GIOCHI TRADIZIONALI ISPANOAMERICANI
Catalogo della mostra Diciannove opere presentate nella sede dell’ Ass. Cult. Progetto 7LUNE
Diciannove opere presentate in una mostra presso la sede veneziana dell’Associazione culturale Progetto 7LUNE
GIOCHI TRADIZIONALI ISPANOAMERICANI Catalogo della mostra
CC Creative Commons copyright copyright di ogni singola opera degli artisti Copyright dei testi dell’Ass Cult Progetto 7LUNE Immagine in copertina di Milagro Quiroa Fernåndez Le traduzioni sono di Anna Zampieri
Gli artisti: Diana Aguirre Itto Aguirre Silvia Alvarez Blanca Yolanda Galvan Martinez Claudia Medina Elizabeth Garces Vero Juarez Samuel Lopez Cunche Guadalupe Martinez Olivier Guadalupe Montemayor Alicia Montes de Oca Catalina Olmos Carmen Parada Edgar Quisquinay Milagro Quiroa Mayela Rivera Carlos Rosas Roma Sanchez
PROLOGO di Silvia Favaretto Innumerevoli sono i giochi tradizionali dei paesi del mondo, alcuni molto simili tra loro, anche se provenienti da luoghi che non hanno nulla in comune, altri invece sono caratteristici di alcune zone specifiche e spesso si intrecciano ad aspetti culturali, storici, di folclore e tradizione locali. Attraverso i secoli e ad ogni latitudine, le donne e gli uomini di tutto il mondo sono stati accomunati dall’imperiosa necessità di giocare, da piccoli e anche da un po’ più grandi, vuoi con rudimentali pietre o con complesse applicazioni tecnologiche, per poi, spesso in età matura o senile, riavvicinarsi a passatempi ludici più tradizionali come le carte o le bocce. Il gioco non è mai un obbligo e perciò da sempre viene associato alla felicità, al desiderio libero, all’entusiasmo. Pertanto esso non è da considerarsi solo come ricreazione e svago, ma piuttosto come mezzo per lo sviluppo dell’immaginazione, dell’autonomia e del senso di autosufficienza: l’attività ludica riesce a liberare queste forze insite nell’uomo senza in realtà perseguire alcun fine dichiarato. E’ inoltre uno dei pochi atti in cui passione e razionalità convivono armonicamente, senza scatenare battaglie distruttive per l’identità umana. L’arte è capace, forse in quanto gioco per eccellenza, di rappresentare una realtà diversa: è in grado di trasformare la verità in attraente bugia o, al contrario, di smascherare una seducente menzogna, di scardinare le categorie temporali, riportando il passato nel presente. Il gioco è distensivo, è una forza liberatrice dai conflitti e dalle costrizioni della quotidianità: non è necessario solo ai bambini, ma fondamentale anche per gli adulti sebbene questi spesso si vergognino di esprimere la loro essenza ludica, in quanto la considerano una perdita di tempo ed un retaggio infantile. Ogni attività umana ha, in nuce, un gioco: dal bimbo col fischietto nasce il musicista, dalla bimba che plasma la plastilina prende forma una scultrice: ciò che abbiamo amato nei nostri giochi ci ha indicato una strada, un percorso, che ci ha portato a compiere il nostro destino. Un gioco è un’avventura, uno sperimentarsi, sfidare sé stessi: tutti ricordiamo l’eccitazione e la paura di essere trovati giocando a nascondino, l’adrenalina della corsa nell’acchiapparsi, il piacere di costruire e distruggere con i lego. Huizinga in “Homo ludens” parla proprio dell’attività ludica definendola il motore propulsore dell’arte e della cultura, scollegata da scopi di sopravvivenza e perciò disinteressata e autentica. Travestirsi, mascherarsi, imitare, misurarsi con la forza dello sfidante, o semplicemente seguire l’esito della sorte, la ricerca di vertigine e smarrimento (altalene, giostre, trottole) sono percorsi che dal gioco possono sfociare in sport o mestieri o condotte morali. Che siano svolte con improvvisazione e spensieratezza o regolate da leggi condivise e rispettate, le attività ludiche possono essere portate a termine con il proprio corpo o attraverso strumenti definiti a loro volta
I
“giochi” o “giocattoli”, supporti nei quali si può leggere più facilmente il passaggio del tempo o l’appartenenza ad una specifica area geografica. I dipinti presenti in questa mostra e in questo catalogo sono solo alcuni esempi di come l’essenza ludica sia imprescindibile dall’essere umano e permei di sé tutte le culture: sprazzi di forme e colori splendidamente associati invitano al ricordo, ci riportano all’infanzia. Questa mostra è stata pensata per parlare al pubblico italiano di alcuni aspetti culturali e paraculturali dell’Ispanoamerica, principale finalità della nostra associazione, ma è, in realtà, anche un’occasione per ripercorrere il passato di ognuno di noi: ci auguriamo che i nonni vengano a visitare l’esposizione presso la nostra sede con i loro nipotini, per spiegare loro come si gioca con le biglie o con le bambole di cartone e per far conoscere alle nuove generazioni divertimenti forse ora demodé , ma che hanno intrattenuto i bimbi di allora che, giocando, sono stati felici, e sono cresciuti, tra lanci di biglie e corse dietro gli aquiloni. Ci auguriamo che la visione di queste opere vi trovi concordi nella nostra piena condivisione di quanto affermava il poeta e filosofo Schiller, e cioè che “l’uomo è completamente uomo solo quando gioca”, in quanto è libero di esprimere insieme il coraggio e la paura, il cervello ed il cuore, il raziocinio e la libertà.
II
Diana Aguirre, Serpientes y escaleras, acrilico su tela, 80 x 60 cm, Messico, 2017 Si tratta di un gioco da tavolo in cui si avanza con la pedina sul tabellone tirando un dado. Quando si arriva alla scala si prosegue in su fino all’ultimo scalino, se invece ci si ferma sul serpente si ridiscende verso la coda retrocedendo di varie caselle. Vince chi arriva al numero finale del tabellone.
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Itto Aguirre, El niùo y el barquito, olio su tela, 80 x 100 cm, Messico, 2016 La barchetta costruita piegando la carta, senza l’uso di forbici, è un gioco comune in molti paesi, molto economico da eseguire: la barchetta viene di solito posta a galleggiare in pozzanghere, laghetti e canali di scolo. 2
Silvia Alvarez Vega, Atrapanovios, acrilico, 30 x 40 cm, Messico, 2017 Un oggetto molto romantico: se da bambino/a ti piace qualcuno, gli chiedi di mettere il dito nell’”acchiappafidanzato”, un tubicino intrecciato. Se il dito riesce allora non era il fidanzato o la fidanzata giusta, se resta prigioniero è fatto/a per te! 3
Blanca Yolanda Galván Martínez, La alegría de Rafael, acquarello, 38 x 56 cm, Messico, 2016 Le piñatas sono scatole sferiche di cartone con 7 coni incollati e contengono caramelle, snack, frutta e a volte qualche moneta. Sono appese ad un filo attaccato ad un albero o altro gancio e i bambini cercano di romperle a bastonate per liberare il contenuto.
4
Blanca Yolanda GalvĂĄn MartĂnez, Luis Santiago y sus juguetes, acquerello, 56 x 38 cm, Messico, 2016 I giocattoli di legno intagliato o di latta, dipinti a mano, erano molto diffusi in Messico negli anni 30 e 40. La trazione di locomotrici era la mano stessa del bimbo che utilizzava una cordicina. Lo stesso metodo a corda era usato per far girare le trottole 5
Claudia Medina, Muùeca de cartón, mista, 25 x 17,5 cm, Messico, 2017 Le bambole sono state il gioco per eccellenza attribuito alle bambine di tutti i tempi: di ceramica, di pezza, fino alle piÚ moderne e semoventi Barbie. Ma le bambole di cartone conservano la loro grazia e delicatezza, l’aria nostalgica degli anni in cui venivano usate.
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Elizabeth Garces, Dale dale dale, mista, 40 x 40 cm, Messico, 2017 In questo dipinto la piùata è un elemento smaltato applicato sul quadro e le giocatrici (a volte bendate, ma non in questa rappresentazione) sono a loro volta delle bambole tradizionali messicane. Il gioco della piùata si svolge normalmente per il compleanno dei bambini, o durante i festeggiamenti natalizi
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Silvia Verรณnica Juรกrez Trujillo, acquerello, 30 x 40 cm, Messico, 2017
Juguetes
de
septiembre,
Per il giorno della commemorazione dell?indipendenza del Messico vengono creati vari giocattoli come cornetas (trombette) e matracas (sonaglio rotatorio) con i colori della bandiera, con cui ci si dipingeva anche il volto. Usati nelle feste di piazza, spesso assistendo ai fuochi artificiali, sono un gioco per adulti e bambini, presenti in numerose ricorrenze.
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Samuel López Cunché, Trompo de mis recuerdos, olio e inchiostro, 24.5 x 32 cm, Messico, 2017 Le trottole artigianali sono splendidi giocattoli in legno fatti a mano la cui punta era un chiodo. Ci si giocava sfidandosi a vedere quale trottola continuava a girare per più tempo. Nelle versioni più recenti, di latta o di plastica, la punta meno pungente consente di farli girare anche sulla palma della mano.
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Guadalupe Martinez Oliver, MarĂa y su canasta de sonajas, acquerello, 37 x 54 cm, Messico, 2017 MarĂa è una bambola di stracci tipica messicana: rappresenta le donne mazahuas che venivano fino a CittĂ del Messico per vendere i loro oggetti artigianali. Anche i sonagli e il cestino adornato di piume sono prodotti artigianali locali
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Guadalupe Montemayor Salazar, Me lo dijo un pajarito, 40 x 30 cm, mista, Messico, 2017 I palloncini venivano una volta venduti solo alle fiere: leggeri e colorati servivano ad adornare le feste ma anche a svolgere giochi di vario tipo, gonfiati con aria, farina e acqua. Nel ballo con i palloncini legati alle caviglie, ad esempio, vinceva la coppia che riusciva a far scoppiare i palloncini altrui. 11
Alicia Montes de Oca, Titiritero, disegno a china, 22 x 28 cm, Messico, 1992 Il burattinaio divertiva i bimbi dei tempi passati, utilizzando i burattini con fili e legnetti o le marionette “a guanto� che inscenavano avventure in un palco ritagliato nel cartone. 12
Catalina Olmos, atrapar el sombrero, mista, 30 x 40 cm, Messico, 2017 Il gioco consiste nel rubare il cappello ai compagni rincorrendosi, mentre suona una canzone. Il bambino a cui viene rubato il cappello deve sedersi perchè è eliminato. Il gioco continua finchè restano solo due bambini, dichiarati vincitori. 13
Carmen Parada, La Pirinola, acquerello, 26.5 x 15.5 cm, Messico, 2017 Si scommettono delle fiches o altro (caramelle, monetine...) e a turno si fa girare la pirinola che quando si ferma da delle istruzioni scritte sulle sue 6 facce: l’istruzione che bisogna seguire (metti una monetina, prendila, tutti ne mettono una...) è quella che resta a faccia in su. Vince chi riesce ad appropriarsi di tutte le fiches quando esce nella pirinola la dicitura “Toma todo” (Prendi tutto). 14
Edgar Quisquinay, Escondite, china e matite colorate, 13.5 x 19.5 cm, Guatemala, 2017 Nel nascondino le regole sono più o meno le stesse in ogni paese: si sceglie a caso il primo che conta, a occhi chiusi, mentre gli altri si nascondono. Il primo ad essere trovato dovrà contare nel seguente turno, l’ultimo ad essere trovato è il vincitore. 15
Milagro Quiroa Fernández, Muñequita Quitapenas, acrilico su tela, 30 x 40 cm, Guatemala, 2017 Secondo le antiche tradizioni delle popolazioni maya i bimbi giocano con le bamboline “toglitristezze” prima di addormentarsi poichè hanno la capacità di ascoltare e risolvere i problemi. Sono come delle guardiane notturne del benessere di chi le possiede e le colloca sotto al cuscino prima di dormire. 16
Mayela Rivera, Los juegos de mamá y papá, mista, 35 x 22 cm, Messico, 2014 Aquilone, trottola, biglie, yo-yo, girandola e bastone con testa a cavallino sono giocattoli consueti di varie latitudini. Tra tutti i giochi inseriti in quest’opera quello forse meno conosciuto è il “balero” asticella collegata ad un bariletto forato, in legno. Il gioco consiste nel cercare di inserire l’asticella nel foro facendo roteare il bariletto.
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Carlos Rosas, Incógnita de un juego (canicas), acrilico, 40 x 30 cm, El Salvador, 2017 Il gioco delle biglie è diffuso in tutto il mondo. Quelle originali sono di vetro, con piccole onde colorate all’interno. A El Salvador si giocava con le biglie inserendone alcune in un circolo disegnato sul suolo. Ogni giocatore lancia da rasoterra una biglia per colpire le altre e farle uscire dal cerchio: le biglie fuoriuscite diventano preda del giocatore
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Roma Sånchez, Matatena, mista, 24.5 x 20 cm, Messico, 2017 La matatena si gioca con delle pedine a forma di stella (che nelle popolazioni rurali vengono sostituite anche da semplici sassi) che bisogna riuscire a raccogliere con una sola mano prima che la pallina di gomma lanciata in aria tocchi il suolo. Tra i giochi della propria infanzia, rappresentati dall’artista, le stelle di matatena collocate nella parte inferiore e centrale del dipinto, erano il passatempo preferito.
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