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A Romano Prodi gli occhialini d’oro di Cavour
Anche la Città metropolitana di Torino con il suo vicesindaco è intervenuta lunedi 20 settembre a Santena alla consegna del Premio Cavour a Romano Prodi nel Giardino delle Scuderie del Polo Cavouriano, da poco ristrutturato. I famosi occhialini d'oro, copia di quelli indossati dallo statista piemontese, sono stati consegnati da Giovanni Minoli che ha intervistato Prodi per una puntata poi trasmessa da Rai1. La motivazione del premio ricorda tra l'altro il servizio di Prodi al Paese e la sua presidenza della Commissione Europea. E di Europa si è molto parlato nell’intervista davanti ad un pubblico selezionato che ha raggiunto il Polo cavouriano, dove la visita al Memoriale consente di ammirare le stupende opere d’arte esposte, arredi importanti, biblioteca e archivi: un vero unicum di arte e cultura, un complesso monumentale che rappresenta uno dei più grandi patrimoni della storia del nostro Paese. Del resto, il Polo cavouriano di Santena è inserito in un circuito di itinerari internazionali integrati in un sistema museale con le altre dimore storiche europee che costituiscono la patria familiare e intellettuale di Cavour e sono luoghi storici del Risorgimento. Il Castello Cavour di Santena è opera dell’architetto Francesco Gallo e fu costruito tra il 1712 e il 1720; a partire dal 1876 la trasformazione voluta da Giuseppina Benso di Cavour ha cambiato il volto del castello. Il fronte verso il parco all’inglese, disegnato da Xavier Kurten, conserva il settecentesco solenne salone formato da due rampe parallele che danno accesso al piano nobile. A sinistra dell’edificio una galleria, a livello del piano nobile, collegava al fabbricato del castello antico, completamente rimaneggiato nel settecento; di fronte si accede alla splendida Sala diplomatica. Anche gli interni rispondono ai cambiamenti di destinazione d’uso e di gusto per l’arredo attuata da Giuseppina Benso di Cavour, nipote dello statista e moglie di Carlo Alfieri di Sostegno. Da sottolineare la presenza alla cerimonia del discendente di Giuseppe Garibaldi e suo omonimo, che ha accolto l’invito alla collaborazione tra i memoriali dei due protagonisti dell’Unità d’Italia.
c.ga.
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