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Chiesa di San Martino a Bruino
La rubrica che la Città metropolitana dedica ai restauri d’arte, questa settimana fa tappa a Bruino, alla scoperta della chiesa parrocchiale dedicata al patrono San Martino Vescovo. L’edificio risale al sedicesimo secolo, anche se non è semplice individuarne lo stile architettonico frutto di numerosi rimaneggiamenti attuati nel corso del tempo. Fu Carlo della Rovere, Conte di Bruino, a far demolire nel 1594 l’ormai fatiscente edificio medievale e a far edificare l’attuale chiesa, così come testimonia la lapide in lingua latina conservata all’interno della stessa. Nel corso del Novecento è stata oggetto di due interventi di restauro: negli anni venti venne completamente ridecorato l’interno ad opera del pittore Antonio Rolando; negli anni 19791980 fu oggetto di restauro conservativo, con rifacimento del presbiterio e posa del nuovo altare e degli arredi liturgici secondo le disposizioni liturgiche del Concilio Vaticano II. Negli scorsi mesi è invece terminato l’ultimo intervento di un restauro globale pensato e voluto dalla comunità nel 2016 in occasione del diciassettesimo centenario della nascita di San Martino Vescovo di Tours, reso possibile grazie al contributo del Comune di Bruino, delle Fondazioni, ai fondi dell’8 per mille e a tutta la comunità attraverso le numerosissime manifestazioni organizzate in paese. Il lavoro, come ha spiegato il parroco don Massimiliano Arzaroli, è stato suddiviso in due lotti; il primo (realizzato tra il 2018 e il 2019) ha coinvolto le parti esterne come il rifacimento delle coperture e il restauro delle facciate che sono state ripristinate nel colore originale individuato grazie alle indagini stratigrafiche; il secondo lotto di lavori (realizzato tra il 2020 e il 2021) ha riguardato invece il rifacimento dei vari impianti (elettrico, di illuminazione, di riscaldamento e acustico) e le
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parti decorative. Nel restauro delle superfici murarie interne si è optato per mantenere la decorazione attuale che risale agli anni ‘20 del secolo scorso; gli altari, pregevoli manufatti di marmo del 700, sono stati ripuliti, consolidati e stuccati, così come i confessionali settecenteschi in legno hanno ritrovato il loro splendore. Nei prossimi anni, non appena saranno trovati i fondi necessari, conclude don Massimiliano Arzaroli, si procederà al restauro delle due pale d’altare.
d.di.