pro.di.gio. BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PRODIGIO ODV SUL MONDO DEL DISAGIO E DELL’HANDICAP
NUMERO IV - AGOSTO 2021 - ANNO XXII - 127° NUMERO PUBBLICATO
Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 - Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB Trento. Contiene I.R.
PROGETTO DI GIORNALE
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L’inclusione?... L’INCLUSIONE ?... è questione di allenamento! É QUESTIONE DI ALLENAMENTO!
Agosto 2021 - n.4
IN EVIDENZA
IL PRODIGIO di pro.di.gio. Care amiche e amici, di formazione giornalistica a Trento, a una ventina di ragazzi con diverse abilità. Per più di un anno da Sassuolo (Modena), dove abitavo, periodicamente sono salito nella sede della Cooperativa S.A.D. per le lezioni. ha manifestato la volontà di dare vita a un proprio giornale sui temi dell’handicap e del disagio sociale. Sinceramente non ero così sicuro che l’avrebbero È davvero un prodigio la durata di pro.di.gio! Ma è partito bene, con la determinazione e la capacità organizzativa di Pino, la creatività in particolare
omonima Onlus potesse farsene carico. Appena pronta, gliel’ho ceduto, con Ricordo anche con piacere e nostalgia quando ho portato l’amico Pierangelo Bertoli a tenere un concerto nel teatro di Trento, con il pubblico che cantava
Dopo tanti anni passati a Prodigio, come servizio civilista prima, curatrice del Premio Melchionna e volontaria poi, sono felice ed emozionata all’idea di ammalate, fragili e delle loro famiglie. Nella primavera del 2020, durante il sti, pazienti e comprensivi. Insomma, più buoni. E invece eccoci qui – ancora incerti sulla data di uscita dalla pandemia – veder spuntare intorno a noi nuove fragilità, egoismi e solitudini. Situazioni che Pino, con quell’irruenza di pena rotelle, non avrebbe esitato a denunciare. L’augurio che mi faccio alla vigilia il cammino da lui tracciato e di riuscire a prestare sempre le nostre pagine e le nostre penne a quanti, raccontandoci storie che ispirano, scoraggiano o indignano, vorranno aiutarci a tracciare un quadro più completo sulla disabilità bensì di non conoscere. Perché è negli interstizi del disinteresse e della disinfor-
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Ma, guardando la carta d’identità e non solo, è ormai più che tempo che io mi faccia da parte e lasci spazio ai giovani, a leve più fresche e più vicine a Trento e al giornale. verso i loro articoli, e auguro lunga, ancora lunga vita a pro.di.gio.!
domande, potremmo un giorno trovare le risposte che cerchiamo e riuscire ad
numero che – in pendant con le Olimpiadi di Tokyo – è interamente dedicato alle potenzialità inclusive dello sport.
Martina Dei Cas
Francesco Genitoni
VITA di Giacomo Carbonara
Forse a parlare delle nuvole Non ti rendi conto che puoi superare le colline, Forse non ti rendi conto che la vita è come l’estate, con le sue giornate piene di azzurro che sfuma all’orizzonte e con i temporali che portano il buio,
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i sogni scappano via. Ma ricorda che sono come le farfalle, non volano mai troppo in alto. Estate che esplode di colore Il bene, il male e il dolce profumo delle montagne quando il mondo sta per cadere.
e rendono più forte la terra.
Proprietà: Associazione Prodigio Odv Indirizzo: via A. Gramsci 46/A, 38121 Trento Telefono: 0461.925161 Fax: 0461.1590437 Sito Internet: www.prodigio.it E-mail: associazione@prodigio.it Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 Spedizione in abbonamento postale Gruppo 70% Stampa: Publistampa (Pergine Valsugana). Direttore responsabile: Martina Dei Cas Redazione: Luciana Bertoldi, Martina Dei Cas, Carolina Espinoza Lagunas, Ivan Ferigo, Lorenzo Pupi, Giulio Thiella Hanno collaborato: Giacomo Carbonara, Maria Devigili, Samuele Maranelli Credits foto copertina: HDF In stampa: 01 agosto 2021
nate per farti guardare in alto e per farti credere nei sogni.
Siamo alla ricerca di nuovi volontari!
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SPORT E INCLUSIONE
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MASSIMO BERNARDONI
a cura di Samuele Maranelli
Lo sport paralimpico trentino e il futuro Una chiacchierata con Massimo Bernardoni, presidente del Comitato Italiano Paralimpico in Trentino. Dopo molti anni si passa da un comitato paralimpico ad una delegazione. Un team di eccellenze che insieme lavoreranno per scrivere il futuro dello sport paralimpico trentino. Il presidente ci racconta cosa cambia e quali sono i progetti in un territorio a forte evocazione sportiva sia invernale che estiva. Sport e Disabilità: da molti anni sei il punto di riferimento sul nostro territorio. Cosa cambia ora paralimpico trentino?
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bilità di creare qualcosa di concreto sul territorio. ché di rappresentatività. Non potevo vantare un campo d’azione che invece ora esiste anche grazie ad una preziosa squadra di delegazione. Lavorantive coprendo più ambiti. Immagino quindi ci sarà anche una disponibilità economica maggiore? Hai toccato un punto importante. Il budget sarà sicuramente riparametrato: il passaggio da un semplice comitato ad una delegazione è importante. Ci sono dei criteri che tengono conto di
Il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Trentino Massimo Bernardoni mandati, con presidente Petrucci. Una grandissima esperienza, possiamo dire unica, che mi ha messo Assunto anche nella federazione sport ghiaccio, mi occupo anche di sport paralimpici, curling e Para Ice Hockey. Il cuore rimane al Cip, che vivo come una seconda famiglia. Hai vissuto sia lo sport normodotato sia lo -
o inventato. Come Cip regionale possiamo gestire sul territorio. Compete invece al Cip nazionale stiformazione a scuola, all’avviamento allo sport ed il
lavorando? Da marzo siamo partiti a duemila all’ora. Abbiamo già avviato un programma ricco, partendo dal convenzionamento di Villa Rosa, unità spinale d’eccellenza a Pergine, con l’obie ivo di creare un centro di avviamento allo sport paralimpico. Supportati da personale esperto, spazi adeguati ed a rezzature crediamo nello sport come riabilitazione. Un secondo proge o, già in a o, è un monitoraggio approfondito sul territorio: tramite cooperative e associazioni, che risultano essere terreno fertile, ricerchiamo nuove leve e promesse del futuro paralimpico. Importante lavorare anche in ambito educativo: con Ma eo Lazzizera, referente dell’ambito scolastico, stiamo implementando percorsi di notevole rilevanza. L’obie ivo ultimo rimane sempre e comunque portare il disabile a fare sport. Come ti sei avvicinato al parasport? Qual’è la tua storia? Io vengo dal mondo del tennistavolo, come atleta per 25 anni ho poi conseguito il massimo patentino di allenatore a livello nazionale. Lavorando privatamente l’impegno richiesto della Fitet per allenare non era compatibile con i miei impegni. Mi hanno quindi proposto di seguire la sezione paralimpica tennistavolo. Dal 1988 al 2000 ho seguito la nazionale italiana portandole a vincere varie medaglie alla paralimpiadi. Nel 2000 ho lasciato il passo e mi sono candidato per il consiglio del Cip, entrando inizialmente in quota tecnici. Sono passato poi alla presidenza degli sport invernali, ho avuto quindi la possibilità di entrare nel consiglio nazionale del CONI per 2
risultato e vincere. Nei miei 30 anni di esperienza ho visto diminuire la forbice tra prestazioni normo-para essenzialmente per 3 motivi: la crescita dello sport paralimpico in termine di numeri, atleti, Il secondo motivo: esiste una coscienza diversa biato il punto di vista. L’atleta disabile non è un disabile che fa sport, ma un atleta che si allena e si impegna profondamente. Il terzo motivo, forse il più tecnico, riguarda la che un po’ alla volta ha ammesso sempre più disabilità minime, elevando la qualità di molte discipline. Vediamo il tiro con l’arco, il nuoto, i tempi ed i risultati si avvicinano molto a quelli normodotati. per disabili in modo da creare pari condizioni di partenza. Gareggiare con i normodotati però non penso sia la strada giusta. Non sempre integrazione ed interazione portano ad esperienze positive. divisi con dignità uguale. Negli ultimi 16 anni la paralimpiade ha avuto una crescita mediatica enorme, possiamo ritenere quindi che sia vincente mantenere le competizioni separate? Quando gli eventi sono organizzati bene dal pari dignità, certamente funziona. Esiste un movimento culturale ed una sensibilità acquisita con la quale si inizia a vedere la prestazione sportiva e si vede prima lo sportivo che il disabile. La compassione è sostituita dall’importanza della gara e dalla competizione. E in futuro lo sarà ancora di più. Dobbiamo distinguere in 3 tipologie le disa-
Bernardoni con la presidente del Coni Trento Paola Mora, il vignettista Maurizio Menestrina e la campionessa Bebe Vio, nostra portabandiera alle Paralimpiadi di Tokyo si, anche chi muove un solo dito, può giocare a boccia. Esiste poi un campionario di discipline che indicati, per alcuni tipi di problematiche per esempio il Para Ice Hockey, basket o rugby sono più fondo: l’intenzionalità e la capacità relazionale. Per questo gli atleti devono essere seguiti da personale molto preparato, ma per il resto non c’è nessun impedimento. Vuoi ringraziare o salutare qualcuno? In primo luogo ringrazio la mia giunta, a partire dal vice presidente Ma eo Lazzizzera, Giorgio Guarniero, presidente federazione bocce in Trentino, Paola Mora, presidente CONI Trento, Be y Nicolussi che rappresenta la Fisdir e tu o il mondo dello sci, Melania Corradini, grandissima atleta medagliata alle paralimpiadi, Giancarlo Gozzer, che rappresenta la federazione italiana sport Orienteering e discipline associate, Paolo Pe inella, presidente Fisdir. In veste poi di consiglieri Maurizio Cagol, referente all’avviamento sportivo, Roberto Oberburger, rappresentante discipline sportive paralimpiche. Ed infine al presidente dei presidenti: Luca Pancalli, un gigante che ha elevato il Cip allo stesso livello del CONI, dandoci delle possibilità prima impensabili. Un merito assolutamente riconosciuto all’unanimità, che ha portato ad una accelerazione di tu o il mondo paralimpico e ad una concezione nuova dello sport nelle vite dei disabili. Ti ringrazio!
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STORIE CHE ISPIRANO
IL CAMPO DI BATTAGLIA CONTRO L’AUTISMO?
a cura di Martina Dei Cas
Per Michele Oberburger è la pista da trial!
Michele Oberburger gareggia con i normodotati nel campionato italiano di trial. La sua è una storia unica in Europa Dalla Piana Rotaliana ai campionati italiani di trial gareggiando con i normodotati per inseguire un sogno e vincere, anche se non la guerra, tante battaglie contro l’autismo. Quella di Michele Oberburger, classe 2003 di Rovere della Luna (Trento), è una storia unica in Europa. E noi ve la raccontiamo così, assieme a papà Roberto e a Niki Talk, un’app che aiuta le persone autistiche o con bisogni comunicativi complessi a comunicare. Michele, come è nata la tua passione per il trial? Grazie a un’amica di famiglia, Deborah Albertini, pluricampionessa italiana in questa disciplina, che un giorno vedendomi andare in bici propose di me ermi sulla moto. Papà all’inizio era preoccupato, un po’ contrario. E invece nel 2016 ho eseguito la visita sportiva, conseguito la licenza della Federazione motociclistica italiana e adesso eccoci qua! Che emozioni ti dà andare in moto? Qui rispondo assieme a papà, con le parole di un altro genitore che mi ha visto in sella e ha de o: «Quando Michele si allaccia il casco e comincia a guidare la sua Beta 250, diventa un ragazzino normale. Cambia le marce, usa la frizione, i freni, accelera, ride, sgasa, come qualsiasi altro diciasse enne». In questi anni, hai partecipato a numerose gare. Quali ricordi con più soddisfazione? La vi oria a Folgaria due anni fa e i piazzamenti al campionato italiano. Ogni gara è bella, perché è uno scalino in avanti. Pensare che non arrivo sempre ultimo, ma a volte riesco a superare i ragazzi «normali» vuol dire tanto. Un sogno realizzato? Partecipare al campionato italiano. Un sogno ancora da realizzare? Abba ere le barriere del campionato europeo. E, perché no, mondiale.
Michele ha frequentato la scuola alberghiera e ora fa il tirocinio come cuoco in caserma
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I primi fan di Michele sono i Vigili del Fuoco permanenti di Trento, a cui sono ispirate tutte le livree della sua nuova moto, presentata a fine luglio a Pietramurata in occasione della prima gara di campionato italiano di trial alla presenza della comandante Ilenia Lazzeri. Ti piacciono altri sport? L’arrampicata, il SUP surf e la barca a vela, ma nessuno mi piace tanto quanto la moto. Quanto ti alleni? Il sabato pomeriggio e la domenica tu o il giorno. Circa dieci, quindici ore in se imana. Quando corri, indossi una divisa speciale. Quella dei pompieri. Come mai? È una storia lunga, cominciata quando avevo se e anni, legata al lavoro di papà. Lui ha un’azienda che si occupa di antincendio e sicurezza e un giorno mi ha portato con sé dai vigili del fuoco permanenti di Trento. Ero così affascinato dai loro mezzi. Ed è nato un amore a prima vista che dura ancora a oggi… Sì, la caserma è la mia seconda casa e proprio lì sto facendo il tirocinio come cuoco.
Il 25 luglio scorso, a Pietramurata (Tn), Michele ha conquistato la sua prima vittoria al campionato italiano di trial
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STORIE CHE ISPIRANO
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Niki Talk è un’app che aiuta le persone autistiche o con bisogni comunicativi complessi a comunicare, attraverso cui è possibile creare album personali e tabelle online, ma anche caricare le proprie immagini preferite e inserire il suono attraverso la sintesi vocale in trentuno lingue. L’emozionante incontro con papa Francesco nel febbraio 2019 Una domanda per papà Roberto. A che punto siamo con la conoscenza dell’autismo in Italia? Quali stereotipi e pregiudizi vi feriscono di più? Anche in riferimento a quanto successo a inizio luglio a Carbonare di Folgaria, dove una ragazza autistica ha dovuto lasciare la casa vacanza dove era alloggiata perché accusata di fare troppo rumore… La coscienza dell’autismo in Italia è ancora poca. Se ne parla nella giornata dedicata, il due aprile, o quando succedono fa i particolari, come la bambina autistica di Brescia sparita. Ma poi si tende a dimenticare. E questo è un male, perché manca una proge ualità di vita a trecentosessanta gradi per questi ragazzi. Per esempio, per loro – che pure sperimentano l’adolescenza al pari dei loro coetanei – non c’è un educatore sessuale. Si pubblicizzano tante cose, ma poi se ne fanno poche. Ora abbiamo una Ministra, Erika Stefani, deputata a occuparsi di disabilità e molto a enta al tema dell’autismo. Il
MARKETING SAIT
LA NORMALITÀ È SOPRAVVALUTATA
problema è che i tempi della politica sono lunghi. Per prendere delle decisioni ci vogliono anni e intanto si perdono intere generazioni di ragazzi autisti-ci. In Trentino ne nascono circa trenta ogni anno. In Europa, ad oggi, gli adulti autistici sono quarantamila. Bisogna partire da lontano, dalle scuole elementari e medie, per capire le loro a itudini e abilità e inserirli nel mondo reale in base alle loro competenze. I laboratori sociali sono un aiuto, ma non devono trasformarsi nell’unica soluzione. Prendiamo ad esempio Michele, è un bravissimo cuoco, ma sarebbe un giardiniere negato. Quello che voglio dire è che non ci sono rice e preconfezionate valide per tu i, ma che bisogna studiare proge i di vita personalizzati per ogni ragazzo. In merito alle ferie, tante famiglie di autistici non le fanno perché hanno paura di non essere acce ate. E invece servirebbero stru ure a rezzate, dove possano stare serene, come la spiaggia.
Storia di una mamma e di un bambino che corre su due ruote -
che vive chi, come lei, ha un bambino che corre su due ruote, quelle della sedia rotelle. Per farlo valutata» (ed. Kimerik) in uscita il 6 agosto, l’aue il pregiudizio, cercando di trovare l’equilibrio in nicità di cui ogni persona è portatrice in nome della normalità. «L’autismo e la sedia a rotelle sono arrivati in casa nostra con il taglio cesareo d’urgenza, bambini, Manuel e Leo – sono nati lui e la sua disabilità. È stata lenta, ci ha corpo. Prima di arrivare al modello di cure formidabili che abbiamo oggi, si vende pur di raggirare una coppia di genitori, forse disperati o magari, viceversa, tanto pieni di speranza da essere pronti a credere a qualsiasi -
quale socialità sembrino essere destinati questi ragazzi e ragazze, ma anche il desiderio profondo che la società – grazie a una maggiore conoscenza di queste situazioni – possa cambiare. m.d.c
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VACCINO COVID – 19
LE ULTIME NOVITA’ SULLE SOMMINISTRAZIONI
Imprenditori, commercianti, insegnanti, addetti alle pulizie o ai servizi alla persona, operatori sanitari e sociali, impiegati, commessi, pensionati e studenti: per scongiurare il rischio di una quarta ondata di Corona Virus, aiutare l’economia a riprendersi e proteggere noi stessi e le persone che ci stanno intorno, vaccinarsi è fondamentale. Come spiega infatti l’assessore provinciale alla salute Stefania Segnana: «E’ importante cogliere l’opportunità di immunizzarsi contro il Covid-19 non solo per sé stessi ma anche per contrastare la diffusione del virus, a maggior ragione in questo momento in cui la variante Delta si è affacciata nei territori vicini alla nostra provincia». MODALITÀ DI PRENOTAZIONE DELLA VACCINAZIONE La vaccinazione si prenota come sempre al Cup-online (https://cup.apss.tn.it/webportal/vaccinocovid/main/ home) nella propria categoria di riferimento. La seconda dose verrà prenotata contestualmente alla prima a distanza di 21 o 28 giorni dal primo appuntamento. POSSONO ACCEDERE ALLA VACCINAZIONE: I maggiorenni residenti in Trentino i ragazzi e ragazze residenti in Trentino a partire dai 12 anni compiuti A partire dal mese di luglio possono inoltre accedere alla seconda dose di vaccinazione i lavoratori, turisti o studenti che rimangano in Trentino per più di 14 giorni e abbiamo
VACCINO IN DOSE UNICA Le persone nate negli anni compresi tra il 1942 e il 1961 possono scegliere il vaccino monodose Janssen.
CHE COSA DEVO PORTARE CON ME IL GIORNO DELLA VACCINAZIONE? Per ridurre i tempi di permanenza nei centri vaccinali si consiglia, una volta ottenuto l’appuntamento, di presentarsi portando con sé la tessera sanitaria, la prenotazione e il modulo per il consenso alla vaccinazione già compilato scaricabile dal sito dell’azienda sanitaria. Una volta ricevuta la vaccinazione unica Janssen oppure la seconda dose del vaccino Pfizer o Moderna, sarà possibile scaricare tramite il sito dgc.gov.it. con le app dedicate (Immuni e Io) oppure rivolgendosi al proprio farmacista i il Green Pass, ovvero la certificazione verde che attesta l’avvenuto completamento del ciclo vaccinale.
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PUBBLICA UTILITÀ COMUNE DI TRENTO
NUOVO VERDE E GIOCHI PER BAMBINI AL “MAGNETE” -
Aree a sud di via Unterveger
un’area di aggregazione ai residenti dei complessi abitativi circostanti, ove risiedono più di 800 persone in un contesto
priorità al gioco dei bambini, allestito nello spazio verde centrale e più vicino alla residenza di circa 1.400 mq, orga-
aree, di circa 3000 mq di verde complessivo, sono state allestite per farne un luogo per il gioco dei bambini.
in gomma e materiali colorati sulle due estremità: da un lato questi cerchi ospianni (altalene, scivoli, dondoli), dall’altro lato si colloca un gioco combinato con aiuole e fontana. Alcuni alberi assicurano l’ombreggiatura nella stagione sosta. Quest’area ospiterà poche panchi-
ne tradizionali: prevalgono bassi muretessere utilizzati nel gioco libero e come sedute e non agevolano la sosta prolunsvilupparsi di potenziali fenomeni di degrado e uso non appropriato delle aree, evitando giochi chiusi e facilmente vandalizzabili, escludendo vegetazione bassa e aree buie. Nell’area verde adiacente è stata collocata un campo da zatori in forma libera, ma il cancello ne
Aree a nord di via Unterveger Le fasce di verde a nord di via Unterveger consentono di completare la realizzazione della ciclabile che si colloca accanto al marciapiede, da questa separata da una aiuola. Il resto delle aree stradale con piante non interferenti con da armonizzarsi con le altezze degli edi-
parziale ombreggiatura dell’area gioco
ESTATE… è tempo di “Sport nel verde”
gramma di animazione sportiva rivolto a
sport, creando al contempo un senso di appartenenza alla comunità di riferimento e al territorio. Sport nel Verde 2021 verrà realizzato in sicurezza all’aria aperta, nel pieno nere al massimo il contagio Covid 19.
ruolo sociale del parco inteso come luogo
società sportive e cooperative sociali che, a titolo volontario, propongono alla cit-
prenotazione. In caso di maltempo le iniziative vengono annullate. Si consiglia di indossare un abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica.
tra le altre, le arti marziali, il baseball, il minibasket, il basket femminile, il basket
disponibile sul sito del Comune di Trento h ps://www.comune.trento.it/Aree-te-
nella promozione dello sport, propone nel Verde, un’iniziativa volta a promuo-
possano incontrarsi e impiegare il pro-
la ginnastica artistica, la ginnastica dolce, la pallavolo, la scherma storica, il tai chi. Si ricorda che la partecipazione alle
matiche/Sport/Proge i-e-iniziative/ Sport-nel-Verde. -
GENERAL-MENTE
DONNE E SPORT: PARLIAMONE. Lo sport ha smesso da tempo di essere un “gioco da uomini”, vediamo come e perché Oggi moltissime donne fanno sport anche ad alti livelli, pensiamo ad esempio a nomi di campionesse come: Yelena Isinbayeva, Serena Williams e Laure Manadou. Ma al di là dei grandi nomi, molte sono le donne appassionate di sport non allo sport. Eppure non è sempre stato così. divieto che impediva alle donne di competere in una maratona e lo ha mondo, la Boston Marathon. Da allora la presenza delle donne nello sport è cresciuta in modo esponenziale e, secondo l’ultimo rapporto Women and Sport di Repucom (Nielsen, 2016), si calcola che quasi il 50% interessate allo sport e lo seguono in televisione o tramite internet. Secondo questa ricerca lo sport preferito e più seguito varia a seconda dal Paese da cui si proviene. Ad esempio negli Stati Uniti il football regna sovrano, nel Regno Unito il tennis, in Cina il badminton, in GiapMessico il calcio. In generale, sport come il tennis,
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Kathrine Switzer, maratoneta e attivista statunitense, fu la prima donna a correre - con il pettorale 261 - la maratona di Boston nel 1967 destano più interesse tra le donne Gli sport motoristici, al contrario, sono i meno popolari nel pubblico femminile. Sempre secondo il rapporto Women and Sport, la passione delle donne nei confronti dello sport nasce che le bambine e le giovani donne hanno il 76% di possibilità di rimanere interessate allo sport per il resto
sport è aumentata molto sono state queste stesse ragazze a dare l’esempio e a incoraggiare le future genei paesi sono notevoli. In Cina solo il 14% delle ragazze tra i 16 e i 29 anni non pratica sport a scuola, un dato che contrasta con all’84% delle intervistate non ha avuto, in quel periodo della loro vita nessun interesse nei confronti dallo sport. Nella ricerca si sono sondati
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a cura di Maria Devigili
ad esempio cosa spinge le donne a fare sport. La maggioranza delle risposte tivi che ne possono derivare: sollievo dallo stress, perdita di peso, sentirsi bene con se stesse, entrare in contatto con persone che la pensano allo stesso modo, uscire di casa. to alle ragioni degli uomini è che loro aggiungono un’altra variabile a quelle sopra elencate: la competitività. In relazione ai disagi e agli ostacoli che le donne sperimentano nel mondo dello sport, emergono parole come paura del fallimento, costi elevati e infortuni. zone può essere avvertito come un handicap ma che è proprio questo a dar loro maggior forza e spinta motivazionale. E gli sport più praticati dalle donne? Sono il jogging e il ciclismo.
CULTURA
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BRENTA OPEN
di Ivan Ferigo
Dolomiti, un patrimonio accessibile a tutti Per uno sport inclusivo e una montagna accessibile. Perché non esistono barriere insuperabili, né obiettivi impossibili da raggiungere. Si potrebbe sintetizzare così l’idea che muove Dolomiti Open, associazione sportiva dile antistica con sede a San Lorenzo Dorsino che opera per stimolare e divulgare la cultura dello sport in ambiente naturale, perché la montagna sia un patrimonio comune praticabile a tu i. Un conce o veicolato in particolare a raverso Brenta Open. Un proge o, realizzato in collaborazione con Sportfund Onlus, costruito intorno ad un trekking inclusivo. Ne abbiamo parlato con Simone Elmi, guida alpina e presidente di Dolomiti Open. Qual è la mission di Dolomiti Open? Dal 2015 la nostra mission è che, siccome le Dolomiti sono patrimonio di tu i, devono essere accessibili a tu i. L’idea è testimoniare che chiunque ha voglia di frequentare la montagna, pur con i propri limiti, lo può fare. Poi, fare sport nella natura è la chiusura del cerchio. Un bene per il fisico e per l’anima. Le nostre Dolomiti sono territori che sembrano ogge ivamente poco accessibili: le rocce, il maltempo, la neve, i sentieri non possono essere abba uti. In ci à si tende a sbarrierare, in montagna invece non ci sono facilitazioni. Però questi ragazzi con la loro volontà riescono a superare barriere che mai avrebbero immaginato di poter superare. Adesso per loro è la normalità. Bisogna un po’ uscire dall’idea del disabile come “superuomo”: è un essere normale che ha avuto una menomazione, ma con la forza di volontà e un briciolo d’aiuto da parte della comunità può tornare ad essere protagonista della propria vita. La montagna è accessibile a tu i, ma bisogna approcciarla con umiltà e in sicurezza.
Brenta Open esiste da sei anni. Nell’ultimo fine se imana di luglio, l’ultima edizione, la se ima. Che itinerario avete percorso? Siamo stati nelle Dolomiti di Brenta due giorni, con perno amento al rifugio Tucke . Per arrivarci, il primo giorno abbiamo percorso 700 m di dislivello. Il secondo, con i più allenati, abbiamo scalato la parete del Castelle o Inferiore. 300 m di scalata con cinque cordate che hanno salito diverse vie. Chi ha partecipato all’uscita? Ci sono state un’escursione e una scalata. Alla prima hanno partecipato parecchie persone, anche un gruppo di ragazzi con autismo e difficoltà relazionali, seguiti dalla cooperativa sociale Cadiai e guidati da un accompagnatore di media montagna. All’arrampicata hanno preso parte gli alpinisti: Nicolle Boroni, amputata di una mano; Gianluigi Rosa, atleta paralimpico della nazionale italiana di sledge hockey, amputato di una gamba come Kevin Ferrari; Michele Maggioni, guida alpina di Milano, amputato di un piede in seguito ad un incidente. Ognuna delle cinque cordate era condo a da una guida alpina. Raggiunta infine la cima, non fate mai mancare l’accompagnamento musicale. In cima abbiamo portato anche dei musicisti alpinisti: in questa manifestazione, già dalla prima edizione, includiamo anche la musica, che non ha barriere e passa dappertu o. Anche chi rimane in rifugio o sta camminando lì intorno viene reso partecipe. Creiamo così un concerto abbastanza unico, un bo a e risposta con strofe e pezzi suonati da musicisti sulle cime delle montagne. E l’anfiteatro dolomitico fa tu o il resto, a livello di sonorità.
A sinistra: il presidente di Dolomiti Open Simone Elmi (foto Filippo Frizzera) A destra: Gianluigi Rosa in azione sulla parete del castelletto inferiore Il racconto di Brenta Open però non si ferma alla due giorni… Per condividere con più persone l’esperienza, abbiamo prodo o dei “podcast dolomitici”. Il canale si chiama DolomitiPlaceToBe, e racchiude per ora tre podcast che raccontano, a raverso l’esperienza di questi ragazzi, anche la storia delle nostre Dolomiti e dell’alpinismo. Gli audio si possono ascoltare su iTunes, Spotify, Google Play, Amazon. Inoltre, da fine luglio al 12 agosto c’è una mostra fotografica nel centro di Molveno. E ad agosto ci saranno due serate-evento nelle quali i protagonisti racconteranno l’esperienza di quest’anno e presenteremo il nuovo video: l’11 a Molveno, il 19 a Madonna di Campiglio.
VIAGGIO ITALIA
a cura di Samuele Maranelli
di Danilo Ragona e Luca Paiardi
Rice a: 1 viaggio nella nostra Italia, 2 avventurosi in carrozzina, una dozzina di storie nella storia, 5-6 Sport da provare, un pizzico di ironia e 100 pagine di disegni: ecco gli ingredienti per sfornare un libro sicuramente unico nel suo genere. Siamo nel mio ambiente naturale, la Graphic Novel: la moderna narrazione a nuvole e. Raccontare con le immagini è allo stesso tempo rudimentale e futuristico, come passare dai graffiti in una gro a alla realtà aumentata. Leggendo un racconto la mente crea delle scene, la Graphic Novel “anticipa” questo processo svelandoti le immagini. L’impasto ben equilibrato di tra i, kine, sfondi, ombre, grigi, scri e, neri e baloon del disegnatore Marcello Restaldi, ci fa viaggiare insieme a Danilo Ragona e Luca Paiardi nello scarpone italico. Ci si trasforma in un avveniristico occhio di drone che inquadra la storia in alternanza dal basso, dall’alto, da lontano, da vicino, da dentro le cose come in un film su cellulosa. Futuristico e futurismo: come posso non sentirmi parte della loro storia se parlano del Mart e
Una vignetta tratta dalle pagine di “Viaggio Italia” della mia Rovereto? Proprio il Mart, casa del futurista Depero, un museo che ha fa o dell’accessibilità un suo valore centrale. Non solo barriere archite oniche ma anche linguistiche e comunicative abba ute completamente: percorsi in Lis (Lingua dei Segni Italiana, che finalmente è stata riconosciuta come lingua) e percorsi ta ili per ciechi ed ipovedenti. Una realtà italiana, trentina, che compete con i più grandi Musei del Mondo guadagnandosi l’etiche a di “museo inclusivo”.
Viaggio Italia Around the World è un esperimento narrativo pioniere che ne favorirà altri venturi. Coinvolgente fino alle ultime ba ute, mi fa però dire “Perché non hanno approfondito ogni tappa affamandomi di particolari? Come è stato il loro viaggio da un luogo all’altro e con quali difficoltà? Che cosa sarà successo per scendere dall’Etna? Ma il rafting come è andato a finire? E poi? Un assaggio di quello che poteva essere un pasto Gourmet.” Rimane un buon punto di partenza per parlare di disabilità con le immagini.
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SPETTACOLI
A ORIENTE OCCIDENTE VA IN SCENA LA DANZA SENZA BARRIERE
a cura di Martina Dei Cas
La novità dell’edizione 2021 sono le audiodescrizioni degli spettacoli per le persone cieche
INCONTRI OLTRE LA DANZA Venerdì 9 settembre ore 9.30 POLITICHE FINANZIAMENTI E FORMAZIONE PER L’ARTISTA DISABILE, con Abid Hussein (Art Council England), Alessandro Pontremoli (Università di Torino), Yvonne Schimdt (Università di Zurigo)
Sabato 10 settembre ore 10 BEST PRACTICE EUROPEE con Stine Nilsen (Candoco Dance Company), Tanja Erhart (artista disabile indipendente), Veera Suvalo Grimberg (Danskcompaniet Spinn), Susanne Schneider (BewegGrund)
La danza inclusiva di Roser López Espinosa in “Mixed Doubles” a Oriente Occidente (foto HDF) Sono gli “Orizzonti nomadi” il tema scelto per la quarantunesima edizione del festival Oriente Occidente, in programma a Rovereto dal 3 al causato dalla pandemia, è risorta, forte, la necessità dell’incontro con l’altro, di vagabondare, aprendoci al nuovo e al diverso. Di qui, l’idea di un programma contaminato da venti coreogra-
ze, cui si aggiungono tre mostre. Tanti i nomi di richiamo internazionale, da Hofesh Shechter a Peeping Tom, passando per il o per le acrobazie del circo marocchino Colokolo. Numerosi anche i successi made in Italy, come lo
artisti, disabili. Ma l’inclusività della kermesse non
Domenica 11 settembre ore 10 LA CARTA DI ROVERETO, tavolo di lavoro tra i membri della rete italiana #unlimited, istituzioni e portatori di interesse per inquadrare lo stato della danza inclusiva in Italia e far emergere le istanze e le azioni da promuovere
infa i il proge o a ivo già da un paio d’anni con l’Ente nazionale Sordi di Trento per l’accessibilità grazie all’utilizzo dei Subpac, particolari dispositivi nati per esperienze di realtà virtuale che si indossano come zaini e che vibrano al ritmo della -
una nuova sperimentazione per rendere accessibiun pubblico di persone cieche, grazie alla collaborazione con ABC Irifor del Trentino e associazione
sarà accessibile a entrambi i pubblici, ovvero alle ti legati all’accessibilità di pubblici con disabilità sono sviluppati grazie al proge o che vede Oriente Occidente partner della più grande rete Europea da Creative Europe.
missing door & The lost room” di Peeping Tom
Info e prenotazioni su orienteoccidente.it
Lucenti e l’“Elegia delle cose perdute” di Zerogrammi che racconta la dolorosa condizione dell’eLoredana Parrella, in cui il pubblico si sposterà tra francese di danza aerea À Fleur d’Airs nei parchi Colorio al Brione e Ferrari a Lizzanella. Riconfermato anche l’impegno degli organizzatori verso una manifestazione inclusiva. In cartellone, bili e normodotati si incontrano e si completano.
acclamatissima protagonista dell’assolo “Gentle Unicorn”. Il secondo – in programma sempre al -
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Moby Dick, uno spettacolo di Chiara Bersani (la prima a sinistra), acclamata artista affetta da una forma medio-grave di osteogenesi imperfetta (foto Federico Gazza)
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EUROPA E SPORT
SPORT, AUTISMO E INCLUSIONE. Si conclude in Trentino il progetto Sisaap che ha coinvolto organizzazioni provenienti da Croazia, Italia e Spagna
Agosto 2021 - n.4 a cura di Lorenzo Pupi
Scambio di idee per dare spazio all’inclusione
I protagonisti di questa bellissima esperienza sing Socialisation and Abilities of Autistic People” è durato due anni e dopo due tappe europee in Croazia e Spagna si è concluso con una tre giorni in Italia, in Trentino. Una conclusione ricca di
solida rete di cooperazione tra le parti interessate,
come strumento per favorire la socialità e le abilità
sibilizzazione delle comunità locali, che favorirà altresì una loro maggiore consapevolezza delle
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autistiche, per migliorare la qualità di vita, le abili-
(EAC-A03-2018), è la Federazione Trentina della smo Sevilla (Spagna), Croatian Union of Association (Croazia), Fundación Escuela Andaluza de Economía Social (Spagna) e Associazione di pro-
I partecipanti all’incontro transnazionale sono zione di una guida dedicata alle buone pratiche rienze sportive dedicate. Contenuti, metodi di tici sono elementi che favoriscono l’inclusione e la socializzazione delle persone con Dsa. La guida ha zazioni, amministrazioni o alle famiglie interes-
Nell’ultima fase del percorso i partner internazionali sono stati accolti presso la Federazione Trentina della Cooperazione e accompagnati nelle giorni stava organizzando il primo Archè Camp, loro famiglie.
a un video che raccoglie lo scambio di esperienze
sono appunto la cooperativa sociale Archè, che è specializzata in educativa socio motoria in ambito
Navigando il lago di Garda in barca vela
sempre impegnata nell’inclusione sociale e culturale delle persone fragili. L’esperienza trentina ha previsto uscite in barca a vela al lago di Garda, Stand Up Paddle surf e vela al lago di Caldonazzo, oltre ai laboratori pratici in cui è stata coinvolta la dell’OdfLab della Facoltà di Scienze Cognitive di Rovereto. Ha tenuto un incontro sulla costruzione del percorso di vita dei giovani con DSA, che ha Camp organizzato da Archè Scs in concomitanza con l’esperienza europea. verso lo sport, per le persone con disturbi dello
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Dicembre 2020 - n.6
TITOLO SEZIONE