BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PRODIGIO ONLUS SUL MONDO DEL DISAGIO E DELL’HANDICAP NUMERO IV - AGOSTO 2016 - ANNO XVII - 97° NUMERO PUBBLICATO
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PROGETTO DI GIORNALE Serate di incontro, racconto e stelle promosso da Pituit studio d’arti al parco del Salé pagina 3
Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 - Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - 70%- DCB Trento . Contiene I.R.
Tornare a correre
“ABITO QUI”
Stelle al Salé
Le prime fasi del progetto di risparmio condominiale riguardano la raccolta dei rifiuti pagina 8
Al via il progetto “Diapason”
Emiliano Malagoli racconta la sua passione per i motori prima e dopo l’incidente pagina 9
Un ‘ estate di diversita ‘
Una proposta culturale per promuovere l’integrazione e l’inclusione degli stranieri sul territorio pagina 11
IN EVIDENZA
/in copertina Un’estate di diversità
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iamo in piena estate, e dalla nostra testa emergono suggestioni calde e colorate legate a momenti spensierati e distanti dai problemi e disagi di tutti i giorni. Questo numero si presenta a voi, cari lettori, come una barriera corallina ricca e variopinta di elementi di novità e scoperta. In un periodo storico come questo, dove tutto accade e può accadere, abbiamo voluto raccontare il
fervore di un mondo sociale che non si ferma mai, e come una barriera corallina vive della sua stessa diversità e complessità proponendo numerose iniziative all’insegna del benessere, dell’inclusività e della condivisione sul territorio trentino, ma non solo. La valorizzazione delle differenze è il fil rouge di questo numero e il loro racconto rappresenta forse la chiave di volta per interpretare il presente e immaginare un futuro più equo e consapevole. Parleremo delle importanti novità dalla Riforma del Terzo Settore, di storie e persone che superano i loro limiti, dei numerosi progetti di pari opportunità, di cohousing e di risparmio condominiale, conosceremo le esperienze dei profughi ospiti al centro del Cinformi a Trento e andremo a curiosare tra le proposte in vista della “Trento Smart Week”. Non mancherà il consueto appuntamento con l’esperienza di quartiere della Social Street di Trento, dove scopriremo nuove iniziative e proposte per la collettività. Insomma un mare di notizie e approfondimenti che come i pesci di una barriera corallina arricchiscono con la loro presenza il nostro sapere personale e contribuiscono, si spera, a creare nuove sinergie collettive che abbracciano il cambiamento. L.P.
Sommario P.1 P.2 P.3 P.4
presentazione scup 2016 beach Book open day insieme ad arche' stelle al sale' relazionarsi con la disabilita'
disegnare con la luce friends of deaf la riforma del terzo settore
trento smart city week etichette linguistiche
P.9
normalmente disabile tornare a correre
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esperienze di quartiere
P.11
progetto diapason biografie d'oltremare
pro.di.gio.
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Giornalismo partecipativo di quartiere
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a ufficialmente preso il via il progetto di Servizio Civile Universale Provinciale, denominato “Progetto di giornalismo partecipativo di quartiere”, volto a dare la possibilità a giovani dall’ inchiostro facile di cimentarsi nella scrittura giornalistica in ambito sociale attraverso vari strumenti anche multimediali. Con questo percorso l’Associazione PRODIGIO intende creare un canale di informazione sensibile alle problematiche di ordine sociale e capace di mettere in relazione i cittadini con le associazioni. Un’occasione di confronto diretto con le persone, con i loro vissuti, le loro problematiche e risorse. Creare uno spazio, questo è il fine del progetto, dove si possa dare voce alle persone in difficoltà, a persone emarginate che non hanno più la forza di lottare da sole. Sono tre i ragazzi in servizio civile provinciale e sono già nel pieno dell’attività. Dal primo di luglio quindi la redazione di PRODIGIO ha accolto Martina, Giulio e Alessandro, integrandoli appieno in quelle che sono le attività del progetto SCUP 2016. Le relazioni con le realtà associative del quartiere, in primis, sono da sempre un punto di forza al quale la redazione dà molta importanza, in quanto permettono di coltivare rapporti, connessioni e collaborazioni sul territorio della Clarina di Trento e non solo. L’obiettivo del progetto di servizio civile è proprio quello di creare un canale privilegiato per l’informazione di impronta sociale, conoscersi a vicenda e far conoscere le iniziative e i progetti messi in campo dalle numerose cooperative e associazioni che animano il terzo settore trentino. Tra le prime attività svolte dai ragazzi che seguono il progetto sono da sottolineare la collaborazione con il Centro Socio Educativo di Anffas Trentino di via Gramsci, con il quale sono state intraprese alcune collaborazioni al fine di raccontare al pubblico l’impegno che da anni gli operatori del centro dimostrano nel rapporto con gli utenti accolti. Un altro progetto in cui i giovani sono stati coinvolti è “Abito qui”, in collaborazione con cooperativa Fai, Abito, Kaleidoscopio e Itea, un’iniziativa che coinvolge le case Itea di via Gramsci proponendo iniziative volte a ricucire il tessuto sociale tra gli abitanti e ad adottare misure innovative che portino un beneficio monetario concreto, facendo risparmiare i condomini. I protagonisti del progetto SCUP sono stati spronati a sviluppare in maniera giornalistica i loro interessi e passioni, e da questo spunto è nata l’idea di contattare il Cinformi per raccontare la situazione dei richiedenti asilo in Trentino. Questo ha portato la redazione ad andare ad intervistare due giovani profughi provenienti dal Mali e dalla Guinea, per raccontare il loro percorso, le loro storie e capire le difficoltà che incontrano nel loro paese prima, durante il viaggio, e in seguito in Italia, dovendo affrontare il difficile problema dell’integrazione. Raccontare il mondo del sociale a tuttotondo sarà il compito, stimolante quanto complesso, dei tre ragazzi che hanno scelto di dedicare un anno a La redazione presso il centro Anffas di via Gramsci questo ambizioso progetto.
un'estate di diversita'
''abito qui''
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Presentazione progetto SCUP 2016
Proprietà: Associazione Prodigio Onlus Indirizzo: via A. Gramsci 46/A, 38121 Trento Telefono: 0461.925161 Fax: 0461.1590437 Sito Internet: www.prodigio.it E-mail: associazione@prodigio.it Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 Spedizione in abbonamento postale Gruppo 70% Stampa: Publistampa (Pergine Valsugana).
Con l’iniziativa “Coltiviamo i vostri progetti” il territorio cresce grazie alla generosità dei Clienti Poli. Sono 200.000 € le risorse messe a disposizione per 20 onlus locali e i Clienti stabiliranno la graduatoria di assegnazione di questa cifra donando i propri punti DupliCard. Lo scopo è di dare visibilità all’operato di varie Onlus, attraverso il sostegno economico di progetti a favore della comunità locale. REQUISITI PER PARTECIPARE a) Qualifica di ONLUS: - Possono partecipare all’iniziativa le ONLUS di Opzione, ossia gli Enti di cui all’articolo 10, del d.lgs. 4 dicembre 1997 dicembre 1997, n.460 che hanno richiesto e ha ottenuto l’iscrizione all’Anagrafe delle Onlus. - Possono altresì partecipare all’iniziativa le Onlus di Diritto, ossia le Organizzazioni di volontariato di cui alle legge 11 agosto 1991, n.266, iscritte nei Registri delle Organizzazioni di Volontariato istituiti dalle province autonome di Trento e Bolzano. b) Sede Legale Possono partecipare all’iniziativa le Onlus aventi sede legale nelle province di Trento e Bolzano. c) Ambito di intervento Possono partecipare all’iniziativa le Onlus che operano nei campi dll’assistenza sociale; assistenza sanitaria; istruzione e formazione.
Direttore responsabile: Francesco Genitoni. Redazione: Giuseppe Melchionna, Luciana Bertoldi, Carlo Nichelatti, Lorenzo Pupi, Giulio Thiella, Alessandro Vanin, Martina Dei Cas, Maurizio Menestrina, Milena Boller, Francesca Bortolin. Hanno collaborato: Alessia Vinante, Domenico Recchia, Olga Paris, Erica Jang, Emiliano Malagoli, Kamate S., Moussa K., Luca Vareschi. In stampa: 1 agosto 2016.
www.gruppopoli.it coltiviamo.progetti@gruppopoli.it
Abbonamento annuale (6 numeri) Privati €15,00; enti, associazioni e sostenitori €25,00 con bonifico bancario sul conto corrente con coordinate IBAN IT 67G 08304 01846 000046362000 intestato a “Associazione Prodigio Onlus” presso la Cassa Rurale di Trento indicando la causale “Abbonamento a pro.di.gio.”
EVENTI PER IL SOCIALE
BEACH BOOK al Lago di Caldonazzo, la piccola libreria aperta a tutti La Cooperativa Sociale Arché e il Centro Don Ziglio inaugurano presso il Centro Nautico Ekon il beach book (b-book)
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Stelle al Salé
Serate di incontro, racconto e stelle
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telle al Salé è un’iniziativa proposta da Pituit studio d’arti, grazie al sostegno del servizio attività sociali del Comune di Trento, per far rivivere il Parco del Salé durante il mese di agosto e per favorire l’incontro e la relazione tra gli abitanti della zona Oltrefersina. Il Parco del Salé, altrimenti poco conosciuto, diventa il luogo ideale dove passare una bella serata in compagnia in quanto si trova in una posizione centrale, lontano dal traffico e particolarmente adatto a famiglie e bambini. Il ripristino della zona verde è stato favorito anche dalla costruzione della nuova ciclabile che ha permesso una maggiore apertura alla popolazione di questo spazio altrimenti poco frequentato dagli abitanti stessi. Pituit studio d’arti, sede operativa di Finisterrae Teatri, opera in questo territorio dal 2014, ma raccoglie i pensieri e lo stato d’animo degli abitanti da molto più tempo, sia come associazione, che come persone che vivono da oltre vent’anni nel quartiere. Stelle al Salé si svolgerà nei giorni 2-9-1623 agosto 2016 dalle 18.00 alle 22.30 presso il Parco del Salé in via Aosta a Trento, l’evento è stato preceduto da una primavera d’incontri con bambini, genitori e anziani. Si parte alle 18 con il gioco libero per bambini, con la presenza del Bibliobus, portando un gioco, un libro, una sedia o una coperta. Con lo spazio baratto si promuoverà lo scambio di giochi seguendo il monito “prendi tutto quello che vuoi e lasci quello che puoi”. A seguire, alle ore 19 si svolgerà un picnic condiviso secondo l’idea “ognuno porta qualcosa per sé e qualcosa per gli altri”. In conclusione alle 20 fiabe e musica. L’obiettivo è quello di proseguire il lavoro svolto durante lo scorso anno, facendo rivivere il parco con i bambini che grazie alla loro creatività trasformano semplici oggetti in giochi divertenti; così un cartone può diventare una slitta. In particolare il 2 agosto ci sarà Nadia Ni-
coletti, esperta di laboratori nel verde che giocherà con grandi e piccini con i legumi. Seguirà lo spettacolo “Fagioli”, tratto da “Jack e il fagiolo magico” con Giacomo Anderle e Alessio Kogoj. Il 9, sempre Nadia, i partecipanti avranno la possibilità di interagire con profumi e spezie che lascerà poi spazio al racconto “Profumo”, con Giacomo Anderle e Marilena Anzini per la parte di improvvisazione vocale. Il 16 agosto si terrà “La bottega dell’aria” con Camilla da Vico e Improvvisazione vocale con Marilena Anzini. Per concludere il 23 agosto Giacomo Anderle e Alessio Kogoj intratterranno i presenti con i loro racconti e Vittorio Napoli illustrerà le costellazioni estive con lo sguardo rivoltò al cielo, il tutto accompagnato da musica e convivialità. Una ricca rassegna di eventi che possono ricordarci il valore dello stare insieme, quindi non mancare e aiuta anche tu a rendere queste serate speciali.
Una bella esperienza di sport accessibile
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n data 11 giugno si ètenuto l’Open day delle attività acquatiche sul Lago di Caldonazzo promosso dalla Cooperativa sociale Arché. L’iniziativa è stata organizzata per consentire a tutti di cimentarsi in uno degli sport estivi che ogni anno vengono proposti presso il Centro Nautico ASD Ekon sulla spiaggia di San Cristoforo, con l’ausilio degli operatori della cooperativa.Per capire meglio come si è svolta questa giornata all’insegna dello sport per tutti, abbiamo chiesto ad un partecipante di raccontarci la sua esperienza. Ciao Massimiliano, parlaci di te e di questa giornata sul lago di Caldonazzo Massimiliano: “Mi chiamo Massimiliano Zocca, ho 24 anni e sono consigliere dell’Unione Ciechi e Ipovedenti della sezione di Verona, sono venuto in Trentino il giorno dell’Open Day quasi per caso. Abbiamo ricevuto l’invito a partecipare e quando un’altra socia della sezione di Verona mi ha detto che sarebbe andata a fare questa esperienza, ho deciso di aggregarmi. Io sono ipovedente grave, e non avevo mai avuto occasione di praticare gli sport promossi durante l’Open day.” Arché quel giorno ha proposto diverse attività, tra cui la vela accessibile, il sup
surfing, il canottaggio e l’handbike, tu in quali ti sei cimentato? M.: “Ho provato la canoa e la barca a vela, le ho trovate entrambe delle esperienze molto positive, in particolare la canoa mi è piaciuta molto come attività. Un’esperienza tranquilla, senza difficoltà né ostacoli. È stata proprio una bella giornata anche se durante la mattinata c’è stata un po’ di pioggia, che ha lasciato però posto al bel tempo durante il pomeriggio e che
Una barca access 303 vista dal pontile del Centro Nautico Ekon
mi ha permesso di godermi le prove sul lago. Sembra che tu abbia gradito l’esperienza, la rifaresti volentieri e consiglieresti ad altre persone di intraprenderla? M.: “Sì mi è piaciuto molto svolgere queste attività che ripeto, non avevo mai avuto provato prima, per questo se ne avrò occasione mi piacerebbe riprovarle e sicuramente la consiglio a tutti come esperienza. Giulio Thiella
Tratto da “SestoSenso” periodico d’informazione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus - Sezione Provinciale di Trento
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’11 giugno, duLa scelta delrante l’Open la data non Day di Arché è stata un presso il Centro caso. Lo scoNautico Ekon, in ocpo infatti è casione della giorquello di uninata di porte aperte re lo sport in dedicata alla prova generale, e di tutte le attività anche quello sportive accessibili per persone e della Notte Blu che con disabiha coinvolto tutto lità, alla culil lago nell’organiztura. L’inaugurazione con Arché e Don Ziglio al Centro Ekon Il b-book è zazione di diversi eventi, è avvenuta anche l’inaugurazione del stato inaugurato, e sarà sempre posizionato beach book. all’ingresso del Centro Ekon a San Cristoforo in La piccola libreria ad uso pubblico nasce da Via dei Pescatori (Pergine Valsugana) ed è forniun’idea della Cooperativa Sociale Arché ed è to di libri per ogni età. stata co-progettata e realizzata dal laboratorio I libri verranno concessi, in regalo, dal Comune occupazionale del legno del Centro Don Ziglio di Pergine Valsugana e saranno disponibili già di Levico Terme. durante il giorno di inaugurazione. Le little free library (piccole librerie gratuite) sono nate nel 2009 negli Stati Uniti, e possono essere di diversi tipi, alcune ricordano una piccola cassetta come quelle utilizzate per gli uccelli, altre sono semplicemente delle bacheche chiuse, ma l’elemento comune è sempre lo stesso: libero accesso alla cultura per tutti. Sarà proprio così anche per la b-book di San Cristoforo. Si vuole infatti realizzare un luogo di scambio a disposizione di tutti, dove le persone si incontrano, leggono, condividono idee, creano una comunità. Questa vuole essere un’opportunità per i residenti del Comune di Pergine Valsugana e i turisti che desiderano prendere in prestito un libro gratuitamente e leggerlo sulle sponde del Lago di Caldonazzo passando una giornata in completo relax. La libreria di bookcrossing con i primi volumi
Open day al Lago di Caldonazzo insieme ad Arché
la Redazione
pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | AGOSTO 2016 - n. 4
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A LT R I P U N T I D I V I S TA
Relazionarsi con la disabilità
Intervista a Luca Vareschi, operatore referente del centro Anffas di via Gramsci a cura di Alessandro Vanin
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uella della disabilità, in tutte le sue forme, è una tematica sempre molto attuale, dove si sono fatti molti passi avanti in termini di assistenza e dove però rimangono ancora molti taboo e barriere. Per capire un po’ meglio la questione siamo andati a parlare con un operatore di un centro Anffas che ogni giorno si trova a contatto con la disabilità: Ciao Luca, come prima cosa ti chiederei di farci una breve presentazione, chi siete e di cosa vi occupate? Buongiorno a tutti, sono Luca, operatore referente del centro socioeducativo dell’associazione Anffas trentino Onlus, associazione che si
prende cura di persone con disabilità da ormai circa 50 anni. Il centro di via Gramsci, nello specifico, si occupa di persone con disabilità mediogravi che hanno bisogno di molto supporto, sia dal punto di vista cognitivo che relazionale. Come si svolge la giornata all’interno del centro? La giornata si articola in diversi momenti, gli utenti arrivano al mattino, dove c’è un primo momento di accoglienza e d’incontro, successivamente si dà il via a delle attività che posso essere ad esempio ginnastica, fisioterapia, attività in acqua, ma anche piccoli laboratori manuali di scultura o piccolo artigianato, nei quali si utilizza principalmente ma-
teriale di riciclo. Ovviamente per le persone con disabilità non è facile cimentarsi in queste attività e non possiedono l’autonomia per svolgerle da soli, ma grazie a queste emergono le qualità di ogni persona e si riesce a conoscerli meglio e instaurare un canale relazionale. Che emozioni suscita lavorare a stretto contatto con la disabilità? Essendo un lavoro basato principalmente sulla relazione e la capacità empatica di comprendere i bisogni dell’altro, è inevitabile esporre la propria persona, dunque anche la componente emotiva è sempre alta. Entrare in relazione con una persona disabile significa anche entrare in relazione con se stessi con
le proprie paure, con i propri limiti e le proprie qualità. Solo se si riesce a relazionarsi in maniera diretta, non superficiale, si riesce ad avere un approccio corretto e costruttivo. Spesso non è facile instaurare questo legame, anche perché ogni persona ha bisogni e limiti diversi, quindi bisogna adottare strategie differenti che posso anche rivelarsi vane. È un continuo mettersi in gioco e porsi verso l’altro. Quali sono le principali barriere da abbattere per avere il miglior approccio con la disabilità? Per quanto riguarda le persone che non sono a diretto contatto con la disabilità, la barriera più grande penso sia quella di fermarsi difronte
all’apparenza, non riuscire a riconoscere che oltre la disabilità si ha davanti una persona. Non riuscire a vedere il valore umano della persona, si questo. Bene, ti ringraziamo Luca per il tempo e la disponibilità offerta, vuoi fare qualche appello o ringraziamento? Sì, vorrei estendere i miei ringraziamenti a tutto il quartiere, alle persone che ci supportano ogni giorno e all’equipe di lavoro. Sono tutti contributi molto importanti, che costruiscono una realtà solida e collaborativa. Grazie a tutti.
Disegnare con la luce Fotografie oltre le barriere
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uce, nel mondo di Roberto non c’è né molta: è un ragazzo non vedente. “Disegnare con la luce” è l’etimologia della parola fotografia. Roberto ama la fotografia, le macchine fotografiche hanno sempre suscitato il suo interesse. Frequentando il centro socio-educativo di Anffas Trentino Onlus di via Gramsci e grazie al sostegno degli operatori, ha potuto coltivare la sua passione. Di recente Roberto ha partecipato al concorso fotografico nazionale “Giulio Perticone” sul tema della “disabilità e barriere”, dove ha presentato tre scatti. Il primo di questi illustra le barriere mentali caratterizzate dai pregiudizi e dall’indifferenza della gente nei confronti della disabilità. Il secondo scatto mostra il mondo del fotografo, un mondo in penombra dove Roberto è riuscito ad accendere una luce. L’ultima fotografia, intitolata “Insieme si può”, sottolinea l’importanza del sostegno e della collaborazione fra le persone, dimostrando che insieme si possono raggiungere obbiettivi impensabili. Roberto ha vinto il concorso e ha superato anche una piccola-grande sfida con se stesso, illuminando il suo percorso.
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I tre scatti di Roberto vincitori del concorso fotografico “Giulio Perticone”. 1. Insieme si può 2. Muraglia mentale 3. Nel mio mondo
il Pesce Grazie
Alessandro Vanin
Friends of deaf
Una start-up per favorire l’inclusione sociale delle persone audiolese
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ono Mila Jankovic e Matilda Sulmeta, studentesse della Facoltà di Economia all’Università di Trento, le ideatrici di Friends of deaf, un progetto volto a fornire ausilio alle persone sorde alla guida e nelle attività all’aperto, al fine di ridurre il pericolo negli spazi pubblici. «Ho avuto quest’idea durante il primo anno di specialistica, durante un corso sull’imprenditoria» racconta Mila Jankovic «A casa mia non ci sono sordi, ma credo che non si debbano avere per forza esperienze di vita legate alla disabilità per cercare di migliorare la quotidianità delle persone che ne sono affette». Il progetto è stato premiato a Bolzano come migliore start-up volta all’innovazione e migliore start-up secondo il pubblico e, a metà agosto, parteciperà alla prestigiosa competizione Start-up lab negli Stati Uniti in Virginia, in rappresentanza dell’Università degli Studi di Trento. Per l’occasione, si sono aggiunti alle economiste due studenti di informatica dell’Università di Povo, Yatindra Shashi e Asad Ur Rahman, che le aiuteranno a progettare concretamente l’applicazione, così come auspicato dall’Ente Nazionale Sordi in un questionario sottoposto a campione ai
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suoi utenti nella prima fase del progetto. La Redazione di Prodigio si unisce nel fare un grande in bocca al lupo a Friends of deaf per l’imminente competizione e per una pronta messa in commercio dell’applicazione!
A sinistra il logo della start-up Friends of Deaf, e la foto con il Rettore dell’Università di Trento Paolo Collini durante la premiazione
Martina Dei Cas
In Italia, la perdita di udito è suddivisa in quattro fasce: Lieve tra i 20 e 40 decibel di perdita di udito Media tra i 40 e i 70 decibel Fino a questo stadio, la legislazione italiana riconosce al disabile ipoacustico un grado più o meno elevato di invalidità civile, ma non sarà considerato come sordo Grave tra i 70 e i 90 decibel Da 75 decibel in su, la legislazione italiana riconosce lo statuto di “sordo” a coloro che hanno perso l’udito prima dei 12 anni, per un’ipoacusia pari o superiore a 60 dB all’orecchio migliore Profonda con soglia uguale o superiore ai 90 decibel pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | AGOSTO 2016 - n. 4
A fine giugno apre il bar gelateria nel cuore del parco di Melta
un punto di ristoro e di aggregazione oltre che un presidio per un parco che, con i suoi undici ettari, è uno dei più grandi e più belli della città.
Da luglio sarà disponibile anche il ristorante, specializzato in piatti a base di pesce Sarà un punto di ristoro e di aggregazione oltre che un presidio per l’area verde Aprirà a fine giugno il nuovo locale interno al parco di Melta. Concluso alla fine della scorsa estate insieme al terzo lotto dell’area verde, si chiamerà “L’anfora” e, d’estate, sarà aperto sette giorni su sette, dalle nove di mattina fino a mezzanotte. Dalle prime settimane di luglio “L’anfora” sarà anche ristorante: pur specializzato in piatti a base di pesce, avrà nel menù pietanze gradite anche a chi predilige la carne o le specialità vegetariane. Non mancheranno i gelati, che saranno prodotti artigianalmente e che troveranno posto in un espositore rotondo e rotante a 12 gusti. A gestire la struttura, sarà la società “Happy hour”, già conosciuta in città per la sua attività di ristorazione in via Perini. Nella sua posizione strategica vicino al nuovo laghetto e a poca distanza dagli impianti sportivi, il bar ristorante “L’anfora” sarà
Pagina a cura del Comune di Trento
-SARDAGNA-
TRENTO
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Tra le particolarità del bar ristorante, una bella terrazza panoramica che si affaccia su uno specchio d’acqua di circa nove mila metri quadrati, attraversato da due ponti, uno pedonale e uno per i roller. Per gli interni, i gestori hanno scelto arredi in legno, di larice centenario proveniente da antichi masi e baite soprattutto dell’Alto Adige, accompagnati a fioriere in corten e da alcuni complementi in acciaio: tutto questo va a richiamare elementi e materiali presenti anche nel parco.
La “Busa degli Orsi” riapre in autunno, il panorama è da brivido Ci sarà anche un piccolo teatro all’aperto che si affaccia sulla città
La “Busa degli orsi” di Sardagna tornerà ad essere un’attrazione turistica e una meta per le escursioni dei residenti. E’ infatti pronto il progetto che valorizzerà questo straordinario punto panoramico, in stato di abbandono in seguito all’allontanamento, nel corso degli anni Ottanta, degli ultimi esemplari di orso ospitati nella fossa. Oggi è possibile sostare lungo il perimetro della fossa, ma l’area è recintata, chiusa e di fatto abbandonata.
L A RIVISTA D E L CO M U N E
A N N O X V II - N . 7 7 - M A RZO 2 016
Feste vigiliane La tradizione si rinnova
Palazzina Liberty
In arrivo anche un nuovo parcheggio intermodale
Quaranta posti per chi frequenta l’area verde, ma anche a servizio della rete di percorsi pedonali. Prevista pure una nuova area cani Inizieranno quest’estate i lavori al nuovo parcheggio che completerà il parco pubblico e l’area sportiva di Melta di Gardolo. A sud ovest del parco, l’area potrà ospitare 40 posti auto e 15 posti per motocicli. Il progetto prevede inoltre il collegamento ciclopedonale tra via 4 novembre e il parco di Melta, una nuova area cani di circa 300 metri quadrati e il verde. Essendo attualmente via 4 Novembre a senso unico in direzione nord nel tratto interessato dall’intervento, saranno apportate alcune modifiche alla sede stradale per consentire l’accesso al parcheggio anche per chi proviene da Gardolo, in modo da favorire l’utilizzo dell’area. Per quanto riguarda la tipologia dei materiali e delle finiture, è prevista una continuità estetica in coerenza con le opere già realizzate nell’intero comparto. Con i suoi 40 posti auto, il parcheggio non sarà a servizio solo del parco ma potrà diventare un luogo di intermodalità, vista la sua collocazione strategica rispetto al sistema dei percorsi ciclopedonali. Il costo dei lavori è di 235 mila euro.
Progetti europei, tante idee in cerca di fondi
Finanziata una piattaforma che dovrà sviluppare nuovi servizi on line. Tra le candidature, la trasformazione dell’ex Atesina in uno spazio all’avanguardia dal punto di vista energetico e sociale
Aperto il Libercafè
Arredo urbano I lavori in arrivo
www.comune.trento.it
Divento grande...
Progettare la continuità educativa tra nido e scuola dell'infanzia
Sito Internet del Comune di Trento: www.comune.trento.it Numero Verde 800 017 615
Da diversi anni i nidi d’infanzia comunali realizzano assieme alle scuole dell’infanzia presenti sul territorio progetti di continuità educativa che consentono di mettere in atto strategie e modalità di raccordo significative per accompagnare il passaggio dei bambini e delle loro famiglie dal nido alla scuola dell’infanzia. Il passaggio da un contesto educativo conosciuto ad un contesto nuovo che accoglie rappresenta un’opportunità di crescita per i bambini che suscita curiosità e apertura da un lato e, dall’altra, richiede del tempo per iniziare a conoscere e a muoversi nel nuovo contesto. Per questa ragione nido e scuola dell’infanzia progettano insieme dei percorsi ad hoc, in cui i bambini del nido, accompagnati dalle loro educatrici, hanno l’opportunità, duran-
La “Busa” si trova sul punto più estremo della roccia, in una posizione dominante rispetto all’intera città di Trento: da qui è possibile godere di un panorama di assoluto interesse. Con l’obiettivo di sfruttare questa potenzialità e di ripristinarei contemporaneamente una situazione di decoro per questa parte del sobborgo, nella variazione di bilancio 2015 è stata prevista la sistemazione del punto panoramico. Il progetto prevede la realizzazione di una struttura in acciaio all’interno della “Busa degli Orsi” che consenta la sosta sulle sedute a gradoni e l’affaccio verso il panorama circostante; la struttura potrà essere utilizzata anche come piccolo teatro all’aperto, con palco e platea, per spettacoli o concerti. La parte più profonda della “Busa” è stata infine pensata come un percorso che inizia con la discesa attraverso una scala in acciaio, prosegue attraverso la fossa degli orsi in cemento armato e termina in un elemento a sbalzo che permette un’immersione totale nel paesaggio sottostante. Per motivi di sicurezza quest’ultimo belvedere a sbalzo è stato pensato come una riproposizione della gabbia degli orsi, con sbarre di acciaio che circondano l’affaccio su tutti i lati, compreso quello superiore. Il progetto architettonico è a cura dell’architetto Franco Voltolini (Servizio edilizia Pubblica), mentre l’ingegner Luca Cucino (libero professionista) ha curato il progetto delle strutture. Il costo presunto dell’opera, che sarà realizzata nel corso di quest’estate, si aggira intorno agli 80 mila euro. te l’anno educativo, di visitare la scuola dell’infanzia e vivere esperienze di gioco e conoscenza del nuovo ambiente, assieme ai bambini più grandi. Parallelamente, in altre occasioni, i bambini della scuola dell’infanzia, insieme alle loro insegnanti, possono venire in visita al nido e condividere momenti di gioco, incontro e relazione. Anche le famiglie sono protagoniste attive e vengono accompagnate in questo passaggio attraverso momenti di informazione e di incontro tra genitori, educatrici e insegnanti della scuola dell’infanzia. L’attenzione al passaggio tra nido e scuola dell’infanzia permette di attivare sempre nuove sinergie e collaborazioni tra questi due contesti educativi, per garantire ai bambini da 0 a 6 anni e alle loro famiglie percorsi di crescita coerenti ed integrati.
Innovativi, ad alto tasso di tecnologia, trasversali, ovvero riguardanti ambiti molto diversi: dalle politiche sociali alla cura del territorio, dall’energia alla scuola. Sono i progetti in cerca di finanziamenti europei elaborati negli ultimi mesi dall’Amministrazione comunale, che dall’anno scorso ha dato un nuovo impulso all’attività di reperimento dei fondi stanziati da Bruxelles. Preziosa, in questa impresa, è la collaborazione con l’università di Trento e con la fondazione Bruno Kessler, con le quali è stata costituita una rete territoriale che unisce ricerca, alta formazione, capacità operative. Due sono i progetti di successo finanziati di recente dall’Europa, presentati dal Comune in partnership con Fbk: il primo, We live, entro il 2017 dovrà sviluppare una piattaforma tecnologica aperta e innovativa per la creazione di servizi pubblici. Il secondo, Simpatico, ha scadenza nel 2018 ed è focalizzato sui servizi on line personalizzati che possono semplificare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione. Entrambi sono stati finanziati interamente dall’Unione europea con oltre 150 mila euro ciascuno. Ma sono numerose la candidature presentate negli ultimi mesi dal Comune e ancora in attesa di essere esaminate. Ci limitiamo a qualche esempio, per dare un’idea della diversità degli ambiti: Eutopia, progetto presentato dal Comune insieme a Fbk e gruppo Paterno, prevede la trasformazione del capannone Atesina in un “Concept store”, ovvero in un contenitore multifunzione, avanzato dal punto di vista energetico, dove possano convivere attività didattica per le scuole e formazione, ristorazione, street food e promozione della filiera corta. Il finanziamento richiesto è di 4 milioni di euro. Il progetto Adagio mira a favorire l’invecchiamento attivo e a contrastare l’isolamento sociale degli anziani grazie all’utilizzo della tecnologia e alle soluzioni del cosiddetto “internet delle cose”: il contenitore dei medicinali intelligente che avvisa quando è ora di prendere la pillola, la porta di casa che, quando esci, ti avvisa che hai lasciato il gas acceso. Prevista anche un’app per promuove la socializzazione. Dell’ambiente si occupa invece Los Dama, un progetto che intende valorizzare il patrimonio naturale e culturale delle aree periferiche delle città e che Trento intende sviluppare d’intesa con le altre amministrazioni locali della valle dell’Adige. Vista la gran mole di lavoro e la complessità della materia, l’ufficio Programmazione, controllo e progetti europei si avvarrà presto anche di un consulente, selezionato con avviso pubblico, che avrà il compito di monitorare bandi e programmi europei, di fornire assistenza tecnica e di formare i funzionari comunali.
VII Premio
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
ALCIDE DE GASPERI
VII Premio
ALCIDE DE GASPERI
Trento, Teatro Sociale, via Oss Mazzurana, 19 venerdì, 13 settembre Ore 11.00
Conferimento del premio internazionale “Alcide De Gasperi: costruttori d’Europa” Interventi di: Ugo Rossi, Presidente della Provincia autonoma di Trento Paolo Pombeni, Professore emerito dell’Università di Bologna Lectio magistralis di: Mario Draghi, Presidente della Banca Centrale Europea modera
Maria Concetta Mattei, giornalista RAI Intervento musicale del Coro del Noce
...IL TRENTINO CHE NON LASCIA SOLO NESSUNO...
I N N OVA Z I O N E S O C I A L E
“Abito qui”
Le prime fasi del progetto di risparmio condominiale riguardano la raccolta dei rifiuti
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al mese di aprile è stato avviato nel condominio ITEA di via Gramsci il progetto “Abito Qui – da inquilino ad abitante”, promosso da Cooperativa FAI, CBS srl, ITEA, Associazione Prodigio e Cooperativa Kaleidoscopio. “Abito Qui” è un progetto di condominio e vuole dimostrare che vivere sotto lo stesso tetto condominiale può offrire vantaggi in termini economici e sociali. L’iniziativa è particolarmente adatta a questo periodo di difficoltà economica, in quanto valorizza sia la relazione sociale che il risparmio attraverso la collaborazione reciproca e la volontà di agire secondo interessi comuni. Infatti una comunità condominiale coesa e organizzate può valere di più rispetto al singolo condomino. Abito è un valido aiuto per restare informati, risparmiare, conoscersi e vivere meglio. Partendo da un’analisi dei consumi attraverso un questionario,
La riforma del terzo settore
Nuove prospettive per volontariato, impresa sociale e servizio civile universale
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emplificazione è la parola chiave della riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio Civile Universale, promossa dal Governo nel maggio 2014 e ora avvallata anche dalle Camere con la legge delega n. 106 del 6 giugno 2016. La riforma prevede la stesura di un Codice unico per tutti gli enti del terzo settore, definiti dalla legge delega all’articolo 1 quegli «enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi». Tali enti avranno l’obbligo di iscriversi al Registro Nazionale del Terzo Settore, mentre verranno semplificate le procedure relative al riconoscimento della personalità giuridica. Le forme e le modalità organizzative, amministrative, di controllo, verifica e rendicontazione verranno definite dal Co-
La mia città intelligente Trento Smart City Week
Etichette linguistiche Impariamo ad avere rispetto
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l rispetto è l’apprezzamento della diversità dell’altra persona, dei modi in cui lui o lei sono unici.” Annie Gottlieb. Credo che tutti sappiate cos’è un’etichetta o per lo meno ne avrete tolta una dai vestiti nuovi. Un’etichetta ha il compito di rendere riconoscibile qualcosa, è un utile strumento per definire e classificare oggetti distinguendoli da altri. Tuttavia, se da un lato abbiamo etichette che fanno sorridere, ad esempio quei buffi bigliettini che le nonne mettono sui vasetti di ragù fatto in casa per non confonderlo con la passata di pomodoro, dall’altro dobbiamo anche confrontarci con etichette spiacevoli. Da sempre l’uomo si interroga su cosa sia quel che gli sta attorno e sente il bisogno di categorizzarlo: così si attua un processo cognitivo che attribuisce a ciò che viene esperito un’etichetta in forma di parole (bello-brutto, bianco-nero ecc.). Ecco allora che l’uomo, in quanto essere sociale, tende ad etichettare non solo paesaggi, oggetti ecc. ma anche altri esseri umani. Tra i primi fu Goldon Allport (1954) ad evidenziare la funzione categorizzatrice del linguaggio e la connessione tra categorie linguistiche e giudizi sociali. Oggi, nonostante il suo apporto,
si stanno elaborando delle soluzioni conformi ai bisogni dei condomini. Il tutto è supportato da una piattaforma informatica sulla quale si possono trovare le informazioni e presentare proposte da adottare. Nel corso dell’ultimo mese è stata avviata la raccolta dei dati sui consumi delle famiglie che vivono in via Gramsci, attraverso un questionario che ha permesso di iniziare a capire quali sono le esigenze e le potenzialità presenti all‘interno del condominio. Un secondo aspetto colto dal progetto, curato dai fiduciari e dai mediatori di ITEA spa, riguarda la gestione del problema della raccolta differenziata delle immondizie. Questione che, oltre ad essere un elemento che va ad incidere negativamente sul benessere abitativo, si rivela particolarmente costosa per i residenti. Fin dal mese di febbraio era stata avviata una vasta azione di raccolta di firme, realizzata con incontri porta a porta, finalizzata ad attivare diverse azioni specifiche tra cui la derattizzazione da parte dei tecnici dell’Azienda sanitaria e la cura e manutenzione del verde da parte della ditta “Pollice Verde”. Per risolvere il problema legato alla raccolta differenziata si è inteso aprire un confronto con i residenti ed è stata istituita la raccolta “porta a porta” del residuo (sacco TARI verde), in forma sperimentale a partire dal mese di luglio. Si è poi aperta una riflessione con i residenti riguardo l’adozione di modali-
tà alternative di raccolta e la contestuale eliminazione dell’attuale area ecologica. In tal senso, è stato svolto un secondo giro di colloqui porta a porta, nel corso del quale i fiduciari hanno incontrato le famiglie residenti per avviare un confronto preliminare. Il 20 luglio alle ore 17.30 sono stati invitati presso l’ufficio del fiduciario ITEA i residenti della palazzina di via Gramsci per il ritiro dei mastelli del residuo e per un momento di incontro durante il quale sono state forniti chiarimenti e informazioni sulle nuove regole di racolta dei rifiuti. Il prossimo appuntamento sarà invece martedì 2 agosto alle ore 18 nel cortile interno del condominio per un incontro tra i promotori di Abito e i condomini, per renderli partecipi del progetto e informarli di ciò che è scaturito dai questionari. Sarà un momento di conoscenza e confronto durante il quale far emergere esigenze e desideri di condominio e cominciare a presentare le offerte e i servizi pensati da Abito.
dice, così come le informazioni obbligatorie da inserire negli statuti e negli atti costitutivi e gli strumenti a tutela dei lavoratori e le modalità attraverso le quali essi potranno partecipare ai processi decisionali. Non rientrano invece tra gli enti del terzo settore i partiti politici, i sindacati, le associazioni professionali e quelle di rappresentanza delle categorie economiche. La riforma prevede poi una più pervasiva valorizzazione dell’esperienza dei volontari in ambito formativo e lavorativo e una maggiore promozione del volontariato in collaborazione con il sistema scolastico. Dal punto di vista delle imprese sociali, la Legge delega introduce la possibilità di coproduzione di beni e servizi tra noprofit, amministrazioni pubbliche e investitori privati, al fine di implementare la gestione dei beni comuni e di migliorare il welfare attraverso un amplio coinvolgimento di dipendenti, utenti e soggetti interessati alle attività dell’impresa sociale. Il Servizio civile verrà reso maggiormente universale attraverso due strumenti: • l’apertura ai cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia • la possibilità che una parte dell’esperienza venga svolta in uno degli Stati membri dell’Unione europea oppure in Paesi terzi per iniziative riconducibili alla cooperazione allo sviluppo e alla promozione della pace e della non violenza. La Riforma prevede infine una più trasparente regolazione del
cinque per mille e l’istituzione di una fondazione di diritto privato denominata Italia Sociale, volta a finanziare lo sviluppo di interventi innovativi degli enti del terzo settore caratterizzati dalla produzione di beni e servizi che abbiano un elevato impatto sociale e occupazionale.
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Martina Dei Cas
IN BREVE...
>>A CHI SI RIVOLGONO LE NUOVE DISPOSIZIONI
-La riforma interesserà più di 300 mila organizzazioni non profit e oltre 6,6 milioni di volontari
>>MISURE A SOSTEGNO DEL VOLONTARIATO, DELLA PROMOZIONE SOCIALE E DEL MUTUO SOCCORSO
-Armonizzazione e coordinamento delle diverse discipline in materia di volontariato e valorizzazione dei principi di gratuità, democraticità e partecipazione -Definizione dello status di volontario e promozione della cultura del volontariato, in particolare tra i giovani -Razionalizzazione del sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato per lo sviluppo di piccole realtà associative -Istituzione del Consiglio nazionale del Terzo settore, rappresentativo di tutte le diverse realtà associative e avente funzione di consultazione fonte: passodopopasso.italia.it
on l’avanzamento del nuovo millennio, caratterizzato da grandi cambiamenti, ci si pone la questione di come far combaciare l’innovazione tecnologica emergente con il sostegno sociale ai cittadini. Una risposta concreta la suggerisce il comune di Trento che grazie alla collaborazione di altri enti propone una moltitudine di progetti marchiati Smart. Trento infatti è stata selezionata dall’IEEE (’Institute of Electrical and Electronic Engineers) come una fra le dieci città più Smart del mondo. Dunque la domanda sorge spontanea cosa significa essere una citta Smart? Essere una città Smart significa saper rispondere ai bisogni dei cittadini in maniera intelligente e innovativa. Significa proporre progetti e iniziative che grazie al sostegno della tecnologia riescono a migliorare la qualità della vita delle persone, agevolandola e semplificandola. Quali sono le iniziative Smart della citta di Trento? I progetti giostrano attorno a cinque tematiche principali: e-governament e partecipazione, mobilità e
si è portati a pensare che tutti abbiano maturato del buon senso nel definire l’altro attraverso le parole, ma si tratta di una mera illusione. Esistono casi che chiamerei di “linguaggio povero”, ovvero incurante dei valori, dove non sembra esserci differenza nel riferirsi ad un oggetto piuttosto che ad una persona in cuore e ossa. La componente vitale, che caratterizza le persone, viene spenta dall’utilizzo di termini che esaltano loro caratteristiche più o meno evidenti in maniera negativa. Si inizia da bambini dando al compagno di classe del ciccione e si continua da adolescenti senza dar peso all’impatto di aggettivi come “deficiente” o espressioni tipo “senza cervello”. Se l’infante e il ragazzino possono essere in parte giustificati per il loro spirito leggero, non sarei altrettanto permissiva in merito agli adulti. Normalmente un adulto
trasporti, salute e benessere, energia e turismo. Partendo da questi temi, gruppi di lavoro del comune, rappresentanti delle imprese, alcuni enti e il Tavolo della collaborazione territoriale ICT (information end comunication tecnology) stanno sviluppando diversi progetti innovativi, che verranno presentati all’evento Trento Smart City Week. Evento che impegnerà la citta per cinque giorni, dal 10 al 15 settembre. Sara un’occasione per tutti i cittadini di conoscere i progetti Smart in attivo e quelli che stanno prendendo forma, alcuni esperti spiegheranno cosa significa essere una citta intelligente e mostreranno il percorso fatto da Trento negli anni per affermarsi come città Smart. Alessandro Vanin
dovrebbe essere in grado di ragionare e capire che usare un termine piuttosto che un altro può urtare la sensibilità di chi gli sta di fronte. Ad esempio l’uso di “handicappato” piuttosto che “diversamente abile” o “persona con disabilità” risulta a mio avviso indisponente... quanti di noi però chiamano con naturalezza “Vu’ cumprà” un venditore ambulante o “Barbone” un mendicante? Che poi, se volessimo ragionare meglio sui singoli termini ci sarebbe un mondo variegato e complesso (per chi fosse interessato indico il sito www.parlarecivile.it dove ci si sofferma sull’uso sbagliato delle parole). Con questo articolo vi invito a parlare senza discriminare sull’onda del politically correct: nella diversità di ognuno sta la ricchezza, abituiamoci ad usare termini positivi capaci di farla emergere. Un’attenzione linguistica di questo tipo ci aiuta ad abbattere le barriere e avvicinarci all’altro che, come noi, s’impegna ad essere la migliore versione di se stesso e, magari, potrebbe avere qualcosa da insegnarci.
pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | AGOSTO 2016 - n. 4
Alessia Vinante
SUPERARE LE BARRIERE
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’era una volta una casetta…. Le storie che si raccontano ai bambini (spero che se ne raccontino ancora!) iniziano sempre così. E questo è l’inizio della mia storia che vi voglio raccontare. Lo voglio fare soprattutto per comunicare alle persone, ma prima di tutto alle famiglie, il concetto di indipendenza. Ciascuno di noi percorre la propria strada verso l’indipendenza e l’autonomia, ma se sei disabile è tutto più difficile. Essere disabili vuol dire fare i conti con i propri limiti, avere a disposizione pochi “percorsi” per raggiungere l’autonomia e spesso non avere nemmeno una chance per ottenere la propria indipendenza, qualsiasi forma essa abbia. Ognuno di noi, disabili e non, nell’adolescenza e vivendo in famiglia, si trova in una casa dove sono i genitori che “dettano le regole” e che si occupano di tutto, dalla gestione, all’economia, alla direzione di tempi e spazi etc. E quando si ha una disabilità la situazione è ancora più complicata, perché è molto difficile raggiungere anche un minimo di indipendenza, sia per ovvi motivi, che per quei meccanismi familiari che si possono instaurare fra membri della famiglia e la persona disabile e che frenano il percorso di crescita. Io, come tutti gli adolescenti, vivevo con i miei genitori e le mie sorelle e dipendevo molto da loro, soprattutto a causa della mia disabilità. Ma volevo provare a spiccare il volo anche con una sola ala, anche con il rischio di cadere dal nido e farmi male. Quando arrivò l’ora di scegliere l’Università fra le sedi che io avrei preferito c’erano Toronto, Milano, Roma e Londra; ma la scelta finale, meno appetibile all’epoca ma più idonea per me, è stata Trento: Università di Sociologia, Corso di Studi Internazionali. Nella ricerca dell’offerta formativa e delle regole dell’Università di Trento mi ero imbattuta nel sito dell’Opera Universitaria dove c’era una sezione dedicata alle persone che “soffrivano” di disabilità (io stavo soffrendo per una scelta condizionata dalla mia disabilità). La cosa mi aveva incuriosito molto e vedendo tutti i servizi di supporto che venivano offerti, la voglia di cominciare l’Università a Trento aumentava. Ma dentro di me sapevo che mancava ancora qualcosa, sapevo che casa mia sarebbe stata distante dall’Università e avevo paura di non riuscire a fare nuovi amici, di vivere l’università fino in fondo. Ricordo che nel leggere la sezione dedicata ai servizi mi balzò all’occhio, quello con cui vedo meglio, “l’Opera predispone di appartamenti domotici”. Appartamenti domotici? Non sapevo nemmeno il significato di “appartamento domotico”, ma avevo capito che quel che mi serviva era proprio quello, andare a vivere da sola per trovare una mia indipendenza e una mia identità. Dove presi il coraggio della decisione di dire ai miei che volevo andare a vivere da sola ancora non lo so, ma so che loro mi appoggiarono e, quindi, provammo a chiedere all’Opera Universitaria di Trento se c’era uno di questi appartamenti domotici disponibili per me. Mi ricordo che la speranza di veder realizzato quel sogno era tanta, ma ero consapevole della scarsa possibilità. Una mattina, sul pre-
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ono Emiliano Malagoli, ho 40 anni e il 30 luglio 2011 ho avuto un incidente terribile in strada che mi ha portato l’amputazione della gamba destra e 13 interventi per salvare la sinistra. Da quella sera mi sono posto un obiettivo apparentemente impossibile, tornare a correre in pista in un trofeo, come facevo prima; anche se ero diventato disabile, dovevo riuscirci, per me stesso ma principalmente per le mie figlie che non dovevano veder cambiato il loro padre, forse un po’ nel fisico, ma nella testa assolutamente no. Dopo 7 mesi di ospedale, grazie ad una protesi speciale che ho studiato con i miei ortopedici, sono voluto rientrare al Mugello per capire se dentro di me era cambiato qualcosa: nulla. Lo stesso sguardo, rivolto all’uscita della curva; la stessa determinazione ad allungare la frenata; insomma, ero sempre io, avevo reso alle mie figlie il padre che avevano e a me stesso la persona che era distesa sull’asfalto qualche mese prima. Dopo qualche test, a soli 400 giorni dalla mia nuova vita, perché io quella sera sono nato per la 2° volta, sono riuscito a tornare a fare una gara nel Trofeo Bridgestone, sulla mia Suzuki 600: chiusi all’ultimo posto, ma per me è stata come una vittoria mondiale, ho percorso il mio ultimo giro piangendo nel casco come un bambino. Subito dopo mi sono impegnato per coinvolgere più ragazzi possibili, nelle mie stesse condizioni,
Normalmente disabile Alla conquista della mia indipendenza
sto, ricevetti una chiamata: era l’Opera Universitaria e l’incipit della telefonata era così lungo che faceva presagire una cattiva notizia. La voce al telefono ha esordito: “quindi signorina, dopo averle spiegato tutta la situazione , i pro e i contro, e le ragioni, le possiamo dire che l’appartamento è pronto e quando vuole può venire a ritirare le chiavi”. Sono rimasta senza parole, non avevo più voce, le lacrime scendevano e il sorriso si faceva sempre più grande, mi ricordo la sensazione del mio cuore che si apriva, della mente libera da pensieri pesanti. In quel momento ero già in volo anche se con una sola ala. C’era una volta una casetta…in piazza Garzetti,
sono diventati i miei amici. Dopo un paio di settimane una sera che non si sapeva cosa fare ho realizzato che io avevo una casa, e quella casa era mia!! Anche se con il timore di non farcela, con la paura di stancarmi, ho chiesto a loro di venire a casa mia, da me. L’ho chiesto come chiedevo un aiuto quando vivevo con la mia famiglia, non li avevo propriamente invitati, ma grazie al mio appartamento mi accorsi che potevo sentirmi a mio agio che la domotica e gli spazi attrezzati avevano annullato la mia disabilità. Anzi era un plus perché i miei amici erano gelosi di questo favoloso monolocale che a loro pareva un parcogiochi dei divertimenti. Da lì in poi i
La casa domotica di Olga
un piccolo monolocale domotico arredato, con tutti servizi necessari ad una persona disabile. L’appartamentino di Piazza Garzetti mi era piaciuto subito e con cura lo avevo reso mio personalizzandolo un po’. I primi giorni e le prime notti sono stati difficili, avevo paura ero molto affaticata e mi sentivo sola. Ammetto che non è facile per una persona disabile, abituata ad avere l’amore della propria famiglia, trovarsi da sola a fronteggiare il proprio dolore e provare a “vivere la propria casa”. Il mio primo traguardo verso l’indipendenza è stato poter chiudere le imposte e le tende da sola con un click del telecomando! A voi sembrerà poco, per me era tanto. L’emozione più forte l’ho provata quando ho potuto cucinare: avevo fatto pasta al pomodoro grazie al piano cottura regolabile in altezza. Seduta su una sedia, e mettendoci molto tempo, avevo cucinato da sola la mia cena, il mio primo piatto di pasta. Un’eccitazione così forte per un gesto tanto comune che però per me significava essere viva, aver realizzato un obiettivo da sola. Dopo era iniziata l’Università. Ricordo bene il giorno in cui mi sono recata con il mio carrellino a Sociologia, la distanza mi sembrava enorme ma ce l’avevo fatta. All’Università ho avuto la fortuna di conoscere fin da subito alcuni ragazzi e ragazze che non erano di Trento, o almeno non tutti e che
miei amici, comprendendo che per me era importante stare nella mia ormai adorata casetta tenuta con cura, venivano spesso a trovarmi, sfruttando anche il fatto che era vicino all’università. Abbiamo iniziato a studiare insieme, a guardare la tv e a preparare insieme pranzi e cene. Ogni giorno cresceva la voglia di vivere i miei vent’anni, in spirito di iniziativa, in maturità e cresceva la mia indipendenza, la mia identità di donna giovane. Mi sentivo normalmente disabile e non mi nascondevo per quello che ero. Il mio era un “grande monolocale” dove vivevo, pulivo, dove ho fatto le mie prime lavatrici, ho cotto le mie prime torte e ho fatto i miei primi piccoli party serali. Tutto ciò ha reso me una persona tenace che lottava perché vedeva finalmente dei risultati, anche se conquistati a caro prezzo. Andare a vivere da sola comporta una gestione della casa che necessita di tempo ed energie, una responsabilità nel fare le cose di tutti i giorni, ma aiuta a far cresce l’autostima in se stessi e la possibilità di fare amici. Certo vivere nel centro storico della città è stato di aiuto perché non ci si sente mai soli, c’è sempre gente e il solo poter andare a bere il caffè a piedi era per me molto importante a livello psicologico e fisico. Non è stato facile, anzi ero sempre molto stanca ma almeno mi sentivo viva e utile a me
Tornare a correre
Emiliano Malagoli di nuovo in sella alla sua moto
Emiliano e la sua moto
che non avevano perso la speranza di tornare a guidare una moto: nel 2013 ho creato insieme alla mia compagna Chiara Valentini (ex pilota ufficiale Ducati, Campionessa Europea 2006) una Onlus ( la Di.Di. Diversamente Disabili) per dare la possibilità a chi voleva di riprovare a guidare le nostre moto adattate
ad ogni disabilità. Ad oggi la nostra Onlus tra corsi di guida, patenti A Speciali e racing ha riportato in sella circa 150 ragazzi disabili che avevano perso la speranza di poter continuare ad inseguire i propri sogni. E quest’anno sono anche pilota ufficiale dell’Althea BMW Racing Team, un team ai vertici del mondiale
stessa, anche se ovviamente c’era sempre un po’ di supporto della famiglia ma il rapporto era cambiato perché io ero cresciuta. C’era una volta una casetta…. che era diventata la casetta di tutti. Dopo alcuni mesi infatti il mio piccolo appartamento era il luogo di incontro data la posizione, e la mia disponibilità a costruire un legame, ancora a me sconosciuto, fra la casetta e i miei amici. Tutti, compresa me, ci sentivamo a casa. Quei momenti con i miei amici li ho potuti vivere perché ero andata a vivere da sola, perché questo appartamento mi dava la possibilità di esprimermi, grazie all’aiuto della tecnologia. Andare a vivere da sola è stata la scelta migliore per me e credo lo possa essere per tutti i ragazzi e le ragazze disabili: è solo confrontandoci da soli direttamente con i nostri limiti, provando a superare le difficoltà, dove è possibile, e sentendoci realizzati anche nelle piccole cose, che ci rende meno dis e più abili. L’indipendenza richiede volontà e determinazione per orientare il proprio comportamento ad affrontare positivamente il mondo circostante e la soluzione è provare da soli a spiccare il volo. Consiglio a tutti i disabili che sentono di avere il coraggio e ne hanno la possibilità, di intraprendere questa avventura e di andare a vivere da soli perché è determinante l’assumersi delle responsabilità ed avere la possibilità di esprimersi liberamente e di creare la propria casa come il proprio mondo, fatto di sofferenze e pianti ma di grandi traguardi come farsi il caffè, gestire la casa e poter studiare. Andare a vivere da soli non deve portar a pensare alla solitudine e all’isolamento. Siamo noi disabili che dobbiamo trarre vantaggio da questa possibilità di essere soli per invitare amici e costruire così nuovi legami. Io non ho raggiunto ancora la piena indipendenza e autonomia ma questa casa ha reso i miei anni migliori, aiutandomi a livello motorio perché potevo fare piccole passeggiate in centro; a livello di studio perché potevo frequentare l’università grazie alla vicinanza; a livello psicologico perché mi sentivo di fare sempre passi in aventi anche se c’è voluto tanto tempo. Infine a livello sociale perché c’era una volta la casetta di Olga dove tutti si sentivano a proprio agio, dove ci sono state serate divertenti e giornate di studio prima dell’esame, dove Olga era (la disabile con la casetta da disabile) super invidiata. Il raggiungere l’autonomia e aumentare la sfera di amici mi ha portato a percorrere quella strada verso la maturità e l’indipendenza e soprattutto mi ha portato tanta felicità. C’era una volta una casetta che ha cambiato la vita di Olga. Un ringraziamento speciale all’Opera Universitaria di Trento e a Gianni Morelli in particolare. Ringrazio anche i miei amici Marcello, Martina e Marianna che hanno reso i primi anni in questo monolocale i più begli anni della mia vita, aiutandomi a crescere e a migliorare. A spiccare il volo senza ma!!! Olga Paris
Superbike, che mi ha fornito una bellissima BMW S1000RR per correre nel campionato Di.Di. e nel “TNT CUP”, un campionato che si svolge nelle principali piste europee. Un disabile, che può, e riesce a guidare una vera moto da corsa, una moto che metterebbe in crisi qualsiasi normodotato. Incredibile. Mi sento un pilota vero, come i miei idoli. Non solo la mia disabilità è sparita, ma mi sento fortunatissimo, un eletto a cui hanno regalato un sogno. Sono contento, felice, non solo per la mia personale esperienza, ma perché penso che, nel mio piccolo, posso essere un punto di riferimento per tanti ragazzi disabili: con impegno, forza e coraggio, ognuno di noi può raggiungere risultati impensabili, ritornare a sentirsi normali e anzi…talvolta qualcosa in più! La disabilità deve trasformarsi in opportunità: opportunità di tirare fuori le palle quando serve, opportunità di dimostrare a se stessi che con tenacia possiamo raggiungere i nostri sogni, i nostri obiettivi, opportunità per spostare più avanti i nostri limiti. Guardiamo quanti disabili fantastici ci sono al mondo che raggiungono grandi traguardi, servirà da stimolo sia per chi è nelle stesse condizioni, sia (soprattutto) per i normodotati.
pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | AGOSTO 2016 - n. 4
Emiliano Malagoli
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B E N I CO M U N I
Esperienze
DI QUARTIERE a trento
RESIDENTI in via SAN PIO X e dintorni - Trento
RI-GENERAZIONI DI QUARTIERE A TRENTO
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Il murale realizzato in via Degasperi
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i è tenuta il 19 giugno la festa organizzata dal gruppo dei residenti di San Pio X a chiusura del progetto presentato al Piano Giovani MAPPA di Zona. L’evento “Incontriamoci al parco...nel mio quartiere: Ri-Generazioni partecipate” si PARTECIPA ANCHE TU! è tenuto al Parco del Maso Ginocchio grazie alla collaborazione della Circoscrizione San Giuseppe Santa SCRIVI LE TUE PROPOSTE, LASCIA UN TUO e ha con visto il coinvolgimento la partecipazione di diverse associaInChiara collaborazione la Circoscrizione S.Giuseppe e S.Chiara CONTATTO E METTI IL RITAGLIO NELLA zioni, cooperative e degli abitanti della zona, che hanno contribuito a reaProgramma di massimadiverse attività e animando il parco durante lizzare il progetto proponendo Casetta "Piovono Libri" IN SAN PIO X. 10.30 Inizio festa e presentazione progetto Smile Sports Academy ha la festa. La scuola di- ginnastica artistica del e ritmica 11.00 - 13.00 Laboratori per bambini aperto la giornata con uno spettacolo che ha visto protagoniste le loro gio14.00 - Dimostrazione di Break Dance vani allieve, impegnate in esercizi e coreografie a tempo di musica. 15.30 Estrazione lotteria La compagnia di break dance Funkobotz Crew non si è purtroppo potuta 16.00 - Una poesia di strada esibire a causa della pioggia, ma questo non li ha comunque scoraggiati dal -18.30 Concerto Curly Frog & the Blues Bringers Parco Maso Ginocchio partecipare alla16.30 festa e dal rimanere tutto il giorno, pur senza poter ballare, 19.00 - Aperitivo analcolico + Microfono aperto segno di una festa ben riuscita e coinvolgente per chiunque ne abbia preso 20.00 - DJ Set parte. Le bibite sono invece state servite dalla cooperativa sociale Arianna, 21.00 Conclusione I ha preparato che degli ottimi cocktail analcolici a base di succo di frutta. CCHPresente anche la cooperativa sociale Fai, che ha collaborato attivamente O T I R
INCONTRIAMOCI AL PARCO
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ANI URB X PIO N SA
alla realizzazione del progetto PGZ organizzando il laboratorio RaccontArti che mirava all’incontro intergenerazionale tra le persone anziane e i giovani delle scuole. L’incontro è stata l’occasione per proiettare il video conclusivo dei percorsi svolti negli istituti scolastici del Comprensivo Trento 3 per sensibilizzare i più giovani alla cura e alla presa in carico degli spazi comuni del quartiere. Nel pomeriggio sono stati estratti i biglietti vincenti della lotteria e consegnati i premi messi a disposizione dalle attività commerciali, I Curly Frog & the Blues Bringers dalle scuole, dalle cooperative e associazioni della zona. A fine giornata sono stati invitati a suonare il gruppo Curly Frog & the Blues Bringers, che hanno chiuso un evento all’insegna della partecipazione e della condivisione nel quartiere San Pio X.
LOTTERIA
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l gruppo Social Street dei residenti di San Pio X e dintorni haa proposto un percorso SoStieni l’iniziativa e partecip Dal 16 al 19 giugno attivamente anche esperienziale tu!! da presentare duverrà realizzato il murale Scegli il tuo biglietto della lotteria in via De Gasperi rante la Smart City Week per far e scopri se hai vinto! conoscere le iniziative e i progetti realizzati dalla costituzione di quasi due anni fa ad oggi. L’idea nasce dalla voglia di raccontare ciò che i cittadini hanno fatto in prima persona per rendere più vivibile il luogo in cui abitano, approfittando del recente Regolamento comunale sui beni comuni, che ha permesso di prendersi cura del quartiere grazie alla collaborazione dell’amministrazione pubblica. Vicinato 2.0, questo il titolo del percorso, propone di portare i visitatori sui luoghi riattivati dai residenti, toccando con mano i risultati ottenuti da quella che si può considerare proprio una smart community, che si organizza sul web e poi si incontra di persona per rimboccarsi le maniche e migliorare concretamente il proprio quartiere.
Partendo dal centro città, saranno fornite delle mappe (digitali e cartacee) che condurranno ad un percorso esperienziale attraverso i luoghi in cui i residenti di San Pio X sono intervenuti grazie al supporto dell’Amministrazione Comunale di Trento. Gli interventi sui beni comuni, previsti dal regolamento per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani entrato in vigore nel 2015, saranno esplorabili grazie alla mappa, dando la possibilità ai visitatori di conoscere il quartiere San Pio X da un diverso e nuovo punto di vista. Tutte le quattro iniziative di collaborazione attivate dal Comune di Trento sono state sfruttate per creare nuove connessioni e rendere più accogliente e vivibile il quartiere di San Pio X. Le principali tappe sarano rappresentati da quei luoghi dove è tangibile l’intervento in collaborazione dei cittadini e dell’amministrazione, come la casetta PIOvonoLIBRI di bookcrossing che si inserisce nell’iniziativa “Adotta un’aiuola”, o le ortensie di viviAMOsanPiox in “Al mio quartiere ci penso anch’io” , o ancora “Ritocchi urbani” con il murale in Via Degasperi e “Alla mia scuola ci penso anche io” insieme all’ Istituto Comprensivo Trento 3. Giulio Thiella
Commenti dal gruppo facebook : “Residenti in San Pio X e dintorni” 1.EstroTeatro ci riserva una delle sue proposte gratuite! propone il 19/7 con lo spettacolo “Non passare per il bosco” rispondo sì, grazie? i bambini ci sono? NON PASSARE PER IL BOSCO Di Cinzia Scotton Durata: 50 minuti Regia di Mirko Corradini Uno spettacolo comico e divertente per tutta la famiglia, che racconta la storia di Cappuccetto Rosso da un’altra prospettiva e suggerisce che, a volte, i “cattivi” non sono davvero così cattivi. 2.C’è qualche appassionata/o di fotografia che ha voglia di aiutarmi con la mia nuova macchi-
na fotografica in cambio di: -baby sitting -cat/dog sitting -aiuto con inglese-francese o tedesco -una torta :) -due ingressi cinema -escursione dolomitica ... o proponete voi! 3.Ciao a tutti, vicini! C’è qualcuno di voi, con 10 anni di patente e meno di 65 anni, che abbia voglia e tempo di aiutare una signora pakistana a prepararsi all’esame pratico per la patente? Sarebbe urgente, perché l’esame è il 28 luglio! La signora ha la macchina a disposizione per fare
le guide, non ha problemi di tempo perché non lavora al momento, e abita in zona via Veneto... Fatemi sapere per favore 4.Ciao tutti, Volevo segnalarvi questa associazione di cui faccio parte! Per chi ha voglia di andare in montagna ma non ha la compagnia..WELCOME! Si vedono posti bellissimi e si fanno nuove amicizie! Non serve essere universitari per partecipare, l’età è mista! www.susat.it 5.Cercasi cat sitter dal 2 agosto al 23 agosto.
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pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | AGOSTO 2016 - n. 4
Promessa di restituzione favore (a domicilio o domiciliato) in qualsiasi altro periodo dell’anno. Visto che siamo vicini di casa, ci provo :) Gatta nera giovine e simpatica 6.Volevo ringraziare il/la pianista di via Palestrina. Mi sembra di assistere ad un concerto ogni domenica mattina. E’ meraviglioso, grazie. 7.Ciao a tutt*, Sono felice di far parte di questo gruppo e spero di poter contribuire presto alla vita attiva del quartiere in cui vivo! Potrete trovarmi in qualche parco con la slackline appesa tra due piante!se volete provare vi farò sapere ora e luogo!
M I G R A Z I O N E E I N T EG R A Z I O N E
“Progetto Diapason” Una proposta culturale a cura della Cooperativa Archè, Associazione Rastel e Associazione Primavera per la promozione delle parità di trattamento e della cultura delle pari opportunità tra donne e uomini in Alta Valsugana.
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l Progetto Diapason è promosso dalla Comunità di Valle Alta Valsugana e Bernstol, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Archè, Associazione Rastel e Associazione Primavera Giovanile, grazie al contributo finanziario della Provincia autonoma di Trento e il sostegno dei comuni di Pergine Valsugana, Caldonazzo e Calceranica. Questo progetto ha lo scopo di creare e promuovere contesti di significato che permettano con neutralità alle donne stra-
Alcuni protagonisti della cena etnica al Maso Rastel
La vista del lago di Caldonazzo dal Maso Rastel
niere residenti nel territorio dell’Alta Valsugana e Bernstol, paritetiche occasioni rispetto a quelle italiane per poter essere protagoniste sia all’interno che all’esterno del proprio contesto familiare e di integrarsi nel territorio di riferimento. Diapason è strutturato in 8 eventi tra loro eterogenei, organizzati durante tutta la stagione estiva e autunnale 2016. Il primo evento “Conoscersi in cucina”, si è svolto il 16 luglio presso il parco Rastel, Pergine Valsugana, e siamo andati con i ragazzi del Servizio Civile Provinciale dell’Associazione PRODIGIO a raccogliere i primi materiali video e le interviste ai protagonisti che comporranno un documento multimediale conclusivo del progetto che verrà presentato entro fine anno. La cena è stata il primo momento ideale per permettere ai partecipanti di socializzare e stare insieme, scambiandosi i consigli e le idee di cucina proposte dalle diverse culture presenti. Dal Nord Africa al Sud America all’Italia, sono stati presentati ai commensali menù scelti in collaborazione con alcune donne coinvolte nel progetto che si sono messe in gioco in cucina nella preparazione dei pasti etnici e tradizionali. I prossimi eventi prevederanno dei laboratori per consentire ai partecipanti momenti ludici-ricreativi collegati ad alcuni temi specifici, come “Comunicare in musica” il giorno 23 luglio, presso il parco Rastel, Pergine Valsugana; “Emozioniamoci con lo sport”, il 30 luglio e il 03 settembre presso il Centro Nautico
Ekon, a San Cristoforo e “Parliamoci a Teatro” il giorno 27 agosto al parco Rastel, Pergine Valsugana. Il 6° evento del progetto vuole invece promuovere la conoscenza e l’avvicinamento tra le organizzazioni sociali, culturali e sportive che operano nel territorio e le donne straniere residenti. Il Workshop “Organizzazioni di riferimento e opportunità del territorio” intende quindi trasmettere, veicolare e riassumere le diverse opportunità che il contesto sociale offre alla cittadinanza residente, e si terrà il 17 settembre 2016 presso il Centro Kairos, Pergine Valsugana. Altro tema affrontato sarà la scuola. In particolare si esplorerà il delicato processo decisionale della famiglia nel passaggio tra i diversi cicli scolastici dei figli, quindi l’orientamento rispetto alle future scelte didattico-educative nella prima e seconda adolescenza che è per molte famiglie un argomento difficile da affrontare. Il Workshop “Genitori e figli: un percorso scolastico senza conflitti” il penultimo evento Diapason vuole appunto dare l’opportunità alle donne coinvolte nel progetto di conoscere le offerte formative e la struttura dei percorsi scolastici offerti nel territorio. L’evento si terrà il giorno 15 ottobre, presso il Centro Kairos, Pergine Valsugana. Per concludere ci sarà la Cena di Saluto, il giorno 29 ottobre, un momento conviviale per trascorrere una serata insieme e tirare le somme di tutto il progetto con tutti i partecipanti. Gli eventi sono gratuiti, a parte un contributo simbolico di 5 euro per le due cene, e tutta la comunità dell’Alta Valsugana e Bernstol è invitata. Lorenzo Pupi Per maggiori informazioni comunicazione@arche-tn.it telefono320 3616190
Biografie d’oltremare
Intervista a due giovani richiedenti asilo accolti alla residenza Oltrefersina
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ista l’attenzione che Prodigio da sempre pone nei confronti del territorio e delle istanze sociali che da esso derivano, la Redazione ha deciso di avviare una rubrica dedicata alle storie dei migranti, al fine di favorire la conoscenza reciproca come mezzo per promuovere la tolleranza e l’inclusione nella comunità. I primi intervistati, ospiti della Residenza Oltre Fersina di Trento sono il maliano Kamate S. e il guineano Moussa K. Entrambi provenienti dall’Africa subsahariana, hanno rispettivamente ventuno e ventiquattro anni. Come sei arrivato in Italia? K.S.: Sono partito da Koumantou, la mia città natale in Mali, nel 2014. Tutta la mia famiglia vive lì, a esclusione di uno zio
emigrato in America e di mio fratello grande, che fa il soldato, ed è morto qualche giorno fa. Dopo il Mali, ho lavorato un paio di mesi in Algeria, ma era molto difficile perché le persone non mi trattavano come un loro pari, vista la mia provenienza. Sono arrivato in Italia otto mesi fa, passando per la Libia. Sono sbarcato in Sicilia, da dove con un pullman mi hanno trasferito in Trentino, dove vivo da cinque mesi. Ho passato meno di un giorno sul barcone. Eravamo circa 125 persone e siamo stati tratti in salvo da dei marinai olandesi. M.K.: Sono arrivato solo un mese fa. Volevo scappare dalla mia difficile situazione familiare.
Durante l’intervista
Tunisia
Marocco
Algeria
Libia
La redazione di PRODIGIO con Moussa e Kamate Mauritania
Mali Niger
Guinea
Conakry
Koumantou
Burkina Faso Nigeria
Kamate S. Moussa K.
Cosa facevi nel tuo Paese natale? K.S.: Facevo il falegname, come mio padre e mio nonno prima di me. Inoltre, ho anche studiato un po’ di commercio, per vendere i nostri mobili. Questa professione è quella della mia famiglia da generazioni e mi ha permesso di trovare lavoro anche in Algeria. Spero proprio che riuscirò a esercitarla anche in Italia. M.K.: Io sono orfano. Vivevo a Conakry, la capitale della Guinea, con mio zio. Lavoravo nel suo negozio di ricambi per auto, ma mi trattava molto male. Per questo sono scappato, non m’ importava dove, volevo solo andare via. Come ti trovi in Trentino? K.S.: Il Trentino è nel mio cuore, mi trovo bene, ma ho paura di fare delle brutte figure, perché non so come si comporta
la gente di qui. Certo, qui al Centro mi aiutano tutti e cercano di spiegarmi. Per esempio il 20 giugno, in occasione della Giornata del rifugiato, abbiamo fatto uno spettacolo in Piazza Dante e mi hanno detto che sono portato per la recitazione, sono stato molto contento! Qual è la differenza più grande tra il tuo Paese e l’Italia? K.S.: Il saluto. In Mali si salutano tutti: la venditrice al mercato, il ragazzo che incontri per strada. Il saluto è il primo passo per diventare amici. Se non saluti, come fai a conoscere qualcuno? Bè, qui in Italia io saluto sempre, ma la gente fa fatica a rispondermi e io non riesco a capire come mai. M.K.: La religione, il modo di vestire e di vivere. Qui la gente è libera di abbracciarsi per strada, da noi risulterebbe un po’ strano. Qual è il tuo sogno? K.S.: Vorrei diventare un bravo giocatore di basket. Scherzi a parte, vorrei instaurare delle vere e proprie relazioni con gli italiani. Come dice il proverbio “La relazione è più importante del diploma”. M.K.: Vorrei lavorare in un negozio, ma il mio sogno immediato è che mi diano i documenti.
pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | redazione@prodigio.it | AGOSTO 2016 - n. 4
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