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SAN GERMANO CHISONE COTONIFICIO WIDEMAN
Fino a metà Ottocento San Germano Chisone era composto da varie frazioni e borgate; più attento al problema dell'istruzione che al commercio. Le attività erano legate prevalentemente all'agricoltura e alla pastorizia, fino a che l'apertura della filatura nel 1862 mutò progressivamente abitudini e mentalità. Nel 1902 Vittorio Widemann Senior dotò il paese di illuminazione pubblica, la strada del Cotonificio e i privati che ne facevano richiesta. L’acqua del Chisone fornì l'energia per far funzionare le fucine di ferro e rame, i mulini per la frantumazione della grafite, le falegnamerie e le concerie. La scoperta di giacimenti di grafite e l'apertura di cave e miniere sfruttate dal 1890 in modo razionale incrementarono lo sviluppo del territorio. Dal censimento industriale del 1886 la filatura risultava essere una delle più grosse d'Italia, con 504 operaie, 20.000 fusi, vincitori per l’elevata qualità dei filati dell'Esposizione torinese del 1871. L’espansione dell'azienda rese necessario l'adeguamento della struttura dirigenziale affidata a Victor Widemann, un giovane alsaziano, che ampliò i reparti, il raccordo con la tramvia Pinerolo-Perosa per il trasporto delle merci e migliorò le condizioni degli operai. Il 2 agosto 1892 un rovinoso incendio interruppe l'espansione del Cotonificio: i proprietari lo cedettero nel 1893 a Widemann e al suo socio Simondetti, che si ritirò nel 1902. Al 1897 risalgono i lavori per la ricostruzione degli stabili: il nuovo fabbricato ricopiava quello precedente, con tre piani al posto di quattro e accoglieva i reparti mischia, apritura, impastatura ma soprattutto i rings per la filatura, il tutto collegato con una manica nella parte sinistra dove si trovavano i magazzini, la rimessa, la scuderia. Nel 1894 si diede inizio alla costruzione della palazzina adibita a convitto operaie. Negli anni successivi seguirono la costruzione di diverse palazzine a uso abitazione per la famiglia Wiidemann, i capi reparto e i direttori. L'edificio più antico, a tre piani, ini mattoni, con struttura a sviluppo verticale presenta linee sobrie ed elementari. Purtroppo, dopo la chiusura dell'azienda nel 1978, molti edifici sono in una condizione di progressiva decadenza.
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CRONACHE DA PALAZZO CISTERNA