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jomò at /ttogoeín îuunta .
tattt i giotnílolla fiwta si pofuanno gastan
Taglieri di salumi e formaggi locali (pancetta, sopressa, asiago dolce e stravecchio, sottacetic0n pane cotto nel nostro forno a legna)
.
Bruschette divarie sPecialità
che durante ll pane e le bruschette saranno cotti nel forno a legna, pranzo comunitario la sagra sarà sempre in funzione. Durante il alforno a legna' della domenica il pane seruito sarà quello cotto
vini' oltre Al Forno si potranno trovare anche una scelta di ottimi ad una squisita birra artigianale in bottiglia'
GAZEBO nell'ampio piazDurante tutti i giorni della festa sarà in funzione, di aperizale adibito al ballo, un gazebo per la somministrazione vini sfusi' tivi e bevande quali Bina bionda e rossa, acqua e in un'area dedicata' per La struttura sarà dotata di panche e tavoli, la consumazione dei Prodotti.
di Cosorotlo e Fontin snc . miniscovi ' fognolure ' piccoli lovori edili . povimentozioni eslerne \,4otteo 348
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Slefono 335 6159928
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Croce ó 3ó057 Arcugnono
PDR TUîTD LD SEBATD INGBDSSO LIBERO Durante l'intera manifestazione saranno in funzione:
. un ricco STAND
GASTRONOMICO
con saporiti piatti locali, ooluganeghe", ecc.;
. un BAR CAFFÈ per la degustazione di dolci
e
torte casalinghe;
. lo stand *FRÌTOLA"
' .
al GAZEBO birre, bionde e rosse, acqua, vini sfusi;
. .
Magazin FORNO con yarie specialità;
un'assortita PESCA DI BBNEFICENZA;
una MOSTRA FOTOGRAFICA all'interno del Bar Caffè del forno: foto gentilmente concesse da Laila Parladore;
per gli appassionati di ballo una STI]PENDA PISTA IN ACCIAIO
'
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ore I 8.30 Inizio festeggiamenti e apertura stands gastronomici Tra le specialità: LASACNE CON I'ARTUFI DEI NOSTR| COLLI
ore Ì8.30
Aperlura deìla pesr-a di benelicenza
ore 21.00
SERATA ROCI(ABILLY con il gmppo "Razor's Cut"
Cena diaenerdì 2 giugno ore 20.30 Bigok con I'arnq. . Arnette al forno ' Patete al fotno ' aíno, acqua, caffi e dolce Prenotazúoni entro il 7 gíugr.o 2O77 € 25.OO Per infortnazioni:
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vYuvtw. a g r í t u rt s n o a t t a g o.
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18.30 Apertura stands gastronomici ore 18.30 Apertura pesca di beneficenza ore
ore
21.00
SERATA DANZANTE con la grande orchestra spettacolo "Son ia Sipalio lìancl"
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laúna de Casatotto la lritola ze pi bona de 4uea dei Oto ARCUGNANO (VI) Viaîotri 40/41 - lè1. 0444 2491A2
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ore I1.00 ore 12.30 ore 18.30
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S. Messa solenne
Pranzo comunitario Aperlura stands gastronomici e pesca di beneficenza
SERATA DANZANTE con la grande orchestra spettacolo "I Nuovi Delfini"
Pranzo comunítario dí d,omenica 4 giugno MENU € 75.00 Pimo pietto: bigoli al tagù
PRANZO
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6.00
Bigok al ragù, Pqtatirte Îriate
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ore 18.30
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Lago di Fimon rel. 04441273352 - 347 O5O1533
Storia locale
a cura di Reginaldo Dal Lago
i siamo lasciati l'anno scorso con il racconto del ritrovamento del Covolo della chiesa di l,apio e dei primi lavori di sistemazione che le precarie condizioni richiedevano. Durante l'estate siamo proceduti alla re
aliztazione degli intervenri chc sono.tati ultimati prima dell'arrivo dell'inverno, stagione che ne avrebbe reso poco agevole la continuazione. Contavamo di poterlo "inaugurare" durante la sagra di quesî'anno ma, pumoppo. grar i problemi famigJieri dei pro prierari non ci permettono di farl,,: rarà per il prossimo anno. Nel frattempo approfit-
I
tiamo dello spazio riservatoci in questa pubblicazione per approfondire il ruolo sociale e il sigrificato che una.,imile:'truttura può aver avuto in passato nella nostra comunità, La cosa migliore, in questo caso, è vederne I'evoluzione e icontesti locio-cconomici in cui per secoli è servita. Il periodo in cui il covolo deve essere stato di maggior frequentazione e utilità agli honines (capifamiglia) di lapio lo po"iamo indir iduare negli .rnni che vanno dcgli inizi del Duecento al Quattrocento, quelli che g.li storici chiamano il Basro Medioevo. Il territorio allora era quasi esclusrvamente boscato
La
laborencia degli honines di Lapio
biarono notevolmente. La crescita generale le allora il comune di Vicenza gestiva la nostra della popolazione un po' in tutta Europa, I'inpolitiche, e trasformazioni economiche zona, come peraltro runi i Berici sefenriona li, da Soghe a Monte Betico, come sua dsewa tensificazione degli scambi, la <:risi dei rappor di legname: ne arcra fissaro iconfini con ti feudali e I'affermarsi dei comuni, portarono cippi e croci dichiarandola sua proprietà; le inelunahilmente .r''uperare que\te coslrizioni e queste forme !e\\atorie di gcstrone del rerriaveva dato anche un nome' assai altisonante: Nemus Magnam in Mokte Bericano, cloè "ll torio da parte dei poteri forti cittadini Nella seconda metà del Duecento' ad Grande Bosco sui Monti Berici". Ai singoli (Lonesempio, troviamo proprio a Lapio che gli comuni che già allora vi insistevano gatz, Pianezze, Lapio, Fimon, Arcugnano, homines latoravano comunitariamente un terreno, che nei documenti veniva chiamato VaJmarara) a\e!r ri\enalo uno spazio assai limiraco per le anività legate alla pastorizia. ldborencia, e che potremmo tradurre con lauorenza. lntegravano in tal rnodo l'attività alla raccolta di fiutta e di erbe commestibili, al taglio della legna, al pascolo di maiali e pxstorale con quella agricol.r. Lo f.rcevano anirnali da cortile. Guai però sconfinare e ,rssieme. collenivamcnte. forse "pinti rnche dalla nece.sirà di unire le braccia, gli slorzi c danneggiare il bosco della città. sregraStraordinario, a questo proposito, un do- i oochi anrezzi nece'sari all'opera di cumento del 1207 che riporta i verbali del mento e di rassodrmenro del lerreno. Que\la di monprocesso intenlato dai .uddenicomuni con- Iauorenzs sitrovavaln quel declivio iro querte ingiunzioni. che sapcvano ranto di te che dalla chiesa va verso il lago, certamensopruso. sostene\a.no i no.tri padri che nel te uno dei terreni più fertili e meglio esposto passato loro erano sempre andati a pascolare al sole della zona. Per gli stessi motivi, ci viene da pensare, anche nel Crande Bo'co del comune cittadino, senza che i saftarl, le guardi boschive I nostri bomines trstvano cornunitariamente anche quel riparo naturale dove potevano ante litteram, lo impedisseto. Non slppiamo come sia andara a finire. in conservare, al fresco e al sicuro dagli animali quel frangente, la controversia, fatto sta che e dri malintenzionari, derrlre.rlilÌenlari: tuni pro nel giro di alcune decine di anni le cose cam- vino, fruna, iormaggi. carni s.rlare. e I'economia di
tipo silvo-pastorale Proprio
La casa del notaio Ottaviano delta Fossa, ora dei Faccio
dotti che troviamo menzionati nei documenti coevi perché registrati come decirne da pagare alla chie'a e ai ieudarari. lrnmaginia moci, insomma, ulla specie di rudimcntale cantjna che le misere capanne di paglia, frasche e tera battuta non potevano ospitare. Quesra gerr ione collenir.r dell.r l.rhorcncia durò fito alla parcellizzazione e alla approprìazione privata delle terre. Già agli inizi del
Quattrocento questi terreni appriftenevano per metà alla famiglia Pagello di Vicenza e per I'altra metà ad Andrea di Pietro Zullo da Lapio che vi avevano costruito le loro abitazioni in muro, con stalle e annessi. I due proprierrri nel 1,125 la cedelrero af noraio Ottaviano dalla Fossa. I Pagello alJora spostarono i loto interessi verso Cosîacoluìna e Finon, mentrc Andrea, con il fratello Gia
La Plazza della Chiesa sopra it Covoto, ora occupala Ìn gran parte
da
a strada
como, "scivolò" giù verso il lago a "fondare" la contrà del Lago. Ottaviano non ebbe figli marchi. lsuoi beni andarono nlla figlia Nicolosia che li portò in dote a Galeotto da Aviano. Si trattava dr"tn sedime con casa sopnx muraht, cupdtd e soldtuta, teztx lx plxglia di cassi dwe, ara, orto e terra broliua, in taxo di c. 6, ín Lapio, contrà della Piazza". Da Galeotto le proprietà passarono al fìglio Melchiorre e quindi al nipotino Galeotto. Galeotto juniot riprese I'attività notarile del nonno materno rogando proprio a Lapio per una cinquantina di anni, dal 1515 al 1564. Anche la grotta direnne proprierà privata. A testimoniarne il passlro uso collerrivo rimase soltanto il nome perché continuò.r chiamarsr "il couolo della chiesa di Santa Ma a della Ceiola di Lapio" come a dire il covolo che era stato della comunità di Lapio. Negli anni successivi, terreni e grotta passarono alla famiglia Faccio, prima come affittuari e poi come proprietari. ln questa situazione li troviamo censiti nel catasto di metà Ottocento, che riportiamo qui sotto.
Della grotta ormai tutti se ne dimenticarono, a parte i proprietari che la usavano come ripostiglio per attrezzi agricoli. Ma a non tutti era sfuggita di vista. Abbiamo ricordaro, nelle pÌecedenti nostre noticine, come serviva di nascondiglio a noi ragazzi quando ci rincorrer a la Noemi a cui rubar amtr le ciliegie. Sull onda di querri ricordi, a una signora tornò alla mente che da bambina, negli anni dopo la guerra, nella
grotta si riparavano anche gli scolari di Valcarrari e del Lago che al venerdì andavano alla Messa del Fanciullo. La messa era alle sei del mattino, e si andava digìuni per poter fare la comunioDe. La scuola apriva alle otto e tÌenta, c'erano due ore da far passare, non c'era la menra.culartica e rl pulmrno scolastico non si sapeva cosa fosse. Tornare a casa era lunga. Ci si portava quindi qualct,ra da mangi.rre da casa. Se piovera si andava nella grotra: Cilberro fumellero rirara fuori dalla sacchetta la pignatela del latte e un paio di fette di polenta. La digestione era veloce ma. riteniamo. l'apprendrmento poi ir classe doveva essere Dn po' lento, Regìnald.o
La contra' di Lapio nella mappa austriaca di metà Ottocento, conservata nell'Archivio di Stato diV'cenza
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