Bergamo Estate 2009

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OROBIE BERGAMASCHE


Val Taleggio

Gromo

Valle Imagna


Quando affermiamo che ci sono molte buone ragioni per una vacanza in Bergamasca, sappiamo bene che esprimiamo una considerazione di parte perché noi amiamo questa terra e ci siamo impegnati a svilupparne il turismo. Ma in realtà si tratta di una affermazione onesta. Ce ne convinciamo noi stessi pensando semplicemente allo stupore che ogni volta ci prende per le vie intricate di Gandino o di Clusone, ché quando si alzano gli occhi sui muri delle case capita sempre di intravedere tracce di affreschi e sui portoni stemmi di antiche casate nobiliari, i cui uomini hanno consumato queste pietre, si sono mossi per queste vie e stanze. Buone ragioni per scegliere la Bergamasca. Il senso di contemplazione, quasi di timore che suscita la mole del Grand Hotel di San Pellegrino, con quel suo sapore spettrale, con le grandi cupole e i fregi del liberty che parlano di lussi, di «belle époque», di gioia della vita e frivolezze. Il Grand Hotel e il Casinò di San Pellegrino in mezzo a quei colli che proteggono il paese, verde cupo contro l’azzurro del cielo. Villeggiatura di collina, come a Clusone, villeggiatura termale come a Sant’Omobono, Trescore, Bracca, Gaverina. A un passo dalla montagna. La montagna bergamasca ci affascina sempre, ci riporta ogni volta più vicini a noi stessi. Le Prealpi e le Alpi Orobie. Dai colli dolci attorno a Bergamo ai duemila metri della cresta tormentata dell’Alben che sembra un castello delle streghe, alla imponenza splendida del gruppo dell’Arera a 2500 metri, sopra la Valcanale, gola percorsa da abeti e disseminata di antiche frazioncine dove si respira l’atmosfera più genuinamente alpina, dove d’estate si incontrano numerose mandrie e greggi. E poi le regine delle Orobie con la Presolana, il Pizzo dei Tre Signori, il Corno Stella, il Pizzo del Becco da un lato e dall’altro i grandi “tremila”, il Pizzo di Coca, il Redorta, lo Scais, con sentieri e laghetti e percorsi fra pascoli, ghiaioni, rocce la cui emozione è difficile da descrivere. Buone ragioni per una villeggiatura in Bergamasca. E allora ci vengono in mente pinete e silenzi della Valle di Scalve, un lembo di terra all’estremo limite della provincia, che quando ci si arriva scendendo dal Passo della Presolana o salendo dalla Via Mala sembra di perforare una dimensione diversa del tempo. Sono tutti luoghi dove un turismo discreto, un tempo soltanto di élite, esiste dal secolo scorso e pure da prima: San Pellegrino, Clusone, Passo della Presolana, Schilpario... Ci torna in mente il richiamo dell’acqua. Il piccolo e incantevole Lago di Endine, incassato fra le montagne, con i suoi canneti e i pescatori mimetizzati dentro e le barche a remi che lo solcano pigramente tra le sponde verdi. Il Lago d’Iseo, il Sebino, con Lovere, Predore, Sarnico, patria della nautica, la rara suggestione di Monte Isola, in mezzo al lago, l’isola lacustre più grande d’Europa. E poi i fiumi in certi tratti ancora godibili come il Brembo con il suo «lido» di Clanezzo, fra i resti di fortezze medievali. Potremmo parlare della bellezza della Bergamasca per ore, e riempire libri di ragioni per invitarvi a trascorrere una villeggiatura da noi. Un’idea potrete farvela leggendo quest’opuscolo. Un’idea migliore ve la farete venendoci di persona. 2


SCHILPARIO, CIMON DELLA BAGOZZA

Valle Brembana Valle Seriana Superiore Valle di Scalve Valle Seriana Valle Imagna

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Campeggio

Equitazione

Rifugio

Sci d’erba

Guardia medica

Pattinaggio

Pronto soccorso

Bocciodromo Bowling

Bagni termali

Bob estivo

Discoteca/night club

Aree protette

Cinematografo

Pista tubby

Informazioni Turistiche Ufficio I.A.T. Vestigia storiche Museo Parco naturale Canoa, canottaggio, kayak, rafting, hydrospeed Curiosità Specialità gastronomiche Soccorso Alpino Corpo soccorso Alpino Soccorso Eliolombardia Scuola di roccia Passeggiate, escursioni, ascensioni Deltaplano, parapendio Volo a vela Itinerari cicloturistici Tennis Golf, Minigolf Piscina Vela Windsurf Sci acquatico Pesca Tiro a segno o al piattello


UFFICI INFORMAZIONE UFFICIO I.A.T. BERGAMO ALTA Via Gombito 13, - 24129 BERGAMO Tel. 035.242.226 - Fax 035.242.994 www.comune.bergamo.it - turismo@comune.bg.it UFFICIO I.A.T. BERGAMO BASSA Piazzale Marconi - 24100 BERGAMO Tel. 035.210.204 - Fax 035.230.184 www.comune.bergamo.it - turismo1@comune.bg.it UFFICIO I.A.T DI VALLE BREMBANA Via S. Carlo 4 - 24016 S. PELLEGRINO TERME Tel. 0345.23.344 - 0345.21.020 - Fax 0345.23.344 - 0345.21.020 www.vallebrembana.com - ufficioturistico@valbrembana.info UFFICIO I.A.T. DELL’ALTOPIANO DI SELVINO-AVIATICO C.so Milano, 19 - 24020 SELVINO Tel. 035.765.959 - Fax 035.765.928 www.comunediselvino.it - apt@comunediselvino.it UFFICIO TURISTICO ALTO SEBINO Piazza XIII Martiri - 24065 LOVERE Tel. 035.962.178 - Fax 035.962.525 www.comune.lovere.bg.it - iat.altosebino@tiscali.it UFFICIO I.A.T. BASSO SEBINO Via Lantieri, 6 - 24067 SARNICO Tel. 035.910.900 - Fax 035.4261.334 www.comune.sarnico.bg.it - www.bronzone.it info@prolocosarnico.it - segreteria@prolocosarnico.it UFFICIO I.A.T. VALCAVALLINA Via Suardi, 20 - 24069 TRESCORE Tel. 035.944.777 - Fax 035.944.777 www.prolocotrescore.it - info@prolocotrescore.it UFFICIO I.A.T. MARTINENGO e Comprensorio Via Tadino - 24047 MARTINENGO Tel. 0363.986.031 (pro loco) - 0363.986.006 (Municipio) Fax 0363.987.765 ufficioturistico@comune.martinengo.bg.it - proloco.martinengo@libero.it www.iatmartinengo.it UFFICIO I.A.T. TREVIGLIO e Comprensorio Piazza Cameroni 3 - 24047 TREVIGLIO Tel. 0363.45.466 - Fax 0363.59.5559 www.prolocotreviglio.it - info@prolocotreviglio.it UFFICIO I.A.T. SOTTO IL MONTE-ISOLA BERGAMASCA Via IV Novembre 1 - 24039 SOTTO IL MONTE Tel. 035.4376.798 - Fax 035.4375.239 www.isolabergamasca.org - promoisola@isolabergamasca.com UFFICIO I.A.T. DEGLI ALMENNO Via Papa Giovanni XXIII - 24030 ALMENNO SAN BARTOLOMEO Tel. 035.548.634 - Fax 035.548.634 www.iatvalleimagna.com - info@iatvalleimagna.com


Isola di Fondra, Piazzatorre Alpe Corte, Baita Armentarga, Benigni, Ca’ San Marco, F.lli Calvi, F.lli Longo, Gherardi, Laghi Gemelli Piazza Brembana, S. Giovanni Bianco, Zogno S. Giovanni Bianco v v

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S. Pellegrino Terme Carona, Foppolo, Moio de’ Calvi, Piazzatorre, Piazza Brembana, S. Pellegrino Terme, Valleve, Zogno Carona, Piazzatorre, S. Pellegrino Terme, Valtorta, Zogno S. Pellegrino Terme :51(%#75

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Casa dell’Arlecchino (Oneta) Museo Etnografico di Valtorta e di Zogno

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Parco Naturale Regionale delle Orobie

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Fiume Brembo: Torrenti Ambria, Antea, Brembilla, Enna, Imagna, Pascante, Stabina, Val Mora

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Moio de’ Calvi, Piazza Brembana, S. Pellegrino Terme Foppolo, Isola di Fondra, Piazzatorre

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Branzi, Piazza Brembana, S. Brigida S. Pellegrino Terme S. Giovanni Bianco, S. Pellegrino Terme, Sedrina, Ubiale-Clanezzo, Zogno Polenta taragna, formaggio Branzi, Formai de Mut Pizzo Tre Signori, Pizzo del Diavolo, Passi del Branchino e del Publino Lenna, S. Pellegrino Terme, Zogno (palestra di arrampicata)

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BREMBANA

bolzano


VALLE BREMBANA

SAN GIOVANNI BIANCO

Val Camonica

Valtellin a Passo S. Marco ORNICA

SAN SIMONE

LIZZOLA

BRANZI

VALT ORTA

GROMO VALCANALE

OLMO AL BREMBO

ALMENNO S. Salvatore

LENNA

ALZANO L. VILLA D'ALME'

GAVERINA Terme

BERGAMO

SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII

Endine

MONASTEROLO del Castello

TRESCORE BALNEARIO

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COLERE ARDESIO

RONCOBELLO

SCHILPARIO

VILMINORE SPIAZZI

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Passo del Vivione

VALBONDIONE

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CUSIO

FOPPOLO

SARNICO

Val Camonica

Passo della Presolana MONTE PORA

Lago d'Iseo Monte Isola

DALMINE Malpaga

MILANO

MARTINENGO TREVIGLIO MILANO

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Lodi Crema

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ROMANO di Lombardia

Rovato

Brescia VERO

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S

cavata dal fiume Brembo, la valle diventa presto piuttosto impervia, incassata, di sapore alpino e di non facile accesso e in questo si differenzia notevolmente dalla più dolce e aperta Valle Seriana. Il fiume Brembo presenta una portata d’acqua ben superiore a quella del Serio e questa è la ragione, unitamente al fatto che i prelievi avvengono in minore misura, per cui il corso d’acqua risulta normalmente più ricco del fratello. La Valle Brembana parte subito mostrando paesaggi scoscesi e impervi, ma continuando a percorrerla verso le sue origini si incontrano improvvise aperture, magnifiche e ampie conche, nuovi restringimenti e quindi il frastagliarsi in numero-

se convalli. Biglietti da visita della valle possono venire considerati Villa d’Almè e soprattutto Almenno e Clanezzo, località poste al confine tra la Valle Brembana e la Valle Imagna. Qui il paesaggio è ancora collinare, ma ben presto diviene roccioso. A quindici chilometri da Bergamo si trova Sedrina che è considerato il primo comune davvero appartenente alla Valle Brembana. Siamo al principio, eppure la valle si presenta già scoscesa, con pareti rocciose, e il Brembo scorre in fondo a un dirupo. A Sedrina il visitatore può soffermarsi a visitare la chiesa con la facciata progettata dall’architetto Mauro Codussi nel XV secolo. All’interno una pala d’altare di Lorenzo Lotto. Poco oltre l’abitato di Sedrina si arriva ad uno dei punti più caratteristici di tutta la Val Brembana: ci troviamo ai Ponti di Sedrina, il luogo dove la Valle Brembilla confluisce nella Valle Brembana in uno scenario di rocce e pareti strapiombanti unite da quattro ponti di epoca diversa. Di Sedrina fu il Pacì Paciana, il più famoso brigante della Bergamasca, figura leggendaria vissuta nel XVIII secolo. Oltre Sedrina proseguiamo verso Zogno, piccola capitale amministrativa ed economica della Valle Brembana. Lungo la strada sulla nostra sinistra l’ingresso alle Grotte delle Meraviglie, vera e propria attrazione, i cui androni naturali sono tappezzati di stalattiti e stalagmiti sognanti. Zogno è il paese più popolato della valle con i suoi ottomila abitanti. Nel centro storico alcune antiche botteghe e palazzi tra i quali quello appartenuto a Bortolo Belotti, storico e uomo politico bergamasco. A Zogno tappa d’obbligo per una visita è il Museo della Valle dove sono custoditi circa cinquemila og9


PONTI DI SEDRINA

getti che testimoniano l’evoluzione della civiltà della valle nel corso dei secoli. In una sezione del museo sono conservati reperti archeologici scoperti in alcune grotte della zona: Busa de l’Andrea, Busa de l’Edera, Busa del Pusù, in prossimità dei Ponti di Sedrina. Le caverne rappresentavano tombe nell’età del bronzo, dove si sono rintracciate ossa e resti umani oltre a utensili. Da segnalare alcune belle frazioncine del paese come Endenna, Somendenna, Stabello, Poscante, luoghi di grande tranquillità tra prati e boschi, ideali per vacanze rilassanti. Oltre questo grande anfiteatro verde la valle torna a restringersi e la strada, costeggiando il Brembo, arriva alla capitale turistica, San Pellegrino Terme, di cui parleremo successivamente. Oltre San Pellegrino, sulla destra, la salita che conduce a Dossena, a mille metri sul livello del mare in una posizione felice, con circa novecento abitanti. Un gioiello d’arte è la chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni 10

Battista con all’interno due grandi polittici, uno attribuito a Palma il Vecchio e l’altro a Francesco Rizzo di Santa Croce. Sempre nella chiesa si trovano dipinti di Carlo Ceresa, Paolo Veronese, Rubens e viene conservata una croce processionale in argento dorato del XVI secolo, che è fra le più preziose della Bergamasca. A Dossena si dà vita al più importante carnevale contadino della nostra provincia. Torniamo a valle e riprendiamo a inoltrarci fino a incontrare San Giovanni Bianco a circa trenta chilometri da Bergamo, forse il paese più antico e più ricco di storia della valle. A San Giovanni Bianco e a Cornello dei Tasso dedicheremo una piccola sezione a parte. Proseguendo incontriamo lo svincolo per la Valle Taleggio (capitolo a parte) e quindi Camerata Cornello, nota proprio per la frazione Cornello dei Tasso, antico borgo rimasto come era durante il medioevo, patria della celebre famiglia che inventò il servizio postale a partire dal XIII secolo e da cui nacque anche il famoso Torquato Tasso. Continuiamo il nostro percorso verso il cuore dell’Alta Valle Brembana e raggiungiamo Lenna che sorge sui 560 metri di quota alla confluenza dei due rami del Brembo che scendono rispettivamente da Olmo e da Fondra. La valle in questo punto si apre in una piccola piana dove sonnecchia un bel laghetto artificiale circondato da boschi di abeti. La chiesa parrocchiale dalla facciata neogotica ospita numerose opere d’arte. Lenna diede i natali all’architetto quattrocentesco Mauro Codussi. A Lenna la valle si dirama in varie direzioni: una sale verso Branzi e quindi giunge a Carona e Foppolo, un’altra piega verso Piazza Brembana. Da Piazza Brembana altre diramazioni conducono a Valtorta, al


VALLE BREMBANA Passo di San Marco, a Cusio con il Monte Avaro. Prendiamo il ramo che sale verso Carona e Foppolo e incontriamo il piccolo comune di Valnegra con soli 230 abitanti, alle falde del Monte Torcola a 581 metri sul livello del mare. A 650 metri sul livello del mare si trova Moio deí Calvi (circa duecento abitanti), località che diede i natali ai quattro fratelli Calvi, tre dei quali periti tragicamente nella Grande Guerra ed uno sull’Adamello. Nel centro del paese alcuni caseggiati conservano le loro caratteristiche antiche, risalgono al 1300, e raffigurano bene l’architettura rustica. Nel paese si conservano ancora edifici di stile veneziano risalenti al Cinquecento e Seicento. La chiesa parrocchiale, del Quattrocento, è dedicata a San Mattia. Proseguendo si incontra un bivio con una strada sulla destra che conduce alla Valsecca, in cui si trovano gli abitati di Bordogna, Baresi, il paese di Roncobello e Capovalle. Si tratta di una valle incantevole, scavata dal torrente Valsecca che conserva abitati rustici in buona

parte rimasti autentici, caratteristici. Roncobello fu uno dei primi luoghi della Val Brembana ad essere scoperto dalla villeggiatura proprio grazie alla grande bellezza del paesaggio in cui è immerso. Da segnalare la bellezza rustica e austera di Capovalle, villaggio ormai abbandonato di antiche case. Da Capovalle è possibile raggiungere il Passo del Lago Branchino e quindi scendere in una bella escursione al Rifugio Alpe Corte: ci troviamo in piena Valle Seriana. Altra escursione è quella che conduce al Passo dei Laghi Gemelli e quindi al rifugio omonimo. Altra interessante escursione è quella che porta alla Cima di Menna (2300 metri). Il paese successivo è composto da due nuclei, Fondra e Trabuchello, che formano il comune di Isola di Fondra, un piccolo nucleo di circa 180 abitanti. Isola di Fondra viveva dell’attività mineraria ed era noto per la produzione di chiodi. Da Isola di Fondra sono possibili numerose e interessanti passeggiate lungo mulattiere che conducono in luoghi incantevoli come le

CORNELLO DEI TASSO

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frazioncine sulle pendici del Monte Torcola (1636 m): Foppa, Cornelli, Forcella, Pusdosso, attorno ai mille metri di quota. Altre gite quelle che conducono ai Tre Pizzi (2216 metri), al Monte Pietra Quadra a 2356 metri lungo verdi vallate. Segnaliamo anche la salita al Pizzo Badile (2044 m) con il passo di Monte Colle che scende a Valleve. Eccoci arrivati a Branzi (870 m - 850 ab.); centro importante di questa parte di valle, noto per il suo

SAN PELLEGRINO TERME

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formaggio, alla confluenza del torrente Borleggia con il Brembo, è il paese più popolato fino al termine della valle. Branzi è meta di un massiccio turismo dovuto soprattutto all’incantevole posizione del paese, in mezzo a grandi montagne, a due passi dalla meravigliosa conca dei Laghi Gemelli. Branzi ha sviluppato anche un turismo invernale basato sulla bella pista di fondo della Gardata. Altra attività che rende nota Branzi è l’estrazione della pietra di ardesia, da cui si traggono le caratteristiche piode dei tetti delle case di montagna. Molto suggestive le passeggiate di cui possono godere i villeggianti. Anzitutto quella che in circa due ore e mezza conduce ai Laghi Gemelli seguendo l’incantevole Val Borleggia e toccando il Lago delle Casere e il Lago Marcio. Dai Laghi Gemelli sono quindi possibili interessanti escursioni al Pizzo del Becco, al Passo di Aviasco, alla Valle dei Frati. Ai Gemelli ci si congiunge anche al celebre Sentiero delle Orobie. Possibili da Branzi anche escursioni al Monte del Tonale (2425 m) seguendo la Valle Scura e la Val Carnera. Altra gita è quella che conduce al Pizzo Vacca (1914 m) toccando la Baita Tabia. Ci stiamo avvicinando alla testata della valle. Oltre Branzi troviamo il bivio per Carona (1110 m - 450 ab.) importante non solo per il turismo estivo, ma anche per quello invernale che sfrutta numerosi impianti sciistici. Il paesino offre un bel lago artificiale, alcune testimonianze storiche come la chiesina seicentesca di San Gottardo nella bella, caratteristica frazioncina di Pagliari, posta sulla strada carrozzabile, ma sterrata, che conduce fino alla diga del Lago di Fregabolgia e poi al Rifugio Calvi. Poco oltre Pagliari si ammira una cascata formata dal torrente che scende dalla Val-


VALLE BREMBANA le Sambuzza. È questa una delle passeggiate più piacevoli che offre la montagna bergamasca: si parte appena dopo la cascata in località Forcella, si percorre l’amena valle Sambuzza fino al laghetto omonimo (2085 m) e da lì si sale al Passo di Publino (2368 m), al confine con la Valtellina. Da Carona le passeggiate tuttavia più frequentate sono quelle che conducono ai Laghi Gemelli, al Rifugio Longo, ma soprattutto alla Conca del Rifugio Calvi, punto di partenza per indimenticabili passeggiate ed escursioni al Pizzo del Diavolo, al Passo di Valsecca (lungo il Sentiero delle Orobie), Monte Madonnino, Cabianca e numerosi altri. Torniamo al bivio e risaliamo la valle fino a Valleve a 1141 metri con circa 170 abitanti. La chiesa parrocchiale conserva opere di Carlo Ceresa, Gian Paolo Cavagna e Antonio Cifrondi. Da segnalare anche la seicentesca chiesetta di San Rocco. Valleve offre ai villeggianti numerose passeggiate, quella che conduce al Monte Pegherolo (2369 m), al Monte Cavallo (2223 m), al Pizzo del Vescovo (2175 m). Da Valleve in pochi chilometri si raggiunge la fredda Conca di San Simone, una delle località sciistiche della Bergamasca dove lo sport bianco è praticato per un notevole numero di mesi proprio grazie al particolare clima. Lasciamo Valleve e saliamo fino alla testata della valle dove sorge Foppolo, antico minuscolo nucleo di contadini e mandriani convertitosi, con successo, al turismo. Foppolo, a 1515 metri, rappresenta il comune più elevato in quota della nostra provincia, è meta di un turismo internazionale, d’inverno offre un ricco comprensorio sciistico, mentre d’estate garantisce un clima fresco, panorami verdi, quiete, e la possibilità di numerose escursioni. Ne citiamo alcune:

CASINÒ DI SAN PELLEGRINO

RIFUGIO LONGO

Monte Toro (2525 m), Corno Stella (2620 m), Monte Cadelle (2483 m). Scendendo dal Passo del Porcile (2290 m) si giunge in Valtellina ai Laghi del Porcile (2095 m). Bello e lungo anche il sentiero che porta da Foppolo alla Casera di Carisole, e quindi alla Val Sambuzza. Tornando verso Lenna si prende la strada che porta verso l’altro grande ramo della Valle Brembana, quello che sale a Piazza Brembana, quindi a Olmo al Brembo per poi diramarsi ulteriormente. Piazza Brembana è la piccola capitale dei rami occidentali della valle, conta circa mille abitanti ed è posta a 553 metri sul livello del mare. 13


MEZZOLDO, PASSO SAN MARCO

Ogni anno a settembre vi si svolge la grande rassegna del Formai de Mut, pregevole prodotto caseario della valle. Alcuni scorci del paese sono ancora intatti e ricordano le rustiche, antiche architetture di valle. Ricordiamo il Palazzo Comunale, la chiesa che conserva un polittico di Lattanzio da Rimini e sculture lignee di Andrea Fantoni, la chiesa di San Bernardino del Seicento. Il paese è meta di un buon afflusso di villeggianti, durante l’estate, che godono della quiete e tranquillità di questi posti. Tra le passeggiate, quelle al Monte Torcola (1636 m) e al Pizzo Badile (2044 m). Olmo al Brembo (556 m - 560 ab.) si trova alla confluenza delle valli Stabina e Averara con il ramo occidentale del Brembo. Nel centro storico del paese, che si affaccia su un bella piazzetta di atmosfera medievale, esistono ancora le antiche case in pietra locale squadrata. Si incontrano, tra vicoletti e piccoli porticati, angoli suggestivi. Da segnalare, nella frazione di Cugno, la chiesa di San Pietro risalente al XIV secolo. Da Olmo si dipartono tre rami del14

la Valle Brembana che culminano rispettivamente a Valtorta, a Cusio (Piani dell’Avaro) e a Mezzoldo con il Passo di San Marco. Il primo ramo è quello della Valle Stabina che tocca il comune di Cassiglio (602 m - 135 ab.), minuscolo paese con la chiesa di San Bartolomeo risalente al XV secolo e quindi rimaneggiata. Da segnalare la Danza Macabra dipinta su una parete della Casa Milesi, risalente al XVII secolo. Da Cassiglio parte il Sentiero delle Orobie occidentali, affascinante percorso che in ottanta chilometri, attraverso sei rifugi, conduce fino al Calvi e quindi all’innesto con il Sentiero delle Orobie classico. Passeggiate da Cassiglio al Rifugio Cazzaniga (1889 m), al Passo di Baciamorti a 1540 metri che congiunge con la Val Taleggio, quindi al Pizzo Baciamorti (2009 m), al Monte Venturosa (1993 m) e al Monte Aralalta (2020 m). Ornica (922 m - 300 ab.) è un altro paesin o di villeggiatura estiva, punto di partenza per alcune tra le più interessanti escursioni della Valle Brembana. Nella parrocchiale un bellissimo polittico del


VALLE BREMBANA Cinquecento e l’altare maggiore in legno intagliato appartenente alla stessa epoca. Nella sacrestia affreschi del 1485 eseguiti da Angelo da Averara. Meta classica da Ornica è la montagna principe di tutta la Valle Brembana, il Pizzo dei Tre Signori, splendido massiccio che culmina a 2554 m. Altra passeggiata alla cima del Camisolo a 2157 metri. Valtorta (935 m - 350 ab.) sorge alla testata della Valle Stabina, percorsa dall’omonimo torrente. Negli ultimi anni si è sviluppato anche come importante stazione sciistica in collegamento con la Valsassina e in particolare con i Piani di Bobbio. Nella parrocchiale sono conservati due polittici in scomparti risalenti al XV secolo. Nella frazione della Torre da segnalare la bella chiesetta romanica. All’interno interessanti affreschi del XV secolo. Da Valtorta è possibile unirsi al Sentiero delle Orobie Occidentali raggiungendo il Rifugio Cazzaniga o il Rifugio Grassi; altre splendide passeggiate nel verde e nelle pinete fino alla Baita Ceresola (1600 m),

al Pizzo dei Tre Signori, ai Piani di Bobbio in Valsassina. Torniamo ad Olmo al Brembo e imbocchiamo il ramo che sale fino a Cusio e ai Piani dell’Avaro. Incontriamo la celebre contrada di Averara (650 m - 400 ab.) dove un tempo transitava la Strada dei Mercanti che raggiungeva il Passo di San Marco. Ancora oggi restano le vestigia di quei tempi, e sono testimonianze splendide. Assolutamente da visitare la via porticata, dove i mercanti sostavano prima dell’ultima difficile salita. Ancora oggi si ammira l’architettura e si osservano gli affreschi che l’adornavano. Nella chiesa parrocchiale, sulla facciata e sotto il porticato, affreschi di Simone Baschenis, della celebre famiglia di pittori noti a livello internazionale, ma soprattutto da non perdere una visita alla frazioncina di Redivo intorno all’antica chiesa di San Pantaleone con il campanile romanico. Nei pressi si trova la celebre dogana veneta con la sua particolare architettura e le curiose scale esterne in legno. Suggestiva anche la frazione di Valmoresca. Più avanti incontriamo Santa Bri-

CUSIO, LAGO PONTERANICA

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gida (805 m - 680 ab.) che conserva ancora l’antica parrocchiale della frazione Foppa costruita intorno al mille, con testimonianze della sua antichità tra cui gli affreschi risalenti al 1400. Nell’oratorio di San Lorenzo si conserva una lapide in cui si ricorda Flavia, donna morta nel 435 dopo Cristo. La zona è ricca di cave di gesso. Passeggiate al Monte Avaro (2088 m), alla Collina di Santa Croce (1718 m), al Monte Disner (1330 m) da cui poi si scende in Valle Stabina. Alla testata di questo settore della Valle Brembana si trova il paesino di Cusio, (1050 m - 400 ab.). Cusio non è solo meta di villeggiatura estiva ma ha sviluppato anche

ORNICA, BORGO ANTICO

16

il turismo invernale grazie allo sfruttamento dei Piani dell’Avaro, zona di grande interesse sia per i villeggianti che per l’antica attività contadina: i piani offrono degli splendidi pascoli verdi posti a 1700 m di quota. Da visitare il piccolo oratorio della Maddalena con suggestivi affreschi trecenteschi. Interessante anche il cuore antico del paese con la sede della dogana veneta e alcuni caseggiati risalenti al 1200. Da Cusio belle passeggiate ai Piani dell’Avaro (serviti da una carrozzabile), ai Laghetti di Ponteranica, a Cà San Marco, al Pizzo dei Tre Signori e al Pizzo di Trona (2510 m), al Pizzo di Cusio (1466 m). Eccoci di nuovo a Olmo pronti a intraprendere il terzo ramo che conduce fino al Passo di San Marco e di là in Valtellina. Primo paese che incontriamo è Piazzolo (700 m - 120 ab.), minuscolo centro agricolo e di villeggiatura, immerso nel verde, con piacevoli escursioni al Monte Torcola (1636 m) e da qui all’altro ramo della valle scendendo verso Fondra e a Branzi. Salite anche al Monte Zuccone (1506 m) e al Monte Faino (1562 m). Piazzatorre (860 m - 490 ab.) località turisticamente più sviluppata dell’Alta Valle Brembana, a circa cinquanta chilometri da Bergamo, con diversi impianti sciistici e una pista coperta di pattinaggio. Da Piazzatorre partono numerose piacevoli escursioni al Monte Torcola, al Monte Secco (2293 m), al Forcolino di Torcola (1856 m), passo che conduce a Branzi, al Costone (1565 m). Ultimo paese di questo ramo è Mezzoldo (830 m - 339 ab.). Mezzoldo è una località sviluppata turisticamente che ospita testimonianze storiche come la dogana settecentesca con la facciata affrescata, le numerose case rustiche in


VALLE BREMBANA

PORTICI DI AVERARA

pietra ricavata dalla roccia che contribuisce a inserire naturalmente questo antico borgo nel paesaggio montano. Nel porticato della parrocchiale un affresco del 1522. All’interno una pala centrale d’altare di Lattanzio da Rimini. La strada carrozzabile prosegue oltre Mezzoldo fino all’incantevole località di Ponte dell’Acqua con il Rifugio Madonna delle Nevi e quindi sale fino al Rifugio Cà San Marco e poi al Passo di San Marco con la discesa in Valtellina. Sono luoghi che si possono raggiungere in auto o a piedi lungo sentieri e attraverso l’antica mulattiera detta Via Priula, fatta costruire dalla Repubblica Veneta per favorire i rapporti con la Valtellina e la Svizzera. Il Rifugio di Cà San Marco possiede una straordinaria capacità suggestiva dettata dalla pietra di roccia con cui è costruito, dalle volte massicce delle sue stanze, dalla fontana nell’androne interno, tutti elementi che raccontano dell’antica storia di questo edificio nato come posto di frontiera tra la Repubblica di Venezia e la Valtellina. Da Mezzoldo e dal Passo di San

Marco partono passeggiate indimenticabili al Monte Ponteranica (2378 m), al Passo di Verrobbio (a 2026 m con le fortificazioni della Prima Guerra Mondiale), al Lago Pescegallo (1862 m) e quindi a Gerola, in Valtellina, al Monte Tartano (2292 m).

AVERARA, CASA REDIVO

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Polenta e coniglio, polenta e osei, casonsei Cornalba (free climbing) Oltre il Colle, Serina Algua, Cornalba, Costa Serina, Dossena, Oltre il Colle, Serina *(2 .#55#!,620 )#,3#

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a Zogno si piega sulla destra, salendo, e ci si immette in una sorta di tunnel tra le montagne, pareti scure, dirupi, roccia viva scavata dove transita la strada accanto ad un torrente. Una gola paurosa, al punto da essere definita orrido. È il biglietto da visita contraddittorio di una valle che poco oltre si allarga in una verde, ampia e assai soleggiata conca con i due rami che salgono verso Selvino e verso Serina e Zambla. La grande conca è racchiusa tra le cime dell’Alben, dell’Arera, del Menna. La valle vanta una storia antica e importante: da qui passava la strada dei trafficanti che collegava Bergamo e la Valle Seriana alla Valle Brembana. Era la Val Serina il centro amministrativo

di tutta la Valle Brembana. All’inizio della valle la località di Ambria con Ponte Merlo. Più avanti sulla sinistra Bracca (620 m - 680 ab.), località assai nota per via delle sue sorgenti e dell’acqua minerale. Oltre il bivio: una parte verso Selvino, l’altra verso Serina. Pieghiamo verso Selvino e incontriamo il paese di Algua (432 m - 720 ab.). Da visitare la parrocchiale della frazione Pagliaro, all’interno affreschi interessanti e uno in particolare, attribuito a Lorenzo Lotto, che raffigura San Francesco. Da visitare anche la parrocchiale della frazione Frerola, il santuario del Perello costruito nel 1580 sull’omonimo monte. Interessante anche la chiesa di Rigosa con all’interno affreschi del primo Cinquecento. Più sopra la salita sfocia nell’altopiano di Selvino a cui dedichiamo un capitoletto a parte. Scendiamo di nuovo a fondovalle e intraprendiamo la strada che sale verso Serina. Primo paese sulla destra è Costa di Serina (907 m - 910 ab.), paese che offre belle passeggiate nei boschi circostanti e alle vette dei Monti Alben (2019 m), Suchello (1505 m), al Passo di Blumen (1277 m) che conduce in Valle del Riso. Dopo Costa di Serina incontriamo alcune frazioncine fino a Cornalba (900 m - 300 ab.). Nella parrocchiale si conservano tre tavolette del Quattrocento. Si segnala, fra le diverse santelle dipinte sulle cascine, caratteristica della montagna bergamasca, in particolare una Deposizione dipinta su una vecchia casa. Tra le passeggiate le stesse di Costa Serina e in più quella al Passo la Forca (1848 m) che scende in Val del Riso. È disponibile nel territorio di Cornalba anche una palestra naturale di roccia, attrezzata per l’arrampicata libera. Incontriamo, salendo, la frazioncina di Lepreno e quindi arriviamo a Serina (850 m - 2.000 ab.), una delle più 21


ORRIDO

COSTA SERINA, ASCENSIONE

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importanti località turistiche della bergamasca e borgo dalla lunga e prestigiosa storia testimoniata dalla ricca architettura. Ci sono da vedere a Serina diversi monumenti ed edifici. La Fontana del Vicario, del ’500, e quella pure antica con le tre cuspidi e la bocca di leone che sfocia nella vasca (risale al 1645). La parrocchiale dell’Annunciata è stata ricostruita dai Caniana nel ’700. All’interno affreschi di Gian Battista Rodriguez (1750), stucchi di Eugenio Camuzio di Lugano, la Pala del Redentore di Palma il Vecchio, grande pittore cinquecentesco nativo proprio di Serina, altre opere di Palma il Giovane, dei Fantoni, di Francesco Rizzo di Santa Croce, di Andrea Previtali. Da visitare anche la chiesa di San Rocco, il monastero della Santissima Trinità, la Casa del Vicario, edificio quattrocentesco con il leone di San Marco, il porticato di San Bernardino con affreschi, il tracciato antico della Via dei trafficanti. Interessanti anche le frazioni di Lepreno, Valpiana e Corone. A Serina a settembre si tiene una importante fiera del bestiame. Numerose le passeggiate nel verde di questi luoghi: Monte Alben, Menna, Passo La Forca, Monte Zucco (1336 m). Un sentiero conduce anche a Dossena e poi in Valle Brembana attraverso il Passo della Crocetta a 1051 m. Da Serina si sale anche al Monte Vaccareggio (1474 m), al Monte Castello (1474 m), al Pizzo Arera (2512 m). Oltre il Colle è l’ultimo paese composto da diverse frazioni: Zambla Alta, Zambla Bassa e Zorzone. Oltre il Colle è adagiato sui 1030 m di quota in una splendida conca circondata dall’Alben, dall’Arera, dalla Cima di Menna. Sulle pendici dell’Arera troviamo impianti sciistici. A Oltre il Colle si trova anche una bella pista di fondo. In estate la zona


VALLE SERINA è abitata da numerosi villeggianti. Da vedere nella chiesa parrocchiale una tela di Enrico Scuri. A Zambla Bassa la parrocchia possiede un dipinto di Gian Paolo Cavagna. La chiesa di Zorzone è opera dei Caniana. Antica e caratteristica la chiesetta di Grimoldo con affreschi sulla facciata, intitolata alla Santa Croce. All’interno una Madonna opera di Andrea Fantoni. Numerosissime le belle passeggiate da Oltre il Colle e Zambla.

Partendo da Zorzone attraverso la Val Vedra e il suo passo (1850 m) si può raggiungere il Lago Branchino e la Valle Seriana. Ancora da Zorzone si sale al Passo del Vindiolo, 1974 m, e quindi si scende a Roncobello. Passeggiate conducono quindi all’Arera, con il Sentiero dei Fiori. Da Zambla Alta si sale alla Cima di Grem (2049 m), si raggiunge la baita di Camplano (1826 m) e poi si scende lungo la Valle Gorgolina fino a Ponte Nossa. Altra gita, quella che conduce al bivacco Nembrini e poi all’Alben.

COSTA SERINA

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Gherardi S. Giovanni Bianco e Zogno S. Giovanni Bianco Taleggio Taleggio Parco Naturale Regionale delle Orobie Gola dell’Enna (Orrido) Vedeseta e Gerosa Taleggio e Brembilla )%&%.%,*

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Formaggio, Taleggio e polenta taragna Taleggio Monte Cancervo: Oasi «Cassiglio, Valtorta, Vedeseta, Taleggio» / Campocervo

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lla Valle Taleggio si accede principalmente da San Giovanni Bianco oppure da Sedrina percorrendo la Valle Brembilla. L’ingresso da San Giovanni Bianco è particolarmente suggestivo, la strada è stretta, scavata nella montagna, la roccia viva si trasforma a tratti quasi in galleria, lo strapiombo a fianco finisce nel torrente Enna, selvaggio e spumeggiante. D’inverno è di casa il ghiaccio con colate, piccole cascate, stalattiti di gelo. Curve, ponticelli, dirupi si susseguono. La valle è un’oasi di verde e di quiete, punto di partenza per belle passeggiate, l’ideale per chi in montagna cerca pace, tranquillità e rilassamento. Famosa anche per il

formaggio che ha preso il nome proprio da Taleggio e che ancora oggi si trova sebbene l’allevamento in montagna oggi non sia più praticato come una volta. Salendo lungo la strada da San Giovanni Bianco, dopo circa undici chilometri si incontrano quattro piccole località: Olda, Pizzino, Sottochiesa e Peghera che formano il comune di Taleggio (700 abitanti). Olda è la frazione più importante. Da visitare il Santuario di San Bartolomeo dove in antichità esisteva un sepolcreto per i nobili delle Valli di Averara e di Cassiglio, a cui si accede attraverso sentieri che conducono al Passo di Baciamorti, confine tra la Valle Taleggio e l’Alta Valle Brembana con la Valle Stabina. A Peghera, nella parrocchiale si trova l’opera d’arte più interessante della valle: il polittico di Palma il Vecchio a sette scomparti, risalente al XVI secolo. Pizzino, a 900 m di quota, domina dal suo poggio le altre frazioni e rappresenta con molta probabilità l’insediamento più antico: qui passava il confine tra Repubblica di Venezia e Ducato di Milano. La parrocchiale risalente all’XI secolo fu poi ricostruita. Il comune di Taleggio è ospitato dalla frazione di Sottochiesa, la cui parrocchiale conserva una pala di Andrea Vicentino (1589). A Sottochiesa si trova la Colonna della Fidelitas Talegii che nel 1609 Venezia fece porre a suggello del giuramento di fedeltà della valle alla Repubblica Veneta. È possibile ammirare anche una torre risalente al XIII secolo facente parte di un dispositivo di difesa. Tra le passeggiate, da consigliare è quella che da Pizzino in venti minuti conduce a Fraggio, bellissimo borgo agricolo antico, oggi completamente abbandonato. Fraggio costituisce un villaggio esemplare dell’urbanistica rurale e 27


FRAGGIO, I TRE FAGGI

montana di questi luoghi e della loro particolare architettura. Le semplici case possedevano tetti alti e stretti, assai spioventi, costruiti con le pesanti pietre della roccia locale. Tra le escursioni interessanti e affascinanti, quella che dal Ponte del Becco, prima di arrivare a Sottochiesa, a 593 m di quota, conduce attraverso un lungo e variegato sentiero fino alla cima del Monte Cancervo a 1835 m di quota. Si tratta di una montagna dalla superficie assai vasta dove si alternano cime, rocce, tratti di falsopiano e dove vive una fauna ancora ricca, dai caprioli ai camosci e a molte delle specie che si trovano nelle Orobie. Accanto al Cancervo, il Monte Venturosa a 1999 m. Da Pizzino si raggiunge il Passo dei Baciamorti, antico tracciato delle salme di Cassiglio. Da Pizzino si può salire al Monte Aralalta (2006 m), al Rifugio Cesare Battisti (1685 m) e al Monte Sodadura (2010 m). Secondo paese della Valle Taleggio è Vedeseta (805 m - 323 ab.) dove si possono ammirare le case torri che 28

sono testimonianza di un passato guerresco.Vedeseta apparteneva alla fazione ghibellina e spesso aveva da scontrarsi con i confinanti di Taleggio, guelfi. Del comune è il Santuario di San Bartolomeo, costruito intorno al 1200. La chiesa è immersa nel verde ed è meta di passeggiate, come quella tradizionale del giorno di Pasquetta dove sul prato antistante viene consumata la la classica colazione a base di uova e radicchio e salame. Da Vedeseta si raggiunge il culmine di San Pietro (1260 m) e la successiva discesa in Valsassina. Altra meta è lo Zuc di Valbona (1546 m), si salire, inoltre, verso le belle sorgenti del torrente Enna e quindi l’impegnativa ascesa al Resegone. Dalla Forcella di Bura a 884 m si scende in Valle Brembilla e si incontra Gerosa (760 m - 430 ab.) , paese la cui economia era basata sull’allevamento e che oggi si apre al turismo con la forza della sua incantevole posizione e natura. La parrocchiale venne costruita nel


VALLI TALEGGIO E BREMBILLA Settecento su progetto dei Caniana. Tra le passeggiate, quelle al Castello della Regina (1424 m), al Monte Sornadello (1580 m), allo Zucco di Pralongone (1503 m) e al Santuario della Madonna della Foppa. Un’altra passeggiata conduce al minuscolo comune di Blello, il più piccolo della Bergamasca con i suoi 107 abitanti, posto sui 900 m di quota, nei pressi del confine con la Valle Imagna. Blello è stato definito un angolo di paradiso, un luogo dove i flussi frenetici della società sembrano lontani decenni. Un angolo incontaminato. La chiesa parrocchiale è una piccola costruzione sacra tipica dell’architettura religiosa povera della montagna. Sorge sul cocuzzolo detto Monte Faggio perché ospitava anticamente un grande faggio. La si raggiunge in circa mezz’ora. Realtà ben diversa è quella di Brembilla (417 m - 4.000 ab.), grosso paese dal notevole sviluppo artigianale e anche industriale. Brembilla nel 1443 dovette subire una diaspora: il senato della Repubblica Veneta decise che tutti i brembillesi dovevano lasciare la propria terra perchè avevano appoggiato i Visconti contro la Serenissima. I brembillesi ebbero tre giorni per

BREMBILLA, PONTE ROMANO

andarsene, tutti, giovani, vecchi e bambini. La maggior parte raggiunse il territorio dei Visconti, Milano. Ancora oggi Brembilla è uno dei cognomi più diffusi del milanese. Da visitare le frazioni di Sant’Antonio Abbandonato e Catremerio, località poco popolate, con caratteristiche abitazioni e architetture della montagna.

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orte della Valle Imagna sono gli antichi e interessanti paesi di Almenno e di Clanezzo. Almenno San Salvatore e San Bartolomeo, disposti su colline dolci e terrazzate, attorno ai 350 m di quota. Clanezzo più in basso, all’esatta confluenza del torrente Imagna col fiume Brembo, in un paesaggio da leggenda medievale, con rupi, scarpate e boschi che vi si arrampicano, con l’antico castello (oggi ristorante) e le torri, fortificazioni messe a guardia dei ponti dove un tempo occorreva pagare pedaggio, con gli affreschi di guerrieri in armi e corazza; uno di questi ponti fu fatto costruire al principio dello scorso millennio da Attone Leuco. Questa località fu teatro per molti decenni

di scontri sanguinosi fra Guelfi e Ghibellini. A Clanezzo ricordiamo anche la passerella caratteristica che congiunge le due sponde del Brembo, passerella in legno e cavi di ferro. Da visitare anche l’antico maglio che si trova sul corso dell’Imagna e che appare come una nera casa del diavolo. Ad Almenno San Salvatore da visitare la chiesa della Madonna del Castello con tre edifici distinti: cripta, chiesa antica e chiesa rinascimentale. La cripta potrebbe risalire all’epoca longobarda, periodo in cui Almenno doveva possedere notevole importanza. Testimonianze di età romanica si hanno anche nella bellissima Chiesa di San Giorgio con affreschi di sei secoli di storia, con le pitture murali più antiche della Bergamasca. Da visitare anche il convento di San Nicola (oggi ristorante) costruito nel Quattrocento. Ad Almenno San Bartolomeo è da visitare la Rotonda di San Tomè, costruita nel XII secolo, romanica, a pianta circolare. Nella Parrocchiale opere di Gian Battista Moroni, Pietro Ricci, Bartolomeo Vivarini, Cristoforo Caselli. Sopra Almenno si trova il paese di Roncola, adagiato su un altopiano del Monte Albenza a 900 m di quota. La Roncola è una delle località di villeggiatura estiva più sviluppate della Bergamasca. Sopra la Roncola, la cima dell’Albenza sui 1350 m e il Passo di Valcava (1250 m) con la frazioncina omonima attualmente quasi del tutto spopolata. La vista è splendida su tutta la Pianura Padana. Riprendiamo la Valle Imagna e dopo Strozza e Capizzone incontriamo la strada che a sinistra sale fino a Costa Imagna (1014 m - 635 ab.), stazione turistica sviluppata che ancora conserva testimonianze della caratteristica architettura degli stal, edifici con abitazione, stalla e fienili collegati e un ampio cortile interno. Da Costa sono possibili passeggiate al Passo di Valcava, al 33


Monte Tesoro, all’Albenza, al Pertus, al santuario della grotta della Cornabusa dedicato alla Madonna. Si scende e si supera Bedulita. Sulla destra la salita che porta a Berbenno (750 m - 2474 ab.), tra i centri più popolati della valle. Nella zona sono stati effettuati interessanti ritrovamenti archeologici, in particolare nella grotta del Bus del Cunì: vennero trovati resti umani e monili ricavati da zanne di animali, pugnali in pietra dell’inizio dell’età del bronzo, circa cinquemila anni fa. La zona è pure ricchissima di fossili. A Berbenno, sulla cima di un colle a mille metri, si trova la chiesa più antica della Valle Imagna, costruita nel quattordicesimo secolo e dedicata a San Pietro, che conserva una tela di Andrea Previtali, originario proprio di Berbenno. Scendiamo di nuovo sulla strada di fondovalle, oltrepassiamo Ponte Giurino e Selino Basso e puntiamo verso il ramo che porta a Corna Imagna, Locatello e Fuipiano (1019 m - 233 ab.), ultimo paese della valle. Fuipiano si trovava

PONTE DI CLANEZZO

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anticamente al confine tra Ducato di Milano e Repubblica di Venezia. Importantissima la frazione di Arnosto dove ancora oggi è possibile ammirare le rustiche e originali costruzioni valdimagnine imparentate con quelle della Val Taleggio. Ad Arnosto sorgeva la casermetta dei Veneziani ed è possibile visitare la chiesetta datata 1605. Nell’attuale parrocchiale di Fuipiano (costruita nel 1739) sono racchiuse numerose opere d’arte di Giacomo Francia, di Francesco Quarenghi, della scuola del Tiepolo. Ci sono pure statuette del Quattrocento di artigianato locale, di grande valore. Corna Imagna (750 m - 984 abitanti) presenta numerose frazioni con dipinti e santelle sui muri che coprono secoli di storia. Anche qui i tetti caratteristici della valle fatti con le pesanti pietre della zona. Locatello (557 m - 800 abitanti). Nel paese è conservato un’interessante numero di affreschi del Quattrocento e Cinquecento che, posseggono un grande valore storico oltre che artistico. Sull’altro ramo della valle incontriamo Rota Imagna (700 m 883 ab.) con le due parti Rota Fuori e Rota Dentro. Sono stati effettuati importantissimi ritrovamenti archeologici nella Tomba dei Polacchi, risalente all’età del bronzo, attualmente al Museo di Bergamo. A Rota Fuori ebbe i natali Giacomo Quarenghi, celebre architetto e pittore nato nel 1744. Classica passeggiata da Rota Imagna è la salita al Resegone, la montagna che domina il lago di Lecco. Altra passeggiata alla Grotta dei Polacchi, alle fonti di Sant’Omobono, al Pertus e al Santuario della Cornabusa. Oltre Rota Imagna alla testata della valle sorge Brumano (913 m - 99 ab.), immerso nel verde, alle falde del Resegone, paesino che ha conservato la sua caratteristica arcaica, il profumo di antico che lo pone in sintonia con la natura della mon-


VALLE IMAGNA tagna. Passeggiate al Resegone, al Passo del Pallio (1362 m) con discesa a Morterone in Valle Boazzo, alla Costa del Pallio (1480 m), al Monte Serrada (1875 m). Altro ramo della Valle Imagna è quello che porta a Valsecca in un’ampia conca (630 m - 410 ab.). Valsecca conserva l’antica gendarmeria veneta. La chiesa parrocchiale risale alla fine del Quattrocento con opere del Ceresa e del Quarenghi. Accanto, la Cappella del Crocifisso dove è conservato un crocifisso del Seicento di Fra’ Giovanni da Reggio. È un luogo di preghiera molto sentito dai valdimagnini. La festa si celebra ogni cinque anni, nel mese di luglio. La strada continua, si collega a quella che scende da Costa Imagna e raggiunge Sant’Omobono Terme, il centro più importante della zona (450 m - 3505 ab.). Sant’Omobono fonde in realtà le frazioni di Cepino, Mazzoleni, Selino Basso e Selino Alto. Celebri sono le sue fonti con la sorgente principale della Bettola. L’astro delle terme brillò in particolare nella seconda metà dell’Ot-

SANTUARIO DELLA CORNABUSA

tocento. Si curavano in particolare le malattie della pelle e del fegato. Oggi le terme rappresentano un complesso all’avanguardia. Sempre a Sant’Omobono il santuario più caro ai valdimagnini e conosciuto non soltanto nella bergamasca: è il Santuario della Cornabusa, ricavato in una grotta e dedicato alla Madonna che sostiene il corpo del Cristo. Venne costruita poco alla volta nel corso dei secoli a partire dal Cinquecento. Alla Madonna del Santuario vengono attribuiti numerosi miracoli.

FUIPIANO

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a villeggiatura tradizionalmente trova in Valle Seriana perlomeno due grandi possibilità, quella della vacanza montana e quella della vacanza collinare. La villeggiatura di montagna viene praticata nell’Alta Valle Seriana, dove i paesi si trovano a quote non elevatissime, attorno ai mille metri, e dove passeggiate ed escursioni conducono subito verso luoghi di notevole altitudine: svettano in Alta Valle Seriana le cime più ardite delle Orobie, superiori ai tremila metri di quota. La Bassa e Media Valle Seriana offrono paesaggi più dolci eppure climi freschi e piacevoli che fanno della villeggiatura estiva un momento di grande benessere. Alcune

località della Bassa e Media Valle Seriana vantano una tradizione turistica affermata, da Monte di Nese a Lonno, alla Valle del Lujo, alla celebre Selvino con l’altopiano posto sui mille metri, in cui si trova anche Aviatico. Ci troviamo ancora alle porte di Bergamo: la città dista non più di una ventina di chilometri da questi luoghi che si raggiungono dal fondovalle in una manciata di minuti. Il paesaggio offerto dalla bassa valle è incantevole e ancora oggi offre vari spunti di interesse. Si tratta di un paesaggio di colline e colli interamente ricoperti di boschi, un paesaggio verde, ameno, in parte sfruttato dall’uomo per l’agricoltura, dove taluni pendii sono terrazzati e coltivati con vitigni e alberi da frutta. L’accesso alla bassa valle dalla pianura è naturale, largo, estremamente facile, a differenza di quanto accade per la stretta e incassata Valle Brembana. Sentinelle della valle, sono i notevoli rilievi del Canto Alto, dalla cima scoscesa e rocciosa a 1146 m dove svetta una torreggiante croce e il Monte Misma, dolce montagna dalla forma di panettone che raggiunge i 1160 metri di quota. Sia l’una che l’altra rappresentano mete piacevoli per escursioni e offrono panorami indimenticabili sull’arco alpino, sul fondovalle e la città. Dal Canto Alto si dominano entrambe le valli mentre dal Misma lo sguardo spazia sulla pianura, sulla catena orobica e dalla parte opposta punta verso il lago d’Endine e il lago d’Iseo, piccole perle azzurre del territorio Bergamasco. Le colline verdi della bassa Valle Seriana sono costituite da arenarie, calcari marnosi e materiali argillosi. Lo sviluppo economico basato sulla piccola e media industria oltre che su un fiorente artigianato, ha 39


reso questa parte della valle ricca e fiorente, dotandola di conseguenza anche di interessanti opere artistiche. Cominciamo parlando di Alzano Lombardo (304 m - 11000 ab.), comune a soli sei chilometri da Bergamo che tuttavia offre un centro storico ben caratterizzato e antico. Alzano presenta numerose opere d’arte e sta alla base di una incantevole conca che si spinge in alto fino a Monte di Nese, piccola frazione posta a ottocento metri di quota in mezzo al verde dei colli orobici. Monte di Nese offre un clima in-

vidiabile in estate, la possibilità di tranquille e amene passeggiate in mezzo a prati e boschi e in più possiede un’ulteriore pregio: si trova a soli cinque chilometri da Alzano e dodici chilometri dal centro di Bergamo! Non sorprende che nel periodo estivo raddoppi il numero dei suoi abitanti. Ma nella conca che sta sopra Alzano Lombardo troviamo altre piccole e ridenti località, da citare le Buche di Nese, profonde pozze d’acqua celeste formate dal torrente Anesa, le piccole località di Burro e Brumano. A Nese, da segnalare la preziosa

BASILICA DI SAN MARTINO

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VALLE SERIANA chiesa parrocchiale che contiene numerose opere d’arte di Palma il Giovane, di Giampaolo Cavagna e di Carlo Ceresa oltre a dipinti di Antonio Cifrondi. Ancora più interessante la frazione di Olera, vero gioiello adagiato nella Conca e dominato dalla cima del Canto Alto. Il paesino presenta un abitato che ha conservato le sue caratteristiche antiche, medievali, stretti vicoli, androni bui, volte e pietre antiche. Si segnala, inoltre, la chiesa parrocchiale che contiene un polittico attribuito a Cima da Conegliano. Alla base della conca, Alzano Lombardo che merita senza dubbio una visita. Il paese si trovava in una posizione importante dal punto di vista delle comunicazioni: da qui partivano fino all’inizio del Seicento le mulattiere che collegavano Bergamo e la Val Seriana alla Valle Brembana salendo fino a Miragolo e Selvino per poi scendere verso Zogno. Da menzionare, nel cuore del centro storico, la Basilica di San Martino di origine altomedioevale, ma ristrutturata completamente nel Seicento ad opera dell’architetto Gerolamo Quadrio. All’interno i dipinti di Palma il Vecchio, Tintoretto, Cavagna, Appiani. Tra le grandi opere conservate da segnalare il pulpito eseguito dalla famiglia Caniana di Alzano e dalla bottega di Andrea Fantoni da Rovetta. Ma è d’obbligo segnalare tre sagrestie della chiesa. La prima fu realizzata da Grazioso Fantoni con il figlio Andrea intorno al 1679. La seconda presenta sulla volta un affresco del Cifrondi e sulle pareti laterali si offrono allo sguardo le suggestive sculture in legno di Andrea Fantoni e della sua bottega effettuate su tre armadi: in uno spazio relativamente ristretto si ammirano trentuno medaglie con centosedici angeli, cinquantasette

CHIESA DI BURRO

martiri, settantotto putti, centoquattro testine ornamentali. Nella terza sagrestia sulle pareti laterali si ammirano gli stalli eseguiti da Giambattista Caniana aiutato dalla figlia Caterina. Nelle lesene, opera dei Caniana, si osservano frutti, fiori e animali caratteristici della Bergamasca. La chiesa offre numerosi altri elementi di interesse fra cui il tesoro, una raccolta di paramenti sacri, arredi in argento finemente lavorati che stanno fra il quindicesimo e il diciottesimo secolo. Il valore del tesoro è inestimabile. Sempre ad Alzano, nell’architettura religiosa appaiono interessanti la chiesetta di San Pietro, nota come Santuario della Beata Vergine Addolorata, risalente al quindicesimo secolo, di stile gotico, con archi a sesto acuto e soffitto a cassettoni. Bella è la facciata dell’antico Palazzo Pelandi, ristrutturato nel XVII secolo che tuttora conserva affreschi di interesse; da visitare anche 41


la casa dei Caniana, casa Carlessi, casa Mottoni Mosca e infine il Castello detto Il Grumello a Nese, attualmente azienda agricola. Viaggiando verso la Media Valle incontriamo Nembro (309 m - 11000 ab.), sulla cui sinistra, salendo, si trova la strada che conduce a Selvino, una delle più importanti stazioni turistiche della Bergamasca, vicina al capoluogo e a Milano e a mille metri di quota, all’inizio di un piacevole altopiano. Ma a questa zona dedicheremo una particolare sezione. Avanzando ancora arriviamo ad Albino, cittadina caratterizzata dalla presenza di numerose frazioni, di cui alcune di notevole interesse turistico. Da citare la Valle del Lujo con i paesini di Fiobbio, Vallalta, Abbazia, Casale per raggiungere il passo del Colle Gallo a 763 m, passo che congiunge la Valle Seriana alla Valle Cavallina; oltre il Colle Gallo si trova Gaverina Terme (400 m - 1000 ab.), altra località importante del turismo bergamasco. La zona del Lujo si presenta come una vallata dolce, verde, un poco arcadica. Importante è la chiesa di origine romanica conservata nella frazione di Abbazia; anticamente si trattava di una chiesa dei benedettini cistercensi fondata nel 1135 e rimaneggiata nei secoli successivi, mantenendo tuttavia l’impronta antica, di profondo misticismo. Nella frazione di Fiobbio merita una visita la chiesetta della Trinità, la quale conserva affreschi del Quattrocento. Fiobbio è un incantevole paesino divenuto noto negli ultimi anni a causa della beatificazione di una sua figlia, la giovane Pierina Morosini, morta al principio degli anni Cinquanta. Sopra Vallalta si trova il noto Santuario di Altino, eretto dopo il 1496 per ricordare un miracolo avvenuto in quel luogo: le preghiere di un carbonaio rivolte alla Madonna fe42

SAN PATRIZIO

cero sì che dalla roccia sgorgasse l’acqua. La Valle del Lujo un tempo era nota in Bergamasca per la produzione dei tradizionali biligocc, le castagne affumicate che la consuetudine vuole in vendita per la festa di Sant’Antonio. Ancora oggi a Vallalta si tiene in gennaio la “Sagra dei Biligocc”. Avanzando nella Valle incontriamo Cene (268 m - 2900 ab.), dove nel 1973 in una cava abbandonata vennero trovati fossili appartenenti al più antico rettile volante conosciuto, il pterosauro, risalenti a duecento milioni di anni fa e oggi conservati al Museo di Scienze Naturali di Bergamo. Da Cene parte la Valle Rossa, interessante vallata prealpina, verde di boschi e pascoli, che culmina ad un passo detto il Forcellino a 664 m. Oltre si scende verso Bianzano e Ranzanico per planare sopra il Lago di Endine. Sul Monte Bo (707 m) da indicare l’esistenza del Buco della Volpe, una suggestiva grotta meta di speleologi. Gazzaniga, Fiorano, Vertova e Colzate rappresentano i quattro comu-


VALLE SERIANA ni centrali della Valle Seriana oltre i quali comincia l’Alta Valle Seriana. In questa zona da segnalare la meravigliosa area naturale della Val Vertova, scavata nei millenni dal torrente Vertova, un corso d’acqua cristallina che forma, lungo il suo corso, mirabili pozze dette Marmitte dei Giganti . Il sentiero, comodo e ben tenuto, che percorre la valle sfocia sui milleduecento metri di quota alle pendici del Monte Alben (2020 m), prima vera, affascinante montagna delle Orobie, con rocce e guglie che si stagliano contro il tramonto, se viste dall’Alta Valle Seriana e contro l’alba se osservate dalla Valle Brembana. Vertova costituisce un paese assai interessante dal punto di vista architettonico e storico. Conserva ancora numerosi edifici medievali: la casa torre in piazza Castello, la casa fortificata Paganessi, la torre di via Santa Caterina, oggi sede dell’ufficio postale, e via dicendo. Del periodo barocco, XVII secolo, si indicano il complesso dell’ex convento, Casa Guerini, Casa Donini. Importante è anche il nucleo storico di Semonte risalente al Quattrocento. Nella zona segnaliamo l’ex Convento con Chiesa di San Patrizio, appollaiato su una rupe a picco sul fiume Serio, con le sue caratteristiche arcate. Una citazione anche per Orezzo, sopra Gazzaniga (600 m), in posizione panoramica: Orezzo è meta di villeggiatura durante il periodo estivo. Dal paesino è possibile raggiungere, lungo una bella stradina che si snoda tra i colli prealpini orobici, l’Altopiano di Selvino. In questa zona sono importanti anche le testimonianze di archeologia industriale che ritroviamo a partire da Alzano e che presentano aspetti talvolta di grande suggestività.

CASCATA VAL VERTOVA

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Gandino Gazzaniga Valle Rossa, Monte Sparavera, Località Monte d’Avena-Montagnina, Monte Farno, Croce Cazzano, Gandino, Leffe, Peia Gandino, Leffe Gandino Casonsei, polenta e osei, biscotto Melgotto

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GANDINO

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VALLE GANDINO

VALPIANA DI GANDINO

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d est di Vertova si apre una vallata di notevolissima importanza economica, artistica e turistica: la Val Gandino. Nota per le sue industrie tessili fin dal medioevo, la valle ha saputo mantenere questa sua caratteristica attraverso i secoli. La valle divenne famosa per la produzione del panno grosso bergamasco che rappresentava un tessuto pregiato ruvido, caldo e robustissimo, tra l’altro utilizzato dalle truppe militari di diversi Paesi europei. Nel novecento è stata culla di alcune grandi società del ramo tessile arrivate ad avere importanza internazionale. Capitale industriale dell’antica terra dei panni di lana è Leffe, mentre la località più ricca di storia e di arte è Gandino. Altri comuni della valle 46


VALLE GANDINO

sono Peia, Cazzano Sant’Andrea e Casnigo. La storia della valle è rappresentata soprattutto dal comune di Gandino (552 m - 5550 ab.), che conserva documenti risalenti all’anno 830. Il centro storico, tra i più suggestivi della bergamasca, conta numerosi palazzi e chiese ed alcune torri. Risalente al XV secolo il Palazzo del Vicario, oggi palazzo comunale, con il porticato, quindi il chiostro della casa di riposo, un tempo ospedale e convento dei Frati Francescani. Di periodo cinquecentesco Casa Franchina, Palazzo Ongaro-Frana, Casa Caccia. Nel 1600 venne eretto il Palazzo Giovanelli con l’artistica facciata ed il portale del 1648: sulla facciata si notano tredici finestroni

con inferriate in metallo battuto. Del periodo barocco anche il Palazzo del Salone della Valle. Altre case e palazzi si trovano nelle diverse vie del cuore storico del paese. Dal punto di vista dell’arte religiosa importante è la Basilica barocca di Santa Maria Assunta, ospitata in una piazzetta al centro del paese. La prima edificazione avvenne intorno al 1100, ma poi fu ricostruita nel 1420 e infine trasformata nel 1649 su progetto dell’architetto Gian Maria Bettera di Peia. La facciata è in pietra locale, il battistero risale al 1565, la balaustra in bronzo al 1590, i confessionali sono di Giambattista Caniana e dei Fantoni. Il battistero esterno, recente opera di Luigi Angelini, conserva all’interno una fonte battesimale del 1500. Importante è il Museo della Basilica inaugurato nel 1929 e rifatto all’inizio degli anni Sessanta. Vi sono riuniti arazzi fiamminghi, ritratti degli uomini illustri di Gandino dal XVI secolo ai nostri giorni, antichi strumenti artigianali per lavorare la lana, pergamene storiche, un paliotto di velluto del ’400 ed un altro in broccato d’oro con monogramma dell’imperatore Massimiliano (XVI secolo). La Val Gandino offre piacevoli passeggiate dai suoi paesi verso la Conca del Farno, il Pizzo Formico, il Monte Fogarolo, il Monte Pizzetto, la Valle Piana, il Monte di Sovere da cui si scende verso il Lago d’Iseo. Da visitare inoltre il Santuario della Trinità che per l’architettura e gli affreschi conservati rappresenta un patrimonio di eccezionale importanza. La chiesa, del Quattrocento, è stata ampliata un secolo dopo e conserva affreschi di quel periodo. Sull’arco del presbiterio un dipinto raffigura il Giudizio Universale con tratti drammatici di grande rilievo. Ultima annotazione riguardante la valle: gli interessanti edifici industriali, inutilizzati, che rappresentano un patrimonio architettonico, esempio di una cultura e di una civiltà della produzione ormai superata. 47


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i apre all’imbocco dell’Alta Valle Seriana sulla sinistra, salendo. È percorsa dal torrente Riso, sempre ricco d’acqua, e guarda in faccia la parete est dell’Alben con le sue rocce drammatiche, strapiombanti. La Valle del Riso si innalza per una quindicina di chilometri fino al Colle di Zambla, un passo che sui 1260 m mette in comunicazione l’Alta Valle Seriana con la Val Serina che poi sfocia nella Val Brembana. Il paesaggio della Valle del Riso è verde, incantevole, ricco di faggete e abetaie. Nella prima parte il paesaggio è abbastanza ampio e pianeggiante, poi dopo il bivio per Chignolo e Gorno, la strada prende a salire decisamente, sebbene i pen-

dii opposti delle montagne restino distanti, dando così vasto respiro al panorama. Si incontrano solamente due paesini, Gorno (475 m -2100 ab.) e Oneta (740 m - 800 ab.), e numerose piccole frazioni. Tutta la valle conta circa tremila abitanti. I nuclei di case sono graziosi, ben conservati. Ricordiamo la piazzetta della chiesa di Oneta con i suoi spazi ridotti, le sue armonie da paese di Lilliput. Prima della scoperta del turismo, l’economia di questi luoghi era affidata in parte all’allevamento di bestiame, in parte all’emigrazione, ma soprattutto al duro lavoro della miniera. Nella Valle del Riso sin da epoca romana venivano sfruttate numerose miniere di zinco e piombo. Le gallerie esistono ancora oggi insieme ai resti di baracche dei minatori, forni e laverie del minerale. In questa zona naturalmente è possibile rintracciare minerali interessanti e fossili, soprattutto verso l’Alben e per chi ama le passeggiate, è possibile l’incontro nei boschi con il capriolo o più in alto con il camoscio. Sono presenti anche ricci, volpi, tassi. Per concludere il ritratto di questa incantevole e intatta vallata, ricordiamo il Santuario della Madonna del Frassino situato su un poggio alle pendici del Monte Alben, venne costruito in seguito all’apparizione della Madonna il 2 luglio del 1501. In quel punto si trovava un magnifico frassino che venne abbattuto per fare posto al santuario. La chiesetta è a tre navate e conserva numerose opere d’arte del Cinquecento, tra cui un grande polittico di Gerolamo da Santa Croce. Nel corso dell’anno si svolgono diverse feste, la più importante è quella della Sagra, che si celebra la terza domenica di luglio, durante la quale si procede all’incanto per potere portare in processione la statua della Madonna. 51


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ALTA VALLE SERIANA


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SCHILPARIO

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Passo del Vivione

VALBONDIONE

CARONA

PIAZZA TORRE

CUSIO

FOPPOLO

SARNICO

Passo della Presolana

Val Camonica

MONTE PORA

Lago d'Iseo Monte Isola

DALMINE Malpaga

MILANO

MARTINENGO TREVIGLIO MILANO

54

Lodi Crema

CARAVAGGI O

ROMANO di Lombardia

Rovato

Brescia VERO NA


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Alta Valle Seriana si apre a Ponte Nossa e subito si dirama in due grandi zone all’altezza di Ponte Selva: da una parte l’Alta Valle Seriana propriamente detta con i paesi di Villa d’Ogna, Piario, Oltressenda, Ardesio, Valgoglio, Gromo, Gandellino e Valbondione, ultima località a cinquanta chilometri da Bergamo. Dall’altra, sulla destra salendo, l’altopiano di Clusone e poi la Conca della Presolana con la Val Borlezza. Tra le due grandi zone, una doppia cresta di montagne che culminano nel massiccio della Presolana. Con l’Alta Valle Seriana si passa da un tipo di villeggiatura collinare al turismo vero e proprio della montagna. Sebbene i paesi e le frazioni non si trovino ad alta quota (sono collocati

tra i seicento e i milleduecento metri), il paesaggio risulta sovrastato da rocce e montagne che arrivano fino ai tremila metri. Prima parte dell’alta valle è rappresentata dalla Conca di Ponte Nossa con un paesaggio che presenta caratteristiche sia collinari sia montane. In un ambiente verde e collinare è per esempio adagiato Premolo, ridente contrada di circa mille abitanti con numerose frazioncine. Poco più avanti si trova Parre, posto su un piccolo altipiano sempre battuto dal sole. Parre (640 m - 2500 ab.) vanta un’economia piuttosto fiorente con artigianato e piccole industrie. In passato Parre fu la capitale della pastorizia, tradizione che è ancora molto sentita. Importanti i costumi del luogo che si legano ad una radicata idea del passato, dando luogo ad attività di tipo folcloristico. Interessanti le scoperte effettuate negli ultimi dieci anni in località Castello: gli archeologi hanno rinvenuto numerosi reperti risalenti all’età del bronzo e i muri perimetrali di un antichissimo insediamento da far pensare addirittura che Parre potesse costituire la capitale delle popolazioni celtiche dette degli Orobi. Sopra Parre si segnala la chiesetta dal caratteristico porticato dedicata alla Trinità. A Ponte Nossa per il turista da visitare la Valle Nossana con i tipici magli, la cui attività è conservata nel museo posto lungo il corso del torrente. Salendo lungo il fiume Serio, che in questo punto è abbastanza ricco di acque e presenta scenari di intensa bellezza con le rive lambite dal bosco di abeti, incontriamo sulla sinistra il paesino di Piario al confine con la grande pineta di Clusone e quindi Villa d’Ogna (un gioiellino è la piazzetta di Ogna). Al di sopra si apre una splendida piccola valle in cui sono incastonate le poche e antiche case di Nasolino e più avanti di Valzurio: le due località formano il paese di Oltressenda Alta. 55


Si giunge poi ad Ardesio, il paese più popolato di questo ramo di valle. Conserva un centro storico di grande interesse dove segnaliamo l’oratorio di San Pietro, la chiesa parrocchiale dei Caniana, il Santuario della Madonna delle Grazie, meta di un devoto pellegrinaggio nel giorno della festa, il 22 di giugno. Nel comune di Ardesio rientra una delle valli laterali del Serio, tra le più suggestive della Bergamasca, che nulla ha da invidiare ai severi panorami dolomitici. Si tratta della Valcanale, scavata dal torrente Acqualina, un’ampia vallata incassata fra alte montagne di roccia dolomitica che si sollevano con i pendii coperti di fitte abetaie fino al confine delle rocce, le cui creste drammatiche si innalzano come un’onda di pietra sopra le piccole frazioncine di cui la zona è disseminata. Queste minuscole località meriterebbero una visita: vi si riscontra un mondo particolare, legato a sapori antichi, in parte spopolato e cadente. La frazione di maggior rilievo è appunto Valcanale. Al di sopra gli impianti sciistici si snoda il sentiero, lungo uno splendido tragitto dentro al bosco fino ad un grande pianoro a 1450 m di quota, che conduce al Rifugio Alpe Corte. Da Valcanale ha inizio l’affascinante Sentiero delle Orobie

GROMO

56

che in otto tappe e ottanta chilometri di percorso conduce nei luoghi più inaccessibili e seducenti delle Alpi Orobie. Torniamo al fondovalle. Dopo Ardesio la valle si restringe e diventa buia, con il Serio che scorre incassato tra le rocce. Superato il Ponte Nuovo, un improvviso grande slargo in mezzo al quale sorge l’antico paese di Gromo, celebre per il suo borgo medievale, forse il più prezioso della montagna bergamasca. Il paesino (1300 ab.) merita assolutamente una visita. La sua piazzetta con il Castello Ginami e il Palazzo Comunale, risalenti rispettivamente al XIV e XV secolo, suscitano una profonda emozione. Il borgo medievale è completato dagli alti caseggiati e dalle stradine che lo percorrono. Un gioiello artistico è la Parrocchiale che nella forma attuale presenta ancora elementi romanici a cui si sono sovrapposti successivi interventi. Si ammirano affreschi quattrocenteschi, il battistero del Cinquecento con numerosi affreschi, un altare ligneo dei Fantoni. Tra le frazioncine di Gromo meritano una visita la Ripa Alta, da cui parte l’antica mulattiera romana che raggiungeva il Passo di Portula per poi scendere in Valle Brembana e, sul versante opposto, la frazione di Boario, antico e minuscolo borgo agricolo lambito da folte abetaie che salgono fino ai pascoli del Monte Timogno. In una posizione elevata rispetto agli altri paesi si trova Valgoglio (929 m - 600 ab.), posto su un leggero pendio tra prati e boschi che scendono dal Monte Agnone è costantemente soleggiato. Da Valgoglio si diramano stupende escursioni montane che raggiungono Selva d’Agnone, la Val Sanguigno, la zona dei laghi (Lago Nero, Lago d’Aviasco, Lago Succotto...) attorno ai duemila metri di quota con il Rifugio Cernello. In paese merita una visita la chiesa parrocchiale con pareti interamente rivestite di affreschi del 1400 e del 1500. Interessanti le frazioni di Novazza e Colarete; in


ALTA VALLE SERIANA quest’ultima si trova la Chiesetta di San Michele, tutta affrescata anch’essa e con un bellissimo soffitto a cassettoni del Cinquecento. Penultimo paese della Valle è Gandellino (682 m - 1100 ab.) con la grossa frazione di Gromo San Marino. Il paesino è situato in un punto ameno della valle. Partono da qui numerose e belle passeggiate che su un versante conducono alla Val Sedornia e sull’altro ai laghetti di Cardeto. Oltre Gandellino comincia il comune di Valbondione (750 m - 1700 ab.), ultimo della valle. Prima del paese troviamo Fiumenero, caratteristica frazione, da cui parte il sentiero che conduce al Rifugio Brunone a 2295 m di quota e quindi alla cima del Pizzo Redorta a 3038 m. Siamo nel pieno del regno alpino orobico con la sua storia, i suoi pastori, i suoi animali selvatici che si muovono tra le rocce. Il paese di Valbondione ci offre anzitutto il piccolo gioiello della frazioncina di Maslana a mezz’ora di mulattiera, poco oltre la quale più volte all’anno si gode lo spettacolo della cascata del Serio che con i suoi tre maestosi salti compie un balzo di 315 m. Da Valbondione hanno inizio i sentieri che conducono a suggestive vallate alpine dove esistono soltanto avamposti dell’uomo: si possono raggiungere il Rifugio Coca (1892 m di quota) e il Rifugio Curò (1915 m). Da questi rifugi è poi possibile salire verso i laghetti alpini, le vallate e le vette più elevate delle Orobie come il Pizzo di Coca (3050 m), lo Scais (3038 m), il Gleno con il suo piccolo ghiacciaio. Una frazione importante di Valbondione è Lizzola (1250 m - 300 ab.) alla base di un grande anfiteatro di montagne con importanti impianti sciistici. Abbandoniamo il ramo denominato dell’Alta Valle Seriana ed entriamo nell’altopiano di Clusone. A questa cittadina verrà dedicato uno spazio. Gli altri paesi dell’altopiano vanno da Rovetta (660 m - 2100 ab.), patria dei celebri Fantoni, scultori e

RIFUGIO ALPE CORTE

artisti del legno e poi anche del marmo, attivi dal Quattrocento in avanti, la cui dimora è stata trasformata in un’interessantissima casa-museo. Ridente in mezzo al verde dell’altopiano è la frazione di San Lorenzo, vecchio borgo agricolo dove sopravvive l’allevamento del bestiame. Confinante con Rovetta e diviso da un ponte di pochi metri è il comune di Fino del Monte (700 m - 820 ab.). Piegando a destra rispetto alla salita si apre la zona della Val Borlezza in cui si possono fare rientrare i comuni di Songavazzo e Cerete: la valle poi scende fino a Sovere e sfocia nel Lago d’Iseo. A Cerete Alto si possono ammirare ancora oggi elementi di arte antica come gli affreschi della Cappella Marinoni e la Crocifissione in una piazzetta del paese. A Cerete Basso merita una visita il vecchio mulino che a tutt’oggi trita il grano con macine di pietra, mosse da una grande ruota spinta dal ruscello. Eccoci nella Conca della Presolana con i comuni di Castione della Presolana (870 m - 2800 ab.) e Onore (700 m - 700 ab.). La Conca sale fino al Passo della Presolana in un paesaggio verde di pascoli e boschi dalla grande ampiezza e soleggiato per tutto il giorno. Si tratta di un luogo incantevole che non a caso è stato eletto principe della villeggiatura montana nella Bergamasca. Di Castione della Presolana parleremo più avanti. 57


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Schilpario Albani, Cima Bianca, Tagliaferri Colere, Schilpario Vilminore

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Clusone Valle del Vò Parco Naturale Regionale delle Orobie Schilpario Schilpario, Vilminore Colere, Schilpario, Vilminore Azzone, Colere, Schilpario, Vilminore Schilpario, Vilminore, Azzone, Colere Orrido “Via Mala”

Schilpario Pelacör: polenta fredda bollita con latte Formaggi e salumi nostrani, formagella delle Val di Scalve Casonsei, Scarpinóc, stufato d’asino, torta San Bartolomeo .%,%75

Colere, Schilpario, Vilminore Pizzo Tre Signori, Pizzo del Diavolo, Passi del Branchino e del Publino Lenna, S. Pellegrino Terme, Zogno (palestra di arrampicata) Carona, Foppolo, Valleve

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SAN SIMONE

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GAVERINA Terme

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MONASTEROLO del Castello

TRESCORE BALNEARIO

AZZONE

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RONCOBELLO

SCHILPARIO

VILMINORE SPIAZZI

OLTRESENDA OLTRE IL COLLE VEDESETA PONTE S. GIOVANNI NOSSA Lecco Bianco CASTIONE P EGH FUIPIANO SERINA d. Presolana ERA CLUS0NE S. PELLEGRINO ONETA ROTA Terme COLZATE GANDINO Imagna LOVERE GEROSA BRACCA BREMBILLA COSTA ENDINE ZO SELVINO Imagna GN LEFFE VA O LC AVA CENE SEDRINA Lago di TALEGGIO

Passo del Vivione

VALBONDIONE

CARONA

PIAZZA TORRE

CUSIO

FOPPOLO

SARNICO

Passo della Presolana

Val Camonica

MONTE PORA

Lago d'Iseo Monte Isola

DALMINE Malpaga

MILANO

MARTINENGO TREVIGLIO MILANO

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Lodi Crema

CARAVAGGI O

ROMANO di Lombardia

Rovato

Brescia VERO NA


S

i apre oltre il Passo della Presolana la vallata alpina più suggestiva della Bergamasca, di una bellezza selvaggia, intatta, varia. Una zona ampia dove sono sorti nei secoli solamente quattro paesini e dove oggi vivono complessivamente circa quattromila e cinquecento anime. L’economia di questi luoghi è stata per secoli imperniata sul lavoro della miniera, le cui testimonianze sono raccolte nel museo di Schilpario. Decine le miniere di minerali ferrosi e di barite. La Valle di Scalve è dominata dalle rocce e dai dirupi drammatici della Presolana da una parte, mentre dall’altra è chiusa dalle cime dolo-

mitiche del Pizzo Camino (2491 m) con le sue guglie e pinnacoli che fanno pensare ai castelli delle streghe, del Cimon della Bagozza (2409 m), dal Passo dei Campelli (1892 m) e dal Passo del Vivione (1828 m) e quindi dalle pareti nere del Monte Venerocolo (2590 m) e del Monte Gleno (2882 m). Si accede alla Valle di Scalve grazie a due strade carrozzabili: quella che scende dal Passo della Presolana e quella chiamata Via Mala che sale da Boario Terme. Il collegamento con la Valcamonica è assicurato anche dalla strada che da Azzone raggiunge Borno e quindi scende nei pressi di Breno. Nella bella stagione è percorribile anche il Passo del Vivione. Ultimo paese della valle, al principio della salita che conduce al Passo del Vivione, è Schilpario (1124 m - 1300 ab.), a 66 chilometri da Bergamo, ultimo lembo della provincia bergamasca. Il paese vanta un ricca storia turistica, essendo forse stato tra i primi ad ospitare sistematicamente una numerosa villeggiatura a cominciare dall’inizio del secolo. La natura offerta da questi luoghi non teme paragoni: tranquillità, silenzi, verde, passeggiate, possibilità di effettuare sport, ritmi di vita consoni ad una dimensione umana sono di casa sia a Schilpario sia in tutta la Valle di Scalve. Il paese offre un interessantissimo museo etnografico, assai ricco di documentazione, allestito all’interno dell’edificio che ospitava i macchinari del mulino e del maglio mossi dalle pale spinte dall’acqua del torrente Dezzo. Numerose le passeggiate da Schilpario per gli amanti delle escursioni e dell’alpinismo (Valle del Vo, Laghetti del Venerocolo, Pizzo Camino, Cimon della Bagozza...), ma anche per i cercatori di funghi (famosi i porcini della valle) e per 61


VILMINORE

AZZONE

62

gli appassionati di pesca nei torrenti e laghetti. Durante l’inverno Schilpario offre una delle più belle piste per lo sci di fondo di tutto il Nord Italia. Vilminore di Scalve (1019 m 1800 ab.), ha rivestito nei secoli la funzione di piccola capitale della valle e la sua economia ancora oggi si fonda in parte sull’allevamento del bestiame e sulla produzione dei formaggi. Da citare la Latteria Sociale di Scalve i cui prodotti fan leccare i baffi. A Vilminore il centro storico presenta spunti interessanti, in particolare per quel che riguarda il Palazzo Pretorio, una costruzione risalente al XIV secolo. Tra le passeggiate offerte da Vilminore segnaliamo quella che sale ai resti della Diga del Gleno, protagonista della tragedia del 1923, quella al Passo della Manina dalla frazione di Nona, al Rifugio Tagliaferri (2320 m). Centro di soggiorno estivo e di sports invernali, Colere si situa alle pendici della parete Nord della Presolana, nella media Val di Scalve, in un ambiente di suggestiva ed austera bellezza. D’estate Colere vuol dire soprattutto «montagna da vivere» in tutti i suoi aspetti: il trekking su sentieri tradizionali e su quello delle Orobie, l’arrampicata classica sulle «vie storiche», l’incombente bellezza dello «Spigolo Nord», la scoperta degli alpeggi. A questo e molto altro ancora Colere ha dato completezza con attività più tradizionali, quali il tennis, il calcio, la passeggiata tranquilla e la scampagnata. Di recente realizzzazione l’ecomuseo delle miniere della Presolana mette in mostra fossili, minerali, vecchi arnesi e macchinari che venivano utilizzati per il lavoro in miniera. Sull’altro lato della valle, sempre al sole, è situato Azzone (973 m - 500


VALLE DI SCALVE ab.), il più piccolo dei paesi della valle stessa, con i suoi cinquecento abitanti divisi tra le frazioni del Dosso e di Dezzo. La presenza della Riserva del Giovetto ed ora anche di un nuovo museo del legno realizzato nelle vecchie segherie del Furfì sottolinea l’importanza che

da sempre lega il territorio di Azzone al bosco e al legno. In tutte e tre le località il villeggiante può respirare l’atmosfera profonda della montagna, che nasce dalle rocce come dalle pietre delle case e dalle espressioni della gente.

PRESOLANA

63


VAL CAVALLINA

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ALTO SEBINO

Casazza, Trescore

Riva di Solto

Trescore

Magnolini

Gaverina Terme

Lovere

Grone, Ranzanico, Trescore

Lovere

Grone, Trescore

Costa Volpino, Lovere

Casazza, Endine, Monasterolo, Spinone, Trescore

Riva di Solto, Lovere, Solto Collina Accademia Tadini Lovere

Pesce di lago

Sorgente acqua minerale sufurea fredda (Valle del Tuf) Riserva Faunistica Berta, Valle del freddo, Lago d’Iseo

Casazza, Endine, Grone, Monasterolo, Ranzanico, Spinone Trescore

Lovere

Riserve Naturali Regionali Valle del Freddo e Valpredina

Lovere

Monasterolo, Spinone

Trescore Spinone al lago

Costa Volpino

Spinone

Costa Volpino, Lovere Lovere (canottaggio e rafting) Bossico, Costa Volpino, Lovere, Riva di Solto Lovere Riso e rape, Bernia (carne di pecora essicata), pesce di lago Bossico, Casto, Costa Volpino, Fonteno, Lovere, Riva di Solto, Solto Collina

Lovere (free climbing) BASSO SEBINO Predore, Sarnico

Sarnico, Vigolo

Sarnico

Zone Endine-Iseo, Colli San Fermo, Basso e Colle Giogo, lago d’Iseo

Parco Naturale Regionale Oglio Nord

Sarnico

Predore, Sarnico

Tavernola, Parzanica

Sarnico

Sarnico

Adrara S. Martino, Predore, Sarnico, Tavernola

Chiuduno Predore

Sarnico Tinca ripiena


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LAGHI bolzano

BERGAMASCHI


LAGHI BERGAMASCHI

LAGO D’ISEO E MONTE ISOLA

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a villeggiatura in bergamasca non si svolge solamente in montagna, ma anche in alcune splendide zone di lago, grandi specchi d’acqua dolce che si aprono tra le Prealpi Orobie. Cominciamo parlando dell’incantevole Lago d’Endine, in al Cavallina, incantevole specchio d’acqua dalla forma allungata tipica dei laghi prealpini di origine glaciale. Lungo circa cinque chilometri, con settecento metri di larghezza massima e cento metri di minima, è privo di un immissario importante ma è alimentato dai torrenti delle valli laterali. Suo emissario è il fiume Cherio. Appena terminato il Lago di Endine di apre il piccolo ma pittoresco 66


Laghetto di Gaiano, lungo duecento metri e largo cento. Prima del Lago di Endine, incontriamo i paesi Casazza e Gaverina Terme (500 m -831 ab.). Il primo, è sede del Museo della Val Cavallina, che si occupa di studiare il rapporto tra uomo e ambiente nella storia della valle. Gaverina è formato da quattro frazioni: Fonti, Trate, Gaverina e Piano. Oltre alle importanti fonti, nel comune di trova la torre trecentesca dei Suardi, collocata nella località Piano. Salendo si raggiunge il Colle Gallo a 753 metri e quindi la Valle del Lujo e la Valle Seriana. Nei pressi, il Santuario del Colle Gallo con il Museo della Madonna dei ciclisti. Oltre Gaverina e Casazza troviamo

Spinone, dove comincia il Lago d’Endine. A Spinone al Lago si segnalano alcuni lidi, canneti e ristoranti, con la possibilità di fare gite in barca e praticare la pesca. Nel paese, da notare la chiesetta di San Pietro in Vincoli, risalente all’XI secolo. Intorno al 1420 la chiesetta è stata leggermente ampliata. Di particolare interesse gli affreschi del presbiterio rappresentanti profeti e sibille, che si ispirano alla pittura di Lorenzo Lotto. A Spinone sono celebri le Fonti di San Carlo, dove la storia racconta essersi ristorato San Carlo Borromeo durante la sua visita nel 1575. Risalendo la Valle del Tuf si raggiunge, in un ambiente incantevole, una sorgente di acqua minerale sulfurea fredda, molto rinomata. Dalla parte del lago opposta a Spinone, troviamo Monasterolo del Castello. Caratteristica del Lago di Endine è proprio questa: la possibilità di godere, volgendo lo sguardo in ogni direzione, di bellissimi scorci, si tratti di angoli di natura, di borghi lacuali o di strutture fortificate. A Monasterolo, impossibile non soffermarsi sul castello medievale, risalente al XIII secolo ma arricchito dalle aggiunte del cinquecento e del seicento. Nella Parrocchiale del SS. Salvatore si trovano invece opere di Carpinoni, Sanz e Andrea Fantoni. Sulla riva sinistra, salendo, si incontra il comune di Endine Gaiano (380 m - 2800 ab.). Il paese offre la bella chiesetta di San Remigio, con all’interno opere del Carpinoni. Un vero angolo di pace e raggiungibile invece risalendo il torrente della Valle del Ferro, con area pic-nic e percorso vita. Da segnalare anche gli altri paesi che si affacciano sul lago: Ranzanico e Bianzano. Tutti e due conservano tracce importanti della loro storia antica. 67


BOSSICO, RIFUGIO MAGNOLINI

PREDORE

68

A Ranzanico il quattrocentesco oratorio di San Bernardino, a Bianzano il Castello Suardi del 1300. Da visitare, per chi si reca nella zona del Lago di Endine e del Lago di Iseo, è la Valle del Freddo, zona protetta che presenta una natura spettacolare. La valle si distende lungo il pendio che scende verso Riva di Solto a circa 400 metri sul mare; essa ospita una vegetazione di alta montagna a causa dell’aria fredda che emerge dal sottosuolo. Vi si possono trovare addirittura rododendri e stelle alpine, oltre a vere proprie rarità. Si consideri che la temperatura del suolo anche un estate raramente supera i 4-5 gradi. L’area è protetta, ma vi si possono effettuare delle visite guidate. Sbuchiamo dopo Endine nella grande conca del Sebino, ed ecco il Lago d’Iseo, circondato da alte vette. Il lago è alimentato dal fiume Oglio, vanta una profondità massima di 251 metri, una larghezza di due chilometri e mezzo e un perimetro di circa sessanta chilometri. Al centro del lago la più grande isola lacustre d’Europa: Monte Isola, vero gioiello verde disseminato di minuscole contrade e di discrete ville patrizie. Il Lago d’Iseo rappresenta un importante polo di villeggiatura sia per la balneazione che per la nautica, il wind-surf, la pesca, la possibilità di gustare la pace di questi luoghi tra il lago e il verde delle montagne, di effettuare passeggiate. Il lago è diviso tra la sponda bresciana e quella bergamasca. Principali località bergamasche affacciate sul lago sono Lovere, Castro, Riva di Solto, Tavernola, Predore e Sarnico. Dal punto di vista turistico citiamo in particolare Lovere ricco di palazzi, monumenti, chiese, con un


LAGHI BERGAMASCHI centro storico di epoca medievale degradante verso il lago. Ricordiamo la Basilica di Santa Maria in Valvedra, rinascimentale, costruita nel 1473. All’interno, in parte rifatto in periodo barocco, opere del Moroni, Moretto, Cavagna, Carpinoni. Interessante anche la vecchia parrocchiale dedicata a San Giorgio. Citiamo anche la Torre del Comune (XIV secolo), la Torre Soca (XIII secolo), la chiesa di San Giorgio Martire (XIV secolo). Da segnalare la pinacoteca del Palazzo Tadini che è anche motore dell’attività culturale della cittadina. L’edificio venne costruito all’inizio dell’Ottocento in stile neoclassico dal conte Luigi Tadini che fece redigere il progetto all’architetto Sebastiano Salimbeni. All’interno opere di Jacopo Bellini, del Parmigianino, del Pitocchetto, di Antonio Cifrondi, Tiepolo, Van Dijck. Nel museo si trovano una scultura del Canova, porcellane di Sèvres e Capodimonte, bronzi rinascimentali, armature medievali e numerosi interessanti oggetti. Si possono

ancora notare i resti di un forte di origine gallica risalente al IV secolo avanti Cristo, alle falde del Monte Cala. Lovere è oggi ricca di ristoranti, luoghi di ritrovo, club di nautica, vela e wind-surf. In una cornice unica, il Porto Turistico di Lovere è una delle strutture nautiche più moderne e attrezzate del panorama lacuale europeo. Situato in una posizione ideale, all’ avanguardia dal punto di vista funzionale e tecnologico, costituisce l’attracco ideale sia per chi vuole godersi un lago bello e affascinante come quello Sebino, sia per chi vuole visitare e scoprire le meraviglie dell’entroterra e delle isole vicine. La bellezza stilistica e architettonica, la qualità dei materiali, gli ampi spazi verdi, ricreativi e commerciali e le numerose opportunità sportive ne fanno una struttura moderna idonea ad una nautica di alto livello e un luogo dove godere della bellezza del paesaggio in un’atmosfera raffinata e rilassante. Vicino a Lovere, a novecento metri di quota, da visitare e da scegliere per villeggiatura il paese di Bossico inserito in un bell’altopiano verde e

MONASTEROLO, CASTELLO

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TAVERNOLA

70


LAGHI BERGAMASCHI

BIANZANO

ridente, non toccato da inconsulti sviluppi edilizi, luogo di pace, di belle passeggiate e di frequenti puntate al lago. Altre località importanti dal punto di vista turistico sono Castro, Predore e Sarnico, centri di villeggiatura. A Castro è possibile ammirare il porticciolo costeggiato da caseggiati. Da qui parte la strada a tratti suggestiva, scavata nella roccia, che percorre la sponda occidentale del lago e che raggiunge Tavernola e poi Predore e Sarnico. Sopra il lago alcune bellissime località di villeggiatura estiva come Vigolo (600 m), centro collinare e Tavernola, da vedere tra l’altro la frazione di Cambianica con la chiesetta romanica di San Michele, e Predore dove fioriscono numerose attività artigianali e industrie del settore nautico e attività turistiche legate alla balneazione e alla pesca. Uno dei centri più importanti della vacanza lacustre bergamasca è senza dubbio Sarnico, attrezzato con numerosi alberghi e locali, con una bella passeggiata a lago, con un centro commerciale ricco di bar, negozi e boutiques.

Un’impronta al paese venne data in periodo liberty dall’architetto Sommaruga. Anche a Sarnico esiste un’industria avviata nel settore nautico e sullo specchio del lago vengono effettuate gare di velocità e gare del chilometro lanciato. La storia della località affonda nel buio dei secoli. È noto che nel 1102 l’imperatore Enrico IV parlava di privilegi riguardanti Sarnico e Iseo. È a Sarnico che verso la metà del 1800 fece, primo in Italia, la sua apparizione sul lago il primo battello a vapore. Il natante fu varato nel 1841, era l’«Arciduca Leopoldo». All’inizio del secolo il lago venne collegato alla ferrovia con una linea di pochi chilometri che agganciava Paratico a Palazzolo, linea tuttora esistente. Cominciò un servizio di ferry boats lacustri che trasportavano carri ferroviari verso i vari paesi della zona. Da visitare la chiesetta romanica dedicata ai Santi Rocco e Nazario posta appena sopra la frazione di Castione e risalente al 1100 (il porticato è del Quattrocento). 71



Castello di Marme

Val Taleggio, Pizzino

Piani dell’Avaro - Gruppo pizzo 3 Signori

LE LOCALITA

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LOCALITÀ

CLUSONE, S. LUCIO

Val Camonica

Valtellin a Passo S. Marco ORNICA

SAN SIMONE

LIZZOLA

BRANZI

VALT ORTA

GROMO VALCANALE

OLMO AL BREMBO

ALMENNO S. Salvatore

LENNA

ALZANO L. VILLA D'ALME'

GAVERINA Terme

BERGAMO

SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII

Endine

MONASTEROLO del Castello

TRESCORE BALNEARIO

AZZONE

COLERE ARDESIO

RONCOBELLO

SCHILPARIO

VILMINORE SPIAZZI

OLTRESENDA OLTRE IL COLLE VEDESETA PONTE S. GIOVANNI NOSSA Lecco Bianco CASTIONE P EGH FUIPIANO SERINA d. Presolana ERA CLUS0NE S. PELLEGRINO ONETA ROTA Terme COLZATE GANDINO Imagna LOVERE GEROSA BRACCA BREMBILLA COSTA ENDINE ZO SELVINO Imagna GN LEFFE VA O LC AVA CENE SEDRINA Lago di TALEGGIO

Passo del Vivione

VALBONDIONE

CARONA

PIAZZA TORRE

CUSIO

FOPPOLO

SARNICO

Passo della Presolana

Val Camonica

MONTE PORA

Lago d'Iseo Monte Isola

DALMINE Malpaga

MILANO

MARTINENGO TREVIGLIO MILANO

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Lodi Crema

CARAVAGGI O

ROMANO di Lombardia

Rovato

Brescia VERO NA


CLUSONE La piccola capitale dell’Alta Valle Seriana sorge a 648 metri di quota e conta circa ottomila abitanti. Il centro risulta turisticamente sviluppato a partire dall’inizio del secolo. All’epoca Clusone vantava un turismo d’élite: erano in pochi coloro che, allora, potevano permettersi una vacanza. Arrivare a Clusone, nel cuore della valle, nel ridente altopiano, era semplice: bastava prendere il trenino della Valle Seriana e in circa un’ora si coprivano i 33 chilometri di distanza da Bergamo. Con le carrozze e i cavalli il tempo era almeno triplicato. Gli alberghi di Clusone cominciarono a fiorire in

quel periodo. Oggigiorno l’attività turistica è fondata soprattutto sulla seconda casa, in affitto o di proprietà. La cittadina offre un clima invidiabile, una pineta di eccezionale importanza, piacevoli passeggiate e un centro storico di assoluto valore. Anzitutto nominiamo il Palazzo Comunale risalente all’anno mille, che sulla facciata presenta numerosi affreschi riguardanti la vita laica e anche alcuni di tipo religioso. Del resto quasi tutte le facciate del centro storico dovevano risultare anticamente affrescate: se ne trovano tracce ovunque. Sempre sul Palazzo Comunale spicca il mirabile Orologio Planetario Fanzago che dal 1583 segna non solamente le ore, ma anche i giorni, i mesi, i segni zodiacali e persino le stagioni e le lune. Un’opera di formidabile importanza. Nell’abitato di impronta medievale spiccano palazzi antichi come Palazzo Marinoni Barca, Palazzo Fogaccia, Carrara Spinelli... Da visitare la chiesetta dei Disciplini con all’interno un importante ciclo di affreschi che narrano le principali scene evangeliche e risalgono al 1470 circa. Sopra il presbiterio un’opera di fondamentale importanza: una ricchissima crocifissione che per la forza drammatica costituisce una vera opera d’arte del Quattrocento. Sulla facciata altra opera di rilevanza internazionale: il triplice affresco con la Danza Macabra, il Trionfo della Morte e il destino dei beati e dei peccatori, opera di ignoto, risalente al 1485. Da visitare anche la chiesa del Paradiso di fondazione romanica, Sant’Anna con i suoi affreschi di facciata, la chiesa di San Defendente, ricca di pitture del Quattrocento e Cinquecento, la grande basilica della fine del Seicento con il fonte battesimale del ë400, l’altare di Andrea Fantoni, opere di Sebastiano Ricci, Cavagna, Cifrondi, Querena, Carpinoni. Nella pineta da visitare 75


CLUSONE, PARTICOLARE DANZA MACABRA

la Cappella dei Morti Vecchi, del Seicento, eretta sull’antica strada di valle, oggi una mulattiera che attraversa la pineta alle porte della frazione Fiorine in un ambiente naturale di rara bellezza. Da Clusone sono possibili numerose passeggiate nel verde dolce dell’altopiano o all’interno dell’ombrosa e profumata pineta, oppure risalendo i sentieri che conducono a San Lucio (mille metri) o al Pizzo Formico (1637 metri) oppure al Fontanino della Mamma, al Monte Blum e via via fino alla Presolana. CASTIONE DELLA PRESOLANA Si tratta del comprensorio turistico più importante della Valle Seriana e di tutta la Bergamasca. Si pensi che ben l’83 per cento del patrimonio di abitazioni di Castione della Presolana è adibito ad uso casa per vacanze. La Conca della Presolana, dominata dalla montagna regina delle Orobie, presenta prima di tutto un ambiente naturale di bellezza ineguagliabile che sta alla pari con i più celebri panorami dolomitici. Si tro76

vano nella Conca pinete, montagne non elevatissime, vallette, ruscelli, in una zona ampia e dolce. Le attrazioni della Conca sono di tipo essenzialmente naturalistico, legate al clima, al paesaggio e alle passeggiate ed escursioni. Da segnalare anzitutto il Passo della Presolana a 1297 metri con la zona di alberghi, le pinete, il luogo chiamato Salto degli Sposi con il panorama sulla Valle di Scalve. Dal Passo prendono il via le passeggiate che conducono alla cima della Presolana e ad alcune località della montagna come la Grotta dei Pagani, il rifugio Rino Olmo del CAI di Clusone, il Monte Visolo. Al Passo della Presolana termina il Sentiero delle Orobie classico. Altri sentieri della Conca sono quello detto Via del Latte, attraverso baite e casere, quello per il Monte Varro e l’incantevole Valle di Tede, Cima di Campo, Malga Bassa di Pora. Il Monte Pora (1879 metri) è assai importante per il turismo invernale della Conca: ospita impianti sciistici fra i più rinomati della Bergamasca. D’estate una passeggiata classica è quella che conduce al Rifugio Magnolini (1612 m), posto sull’altopiano da cui si ha una splendida visione del Lago d’Iseo. Da vedere, a Castione, la Parrocchiale con preziosi dipinti del Carpinoni e sculture dei Fantoni. A Dorga da visitare il Santuario delle Grazie a Lantana, ai piedi del Monte Pora, costruzione che risale al quindicesimo secolo, ma che presenta una scultura sul portale dell’XI secolo, raffigurante San Silvestro. Interessanti anche le numerose santelle affrescate sui muri delle baite e cascine. SAN PELLEGRINO TERME Baciata dall’incantevole e decadente stile liberty di inizio secolo, San Pellegrino ha conosciuto i fasti della località di villeggiatura di presti-


LOCALITÀ gio assoluto, addirittura di richiamo per la famiglia reale. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la cittadina della Valle Brembana ebbe il suo massimo sviluppo turistico indicato dalle realizzazioni del tempo: l’imponente e affascinante Grand Hotel, il ricchissimo casinò, la ferrovia con le stazioncine disseminate lungo la valle, tutte costruite con particolare cura architettonica. San Pellegrino deve la sua fama alla collocazione in mezzo al verde della valle, dominata da cime non elevatissime, ricche di piacevoli passeggiate, alla sua acqua nota in tutto il mondo, ma soprattutto alla presenza delle terme, momentaneamente chiuse in attesa della realizzazione del nuovo progetto di rilancio della stazione termale. La prima testimonianza scritta dell’esistenza delle acque risale agli statuti comunali del 1452. Del 1740 sono le Dissertazioni sull’acqua di San Pellegrino del medico Alberto Astori. Un secolo dopo le acque di San Pellegrino erano consigliate per curare calcolosi delle vie urinarie, iperuricemia, diatesi linfatica, obesità, malattie del fegato e delle vie biliari, dell’apparato digerente. Attorno al

S. PELLEGRINO, CASINÒ

1840 venne edificato il primo stabilimento termale. Ma le grandi realizzazioni risalgono ai primi del Novecento: il Casinò, il Grand Hotel, il nuovo Stabilimento Bagni e Cure, la sala per le cure idropiniche. La località brembana, posta a 358 m sul mare non offre al villeggiante soltanto le terme, San Pellegrino è dotata di alberghi, ritrovi, minigolf, sci sull’erba, tennis, piscina, tiro al piattello... numerose infrastrutture turistiche. Esiste persino una funicolare, temporaneamente ferma, costruita nel 1909, che sale alla Vetta, sui 650 m di quota, terrazza naturale dove nel 1931 sono state scoperte le Grotte del sogno. Purtroppo non esiste più il trenino della valle che conduceva da Bergamo a Piazza Brembana e che aveva in San Pellegrino la stazione principale: si trattava di un mezzo di collegamento, ma anche di un’attrattiva turistica. In estate si svolgono a San Pellegrino numerose manifestazioni di intrattenimento: concerti, sagre, mostre e via dicendo. I turisti hanno a disposizione un percorso vita e numerose passeggiate a Sant’Antonio Abbandonato, al Pizzo Cerro, Monte Sornadello, Monte Gioco, Monte Zucco, tutte cime comprese fra i mille e i milleseicento metri. S. GIOVANNI BIANCO E CORNELLO DEI TASSO San Giovanni Bianco, con la casa di Arlecchino e il borgo di Cornello, è il luogo di villeggiatura della valle più ricco di storia, di atmosfere antiche, di testimonianze di altri tempi. San Giovanni Bianco sorge a 450 metri sul livello del mare alla confluenza del torrente Enna con il Brembo, all’incrocio tra le Valli Taleggio e Brembana. Il suo abitato si sviluppa a cavallo del fiume e con77


serva testimonianze della sua antichità sia nell’assetto urbanistico (vicoletti, case addossate una all’altra, spiazzi che si aprono improvvisi e irregolari) sia nell’architettura (case in pietra, portali, porticati con volte a crocera, ponti). Di San Giovanni Bianco segnaliamo la Piazza Zignone con il monumento al soldato Vistallo Zignone che nel 1495 donò a San Giovanni Bianco una spina della corona di Gesù Cristo. La spina venne donata allo Zignone dalla Repubblica Veneta come riconoscimento del suo eroico comportamento durante una battaglia contro Carlo VIII. Anticamente era conservata in una cappella a Parigi. La spina è attualmente custodita nella chiesa parrocchiale. Accanto alla suggestiva piazza Zignone, da visitare i vicoli, ma soprattutto lo spettacolo dei ponti sul Brembo e la via porticata che si estende dall’altra parte del fiume e che fino al 1882 costituiva la strada principale di collegamento della valle. In quell’anno venne costruita la strada nuova, quella attuale, ottenuta sventrando una parte del centro storico del paese.

La casa che la leggenda vuole di Arlecchino, bergamasco emigrato a Venezia, sorge nella frazioncina di Oneta. In realtà essa appartenne al famoso attore Giovanni Ganassa della Compagnia dei Gelosi che abitualmente impersonava la maschera. La casa ha mantenuto il sapore antico con una particolare mescolanza di rustico e di veneziano. Pochi chilometri dopo San Giovanni Bianco si lascia l’automobile e si sale lungo una mulattiera che in cinque minuti conduce al Cornello dei Tasso, antico borgo fortificato costruito su un pendio verde, rimasto com’era cinque secoli orsono. Si tratta di una visita suggestiva. Una via porticata interamente, dove un tempo si aprivano stalli e locande, una piazzetta amena, una piccola chiesa romanica con il campanile pendente. Cornello dei Tasso era importante luogo di sosta per i mercanti che con le carovane di muli risalivano la valle. Il sapore di storia emanato da questi luoghi è affascinante. Qui la famiglia dei Tasso organizzò il primo servizio postale d’Europa, la stessa famiglia da cui nacque Torquato Tasso.

BERGAMO, PARCO DEI COLLI

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LOCALITÀ SELVINO L’Altopiano di Selvino, dopo la Conca della Presolana, costituisce una delle località turisticamente più sviluppata della Bergamasca. Centro principale di questa fioritura turistica risulta senza dubbio Selvino, vecchio borgo agricolo, trovatosi quasi d’improvviso baciato dalla buona sorte turisticper la dolce bellezza di questi colli posti a mille metri di altitudine. Le infrastrutture turistiche sono diverse: segnaliamo una piscina, campi da tennis e bocce, due campi da calcio, numerosi ristoranti e pizzerie, ritrovi. Selvino si trova con il suo altopiano sui colli che fanno da spartiacque fra la Valle Seriana e la Valle Brembana. Una delle importanti strade che collegavano anticamente Bergamo alla Val Brembana passava proprio da qui, favorendo lo sviluppo della località. Il turismo riguarda tutte le località della zona, a cominciare dal comune di Aviatico (1100 m - 500 ab.), la cui economia per secoli fu legata alla pastorizia e all’allevamento. Nella chiesa parrocchiale sono ospitate tele di Giambattista Moroni, di Antonio Cifrondi, di Enea Talpino e di Pietro Gualdi. Diverse opere d’arte sono conservate nelle parrocchiali delle piccole e ridenti frazioni di Amora, Ama, Ganda. Numerose le passeggiate. Da Selvino quella che per prati e boschi scende fino alla Maresana e quindi a Bergamo (incantevole e dolce percorso prealpino), quella che conduce al Monte Podona (1228 metri) e a Monte di Nese, quella che porta al Monte Rena (1145 metri), paradiso di deltaplanisti e di appassionati di parapendio. Sia da Aviatico che da Selvino si può salire al Monte Poieto, alla bella palestra naturale di roccia della Cornagera.

Da Aviatico altre belle passeggiate al Monte Suchello (1505 metri) e poi all’Alben (2020 metri), al Monte Cedrina (1125 metri) con la discesa in Val Vertova. Piacevole è la villeggiatura anche nelle frazioncine, in grado di offrire maggiore tranquillità. Da Ganda e Amora una bella passeggiata conduce fino a Orezzo. FUORI CIRCUITO Esistono diverse località che per varie ragioni rientrano prepotentemente nell’interesse turistico, ma che stanno al di fuori delle zone tradizionalmente di villeggiatura. Segnaliamo per esempio l’aeroporto di Valbrembo per gli appassionati di volo a vela, che possono stare a guardare planare i delicati alianti oppure informarsi per l’iscrizione ad appositi corsi. Interessante una visita anche al Parco Fantasy World-Minitalia a Capriate San Gervasio, verso Milano, una sorta di Penisola in miniatura con le città e i monumenti riprodotti in scala ma con estrema attenzione, con un grande parco, posti di ristoro, intrattenimenti. Da segnalare il Parco delle Cornelle, dove è possibile incontrare decine e decine di specie animali libere di scorrazzare in zone ampie e modernamente attrezzate. Soprattutto indichiamo al turista delle valli o del lago, il Parco dei Colli di Bergamo, una riserva naturale dove il verde vive a contatto con gli antichi insediamenti umani in un’armonia esemplare che ricorda i colli toscani. Il parco comprende soprattutto il comune di Bergamo, ma si estende a diversi comuni limitrofi: Almè, Sorisole, Mozzo... Un’oasi di verde e di sentieri, di vecchie stradine ai piedi delle Prealpi Orobie. E ricordiamo l’area protetta del Fontanile Brancaleone, a Caravaggio, in piena Pianura Padana, dove 79


LAGHI GEMELLI

il fenomeno delle risorgive incanalate fin dall’epoca romana assume un aspetto di grande suggestione. Ai confini con la provincia di Bergamo il parco delle incisioni rupestri di Capodiponte (BS), di importanza internazionale. Per il tempo libero si segnala Aquasplash, non lontano da Sarnico, con i suoi divertenti giochi d’acqua. Un capitolo a parte meriterebbe il turismo di carattere religioso. Ricordiamo qui soltanto Sotto il Monte, luogo dove nacque Papa Giovanni XXIII, da anni meta di un continuo e massiccio pellegrinaggio e Caravaggio, con il Santuario della Madonna alla cui fonte, segno sensibile del prodigio avvenuto nel lontano 1432, attingono milioni di pellegrini. I RIFUGI Numerosi i rifugi che si trovano sui sentieri della montagna bergamasca. I più elevati in quota sono quello del Brunone in Valle Seriana (2295 m) e il Nani Tagliaferri in Valle di Scalve (2328 m). Tra i principali rifugi segnaliamo quelli che si trovano lungo il Sen80

tiero delle Orobie: Alpe Corte (1410 m), Laghi Gemelli (1968 m), Fratelli Calvi (2015 m), Brunone (2295 m), Coca (1892 m), Curò (1915 m), Albani (1939 m). In Valle Brembana si sviluppa il Sentiero delle Orobie Occidentali che tocca i seguenti rifugi: Gherardi (1647 metri), Cazzaniga (1889 m), Grassi (1987 m), Benigni (2222 m), Cà San Marco (1830 m), Calvi (2015 m). I due sentieri delle Orobie costituiscono un’attrazione di eccezionale rilevanza per coloro che amano la montagna. Si tratta rispettivamente di otto e sette tappe che possono venire percorse anche parzialmente. Il Sentiero delle Orobie classico parte da Valcanale e si snoda per ottanta chilometri fino al Rifugio Curò sopra Valbondione e poi raggiunge Albani e Presolana. Il Sentiero Occidentale parte da Cassiglio in Valle Brembana, sale al Rifugio Gherardi e poi prosegue fino al Rifugio Calvi, sopra Carona. LE TERME Villeggiatura in Bergamasca vuol dire possibilità di soggiorni termali. In Val Brembana le Terme di Bracca


LOCALITÀ con acque oligominerali-alcalinolitiose, cura idropinica per malattie dell’apparato digerente, nelle alterazioni del ricambio e per la calcolosi renale. Le celebri Terme di San Pellegrino con acque solfato-bicarbonato-alcaline adatte alla cura idropinica, inalatoria, irrigatoria. Sono possibili bagni, idromassaggi e fanghi. Cure indicate per malattie dei reni e delle vie urinarie, del ricambio, dell’apparato digerente, del fegato e delle vie biliari e respiratorie. A Sant’Omobono esistono acque sulfuree ad uso idropinico, inalatorio e irrigatorio adatte alla cura dell’apparato digerente, del fegato, delle vie urinarie e di affezione respiratorie e della pelle. A Trescore Balneario le terme offrono acque sulfuree-clorurato-sodiche ricche di idrogeno solfurato. Sono utilizzate per inalazioni e fanghi e sono indicate nelle affezioni delle vie respiratorie. Con i fanghi di Trescore si curano forme artritiche e reumatiche. Le Terme di Gaverina sono caratterizzate da acque bicarbonato-alcalino-sulfuree con la cura idropinica per malattie gastro-intestinali, per disfunzioni di malattie biliari e renali e per la cura della gotta.

RISERVE E PARCHI La provincia di Bergamo presenta diverse aree protette di piccole e grandi dimensioni. Ricordiamo innanzitutto il Parco dei Colli di Bergamo, di grande importanza perché racchiude un’area vasta attorno alla città, un’area collinare dove boschi, sentieri, cascine e strade costruite dall’uomo fino ai primi anni del secolo sono rimasti intatti, in perfetta armonia tra di loro. Il parco è percorso da numerosi, affascinanti sentieri, in una natura verde dove è possibile incontrare interessante fauna e flora. In provincia importanza notevole riveste la riserva naturale del Giovetto in Valle di Scalve dove in una meravigliosa abetaia vive la celebre formica rufa, fattore equilibrante dei boschi grazie alla sua capacità di eliminare diversi parassiti degli alberi, tra cui la processionaria. Incantevole anche la Riserva del Barbellino e Belviso che parte dal Rifugio Curò sopra Valbondione e comprende una vastissima area, scendendo poi in Valtellina e coprendo le province di Bergamo, Sondrio, Brescia. Un vero e proprio polmone faunistico dove vivono migliaia di camosci, stambecchi, mufloni, cervi, caprioli, aquile, marmotte, ermellini. Nella zona di Cenate da ricordare la riserva naturale regionale Valpredina, oasi WWF, caratterizzata dalla presenza di un orto botanico con una vegetazione mediterranea artificialmente inserita ed ottimamente adattatasi alle condizioni climatiche favorevoli. Sono presenti pini, ulivi, cipressi, corbezzoli, alberi della canfora, pitosfori ecc. oltre ad una fauna tipica della fascia prealpina, tra cui molte specie di passeriformi, rapaci, tassi, faine, ricci, scoiattoli ecc. Il Parco delle Orobie Bergamasche comprende il versante bergamasco della catena orobica, caratterizzato da rilievi tra i 2000 e i 3000 metri di altitudine e da profonde incisioni vallive che alimentano i pricipali 81


mosa anche a livello internazionale, è il Sentiero dei Fiori, nei comuni di Oltre il Colle e Zambla, in cui, in un ambiente montano di grande suggestione, vivono piante di antichissima origine sopravissute alle ere glaciali. Da non dimenticare, inoltre, la riserva naturale della Valle del Freddo di cui è fatta menzione a parte.

ACCADEMIA TADINI

fiumi bergamaschi. I boschi rappresentano, per estensione e ricchezza, uno degli aspetti più pregiati del parco e comprendono, lungo le diverse fasce altitudinali, le faggete, i boschi di abete rosso e bianco, i lariceti, le praterie e i pascoli d’alta quota, fino alla zona rupicola e nivale. Notevole la presenza della caratteristica fauna alpina, anche con specie di particolare pregio, come la pernice bianca e l’aquila reale. Di recente reintroduzione lo stambecco. Segnaliamo infine il Parco Fluviale del Serio il cui elemento caratterizzante è l’acqua e dove la presenza di un paesaggio ricco e variegato è alla base della presenza di molteplici ecosistemi all’interno dei quali si sviluppano una flora e una fauna adattate a specifiche condizioni ambientali. Nel Comune di Valbrembo esiste inoltre il Parco Faunistico delle Cornelle che ospita, in una zona ricca di verde, decine di specie di animali di tutti i continenti. L’area è visitabile tutti i giorni nel periodo da aprile a settembre dalle ore 9.00 alle 19.00, mentre nel periodo da ottobre a marzo dalla ore 9.00 alle ore 17.00. Una presenza di altissimo valore scientifico e naturalistico, fa82

I MUSEI Oltre alle numerose e interessanti esposizioni offerte dalla città di Bergamo diamo un’occhiata ai musei della Provincia. Alcuni musei sono notissimi, come l’Accademia Carrara e le altre raccolte cittadine, la Galleria Tadini di Lovere, il Museo della Basilica di Gandino, il Villaggio Africano di Urgnano; altri hanno carattere più locale, ruotano intorno a temi specifici; altri ancora sono delle piccole raccolte d’arte e di oggetti storici gelosamente custoditi dalle comunità. Ad Almenno S. Bartolomeo il Museo del Legno di Tino Sana, dove si ammirano attrezzi, utensili, la ricostruzione di botteghe e di oggetti come alcune carrozze, con l’angolo dei burattini e il Museo della Bici con la storia del campione Felice Gimondi. Ad Ardesio il Museo Etnografico dove sono presentate le attrezzature delle miniere e quelle usate per lavorare i metalli, gli oggetti di boscaioli e carbonai e quelli che riguardavano la coltivazione e la lavorazione del lino. Interessante anche il Museo d’arte e cultura africana, a Calcinate, con la ricostruzione di un villaggio africano a grandezza naturale. Il Museo permanente del Presepio a Dalmine, il Museo della Basilica di Gandino, l’Accademia di belle arti Tadini di Lovere con la ricchissima esposizione di quadri, il Museo dei Magli a Ponte Nossa ricavato in un antico maglio ancora funzionante, la Casa-Museo dei Fantoni a Rovetta, dove si possono ammirare oggetti, strumenti, progetti dei grandi scul-


LOCALITÀ tori del legno. A Schilpario si trova un altro importante museo etnografico con la ricostruzione della vita della valle. A Sotto il Monte si segnala il Museo di Papa Giovanni XXIII, e a Gandino il Museo della Basilica di Santa Maria Assunta. A Zogno il Museo della Valle con raccolte di tipo etnografico sulla civiltà e la vita della zona e a San Pellegrino Terme il Museo Brembano di Scienze Naturali. In tutto il territorio della provincia di Bergamo, inoltre, sono moltissime altre le raccolte d’arte sacra e collezioni monografiche che custodiscono i capolavori della storia artistica bergamasca, centinaia e centinaia di opere, quadri, sculture, disegni, tessuti, oggetti di oreficeria, ceramiche, bronzi. Un insieme di inestimabile valore, che dimostra la straordinaria sensibilità dei bergamaschi verso la bellezza e le sue manifestazioni. La maggioranza dei musei bergamaschi nasce da raccolte private, frutto del generoso impegno di appassionati collezionisti che seppero in passato conciliare la loro passione e i loro interessi con il desiderio di favorire il crescere della cultura pubblica.

ARTE E FOLCLORE La provincia di Bergamo deve fare i conti con un capoluogo che vanta un tesoro artistico tra i più importanti del nostro Paese. Non è possibile non accennare in questa sede alle bellezze di Città Alta e dei borghi di Bergamo. Proprio nei borghi sorge una delle più interessanti pinacoteche d’Italia, l’Accademia Carrara, collezione ricchissima dove i Raffaello stanno accanto ai Moroni, ai Tiziano, ai Canaletto. Rapidissima carrellata sui tesori notevoli che si trovano in provincia. Lungo la Valle Seriana da visitare la chiesa parrocchiale di Alzano con le sagrestie dei Fantoni e dei Caniana, quindi il centro storico di Gandino con la chiesa e il museo, il Santuario della Trinità di Casnigo, risalente al Quattrocento, con cicli di affreschi dell’epoca. In Alta Valle si apre lo scrigno di Clusone con il Palazzo del Comune, l’Orologio planetario Fanzago, il Palazzo Fogaccia, l’affresco della Danza Macabra e la chiesetta dei Disciplini con gli affreschi quattrocenteschi della Vita di Gesù. A Rovetta consigliata la visita alla

MUSEO DEL LEGNO DI TINO SANA

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CORPUS DOMINI A GANDINO

Casa Museo dei Fantoni, celebri artisti del legno che lavorarono fra il ’400 e il ’700. In Valle Brembana anzitutto il tempietto di San Tomè ad Almenno, del XII secolo, quindi i resti del borgo di Clanezzo, di epoca medievale. Numerose testimonianze d’arte a San Pellegrino con il Grand Hotel e il Casinò di stile liberty del primo Novecento. A San Giovanni Bianco l’abitato medievale con la Piazza Zignone e la Via Porticata che si trova anche a Cornello dei Tasso, suggestivo borgo rimasto come nel periodo medievale, ancora oggi non raggiunto da strada carrozzabile. Ad Averara ancora un tratto della Via Porticata dei mercanti e l’antica dogana veneta. A Serina è consigliabile una puntata nel centro storico e una visita alla chiesa di Santa Maria Assunta. Nella zona dei laghi numerose le testimonianze conservate a Lovere: in particolare l’Accademia Tadini e il bel centro storico. Gli spunti del folclore, del legame tra arte e tradizione popolare, si trovano un po’ in tutta la provincia di Bergamo. Ne segnaleremo soltanto alcuni. Legate alla fede religiosa sono le espressioni focloristiche delle grandi processioni di Gandino (per il Corpus Domini) e di Vertova (Venerdì Santo). Sull’aspetto laico e profano si po84

ne la Scassada del Zenerù, cioè la cacciata del terribile mese di gennaio che ad ogni 31 di quel mese si realizza per le strade di diversi paesi di montagna, ma in particolare ad Ardesio. Tolle, campanacci, tric-trac, qualsiasi cosa pur di far rumore, cacciare il gelo e invocare la primavera. Per il Carnevale ricordiamo la mascherata di Dossena, mentre a metà Quaresima si colloca il Rasgamento della Vecchia, rogo che si svolge in diverse località della Bergamasca e a cui è affidato il compito di bruciare qualcosa che non si vorrebbe più. Diversi i festival del folclore che si svolgono in provincia. ARCHEOLOGIA Importante anzitutto una visita al riccamente dotato museo archeologico di Bergamo, nella cornice sto-


LOCALITÀ rica di Piazza Cittadella. In provincia, testimonianze dell’archeologia della Bergamasca si trovano nel Museo della Valle a Zogno, risalenti a diversi periodi e in particolare all’età del bronzo, oggetti venuti alla luce in alcune grotte come la Busa de l’Andrea, la Busa de l’Edera, la Busa del Pusù che si trovano tra Zogno e Sedrina, non lontane dalla Grotta delle Meraviglie. Altre zone di interesse archeologico in provincia si trovano a Parre, dove negli ultimi dieci anni, in località Castello, sono stati rinvenuti oggetti dell’età del ferro e dove sono stati scoperti i resti di un villaggio dell’epoca. Insediamenti interessanti da un punto di vista storico anche a Clanezzo, al principio della Valle Imagna e a Rota Imagna, nella stessa valle. A Rota Imagna si trova la Tomba dei Polacchi dove venne-

ro rinvenuti oggetti di ceramiche e resti umani. In Valle Seriana furono effettuati ritrovamenti interessanti a Castione della Presolana nella Grotta della Mandibola e del Riparo della Lancia. In Valle Cavallina il famoso Buco del Corno a Entratico, con oggetti e resti umani preistorici. I CASTELLI Numerose le testimonianze del passato guerresco dal medioevo fino al secolo scorso: castelli, rocche, forti-ficazioni, sono presenti in Bergamo Alta e provincia. Nella pianura bergamasca sono ospitati i castelli più interessanti. Possenti, carichi di storia e ancora ben conservati, sono un prezioso e suggestivo ricordo di un’epoca legata in particolare alla figura del

CASTELLO DI ROMANO DI LOMBARDIA

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grande condottiero Bartolomeo Colleoni. Celebre quello di Malpaga, frazione di Cavernago, risalente al ë400, con il fossato e il ponte levatoio. All’interno un grande cortile con loggiato, e nelle belle sale cicli di affreschi di diversi secoli dal ’400 al ’700. Bartolomeo Colleoni acquistò il castello in rovina nel 1456 e lo riedificò trasformandolo nella sua abitazione. A Cavernago un’altra bella fortificazione, anche questa dal 1470 proprietà del Colleoni, passata poi ai Martinengo che nel ’500 la ingentilirono e trasformarono in abitazione. A Urgnano è possibile visitare la bella Rocca Viscontea, Castello dei Conti Albani, che ha origine nel 1354, con pianta quadrata, due torri all’ingresso, fossato e merlatura di ispirazione ghibellina. All’interno affreschi del Seicento. A Romano di Lombardia si erge una rocca, in buono stato di conservazione, con due corti interne, un pozzo e resti di affreschi. I Visconti la fortificarono nel Trecento; dapprima degli Sforza e poi conquistata dal Colleoni. Sede della biblioteca comunale. A Pagazzano il Castello Visconteo, che risale forse a prima dell’anno Mille. Venne ricostruito tuttavia dai Visconti nella seconda metà del Quattrocento con cinque torri di cui ne restano tre. Si trova in buone condizioni e ospita un’azienda agricola. Da menzionare inoltre il Castello Visconteo, di Brignano Gera d’Adda (sec. XVIII), fastosa sede di campagna con bel cortile d’onore, il Castello dei Suardi di Bianzano con affreschi ed il Castello dei Conti Calepio nel paese omonimo, d’origine medievale, trasformato nel ’400 a residenza, suggestivamente inserito in un borgo che presenta anche un notevole complesso fortificato carolingio po86

sto presso la Chiesa parrocchiale. A Costa di Mezzate è tutt’ora abitato il bel Castello Camozzi Vertova, ricco di opere d’arte, fatto costruire per la difesa di Bergamo contro il Barbarossa. Nelle valli ricordiamo il Castello di Clanezzo in una zona naturale di incanto, il Castello Ginami di Gromo e sul lago di Endine il Castello di Monasterolo con origine nel XIII secolo. PRODOTTI ENOGASTRONOMICI ALIMENTARI DELLA BERGAMASCA La Provincia di Bergamo per le caratteristiche del territorio e la capacità dei suoi imprenditori, possiede una grande varietà di prodotti agroalimentari caratterizzati da tipicità e genuinità: frutto di una produzione che unisce elevati standard di qualità alle lavorazioni tradizionali legate alla cultura rurale del territorio. La pratica dell’acquisto diretto presso fattorie e spacci cooperativi sta prendendo sempre più piede. Nei prodotti trasformati in ambito locale si possono riscontrare altresì qualità organolettiche e sapori ormai pressoché sconosciuti al grande pubblico assuefatto ai consumi di massa. Presso il punto vendita di Agripromo a Bergamo, si può trovare una vasta gamma di prodotti e sapori tipici e tradizionali bergamaschi: • I Formaggi - una vastissima gamma di prodotti provenienti dalle Valli bergamasche e dai caseifici di pianura che pongono Bergamo al vertice della graduatoria nazionale in fatto di Dop: otto attualmente mentre sono in arrivo altri due o tre denominazioni. Accanto ai formaggi vaccini esiste anche una grossa produzione di formaggi di capra e una produzione di


LOCALITÀ

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Fotografie Archivio Provincia di Bergamo, Archivio Circolo Marianese, Tino Rovetta

Progetto grafico e realizzazione CRE8, Bergamo

Coordinamento editoriale Provincia di Bergamo - Servizio Turismo Traduzioni Studio First, Bergamo

Stampa Cormar, Bolzano 4212 © Provincia di Bergamo - 2009 Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. www.provincia.bergamo.it

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