la scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica.
MARKETING SAIT
Monica
ma con uno sguardo al bene comune, ciascuno coinvolto nelle attività del proprio quotidiano, ma con un respiro che sa di comunità. In attesa di incontrarsi e di condividere le prime esperienze, di scambiarsi le prime opinioni e di mettere insieme forze che, se unite, possono fare la differenza. L’Ufficio del Servizio Civile Provinciale, organizzatore e promotore di “Uno per tutti”, ha già predisposto per gli inizi del prossimo dicembre una full immersion di tre giorni in Val di Non, a Castelfondo, sia per facilitare un rapido scambio di conoscenze sia per promuovere la formazione generale delle nuove leve. Per completezza di informazione ecco gli enti iscritti all’Albo: Associazione Prodigio (educazione e promozione culturale) di Trento; Associazione culturale Ubalda Bettini Girella (educazione e promozione culturale) di Rovereto; ARCI (educazione e promozione culturale) di Trento; Comune di Lavis (assistenza minori) di Lavis; Fondazione Famiglia Materna (assistenza donne e minori) di Rovereto; Girasole cooperativa (assistenza maschi adulti) di Rovereto; G.S.H. coop. Gruppo Sensibilizzazione Handicap (assistenza disagio) di Cles; G.T.V. Associazione Gruppo Trentino Volontariato (educazione e promozione culturale - educazione alla pace) di Trento; Coop. Oltre (assistenza disagio adulto) di Carano, Val di Fiemme Istituto istruzione Marie Curie (educazione e promozione culturale) di Pergine Valsugana Museo degli Usi e Costumi della gente Trentina (educazione e promozione culturale) di San Michele all’Adige. Monica Miori
Maurizio
i presento ai lettori: sono Maurizio, un nuovo collaboratore di Prodigio: partecipo al progetto “Uno per tutti”, facente parte del Servizio Civile Provinciale. Non sono nuovo nel campo del sociale, infatti ho collaborato con il “Centro Aperto Epicentro” di Ravina facente parte del “Progetto 92” seguendo i bambini delle elementari, sia nelle attività ludiche, sia aiutandoli con i compiti. Al momento sto concludendo la laurea triennale in “Interfacce e Tecnologie della Comunicazione” e ho scelto di cogliere l’occasione datami dall’associazione Prodigio
Maurizio e Monica nella sede di Prodigio
per mettermi alla prova e per testare sul campo le mie conoscenze sia nell’ambito informatico che per dare un contributo in quello sociale, cercando inoltre di accrescere il mio bagaglio personale. In questo primo periodo di esperienza di Servizio Civile ho potuto notare che l’Associazione Prodigio è molto attenta a tutte le tematiche della diversa abilità e la collaborazione con le scuole superiori per portare la testimonianza del suo presidente Giuseppe Melchionna ai ragazzi per far passare il messaggio che la vita è preziosa e che si deve usare la testa.
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I concerti della domenica 2013
Domenica 13 gennaio alle 11, presso la Sala concerti della Società Filarmonica in via Verdi 30, prenderà avvio la 30a edizione de “I concerti della domenica - Giuseppe Mazzeo”. Ritorna la rassegna attesa dal pubblico affezionato e appassionato che, fino al 10 marzo, potrà seguire i nove appuntamenti con le note dei grandi classici e con le sonorità di compositori contemporanei. Per informazioni: Società Filarmonica Trento n. tel. 0461/985244 www.filarmonica-trento.it
Trento tra le città più verdi d’Italia
Pagina a cura del Comune di Trento AUTUNNO TRENTINO Tutto il programma
PIAZZA DANTE La nuova zona sud
Con un punteggio di 68,2 Trento è al primo posto, tra i centri urbani di media dimensione (80mila 200 mila abitanti), nella classifica delle città più ecosostenibili d’Italia di Legambiente e Ambiente Italia. A SPASSO Il capoluogo migliora la già CON FIDO Come comportarsi positiva performance dello scorso con il proprio cane anno (2° posto),superando Bolzano che quest’anno scende in seconda posizione. Trento ottiene ottimi risultati sul C O M U N E piano delle politiche energetiche: è al primo posto per il livello contenuto di consumi elettrici, 936 chilowattora per abitante l’anno e al terzo posto per i metri quadrati di pannelli solari istallati su edifici comunali (4,59 ogni mille abitanti). Il capoluogo, inoltre, si posiziona al primo posto per il trasporto pubblico con 182 viaggi per abitante l’anno e il secondo posto con 48 chilometri percorsi per abitante. Ottimi risultati anche sul fronte della gestione dei rifiuti: con una raccolta differenziata che si attesta al 64,3 per cento (il rapporto tiene conto del dato 2011), conquista il terzo posto dietro Novara e Salerno.
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Premio “Comuni Fioriti 2012” Il Comune di Trento è risultato vincitore a livello nazionale del premio “Comuni Fioriti 2012” per la categoria dei comuni con più di 20.000 abitanti, ricevendo una targa di riconoscimento ed un buono di 3.000 euro in piante da fiore da impiegare il prossimo anno. Al concorso hanno partecipato 145 comuni di tutto il territorio italiano e la valutazione era basata sulla presenza di aiole, fioriere, vasi distribuiti sul territorio comunale di abbellimento della città. Ogni comune ha ricevuto una valutazione con l’attribuzione da uno a quattro fiori in ragione del risultato ottenuto dalla città nell’abbellimento floreale. Trento, oltre all’attribuzione di quattro fiori (massimo punteggio che si poteva ottenere) è stata giudicata la migliore tra quelle città con più di 20.000 abitanti che hanno ricevuto il riconoscimento dei quattro fiori.
Il Comune in tasca Un’app dedicata alla città di Trento e al Monte Bondone
Sito Internet del Comune di Trento: www.comune.trento.it Numero Verde 800 017 615
Già da tempo la tecnologia ha rivoluzionato le nostre vite e oggi sono gli smartphone, i cellulari di ultima generazione, a costituire il futuro del marketing territoriale. L’applicazione Il Comune in tasca, dedicata ai servizi e all’offerta turistica di Trento e del Monte Bondone, permette a turisti e cittadini di avere “la città in tasca” in ogni momento, consultando sul proprio cellulare informazioni sugli uffici comunali, i musei, le strutture ricettive e di ristorazione, gli itinerari turistici e il calendario dei principali eventi programmati in città. Il progetto si inserisce in un percorso avviato con il Consorzio dei Comuni trentini e finalizzato a migliorare la comunicazione attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche, ed è aperto all’adesione di altri Comuni. Hanno collaborato l’Interplay Software S.r.l. di Trento per la parte tecnica, e la Coopertiva HandiCREA per le informazioni relative alla percorribilità degli itinerari turistici.
Per informazioni: www.comune.trento.it www.innovazione.comunitrentini.tn.it Ufficio Turismo, tel. 0461/884594 ufficio_turismo@comune.trento.it Per scaricare gratuitamente l’app sui cellulari Iphone e Android cerca “Il Comune in tasca” sull’App Store del tuo cellulare.
Il consiglio approva la riduzione dei costi della politica Il Consiglio comunale scende in campo sulla riduzione dei costi della politica con una proposta bipartisan. L’aula, infatti, ha votato ad ampissima maggioranza una mozione che prevede una serie di misure per il contenimento della spesa. La proposta è un’insieme di indicazioni per la Regione affinché, in quanto ente competente in materia, ne tenga conto nella revisione normativa sugli enti locali in discussione in consiglio regionale. L’ordine del giorno di Palazzo Thun prevede la riduzione del numero di consiglieri comunali da 50 a 40 e degli assessori da 10 a 7; questi ultimi dovranno anche essere a tempo pieno. Cambia anche il premio di maggioranza: alla lista o alle liste che sostengono il sindaco non andranno più del 65 per cento dei seggi. Si inserisce la possibilità che lo Statuto preveda la compatibilità tra la carica di assessore e quella consigliere comunale. Tagli anche sul fronte delle indennità: verranno ridotte quelle di sindaco, assessori e presidente del consiglio e nella stessa misura percentuale anche i gettoni di presenza. Andranno ridotte anche le indennità dei membri dei consigli di amministrazione e di altri organismi di nomina comunale di pari misura. Le giunte comunali dovranno essere composte da rappresentanti di entrambi i generi. La mozione, infine, interviene anche sulle circoscrizioni chiedendo alla Regione la possibilità di istituire circoscrizioni almeno per i comuni capoluogo proponendo che organizzazione e funzioni siano definiti dal Comune. Si propone, inoltre la soppressione, per il comune di Trento, dei gettoni di presenza per le sedute delle commissioni circoscrizionali e la riduzione dell’indennità del presidente. Le ultime due proposte riguardano il riequilibrio delle competenze tra giunta e consiglio comunale con un bilanciamento dei poteri e la necessità di avviare una semplificazione legislativa, regolamentare e burocratica a livello regionale e provinciale che metta i comuni nella condizioni di avviare una complessiva semplificazione dei regolamenti per ridurre i costi per i cittadini, le imprese e l’Amministrazione.
Ex Michelin, scelti i nomi delle strade Il consiglio comunale ha deciso, dopo un serrato confronto, i nomi delle strade del nuovo quartiere Michelin. L’aula ha detto sì ad otto denominazioni: Corso del lavoro e della scienza”, viale Adriano Olivetti, via Adalberto Libera, piazza delle donne lavoratrici, viale della Costituzione, parco fratelli Michelin, passaggio Ezio Clementel e passaggio Giuseppe Sebesta.
Un’occasione per crescere Le consulte circoscrizionali dei ragazzi e delle ragazze
La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dall’Italia il 27 maggio del 1991, dovrebbe essere il documento guida per la pianificazione delle politiche riguardanti bambini e giovani. Fondato su quattro principi (diritto alla vita e allo sviluppo, non discriminazione, superiore interesse del bambino e ascolto/partecipazione) il documento suggerisce piste di lavoro che mettono al centro non la tutela o l’assistenza, ma piuttosto il protagonismo dei minori. È forse questa la sfida più grande: far diventare protagonisti i ragazzi e le ragazze e realizzare il diritto di ascolto e partecipazione sancito dall’articolo 12 della Convenzione. Fra i tanti ostacoli che si frappongono fra il principio e la sua realizzazione, due risultano particolarmente evidenti: da un lato la difficoltà a coinvolgere i più giovani in percorsi di cittadinanza attiva che richiedono impegno costante nel tempo, dall’altro l’idea, profondamente radicata negli adulti, che non sia necessario interpellare
i più giovani su questioni che riguardano il presente e il futuro della città. Il progetto delle Consulte circoscrizionali dei ragazzi e delle ragazze, avviato nel 2006, serve a smontare i due “pregiudizi”: esistono ragazzi che si lasciano coinvolgere laddove gli adulti credono al principio di partecipazione e si impegnano per realizzarlo. Il 25 maggio scorso i componenti delle Consulte di Gardolo, Meano e Centro storico hanno incontrato il sindaco Andreatta e una rappresentanza della Giunta comunale, presentando le loro riflessioni sul tema della partecipazione in relazione al territorio e alla crisi con considerazioni molto concrete: ragazzi e ragazze hanno fatto presente che non sempre l’ascolto è reale e solo a volte i loro progetti arrivano a buon fine. Ma sono consapevoli che la partecipazione è importante perché sperimentano la libertà di parola e di confronto, imparano la necessità dell’ascolto, colgono l’esigenza di regole, si interrogano sul significato di parole come libertà, servizio, gestione della cosa pubblica e autonomia. Sono anche convinti che le situazioni di illegalità, quali evasione fiscale e lavoro nero, non aiutano a maturare il senso di appartenenza alla comunità, e auspicano una partecipazione attiva per sconfiggere la crisi, perché solo l’impegno personale fa crescere l’attenzione ai problemi della collettività e rende più forti nella difesa dei diritti. Una città o un Paese crescono grazie all’impegno di ciascuno, grande o piccolo che sia. I ragazzi e le ragazze dai 13 ai 18 anni possono partecipare alle Consulte e dare anche così il loro contributo. Basta rivolgersi ai presidenti dei Consigli circoscrizionali.
Media Library On Line: la biblioteca... sempre con te! È attiva da qualche settimana Media Library On Line (MLOL), la biblioteca virtuale dove è possibile leggere decine di giornali (anche in diverse lingue), ascoltare e scaricare musica, scaricare ebook, vedere e ascoltare in streaming. MLOL è una biblioteca digitale quotidiana aperta a tutti gli utenti delle biblioteche del sistema bibliotecario trentino, che permette di prendere in prestito, scaricare o consultare gratis sul proprio computer o su un dispositivo (tablet, ebookreader, smartphone), 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno, i contenuti digitali disponibili sulla piattaforma grazie all’abbonamento sottoscritto dalla Provincia autonoma di Trento. Le persone interessate, dopo aver effettuato l’iscrizione in biblioteca, collegandosi a trentino. medialibrary.it troveranno quotidiani italiani e stranieri, musica, video, banche dati e una collezione di ebook e audiolibri destinata a crescere grazie ai fondi impegnati dalle biblioteche stesse. Le risorse sono consultabili in streaming, cioè con connessione alla rete, oppure in download, a seconda del tipo di materiali. Gli ebook acquistati dalle biblioteche potranno essere scaricati dai lettori in prestito digitale per un periodo di 14 giorni. Oltre al materiale informativo che si trova già a disposizione, ogni biblioteca sta incrementando la dotazione di ebook a disposizione degli utenti di tutti gli iscritti al sistema interbibliotecario, in coerenza con la filosofia che consente da anni la circolazione nel sistema dei documenti posseduti da ogni biblioteca. L’elenco delle biblioteche che offrono il servizio in Trentino è consultabile sul portale www.trentino.medialibrary.it alla voce info. La biblioteca esce così dalle sue mura e, adeguandosi alle nuove necessità e abitudini dei cittadini, amplia il suo servizio per offrire una rassegna sempre più ricca e varia di quella editoria digitale che sta crescendo in maniera esponenziale anche in Italia, con contenuti sempre più adatti al lettore medio e non più riservati al ricercatore di ambito accademico. I dati diffusi dall’Associazione italiana editori parlano di un mercato degli ebook italiano passato dallo 0,2% dei titoli commercialmente vivi del dicembre 2009 al 4,4% del maggio 2012, con 31.416 titoli in commercio; il numero delle persone che leggono ebook è aumentato del 59,2% e del 55,3% quello di coloro che li acquistano. Nativi digitali, lettori forti che vogliano ampliare la gamma delle loro scelte, lettori comuni che desiderino addentrarsi in questi nuovi territori, lettori in movimento che vogliono disporre della lettura come bagaglio leggero, hanno oggi a disposizione anche un canale pubblico per soddisfare le loro esigenze.
D I SA B I L I
Quando “gridare” a gran voce non basta più... (prima parte)
Condividere la SLA di mio marito
I
n questo periodo nel quale i malati di SLA “gridano” a gran voce per ottenere diritti vitali, noi abbiamo ascoltato anche la voce di un familiare che condivide la patologia del marito. Condividere è il termine più adatto che sono riuscita a trovare, perché Francesca dorme su di una brandina vicina al letto pieno di apparecchiature del marito e lo accudisce come solo un cuore ricolmo d’affetto potrebbe fare in queste circostanze. Non basta l’affetto! C’è bisogno anche di un piano di cure personalizzato e di un assegno di cura adeguato poiché i familiari svolgono il lavoro di un’equipe medico-infermieristica e la casa si trasforma in una camera di degenza ospedaliera. Francesca Giordani ha 55 anni, è nata in provincia di Pordenone. La sua vita lavorativa è stata abbastanza variegata. Ma gli anni più intensi sono statti quelli come collaboratrice del Gruppo Abele, sia vivendo in comunità che lavorando nelle attività del Gruppo. “Un’esperienza molto intensa che si è conclusa quando ho sposato Alberto” - ci racconta Francesca - “Alberto si era trasferito a Torino da Fossano proprio per lavorare anche lui nel Gruppo Abele. Con l’arrivo di Micol mi sono ritrovata a fare la mamma a tempo pieno. In seguito ho lavorato part-time per sei anni in una ludoteca del Comune di Torino e contemporaneamente impiegata amministrativa in una ditta privata. Ora sono in aspettativa retribuita in base alla legge 104 fino a luglio 2013. Poi dovrò decidere se tornare al lavoro o dare le dimissioni”. Quando hai conosciuto Alberto? “Ci siamo conosciuto nel 1985, lavoravamo entrambi nel Gruppo Abele. Sai come succede...
Fu amore a prima vista. A novembre vivevamo insieme e nel luglio successivo ci siamo sposati. Non siamo una coppia inossidabile, abbiamo attraversato momenti molto difficili e anche rotture che sembravano definitive, eppure... siamo ancora qui”.
➽➽ccontinua dalla prima pagina
decina di enti del territorio: Coop. Handicrea, Centro Astalli, Coop. SAD, Coop.Fai, Ass. ATAS, Cinformi, IRIFOR Trentino, Ass. APC Onlus, Ass.Prodigio, che grazie all’interazione con formatori esperti di comunicazione, inchieste
progetti si possono concretizzare e diffondere. Ma chi, tra la moltitudine di soggetti possibili bisogna coinvolgere in prima linea? Chi può rappresentare un volano per questa piccola rivoluzione delle parole? Per il contesto in cui opera Prodigio, è risultato naturale pensare a chi vigila sui bisogni della collettività. A chi fa una politica sana, motivata, costantemente attiva e realmente rappresentativa. Abbiamo pensato alle Associazioni, ai loro collaboratori e ai volontari. Messo in chiaro questo punto, si trattava e si tratta tutt’ora di trovare le forze e sinergie per operare un cambiamento culturale nel pensiero sociale. Devo ricordare che un gran merito va riconosciuto al nostro partner, la Fondazione Ahref, ente attivo dal 2010 nel campo della ricerca, dei servizi e dell’educazione con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’ informazione e stimolare la partecipazione della cittadinanza attiva. Hanno creduto in quello che proponevamo e hanno saputo darci, e continuano a farlo, tutto il sostegno possibile. In particolare ringraziamo il Community Manager della Fondazione, Giancarlo Sciascia, con cui abbiamo stretto un ottimo rapporto e cominciato a delineare i contenuti di un’esperienza, che ci auguriamo lascerà il segno. “ComunicAttivamente” prende quindi avvio grazie al prezioso sostegno finanziario e logistico garantito dal bando di progetto proposto dal Centro Servizi Volontariato. Abbiamo potuto cominciare così il percorso, proponendo quattro giornate di formazione gratuita su tematiche ritenute fondamentali: web e giornalismo, comunicazione sociale, video e foto editing e promozione progetti attraverso il crowdfounding. Un’esperienza rivolta a collaboratori e volontari delle associazioni più rappresentative del panorama trentino, pensata per chi si occupa di disabilità, assistenza anziani e accoglienza stranieri. Un primo risultato è stata l’adesione di una
camminare, io invece, appassionata di vela lo trascinavo in qualche uscita in barca. Si andava spesso al cinema, sceglieva sempre Alberto perché un film scelto da lui è una garanzia ed io mi sono sempre affidata volentieri sapendo che non ci avrei rimesso. L’ultima volta era già in carrozzina, una sala torinese, accessibile dall’ingresso alla sala poi... solo scale, o ti facevi venire il torcicollo mettendo la carrozzina davanti alla prima fila e guardando lo schermo con una prospettiva piuttosto sgradevole o chiedevi a qualcuno compassionevole di aiutarti a fare le scale con la carrozzina. Il problema dell’accessibilità ci ha privato, anche quando potevamo
Sopra: Francesca Giordani vicino al marito Alberto. A fianco: vicino a Tore Usala la moglie sulla brandina.
Com’era la vostra vita prima della diagnosi di SLA? Com’è cambiata adesso? “Conducevamo un’esistenza normale, lavoro, ad entrambi piace viaggiare e lo abbiamo fatto molto, da soli, con Micol (fino all’adolescenza) e poi nuovamente in coppia. È una cosa che mi manca molto ma, come dice Alberto, mai guardarsi indietro, la nostalgia uccide. Lui, patito della montagna mi portava a
ancora goderne di parecchie uscite. A teatro spesso i posti disabili sono “in piccionaia”, solo al Carignano era sistemato a metà sala, una
strare l’impegno presente nel tessuto sociale. È uno strumento pratico con cui sperimentare la semplicità e l’immediatezza del linguaggio partecipato che nasce da esperienze spontanee, utili a promuovere la propria realtà, ma non solo. Quello che si è cercato di strutturare è un percorso in itinere, una palestra per l’informazione partecipata che vuole aprirsi a tutte quelle persone che, operando nel sociale, credono sia importante investire in una comunicazione che valorizzi il lavoro svolto, gli sforzi e le competenze di ognuno. Un’ attenzione particolare è dedicata
Un momento dell’incontro di ComunicAttivamente
partecipate sul web e raccolta fondi on-line (crowdfounding), hanno iniziato a conoscersi e a relazionarsi. Percorsi pratici, quindi, per programmare un lavoro sul lungo periodo che veda queste realtà direttamente coinvolte nel raccogliere e testimoniare, con la propria sensibilità, i bisogni sociali emergenti e le possibili soluzioni offerte da un Terzo Settore in fervore, nella società che cambia. Anche il singolo che si sente di condividere i valori di quest’iniziativa, può contribuire attivamente alla buona riuscita del progetto. A tal proposito vi segnalo www.timu.it, la piattaforma comunicativa che la Fondazione Ahref ha messo a disposizione, con la creazione della sezione “Nuovi bisogni 2.0”, dedicata agli enti, collaboratori o semplici cittadini che vogliono abbracciare e condividere esperienze nel sociale. Questo spazio rappresenta un contenitore accessibile a tutti, dove si possono pubblicare video, foto, audio e testi per mo-
ai collaboratori e volontari che spesso operano all’insaputa della comunità e rappresentano un esempio da valorizzare. Una possibile soluzione è rappresentata da un uso creativo e partecipato della rete, tramite la realizzazione di video-interviste su problematiche emergenti, dare visibilità ai bisogni degli utenti anche attraverso la redazione di articoli, la condivisione di documenti fotografici e inchieste che nascono dal basso prendendo spunto dalla quotidianità. È importante documentare la realtà, ma è forse più utile analizzare le problematiche esistenti, alla luce di possibili soluzioni. Tali contenuti multimediali potranno es-
collocazione decente e non da ultimi arrivati. All’Alfieri addirittura per “motivi di sicurezza” non potevamo lasciarlo in carrozzina nel passaggio (anche se c’era spazio a sufficienza per la carrozzina ed il passaggio delle persone) ma abbiamo dovuto spostarlo su una poltrona fissa e portare la carrozzina in fondo alla sala. Se fosse successo qualcosa con quali tempi avremmo potuto allontanarlo? La “sicurezza” cui facevano riferimento non era certo la sua. Questo paese deve fare ancora molta strada per rispettare le persone con disabilità, spesso l’accessibilità è solo il formale rispetto di una norma di legge ma non prevede che il disabile debba anche godere di quello che va a vedere. Era diventata più una fatica che un piacere e abbiamo smesso di vedere film o spettacoli anche se avremmo ancora potuto farlo. Oggi, ovviamente, ci muoviamo pochissimo perché Alberto si affatica facilmente, abbiamo amici che vengono a trovarci e ogni tanto ci portano qualche film da vedere insieme in TV. Quello che ci fa piacere è ricevere visite di amici che ci trattano come tali. Io non riesco a pensare ad Alberto come a un malato, penso a lui come una persona che ha delle condizioni di vita difficili e complicate. Non è un “ammalato”. La malattia ha fatto il suo corso (e speriamo abbia finito la sua opera distruttiva), ora basta, è una persona che vive in condizioni particolari. Chi viene a trovarlo non viene in visita ad un ammalato, viene a chiacchierare del più e del meno, a commentare gli avvenimenti, a vedere un film, a chiacchierare di cucina per farlo arrabbiare” Dorotea Maria Guida La seconda parte sarà pubblicata sul numero di febbraio 2013
sere, ad esempio, promossi attraverso lo “Storytelling”(vedi link correlato): una tecnica partecipata con cui si può analizzare, condividere e diffondere una particolare tematica coinvolgendo più attori, che insieme e spontaneamente contribuiscono alla creazione di un unico lavoro ad alto valore sociale. Basta trovare un argomento chiaro, una serie di testi letti dagli stessi autori, un’immagine video che funga da filo conduttore e il risultato sarà oltre le aspettative. Si cercherà di immedesimarsi nella realtà di altri, raccontando, per fare alcuni esempi, il disagio sociale di una persona disabile alle prese con i problemi di barriere architettoniche, un’anziana sola che vorrebbe ancora essere parte attiva, l’esperienza di un migrante alle prese con una storia di integrazione e solidarietà a lieto fine, o ancora la difficile condizione che accomuna un ex detenuto senza lavoro e un uomo libero alle prese con la crescente disoccupazione. Queste sono solo alcune suggestioni, ma l’importante è che le associazioni possono entrare in contatto con modalità di auto-promozione, creative ed alternative. Quello che si è cercato d’innescare è un effetto domino, perché i collaboratori e volontari coinvolti saranno promotori di un messaggio comunicativo da diffondere all’interno della propria organizzazione. Da “ComunicAttivamente” nascono contenuti accessibili e consultabili da tutti: da chi non ha avuto la possibilità di seguire la formazione, da chi parteciperà o semplicemente da chi vorrebbe entrare in contatto con le associazioni aderenti. La finalità principale è, in definitiva, la realizzazione di una rete concreta che parta dal basso, che proponga lavori creativi tali da avvicinare la comunità alle problematiche sociali emergenti o mai risolte. Una rete che operi a livello di idee condivise, nella diffusione e promozione di progetti comuni e che giunga a delineare una cultura dell’intervento sociale più attenta al modo di fare informazione e al coinvolgimento del cittadino. Lorenzo Pupi
pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | dicembre 2012 - n. 6
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L’assegno di cura ‘per prendersi cura’
L’
assegno di cura, ‘per prendersi cura’, è il messaggio della campagna promossa dall’Assessorato alla salute e politiche sociali per diffondere la conoscenza di questo nuovo strumento, previsto dalla legge provinciale 15 del 2012 in materia di tutela delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, approvata lo scorso luglio dal Consiglio provinciale. Hanno diritto all’assegno di cura le persone che già percepiscono l’indennità di accompagnamento residenti in provincia di Trento da almeno tre anni. Le domande per ottenere l’assegno di cura sono aperte dal 5 novembre 2012 presso l’Agenzia per l’assistenza e la previdenza integrativa, i patronati di zona oppure gli Sportelli di assistenza e informazione al pubblico della Provincia autonoma di Trento. Con la presentazione della domanda viene valutato l’indicatore della condizione economica (Icef) e in caso di valore Icef inferiore a 0,28 si avrà diritto al pagamento del nuovo assegno di cura. Quindi l’Azienda provinciale per i Servizi sanitari comunicherà il momento per la visita di accertamento, attraverso la quale stabilire il livello di gravità e definire il piano di assistenza. Per ogni informazione si può telefonare a Prontosanità: 848806806. All’inizio di novembre in Provincia si è tenuta una conferenza stampa “allargata”, che ha visto, a fianco dell’assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, della dirigente del Dipartimento lavoro e welfare Livia Ferrario e del direttore generale dell’Apss Luciano Flor, anche il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti e i consiglieri Franca Penasa e Mario Magnani, primi firmatari dei disegni di legge che, con il lavoro di sintesi dell’Assessorato alla salute e politiche sociali, sono stati unificati in un unico provvedimento poi diventato la legge provinciale 15/2012. Tre sono i punti di forza di questo strumento: “Vogliamo innanzi tutto garantire - ha commentato l’assessore provinciale Rossi - un aiuto alle famiglie che già oggi hanno in casa una persona non autosufficiente, ovvero cercare di favorire il più possibile la domiciliarità a fronte di un invecchiamento della popolazione che non può non destare qualche preoccupazione. L’assegno di cura vuole anche essere un’occasione per innescare un processo di miglioramento del nostro sistema di welfare, valorizzando l’apporto dei soggetti del privato-sociale nel settore dei servizi rivolti a persone non autosufficienti e alle loro famiglie: per questa misura, che si aggiunge ai 77 milioni dell’indennità di accompagnamento, sono stati messi a bilancio circa 12 milioni di euro, sono risorse importanti che speriamo si trasformino in occasioni di crescita del lavoro
e dell’occupazione. Infine, il terzo elemento, è che questo provvedimento è una buona prova dell’autonomia e della politica: si tratta di una legge approvata a larga maggioranza dal Consiglio provinciale la scorsa estate e già attiva, grazie a un grande lavoro svolto dai collaboratori dell’Azienda sanitaria”. Quindi il presidente del Consiglio Bruno Dorigatti ha ricordato l’iter di questo dispositivo, sottolineando che si è trattato di un ottimo risultato, che consente di puntare sulla domiciliarità e di dare risposte al tema, forte, dell’invecchiamento della popolazione. Entrambi i consiglieri Magnani e Penasa hanno evidenziato la sintonia che si è riusciti a trovare, fra maggioranza e minoranza, su questo testo di legge, mettendo in luce le note positive dell’assegno di cura che favorisce la domiciliarità ma è anche un buono per un’erogazione di servizi. Alla dirigente Ferrario e al direttore di Apss Flor infine il compito di illustrare l’assegno di cura, di cui dovrebbero beneficiare circa 3.700 persone. L’assegno di cura L’assegno di cura (AC) è un intervento assistenziale integrativo dell’indennità di accompagnamento, diretto alle persone con una accertata condizione di non autosufficienza. L’assegno di cura prevede la corresponsione di somme in denaro proporzionali sia alla gravità dei casi che alla condizione economico - patrimoniale (ICEF) dei singoli richiedenti e delle loro famiglie. Sono individuati 4 livelli di gravità; per ogni livello di gravità è definito un importo minimo ed un importo massimo in relazione al valore ICEF. Requisiti per ottenere l’assegno di cura L’assegno può essere concesso a chi ha i seguenti requisiti: riconoscimento dello stato di invalidità civile e del diritto a beneficiare dell’indennità di accompagnamento o in possesso di analoga prestazione per l’assistenza personale continua. Chi non beneficia dell’indennità di accompagnamento può presentare domanda contemporaneamente per il riconoscimento dello stato di invalidità civile con diritto a percepire l’indennità di accompagnamento e per l’assegno di cura sempre presso i Patronati, gli Sportelli di assistenza e informazione al pubblico della Provincia autonoma di Trento; residenza continuativa in provincia di Trento da almeno 3 anni; nel caso di minore il requisito della residenza deve essere posseduto dal minore stesso oppure da uno dei due genitori; condizione del nucleo familiare determinata attraverso ICEF con valore non superiore a 0,28
Percorso per ottenere l’assegno di cura Il percorso per ottenere l’assegno di cura prevede essenzialmente 3 fasi: la domanda per ottenere l’assegno di cura va presentata ai Patronati, oppure agli Sportelli di assistenza e informazione al pubblico della Provincia autonoma di Trento dalla persona non autosufficiente o da un suo rappresentante. Questi Uffici provvedono a calcolare l’indicatore ICEF e a trasmettere direttamente la domanda e il valore ICEF al distretto sanitario di residenza dell’interessato; la domanda può essere presentata anche all’Agenzia per la assistenza e previdenza integrativa se si è già in possesso della dichiarazione ICEF; qualora siano rispettati i requisiti previsti, il distretto sanitario invita alla visita per la valutazione del grado di non autosufficienza per l’individuazione dell’importo e, in accordo con la persona e la famiglia, redige il Piano Assistenziale Individualizzato (PAI); il distretto sanitario comunica alla Agenzia per la previdenza integrativa (APAPI) il livello di non autosufficienza e questa provvede direttamente alla liquidazione. Come utilizzare l’assegno di cura L’assegno di cura può essere finalizzato a: contribuire al costo derivante dalla collaborazione di assistenti familiari (“badanti”) assunte con regolare contratto di lavoro (nelle varie forme previste dalla attuale legislazione); acquistare servizi assistenziali presso soggetti accreditati: ad esempio per assicurare alla persona non autosufficiente servizi di assistenza domiciliare; compensare l’assistenza prestata alla persona non autosufficiente direttamente da parte di un familiare: coniuge, convivente, parenti fino al 3° grado, affini di 1° grado; pagare la compartecipazione al costo dei servizi assistenziali pubblici a sostegno della permanenza a casa. Il distretto di riferimento della persona concorda con la famiglia la finalizzazione dell’assegno; detto utilizzo viene registrato nel Piano Assistenziale Individualizzato (PAI) e costituisce un vincolo per la famiglia. Valore dell’assegno e tempi per l’erogazione Il valore dell’assegno di cura si articola in 4 fasce, la misura dell’assegno è graduata tra l’importo massimo e l’importo minimo, in relazione alla condizione economica accertata attraverso l’ICEF. Alle persone che alla data del 1° settembre 2012 risultano titolari dell’indennità di accompagnamento o di analoga prestazione concessa per l’assistenza personale continua
l’assegno è concesso con decorrenza 1° settembre 2012, purché presentino la domanda entro il 31 gennaio 2013. Per tutti gli altri beneficiari, la liquidazione dell’assegno è corrisposto a decorrere dal primo giorno del mese successivo a quello della presentazione della domanda, a prescindere dal momento in cui è avvenuta la visita per l’accertamento della non autosufficienza. Gravità livello 1 massimo: 80 euro (nuovo assegno di cura) + 557,04 euro (indennità di accompagnamento) = € 637,04 Gravità livello 2 massimo: 250 euro (nuovo assegno di cura) + 557,04 euro (indennità di accompagnamento) = € 807,04 minimo: 125 euro (nuovo assegno di cura) + 557,04 euro (indennità di accompagnamento) = € 682,04 Gravità livello 3 massimo: 500 euro (nuovo assegno di cura) + 557,04 euro (indennità di accompagnamento) = €1057,04 minimo: 250 euro (nuovo assegno di cura) + 557,04 euro (indennità di accompagnamento) = € 807,04 Gravità livello 4 massimo: 800 euro (nuovo assegno di cura) + 557,04 euro (indennità di accompagnamento) = €1357,04 minimo: 400 euro (nuovo assegno di cura) + 557,04 euro (indennità di accompagnamento) = € 957,04 I controlli Dopo l’avvio della liquidazione, dell’assegno da parte di APAPI, l’Azienda sanitaria, in accordo con i servizi sociali, provvederà a verificare l’adeguatezza e l’appropriatezza degli interventi assistenziali concordati con la persona e la famiglia, sia per adeguare il piano di assistenza all’evolversi dei bisogni, sia per verificare che l’assegno sia stato utilizzato secondo quanto concordato nel piano stesso. L’assegno di cura viene revocato qualora venga meno uno dei requisiti indicati per accedere al beneficio. Viene inoltre sospeso se l’assistito non acconsente alla verifica periodica di adeguatezza e appropriatezza degli interventi. Dove presentare le domande APAPI - Agenzia per l’assistenza e la previdenza integrativa, in piazza Silvio Pellico n. 8 a Trento, tel. 0461 493222, fax 0461 493233, e-mail: agenzia.prev@provincia.tn.it Sportelli di assistenza e informazione al pubblico della Provincia autonoma di Trento Patronati di zona Per informazioni: Prontosanità 848806806
Previste somme trimestrali per l’acquisto di prodotti dietetici senza glutine
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Celiachia: ecco i contributi
partire dal mese di ottobre è a regime l’assegnazione del beneficio economico per l’acquisto dei prodotti dietetici per le persone affette da celiachia prevista dalla delibera della Giunta provinciale 773 del 20 aprile scorso. La somma sarà utilizzabile per acquistare prodotti senza glutine nei negozi di alimentari, nei supermercati e nelle farmacie. L’erogazione del beneficio in denaro sostituisce la precedente modalità di fornitura dei prodotti dietetici ai celiaci attraverso la rete delle farmacie convenzionate. Gli importi sono stati determinati tenendo conto dei limiti minimi nazionali e in base a ricerche sui prezzi dei prodotti senza glutine. Le somme corrisposte saranno: da 0 a 3 anni una somma trimestrale di 186 euro per un totale di massimo 744 euro annuali; da 3 a 8 anni una somma trimestrale di 297 euro e 1.188 euro annuali; da 8 a 15 anni la somma trimestrale di 420 euro e 1.680 euro annuali; infine
per le persone con più di 15 anni di età una somma trimestrale di 435 euro per un importo massimo di 1.740 euro all’anno. Gli importi saranno corrisposti con cadenza trimestrale anticipata e i versamenti saranno effettuati da Apss sul conto corrente intestato o cointestato alla persona celiaca; per i minorenni il versamento sarà fatto sul conto dei genitori. Le somme erogate dovranno essere utilizzate esclusivamente per l’acquisto di prodotti contenuti nel «Registro nazionale alimenti senza glutine» pubblicato sul sito del Ministero della salute, periodicamente aggiornato e consultabile all’indirizzo http://www. salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_1270_listaFile_itemName_10_file.pdf dove si trova l’elenco per prodotto e all’indirizzo: http:// www.salute.gov.it/imgs/C _17_pagineAree_1270_listaFile_itemName_4_file.pdf dove si trova l’elenco per ditta. Verranno effettuati controlli sull’effettiva de-
stinazione delle somme e sulla corrispondenza dei prodotti acquistati a quelli individuati nel «Registro nazionale alimenti senza glutine». La richiesta di autorizzazione andrà rinnovata annualmente e dovranno essere comunicate al distretto sanitario di residenza la perdita o la modifica dei requisiti. Le domande di contributo pervenute successivamente al primo giorno di un trimestre saranno liquidate con il trimestre successivo.
La fattura o lo scontrino di cassa con gli importi dell’acquisto di prodotti senza glutine dovranno essere separati da quelli di altri prodotti e riportare il codice fiscale del beneficiario. Se la cassa del negozio non dispone di tale funzionalità sarà accettata la documentazione di spesa, da cui risulti la tipologia dei prodotti acquistati, riconducibili al «Registro nazionale alimenti senza glutine» con allegata l’autocertificazione dell’interessato (dichiarazione di atto notorio). La spesa per prodotti senza glutine confrontata, in fase di controllo, con il beneficio erogato sarà quella trimestrale; pertanto sarà possibile che la spesa effettiva dei singoli mesi che compongono il trimestre sia variabile. Non saranno, per contro, previste compensazioni fra trimestri per importi di spesa inferiori o superiori alla media. Le persone dovranno conservare per i 12 mesi successivi a quelli del beneficio trimestrale la documentazione di spesa per il controllo da parte dell’Apss.
...VERSO UN NUOVO WELFARE PER IL TRENTINO... PIÙ EQUITÀ E PIÙ PARTECIPAZIONE DELLA RIFORMA SULLE POLITICHE SOCIALI
foto Archivio Ufficio stampa Pat (P.Cavagna, R.Magrone, M.Miorelli)
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - PAGINA A CURA DELL’UFFICIO STAMPA - PIAZZA DANTE, 15 - 38122 TRENTO
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pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | dicembre 2012 - n. 6
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Vivere il cambiamento climatico presuppone una rivoluzione culturale
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vvicinare il cittadino alle tematiche ambientali significa cominciare a seguire nuovi stili di vita. Negli ultimi duecento anni di industrializzazione l’impronta dell’uomo sul pianeta terra è stata tale da generare profondi sconvolgimenti negli equilibri fisici ed ecologici. Questo determina un lungo elenco di punti di non ritorno con cui saremo certamente chiamati a confrontarci. Tra le prime conseguenze, ricorda Mercalli, si è verificato l’aumento della temperatura media mondiale che negli ultimi decenni ha raggiunto il valore di più 1 grado. Stiamo assistendo ad un “effetto domino” che ha fatto registrare nell’agosto scorso un altro dato preoccupante: il ghiaccio che ricopre i Poli si scioglie sempre più velocemente. Meno ghiaccio sulle calotte polari significa una loro minor capacità riflettente dei raggi solari, che si traduce in una maggior concentrazione di acqua. Essendo più scura dei cristalli di ghiaccio essa assorbe per irraggiamento più calore, accelerando così il processo di fusione. Nonostante questo fatto possa sembrare lontano dalla nostra vita quotidiana, in
realtà le implicazioni sono serie e concrete. L’aumento della temperatura globale collegato allo scioglimento dei ghiacci determinano tutta una serie di conseguenze, come ad esempio l’innalzamento dei mari che, secondo le previsioni del mondo scientifico, porteranno ad esempio l’acqua alta perpetua a Venezia. Noi cittadini responsabili e consapevoli dobbiamo iniziare a renderci conto che il nostro impegno come singoli può fare molto per rallentare e correggere questo sicuro andamento. Vista la scarsa sensibilità dei governi mondiali, bisogna partire dalle piccole azioni quotidiane. Il rispetto per il nostro pianeta e per la sua salvaguardia parte anche dalle piccole cose. Il relatore Mercalli ci mostra come anche un oggetto anonimo, come una bottiglietta d’acqua, crea gravi ripercussioni. Dalla sua
Un viaggio per conoscere la Repubblica Moldova
Un incontro tra paesi per rafforzare il legame italo-moldavo
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el pomeriggio di venerdì 23 novembre si è inaugurata l’iniziativa che, in un sunto di termini ma non d’intenti, vuole rinvigorire il sodalizio tra il nostro territorio e la regione abbracciata da Ucraina e Romania. Il Comitato delle Associazioni Moldave ha istituto due giorni di full immersion nel clima e nel contesto culturale della realtà moldava con lo scopo di fornire ai partecipanti un panorama il più possibile a tutto
Circoscrizione Oltrefersina Lombardo Emanuele. Dopo una breve presentazione storica si è passati ad introdurre temi più attuali accompagnando gli ascoltatori in un analisi dettagliata incentrata soprattutto sullo sviluppo economico della Moldavia, relatore il dott. Alexandru Cazacu, Presidente dell’Associazione di promozione socio-culturale italo-moldava “DOR” di Parma. Durante lo svolgimento di tutto I relatori di “Un viaggio in Moldavia” durante la conferenza
tondo del loro paese di provenienza. L’evento si è svolto nella sala della Circoscrizione della Clarina (Trento): gli interessati sono stati accolti in un contesto di grande cordialità e caratterizzato da molteplici sfaccettature culturali. Già ad un primo impatto i vivaci colori dell’arte manifatturiera moldava, l’esposizione vinicola dei prodotti tipici, le severe icone del retaggio bizantino e le musiche folkloristiche non potevano lasciare indifferenti gli avventori. Accomodatisi gli invitati sono iniziate le presentazioni: ospite d’onore il console generale moldavo a Bologna Nicolae Nuca, il dottor Andrea Morghen, che ha portato i saluti dell’assessore provinciale alla Solidarietà Internazionale Lia Giovanazzi Beltrami, il cantante moldavo Igor Cuciuc ed il Presidente della
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l’incontro un’attenzione particolare è stata riservata ai rapporti della Moldavia con l’Italia: l’iniziativa mirava infatti ad instaurare una concreta collaborazione fra le parti presenti sul territorio, impiegando le competenze della comunità moldava in Italia utilizzando la forza lavoro non solo in ambito assistenziale ma ricordando che la Moldavia non è un paese di badanti ma di ingegneri, tecnici, medici di qualità che per colpa della vita hanno cercato una via d’uscita dalla difficoltà. La manifestazione ha previsto, oltre alla giornata di confronto, anche un momento più spensierato con l’esecuzione del cantante Igor Cuciuc dal titolo “Il sogno della famiglia Cuciuc” che con sabato 24 novembre ha chiuso questi due giorni d’incontro. Monica Miori
di controversia dal 2003; alcuni Video Luca Mercalli studi sembrano mostrare che siano in grado di produrre effetti analoghi a quelli degli ormoni estrogeni, causando una femminilizzazione dei neonati maschi e disturbi nello sviluppo dei genitali e nella maturazione dei testicoli. Le cose da fare sono semplici e non richiedono particolari sacrifici. Luca Mercalli in Investire nella qualità delle risorse e un momento del non nella loro quantità, ripudiando convegno tenutosi il consumismo irrazionale, è già fare nell’Aula Magna molto. Preferire il “Km Zero”, curare Sud del Palazzo dell’Istruzione PAT il proprio orto, convertire gli spazi urbani in aree in cui praticare agricoltura sostenibile reinventando i produzione che si basa sull’uso di idrocarburi, balconi e i tetti dei palazzi come superfici ai problemi di riciclo fino alla sua pericolosità coltivabili, scegliendo l’acqua del rubinetto diretta dovuta al graduale rilascio nel nostro invece di quella imbottigliata... sono in defiorganismo e nell’ambiente degli Ftalati. nitiva atti di grande civiltà che sintetizzano Gli ftalati sono una famiglia di composti quello che deve essere il nostro rinnovato chimici usati nell’industria delle materie pla- approccio col mondo circostante. stiche come agenti plastificanti, ovvero come Lorenzo Pupi sostanze aggiunte al polimero per migliorarne Monica Miori la flessibilità e la modellabilità. Sono oggetto Maurizio Franchi
Come portare un aiuto concreto a chi si è visto voltare le spalle dalla società
Il Ruolo del volontario in ambito penale
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a figura del volontario in ambito penale è di basilare importanza per tutti coloro che si vedono costretti a rinunciare alla propria libertà per seguire un lungo e tortuoso percorso di rieducazione. Il sostegno e l’aiuto offerti da queste persone sono indirizzati non solo a chi deve trascorrere un periodo di detenzione in un istituto di pena, ma anche a coloro i quali, scontata la pena, si trovano scagliati nuovamente nel mondo libero; i più fortunati hanno alle spalle una famiglia ma vi è chi non ha più né casa né lavoro, oltre a doversi portare sulle spalle il peso di quella permanenza in carcere, che rende il reinserimento sociale più complesso e traumatico. L’inserimento sociolavorativo e l’istruzione sono i pilastri che sorreggono il travagliato percorso rieducativo; il soggetto, sfruttando il tempo di detenzione, investe sul suo futuro, cercando costantemente di migliorarsi sia imparando un mestiere, ed essere così facilitati per una futura mansione, sia cercando di portare avanti gli studi, che spesso sono stati trascurati o abbandonati prematuramente. Un esempio pratico dell’operato del volontario nell’ambito intra murario riguarda le visite dei familiari, i quali possono trovarsi a disagio a dover mettere piede nel luogo dove il parente o la persona cara sta scontando la pena più dura di tutte; soprattutto i bambini che visitano il padre o la madre reclusa troveranno il luogo poco accogliente,
e percepiranno il dolore e la sofferenza dei loro cari all’interno dell’istituto. In questo i volontari possono essere di grande aiuto, tenendo compagnia e guidando i familiari durante gli incontri; un piccolo gesto come per esempio rendere più accoglienti i locali adibiti a questo scopo può fare la differenza.
Un altro importante compito è quello di sensibilizzare i cittadini sulla situazione dietro le sbarre, informandoli sulle condizioni dei detenuti e degli istituti stessi, nonché sulle attività di reinserimento e sulla possibilità delle pene alternative, che vengono troppo spesso considerate qualcosa di secondario, quasi come se coloro che sono sottoposti ad altri tipi di restrizioni, quali la semilibertà o la detenzione domiciliare, non stessero pagando per i loro crimini
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o non stessero scontando abbastanza. Far conoscere ai cittadini i benefici che può portare una pena alternativa rispetto alla detenzione in carcere potrebbe mutare l’antica concezione che vede la detenzione come soluzione privilegiata. Purtroppo il carcere rimane dentro alle persone anche dopo che ne sono fisicamente uscite, e chi è passato per un istituto penitenziario troppo spesso vi fa ritorno in breve tempo perché recidivo; l’esperienza di privazione della libertà diventa un marchio, un’ etichetta indelebile che le altre persone difficilmente riescono a ignorare, facendosi influenzare dai trascorsi dell’ex detenuto, e questo è un muro ben più alto e difficile da scavalcare rispetto a quelli di cinta. Nel territorio trentino è attiva dal 1985 l’Associazione Provinciale di Aiuto Sociale per i detenuti, i dimessi dagli istituti di pena e le loro famiglie (APAS), che presta assistenza in una realtà che altrimenti sarebbe chiusa in se stessa. Questa associazione presta assistenza a tuttotondo, in quanto oltre ad offrire la sua costante presenza in carcere, si prende cura anche di chi è appena stato rilasciato, offrendo loro alloggi protetti, oppure accompagnando il detenuto durante i permessi in libertà. Ma la loro attività non si ferma qui, infatti viene curato un giornale, “Oltre il muro. Reinserimento e alternative al carcere”, che tratta dei più svariati temi relativi a questa difficile realtà e mira alla sensibilizzazione del territorio sui problemi che giornalmente queste persone in difficoltà devono affrontare al fine di reinserirsi a pieno titolo nella società libera. Giulio Thiella
PA R O L A A I D I SA B I L I
“Per me è un modo per viaggiare con il pensiero oltre che con lo scafo...”
Liberi in barca a vela
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ndare in barca a vela mi da riabilitare il mio corpo che per mantenere una sensazione di tranquillità, la mente attiva. di pace. L’assenza di rumori, il Aldo ha iniziato a dedicarsi alla vela (in vento che mi avvolge, la ricerca della sua modo amatoriale) tre anni fa quando era direzione, il rumore dell’acqua contro lo scafo per me sono momenti di totale rilassamento. In realtà sono un pessimo velista, mi accontento di assaporare questi momenti con la massima serenità, per me è un modo per viaggiare con il pensiero oltre che con lo scafo. Queste sensazioni sono qualcosa di speciale, diverse da ogni altra sensazione”. Queste sono le parole con le quali ci ha incantato Aldo Baudino, quando gli abbiamo chiesto di descriverci cosa prova quando va in barca a Vela. Aldo è nato a Boves (CN) 48 Aldo Baudino anni fa, è sposato con Valentina da 15 anni e lavora come impiegato degente presso l’Unità al Consorzio Socio-Assistenziale del Spinale di Pietra Ligure Cuneese. È divenuto disabile a causa di che lo aveva segnalato come possibile un’emorragia spontanea alla spina dorsale candidato alla Lega Navale di Savona. Da avvenuta improvvisamente. allora frequenta la Lega Navale di Savona, Anche Danilo Destro, paraplegico, ci de- dove un gruppo di volontari mette a discrive delle sensazioni incredibili quando sposizione tempo e mezzi per consentire parla di barca a Vela: “la barca è un am- a persone con difficoltà di praticare questo biente totalmente nuovo che mi stimola, piacevole sport. si devono rispettare le regole del vento e “La vela era un’attività che m’incuriosiva saperle interpretare, si auto-produce mo- e attiravà - dice Danilo - ma non ero mai vimento ed io mi lascio trascinare”. riuscito a rendere concreto un approccio Danilo ha 50 anni ed è in carrozzina dal con essa, a luglio di quest’anno ho cerca1983 per un incidente stradale. Da allora to in rete circa corsi di vela per disabili in ha sempre praticato sport sia per diver- Liguria e così mi sono messo in contatto timento sia a livello agonistico, sia per con la Lega Navale di Savona che organizza
corsi e attività anche per disabili ed ecco realizzato il mio desiderio”. La vela è una pratica aperta a tutti, a Savona i volontari della Lega Navale mettono a disposizione delle piccole imbarcazioni mono o bi-posto, facili e intuitive, oltre che sicure. Nelle uscite in mare si è accompagnati da volontari che seguono i velisti con gommoni, pronti ad intervenire qualora fosse necessario. Poi Aldo ci dice: “Il mare affascina, anche se sono un pessimo nuotatore... mi tengo a galla e poco più, ma non mi fa paura, anzi mi regala sensazioni piacevolissime. Alle volte resto ad ammirarlo a scrutare l’orizzonte, sentendo il vento, per ore. In questa immensa distesa di acqua in movimento provo un senso di tranquillità, evado con la mente dai tanti pensieri di ogni giorno”. Danilo invece è un abile nuotatore ed è affascinato dal mare e da quei luoghi dove si respira l’aria di mare e con la vela riesce a vivere in pieno l’atmosfera marina. Aldo e Danilo si sentono di consigliare a tutti di andare in barca a vela, soprattutto alle persone con disabilità, perché quando si è in mare con queste piccole imbarcazioni, non ci sono più differenze: è sufficiente regolare le vele per sfruttare al meglio il vento e lasciarsi cullare da queste emozioni. “inoltre non ci sono controindicazioni, non servono superpoteri o chissà quali doti. D’altronde se ci sono riuscito io che sono quel che sono...” conclude ridendo Danilo. Dorotea Maria Guida
Un mistero tra gli scorci di Trento tutto da scoprire
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La formula matematica
iao a tutti! Mi chiamo Sara e vorrei definirmi «filosofa», ma le circostanze mi sono avverse e non mi permettono questo «status». Pertanto mi accontento di stare in un cantuccio a filosofare, cioè a meravigliarmi, secondo l’aristotelico ammonimento. Meravigliata, dunque, mi sono assai, nel curioso episodio che mi accingo a raccontarvi. Era il 2011 e, a seguito di una giornata aspra e faticosa di filosofico studio, passeggiavo lungo la trentina via Belenzani con meta la biblioteca comunale, alla disperata ricerca di un poco di oblio. Distrattamente, poso gli occhi su un portone di legno e noto che reca tracciata col gesso, bene in vista, una... formula matematica?! Incuriosita, mi avvicino per leggere: «20 + C - M - β + 11». Ad occhi spalancati e cervello che s’era messo a ronzare, passo in rassegna tutte le formule matematiche che conosco: questa assomiglia a quella del delta, ma non ne sono certa. Un po’ stranita, proseguo la mia strada: chissà chi è quel pazzo che scrive formule sugli stipiti delle porte qui a Trento? Non vorrei conoscerlo. Altri cinque passi e... no! Anche lì ce n’è un’altra: identica! E poi un’altra un po’ più avanti. Insomma: alla fine di via Belenzani ne conto ben quattro! A questo punto, la mia curiosità è ai massimi livelli e, con essa, anche un pizzico di sconcerto, dovuto forse al fatto che ho appena visto il film A beautiful mind. I miei interrogativi sono frenetici ed incalzanti: chi mai può essere così pazzoide da lasciare formule matematiche, tutte uguali, scritte con il gesso, sui portoni? Quale matematico studente impazzito? Quale astruso professore geniale? Quale psicopatico amante dei numeri o serial-killer o... ? Le ipotesi sono le
più strampalate e spaventose. Non dormo per giorni e il dubbio mi arrovella. Per non apparire pazza, voglio testimoni con me e li porto in una sorta di pellegrinaggio sul luogo incriminato. Tutti si meravigliano e nessuno placa la mia curiosità sempre più forte. Passa un anno: 2012. Sono di nuovo lì, quasi immemore, a causa del tempo e degli avvenimenti trascorsi, ma il quesito esiste ancora, in un angolino remoto del mio cervello. Forse per questo, rivolgo lo sguardo ai medesimi portoni ed eccola lì, un’altra formula, quasi uguale alla precedente eppure diversa: « 20 + C - M - β + 12 ». Questa volta sono più preparata, ma attonita rimango lo stesso. Non è possibile! Il pazzo è ancora in
libertà! Torno sconvolta al convitto dove vivo e riferisco ad un’amica l’accaduto, mentre ci avviamo al Seminario Maggiore per un incontro di spiritualità. All’arrivo sono talmente sconvolta, e lei con me, che alla fine dell’incontro non mi posso trattenere e blocco il primo seminarista simpatico che mi è dato di bloccare: «Ti posso chiedere...? Sto facendo un’inchiesta su un fatto ben strano... » e gli riferisco il tutto, assieme speranzosa nelle potenzia-
lità del seminarista, ma rassegnata a non soddisfare comunque la mia curiosità, se non prendendo magari il coraggio a due mani e appostandomi giorno e notte nei paraggi di via Belenzani. Il seminarista, però, all’ascoltare il mio racconto, ha una reazione del tutto diversa: scoppia a ridere e non si ferma più. Trattengo il respiro: sono vicina alla verità, lo sento! Ed è stato proprio così che ho scoperto... una nota tradizione natalizia trentina ed altoatesina, che riprende una tradizione diffusa soprattutto in Baviera, la quale vuole che ogni anno, la notte tra il 5 e il 6 gennaio, bambini travestiti da magi vadano di casa in casa ad annunciare la nascita di Gesù Bambino e segnino con il gesso sulle porte delle case le cifre dell’anno in corso (20 - 11 e 20 - 12) e la sigla C + M + B (che io avevo matematicamente interpretato come γ+M + β), separata da croci o semplici linee (e non segni di addizione o sottrazione) cioè «Christus Mansionem Benedicat» (Cristo benedica questa casa), anche interpretato come le iniziali dei tre Re Magi (Caspar, Melchior, Balthasar), di buon auspicio per l’anno appena cominciato. Cercando su Google, ho poi scoperto che è d’uso lasciare la scritta anche per tutto l’anno, come buon auspicio. Incredula, ma sollevata dal fatto che i miei spaventosi scenari da Beautiful mind si fossero finalmente dissolti, ho ringraziato il mio amico e sono tornata a casa con una tradizione trentina in tasca in più ed una formula matematica in meno. Morale della favola: se vi imbattete in una formula come la mia, ora sapete cosa fare: non filosofate troppi immaginandovi serial killer matematici, per rimanere notti e notti con gli incubi (che avranno come esito il lampante monito: «Non studiare matematica all’Università!») ma raffiguratevi bimbi travestiti da Re Magi. Oppure: correte subito al seminario, dove gentili e simpatici seminaristi prima rideranno di voi, poi vi rassicureranno e vi daranno tutte le spiegazioni che vorrete! Sara Caon
Cerchiamo di capire che cos’è il colore e come influenza la nostra vita quotidiana
Protagonista: il colore
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on questo articolo vorrei introdurre una nuova rubrica dedicata al colore e a tutte le sue applicazioni pratiche. Cercherò di analizzare in modo semplice come influenzi inconsciamente molti aspetti della nostra vita sociale e relazionale e come venga impiegato abilmente ad esempio in ambito promozionale, sia a mezzo stampa che web. Un bravo designer, in qualsiasi campo egli operi, lavora abilmente sulla scelta dei colori, degli abbinamenti e individua di volta in volta quelli che sia visivamente che psicologicamente possono essere definiti “cromaticamente corretti”.
Per iniziare è necessario definire che cosa sia il colore. La scienza ci insegna che il colore non è altro che un’elaborazione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina inviano al cervello. In sintesi, il colore nasce dalla luce nel momento in cui essa, colpendo un oggetto, viene parzialmente assorbita e rifratta. Una parte di luce viene riflessa e trasmessa ai recettori cromatici all’interno dell’occhio umano i quali la trasformano in impulsi che, percorrendo le vie nervose fino al cervello, si traducono in un’impressione cromatica. Il nostro occhio percepisce solo alcune delle moltissime onde che la luce diffonde colpendo gli oggetti e riconosce uno spettro di sette colori: il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, l’azzurro, l’indaco e il violetto; gli stessi che si possono ammirare in uno dei più affascinanti fenomeni della natura: “l’arcobaleno”. Il bianco e il nero, detti colori neutri, sono un caso a parte e non vengono considerati propriamente “colori”. Il nostro occhio, infatti, percepisce come bianchi gli oggetti che riflettono tutte le onde luminose e come neri quelli che le assorbono tutte. Esistono molte classificazioni dei colori la più comune e intuitiva è quella che li suddivide in primari (rosso, blu e giallo) e secondari (verde, viola e arancio). Si intendono primari i colori che “non possono essere generati da altri” per analogia e secondari quelli frutto dell’associazione fra parti uguali di due primari.
La figura riassume la classificazione ponendo nel triangolo centrale i colori primari; nei triangoli laterali, che compongono l’esagono, sono presenti i colori secondari (triangolo arancio = giallo + rosso, triangolo verde = giallo + blu e triangolo viola = blu + rosso) e nella ruota si riportano oltre che i colori primari e secondari anche i colori terziari cioè quelli frutto dell’unione tra un primario e un secondario. I colori si posso suddividere anche in caldi e freddi. Si dicono colori caldi quelli dal giallo al rosso mentre freddi quelli dal blu al verde. Segue la prossima puntata che tratterà nello specifico la “psicologia del colore”. Maurizio Franchi
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S P O RT E S O C I E TÀ
L’autrice a confronto con la sua malattia in un autobiografia da non perdere!
“Yuri e il mistero delle scarpe blu” di Elvira Magro
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l 13 ottobre scorso presso la Biblioteca Civica di Anghiari (AR), sede della Libera Università dell’Autobiografia, è stato presentato il libro di Elvira Magro Yuri e il mistero delle scarpe blu, curato dalla casa editrice Booksalad: si tratta di un racconto autobiografico che copre un arco temporale di sette anni in cui l’autrice narra il suo percorso personale attraverso la malattia oncologica. Il libro è il risultato di un lavoro di redazione memorialistica svoltosi presso il Centro “Franca Martini” di Trento in collaborazione con la dott.ssa Daniela Rosi, responsabile culturale dell’Istituto. Le prefazioni che accompagnano il volume sono firmate dal professor Domenico Devoti, psicoanalista e psicoterapeuta, docente presso l’Università degli Studi di Torino, e dal dottor Giorgio Bert, medico e studioso di medicina narrativa, operante presso l’Istituto Change di Torino, ente noto per aver adottato il metodo counselling sistemico. Per i non addetti ai lavori con tale termine si indica un sistema relazionale che tende a sviluppare le potenzialità dell’utente promuovendone atteggiamenti propositivi in relazione al contesto in cui si trova. Elvira Magro, docente di lingua e letteratura tedesca negli istituti superiori della Provincia di Trento, offre un resoconto pungente delle difficoltà in cui incorre quotidianamente l’ammalato cronico relazionandosi con il sistema sanitario, con l’apparato medico, con l’assistenza privata, con il “mondo dei sani” e spazia poi anche nella descrizione degli ostacoli incontrati nella gestione della vita privata. Servono mente lucida, nervi saldi, grande pazienza per fare bene questo mestiere, cioè quello dell’ammalato, insomma bisogna essere sani, conclude paradossalmente l’autrice. La protagonista non ha mai rinunciato alla ricerca del dosaggio appropriato della formula di guarigione, anzi, pur muovendosi fra terapie convenzionale e nella selva di opzioni alternative, riuscì a scansare le pericolose ed illusorie derive fittizie arrivando ad un’indagine conoscitiva, giocata sul filo del “conosci te stesso”, della ricerca del sé più autentico. La malattia come veicolo di indagine, di presa di coscienza delle proprie istanze più vere e di crescita interiore. Un libro-testimonianza da meditare e su cui meditare, sottolinea il professor Devoti, in distribuzione presso il Centro Franca Martini, via Taramelli 8, ed ora anche nelle librerie di Trento. La Redazione
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Ogni gara è una sfida contro gli avversari, contro se stessi, contro le avversità della vita
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Claudio Mirabile racconta la sua Maratona
ella corsa, la Maratona costituisce spicca per bellezza la Maratona d’Italia: nota la parte più nobile e sofferta. Si anche come maratona di Carpi. dice che la maratona offra alle Mirabile, ha gareggiato alla Maratona masse una possibilità d’identificazione con d’Italia arrivando quarto, un risultato che l’angoscia e la bellezza dello sport poiché possiamo considerare una vittoria: la sua i concorrenti riuniscono mente e corpo personale conquista. in una prova definitiva delle loro risorse. Chi gareggia lo fa soprattutto con la forza delle gambe, io lo faccio con la forza delle braccia”. È ciò che ci ha risposto Claudio Mirabile, ciclista dell’Handbike, paraplegico da alcuni anni a causa di un incidente motociclistico, quando gli abbiamo chiesto del perché si corra una Maratona. Nel mondo si corrono tante Maratone. Ovvero si corrono tante gare di corsa sulla distanza di 42,195 km, nel ricordo della corsa più epica in assoluto. Quella nella quale un emerodromo (corridore eccezionale Claudio Mirabile e Alex Zanardi che recapitava notizie) il mitico ateniese Fidìppide, dopo la battaglia tra spartani e ateniesi, corse fino ad Atene, per 42 chilometri morendo probabilClaudio si allena tutto l’inverno, al coperto mente per la fatica, dopo aver annunciato la quando piove o fa freddo, disponendo la sua vittoria di Atene. handbike su speciali rulli. Appena il tempo La maratona di New York è una tra le più glielo consente macina chilometri con sacrififamose al mondo. Nel nostro Paese, invece, cio e determinazione dalle parti di Sommariva
del Bosco, in Provincia di Cuneo, dove vive. Quest’anno ha partecipato a varie gare del giro d’Italia handbike, migliorandosi a ogni competizione. Negli anni passati ha partecipato ad altre maratone tra le quali quella di Padova e quella di Berlino. Subito dopo la Maratona di Carpi abbiamo chiesto a Claudio di raccontarci della corsa: “la gara è andata bene, ho concluso in 1 ora e 16 minuti. Ho dovuto affrontare un percorso molto più impegnativo e difficile degli altri anni per via di gincane e di vari rallentamenti dati da curve strette. Questa è stata la mia ultima gara per il 2012, un anno iniziato non bene, ma concluso con notevoli miglioramenti rispetto agli anni passati. Penso già a quest’inverno, perché i buoi risultati delle gare durante l’anno si preparano essenzialmente nella stagione fredda.” Infine gli chiediamo perché gli piacciano così tanto le maratone? Insomma rientrano in quella parte di atletica leggera chiamata podismo, e tu sei un ciclista dell’handbike! “Perché ogni gara è principalmente una sfida, contro gli avversari, contro se stessi, contro le avversità della vita.” Dorotea Maria Guida
Un mezzo alternativo per la partecipazione giovanile
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Fumetti, gatti e sedie a rotelle...
on è semplice trovare uno strumento immediato ed efficace che faccia da intermediario tra le nuove generazioni e la prospettiva della disabilità. Un mezzo che eviti eccessi di retorica e risulti gradevole l’hanno saputo sfruttare appieno, inconsapevoli della risonanza che avrebbe avuto, due ragazzi: Luca Parisi ed Irene Frascari. Irene Frascari è una dottoranda del reparto di cardiologia presso l’ospedale Sant’Orsola di Bologna ed opera nell’ambito delle biotecnologie mediche. Oltre alla carriera universitaria dedica il suo tempo all’associazione Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare della sezione bolognese: fa parte infatti del consiglio direttivo. Luca Parisi, classe 1982, è originario di Rovereto ed attualmente s’alterna tra Arco, Bologna e Ravenna dove frequenta la laurea magistrale in biologia marina. Appassionato di fumetti, ha sviluppato il suo stile personale spaziando da autori famosi (come Charles M. Schulz) a illustratori nostrani (Silver, Bonvi...). Nel maggio 2011 Luca ed Irene vinsero il concorso per disegnatori e fumettisti “Prestami la tua mano...per il mio sogno” indetto dalla UILDM di Bologna e finanziato dal Centro Servizi per il Volontariato di Bologna VolaBo. Il progetto ebbe successo: l’iniziativa scavalcò i confini regionali andando a coinvolgere nove ragazzi affetti da distrofia muscolare, nelle veci di sceneggiatori, affiancati da undici fumettisti provenienti da tutto il nord Italia. Gli interessati si proposero all’associazione e fu compito degli organizzatori combinare, basandosi sul rodato criterio della casualità, le coppie che avrebbero iniziato il sodalizio lavorativo. Ma di cosa si trattava? Tale iniziativa prevedeva la diretta collaborazione tra illustratori ed associati: le coppie avrebbero lavorato a stretto contatto per realizzare fumetti sceneggiati ed illustrati da loro stessi, sicuri di potersi esprimere con la più completa libertà interpretativa. Il bando, infatti, non dava direttive specifiche sulle tematiche che la sceneggiatura avrebbe dovuto affrontare ma, sorpresa anche per gli organizzatori!, la maggior parte delle trame toccarono la questione della disabilità, trattandola con tecniche che attingevano allo stile fantasy, al mondo dei
manga, alla tradizione dei cartoon... Emerse così un filo rosso che legava le storie e parallelamente lasciava affiorare anche l’impressione che ci fosse la voglia di sviluppare temi tanto impegnativi presentandoli con una delicata dose di ironia. Gli organizzatori si prefissarono lo scopo di far interagire gli associati di UILDM con
volti nuovi che si rendevano disponibili ad impiegare il loro tempo ed il loro talento per realizzare un progetto comune: raccontare tramite i disegni. L’intento di base rimase comunque il contatto e il confronto diretto fra le persone, al fine d’instaurare nuove amicizie, mentre la creazione di un fumetto doveva esser relegata al ruolo dello strumento: un pretesto, quindi, per stare assieme. Lo spirito dell’inclusione, cardine dell’iniziativa, venne perfettamente rispettato se si pensa che furono coinvolti tutti i richiedenti utilizzando anche l’escamotage di far interpretare la stessa sceneggiatura a più artisti. La storia vincitrice del concorso raccontata da Irene e Luca “L’apparenza inganna”, specifica Irene, deriva da uno spunto offertole dall’esperienza personale: durante le visite da un’amica notò che le sue gatte adottavano atteggiamenti diversi a seconda che si trovassero a fronteggiare una sedia a rotelle
elettrica o manuale. Da quest’osservazione la trama nacque spontaneamente: due gatti diffidenti si trovano alle prese con due ragazze sulla sedia a rotelle desiderose di coccolarli. Questo è lo spunto iniziale da cui prende avvio la storia. Immediate, fresche ed ironiche le tavole illustrate narrano di un’esperienza in cui ci si può riconoscere, rese con abilità di chi, giocando sugli spunti offerti dallo sketch, s’impegna a non trascurare una sottile verve comica. Il modello è tanto classico, la personificazione animale infatti già è presente nella Grecia della Batracomiomachia di Omero, in Esopo e in Fedro... quanto contemporaneo: può essere riconducibile ad un Monty di Jim Meddick o alle tavole di un emergente Zerocalcare per quanto riguarda la ripresa dello spunto narrativo dagli scorci offerti dalla vita quotidiana. Ciò insegna che per quanto possa sembrare banale anche una piccola vicenda apparentemente di poca importanza, nei disegni e nella storia di un autore attento, ha la capacità di riuscire a trasmettere un’informazione inaspettata al lettore. Sceneggiatrice ed illustratore collaborarono soprattutto tramite mail e telefonicamente confrontandosi spesso e ragionando assieme sia sullo studio dei personaggi sia sulla resa del layout finale. Nonostante i ritmi di lavoro serrati, ricorda Luca, la precisione di Irene e la sua sceneggiatura dettagliata sono state molto d’aiuto per aver un’idea immediata di cosa sarebbe comparso nella vignetta. Nulla venne lasciato al caso: l’attenzione alla resa del dettaglio è dimostrata dal fatto che lo scambio d’informazioni non si sia limitato all’ambito strutturale, ma anche di resa grafica dei particolari. Ad esempio, per rimanere il più attinenti possibile alla realtà, scelsero di riprendere le sedie a rotelle confrontandone svariate foto per un’accurata proposta grafica. Dal giorno della premiazione, nel maggio 2011, le tavole dei partecipanti vennero esposte presso l’Ipercoop del Centro Lame di Bologna per un breve periodo: ogni creazione venne affissa su un pannello accompagnato dalla possibilità di sfogliare la storia in formato cartaceo. Ma l’esperienza non finì con l’esposizione delle opere! Dopo la premiazione l’iniziativa arrivò ad un nuovo livello d’evoluzione: si
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PA SSAT E M P O
“Comportarsi bene non serve a niente, è stupido essere onesti...”
Carnage
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oman Polanski concentra in poco meno di 80 minuti, facendo abile uso di una sola location, un piccolo “dramma” tra due famiglie newyorkesi. L’oggetto della disputa è rappresentato da una lite, piuttosto violenta, tra i loro rispettivi figli; teatro delle vicende è uno soltanto, ovvero l’appartamento dei coniugi Longstreet, genitori della “vittima”. Penelope (Jodie Foster) e Michael (John C. Reilly) invitano tra le proprie mura Nancy (Kate Winslet) e Alan Cowan (Christoph Waltz) con il proposito di riconciliare il rapporto tra i loro ragazzi, chiarendo l’accaduto e analizzando le motivazioni che hanno prodotto lo scontro tra i due giovani. L’incontro inizia, sulla carta, con i migliori propositi ma, ben presto, le quattro personalità esterneranno la loro vera natura. Penelope è una scrittrice, con la passione per l’Africa e l’arte, mentre Michael è un
Il sistema dello spreco e del disprezzo
Trailer
agente di commercio di articoli ornamentali, utensili e sanitari; Nancy è un’operatrice finanziaria mentre Alan è il legale di un’importante industria farmaceutica.
perfetto climax fatto di battute taglienti e ritmo incalzante. Inevitabile il riferimento alla natura dell’animo umano, di per sé incline al conflitto con gli altri e innatamente egoista e possessivo riguardo ai propri averi. Di fatto, da un incontro che avrebbe dovuto vertere sul bene dei propri ragazzi, i riflettori si spostano sulle debolezze dei quattro adulti, così come viene messo l’accento sul loro ossessivo attaccamento ai beni materiali. Emblematiche le reazioni, al limite della disperazione, di ognuno di essi dinnanzi all’intaccamento dei propri averi: Penelope nei confronti dei suoi volumi d’arte, Michael e il suo orgoglio verso il suo Scotch e i suoi sigari, l’immancabile borsetta di Nancy e il centro della vita di Alan, il suo cellulare. Uscito nelle sale nel 2011, il film di Polanski fotografa con sottile ironia uno spaccato di vita quotidiana di due coppie “normali”, scavando dietro le loro maschere e svestendoli dei ruoli che sono soliti interpretare durante la giornata, mettendone a nudo il vero carattere individualista, diffidente e prevenuto verso il prossimo, caratterizzato dall’attaccamento alla proprietà e da un profondo egoismo, inteso come salvaguardia dei propri interessi a scapito di quelli altrui. Dal punto di vista cinematografico la narrazione di tutta la vicenda è resa assai gradevole sia da quattro magistrali interpretazioni (tre premi Oscar in scena) sia da una ricchezza di contenuti dialettici e situazioni che, a parte qualche battuta non particolarmente originale, suppliscono ad un’inevitabile staticità dovuta semplicemente alla scelta di girare l’intera pellicola all’interno delle mura di un appartamento (se si esclude la breve sequenza iniziale e quella finale). Matteo Tabarelli
U
Mondo di Carne
n giorno come tanti nelle migliaia di stabilimenti sparsi per il nostro pianeta, fabbriche di carne a ciclo continuo. Sotto scala cinesi, capannoni industriali riconvertiti ad allevamenti nelle campagne dell’Est Europa, fino alle gigantesche hangar nel nord e centro America. Polli, oche, bovini e ovini, vivono la loro breve esistenza in funzione di uno schema, domanda-offerta, che nulla ha a che vedere con una cultura in cui uomo e animale dipendono uno dall’altro in un rapporto di reciproco rispetto. Fast-food, diete caloriche e una diffusa ignoranza culinaria, oltre che una vera e propria speculazione finanziaria, traducono l’interdipendenza uomo- animale in un orrore senza fine. Ogni anno si calcola che il consumo di carne, nei paesi occidentali, si aggiri ai 300 kg a persona. L’esigenza di garantire a tutti questo privilegio, necessita di un costo di produzione e distribuzione della materia prima molto basso, tale da garantire la vendita al dettaglio a un prezzo accettabile per tutti. Ma tutto questo meccanismo, ben più complesso di come viene qui trattato, se può generare un vantaggio diffuso su larga scala tra produttore e consumatore, nasconde una realtà davvero inquietante. Secondo l ’ultimo rappor to del Worldwatch Institute “State of the World 2012”, dedicato al tema “Verso una prospettiva sostenibile”, il numero di polli destinati al consumo umano è cresciuto del 169% dal 1980 al 2010, portandosi da 7.2 miliardi di individui a 19.4 miliardi di individui. Durante lo stesso periodo la popolazione di capre e pecore ha raggiunto i 2 miliardi e la popolazione dei bovini è cresciuta del 17% raggiungendo 1.4 miliardi. Secondo i dati del Consultative Group dell’International Agricultural Research le stime di crescita al 2050 prevederebbero una popolazione globale di polli di circa 35 miliardi, di capre e pecore di 2.7 miliardi e di bestiame di 2.6 miliardi. La popola-
La coppia di ospiti (i Cowan), a differenza dei Longstreet, appare decisamente impegnata dai loro rispettivi lavori e denota un atteggiamento distaccato, ma anche rassegnato, nei confronti del proprio figlio, soprattutto Alan, che vive costantemente in simbiosi con il suo cellulare. Proprio questa sua irritante necessità farà da regolare sottofondo a catalogo concorso UILDM tutta la vicenda, contriscelse di lasciare a tutti i partecipanti buendo non poco allo qualche cosa di personale e concrescioglimento graduale to che potesse essere un monito ed delle “maschere” indosun incentivo per il progetto. Tutto sate, di primo acchito, dai il materiale fu quindi riunito in un quattro protagonisti. Da catalogo. un iniziale conciliabolo L’uscita della raccolta non passò tra coppie nel quale le due sotto silenzio, anzi, il progetto “Preparti tentano di mostrarsi stami la tua mano...per il mio sogno” disponibili l’una verso da quel momento ebbe una seconl’altra e spalleggiarsi per da cassa di risonanza che incentivò il bene dei propri figli, il rapporto di collaborazione tra l’individualismo prenderà associato e fumettista, offrendo allo ben presto il sopravvento, stesso tempo una maggior visibilità le “alleanze” tra mogli e all’associazione UILDM. mariti si rompono in un L’originalità dell’iniziativa venne confermata anche dall’articolo de La Repubblica ed anche dall’intervento nel sito del Comune di Roma. Risultati alla mano s’è dimostrato che rappresentare uno scorcio di Attenzione attenzione: volontari cercasi. Abiti a quotidianità attraverso i fumetti è una pratica dalle grandi potenzialità Trento, o lontano da qui ma conosci comunque comunicative, nonostante la mentalità comune sia solita relegarla ad un l’Associazione Prodigio? È proprio te che stiamo ruolo d’intrattenimento. cercando! Se decidi di essere dei nostri, avrai Inutile calcare sul fatto che lo sfruttamento della tecnica fumetla possibilità di: scrivere articoli per il nostro tistica a vantaggio di un approfondimento sociale potrebbe essere un bimestrale, anche seduto comodamente sul canale preferenziale sia per arrivare tuo divano di casa; accompagnare i disabili a destinatari già veterani del mondo della disabilità sia per rapportarsi dell’Associazione agli incontri nelle scuole, con persone, soprattutto giovani, senza esperienze dirette con tale conferenze, tavole rotonde, convegni; collaborare settore. Ad un anno e più di distanza attivamente agli eventi organizzati e promossi sarebbe produttivo ripensare ad dall’Associazione; esprimere la tua creatività un’evoluzione dell’iniziativa, sicuri d’andare incontro ad un pubblico e voglia di fare al servizio dei diversamente preparato e, come già ha dato prova, partecipe ed interessato ad abili. Non esitare, ti vogliamo così come sei! affrontare tale questione con un taglio più immediato e, perché no, spensierato. Monica Miori
zione attuale di individui sottoposti ad allevamento umano tra bovini, capre, pecore, polli, maiali, dromedari, anatre, lepri, conigli, tacchini, oche ecc. è passata da i 9 miliardi del 1970 ai 26.7 miliardi attuali, come indicano i dati di FAOSTAT, il database statistico della FAO, sistematizzato dal Worldwatch Institute. I maiali, per esempio, sono passati dai 547 milioni del 1970 ai 965. Questi dati sono a dir poco inquietanti e la dicono lunga sulla smisuratezza dell’uomo. Tornare a stili di vita più sostenibili non è più un’opzione. Possiamo solo decidere se saremo noi a frenare il consumismo sfrenato o esserne assolutamente sopraffatti. Le soluzioni esistono, e per il caso del consumo di carni sono abbastanza accessibili. Come ad esempio ridurne il consumo, dando valore alla qualità del prodotto e non alla sua quantità. In tutta Italia stanno fiorendo esempi di sostenibilità a KM 0, sono piccole fattorie, di solito a conduzione familiare e allevano gli animali in spazi sani e aperti. Non vengono somministrati tutti gli antibiotici e integratori alimentari come accade nelle grandi farm e, nel rispetto della salute dell’animale, si offre al consumatore attento, un prodotto sano e genuino. Non bisogna pensare a soluzioni drastiche, del tipo, da domani basta carne. Ma inizia ad essere necessario che il cittadino si renda consapevole di ciò che compra e mangia. Tutto ha un costo a questo mondo, ma chi sarà a pagare quello più alto? Per ora lo pagano gli animali da batteria, ciechi dinnanzi al loro breve destino, che dalle loro gabbie prive di dignità e speranza riempiono i nostri stomaci ingordi. Informazioni: www.worldwatch.org, www.earth-policy.com. Lorenzo Pupi
Cercasi volontari
Le tavole del concorso sono reperibili all’indirizzo: https://sites.google. com/site/fumettouildm/
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pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | dicembre 2012 - n. 6
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