Colori & Sapori
Ottobre 2022 in Veneto - Viaggi, Sapori, Territorio
Giornata nazionale della camminata tra gli olivi
Il 30 ottobre 2022 si celebra il patrimonio olivicolo italiano Le castagne
Tempo di raccolta e di feste e sagre dedicate a questo frutto simbolo dell’autunno Cuore Pedemontana
Un progetto di valorizzazione del patrimonio rurale del territorio dell’Unione Montana Astico Filetto di maiale
con i funghi porcini
La melagrana
Una pianta leggendaria, un frutto ricco di fascino, delle virtù I mercati di Campagna Amica
La polenta di Marano Vicentino sbarca in Sardegna
La Pro Loco di Marano Vicentino partecipa al 15° raduno nazionale dei polentari d’Italia L’Antenna
Dal design di Milano alla cucina de l’Antenna: la storia di Paolo, che voleva fare l’inventore
Halloween: storie, leggende e zucche
Colori & Sapori - Ottobre 2022 - Allegato di La Piazza e Lira&Lira
Cuore Pedemontana
fra pianura e montagna che offre numerose caratteristiche di ricco interesse culturale, storico, ambientale ed enogastronomico.
Un’area
L’Unione Montana Astico è un ente locale che comprende sei Comuni della provin cia di Vicenza: Breganze, Caltrano, Cal vene, Lugo di Vicenza, Fara Vicentino e
Salcedo. Il territorio conta oltre 20 mila abitanti e si estende dalla pianura a zone di collina e di montagna con alcune cime che superano i 1500 metri di altitudine.
Il territorio è un concentrato di elementi unici: natura, escursionismo, sport, cul tura, borghi storici, antiche chiesette, musei, ville Venete e testimonianze del
la Grande Guerra che rende la Pedemon tana Veneta la meta di vacanze ideale per chi vuole immergersi in un luogo caratte rizzato da numerose tipicità.
Attraverso diverse manifestazioni ed ini ziative si possono rivivere tradizioni pas sate, assaporare prodotti tipici e produ zioni vitivinicole, scoprire architetture e itinerari di vario genere, tutto ciò condivi de in armonia in questo meraviglioso luo go rendendolo una destinazione originale e attrattiva.
All’interno di questo territorio esistono già una serie di eventi ed itinerari di promo zione turistica e ambientale di un certo ri lievo che vengono inseriti all’interno del progetto con lo scopo di unificare e tute lare il patrimonio locale in un unico con tenitore, senza tralasciare nessuna attività ed espetto caratterizzate che questo terri torio offre.
Per scoprire gli eventi e le iniziative: www.cuorepedemontana.it
Pagine Facebook e Instagram: Cuore Pedemontana
Fonte immagini e informazioni: sito web Cuore Pedemontana.
Un progetto di valorizzazione del patrimonio rurale del territorio dell’Unione Montana Astico
Colori & Sapori
Giornata nazionale della camminata tra gli olivi
mo le menzioni Veneto Valpolicella, Vene to Euganei e Berici e Veneto del Grappa, dove di producono oli di qualità nel rispet to di un disciplinare di produzione.
Ungrande evento dedicato a fami glie e appassionati, una passeggia ta (dai 2 ai 7 chilometri) circonda ti dal suggestivo paesaggio degli olivi che rivestono le nostre colline. Ogni comune aderente all’Associazione Nazionale Città dell’Olio e che partecipa a questa giornata ha selezionato un tragitto tra gli olivi con caratteristiche uniche dal punto di vista storico e ambientale, percorso che si con clude in un frantoio, in un’azienda olivicola o in un palazzo storico, dove ai partecipan ti sarà offerta una degustazione di prodotti tipici e l’immancabile pane e olio
Chiamato, a ragion veduta, l’oro verde, l’olio è uno dei simboli della nostra dieta e della nostra cultura gastronomica e, in
occasioni come questa camminata, diven ta un modo per riscoprire il legame con il proprio territorio e apprezzare la bellez za del paesaggio. È, inoltre, un set tore del turismo made in Italy in grande espansione, come dimostra l’entrata in vigo re della legge sull’oleotu rismo, risultato a cui l’As sociazione Nazionale Città dell’Olio ha fortemente con tribuito. Si moltiplicano i picnic tra gli olivi, i corsi di potatu ra e degustazione, le passeggiate e le carte dell’olio nei ristoranti.
Per quanto riguarda l’Olio Veneto DOP, a seconda dei territori e delle cultivar, abbia
Il paesaggio olivicolo delle Città dell’Olio è un patrimonio da valorizzare e tutelare. Per la promozione e l’incremento del turi smo dell’olio, rappresenta il più importan te asset sul quale Associazione Naziona le Città dell’Olio investe con progettualità mirate come la Camminata tra gli olivi, il Girolio d’Italia e Andar per Frantoi e Mer catini. Nell’ottica di considerarlo sempre di più un bene culturale da conservare ed una esperienza turistica da vivere, le Città dell’Olio sono fatte promotrici della cam pagna di candidatura per l’inserimento dei paesaggi olivetati della Rete nel Registro dei Paesaggi Rura li Storici istituito dal Mipaaf.
L’Associazione Nazionale Città dell’Olio, con i suoi soci tutti enti pubblici (Co muni, Provincie, CCIAA, Parchi e GAL) è da sempre im pegnata nella tutela del territorio olivicolo e nella programmazione territo riale. Da tempo si batte per la valorizzazio ne dei paesaggi olivicoli e per l’inserimen to di aree territoriali olivicole delle Città dell’Olio nel prestigioso Registro Naziona le dei Paesaggi Rurali Storici del Ministero delle Politiche Agricole.
Per scoprire i comuni del Veneto e del vicentino aderenti a questa iniziativa e per avere maggiori informazioni sugli itinerari e sui percorsi che si snodano tra gli olivi e vari punti di interesse storico e culturale:
www.camminatatragliolivi.it Il 30 ottobre 2022 si celebra il patrimonio olivicolo italiano
Colori & Sapori
Halloween: storie, leggende e zucche
Inautunno comincia il periodo delle zucche: risotti, vellutate, torte rustiche, contorni e chi più ne ha più ne metta. Piace ai bambini, piace agli adulti. Otto bre è anche il mese di Halloween, una festa diventata ormai popolare anche in Italia, tant’è che locali e vetrine di negozi si tingo no di arancione e si popolano di ragnetti, pipistrelli e mostriciattoli più o meno spa ventosi. Anche se l’America ha reso famosa e molto commerciale questa festa, in realtà le origini sono europee, più precisamente celtiche: Samhain era la festa con la qua le il popolo dei Celti segnava la fine del raccolto e l’arrivo della stagione fredda e, si narra, durante la notte di questa festa i morti potevano tornare nel mondo dei vivi e mettersi in contatto con loro. Con l’av vento del cristianesimo questa venne tra sformata nel giorno di tutti i santi (noto come Ognissanti). Lo stesso nome di Hal loween è legato proprio a questa festa, in quanto deriva da “All Hallow’s Eve”, che in inglese antico significava “vigilia di tut ti i santi”. Si sa che le leggende viaggiano insieme alle persone, per cui l’emigrazione
irlandese dall’Europa all’America ha por tato lì questa tradizione, trasformata poi nel tempo in Halloween, con i suoi risvol ti horror.
Dolcetto o scherzetto?
A parte le feste in maschera organizzate nei locali, le letture di storie pau rose nelle biblioteche e altre iniziative concentrate tut te nell’arco di tempo di pochi giorni, nei quar tieri delle nostre città è ormai comune pre pararsi con sacchi di caramelle e altri dolciumi per acco gliere orde di bambi ni che non vedono l’ora di riempire i loro cestini con il bottino di Halloween. Anche in questo caso, le origini di questo gesto non sono moderne, ma si fanno risalire al medioevo, quando con tadini e mendicanti bussavano alle porte chiedendo in dono aiuti per passare l’in
verno, offrendo in cambio una preghiera per le anime dei morti di chi si mostra va generoso (agli altri, toccava l’augurio di una cattiva sorte).
La zucca di Halloween
Ma torniamo alla zucca, protagonista di questa festa. Quella di Halloween, la fa mosa zucca vuota intagliata a raffigurare un volto umano un po’ inquietante, vie ne chiamata Jack-o’-lantern ed è legata alla leggenda di Jack, un fabbro irlandese astuto, avaro e quasi sempre ubriaco che una sera incontrò il diavolo in un pub e gli chiese di trasformarsi in una moneta, promettendogli la sua anima in cambio di un’ultima bevuta. Invece, si mise la mone ta nel borsello accanto ad una croce d’ar gento, così che il diavolo non potesse ri trasformarsi. Quella non fu l’ultima volta in cui Jack si prese gioco del diavolo, tant’è che, una volta morto e rifiutato dal paradi so, dovette ripiegare sull’inferno e ad acco glierlo ci fu il diavolo che finalmente poté vendicarsi: lo scacciò anche dall’inferno e gli lanciò un tizzone ardente; Jack lo posi zionò all’interno di una rapa, cominciando a vagare senza sosta in cerca di un luogo in cui ripararsi. Man mano che la leggen da veniva tramandata, la rapa diventò una zucca e prese le sembianze di Jack.
Le “Suche Baruche” o “Lumere”
Anche in Veneto c’era l’usanza di intagliare le zucche per inse rirci dentro una candela e farne delle lanterne che illuminassero la stra da per le anime dei defunti. C’era chi le usava per spaventa re la gente, andan do anche di casa in casa a chiedere non le odierne caramelle e cioccolatini, ma frutta secca. Ormai è una tradizio ne un po’ scomparsa e sostituita da Halloween, ma si usava preparare il co siddetto “piatto dei morti” con dolci e frut ta secca, che si lasciava sui davanzali per le anime dei defunti.
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La polenta di Marano Vicentino sbarca in Sardegna
una varietà di mais tipica di quel territorio. L’ottima qualità del mais marano e la tra dizione quasi trentennale della festa del la polenta di Marano Vicentino le hanno consentito, cinque anni fa, di entrare nel gruppo delle città associate.
Partecipare a questi raduni consente di far comprendere meglio il mondo della polenta, che l’industria aveva voluto stan dardizzare in termini di varietà di mais e di gusto, e che invece è molto variegato: ciascun territorio ha una sua varietà, dal la quale si ricavano polente molto diverse per sapore e consistenza.
Per gli amanti della polenta, ogni due anni si svolge un’iniziativa imperdi bile: il raduno nazionale organizzato dall’Associazione Culturale Polentari d’I talia. Sono 19 le delegazioni sparse su tutto il territorio nazionale, paesi e città con una tradizione culinaria nella quale la polenta ricopre un ruolo di primo piano. Tra que ste, non poteva mancare Marano Vicenti no, che da anni si occupa di promuovere il proprio mais autoctono e la polenta di mais marano non solo nel territorio, ma anche al di fuori di questo. Il Presiden te della Pro Loco di Marano Vicentino, Adriano Schiavon, ci racconta con orgoglio del percorso compiuto per diventare dele gazione dell’Associazione Polentari d’Italia e di quanto siano emozionanti questi ra
duni per far conoscere il Mais Marano e gli altri prodotti del territorio a livello nazio nale. Dal 14 al 16 ottobre una delegazione della Pro Loco parteciperà al 15° raduno nazionale, che quest’anno si svolge ad Ar borea in Sardegna, per servire la polenta insieme alla sopressa di Valli del Pasubio e al formaggio Asiago. E come dolce? Gli im mancabili parpagnacchi. Alcuni cittadini di marano hanno colto l’occasione per unirsi a questo viaggio gastronomico e partiran no con la delegazione della Pro Loco.
I requisiti per entrare nell’Associazione Polentari d’Italia sono abbastanza strin genti e prevedono che la città che si can dida abbia una festa dedicata alla polen ta con almeno qualche anno alle spalle e
Adriano Schiavon è orgoglioso anche di anticipare una bella notizia: tra due anni il raduno nazionale farà tappa a Marano Vicentino. Possiamo immaginare che i preparativi coinvolgeranno, come sempre, istituzioni, associazioni, ristoratori e tutta la cittadinanza, all’insegna dell’ospitalità e della convivialità.
Per cui, amanti della polenta di tutto il Veneto, segnate questo appuntamento in agenda e cominciate ad allenarvi con de gustazioni, ricette e visite alla nostra città del mais per eccellenza.
Nel frattempo, il 14-15-16 ottobre tutti a Marano Vicentino per “Non solo birra”, il 10° Festival della birra artigianale.
La Pro Loco di Marano Vicentino partecipa al 15° raduno nazionale dei polentari d’Italia
Colori & Sapori b t l y n o n s o l o b i r r a Viale Europa, Marano Vicentino (zona impianti sportivi)
L’Antenna
umani, cuore, mette l’uomo al centro. La tecnica è indispensabile, ma ci vuole l’in put dell’artista, la passione. Ero un bravo studente, i miei insegnanti hanno avuto fiducia in me.
E quindi?
Quindi sono entrato in uno studio quo tato dove realizzavamo la parte esterna di oggetti tecnologici, ad esempio le lampa de. Vivevo con ragazzi di Schio, ammetto che stavo bene. Avevo anche buone pro spettive di carriera e un bel gruppo di la voro, offerte per crescere e soddisfazioni. Insomma, niente di cui lamentarmi. Poi è arrivato il covid.
E ha cambiato le cose?
Forse
non tutti sanno che tra le col line di Schio c’è un giovane cuoco designer, con l’aria da hippy, che da piccolo voleva fare l’inventore e ha scelto di abbandonare Milano e le sue luci della ribalta per concentrare la sua creatività nel ristorante di famiglia.
Si chiama Paolo Dal Santo e dopo essersi laureato in design del prodotto al Politec nico meneghino e avere disegnato arredi, lampade, e negozi super tecnologici è en trato nella cucina de L’Antenna per prose guire da chef l’attività dei genitori. “In un
ristorante le tue creazioni sono immediate e vedi subito le reazioni che provocano”, dice sorridendo, con l’umiltà di chi sa di avere solo messo il primo piede all’inter no di un’attività che da oltre 30 anni fun ziona bene.
Un “ritorno a casa” consapevole, inusua le per un ragazzo di 28 anni, che ha scelto l’amore per i ge nitori e la sfida nella sua terra.
Paolo Dal Santo, dal design di Milano alla cucina del ristorante di famiglia. Ci parli di lei. Da piccolo volevo fa re l’inventore. Un sogno grande, bellissimo. Pensa vo che il designer fosse un in ventore, per questo mi sono iscritto al Politecnico. Prima ero stato un anno in Australia, per imparare la lingua e aprire i miei orizzonti culturali, poi ho fatto l’E rasmus in Francia. Lì ho capito che il de sign non è solo tecnica, è anche rapporti
No, mi ha solo fatto vedere alcune cose di famiglia con gli occhi diversi. L’Antenna, il ristorante di mamma e papà, è sempre andato bene. Durante il covid hanno an che lavorato di più. Tornavo da Milano e li vedevo affaticati, e avevo voglia di fare qualcosa per loro, con loro. Ho pensato che data la mia età ho molte energie, ma ho anche la possibilità di valutare strade nuove, di mettermi alla prova in ambiti diversi. Ho deciso di lasciare Milano e il mondo del design per il nostro ristorante.
I suoi genitori l’hanno spinta?
Assolutamente no. È stata una mia scelta, ponderata e personale. Ho voluto provare questa opportunità, per non rischiare di pentirmi dopo, nel caso nessu no dei miei tre fra telli l’avesse portata avanti.
Da Milano a Schio, da uno studio ad un ristorante. Immagino che abbia cambiato vita… Sì, eccome. Orari completa mente diversi, giorni diversi. Lavoro la sera, quando è festa, sono libero in setti mana. È tutto diverso. Ma mi piace, non sono per niente pentito. Io non sono un festaiolo, organizzo le mie cose in base alla routine lavorativa.
Dal design di Milano alla cucina de l’Antenna: la storia di Paolo, che voleva fare l’inventore
Colori & Sapori
Lei ha il design nel sangue e nella formazione personale, riesce a portarlo nel ristorante?
Sì sì, a modo mio e per il momento in mo dalità ridotta perché voglio prima impara re bene il lavoro. Il design è estetica, prima devo capire bene il contenuto, poi even tualmente lavoro sulla forma. Qui nel ri storante vivo l’immediatezza, che in studio mi mancava.
Si spieghi…
Pensavo che il design fosse immediato: io disegno, qualcuno realizza, il prodotto lo vedo subito. Invece ci possono volere mesi, anche anni, prima che un’idea prenda forma e venga commercializzata. In cucina invece è preparazione immediata, porti il prodotto al pubblico e vedi la reazione. Se non la vedi perché sei in cucina, te la riferiscono.
Lei è molto umile.
Più che altro sono consapevole che devo imparare dai miei genitori. L’attività funzio na, da mesi non abbiamo tavoli vuoti e ot time prenotazioni anche di settimane. Non è merito mio, ma di chi lo ha fatto prima di me. Io do il mio contributo, ma sto anco ra imparando e ho un po’ di strada da fare.
Le piace?
Moltissimo. Io sono una persona adatta bile, sono certo che il futuro andrà bene. Devo fare passi piccoli ma decisi. Mi sento come una spugna che sta assorbendo. Pri ma o poi sarò piena a lascerò cadere gocce della mia creatività.
I suoi fratelli vi aiutano?
In pochi mesi ci siamo avvicinati tutti, col laborando nel ristorante. Una bella soddi sfazione per la famiglia. In questo periodo c’è anche carenza di personale, ci sono dif ficoltà oggettive nel mondo della ristora zione. Noi ci siamo stretti l’un l’altro. Sen tiamo spesso di altre realtà simili che non funzionano, ci dispiace molto, forse siamo anche fortunati oltre che professionali.
A L’Antenna c’è un’atmosfera calda, quasi coccola. Di chi è il merito?
In primis direi di mamma, che cura i det tagli con estrema attenzione. Io sarei più tecnico, forse più spigoloso. Ma qui c’è la stessa atmosfera che c’è nella nostra casa
di Santorso. Uguale, identica. Io credo che la cosa che più incide nella positività del nostro lavoro sia l’unione che abbiamo in famiglia. A noi dà forza e stimolo e proba bilmente i clienti la colgono.
Qual è l’oggetto di design che ha realiz zato con maggiore soddisfazione? E ne crea ancora?
In assoluto la maggiore soddisfazione l’ho avuta creando degli interruttori. Oggetti indispensabili, semplicissimi, non partico larmente belli. Una enorme soddisfazione.
In casa mia ho oggetti d’arredo disegnati da me e realizzati da lavoratori. Un ango lino del mio cuore è riservato al design e lo sarà sempre.
Colori & Sapori
Filetto di maiale con i funghi porcini
Trascorsi i 15 minuti di riposo della carne, scaldare una padella e rosolare il filetto su tutta la superfice, aggiungere l’olio, la sal via e il rosmarino e continuare la rosola tura finchè la carne non prenderà un bel colore brunito (ci vorranno pochi minu ti). A questo punto, togliere la carne dalla padella e farla riposare per 10 minuti in una placca.
Togliere le erbe aromatiche e, con la padel la ancora calda, cucinare i porcini tagliati a fette o a cubetti e a, metà cottura, salarli e aggiungere il burro. Sfumare con un po’ di brandy, avendo cura di spegnere il fuoco durante l’aggiunta e proseguire finchè non si sarà creata un cremina, aggiungendo se necessario un po’ di acqua. Aggiungere del pepe rosa e mettere da parte.
Autunno:
tempo di funghi! Gustosi, versatili, simbolo di questa stagio ne, la cui raccolta regala agli appas sionati un’occasione per fare delle passeg giate immersive tra i boschi. Il nostro Chef Wild Massimo Sella ci propone questa ri cetta in cui il filetto di maiale viene accom pagnato dai funghi porcini. Un consiglio: preferire sempre utilizzo di materia fresca, per esaltare i gusti e profumi dell’alimento.
È un piatto veloce da preparare e molto gustoso da mangiare. Oltre i porcini pos siamo utilizzare altri tipi di funghi, ad esempio finferli o tartufo o anche delle er bette, spinacino appena spadellato o del broccolo lessato e ripassato in padella con olio e aglio.
Ingredienti per 2 persone
• 500 gr di filetto di maiale
• 150 gr di porcini (meglio se freschi)
• 50 gr di olio
• 80 gr di burro
• 30 ml di brandy per sfumare
• 3 gr di pepe rosa
• 2 ciuffi di salvia e rosmarino
• 200 gr di cappuccio
• 70 gr carota
• olio, sale, pepe e aceto
Procedimento
Tagliare via dal filetto le parti nervose, sa lare e pepare la carne e lasciarla a riposare per 15 minuti a temperatura ambiente. Nel frattempo, tagliare finemente il cap puccio con l’aiuto di una mandolina e le carote a filetti, unirle insieme e insaporirle con il pepe, il sale, l’olio e l’aceto (piccola variante, si può aggiungere un po’ di ma ionese per creare un contorno più dolce e delicato). Lasciar macerare le verdure fino all’impiattamento.
Dopo che avrà riposato, passare il filetto ancora intero in forno già caldo per 3-5 minuti a 200 gradi (il tempo varia in base alla cottura che si vuole ottenere).
Presentazione
In un piatto adagiare una fetta di pane leg germente tostato in forno (questo servirà per assorbire i succhi della carne) e il fi letto di maialino sopra. Scaldiamo la sal sa con i funghi e la versiamo sul filetto. A parte, mettiamo l’insalatina di cappuccio e carota marinati. Si può decorare il piat to con qualche rametto di timo o salvia o rosmarino.
Colori & Sapori
Ogni spazio pubblicitario presenta informazioni per te. E’ anche un’occasione per conoscere i volti dei protagonisti di queste realtà imprenditoriali: persone che ogni giorno ti garantiscono professionalità ed attenzione, cura e assistenza. Progettiamo clienti soddisfatti Buonissimi piatti pronti da mangiare e con cui stupire Gastronomia ai Milanesi | Tel. 0445 361639 Thiene | Via del Costo 105 Amore e talento. In ogni giorno vediamo un nuovo motivo per esaltare i gusti della tradizione Ristorante da Riccardo | Tel. 0445 314694 Carrè | Via Val d’Assa, 31/33 Dal 1973 cuciniamo per passione Stagionalità e tradizione, gli ingredienti che non possono mai mancare nel nostro menù Ristorante Bel Sit | Tel. 0445 897006 Fara Vicentino | Via Reale 1 BONATO MACELLERIA 19 80 La macelleria storica di Malo: massima attenzione alla filiera e alla qualità Macelleria Bonato | Tel. 0445 605566 Malo | Piazza A. De Gasperi 14 Dal 1890 Cucina tipica della tradizione locale, casereccia ma ricercata Al Garibaldino | Tel. 0445 748023 Posina | Via Sareo 1 L’angolo dei Sapori ha una lunga storia. Una classica bottega di “casolin” aperta dai fratelli Berti nell’anno 1953 Gastronomia Berti | Tel. 0445 361525 Thiene | Viale Bassani 154
Le castagne
Se vogliamo essere amici della natura, comportamento corretto sarebbe di rac cogliere tutte le castagne e i gusci che si trovano per terra, compresi quelli dall’a spetto danneggiato: potrebbero essere stati attaccati da parassiti e quindi trasmette re malattie alle piante circostanti. Meglio prendersene carico e bruciarli o buttarli con la raccolta differenziata.
Evitare sacchetti di plastica, meglio un ce sto di vimini, che favorisce la traspirazione.
Rispettare le norme locali: il bosco è di tut ti e ci sono quantità massime di castagne che ciascuno può raccogliere, meglio in formarsi prima. Siate altruisti.
Come selezionare le castagne?
Chi,
pensando alle castagne, non si è immaginato in poltrona, ma gari con una copertina leggera a proteggersi dai primi freddi, con in ma no un bicchiere di vino novello? Simbolo dell’autunno, le castagne si raccolgono da fine settembre a novembre e si prestano, oltre che alle tipiche caldarroste, anche al la preparazione di dolci, primi e secondi carne, donando quel loro gusto intenso e inconfondibile.
Qualche curiosità scientifica: le castagne non sono un frutto secco, ma per l’esattez za un achenio contenuto all’interno di un riccio. Ogni riccio contiene nella maggior parte dei casi 3 castagne: come si diceva una volta, una al padrone, una al contadi no e una ai poveri. Inoltre, nascono dal ca stagno, pianta di origine mediterranea dal fusto imponente con una chioma ramificata che raggiunge altezze di circa 30 metri. Chi vuole andare a castagne, quindi, dovrà far lo in boschi di castagni a un’altitudine tra quella collinare e i 1200 metri al massimo.
La raccolta delle castagne è una bellissima opportunità di trascorrere giornate in fami glia a passeggiare in mezzo ai boschi che si
tingono dei colori dell’autunno. Andare per castagne è anche una buona occasione per trovare qualche fungo porcino. Si dice, in fatti, che dove c’è castagno c’è porcino.
Alcune regole per la raccolta:
La raccolta delle castagne riguarda i frutti già caduti dalla pianta: le castagne mature, infatti, ten dono a cadere (spesso con il guscio, anche se a vol te il riccio rimane sul ra mo), mentre quelle acer be rimangono attaccate.
Per questa ragione, è sconsigliata la pratica adottata da alcuni di scuote re i rami con un bastone, perché è invasiva nei confronti della pianta e per ché si rischia di far cadere dei frutti acerbi.
Sarebbe il caso di tornare nello stesso luo go ogni 3 giorni: la caduta delle castagne dalla pianta dura circa 30 giorni e i tempi di maturazione dei frutti sull’albero sono diversi. Così, c’è la possibilità ogni volta nuovi frutti.
A parte scartare quelle dall’aspetto che fa presumere siano danneggiate (quelle con fori, annerite, rinsecchite), c’è il caro vecchio trucco di prendere una bacinella d’acqua e immergervi le castagne raccolte: quelle buone rimangono sul fondo e quelle danneggiate saliranno in superficie.
Ed ora che avete le vostre castagne, sbiz zarritevi! Si possono consumare in molti modi, da sole come snack, come ingredien te di dolci e creme, sot to forma di farina, per preparare gli gnocchi e altri tipi di pasta fat ta in casa. Avete mai provato la combinazio ne con la carne? Se avete qualche ricetta da sugge rirci, scriveteci!
Sagre e feste dedicate alle castagne
Divertitevi a cercare, tra ottobre e no vembre, gli eventi che vedono le casta gne come protagoniste. Cogliamo l’occa sione per ricordare i marroni di Lugo di Vicenza che, insieme alle noci, sono pro dotto De.Co.
Tempo di raccolta e di feste e sagre dedicate a questo frutto simbolo dell’autunno
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La melagrana
Una pianta leggendaria, un frutto ricco di fascino, delle virtù nascoste. Amico anche della linea.
Daltardo autunno, fino all’inizio dell’inverno pochissimi frutti ar rivano a maturazione sulle nostre piante e fra questi vi è la melagrana. Una bella e struggente leggenda lega la mela grana al Calvario: un pio fedele di Cristo seguì il Calvario di Nostro Signore, rac cogliendo in un sacchetto di cuoio le goc ce di sangue che, sulla strada impolvera ta, cadevano. Nostro Signore ricambiò quest’atto d’amore tramutando, a ricordo, il sacchetto nel frutto del melograno, ove i chicchi sono le gocce del suo sangue… Ha avuto una storia bellissima, in gastro nomia e non solo, il melograno ed il suo stupendo frutto: sapete che Granada si chiama così proprio perché era zona di grande presenza del melograno?
Ha una storia millenaria quest’arbusto che non supera mai i 5 metri d’altezza e cre sce spontaneo in India, dalla Persia all’Af ghanistan. È citato più volte nella Bibbia, nel Cantico dei Cantici, come uno dei frutti della terra promessa ed era noto come pianta me dicinale dalle grandi proprietà terapeutiche e vermifughe. Si tro vano raffigurazio ni di Melograno già nelle tombe egizie del 2500 a.C. Della stupenda bellezza del fiore ne dà testimo nianza Carducci “..i bei vermigli fior..” ma la dava no anche le spose romane che adornavano i capelli come simbolo di fertilità e di ricchezza. Ed anche gli artisti la raffigurarono con grande importanza: da Raffaello che dipinse la Madonna del la Melagrana alla scultura di Jacopo del la Quercia dallo stesso nome. Moltissimi pittori del XV e XVI secolo dipingevano spesso una melagrana in mano a Gesù Bambino, dato il suo simbolo di fertilità In cucina questo frutto ha perso, progres sivamente, funzione. Era molto usata nel la cucina medievale: si mettevano i grani
interi nei ripieni, oppure se ne spremeva il succo da unire a salse o sughi o si usava come leggero acidificante al posto dell’a ceto. Veniva anche usato per aromatizzare il vino: il “vinum granatus” era una lec cornia da servire nei pranzi di corte. Ed il Tanara scrive (1654) “.. questo sugo serve ancor per salsa sopra diversi arrosti e pesci fritti, le grane regalano insalate, carni, pe sci, cosa già dette e ancor da dirsi..”
Al giorno d’oggi il succo della melagrana viene usata per gelatine, sciroppi (famosa è la granatina), bibite, marmellate, gelati e sorbetti ed in pasticceria. Importante è anche lo scopo decorativo dei semi.
Noi vicentini onoriamo ancora, in cucina, la melagrana, con la paeta al malgaragno. È da novembre che va cucinata, secondo un antico proverbio: “Co in novembre el vin nol xe pì mosto la paeta la xe pronta par el rosto”. Se fatta allo spiedo si irrora la paeta con il grasso che cade dalla leccarda e con succo di melograno, se fatta al for no si spruzza con succo della melagrana prima di metterla a cuocere e poi, di tanto in tanto, si bagna con il fondo di cottura.
Le interiora tritate, messe in un padellino con del burro, ro solate e cotte a fuoco dol ce con succo di mela grana divengono una salsa che accresce la bontà di un piatto che rappresenta la nostra terra e ha tra dizioni antiche.
Un’ultima curiosità: il frutto matura solo sulla pianta: non raccoglietelo spe rando che migliori sulla fruttiera in cucina!
DEDICATO AI GOLOSI
Mangiare melagrane certamente non vi farà disperare sulla bilancia, ricca di calo rie e di carboidrati una melagrana di 200 grammi fornisce solamente 70 kcal, poiché la parte edibile è solo il 59% e la difficoltà nel mangiarla funge da ottimo controllore della silhouette di tutti gli ingordi.
Colori & Sapori
I mercati di Campagna Amica Vicenza
Quantobello è andare per mercati, parlare con i produttori locali e scoprire i colori e profumi di sta gione? Perché la stagionalità è importante, così come lo è la provenienza. Per questo Coldiretti Vicenza ha preparato un volan tino informativo che potete trovare anche presso i banchetti dei contadini che espon gono i loro prodotti in giro per i mercati di Campagna Amica del vicentino. Si parla della stagionalità dei prodotti rac colti in campagna, mese per mese, con qualche consiglio per la conservazione di alcuni prodotti ortofrutticoli che possono essere conservati in magazzino o in frigo rifero per più mesi, tra cui patate, carote, cipolle e ancora mele, pere, kiwi e altri.
Cosa è di stagione a ottobre? Tante cose: zucca, radicchio, funghi, bietole, broccoli, cavolfiore, fagioli, sedano, finocchi, ancora qualche scampolo d’estate con pomodori, melanzane, peperoni e zucchine. La frutta vede protagonista uva e castagne.
Molti sono i mercati contadini della pro vincia di Vicenza, vi consigliamo, oltre a questo calendario, di andare sul sito di Campagna Amica o sulla pagina Facebo ok di Campagna Amica Vicenza. Ci sono
sempre tante bellissime iniziative per tutta la famiglia che consentono di avvicinare adulti e bambini all’agricoltura e far capire il lavoro che c’è dietro a dei prodotti realiz zati nel rispetto della terra.
Buon Autunno e buona spesa consapevole!
I MERCATI DI CAMPAGNA AMICA VICENZA
THIENE LOCALITA BOSCO LUNEDÌ 8:00-13:00
SCHIO STR. MARANESE, 7 (GIARDINERIA DRAGO) LUNEDÌ 15:30-19:00
VICENZA PIAZZA DELLE ERBE MARTEDÌ 8:30-13:00
MONTICELLO CONTE OTTO MONUM. DEI CADUTI VIGARDOLO (PARCHEGGIO ANTISTANTE) MARTEDÌ 7:30-13:00
CASTELNOVO DI ISOLA VICENTINA PIAZZA SAN VITALE MARTEDì 15:00-19:00
MONTECCHIO MAGGIORE PIAZZA CARLI MERCOLEDÌ 15:30-19:30
MAROSTICA PIAZZALE STAZIONE GIOVEDÌ 8:00-12:30
CREAZZO PIAZZA SAN MARCO VENERDÌ 8:00-12:30
MARANO VICENTINO PIAZZA SILVA VENERDÌ 8:30-12:30
SARCEDO PIAZZA MADONETTA VENERDÌ 8:00-12:30
MONTEGALDA PIAZZA GUGLIELMO MARCONI VENERDÌ 15:00-19:30
GRISIGNANO DI ZOCCO PIAZZA EUROPA UNITA
SABATO 8:00-13:00
MALO VIA PASUBIO 13 (CANTINA VITEVIS) SABATO 8:00-13:00
BASSANO DEL GRAPPA BORGO ANGARANO DOMENICA 9:00-13:00
VICENZA VIA PRATI DOMENICA 8:30-13:00
VICENZA MERCATO COPERTO VIA CORDENONS / STRADELLA DEL GAROFALINO
SABATO DOMENICA 8:30-13:30 9:00-13:00
Colori & Sapori