BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PRODIGIO ONLUS SUL MONDO DEL DISAGIO E DELL’HANDICAP NUMERO IV - AGOSTO 2017 - ANNO XVIII - 103° NUMERO PUBBLICATO
WWW.PRODIGIO.IT
PROGETTO DI GIORNALE Trentino Sport Days
Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 - Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - 70%- DCB Trento . Contiene I.R.
Si terrà ad ottobre a Riva del Garda l’evento che promuove lo sport per tutti. pagina 4
Dynamo offCamp Per la prima volta in Trentino l’associazione Dynamo Camp specializzata in terapia ricreativa. pagina 5
Abbattiamo le barriere un gesto alla volta
Parchi per tutti Come nasce l’associazione che promuove lo sbarrieramento dei parchi pubblici italiani. pagina 7
Niente sta scritto Stanno per concludersi le riprese del nuovo documentario a cura della Fondazione Fontana Onlus. pagina 11
IN EVIDENZA
Parte il progetto “Coltiviamo Media Civici di Comunità”
EDITORIALE
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pro.di.gio.
L’estate di PRODIGIO si colora di tre nuovi sorrisi: con il primo luglio sono infatti entrati in servizio civile in redazione Cristian Bua, Samuel Daldin e Valentina Grasso, guidati dall’operatore locale di progetto Giulio Thiella. Prosegue e si rafforza inoltre l’impegno della nostra associazione in favore della rottura delle barriere architettoniche e culturali che ancora oggi circondano, e spesso isolano, i disabili e le loro famiglie. In quest’ottica ci uniamo agli amici della sezione trentina di A.N.G.L.A.T. (Associazione nazionale guida legislazioni andicappati trasporti) e al loro presidente Marco Groff per chiedere che i nostri comuni adottino un contrassegno automobilistico unico per i disabili. Ad oggi infatti non esiste una regolamentazione nazionale univoca in materia e quindi ogni Comune è libero di rilasciare i contrassegni nel formato che preferisce. Ciò però comporta l’impossibilità, per la polizia municipale delle città diverse da quella di rilascio, di verificare l’effettiva autenticità del documento. Di conseguenza, prima di recarvisi, i disabili devono avvisare i vigili competenti, pena il rischio di venire multati a causa del contrassegno diverso e quindi non automaticamente e immediatamente verificabile. A quasi un anno dalla scomparsa del nostro storico presidente e fondatore Giuseppe Melchionna e a due mesi dalla chiusura del primo Premio artisticoletterario a lui dedicato, che ha visto impegnati oltre cinquanta fotografi, poeti e letterati da tutta Italia, abbiamo inoltre deciso di bandire una seconda edizione del concorso. Riteniamo infatti che l’arte sia un mezzo efficace per affrontare con il giusto mix di razionalità e dolcezza un argomento delicato come la disabilità, dove spesso l’indifferenza s’intreccia con il pietismo e la poca conoscenza della quotidianità di chi ne è portatore. La novità di questa seconda edizione del Premio sarà l’apertura, accanto al tema della disabilità, a quello dell’invecchiamento e della malattia. Riconfermata invece l’articolazione nelle tre sezioni Racconto, Poesia e Fotografia e la possibilità per i ragazzi di partecipare come gruppi classe assieme agli insegnanti. Per saperne di più, si rimanda al bando integrale, consultabile a breve su www.prodigio.it Martina Dei Cas
Proprietà: Associazione Prodigio Onlus Indirizzo: via A. Gramsci 46/A, 38121 Trento Telefono: 0461.925161 Fax: 0461.1590437 Sito Internet: www.prodigio.it E-mail: associazione@prodigio.it Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 Spedizione in abbonamento postale Gruppo 70% Stampa: Publistampa (Pergine Valsugana).
Samuel
Cristian
Primo giorno, riunione generale Mi presento con il nome di Samuel sono specializzato in programmazione informatica e sono anche uno dei nuovi giovani che inizia il percorso di Servizio Civile di quest’anno 2017, esattamente il 3 luglio, data in cui ho avuto modo di conoscere e vedere tante persone presso la Biblioteca Diocesana Vigilianum a Trento, che come me, iniziano questo cammino per diventare “cittadino attivo”, così siamo stati chiamati dai nostri collaboratori più esperti i quali ci hanno raccontato la storia, i progressi, ma soprattutto l’importanza del Servizio Civile che può avere sulla nostra società e su noi stessi. Una giornata molto importante e impegnativa, ricca di informazioni e consigli per iniziare e proseguire al meglio questo nuovo percorso di vita della durata di 1 anno, le mie aspettative e le mie emozioni sono tante e forti, poiché sono passato dalla stato off allo stato on , dunque potrò portare anche io il mio piccolo contributo alla società di Trento. Devo ammettere che ho anche un pò di timore e di timidezza nel pensare a che grande scalinata sto per percorrere, sono solo ai primi gradini e vedo la fine lontana lontana ed erta, ma la determinazione e le soddisfazioni che incontrerò saranno molto più intense per tirarsi in dietro. Secondo giorno, ingresso ad Ass. PRODIGIO Onlus La mattina del 4 Luglio, Martedì, conoscevo già i volti che avrei incontrato durante il mio primo giorno a PRODIGIO e mentre percorrevo il tragitto per arrivare in associazione le domande in testa diventavano sempre più numerose sullo svolgimento della giornata. Iniziammo il tutto con una breve presentazione e discussione tra i collaboratori interni e noi, trio di nuovi giovani composti da: Cristian Bua, Valentina Grasso e infine io, pronti ad iniziare l’attesa giornata, postazioni e tutte le eventuali indicazioni erano state date, eravamo tutti pronti per iniziare al meglio il nostro nuovo percorso. Sono Samuel, ebbene sì! Sono un giovane di Servizio Civile!
Il Primo Giorno: Mi chiamo Cristian Bua, ho 24 anni, mi piace la lettura, soprattutto romanzi, scrittura e fotografia, la mia idea di fotografia è quella di poter fermare quel momento e incorniciarlo nei propri ricordi per sempre. Ho ottenuto il diploma professionale in “Operatore della gestione aziendale” nell’anno 2011 presso l’istituto per i servizi commerciali e turistici “Livia Battisti”; Nella giornata di lunedì 3 luglio 2017 c’è stata la partenza con la formazione generale presso la Biblioteca Diocesana “Vigilianum” di Trento dove ho avuto modo di incontrare tanti altri ragazzi che, come me, inizieranno questo cammino verso l’essere “Cittadini Attivi”, e ora anch’io, come loro, sono un nuovo giovane in Servizio Civile presso l’Associazione Prodigio Onlus nel progetto “Coltiviamo Media Civici di Comunità” nell’anno 2017, sono felice di questa mia scelta e dell’opportunità che mi è stata data. L’opportunità di poter essere e diventare un Cittadino Attivo, di poter vedere con i miei occhi una realtà vera ed esistente nella nostra comunità, nella nostra vita e soprattutto di poter lavorare a contatto con collaboratori esperti che possano darmi un punto di vista diverso dal mio, ma oltre a questo ho la possibilità di conoscere e capire nuove persone, da questa esperienza spero e voglio poter crescere, maturare, capire il più possibile ed essere una persona migliore per me stesso e per le persone che sono al mio fianco, che incontrerò durante questo percorso e che avrò modo di conoscere e incontrare nella mia vita. Il Secondo Giorno: Il secondo giorno? Tante aspettative, tante motivazioni e la classica ansia che accompagna, quasi sempre, le nuove esperienze. Queste sono tutte cose che, personalmente, credo siano normali quando si sta per fare e che si farà un percorso davvero importante e, soprattutto, che piace. Cristian Bua
Samuel Daldin
Valentina Pronti, partenza e … via! Mi presento: sono Valentina, classe 1988, e sono approdata in Trentino-Alto Adige da solo un paio di anni. Dopo essermi laureata in Biotecnologie Molecolari e Industriali, presso l’ Università degli studi di Napoli “Federico II” nel 2015, mi sono trasferita in questa Regione per esigenze familiari. La scelta di aderire allo SCUP (Servizio Civile Universale Provinciale) promosso dalla Provincia autonoma di Trento e in particolare al progetto “Coltiviamo media civici di comunità”, presso l’Associazione PRODIGIO Onlus, è nata dalla necessità di mettersi in gioco dopo un percorso di vita completamente diverso e dalla voglia di sperimentarsi in rapporti interpersonali da cui poter solo appren-
dere. Le aspettative sono tante e le principali sono legate alla crescita personale e professionale che auspico possano derivarne. Non è tanto il tempo trascorso dall’inizio del progetto, ma già quest’ inizio promette bene. Quindi eccomi qui. Si parte con questa nuova esperienza. Nuovi volti, nuovi luoghi, nuove vite da raccontare. Ancor di più, tante nuove esperienze da vivere in compagnia di altri giovani che come me vogliono diventare cittadini attivi pronti a dare il proprio contributo alla società. E allora buon inizio e buona continuazione a tutti noi.
Direttore responsabile: Francesco Genitoni. Redazione: Luciana Bertoldi, Carlo Nichelatti, Lorenzo Pupi, Giulio Thiella, Martina Dei Cas, Maurizio Menestrina, Valentina Grasso, Cristian Bua, Samuel Daldin Hanno collaborato: Alessia Vinante, Fabiola Motta, Chiara Soma, Lisa Manente, Stefania Segatta, Elisa Pozza, Nicola Sartori, Claudia Protti, Raffaella Bedetti, Alessia Visintin, Nadia Martinelli In stampa: 2 agosto 2017.
Valentina Grasso
Abbonamento annuale (6 numeri) Privati €15,00; enti, associazioni e sostenitori €25,00 con bonifico bancario sul conto corrente con coordinate IBAN IT 67G 08304 01846 000046362000 intestato a “Associazione Prodigio Onlus” presso la Cassa Rurale di Trento indicando la causale “Abbonamento a pro.di.gio.”
A CC E SS I B I L I TÀ
Il BiblioTake al Festival M.I.N.D di Verla Festa e Cultura si incontrano
Il Bibliotake appena giunto a Verla Per il secondo anno consecutivo le quattro organizzatrici, Stefania Segatta, Elena Frismon, Cecilia Sartori e Fiamma Rossi hanno collaborato con l’associazione “Gruppo Verla Iniziative”, organizzatore della festa “L’Sagron de La Terza de Lui”, per dare di nuovo vita alla rassegna culturale M.I.N.D,
che, con l’ausilio delle diverse discipline artistiche riassunte in quattro macro-temi «Messa in Scena, Incontri, Nutrirsi, D’arte» e attraverso il dibattito con il pubblico, va ad indagare le problematiche contemporanee col fine di spingere alla riflessione. Questa rassegna è diventata parte di un progetto di coinvolgimento dedicato alla fascia giovanile rientrando nell’ambito delle Politiche Giovanili della Provincia Autonoma di Trento. Nelle giornate dal 14 al 16 luglio ha preso il via l’esposizione delle opere del concorso artistico «Memoria Futura – Cosa lasciare ai posteri», allestita in occasione dei tre giorni di festa, tale mostra mette in sfoggio il contributo degli artisti, chiamati per creare quella che sarà la futura memoria collettiva del presente. In queste tre giornate anche l’Associazione PRODIGIO Onlus ha voluto aderire proponendo la sua opera più importante, la cosiddetta «Bibliotake», essa non è altro che un mobile salvato dalla discarica dai collaboratori di PRODIGIO e affidato alle efficienti mani dell’artista Maurizio Menestrina,
Angolo della Poesia
Cristian Bua
Bibliotake
è il primo spazio di bookcrossing mobile e accessibile anche a chi è in carrozzina o dispone di ridotta mobilità motoria perché la lettura...non deve avere barriere! Per sostenerci vieni a trovarci in redazione portando un libro che non leggi più, in cambio potrai cercare qualcosa di interessante nel BiblioTake, dove custodiamo volumi per adulti, ragazzi e tanti bellissimi libri per i più piccoli!
MARKETING SAIT
L’autrice Nadia Martinelli
operatore del Centro Anffas di via Gramsci a Trento. Questa vecchia credenza, grazie ai materiali donati gratuitamente, è stata colorata di un giallo frizzante, munita di rotelle e aperture in plexiglass. Tutta la struttura è stata ideata per permettere anche a una persona in sedia a rotelle o con difficoltà motorie di poter curiosare liberamente tra gli scaffali e scegliere il libro che preferisce. Questa nuova realtà è nata dall’unione di cultura e riciclo ed è un’occasione rivolta a tutti, dove ognuno è il benvenuto.
Agosto Agosto ci attende con le foglie d’uva stagionate le buone erbe da cucinare e i girasoli abbronzati, gonfi di semi per sfamare in volo i ghiotti uccelli che si apprestano a scorpacciar sementi per evitare i giorni bui. Nelle giornate afose l’aria si prepara all’autunno per riscaldare bene bene le aule vuote nell’attesa dei bimbi che ancora giocano tra i paesaggi carichi di verde fronde, palloni, biciclette, barchette intagliate, aquiloni e gelati sciolti. La luna è ancora alta ad osservare le splendenti rose e le api fanno scorta sui giorni favolosi di lavanda e fiori e cose leggere sulla terra impregnata di polline e di sogni di orti straripanti di verdure, di pannocchie piene d’oro e di luce e di vento che si diverte ad entrare nelle ore dell’estate di questo tempo. Nadia Martinelli
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S P O RT A CC ESS I B I L E
Una giornata di divertimento speciale all’interno di Trentino Sport Days Lo Sport per tutti alla portata di tutti Trentino Sport Days, l’evento che celebra a tutto tondo la passione per lo sport, in questa edizione 2017 si conferma ad ampio raggio dedicando uno spazio al tema della disabilità. Riva del Garda Fierecongressi include infatti nel suo target di riferimento gli utenti con disabilità fisica e mentale di sei cooperative trentine attraverso un progetto a tema basket, che prende il nome di “Sport Libera Tutti”, coinvolgendo la F.I.P Federazione Italiana Pallacanestro – Comitato di Trento. L’intento è fornire loro l’occasione per sviluppare l’autonomia e le capacità psicomotorie in modo sano e divertente. Una volta presentato ufficialmente il progetto, il gruppo di lavoro scelto si è trovato a Rovereto nel mese di giugno per una prima tappa dove si è ideato un percorso e svolto il primo allenamento. Il prossimo ed ultimo step pre-evento sarà un secondo allenamento il 15 settembre, questa volta a Riva del Garda. Allenamenti che porteranno i ragazzi in fiera, al quartiere fieristico di Riva del Garda, il giorno 7 ottobre 2017: ad aspettarli un percorso motorio a stazioni seguito da un minitorneo di tiri a canestro dove li vedremo in azione, sicuramente coinvolti ed entusiasti. “Sport Libera Tutti” vuole essere una grande opportunità per persone con disabilità fisiche e mentali, trasformando lo sport in una occasione di incontro, scambio e conoscenza anche delle dinamiche di gruppo, tralasciando per un po’ la realtà e il vissuto persona-
le. Condividere la fatica e la gioia di raggiungere un obiettivo comune sono infatti momenti di crescita. L’iniziativa ben si inserisce nel claim della manifestazione fieristica “Lo sport per tutti, alla portata di tutti” declinando il binomio sport-
completa sull’offerta sportiva nazionale pone un occhio di riguardo per il comparto Trentino e nasce come adatta a sportivi di tutte le età. Mentre si promuove lo sport con la “S” maiuscola, si invita alla sensibilizzazione… che sia questa “S” comune alle due parole ad indicare il carattere inclusivo della manifestazione? Senza dubbio Il messaggio del progetto è positivo: qualsiasi persona può trovare nello sport ciò che fa bene, che fa divertire e crescere, si tratta di mettersi in gioco e lasciarsi entusiasmare! I ragazzi attendono con interesse e curiosità questa giornata loro dedicata, pensata per farli stare assieme e divertire nel rispetto delle difficoltà individuali.
Primo allenamento di gruppo a Rovereto disabilità all’interno del concetto di libertà individuale e collettiva. Ci si aspetta che passione, determinazione e spirito di squadra colorino l’evento, programmato per tre giornate di ottobre (6,7 e 8), di cui la prima interamente dedicata alle scuole. In questa edizione Trentino Sports Days “si fa in quattro” e, oltre alla novità speciale finora esposta, presenta Sportworld, Let’s Fit, Outdoor Addiction e Be Healthy: 4 aree tematiche per 4 tipologie di pubblico. La panoramica
Volendo coltivare questo spirito attivo si manifesta il desiderio di rendere Trentino Sport Days un appuntamento fisso all’interno del calendario di iniziative rivolte alle cooperative trentine per disabili; Riva del Garda Fierecongressi spera di realizzarlo, ma soprattutto auspica che questo progetto porti soddisfazione ai partecipanti che saranno tutti premiati, nessuno escluso. Alessia Vinante
Resistere all’immaginario Immagini nelle scuole
Il percorso ha come obiettivo quello di rivisitare il ruolo che hanno le immagini, film, video e disegni nella fase di lettura da parte delle singole persone. Le immagini, infatti, mandano un messaggio molto più chiaro e diretto a chi le legge, tuttavia dipende anche molto dal contesto in cui queste ultime si trovano e come influiscono sulle coscienze dei cittadini. Il progetto <<resistere all’immaginario>>, proposto dalle due ideatrici Olinda Paesano e Margherita Boccali, è stato presentato alla Piattaforma delle resistenza che si occupa di promuovere progetti culturali e di cittadinanza attiva. Qui il progetto, appoggiato da due associazioni di Trento: “Il Gioco degli Specchi” e PRODIGIO è riuscito a concretizzarsi entrando nelle scuole, attraverso tre laboratori, per aiutare i ragazzi
a raggiungere un punto di vista critico sull’informazione e, nello specifico, a fargli assumere un atteggiamento di consapevolezza nell’utilizzo e nella lettura delle immagini.
che viene proposto agli alunni col fine di creare, basandosi sui loro scritti precedenti, un filmato o comunque una raccolta di immagini, passando così dallo scritto al visivo.
Un grande sforzo è stato fatto per raggiungere un risultato accettabile: dieci classi su tre istituti diversi hanno finalmente avviato le attività laboratoriali.
L’ultimo laboratorio prevede la creazione di un blog e il caricamento sullo stesso dei contenuti realizzati dai ragazzi, sul quale confluiranno tutti i contenuti prodotti nell’ambito del progetto.
Il primo fra questi intende focalizzare l’attenzione dei ragazzi sui grandi avvenimenti in atto nella società, sulle cause e gli effetti, raccontandoli attraverso le immagini, quelle fittizie e quelle reali. Terminata questa prima attività viene chiesto ai ragazzi di produrre un elaborato testuale su esperienze personali di resistenza.
Il lavoro in itinere sarà documentato dalle formatrici che insieme ai lavori finalizzati dai ragazzi diventerà oggetto di un video finale a testimonianza dell’esperienza svolta. Tale video sarà proiettato durante l’evento di restituzione finale e in occasione del Festival delle Resistenze Contemporanee.
Samuel Daldin
<<Antropologia visiva>> è il titolo del secondo laboratorio
La barca a vela senza barriere: La regata Hansa 303 sbarca sul Lago di Caldonazzo Domenica 9 luglio sul Lago di Caldonazzo si è svolta la prima tappa del “Trofeo Nazionale Hansa 303”, un’ottima opportunità per gli appassionati della categoria di riunirsi e confrontarsi con altri equipaggi provenienti dal resto d’Italia. La regata è stata organizzata dalla “Cooperativa Sociale Archè”, con la collaborazione di “Associazione Velica Trentina” e “FIV - Federazione Italiana Vela”.
zie a “Sailability ONLUS”, associazione con sede a Desenzano del Garda che come Archè lavora da anni nel campo della vela accessibile.
La giornata è cominciata verso le 11 del mattino, breve briefing con i giudici che hanno illustrato il regolamento ed il campo di regata. Una regola risalta sulle altre: vietato alzarsi! La regata è aperta a tutti, disabili e non, le Hansa 303 sono 5 gli equipaggi coinvolti, due appartenenti al “Team Archè”, barche progettate in modo tale da poter essere governate gli altri tre con le relative imbarcazioni hanno gareggiato gra- stando comodamente seduti al centro dello scafo. Questo appunto per permettere a chiunque, indipendentemente dalla capacità di potersi muovere agilmente a bordo, di navigare in maniera totalmente autonoma. Portare a termine la regata prima degli altri dipende quindi dalle proprie abilità nel destreggiarsi tra timone e vele, sfruttando il vento il più possibile a proprio favore, ma senza mai alzarsi dalla seduta. In questo modo si annulla ogni differenza, andando invece ad accentuare le abilità che ogni marinaio dovrebbe possedere.
Gli equipaggi prima della partenza
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Chiara e Stefano sul 303 prima della regata dio al secondo e terzo posto da due degli equipaggi Sailability, composti rispettivamente da Stefano Ramazzotti ed Elena Piccinelli, Stefano Paoli ed Antonella Bernardi. Le premiazioni si sono svolte presso la sede dell’Associazione Velica Trentina Valcanover, subito dopo la proclamazione dei vincitori della: “Trento Cup Zonale Optimist”, regata dedicata a bambini e ragazzi a partire dai 6 anni che ha condiviso il campo di regata con le Hansa 303 nelle acque antistanti l’Associazione Velica Trentina.
Una bella giornata trascorsa in compagnia, adatta a velisti di tutte le età, dove i più esperti si sono mescolati ad “aspiranti marinai” desiderosi di imparare, permettendo così a tutti di Terminata la riunione, pranzo al sacco veloce al Centro Nau- mettersi in gioco. Prossimo appuntamento con “le 303” e la tico Ekon di San Cristoforo e poi barche in acqua. Partenza vela accessibile a Duino (TS), con la seconda tappa del “Troritardata di qualche ora per mancanza di vento, dopo di che, feo Nazionale Hansa 303”, dal 30 agosto al 3 settembre. finalmente, raggiunta la linea di partenza i giudici hanno dato il via alla competizione. Chiara Soma La giornata si è conclusa con la vittoria di uno dei team Archè, composto da Stefano Dagnoli e Chiara Soma, seguiti sul po-
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Varchi elettronici: cambia il controllo dell’accesso alla Ztl Sono stati completati i lavori di installazione delle telecamere per il controllo automatizzato degli accessi alla zona a traffico limitato. Dopo un primo periodo di sperimentazione, a partire dal 21 agosto verranno rilevati e sanzionati tutti gli accessi irregolari. Non cambia nulla per gli autorizzati all’accesso alla Ztl, già in possesso di regolare autorizzazione e contrassegno: le targhe dei veicoli verranno inserite d’ufficio in una lista, affinché il sistema non ne rilevi l’accesso. Per le categorie autorizzate al transito dovrà
essere obbligatoriamente comunicata la targa per poter essere inserita nella lista. La regolarizzazione dell’accesso può essere richiesta all’ufficio permessi del comando di polizia locale Trento Monte Bondone in via Maccani (per informazioni gli uffici sono a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 13 al n. tel. 0461-889160). Il modello di domanda con le istruzioni per la compilazione e per l’inoltro è disponibile sul sito del Comune. Dal 4 luglio, Trentino mobilità è subentrata alla polizia locale nel servizio di rilascio dei vari
Al parco San Marco fioriere rinnovate grazie al Gap di Anffas
Un libro, una città: vince “Il nome della rosa” Il romanzo di Eco nel 2018 sarà al centro di una lettura collettiva che coinvolgerà tutta la città. Il tema del senso e della ricerca della verità è straordinariamente attuale in un’epoca in cui proliferano le fake news Il libro da leggere insieme nel 2018 sarà “Il nome della rosa”. Il romanzo di Umberto Eco l’ha spuntata anche sull’ultimo dei suoi rivali, “Le città invisibili” di Italo Calvino, aggiudicandosi la vittoria nel referendum “Un libro, una città”. Dopo circa cinquemila voti, espressi dai lettori trentini sui social e soprattutto nelle urne disseminate in biblioteche, librerie e scuole, dopo la coinvolgente maratona lettera-
Per particolari ed eccezionali esigenze gli interessati possono ottenere un permesso provvisorio rivolgendosi al comando di polizia locale o presso gli agenti dislocati all’esterno della Ztl.
Un altro gruppo Anffas, denominato Per.La, ha aderito con sette giovani in età compresa tra i 18 ed i 30 anni (Stefano, Sergio, Anna, Maria Grazia, Sara, Andrea e Davide) al progetto Al mio quartiere ci penso anch’io e nel corso dell’estate si prenderà cura, attraverso attività di spazzamento e rimozione rifiuti abbandonati, del piazzale Europa e altre zone pubbliche in località Madonna Bianca.
Protagonisti nella cura dei beni comuni, perché il vero disabile è chi non è civile Il Gruppo ambiente pulito (Gap) di Anffas ha aderito al progetto dell’Amministrazione Ritocchi urbani, pensato nell’ambito della cura dei beni comuni e aperto alla disponibilità dei cittadini. Coordinati da Veronica, e aiutati da Celeste e Silvia, due giovani impegnate nel servizio civile, Marco, Angelo, Lino, Serena, Stefania, Luca, Alberto, Francesco, Martina, Mario, Roberta e Daniela si sono messi all’opera, hanno levigato le fioriere del parco San Marco e le hanno pitturate, cancellando le scritte che le rovinavano. Il loro entusiasmo ha coinvolto anche Modou e Ousman, due ragazzi che si trovavano per caso nel parco e che, muniti di guanti e pennello,
permessi di sosta e di accesso alla Ztl. Entro l’estate, il permesso rilasciato non sarà più cartaceo, ma sarà fornita una tessera plastificata (PermessOK), che non sarà necessario sostituire annualmente alla scadenza dell’autorizzazione e a partire dall’autunno verrà progressivamente introdotta la possibilità del rinnovo online.
hanno contribuito al risultato. Il Gap nasce dalla volontà di prendersi cura dell’ambiente. Ma Gap in inglese significa anche “differenza”: “Noi siamo Gap perché abbiamo una differenza, che si chiama disabilità, ma siamo comunque persone e vogliamo fare la differenza nel mondo, insegnando ad amare e a rispettare la natura.” ria che ha animato le Feste Vigiliane, finalmente si entra nel vivo e nel cuore di un’iniziativa nata soprattutto con uno scopo: promuovere la lettura, riscoprire i classici, talvolta dimenticati, della letteratura italiana dell’ultimo secolo. L’obiettivo è stato in parte raggiunto, visto che nei mesi scorsi i diciassette libri in corsa per diventare il romanzo da leggere nel 2018 hanno avuto un’impennata di prestiti nelle biblioteche cittadine e di vendite in alcune librerie. Il prossimo anno però sarà “Il nome della rosa” a dominare la scena e a coinvolgere i lettori trentini in un’esperienza inedita o comunque poco diffusa in Italia. “Un libro, una città” invita infatti tutti i cittadini a cimentarsi con lo stesso romanzo, a condividerne pagine, citazioni
Pagina a cura del Comune di Trento
I giovani di Anffas saranno supportati dalle loro coordinatrici Anna e Linda oltre che dall’Amministrazione comunale e da Dolomiti ambiente che metterà a disposizione tutti i materiali necessari. Il progetto Per.La eroga diverse attività formative ai propri ospiti, per sostenerli nel percorso di apprendimento e dare continuità e coerenza al percorso di formazione intrapreso.
ed emozioni, a interpretarlo, declinarlo in linguaggi diversi. A farlo proprio, ma insieme e contemporaneamente a tutta la città. “Il nome della rosa” è un romanzo giallo e insieme un romanzo storico ma anche un romanzo gotico e filosofico-teologico oltre che un contenitore ironico di citazioni dotte. Il filo rosso che unisce questi piani è rappresentato probabilmente dalle continue riflessioni sul senso e sul valore della verità e della sua ricerca, temi straordinariamente attuali in un’epoca in cui si dibatte dell’inarrestabile proliferazione delle cosiddette fake news. Non meno importante nelle pagine di Eco la potenza dissacrante dell’ironia contro tutti i fondamentalismi e le chiusure ideologiche.
Sito Internet del Comune di Trento: www.comune.trento.it Numero Verde 800 017 615
DYNAMO offCAMP per la prima volta a Trento I ragazzi dello staff portano la terapia ricreativa in giro per l’Italia
Il truck di Dynamo con i volontari Dal 5 all’11 luglio la Dynamo offCamp è approdata, a Trento per la prima volta con il suo truck verde ed uno staff di 10 persone specializzate nella terapia ricreativa rivolta a bambini e ragazzi affetti da patologie gravi o croniche, in terapia o nel periodo di post ospedalizzazione. Nata nel 2007 ed ideata dall’attuale presidente Vincenzo Manes, l’associazione Dynamo Camp offre ai minori di età compresa tra i 6 e i 17 anni, e alle loro famiglie, la cui vita è stata compromessa dalla malattia, di soggiornare gratuitamente presso il loro camp sito in Limestre (Pt) per prendere parte ad attività sportive, teatrali, musicali e di artlab.
sono Jasmine, Fabio, Evelina, Davide, Alessandra, Matìas, Marta, Elisa, Francesca e Giorgio, responsabile dello staff, che non solo intrattengono i bimbi in piazza con Radio Dynamo, musical, attività teatrali, Dynamo Studios, circo ed artlab, ma li raggiungono anche negli ospedali e nelle case famiglia di Trento, Rovereto, Cles e Bolzano coinvolgendoli in attività di storytelling. Come spiega Giorgio:«Nell’attività, il bambino deve’ essere coinvolto in maniera attiva così da farlo lavorare intorno al concetto di sfida personale – e continua – perché la capacità di ogni operatore sta nel capire il livello di sfida del singolo bambino in modo tale da proporgli un’attività di laboratorio ad hoc ma che al contempo per il principio di inclusività coinvolga tutti i presenti in egual modo».
Dynamo Camp non solo vuole donare un sorriso a bambini malati e alle famiglie che li sostengono, ma vuole soprattutto far recuperare quella fiducia in se stessi e negli altri che non c’è più sfruttando l’arte del divertimento e offrendo loro la chiave giusta per tornare ad essere «semplicemente bambini». Valentina Grasso
Di fatti regola d’oro per questi ragazzi è quella di coinvolgere i bambini in attività vissute come personali, costruttive e prive di competizione lasciando loro la libertà di scegliere il limite fino a cui spingersi riscoprendo così l’autostima e la fiducia in loro stessi e nelle loro abilità.
Solo dopo qualche anno nasce il progetto outreach, rivolta ai bambini ricoverati in ospedale o ospiti di case famiglia, e l’idea del truck con cui la Dynamo Camp fa il giro della penisola.
«Attraverso i laboratori – sottolinea Giorgio – si aiuta il bambino che vive lunghe degenze in ospedale nel recupero emotivo e psicologico» e soffermandosi un po’ spiega che un bambino portato in ospedale dai genitori, dove i dottori lo sottopongono a continui prelievi e terapie, la prima cosa che perde è la fiducia negli adulti con conseguente chiusura in se stesso.
Ad accogliere i bambini trentini in piazza Cesare Battisti ci
Ecco che la mission della terapia ricreativa proposta da
I volontari di Dynamo Camp in piazza Battisti a Trento
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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - PAGINA A CURA DELL’UFFICIO STAMPA - PIAZZA DANTE, 15 - 38122 TRENTO
«Investiamo su di loro»
al via il programma provinciale che supporta gli universitari trentini e le loro famiglie «Un investimento pubblico sul singolo che avvantaggia la comunità intera» così l’assessora provinciale all’università e alle politiche giovanili Sara Ferrari definisce il programma speciale dei piani di accumulo “Investiamo su di loro” messo a punto dalla Provincia per sostenere le famiglie trentine che risparmiano per mandare i figli all’università. Ad oggi infatti, a livello provinciale, i laureati rappresentano il 29,6% della popolazione tra i 25 e i 34 anni (dati ISTAT): meglio rispetto alla media italiana, che si ferma al 25,3%, ma ancora lontani dal traguardo del 40% dei laureati nella fascia d’età 30-34 anni entro il 2020 che la Provincia si è imposta in conformità con gli obiettivi fissati per il medesimo arco temporale dall’Unione europea. Pertanto, Piazza Dante ha deciso di investire di tasca propria, mettendo a disposizione delle future matricole 1,5 milioni di euro all’anno.
Il piano di accumulo a fini formativi: che cos’è e come funziona? Beneficiare del contributo è semplice. Innanzitutto, bisogna che la famiglia del futuro universitario crei un tesoretto, da destinare alla sua formazione accademica. Il tesoretto può essere accumulato scegliendo il prodotto finanziario che più si adatta alle esigenze della famiglia stessa (propensione al rischio, modalità di versamento): piano di accumulo di capitale, libretto di risparmio, conto corrente bancario o conto di solo deposito, aperto presso istituti di credito, istituti previdenziali anche di natura territoriale, compagnie assicurative, Poste italiane. Il prodotto finanziario può essere intestato sia al minore che al genitore: l’importante è che sia specificatamente indicata la sua destinazione che deve avere ad oggetto il finanziamento di spese per gli studi di formazione terziaria accademica e non accademica.
C’è tempo fino al 31 agosto per aprire un piano di accumulo e godere così dell’incentivo provinciale a sostegno delle famiglie che investono nella formazione universitaria dei propri figli
Il piano di accumulo del capitale deve prevedere versamenti periodici rendicontabili per la durata di cinque anni, per un importo riconoscibile complessivo che va da un minimo di 3.000 euro ad un massimo di 6.000 euro. Saranno ritenuti ammissibili anche i versamenti effettuati in tre o quattro anni purché raggiungano il limite minimo dei 3.000 euro. In caso di prodotti che permettano il prelievo di denaro, lo stesso è consentito per una sola volta all’anno e per una quota pari al 20% dell’accumulato. L’importo deve essere reintegrato entro il 31 agosto dell’anno stesso, pena il decadimento dal diritto al contributo. Ai fini del calcolo del contributo stesso, vengono considerati gli importi versati, al netto di eventuali interessi maturati e delle spese di gestione dello strumento finanziario prescelto. L’istituto bancario/postale/assicurativo dovrà inoltre dichiarare formalmente i versamenti annuali medi e la giacenza media annuale del capitale accumulato. Sono ammessi i versamenti effettuati in forma cumulata durante l’anno, considerato calcolando il periodo 1 settembre-31 agosto.
Il 29,6% dei trentini tra i 25 e i 34 anni sono laureati
Il contributo provinciale La Provincia ha messo a bilancio 1,5 milioni di euro annui a sostegno dell’iniziativa. Pertanto il contributo pubblico provinciale potrà arrivare fino al raddoppio del tesoretto accantonato dalla famiglia per gli studi del figlio/a. Al momento dell’iscrizione all’Università infatti, in base a quanto accumulato e al quadro economico familiare (massimo 29.000 euro annui di reddito Isee), la Provincia aumenterà la dote universitaria della matricola. Il contributo verrà erogato in tre rate annuali: la prima alla richiesta, mentre le altre due saranno subordinate al raggiungimento di determinati livelli di reddito.
Chi può beneficiare dell’iniziativa? Hanno diritto al contributo i residenti trentini da almeno tre anni che vogliano frequentare l’università o un istituto di alta formazione professionale in Italia o all’estero.
1,5 milioni di euro all’anno lo stan-
ziamento provinciale per sostenere i giovani trentini che risparmiano per andare all’università
25,3% la media italiana
Deroga per chi a settembre inizierà il quarto o il quinto anno delle superiori
40% il traguardo da raggiungere
In deroga al criterio della triennalità minima dei versamenti, potranno beneficiare del contributo anche le famiglie di coloro che a settembre inizieranno il quarto o il quinto anno delle superiori. L’importante è provvedere all’apertura del piano di accumulo e al versamento entro il 31 agosto.
entro il 2020
La scadenza Entro il 31 agosto 2017 le famiglie interessate dovranno aprire lo strumento finanziario in favore dell’istruzione universitaria del figlio/a ed effettuare il primo versamento, di almeno 600 euro (e massimo 1.200 euro). Qualora la famiglia abbia optato per un piano di accumulo quadriennale il versamento minimo sarà di 750 euro (quello massimo di 1.500), 1.000 (e massimo 2.000) euro in caso di accumulo triennale.
Interventi pubblici a sostegno degli studi universitari La Provincia autonoma di Trento ti aiuta a finanziare gli studi post-diploma dei tuoi figli. Entro il 31 agosto, le famiglie che intendono iscrivere i figli alla formazione post-diploma, sia universitaria, che tecnica o artistica, possono versare la quota del primo anno del risparmio da destinare al sostegno delle relative spese. Sulla quota versata dalle famiglie, la Provincia autonoma di Trento interverrà con un contributo aggiuntivo, che potrà arrivare fino al raddoppio della cifra risparmiata dalla famiglia. La misura è stata varata dalla Giunta per incentivare le iscrizioni dei ragazzi trentini alla formazione terziaria, italiana o estera. Il Trentino che stiamo costruendo ha bisogno di giovani preparati che contribuiscano da protagonisti alla crescita del nostro territorio, e che possiedano strumenti e formazione per essere competitivi.
UNIVERSITÀ Per il futuro dei tuoi figli
ENTRO IL 31 AGOSTO effettuare il versamento della quota del primo anno di risparmio.
PER UN TRENTINO MIGLIORE Provincia autonoma di Trento | Servizio Istruzione e formazione del secondo grado, Università e ricerca | Via Gilli, 3 - 38121 Trento | e-mail: contributopac@provincia.tn.it www.provincia.tn.it/investiamosudiloro
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ASSESSORATO ALL’ISTRUZIONE | ASSESSORATO ALL’UNIVERSITÀ E RICERCA
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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - PAGINA A CURA STAMPA - PIAZZA DANTE, 15 - 38122 TRENTO I N C DELL’UFFICIO LU S I O N E
Terza edizione della veleggiata senza barriere “All sailing with Lions” Sul lago di Garda per ricordare a tutti quanto lo sport e la vela possano abbattere le barriere e favorire l’inclusione delle persone con disabilità motoria e cognitiva La giornata dedicata alla vela e all’inclusione è cominciata con un ritrovo presso la Lega Navale Sezione dove sono state date indicazioni per la veleggiata e distribuiti gli equipaggi per le 24 imbarcazioni presenti. La veleggiata è stata emozionante con un vento inizialmente da nord, “il Peler”, che ha permesso una tranquilla discesa di poppa verso la parte sud del lago. Nei pressi di Capo Reamol, tutte le barche in sinergia hanno
Anche quest’anno, a Porto San Nicolò a Riva del Garda, si è svolta la terza edizione della “Veleggiata Lions“ ideata dalla Cooperativa Sociale Arché tre anni fa e organizzata ogni anno in sinergia con Lions Club Fortunato Depero, con il supporto di Macramé, le Comunità dell’Alto Garda e Ledro e Vallagarina. L’evento attrae ogni anno sempre più persone e volontari che vogliono mettersi in gioco in un contesto emozionante come quello della barca a vela. La regata non competitiva che da Riva del Garda ha raggiunto Capo Reamol e ritorno ha visto in tutto la partecipazione di 35 persone con disabilità motoria e cognitiva e 25 volontari per le rispettive organizzazioni, ospitate su 24 imbarcazioni a vela messe a disposizione per l‘evento dai rispettivi proprietari, i così detti armatori. Una manifestazione che dimostra come sia possibile creare inclusione attraverso lo sport e la partecipazione dando altresì la possibilità a persone con fragilità di veleggiare insieme in un contesto non competitivo e nelle splendide acque della sponda trentina del Lago di Garda, famosa in tutto il mondo per avere in media 320 giorni all’anno di vento.
Il team di Arché al completo per festeggiare il 10° compleanno fatto un accosto e si sono poi dirette insieme all’arrivo nel momento giusto. Proprio nel momento di cambio vento, quando è giunta“l’Ora”, famosa brezza locale da sud che ha permesso di rientrare in tutta sicurezza in porto prima che rinforzasse d’intensità. Una volta ormeggiate tutte le barche in porto è venuto il tanto atteso momento del pranzo che come consueto è stato organizzato e servito gratuitamente a tutti i
partecipanti dai volontari del Lions Club, che hanno cucinato per una settantina di persone. Al termine si sono svolte le premiazioni in presenza delle autorità locali e il Sindaco di Riva del Garda che con soddisfazione hanno premiato tutti i partecipanti. Al termine dell’evento e prima dei saluti e ringraziamenti si è svolto il karaoke che ha accompagnato gli ospiti in un clima di festa e spensieratezza. E’ stata anche l’occasione per la Cooperativa Sociale Arché di festeggiare i suoi 10 anni di attività a favore delle persone con fragilità e ha anche inaugurato insieme al suo staff e al pubblico presente il primo sollevatore da pontile, installato sul molo galleggiante di Porto San Nicolò, che permetterà a persone con disabilità di praticare in sicurezza la vela attraverso apposite imbarcazioni biposto e accessibili di classe paralimpica, gli Hansa 303. Questo evento contestualmente al compleanno hanno segnato un traguardo importante per questa realtà cooperativa trentina, che ha rinnovato la sua immagine grafica lanciando il nuovo logo “Arché – emozioni all inclusive” per ricordare a tutti quanto gli elementi naturali, aria, sole, vento e lo sport senza barriere siano potenti strumenti di inclusione, relazione e benessere per le persone fragili e un occasione di coinvolgimento di tutta la comunità nel suo insieme. Lorenzo Pupi
Parchi per Tutti Intervista alle due fondatrici ai bambini normodotati e bambini con disabilità motorie, sensoriali, intellettiva di giocare assieme e di essere accessibile anche dai genitori in carrozzina che accompagnano il proprio figlio. “Vere e proprie difficoltà non ce ne sono state, possiamo dire che noi cittadini abbiamo sofferto le lungaggini burocratiche” così affermano le due fondatrici.
“Ciao, siamo Claudia e Raffaella, viviamo in Romagna, zona dove nel 2014 non esistevano giochi accessibili a bambini con disabilità. Tanti parchi con in comune il fatto di vedere installati giochi solo per bambini che sono in grado di arrampicarsi, correre veloci o camminare. Dove sono i giochi per bambini con disabilità? Perché non scegliere un gioco inclusivo?”. Così si presentano le due fondatrici di Parchi per Tutti conosciute ad un banchetto solidale ed entrambe impegnate nell’ambito del sociale, dopo essersi frequentate nel giro di pochi mesi condividono l’iniziativa riguardo il diritto al gioco per tutti i bambini.
La prima richiesta di un parco per tutti è stata proposta a fine dell’anno 2012, solamente nel 2014 il comune ha comunicato l’intenzione di realizzarlo e il parco effettivo è stato installato nell’aprile 2016. In Italia di parchi inclusivi ce ne sono una quarantina ma non si può dire che siano tutti ben progettati, ogni parco è unico e non ne esiste uno perfetto: ogni parco può essere migliorato e reso più accessibile e fruibile. Chi cerca in rete informazioni su parchi accessibili prima
Nato nella primavera del 2014 il blog è lo strumento principale per la condivisione, da poco diventato un sito ufficiale, tratta principalmente tematiche sulla sensibilizzazione e azioni concrete allo scopo di garantire un vera inclusione dei bambini con disabilità. Per essere considerato inclusivo un parco deve soddisfare i diversi bisogni di muoversi, parlare, vedere dei bambini e quindi deve essere progettato da persone esperte con una visione a 360 gradi sulle varie problematiche che possono accompagnare un bambino. Deve offrire la possibilità
www.parchipertutti.com
o poi approda sul sito di “Parchi per Tutti”, infatti Claudia e Raffaella affermano: <<Riceviamo mail, messaggi, telefonate con varie richieste di informazioni. In linea di massima il nostro “lavoro” è molto apprezzato>>. La famosa altalena per disabili è l’unico motivo di contrasto che viene ritenuta pericolosa per bambini normodotati e tende a isolare i bambini in carrozzina, numerosi sono i post e gli articoli che si possono trovare in rete concernenti queste famose altalene. Parchi per tutti, a causa di mancanza di persone, soldi e tempo, resta un piccolo progetto e l’obiettivo rimane quello prefissato nel marzo 2014 ovvero <<condividere la nostra esperienza di collaborazione con le amministrazioni e sensibilizzare quante più persone possibili sul diritto al gioco di tutti i bambini>> ribadiscono le due fondatrici, è necessario un progetto vero per poter realizzare un luogo dove tutti possono accedere e utilizzare le strutture con facilità.
@ParcoInclusivoPerTutti
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Samuel Daldin
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ESPERIENZE D’INNOVAZIONE SOCIALE A TRENTO RUBRICA DI APPROFONDIMENTO A CURA DELLA REDAZIONE PRO.DI.GIO.
L’Intervista Può raccontare brevemente ai nostri lettori come e quando è nata la vostra cooperativa? La Sfera nasce su iniziativa di Aft, Associazione Famiglie Tossicodipendenti nel 1995, quando venne rilevata l’esigenza di alcune persone, uscite dalle comunità terapeutiche, di reinserirsi nel mercato del lavoro. L’attività prevalente fino al 2004 era l’edilizia, successivamente invece abbiamo differenziato le attività, sia per necessità legata a una crisi del settore, ma anche per creare contesti diversi funzionali al reinserimento.
a destra una scena delle riprese di Spot for People, progetto formativo giunto alla seconda edizione che mira a formare i giovani sulla comunicazione nelle realtà non profit
Chi conclude un percorso di reinserimento: 65% ha valutato positivamente il percorso
La presidente della Sfera Bruna Penasa
68% ha maturato competenze professionali
Chi sono i beneficiari dei vostri servizi?
64% si percepisce maggiormente integrato nel proprio
Come cooperativa di reinserimento lavorativo il nostro obiettivo è quello di reinserire persone affinché riacquisiscano competenze utili a restare nel mondo del lavoro. Nei primi anni abbiamo operato esclusivamente con persone uscite dalle comunità terapeutiche, quindi soggetti con alle spalle problemi di dipendenze, mentre dal 2004, quando si conclude una prima fase per la cooperativa, vi è stato un ampliamento delle figure alle quali viene offerto il reinserimento, accompagnato dall’implementazione della rete dei servizi e a un contestuale cambiamento gestionale, passando ad un modello in cui vi è una figura alla direzione e un presidente istituzionale. Anche il Consiglio è mutato negli anni, passando in questa fase ad una formulazione mista composta da soci lavoratori e volontari.
contesto di vita
64% ha migliorato le sue condizioni economiche
Progetti innovativi
Nel 2010 assistiamo a una terza fase durante la quale abbiamo ulteriormente differenziato i canali aprendoci a più settori, e contestualmente abbiamo cercato di aprirci anche alle esigenze di altre persone, seguendo più linee di reinserimento lavorativo. Oggi abbiamo diversi progetti individualizzati con persone con disabilità o svantaggio alle quali è dedicato l’intervento 18 bis, oppure lavori di pubblica utilità svolti da chi ha commesso dei reati per evitare la pena detentiva, o ancora in convenzione ex art. 14, che prevede l’obbligo per il datore di lavoro di assolvere al collocamento di persone con disabilità in misura proporzionale all’organico presente. La convenzione permette al datore di lavoro di affidare una commessa ad una cooperativa sociale di tipo B la quale svolgerà l’attività assumendo la persona con disabilità per un tempo minimo di un anno.
Che dimensione ha la vostra cooperativa in termini di lavoratori e come sono organizzati gli interventi di reinserimento? Attualmente contiamo circa 330 lavoratori, dei quali 200 rappresentano l’organico stabile, l’85% circa a tempo indeterminato, mentre altri sono lavoratori stagionali o vincolati dalla durata degli interventi. Cerchiamo dove possibile di favorire il reinserimento di persone con meno di 30 anni di età, anche se alcuni settori come ad esempio i lavori socialmente utili vedono un’età media più alta. Definito il progetto individualizzato, la figura inserita viene seguita dal responsabile sociale che si occupa della costruzione, del monitoraggio e della valutazione dei progetti di reinserimento. L’assegnazione di un ambito lavorativo idoneo determina l’affiancamento a un responsabile di commessa e normalmente la supervisione di un tutor dell’inserimento lavorativo. Viene di fatto costruito un a sorta di processo produttivo a misura, dove il lavoratore viene messo al centro; c’è un livello minimo che non può naturalmente mancare, che è quello di riuscire ad avere una sostenibilità dell’attività nel suo complesso. Il percorso termina quando la rete dei servizi insieme al responsabile sociale definiscono che il progetto è chiuso, quindi si presume che la figura non abbia più necessità del supporto della rete, ma le tempistiche per ognuno sono molto differenziate. Nella nostra filosofia il percorso di reinserimento termina con il ritorno nel mercato del lavoro, ma negli ultimi anni non è sempre possibile, quindi molte figure vengono incluse in cooperativa fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Giulio Thiella
INFO E CONTATTI Cooperativa La Sfera Via Kufstein, 4 38121 – TRENTO
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0461- 983488
info@lasfera.org
Progetto di agricoltura sociale Nata nel 2015, l’esperienza di agricoltura biologica all’interno della Casa Circondariale di Spini di Gardolo, e denominata per questo motivo Galeorto, ha come obiettivo quello di reinserire lavorativamente persone attualmente detenute all’interno del carcere. Riabilitazione, rieducazione e acquisizione di competenze professionali sono alla base del progetto, permettendo di favorire il reinserimento sociale e lavorativo della persona una volta giunta al fine pena, e allo stesso tempo di abbattere il tasso di recidiva, che porta spesso molte persone a entrare e uscire dal carcere.
Birra Zafferana Il prodotto di punta coltivato nell’orto del carcere di Spini è lo zafferano. Da questa spezia pregiata è nato un prodotto realizzato in collaborazione con l’Agribirrificio Argenteum, la birra artigianale aromatizzata “Zafferana”. La sinergia nata con questo partner-trasformatore ha permesso all’ azienda produttiva di sviluppare insieme alla Sfera una linea sociale positiva e nuova per il territorio. L’auspicio della cooperativa è quello di attirare sempre più realtà interessate a dare continuità e nuove prospettive a questo tipo di collaborazioni.
Sponsor ufficiale Aquila Basket Nel 2015 cooperativa la Sfera entra ufficialmente a far parte dei sostenitori di Aquila Basket, eccellenza sportiva del territorio in costante crescita. Entrare a far parte di un gruppo ampio ed eterogeneo di realtà territoriali ha permesso di creare nuove partnership che rappresentano opportunità di crescita e l’occasione per ampliare il proprio bacino d’utenza.
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PA G I N A D E L L A C U LT U R A
Donne, libri e diritti nell’Afghanistan di Nadia Hashimi Intervista con l’autrice del libro La figlia dell’arcobaleno Che ruolo ha giocato la cultura afghana nella sua educazione? C’è sempre stata: nelle canzoni, nei cibi speziati, nei compleanni festeggiati circondati da sciami di zie e cugini in pieno stile mediorientale, tra il Ramadan, l’albero di Natale e l’Hanukkah. E come i miei genitori l’hanno trasmessa a me, io spero di trasmetterla ai miei figli. È parte della loro identità, così come lo devono essere il rispetto e la conoscenza delle altre culture. Quando da piccoli andavamo in vacanza, mamma ci portava a visitare le chiese e ci insegnava la storia dell’arte, invitandoci così ad essere curiosi piuttosto che diffidenti nei confronti di ciò che appariva diverso.
L’ultimo libro per ragazzi della scrittrice afghano-americana Sono tenaci, eleganti e coraggiose. Hanno gli occhi grandi e le labbra serrate, perché il loro non è un Paese per donne. Sono le maestre, le levatrici, le studentesse e le spose bambine di Kabul raccontate nei romanzi di Nadia Hashimi, pediatra del Maryland nata a New York da genitori afghani. La scrittrice, che proprio in Trentino Alto-Adige ha lanciato il tour europeo di presentazione del suo ultimo romanzo La figlia dell’arcobaleno si racconta così. Nadia, suo nonno Ibrahim Khalil fu uno dei più acclamati poeti afghani, mentre sua madre ha studiato ingegneria civile. Una famiglia, dunque, fuori dal comune… E che ha sempre messo l’istruzione al primo posto come mezzo per emanciparsi e migliorare la propria condizione. I miei genitori lasciarono l’Afghanistan negli anni settanta, poco prima dell’invasione sovietica. Si trasferirono negli Stati Uniti per inseguire il sogno americano, un sogno in cui nessuno di noi, neanche nei momenti più bui, come l’11 settembre o l’inizio della presidenza Trump, ha mai smesso di credere.
Il diverso oggi in Europa è spesso il richiedente asilo. Com’è percepita la crisi dei rifugiati negli Stati Uniti? L’America è, per natura, un Paese di migranti. Purtroppo, con l’affermarsi di destre e populismi, sempre più miei concittadini tendono ad avere verso i rifugiati una posizione disinteressata, come se la questione non li riguardasse. Questa però è una tesi insostenibile per gli USA, così pesantemente coinvolti, negli scorsi decenni, in eventi destabilizzanti in tutti i continenti. La protagonista del suo romanzo Due splendidi destini è Rahma, una bacha posh, una bambina costretta, secondo il diritto tribale dell’Afghanistan rurale, a travestirsi da maschio per poter contribuire al sostenimento della famiglia composta di sole donne e quindi impossibilitata a svolgere i compiti da uomini, come andare al mercato o vendere una capra. Fereiba, la protagonista di Quando la notte è più luminosa è invece un’emancipata maestra elementare che fugge in Europa dopo la morte del marito per sottrarre i figli al regime dei talebani, che le impediscono di lavorare e quindi anche di provvedere al loro futuro. Ma com’è essere donna nella sua terra natale? Le donne afghane sono delle lottatrici, discrete, ma sempre in prima linea per la tutela dei loro diritti. Dove il corpo non può portarle, arrivano con la mente. Fino a 16 anni fa, non potevano nemmeno entrare a scuola, ora il 36% degli studenti è di sesso femminile e in tutto Paese si formano imprenditrici, artiste, atlete, cantanti e parlamentari: le donne infatti sono coinvolte a tutti i livelli governativi e ciò aiuta il processo di pacificazione nazionale. Purtroppo però il prezzo che pagano per il loro impegno civico è molto alto e si compone anche di minacce di morte quasi quotidiane. A ciò si aggiungono il
La scrittrice Nadia Hashimi dramma delle spose bambine e l’ombra del sedicente stato islamico, che ci fa rivivere gli anni bui del regime talebano. Secondo una leggenda dell’Hindu Kush, passando sotto l’arcobaleno una femmina può trasformarsi in maschio e viceversa. Perché ha scelto di usare questa storia come base per il suo primo libro per ragazzi, La figlia dell’arcobaleno? In Afghanistan c’è poca mobilità di genere o meglio: ci sono compiti da femmine e da maschi, giochi e scuole separate, come se la contaminazione fosse pericolosa e una ragazza che va con lo skateboard o un bambino a cui piace intrecciare braccialetti avessero il potere di scardinare un’intera società. Ma quest’immobilità finisce per uccidere il dialogo, trasformandosi in una prigione, da cui ciascuno di noi deve trovare il coraggio di uscire per riscoprire il concetto di “umanità”. Sempre di “diversità” parlerò anche nel mio prossimo libro per bambini, che uscirà nel marzo 2018 e racconterà di un ragazzino afghano cresciuto negli Stati Uniti, la cui madre verrà improvvisamente deportata perché i suoi documenti non sono in regola. Vorrei che i miei giovani lettori capissero che anche dentro una persona che consideriamo completamente “altra” c’è, forse, un po’ di noi stessi.
Le otto montagne Paolo Cognetti vincitore del Premio Strega 2017
Nato a Milano nel 1978, l’autore Paolo Cognetti vive fino ai 30 anni nel frenetico e grigio capoluogo lombardo che decide di abbandonare per rifugiarsi in una baita vicino a Brusson nella Val d’Ayas, in Valle d’Aosta. <<La montagna è un luogo che mi appartiene fin da piccolo – racconta Cognetti – poi l’ho dimenticata per un po’. Trovare un luogo dove stare dà un senso al tuo essere al mondo. Diventi più forte e capisci un po’ meglio il senso del tuo lavoro e della tua scrittura>>. Ed è proprio la montagna a far da protagonista e sfondo di questo romanzo definito dai più un classico, con trama lineare sebbene articolata su più livelli di lettura e di interpretazione. Qui l’autore volutamente sceglie una scrittura semplice e curata, a tratti evocativa. Sfrutta uno stile narrativo che si sposta dal racconto, al romanzo, al diario di viaggio fino a toccare in alcuni punti la poesia e il documentario; uno stile in cui è senza dubbio forte l’influenza delle sue innumerevoli letture e delle sue esperienze personali. Lo stesso Cognetti dichiara che:<<
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L’infanzia del mio protagonista è quasi un’autobiografia ma poi il romanzo, in maniera un po’ misteriosa, prende una sua strada>>. Infatti, se la narrazione inizia con il protagonista bambino, che nei periodi estivi si rifugia con la famiglia alle pendici del Monte Rosa, ad un certo punto fa un salto temporale raggiungendo il protagonista a trentun anni alle prese con la morte del padre, l’eredità di un pezzo di terra ad alta quota ed il recupero del rapporto d’ amicizia con Bruno, un bambino del posto, interrotto quindici anni prima. Da questo punto in poi un susseguirsi in maniera frenetica di emozioni, esperienze, ricordi, sentimenti contrastanti, sullo sfondo di un habitat fantastico a tratti ostile, che offre al protagonista la possibilità di raccontare le difficoltà dei legami affettivi, la ricerca degli stessi attraverso la riscoperta della solitudine e la ricostruzione di ciò che sembrava essersi rotto irreparabilmente attraverso l’edificazione di qualcosa di fisico, proprio come una baita. Valentina Grasso
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Martina Dei Cas
ESPERIENZE
Niente sta scritto Il nuovo documentario della Fondazione Fontana sul mondo della disabilità, dal Trentino al Kenya “La sedia di cartone”, che raccontano dell’insostituibile lavoro svolto sugli altopiani del Kenya insieme all’organizzazione religiosa Saint Martin. A Nyahururu la disabilità era spesso vista come una maledizione da nascondere, finché l’intera comunità è riuscita a rinascere e a includere tutte le persone in difficoltà grazie agli operatori e volontari che si dedicano ogni giorno all’inclusione e al superamento delle barriere fisiche e culturali che impediscono a molti di realizzare i propri sogni. È ancora in fase di realizzazione ma già in molti attendono la sua presentazione ufficiale, prevista per il 3 dicembre 2017, Giornata internazionale delle persone con disabilità. Il documentario “Niente sta scritto”, ideato dal regista Marco Zuin, non è uno spaccato sulla disabilità vista come limite alla realizzazione personale, bensì una storia di consapevolezza e guarigione, sulla possibilità di accettarsi e di trascorrere una vita ricca di soddisfazioni e di obiettivi da raggiungere. Non è la prima volta che la collaborazione tra Fondazione Fontana e il regista Marco Zuin ci regala un concentrato di emozioni proiettate sullo schermo dei cinema. Basti ricordare i documentari “Me, We, Only through community”, o
“Niente sta scritto” arricchisce la traccia già segnata dalle precedenti opere riuscendo ad abbattere sia i confini territoriali e culturali, spaziando dall’Italia al Kenya grazie al racconto dei protagonisti, sia i limiti che la disabilità spesso ci pone di fronte. Due storie parallele che non si incontrano mai, quella di Piergiorgio Cattani, scrittore, giornalista e direttore della testata online Unimondo, e Martina Caironi, campionessa paralimpica sui 100 e 200 metri piani e recentemente vincitrice di un’altra medaglia d’oro ai Mondiali di Londra. Due personalità diverse ma accomunate dalla voglia di andare oltre a quei limiti, spesso imposti più dalla società che dalla disabilità stessa.
La prima proiezione dell’anteprima è avvenuta durante il Festival dell’Economia alla presenza del direttore generale della Fondazione Fontana Pierino Martinelli e Piergiorgio Cattani, protagonista nel documentario. Molti i presenti curiosi di assistere ai primi minuti di quest’opera attesa quanto promettente, che potrà ancora essere sostenuta attraverso una campagna di crowdfunding sulla piattaforma online produzionidalbasso.com. “Se mando un articolo al mio giornale - dice Piergiorgio parlando del suo lavoro - dietro a quelle mail non ci sono io che sono a casa, a letto, con il ventilatore. C’è il testo che ho scritto e finisce lì. Non sono un disabile che fa il giornalista, sono un giornalista che ha dei gravi problemi fisici che cerco di superare”. Giulio Thiella
Partecipa anche tu al crowdfunding! Scopri come su www.fondazionefontana.org o sostieni il progetto su
www.produzionidalbasso.com
Dall’Opera Armida Barelli di Rovereto la tesina di fine anno eco-sostenibile Alessia Visintin diplomata a Rovereto nell’anno scolastico 2016/2017 come VI Hair Operator ha provato a dare una risposta a questa domanda. Prima di tutto, cosa significa “Ecosostenibilità”? Nel nostro caso essa è quel tipo di attività umana rivolta a non danneggiare in alcun modo l’ambiente, ma anzi si cerca di migliorarlo in modo tale che la generazione successiva riceva la stessa quantità di risorse che noi abbiamo ricevuto dalla generazione precedente. Tutto questo ci porta alla domanda principale, Il Salone Ecosostenibile è possibile? «L’attività dell’acconciatore ha un elevato impatto ambientale, basti pensare che ogni anno un salone piccolo può emettere, in media, 4,3 tonnellate di anidride carbonica, un salone di grandezza media può arrivare a un’emissione di 15,3 tonnellate e infine un salone di grandi dimensioni può arrivare addirittura a emettere
ben 21,7 tonnellate.» Ma allora come si possono evitare questi sprechi? «Per esempio - continua Alessia - acquistando arredamento a km 0, nella stessa zona di produzione e il più vicino possibile al salone verificando che sia anche eco-sostenibile, ovvero costruito solamente con materiali di origine naturale, eliminando quelli di origine chimica e plastica». Un buon isolamento dei locali al momento della realizzazione dell’attività permetterà dunque di evitare dispersioni termiche in futuro. Da non trascurare il fatto che le lampadine a risparmio energetico durano dalle 10 alle 15 volte in più e consumano in media 5 volte di meno rispetto a quelle tradizionali. Importante anche ricordare che le attrezzature di classe energetica “A+” permettono di garantire un risparmio di, circa, 380 kwh e questo si traduce in una riduzione media di 240kg di anidride carbonica all’anno. Ultimo accorgimento: la raccolta differenziata dei rifiuti, che permette di avere un riuso razionale ed impedisce una dispersione incontrollata nell’ambiente.
E come possono essere finanziate le costruzioni eco-sostenibili? Nel 2017 in Trentino, le aziende e i privati cittadini che decidano di ristrutturare immobili ad uso produttivo o abitativo di loro proprietà mediante opere che garantiscano il risparmio energetico potranno beneficiare di una detrazione fiscale del 65% rispetto all’importo dei lavori.
a deputati e senatori. Nel leggere tale definizione mi sono posta una domanda: saranno loro stessi a conoscenza del significato di tale parola? Ne saranno consapevoli quando fanno delle leggi che tolgono soldi alla salute e all’istruzione? O quando alcuni di loro rubano, mentono e prendono pensioni e vitalizi mentre ci sono italiani bisognosi di credere ancora che questi sinonimi siano valori importanti e vitali e non solo parole (lei li definisce significati...io ho tradotto...spero di averlo fatto bene). Adesso vi propongo un’altra definizione. Vediamo se la scoprite. Dice cosi: Trattare con grande cortesia ed umiltà. Non posso non domandarmi se tale termine faccia parte del vocabolario dei nostri ragazzi che giocando con il cellulare sull’autobus fingono di non accorgersi dell’anziano bisognoso di sedersi. Umiltà: si renderanno conto loro che quello che credono di sapere oggi con tutta questa tecnologia, serve a poco in confronto alla saggezza acquisita nel tempo e con la vita?
Loro che credono di sapere tutto, di poter fare tutto ma che alla fine sono solo bambini che gridano con insolenza e prepotenza contro tutto e tutti. L’ultima definizione per voi: Chi si dedica con devozione ad un ideale. Bellissima definizione che fa riferimento al dedicarsi con tutto se stesso, corpo e anima, per un principio, un valore. Questa parola è ben nota a quelli che ogni giorno difendono i diritti umani , il medioriente, che ogni giorno offrono un aiuto a chi ne ha bisogno, che ogni giorno sono più felici nel dare che nel ricevere. Soprattutto, credono, ogni giorno, in un mondo migliore. Eh io sono cosi, ci credo ancora! E per tutti coloro che sono come me, sappiate che la parola giusta è <<servo>>. Cari amici, ricordatevi che le parole, sono nulla, sono vuote se non le diamo il giusto significato e le accompagniamo con le giuste azioni. Grazie.
Dati alla mano, aprire un salone eco-sostenibile è possibile e significa affrontare un investimento monetario iniziale maggiore rispetto ad un salone tradizionale, ma ciò si traduce in un più ragguardevole risparmio sulle bollette e in secondo luogo in un sostegno concreto verso l’ambiente in cui tutti noi viviamo. Cristian Bua
Cruciverba Parole crociate
Amici, la mia madrelingua è lo spagnolo (precisamente il castellano). Durante questi 13 anni in Italia, mi sono appassionata alle parole crociate con la finalità di imparare a parlare e scrivere meglio l’italiano (detto tra noi, non ne ho mai completato uno e ancora oggi, a volte, guardo le soluzioni). Ma non è di questo che voglio parlarvi oggi, anche se ho preso spunto da tre parole che hanno spinto oltre il mio pensiero. Leggo la prima definizione che dice: degno, meritevole, onesto. Tre sinonimi di ….. Avete indovinato? Onorevole. Sinonimi grandissimi e importantissimi di questa parola che spesso sentiamo riportata in televisione in riferimento
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Fabiola Motta
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