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La sfida di Torino capitale alpina e delle sue montagne

Se l’Italia non può fare a meno di Torino, Torino non può fare a meno del suo territorio e delle sue montagne.

Questo in sintesi il messaggio emerso dal confronto online di giovedì 29 luglio tra i vertici di Città metropolitana di Torino, Uncem Piemonte e Uncem nazionale e una trentina di sindaci delle montagne torinesi collegati online per discutere del futuro della montagna torinese e per chiedere più attenzione nella programmazione futura. “Per l’80% il territorio metropolitano torinese è montano o rurale” ha sottolineato con forza il presidente di Uncem Piemonte Roberto Colombero rivolgendosi alla sindaca metropolitana Chiara Appendino e sottolineando che “accanto al valore delle industrie e degli insediamenti auspicati per il capoluogo, servono politiche di sviluppo per la montagna”. Della sfida per l’area metropolitana nel suo complesso ha parlato il presidente di Uncem nazionale Marco Bussone mentre la sindaca metropolitana

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Chiara Appendino ha ribadito che “quando si parla di politica imprenditoriale e di sviluppo non si fa più riferimento al territorio cittadino del capoluogo ma ormai all’intera area metropolitana: lo spirito con cui ci si muove è quello di includere tutto il territorio” ed ha voluto ringraziare i sindaci per il ruolo attivo indispensabile che hanno svolto durante la pandemia. Articolato il dibattito tra i primi cittadini collegati online. Giorgio Merlo sindaco di Pragelato: “come le future politiche dell’ente intermedio aiuteranno il collegamento tra il centro e la seconda cintura? Come sostituire la gloriosa Provincia di Torino con la Città metropolitana? Il tema è quanto mai attuale”. Susanna Preacco sindaca di S.Antonino di Susa: “l’agenda 2030 spiega bene che serve il protagonismo attivo degli Enti locali per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Entro il 2026 dovremo rendicontare gli interventi del PNRR: come

faremo senza personale? Servono migliori amministratori, con una visione sistemica e sinergica”. Mauro Carena sindaco di Moncenisio e consigliere metropolitano: “abbiamo bisogno di risolvere i problemi e darci delle opportunità. Bene che a fine mandato la sindaca metropolitana con Uncem abbia voluto questo confronto. La montagna ormai è cambiata, offre opportunità ma ci serve un vero sistema policentrico che risolva problemi fondamentali come il digital divide e il superamento dei lacci della burocrazia ad esempio sulle assunzioni nei Comuni montani”. Roberto Rostagno sindaco di Pinasca e coordinatore della zona omogenea 5 Pinerolese: “la prossima amministrazione della Città metropolitana dovrà dare forza, struttura e personale alle zone omogenee per agevolare il lavoro sul vasto territorio”. Maria Rosa Colombatto sindaca di Varisella: “la politica la fanno le persone, serve che il personale del palazzo della Città metropolitana sia messo a disposizione delle realtà locali, per utilizzare al meglio le risorse e snellire la parte burocratica”. Mauro Vignola sindaco di Bobbio Pellice: “in questi anni l’Uncem spesso ha svolto il ruolo che era della Provincia, dandoci risposte. L’azione dei consiglieri metropolitani delegati è stata delicata e difficilissima, soprattutto nel rapporto con i sindaci della montagna per dare forza a Torino come capitale alpina. Serve una Città metropolitana sburocratizzata e che ci faciliti la vita, sul modello di quello che faceva la Provincia”. Ellade Peller sindaca di Nomaglio: “si deve tornare al ruolo che svolgeva la Provincia di Torino prima della riforma Delrio, potenziando le zone omogenee: questa Città metropolitana è distante dai Comuni di montagna che costituiscono un presidio fondamentale sul territorio. Ci serve personale tecnico per poter svolgere il nostro lavoro”.

c. ga.

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