Colori & Sapori
Con il suo colore vivo e luminoso, la zucca è protagonista indiscussa della cucina autunnale e non solo...
La panà: i piatti del ricupero
Si preparava con il pane raffermo, perché buttarlo via era “peccato mortale”. Ora sta tornando di moda, con qualche variante... Caco: Benefici per la salute del corpo e della mente
I consigli per vivere alla grande l’autunno
La ricetta veneta del castagnaccio e il budino di castagne
“Suca Barùca” il ritratto dell’autunno
Colori & Sapori - Novembre 2022 - Allegato di La Piazza e
Lira&Lira
Novembre 2022 in Veneto - Viaggi, Sapori, Territorio
La panà i piatti del ricupero
Si preparava con il pane raffermo, perché buttarlo via era “peccato mortale”.
Ora sta tornando di moda, con qualche variante...
Pan, tanto el sior che el poareto te brama, ma par averlo gh’è chi pianxe e siga; sia maledeto quel che no te ama, sia benedeto chi par ti sfadiga!
Le ricette
tato di quella parte che non era stato pos sibile grattugiare per non condire la pana dela con… polvere di unghie.
Oggi la panà è ritornata di moda in mol ti ristoranti, specie nella zona della Val Le ogra, ma in edizione riveduta e corretta, perché non è più integrata con solo olio ma, secondo la stagione, vi si aggiungono fun ghi o verdure, e ciò è un esempio classico di innovazione dei piatti tradizionali per ade guarli ai gusti attuali. Altra maniera di rici clare il pane raffermo era quello di farne un dolce che, nella valle dell’Agno era chiamata Torta Moja e nella val Leogra Maccafame.
La preparazione era abbastanza semplice: si metteva in bagno nel latte del pane raf fermo e lo si lasciava finché si scioglieva amalgamandosi. Si aggiungevano allora uova, zucchero, frutta secca (uvetta, pino li, fichi e altro a piacere) in stagione anche qualche fettina di mela renetta, si insapori va con fettine di buccia di limone e con un bicchierino di grappa. Si poneva il tutto in uno stampo piatto, imburrato e cosparso di pan grattato, si infornava per una mez zora circa e si mangiava tiepido.
Così
si esprime il poeta sentimen tale Adolfo Giuriato in una poesia dedicata al pane ed al rispetto per tale alimento. Era, un tempo, opinione co mune che il pane fosse un dono di Dio e quindi sacro. D’altra parte fu proprio Gesù Cristo che, come narrano i Vangeli, prese il pane, lo spezzò e disse: “prendete e man giate, questo è il mio corpo”. Il pane non veniva quindi mai gettato ma, per dirla in termini moderni, riciclato. Il pane raffer mo serviva per fare un primo piatto molto in uso o per fare un dolce.
Il primo piatto era la cosiddetta Panà. Si metteva dell’acqua (o brodo se ce n’era) in una pentola di terracotta (il pignato), si immetteva il pane raffermo spezza to grossolanamente e si lascia va riposare perchè il pane si inzuppasse per bene, poi si faceva bollire perché amalgamasse per bene, si versava su piatti fon di e si cospargeva sopra un po’ d’olio (‘na croxe). Avendone la disponibili tà, prima di versare la panà nel piattio, si amalgamava un uovo
Io ricordo che gustavo moltissimo la crostina che si formava sul pignato, per ché, al contrario della panà che era mor bida, la crostina era croccante e scric chiolava sotto i denti. Una variante era la Panadela, dove il pane raffermo veni va grattugiato anziché spezzato: risultava più delicata anche se, ogni tanto, veniva in bocca un boccone di pane in pezzo, risul
Ricordo che a Schio, nell’anteguerra, il maccafame lo vendevano anche i fornai a fette, così come in Toscana si vende va il castagnaccio. Questo dol ce non ha niente a che fare con l’altrettanto famosa Putana, che si prepa ra con farina bianca e gialla e non con il pane raffermo.
Sono invece affini, in quanto comprendono il medesimo impasto, i Gno cheti de Pin tipici dell’alta val del Chiampo, solo che questi non vengono cotti in uno stampo da torta, ma foggiati a forma di pigna (da qui il nome pin)
Nonostante la semplicità dei suoi ingre dienti, la Panà è un piatto davvero buo no e saporito, ottimo nelle fredde serate invernali.
Colori & Sapori
Posto
Opera
Erica
Tempo
Ogni
Caffè con cucina in grado di soddisfare voglie dolci e salate anche al di fuori dell’orario di pranzo. Aperto dal lunedì al sabato dalla colazione all’aperitivo serale.
La cucina che proponiamo a QL è dinamica, trasparente ed innovativa: sono questi gli ingredienti su cui si fonda la ricetta del nostro ristorante con enoteca a Thiene.
QL
Menù
Amiamo i sapori della natura e la tradizione dei nostri luoghi. Proponiamo piatti sempre di stagione legando al gusto e alla tipicità, fantasia e ricercatezza.
Al Braglio
Macafame
| Tel. 0445 714349 Zanè | Via Monte Pasubio 224
Tradizione Tecnica “L’obiettivo comune è quello di produrre cibo eccezionale, superare le aspettative dell’ospite e creare un senso di orgoglio”
Terza | Tel. 349 315510 Zanè| Via Monte Grappa, 70
ideale per chi vuole soggiornare in una location rilassante e rigenerante ma vicina alla vita del paese e alla natura dell’Altopiano.
Relax Hotel | Tel. 0424 46113 Asiago | Via Garibaldi, 55
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enoteca ristorante | Tel. 0445 1850097 Thiene| Via Francesco Foscari, 5 Progettiamo clienti soddisfatti
La ricetta veneta del castagnaccio
Undolce antico e semplice che fino a pochi decenni fa veniva vendu to sui banchetti nelle piazze, for se immeritatamente caduto in disuso, mai dimenticato.
Nato dall’unione di acqua e farina di casta gne, questo dolce povero è ricco di valori nutritivi ed era considerato un alimento scacciafame. Nel corso dei secoli con l’au mento del benessere, ha beneficiato di in gredienti come uvette, gherigli di noce, zuc chero e latte, molto preziosi nell’antichità.
Ingredienti
• 250 g di farina di castagne
• 350 g di latte scremato
• 50 g di pinoli
• 1 rametto di rosmarino
• 50 g di uvetta
• 50 g di gherigli di noci
• 1 pizzico di sale
• 50 g di zucchero
• 25 g di cacao amaro
• 20 g di olio extravergine d’oliva
L’ingrediente segreto del castagnaccio...
Il rosmarino è una pianta dall’azione afro disiaca, è considerata la pianta balsamica per eccellenza conosciuta ed utilizzata fin dai tempi più antichi. Una romantica leg
Budino di castagne
Innanzitutto mettete a bollire le castagne in una pentola con un coperchio per circa 30 minuti.
Una volta cotte, scolatele e tenetele da par te in una ciotola coperte; in questo modo, grazie al vapore il rivestimento esterno si ammorbidirà e potrete sbucciarle più fa cilmente.
genda narra che aghi di rosmarino utiliz zate per profumare il castagnaccio costitu issero un potente elisir d’amore: il giovane che avesse mangiato il dolce offertogli da una ragazza, si sarebbe subito innamorato di lei e l’avrebbe chiesta in sposa.
Reidratate l’uvetta, tritate grossolanamen te i gherigli delle noci, e sfogliate il rosma rino fresco.
In un contenitore capiente, setacciate la fa rina con il cacao, lo zucchero ed il pizzico di sale. Mescolate poco alla volta il latte fi no ottenere un composto omogeneo, uni te ¾ di gherigli di noce, ¾ di pinoli, ¾ di uvetta.
A questo punto oliate una tortiera bassa tonda del diametro di 30 cm e versate l’im pasto avendo cura di livellarlo.
Cospargete la superficie con i pinoli, le no ci e l’uvetta che avrete tenuto da parte. In fine aggiungete anche gli aghi di rosmari no e un filo d’olio evo.
Fate cuocere in forno statico preriscaldato a 195° per circa 35 minuti fino a comple ta doratura, sfornate e lasciate raffreddare.
Ingredienti dosi x 6 porzioni
• 1 kg di Castagne
• 500 g Latte intero
• 50 g Zucchero
• 260 g Panna fresca liquida
• 150 g Cioccolato fondente
• 8 g Gelatina in fogli
• 30 g Cioccolato fondente (per decorare)
Una volta tiepide, sbucciatele togliendo anche la pellicina e versatele in una pen tola, aggiungendo il latte. Cuocete a fuoco moderato per almeno un’ora.
Trasferitele in un passaverdure e passatele fino a ridurle in purea. Mettete in ammollo in acqua fredda la colla di pesce per alme no 10 minuti.
Tritate il cioccolato fondente, trasferite di nuovo in un tegame la purea di castagne e aggiungete la panna fresca e lo zucchero e fate cuocere a fuoco dolce. Unite il ciocco lato fondente tritato, mescolate per farlo sciogliere, poi con un frullatore ad immer sione frullate il composto fino ad ottenere una consistenza cremosa e liscia.
Strizzate quindi la colla di pesce, versatela nel composto mescolate con la frusta fino a quando si sarà sciolta completamente, quindi spegnete il fuoco.
Riempite i vostri stampini, lasciateli intie pidire a temperatura ambiente e poi ripo neteli in frigo per circa 2 ore. Con un pelaverdure grattugiate il ciocco lato fondente sopra i budini per decorare.
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I consigli per vivere alla grande l’autunno
Adegua la tua alimentazione
Sui banchi degli alimenti freschi arriva no nuova frutta e verdura, scegli prodot ti di stagione, cerca qualche nuova ricet ta da preparare e sperimenta nuovi piatti veloci da poterti portare anche in ufficio. L’autunno è tempo di funghi, risotti e zup pe calde, appena hai un po’ di tempo sele ziona le ricette che ti piacerebbe provare e dedicatici appena possibile. Puoi anche organizzarti per sfornare dei fragranti bi scotti insieme ai tuoi bambini, una sana attività da fare quando fuori piove.
Rinforza le difese immunitarie
Prima dell’inizio dell’autunno ricorda di dare una mano al sistema immunitario così da prevenire influenza, mal di go la e raffreddore. Ottimi i prodotti omeo patici che si prendono settimanalmente da settembre fino a marzo e poi non farti mancare spremute di agrumi e qualche in tegratore a base di echinacea.
Inventati dei nuovi giochi
Siamo
già da un po’ ritornati dalle va canze estive, è ricominciata la rou tine lavorativa e anche i figli hanno affrontato il tanto temuto rientro a scuola. Ecco che il caldo comincia a lasciare spa zio a giornate più fresche e ventilate, i co lori cambiano e anche la luce comincia a farsi meno intensa. Arriva così l’autunno, preludio della stagione fredda, che ci co glie sempre con un po’ di malinconia per le sue giornate corte e piovose.
Come in tutte le cose quello che fa la dif ferenza è la volontà di affrontare la gior nata con spirito di iniziativa e buonu more: freddo, vento e giornate buie non possono niente contro di loro! Allora non facciamoci prendere dall’abbat timento ma viviamoci alla grande anche questo periodo dell’anno che, se preso nel la maniera giusta, ha in serbo per noi delle belle sorprese.
Cominciamo quindi col darvi le nostre dritte per affrontare al meglio questa bella stagione.
Ricomincia ad allenarti Durante l’estate sei stata pi gra oppure sei stata vitti ma del rientro? Scrolla ti di dosso la pigrizia e ricomincia a met tere in moto il fisi co. Se ti piace la cor sa approfitta ancora delle belle giornate e se prendi un bel ritmo continuerai a fare attività fisica anche d’inverno, sem bra impossibile ma non ne potrai più fare a meno!
Se pensi di non farcela fai jogging con un’amica, in due è più facile non mol lare!
Se invece ti piace di più la palestra appro fitta di questo periodo per sperimentare nuovi corsi o nuovi posti dove allenarti: ad inizio autunno tante strutture offrono lezioni gratuite e potrai così scegliere l’at tività che ti stimola di più, non fossilizzarti sulle stesse cose!
Cominciano le giornate più fredde e spes so anche piovose ma questo non deve sco raggiarti! Se riesci ugualmente ad usci re inventa qualche nuovo gioco o trova qualche lavoretto da fare insie me ai tuoi bambini! Se hai un cane prendi l’abitudine di portarlo fuori con lo ro in modo da non far mai mancare del sano movimento, sia a bam bini umani che pelosi! Riduci finché puoi la combo “divano + tv”, è un abbinamento delete rio sempre ma, visto che ci sarà l’inverno ad incentivarlo, cerca di attivarti in altra maniera ora che il tempo te lo permette.
Non rintanarti in casa
Se sei meteoropatica o pigra di natu ra avrai la tentazione di startene a casa al calduccio a guardarti un film. Sbaglia to! O meglio... giusto se lo fai solo qualche giorno, se invece è la normalità non va be ne. Se hai un’amica dinamica fatti coinvol gere in qualche corso di cucina, di ballo o anche di recupero mobili, purché tu esca!
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Caco: Benefici per la salute del corpo e della mente
Energizzante e rivitalizzante
Il caco, grazie all’alto contenuto di zucche ri e potassio, è un frutto che apporta il giusto fabbisogno energetico. Il suo consu mo è consigliato, infatti, a coloro che sof frono di stress psicofisico oppure di inap petenza. L’apporto energetico immediato è dovuto alla facile assimilazione degli zuc cheri semplici contenuti nei frutti, che si rivelano un toccasana per gli sportivi o per chi svolge attività che richiedono un gran de dispendio di energie.
Combatte il colesterolo
Si sa che la concentrazione di colesterolo LDL nel sangue è pericolosa per la salute. A tal proposito, uno studio del 2013 conferma che il consumo dei cachi contrasta l’iper colesterolemia. La ricerca si è basata sulla somministrazione delle fibre contenute nei cachi, per 3 volte al giorno e per un totale di 12 settimane. Il risultato è stato che, nei partecipanti, il colesterolo LDL, si è ridotto considerevolmente. A conferma di ciò, an che un ulteriore studio israeliano condotto sui ratti, ha determinato lo stesso risultato.
Addio gastrite
Utili anche per chi soffre di gastrite, i ca chi possono essere consumati senza alcu
na controindicazione. Non essendo acidi, una volta ingeriti, la loro polpa agisce po sitivamente sui succhi gastrici.
Rafforza il Sistema Immunitario
La vitamina C e la provitamina A conte nute in questi frutti, tendono a rafforzare e proteggere il sistema immunitario.
Amico della Pelle
La presenza di licopene e di vitamina C permette alla pelle di mantenersi elasti ca e tonica e contrasta gli ineste tismi dovuti all’invecchiamen to cutaneo. La polpa dei cachi può diventare protagonista di trattamenti di bellezza: basta, infatti, cospargere il viso con quella più matura e lasciare agire il frutto per circa 10 minuti, tempo tra scorso il quale si può procedere al risciacquo.
Antiossidante
Ricchi di flavonoidi, di polifenoli, di acido gallico ed epicatechina, i cachi hanno un ottimo potere antiossidante e, grazie alla presenza dell’acido betulinico, hanno pro prietà anti tumorale
Anche la vitamina C contribuisce all’atti vità antiossidante e aumenta la resistenza dell’organismo contro influenze e virus va ri e contrasta l’attività dei radicali liberi, proteggendo l’organismo dalle malattie co me i tumori, diabete e patologie cardiache.
Antinfiammatorio
Nel frutto è contenuta anche la catechi na, sostanza dal potere anti infiammato rio, anti infettivo ed anti emorragico. Altro studio – della durata di 8 settimane – con dotto su persone obese, ha rile vato che l’integrazione di 500 mg di vitamina C, sommi nistrata per 2 volte al gior no, riduce notevolmente l’infiammazione, grazie anche alla presenza di Vi tamina E, flavonoidi e ca rotenoidi.
Digestione
L’elevato contenuto di fibre alimenta ri aiuta l’organismo a lavorare il cibo in modo più efficace, con la conseguente sti molazione dell’intestino e l’aumento della produzione dei succhi gastrici.
Ottimo nella prevenzione su costipazione e diarrea, il caco – consumato giornalmen
Colori & Sapori segue a pag. 78
te – regolarizza il sistema digestivo e pre viene il tumore al colon retto.
Abbassa la pressione Sanguigna
Il potassio, oligoelemento presente in buo ne quantità in questo frutto, ha proprietà vasodilatatrici che consentono – attraver so il rilassamento dei vasi sanguigni – un maggior afflusso di sangue in varie parti del corpo. Di conseguenza, l’effetto è quel lo di abbassamento della pressione arte riosa, con conseguente normalizzazione.
Circolazione Sanguigna
Oltre ad abbassare la pressione, i cachi ap portano benefici anche alla circolazione del sangue. La presenza del rame, infatti, è essenziale per la produzione dei globuli rossi. Un aumento dei globuli rossi nel
la circolazione sanguigna ha diverse pro prietà benefiche: migliora la funzione co gnitiva, il tono muscolare, la riproduzione cellulare e per i livelli energetici del corpo.
Salute del Cuore
Le malattie cardiache sono la principale causa di morte nel mondo, e una alimen tazione scorretta potrebbe rappresentare un fattore di rischio per l’attività cardia ca. I nutrienti presenti nei cachi – in ab binamento anche ai flavonoidi – rendono questi frutti potenziali alleati della salute del cuore
Uno studio scientifico, condotto su 98.000 persone, ha rilevato che chi consumava i flavonoidi in buona quantità, riduceva del 18 % il rischio di morte per problemi car diaci.
Marmellata di cachi fatta in casa
La Marmellata di cachi è una confettura deliziosa, dolce, corposa dalla consisten za burrosa, perfetta da spalmare su fette biscottate, ma anche per realizzare cro state, farcire torte, dolci e guarnire gela ti, ma anche per accompagnare formaggi stagionati e da regalare!
La Ricetta è molto semplice e veloce uni ca attenzione: utilizzate cachi morbidi o semi morbidi, da quelli rossi ai cachi me la. I cachi vaniglia sceglieteli solo se sono belli maturi! Non utilizzate quelli che si spappolano la marmellata risulterà ecces sivamente acquosa e avrete difficoltà a far la addensare sul fuoco.
Una volta spellata la frutta, basterà mari narla con buccia e succo di limone e poco zucchero. Vista la dolcezza dei frutti, ho ridotto al minimo indispensabile l’utilizzo dello zucchero! Il tempo di addensarsi sul fuoco e la Marmellata di cachi è pronta per essere messa in vasetti! Il risultato è stato davvero delizioso! Seguite procedimento passo passo e tutti i consigli e vedrete che golosità di Marmellata di cachi verrà fuori!
Tempi di preparazione
Preparazione 10 minuti Cottura 30 minuti
Benefici alla Vista
È stato dimostrato che i composti antios sidanti presenti nei cachi apportano bene fici alla vista: la vitamina A provvede al rallentamento
della degenerazione maculare, della cata ratta e della cecità al crepuscolo. Uno stu dio condotto su oltre 100.000 persone ha rilevato che, tra i partecipanti, chi ha con sumato quantità più abbondanti di luteina e zeaxantina, ha ridotto del 40% il rischio di sviluppare la degenerazione maculare.
Una dolce dieta
Nonostante la polpa dei cachi sia dolcissi ma, i kaki sono consigliati dai nutrizionisti a tutti coloro che seguono regimi ipocalo rici. Ogni 100 grammi di prodotto edibili conta solamente 70 calorie
Ingredienti
Quantità per 2 vasetti da 350 gr
• 1 kg di cachi
• 300 gr di zucchero semolato (va bene anche zucchero di canna)
• 1 mela piccola
• 1 limone e mezzo
• vaniglia
Come fare la Marmellata di cachi Prima di tutto, sterilizzate i vasetti. Poi sbucciate i cachi, inseriteli in una pento la con la mela a pezzettini, lo zucchero, va niglia, la scorza dei limoni e il succo filtrato:
Ponete su fuoco e cuocete a fuoco lento per circa 20 minuti. Il tempo può variare a seconda del tipo di frutto.
Trascorso il tempo indicato, vi trovere te un composto a pezzettoni a tratti cre moso. Eliminate le bucce:
Frullate la marmellata di cachi con un pas saverdure. Riponete su fuoco ad addensare ancora 5 – 10 minuti:
Adagiate in vasetti sterili, fino ad un cen timetro dal collo del barattolo, richiudete con tappo twist off e capovolgete affinché si formi il sottovuoto
Lasciate raffreddare capovolti per 4 – 5 ore. Ecco pronta la vostra marmellata di ca chi!
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“Suca Barùca” il ritratto dell’autunno
Con il suo colore vivo e luminoso, la zucca è protagonista indiscussa della cucina autunnale e non solo...
Le zucche sono approdate in Europa nel XVI secolo, dopo una lunga navigazione che le ha viste salpare dall’America latina, ove erano coltivate già 10.000 anni fa.
Le varietà
Le zucche sono degli ortaggi tipicamen te autunnali, di dimensioni e peso molto variabili, possono pesare dai pochi etti al le centinaia di chilogrammi: il più grande mai coltivato pesava ben 495 chili. Presentano una scorza coriacea, quasi le
gnosa, che può avere diverse tonalità, dal verde, anche variegato, al giallo, all’aran cione, al bruno-rossiccio.
Qualità e benefici
Il frutto contiene un’elevata percentuale d’acqua, è ricco di betacarotene, sali mi nerali (fosforo in particolare), e una discreta quantità di vita mina B, C e potassio Rafforza le difese immu nitarie , favorisce il ri cambio e rallenta l’in vecchiamento della pelle, mentre la polpa risulta rinfrescante, lassativa e diuretica.
Un alimento ideale per la die ta, poiché non fa certo ingrassare, basti pensare che un etto di polpa svilup pa meno di 20 calorie, appena un decimo rispetto a quelle di una banana…
Un frutto delizioso, digeribile e nutrien te che si conserva a lungo, purché venga conservato in un luogo fresco.
Per beneficiare appieno delle sue proprietà è bene mangiarla cruda: tagliata a dadini, mescolata ad altre verdure di stagione; i più schizzinosi avranno da ridire per il gu sto simile al melone, ma in questo modo se ne mantengono inalterate le proprietà.
Della zucca è commestibile praticamente tutto: frutti, fiori, estremità erbacee e se mi
La storia
La zucca tipica del nostro territorio è la gialla “suca baruca”, deve il suo nome alle protuberanze di cui è cosparsa, ed è quel la che, ai tempi della Serenissima, veniva cotta al forno e venduta per le strade di Venezia
Per i primi periodi la zucca fu consumata esclusivamente dai contadini, che potevano così avere a disposizione un ortag gio fresco anche durante i fred di mesi invernali, e dagli ani mali, a cui erano riservate le qualità più grossolane.
Oggi invece, grazie al suo sapore delicato, i suoi colori e la sua versatili tà nell’abbinarsi in mille ricette, spicca nei migliori piatti della nostra cucina.
In cucina
L’utilizzo della zucca in cucina era quanto mai vario, anche la semplice cottura in ac qua, nel forno della cucina o sotto la cene re del camino, creava un piatto in qualche modo speciale per la sua morbidezza e il suo gusto dolce.
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Le minestre autunnali per eccellenza era no “risi e suca”, dove la zucca fondendosi nel brodo creava una crema, e il “mine stron de suca” in cui patate e zucca sostitu ivano i consueti fagioli. Un piatto partico lare era la “mosa”, zucca e latte si univano, plasmando una delicatissima crema, a cui si poteva aggiungere della farina di mais per creare una morbida polentina.
Un primo asciutto e molto gustoso sono i prelibati “gnochi de suca”, dove la polpa e la farina bianca formano un impasto da far colare in acqua bollente con l’aiuto di un cucchiaio.
Dolci e creatività
La zucca dimostrava una particolare vo cazione anche nella preparazione dei dol ci: le “fritole de fiori de suca” nel pieno dell’estate, e la “torta de suca baruca” tipi ca dell’inverno. Anche i semi, dopo essere stati tostati al forno e salati, diventavano una ghiottoneria delle lunghe giornate in vernali.
Poi via alla fantasia, protagonista in zup pe, al forno, bollita, stufata o come ingre diente di pizze, tortelli, torte e gnocchi.
Consigli utili
Perché una zucca sia fresca, matura e so da, dovrà avere una buccia pulita e senza ammaccature, e colpendola leggermente dovrà emettere un suono sordo.
Il Rinascimento della Zucca
Da prodotto povero a protagonista in discusso delle tavole dei migliori risto ranti. Questa cucurbitacea, dalle strane forme e dalla polpa soda di color giallo arancio, sta divenendo sempre di più la protagonista delle tavole autunnali. Me rito di quel suo sapore dolce e della sua versatilità, che la rendono un ingredien te prezioso per molti piatti della stagione fredda.
Originaria dell’America centro-meridio
nale, dove era conosciuta già dal 1200 a.C., la zucca raggiunse l’Europa solo nel XV se colo. All’inizio cresceva spontanea lungo i corsi d’acqua o nei ritagli degli appezza menti destinati ad altre attività produttive.
A partire dal 1700 iniziò a diffondersi come coltura vera e propria nelle campa gne padane, grazie all’estensione delle aree coltivabili e alla bonifica delle paludi. La possibilità di consumare questo ortaggio
“senza gettare via nulla” lo rese ben presto un simbolo di abbondanza ed una fonte di sostentamento per le famiglie meno ab bienti tanto da essere considerato la “car ne dei poveri”. Era sicuramente un’ottima riserva alimentare nei periodi di carestia, ma anche nutrimento per gli animali, in particolare i suini.
Sarà per questa tradizione, che la vede ancorata per secoli ad una condizione di fame e miseria, che la zucca sta trovando solo negli ultimi anni una degna valoriz zazione dal punto di vista gastronomico ed una riscoperta delle sue proprietà.
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