Colori & Sapori Aprile 2022 in Veneto - Viaggi, Sapori, Territorio
SADIBUONO A spasso per il cielo Asini in cammino La natura nel piatto A Valli del Pasubio, raccogliamo le erbe selvatiche buone da mangiare con lo Chef Wild Massimo Sella
Schio Wine Club Il vino tra convivialità e condivisione
VinNatur I fiori a tavola Insalata dei campi di aprile Una ricetta della vicentina Daniela Boscariolo, autrice del Blog Timo e Lenticchie a cura di Daniela Belfatto
Colori & Sapori - Aprile 2022 - Allegato di La Piazza e Lira&Lira
Colori & Sapori
La natura nel piatto A Valli del Pasubio, raccogliamo le erbe selvatiche buone da mangiare con lo Chef Wild Massimo Sella Per chi, come Massimo, è cresciuto a Valli del Pasubio, andare a raccogliere erbe e fiori spontanei è ricerca, ricordo, riflessione. Ho avuto il piacere di accompagnarlo in questo viaggio nella memoria e nei sapori di un tempo, alla scoperta di un vivere e cucinare lento, rispettoso del territorio e di ciò che la natura ha da offrire. Mentre, armato di coltellino, mi insegnava a riconoscere alcune erbe e fiori selvatici eduli, osservavo con quanta cura e gratitudine li raccoglieva stando attento a non estirpare le radici, con quanta pazienza li puliva e riponeva nel cestino. Senza fretta, con parsimonia, perché altrimenti, come mi ha insegnato, non resta niente per gli
altri e non cresce più nulla. Non ho più pensato al perché eravamo lì, alle ricette che avremmo poi realizzato e documentato, mi sono goduta il momento, lontana dai ritmi cittadini e vicina alla natura. Nonostante siamo nel paese della “sopressa e delle acque minerali”, di acqua, quella piovana, se n’è vista poca questo inverno. Speriamo la pioggia torni presto ad accarezzare la terra assetata e che la primavera sia generosa e rigogliosa. Una cosa è certa: a parte i racconti delle nonne delle contrade e l’esperienza sul campo, Massimo ha letto tanti libri e si è documentato per riconoscere le piante e i fiori commestibili e ha studiato molto per imparare a valorizzare in cucina questi doni preziosi, ma a volte non semplici da lavorare: le sue mani raccontano di un rapporto diretto con la terra, ricette come la sua crema leggermente affumicata al lime e polypodium (in dialetto il “caejo dolse”, una piccola felce che ricorda, assaggiandola, la radice di liquirizia),
mi fanno capire che passione, creatività e sapienza, quando si mettono insieme, riescono a rendere straordinari ingredienti apparentemente semplici e a combinare insieme sapori che si esaltano reciprocamente. Mentre passeggiamo ci fermiamo a raccogliere le primule, che apprendo essere perfette da mangiare crude in insalata o spadellate, magari per decorare un risotto; incontriamo il famoso “pissacan”, una delle prime parole che ho imparato quando mi sono trasferita in Veneto, che altro non è che il tarassaco. Massimo si emoziona quando racconta di come le signore di Sant’Antonio, frazione di Valli del Pasubio, mostrano le loro mani sporche di terra e si dedicano con amore alla pulizia e preparazione di queste erbe spontanee. Nell’arco di pochi metri, ci fermiamo a raccogliere anche l’acetosella, l’erba cipollina e le nogarole (asparago di monte): questo dimostra quanta ricchezza e biodiversità si possano trovare quando la natura viene lasciata libera di esprimersi. È arrivato il momento di tornare in cucina: qui mi fermo ad osservare Massimo alle prese con i fornelli, curiosa di scoprire cosa riuscirà a tirare fuori dal suo cappello di Chef, quale magia riuscirà a realizzare con il tarassaco e le primule. La cucina è un luogo di profumi, sapori e ricordi, mi racconta di sua nonna e di qualche aneddoto legato alla sua infanzia, memorie che cerca di far affiorare anche nelle persone per le quali cucina e alle quali spiega da dove vengono gli ingredienti che utilizza per i suoi piatti. Senza che neanche me ne accorga, è pronto il risotto. Spengo il registratore, ripongo la macchina fotografica nella borsa e continuo il mio viaggio, un boccone dopo l’altro, nei sapori e profumi di Valli del Pasubio. Daniela Belfatto
Scopri la ricetta del risotto al “pissacan” di Massimo Sella sul Blog di Colori e Sapori
www.lapiazzaelira.it/blog
Colori & Sapori
Schio Wine Club Il vino tra convivialità e condivisione Ci sono vari modi per avvicinarsi al mondo del vino: i corsi delle associazioni di Sommelier, le serate di avvicinamento organizzate da enoteche e cantine, le esperienze di enoturismo che si moltiplicano di anno in anno, complice una cultura del bere sempre meno di nicchia e più inclusiva, che dal calice porta direttamente alla vigna, alla scoperta delle storie di vignaioli e territori. E poi c’è lo Schio Wine Club, un progetto nato da un gruppo di sommelier ed appassionati di vino, che hanno deciso di creare un modo del tutto originale di avvicinare le persone al vino e di trasformare occasioni di convivialità in momenti di condivisione di esperienze, di apprendimento e di socializzazione, dopo un così lungo periodo di isolamento, tra persone accomunate dalla stessa passione e curiosità. Il gruppo è riuscito a coinvolgere tanti giovani (ma non solo) attorno al tema tanto affascinante quanto poco conosciuto dei vini naturali, sempre più presenti nelle carte dei vini delle grandi città, ma non ancora largamente diffusi nelle enoteche e ristoranti dei centri più piccoli e spesso fuori dai percorsi di degustazione. Il format è semplice, quanto efficace: ci si riunisce una volta a settimana, ognuno porta una bottiglia di vino, a seconda del tema della serata, e la condivide con gli altri. Tutti possono intervenire: i più esperti for-
niscono informazioni più tecniche, i meno esperti fanno domande ed esprimono gusti e preferenze, tutti si confrontano e si divertono. Come per il vino naturale, che è in continua evoluzione, anche il gruppo è cresciuto molto ed ha iniziato a proporre altri tipi di esperienze, come le serate dedicate ad un territorio, con la partecipazione di alcuni produttori, e le esperienze in vigna per scoprire il mondo della viticoltura naturale. Abbiamo voluto immergerci in queste esperienze e abbiamo partecipato sia ad una serata di degustazione dedicata ai vini naturali del vicentino che ad una gita di gruppo sulle colline di Breganze. Il piacere di conoscere altre persone ap-
passionate di vino, l’informalità e l’accoglienza, le storie di vita di chi ha scelto un modo diverso di fare vino, più legato ai ritmi della natura e sicuramente molto affascinante, ma estremamente impegnativo e rischioso, anche dal punto di vista economico: tutti questi elementi, messi insieme, ci hanno convinto che il progetto ha la genuinità di qualcosa che è nato per pura passione e spirito di condivisione, ma che è destinato a crescere ancora e a diventare un punto di riferimento nel territorio per scoprire il mondo dei vini naturali e non solo. Ci sono alcuni progetti in cantiere, che non vi sveliamo in anticipo…seguite lo Schio Wine Club su Instagram e Facebook per scoprire cosa bolle in pentola e quali sono le prossime iniziative ed eventi in programma. Prossimi eventi: Mercoledì 6 Aprile - Il famoso taglio bordolese. Rosso a più non posso! Bring your bottle Venerdì 8 Aprile - Degustiamo insieme a Vini Veri, fiera di vini naturali a Cerea (Verona) Sabato 9 Aprile - Degustiamo insieme a Vinnatur, fiera di vini naturali a Gambellara (Vicenza) Mercoledì 20 Aprile - Vini biodinamici! Bring your bottle Mercoledì 27 Aprile - Degustazione guidata con L’Insolente, vini naturali di Monteforte D’Alpone (Verona)
Colori & Sapori
SADIBUONO Dove potevamo incontrare Sara e Andrea se non in quella che, da giugno dello scorso anno, è la loro seconda casa? Ci accolgono nella pasticceria con laboratorio a vista e siamo curiosi di conoscere meglio la loro storia, perché due ragazzi così giovani che decidono di aprire un’attività durante un periodo così complicato come quello della pandemia devono per forza essere motivati da un grande passione e determinazione, oltre che da una visione ben chiara del percorso che vogliono intraprendere. Un’idea, quella di creare una pasticceria artigianale, sulla quale avevano cominciato a fantasticare qualche anno fa, fantasia che è diventata man mano un pensiero costante, un vero e proprio progetto di vita. Sapevano che prima o poi sarebbe successo, ma non era facile lasciare a cuore leggero il proprio lavoro e le proprie certezze. Bisognava aspettare il momento giusto…poi un giorno, passeggiando per Marano, hanno visto che questo locale era in vendita: non si sono buttati a capofitto, hanno valutato e riflettuto sull’impegno economico e sui ri-
schi e sono ripassati qui davanti tante volte, finché hanno capito che questo posto aveva scelto loro e li stava aspettando. Così è nato “SADIBUONO” e, da quando hanno aperto, è stato un crescendo di soddisfazioni e di attestati di fiducia e di apprezzamento da parte dei cittadini di Marano e non solo, che hanno imparato a conoscere questi due ragazzi speciali che sanno rendere omaggio alla tradizione locale con ricette come i “Parpagnachi di Nonna Mariuccia”, di cui Andrea è molto orgoglioso, ma che hanno portato una ventata di novità e una visione moderna di pasticceria. Di cosa sanno, quindi, i dolci di Sara e Andrea? Sanno di perseveranza, di passione, di impegno. Di tanta preparazione, studio e sperimentazione, ma soprattutto di estro e creatività. Sono buoni in molti sensi, perché coinvolgono tutti i sensi. Sono curati in ogni dettaglio, dentro e fuori, sono belli da vedere, buoni da mangiare, realizzati con materie prime preferibilmente del territorio e sicuramente di grande qualità. Che dire, ce n’è per tutti i gusti nella loro pasticceria: per questo hanno un pubblico trasversale sia per età che per gusti e preferenze, clienti con i quali hanno creato un rapporto di fiducia, complice la scelta di un laboratorio a vista che consente di osservare il lavoro che c’è dietro alle loro
creazioni. La scelta di non aprire una caffetteria, ma solo la produzione per l’asporto (da qui lo slogan “Cake Away”), è stata dettata dal fatto che vogliono rivolgere tutto il loro impegno e il loro tempo alla cura della materia prima e alla preparazione, oltre che al rapporto con i clienti. Il fatto di essere giovani e molto attivi sui social gli consente di far “entrare” il loro pubblico tutti i giorni in laboratorio, in attesa di scoprire quale sarà l’idea creativa e la nuova proposta in arrivo. Molti ordini provengono proprio da questa “vetrina” social che fa venire l’acquolina in bocca e che offre degli spunti per celebrare le festività e le occasioni speciali con dei dolci davvero belli e originali. Per non rinunciare al piacere di un dolce bello da vedere e buono da mangiare, su richiesta vengono preparate alternative senza latte, uova o farina, ma sempre piene di gusto. A proposito di novità e festività, andiamo incontro alla Pasqua e, insieme alla colomba come da ricetta classica, è prevista una rivisitazione davvero originale e dal gusto sorprendente. Se siete curiosi, seguite i loro canali Facebook e Instagram e venite a trovare Sara e Andrea in questo luogo speciale in cui hanno messo il loro amore, il loro impegno e tanto di loro stessi, dalla realizzazione a mano dei mobili alla scelta del packaging minimal e naturale, dalle ricette di famiglia alle loro creazioni originali e innovative (fino al logo, che nasconde un piccolo segreto…vediamo se lo indovinate ;).
SADIBUONO tel. 351 5041317 36035 Marano Vicentino, Via Aldo Moro 8 infosadibuono@gmail.com facebook.com/sadibuono
Colori & Sapori cali, Thomas ha deciso di intraprendere il corso per diventare guida ambientale ed escursionistica (che dura circa un anno), poi un corso sulla pet therapy organizzato dalla Asl locale, cosa che lo ha portato ad iniziare un progetto con un Centro Diurno per persone con disabilità e ad organizzare delle escursioni a loro dedicate.
Asini in cammino Siamo venuti a Caltrano (VI), ai piedi dell’Altopiano di Asiago, per conoscere Thomas e quelle che lui chiama le sue “colleghe”: le asine che lo aiutano nel suo progetto di far conoscere questi luoghi immersi nella natura, abbandonati per molti anni a favore della pianura urbana e industriale o del più attrattivo altopiano, e con le quali realizza escursioni e passeggiate per adulti e bambini. Tra non molto si celebrerà la giornata mondiale dell’asino (World Donkey Day, domenica 8 maggio), una settimana dopo la ricorrenza del primo maggio, la festa dei lavoratori. Chi meglio dell’asino è sinonimo di lavoro e di fatica? E chi meglio di Thomas può spiegarci perché si è pensato di dedicare loro addirittura una giornata di festa a livello internazionale: “l’asino è un animale che ha dato tantissimo ai nostri nonni, prima ce n’era uno in ogni casa; con l’avvento della meccanizzazione dei trasporti è finito ingiustamente nel dimenticatoio. Negli ultimi anni sta tornando alla ribalta perché si è scoperto che, diversamente dagli stereotipi che lo accompagnano, è un animale molto intelligente. È, inoltre, estremamente empatico, cerca il contatto con l’uomo, gli trasmette calma e serenità, è adatto a stare con i bambini”. Da questa consapevolezza è nato, circa tre anni fa, il progetto di Asini in Cammino, dapprima come un’attività da portare avanti parallelamente al proprio lavoro e poi, man mano che l’impegno cresceva,
come lavoro principale cui dedicarsi a tempo pieno. Thomas è felice della scelta che ha fatto e non ha ripensamenti, gli piace la sua nuova vita, anche se non è semplicissima. Sfatiamo subito il mito di bucoliche giornate spese a far nulla: vivere a contatto con la natura e prendersi cura degli animali è impegnativo e comporta dei sacrifici, ci sono dei ritmi da rispettare. Gli chiediamo quali siano i benefici del camminare a passo di asino e lui ci spiega che ci consente di rallentare, di riprenderci il nostro tempo, perché l’asino si muove solo dopo aver valutato bene i rischi e aver capito se quella che ha davanti sia o meno la strada giusta da intraprendere, si è evoluto per vivere in zone aride e camminare su terreni sconnessi, di fronte ad un pericolo non agisce di impulso, si ferma e ci pensa. Fa bene agli adulti, assuefatti da una vita sempre di corsa, e ai bambini, che si staccano per un attimo dai dispositivi elettronici e si divertono a fare una passeggiata in groppa agli asini, circondati dalla natura. Basta solo avere qualche accortezza e spiegar loro come approcciarsi agli asini, con pazienza e senza forzature, posizionandosi sempre nel loro raggio visivo e non dietro di loro.Tutte cose che si imparano con il tempo e con l’esperienza, ma anche con la formazione: dopo essersi appoggiato inizialmente a delle guide lo-
Camminare insieme agli asini fa bene anche al territorio, è un modo per far conoscere le contrade abbandonate e alcuni luoghi e paesaggi che meritano di essere riscoperti. Per Thomas è diventata una vera e proprio missione, oltre a quella di restituire agli asini il loro posto nella società: nato e cresciuto a Caltrano è affezionato a questo piccolo mondo dove il tempo sembra essersi fermato, lontano dal frastuono e dagli attuali modelli vita proiettati dai social, molti dei quali nulla hanno a che vedere con la felicità, quella vera. Ce lo dicono i suoi occhi e il suo sorriso, ce lo trasmettono la sua calma e quella delle sue amiche asine, che pian piano si sono avvicinate per farsi coccolare (e anche fotografare). È arrivato il momento di salutare Elsa e Gelsomina, anche loro protagoniste di questa intervista, e vi invitiamo a seguire “Asini in Cammino” per conoscere le prossime escursioni ed iniziative organizzate da Thomas. Qui di seguito qualche anticipazione: Sabato 16 Aprile - Sulle colline di Marostica a passo d’asino Domenica 24 Aprile - Trekking con gli asini a Laghi, il comune più piccolo del Veneto Domenica 1° Maggio - Trekking someggiato: il sentiero alto di Cogollo Del Cengio Domenica 8 Maggio - al mattino Passeggiata con gli asini alle Pianezze in collaborazione con la Fattoria del legno e al pomeriggio Baby trekking con gli asini ai piedi del Monte Cengio Domenica 15 Maggio - A passo d’asino tra le antiche contrade di Caltrano
Colori & Sapori
VinNatur Il 9/10/11 aprile 2022 “VinNatur – Tasting” giunge alla sua 17° edizione. Chiediamo ad Alessandro Maule, Segretario dell’Associazione VinNatur, di raccontarci a chi si rivolge e quali sono gli obiettivi di questa manifestazione. L’evento raggruppa 180 vignaioli da tutta Europa, uniti per presentare i propri vini provenienti da viticoltura naturale al pubblico. L’evento si rivolge ad un ventaglio molto ampio di persone; non solo addetti al settore (ristoranti, distributori, winebar) italiani ed esteri, ma anche appassionati curiosi di assaggiare vini vivi. Si è potuto osservare, nel corso di queste edizioni, un cambiamento nel tipo di pubblico che partecipa alla manifestazione e nell’approccio che, in generale, si ha nei confronti dei vini naturali? Certo, molto è cambiato rispetto alle prime edizioni risalenti ad oltre 15 anni fa. Se inizialmente, da parte di quelle persone più legate ad un approccio produttivo convenzionale, c’era titubanza e scetticismo, oggi osserviamo una maggiore apertura e voglia di approfondimento. Si è abbassata anche l’età media dei visitatori, segno che le nuove generazioni dimostrano un interesse molto forte verso i nostri vini che possono offrire più artigianalità e variabilità che si traduce in personalità ed estro. Sono diminuiti quelli che possiamo definire gli “ultras”, disposti ad accettare difetti ed imperfezioni che in qualche caso caratterizzano alcuni vini; ma questo è un segnale positivo di crescita gustativa. L’evento si svolge a Gambellara (VI), città nella quale è nata ed opera l’Associazione Viticoltori Naturali – VinNatur. Quali sono gli elementi fondamentali del vostro Manifesto programmatico, i pilastri sui quali si fonda la missione dell’Associazione? L’associazione ha sicuramente molti propositi. Tra i più importanti, senza dubbio, c’è quello di divulgare la cultura del vino naturale, supportati da ricerche scientifi-
che e controlli ferrei alle aziende associate. Un punto che ci contraddistingue è rappresentato dalla volontà di dare garanzie al consumatore finale. Per questo facciamo ogni anno oltre 120 analisi di pesticidi ed anidride solforosa ai vini degli associati e facciamo controlli presso le aziende con il supporto di enti esterni. Non siamo semplicemente una associazione che fa degustazioni ed eventi, ma ci impegniamo molto nel realizzare anche progetti di sperimentazione, monitoraggio e formazione rivolti ai produttori di vino, coinvolgendo quindi centri di ricerca ed università.
L’Associazione ha, fin dall’inizio, un’organizzazione che punta a ridurre sprechi e spese superflue per valorizzare economicamente le attività sperimentali. Essere oggi riconosciuti nel mondo come gruppo affidabile e solido ci permette di lavorare in serenità e di crescere anno dopo anno gradualmente, senza mai offrire il fianco a permissivismo e incoerenza. Ci sosteniamo finanziariamente grazie ai numerosi eventi e iniziative che vedono il coinvolgimento di soci sostenitori, con i quali viene garantita la nostra sopravvivenza e la nostra capacità di investimento nel futuro.
Colori & Sapori
I fiori a tavola In questa edizione di Colori e Sapori abbiamo deciso di salutare la primavera parlando di fiori edibili (o eduli), di quelli che, spontanei o coltivati che siano, negli ultimi anni sono diventati i protagonisti di molte ricette, complici i social e la passione per il food design. Non si tratta solo di decorazione: i fiori possono essere un vero e proprio ingrediente e arricchire i piatti di gusto, oltre che di bellezza e colore. L’importante è sapere quali sono commestibili e utilizzabili in cucina, come raccoglierli e curarli. Se non avete dimestichezza con questo mondo (o nessuno di esperto che può accompagnarvi a raccogliere fiori, anche se vi armate di cestino e di pazienza), non disperate: a Vicenza c’è un piccolo mondo bio dove potete trovare, a seconda della stagione, diversi fiori edibili. Siamo da 100Orti insieme e Chiara ci racconta che ha scelto di coltivare i fiori per “l’energia che trasmettono grazie alla loro bellezza e al loro colore”. Ha clienti del mondo della ristorazione e collaborazioni con alcune Blogger, come Elisa Di Rienzo (Il Fior di Cappero, già ospite della nostra rivista), ma anche chi è un cuoco amatoriale può realizzare delle bellissime insalate di misticanza e viole e stupire i propri ospiti. Passeggiando con lei tra i suoi orti scopriamo che in questo periodo possiamo trovare sicuramente la
viola e qualche calendula e che anche le piante di senape e rucola producono dei bellissimi fiori; incontriamo qua e là i fiori di camomilla, di tarassaco e pak choi (cavolo cinese); Chiara ci racconta che la primavera inoltrata porterà anche i nasturzi, che resistono fino alle prime gelate. Nell’ultimo anno il clima non è stato molto favorevole per l’agricoltura, con la sua repentina alternanza di giornate calde e gelate primaverili che possono bruciare i frutti sul nascere, così come la prolungata assenza di pioggia. A maggior ragione per chi, come Chiara, ha scelto da sempre di coltivare biologico e di rispettare la stagionalità, anche se questo significa produrre meno ed essere economicamente più esposti ai rischi di un raccolto poco generoso. Mentre passeggiamo e chiacchieriamo ci racconta di com’è nato 100Orti: lei non proviene da una famiglia di agricoltori né ha iniziato a coltivare perché voleva cambiare vita, ma ha scelto di iscriversi ad Agraria perché voleva lavorare in questo mondo; per molti anni ha collaborato con molti enti pubblici nell’ambito di progetti di educazione ambientale per i bambini e, quando è diventata madre, a maggior ragione ha iniziato a riflettere sulla qualità e salubrità degli alimenti che consumiamo ogni giorno e, quindi, ha scelto di dedicarsi completamente alla produzione agricola. Ha iniziato con il modello della CSA (Agricoltura Sostenuta dalla Comunità, allora diffuso all’estero e affermatosi successivamente anche in Italia), nel quale si coltiva solo per i clienti che aderiscono al progetto, che possono accedere all’orto e ritirare set-
timanalmente le loro cassettine. Man mano che cresceva la domanda, e anche per una questione di sostenibilità economica dell’azienda, si è aperta la vendita ad un pubblico più ampio e sono iniziate le collaborazioni con altri produttori, preferibilmente del territorio o comunque in linea con l’etica e la visione di 100Orti, per poter offrire ai clienti una scelta un po’ più ampia, sempre stagionale e biologica. Potete venire a trovare Chiara e i suoi collaboratori nel suo punto vendita o passare a salutarla al mercato di Vicenza del giovedì, sarà lieta di fare due chiacchiere con voi sui suoi prodotti e su cosa significa coltivare rispettando la natura, anche in città (ci tiene a sfatare l’immagine del contadino eremita: finito il lavoro nel campo, lei si veste per uscire e per vivere a pieno la sua Vicenza e quello che ha da offrire). Se Maometto non va alla montagna, 100Orti va dai suoi clienti: con la “Borsa 100Orti” si può ricevere a Vicenza, comuni limitrofi e Padova una borsa di verdura, alla quale aggiungere a piacere frutta, fiori, uova, salse, confetture, miele, frutta secca, farina e pasta. I suoi ortaggi sono certificati ICEA. Basta scegliere tra le proposte che cambiano in base alla stagione e alla disponibilità dei suoi campi e dei produttori con i quali collabora e prenotare per il ritiro o la consegna. Anche il Ristorante Le Calandre dello Chef Alajmo, tre stelle Michelin, sceglie i suoi prodotti. Non possiamo andare via senza chiederle cos’è che la rende felice della sua vita e della scelta che ha fatto: “Seppur impegnativo, anche dal punto di vista economico, amo questa vita, il sentire di essere un tramite tra i consumatori e la natura; i miei piedi sono piantati a terra e con la terra ho un rapporto meraviglioso e cerco di trasmettere questo rispetto e questo modo di coltivare, mangiare e vivere alle persone che mi circondano”. A Pasqua volete stupire i vostri amici? Chiara ci racconta che le viole si prestano a preparare dei bellissimi biscotti di frolla, basta fissare il fiore con della glassa fatta con albume e zucchero ed il gioco è fatto!
Colori & Sapori
A spasso per il cielo “A spasso per il cielo”, riassume i sentimenti coi quali è nata l’iniziativa di Pasquetta. Era il 2017. All’inizio di quell’anno uno di noi se ne era andato in cielo lasciandoci smarriti. Avevamo bisogno di costruire qualcosa insieme che ci tenesse legati ancora e sempre. Il Gruppo Missionario di Sant’Antonio dall’anno precedente non era più riuscito a mettere in piedi la Passeggiata Missionaria. Perché non continuare noi questa azione solidale? Una passeggiata ponte fra terra e cielo, Enrico che cammina con noi. Questo ci avrebbe permesso di creare qualcosa di grande, dare un aiuto con-
creto ad altri giovani che si trovavano in difficoltà sulla sponda povera del mondo. Sant’Antonio ha un forte legame con i missionari comboniani poiché in paese ci sono due missionari. Attraverso di loro siamo venuti in contatto con padre Christian Carlassare, ora vescovo di Rumbek in Sud Sudan, che ci ha dato la possibilità di sostenere delle iniziative educative e formative per i giovani della sua parrocchia. Si è stabilito un legame duraturo. Nell’aiutare
gli altri abbiamo provato ad andare oltre il nostro dolore. L’aria che si respira nella passeggiata non è solo l’aria frizzante delle Piccole Dolomiti, ma anche l’atmosfera gioiosa, creativa, vivace dei ragazzi che di anno in anno si occupano dell’organizzazione della manifestazione. Le associazioni delle nostre comunità si lasciano volentieri coinvolgere dai ragazzi nel supportare l’iniziativa. La passeggiata inoltre è stata l’occasione per iniziare una bella collaborazione fra i borghi di Staro e Sant’Antonio solitamente distanti e indipendenti.
Colori & Sapori
Insalata dei campi di aprile Una ricetta della vicentina Daniela Boscariolo, autrice del Blog Timo e Lenticchie
Siamo arrivati in Aprile, il momento giusto per gustare questa insalata dei campi di primavera. La natura sboccia in tutto il suo splendore, meraviglioso andare in passeggiata e raccogliere i frutti della stagione. Una semplice e ricca insalata di fiori e ortaggi, colorata e gustosa. Per questa insalata ho usato i raperonzoli. Noi qui in Veneto li chiamiamo rampussoli e sono pregiatissimi. Mi riportano all’infanzia quando mio padre li trovava al mercato e portava a casa questa insalatina con radichetta che assomiglia tanto al songino.
Seppur poco conosciuto, il Raperonzolo, raponzolo, pampussolo ha comunque dei grandi estimatori. Come dicevo, il rampussolo cresce ai margini dei vicoli di campagna, d’inverno la sua radichetta bianca ben affonda nel terreno e spesso è proprio difficile da raccogliere. Ho raccolto poi i bruscandoli, che sono i germogli di luppolo. INGREDIENTI • 1 mazzetto agretti • 1 mazzetto bruscandoli • 50 g raperonzoli • 6 ravanelli • 50 g pomodorini • 50 g misticanza • 10 violette • 10 margherite • 5 fiori di tarassaco • 1 cucchiaio olio extravergine d’oliva • 1 pizzico sale marino integrale • 1 cucchiaino succo di limone Per la salsa • 100 g ricotta (veg) • 1 cucchiaio acqua • 1 cucchiaino curcuma in polvere • 1 cucchiaino succo di limone • 1 pizzico paprika affumicata COME PREPARARE L’INSALATA DEI CAMPI DI APRILE Lava tutte le verdure, affetta pomodorini e rapanelli. Stacca e dividi i ciuffi più grandi di raperonzoli e agretti. Taglia e usa solo le punte dei brucandoli più teneri. Stendi la misticanza nei piatti e poi il resto degli ingredienti. Alla fine aggiungi i fiori e i petali di tarassaco. Condisci con un’emulsione di olio pepe sale e limone. A parte prepara la crema. Frulla la ricotta con acqua, curcuma, un pizzico di sale e limone. Spolvera di paprika e servi.
Scansiona i QRCode e scopri un mondo di scelta, servizi e convenienza
Buonissimi piatti pronti da mangiare e con cui stupire
Amore e talento. In ogni giorno vediamo un nuovo motivo per esaltare i gusti della tradizione
Gastronomia ai Milanesi | Tel. 0445 361639 Thiene | Via del Costo 105
Ristorante da Riccardo | Tel. 0445 314694 Carrè | Via Val d’Assa, 31/33
BONATO M
A
C
E
19
Dal 1973 cuciniamo per passione Stagionalità e tradizione, gli ingredienti che non possono mai mancare nel nostro menù
Ristorante Bel Sit | Tel. 0445 897006 Fara Vicentino | Via Reale 1
Dal 1890 Cucina tipica della tradizione locale, casereccia ma ricercata
Al Garibaldino | Tel. 0445 748023 Posina | Via Sareo 1
L
L
E
R
I
A
80
La macelleria storica di Malo: massima attenzione alla filiera e alla qualità
Macelleria Bonato | Tel. 0445 605566 Malo | Piazza A. De Gasperi 14
L’angolo dei Sapori ha una lunga storia. Una classica bottega di “casolin” aperta dai fratelli Berti nell’anno 1953
Gastronomia Berti | Tel. 0445 361525 Thiene | Viale Bassani 154