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Il priore di Novalesa sul bando PRIMA

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Caluso

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Più che curare a posteriori, prevenire i danni che umidità, sole, pioggia e altri fattori climatici possono causare ad un tesoro di architettura, arte e spiritualità medioevale come l'Abbazia di Novalesa: è l'idea che ha convinto la Compagnia di San Paolo a selezionare e finanziare nell’ambito del bando PRIMA il progetto dedicato al restauro e alla conservazione preventiva degli intonaci dipinti del complesso abbaziale di proprietà della Città metropolitana di Torino. Nelle scorse settimane abbiamo delineato il progetto, curato per la parte tecnica dalla cooperativa Koinè Conservazione Beni Culturali, che adotta una metodologia basata sulla valutazione e gestione scientifica del rischio di degrado dei beni monumentali. Mancano quattro anni alla celebrazione del 1300° anniversario dalla fondazione dell’Abbazia e con il priore, padre Michael David Semeraro, abbiamo ragionato sul quanto e sul come il progetto di conservazione preventiva potrà contribuire alla salvaguardia del complesso novalicense e del suo ruolo di punto di riferimento spirituale. “I lavori che sono in corso sono finalizzati alla trasmissione di un tesoro, di cui tutti dobbiamo prenderci cura” riflette padre Semeraro. “Quando si vuole trasmettere un tesoro come questo occorrono interventi imposti dal trascorrere del tempo e dai cambiamenti climatici, che incidono soprattutto sulla salvaguardia degli affreschi delle cappelle medioevali”. “I lavori” prosegue il priore “sono un’opportunità per conoscere l’Abbazia e la sua storia e per trasmettere quella storia alle generazioni future. Effettuare restauri significa pagare un debito verso il passato, investendo sul futuro e sulle nuove generazioni, che hanno diritto a conoscere le proprie radici, che possono ancora germogliare e portare dei frutti”. “Novalesa è un monumento storico ma anche un luogo dello spirito, dove per secoli hanno vissuto monaci e altre comunità “sottolinea padre Semeraro. “L’Abbazia ha una vocazione: rimanere come un segno, per il passato e per il futuro, di una trascendenza possibile e condivisibile, che va al di là del semplice aspetto religioso e cristiano in particolare. Parliamo di una trascendenza che può aiutare gli uomini e le donne di oggi a trovare una speranza e un senso della vita, condividere e trasmettere”. Possiamo testimoniare che chiunque, ateo o credente, ripartendo da Novalesa può sentire di aver vissuto un momento spirituale di riflessione su se stesso e su di un luogo che quella riflessione ha agevolato e ispirato.

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m.fa.

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