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Quanto piacciono i quattro salti in ...padel
In meno di due anni il mix di passione e curiosità sta coinvolgendo decine di altovicentini tra neofiti, amatori e atleti che si convertono a uno sport di racchetta che sta conquistando adepti ovunque. Anche a genere e al livello di gioco dei “padelmaniaci” reclutati, la dice lunga: qui il “conto” di chi lo pratica ha superato i 4 milioni.
Cifre lontane ma attenzione che la crescita esponenziale “seminata” nel periodo pandemico non può che sbalordire: 8 mila oggi i campi in Italia, dieci volte tanto rispetto a 5 anni fa.
Parole e numeri certificati dal massimo organismo mondiale in materia di padel. Perfino il vertice ha mutato la sua denominazione storica da Fit a Fitp, un passaggio epocale: ora si parla Federazione Italiana Tennis e Padel.
Anche qui, oltre a chi ha investito di tasca propria nell’allestimento di campi in padiglioni, capannoni industriali o spazi all’aperto, ha annusato l’affare.
Chi ci ha creduto per primo? Imprenditori, certo.
Chi ci ha giocato per primo? Più i calciatori, magari ex atleti, sono annoverati tra i “convertiti,” come confermano un po’ tutti i gestori dei circoli e Asd.
Alla faccia di chi pensava che una “costola” di tennisti annoiati avesse virato sulla versione di coppia più a portata di mano. E di racchetta.
Pochi sanno tra i padellisti, poi, che il presidente della Federazione Internazionale Padel è un italiano: dal 2018 Luigi Carraro guida la Fip nonostante i mostri sacri del passato e del presente siano di nazionalità spagnola e argentina. Nazioni leaders per campioni, per diffusione e per strutture. Cosa serve per cimentarsi? Abbigliamento sportivo, quattro amici o anche no, le pale (i centri sportivi le noleggiano a prezzo modico) e bisogna premunirsi di visita medica valida, anche non agonistica.
Un consiglio? Giocare con avversari e compagni più o meno dello stesso livello: così il divertimento è garantito.
Se è vero che un po’ di diffidenza e di “resistenza” dei puristi del tennis rimane, ma è chiaro che il padel sta attirando coma mo’ di calamita non solo gli emuli dei vari Federer (ora in pensione), Nadal o Djokovic in scala ridotta, ma di tutto un po’.
In Alto vicentino il “servizio vincente” lo ha confezionato Padelspot di Schio, in via dell’Industria, il primo centro ad aprire i battenti in zona. Era il 15 gennaio 2022. Oggi conta circa 450 associati ad alternarsi sui tre campi al coperto. Cinque i soci a investire – c’è anche il biancorosso Michele Cavion - intorno all’idea di Mauro Zironelli, allenatore di calcio ed ex calciatore “pro”. A lui e al suo staff, dunque, il merito di averci creduto per primi. “Oggi si può dire così – spiega “Ziro” - ma muoversi ai tempi del lockdown con poche certezze e rischi dietro l’angolo, non era scontato, ci siamo assunti un rischio. Le nostre previsioni sono state più che indovinate, partendo dalla convinzione che il padel potesse attira- re davvero tutti, dai bimbi ai pensionati. A questo aggiungiamo che ci siamo informati su quanto stava accadendo in Spagna, dove i tesserati del padel superavano quelli del tennis, e l’onda lunga di questo entusiasmo è arrivata, come avevamo previsto, fino a qui”. Sempre a Schio in via Tito Livio sono stati inaugurati a inizio 2023 due campi outdoor, gestiti dal Tennis Club, e lo stesso vale per la “coppia” battezzata a Thiene al Circolo Tennis.
Qui i primi “a cielo aperto”, inaugurati –sono due - nel maggio 2022 e subito presi d’assalto. Un terzo esempio, più recente, a Zugliano. Di fatto “testato” da un paio di mesi dagli associati ma con inaugurazione a metà maggio.
“Ora inizia il banco di prova ufficiale – confida Giuseppe Polga, presidente del circolo in via Libertà -, da adesso in poi vedremo se alla curiosità seguirà un afflusso di praticanti con la bella stagione, trattandosi di due campi esterni”.
Un altro polo che si sta consolidando è Padel Sport Villaverla (in via Firenze), sorto in tempi rapidi su iniziativa dei fratelli Michele e Luca Spinella e con il giovane Matteo presenza fissa a contatto con gli utenti. Primi “pertre” il 25 settembre 2022, giusto in tempo per l’autunno con tensostruttu- ra su due court affiancati. In nove mesi di attività “partoriti” già 220 soci.
“Superate le aspettative da ogni punto di vista - ci spiega il terzo dei citati -, è un risultato già importante, tanto che risulta a volte difficile accontentare tutte le richieste. Abbiamo puntato sui tornei interni, sul circuito Raft Padel una sorta di community di appassionati - e soprattutto sulla volontà precisa di creare un luogo di socialità oltre che di sport”.
Oltre a chi ha già investito nel padel da queste parti e traccia già i primi bilanci c’è chi si apposta sui blocchi di partenza.
È il caso, e si torna a Thiene, di Arena Padel Academy Club, la cui apertura è imminente (entro metà giugno) in via Foscari.
Tre i campi al coperto qui, a un tiro d’arco dal casello dell’A31, con la famiglia Furia a lanciare la propria posta.
“Finalmente ci siamo – racconta Simone, con il padre Giampaolo imprenditori nel ramo alimentare del caffè in capsula -, l’idea era in circolo già dal 2019 sia da appassionato di questo sport, visto che lo pratico, sia come investimento con una visione d’insieme ben precisa: Arena Padel vuole diventare un punto di riferimento per chi vuole puntare alla qualità, al bel gioco, in una struttura che ancora mancava: una
Attualità
academy appunto. Non vediamo l’ora di iniziare”.
Un po’ come tutti i mille e passa altovicentini pronti alla “battuta”, e va bene anche se ci sarà da ridere nei primi scambi da neofiti. Per migliore c’è tempo. E ora anche gli impianti. ◆
Omar Dal Maso
Primavera con “rivoluzione” sul fronte del conferimento dei rifiuti: in città sono andati in pensione i due “piccoli” ecocentri per lasciare spazio al nuovo centro comunale unico di raccolta inaugurato in via Renier, in quarta zona industriale.
Il nuovo “polo unificato” vale un 45% in più rispetto alla somma dei due dismessi in termini di superficie, che supera ora i 5 mila metri quadrati. un fattore che permetterà di “allargare” le maglie dell’utenza presente in concomitanza a 16 persone come limite massimo.
Dell’impianto da poco inaugurato si parlava da anni a Thiene, ma è dai primi giorni del 2020 che il patto sottoscritto tra Comune e Ava ha dato il via ufficiale all’iter, con il primo studio di fattibilità.
A distanza di poco più di tre anni, infine, il successivo progetto ha preso corpo fino all’ultimazione recente. L’inevitabile “rallentamento” sulla tabella di marcia dovuto alla pandemia Covid-19 ha diluito la prima fase, per poi dal settembre 2021 passare a quella esecutiva con previsioni di un milione di euro circa sul capitolo dei costi, da ripartire tra i due enti, quasi alla misura del 50%. Al termine dei lavori l’importo complessivo è stato di 971.300 mila euro, di cui 471.350 euro a carico di Ava e 499.950 euro a carico del Comune di Thiene.
Svariata la tipologia dei materiali da conferire qui: dalle ramaglie a agli elettrodomestici, passando per gli oli inerti, i vetri di serramenti, i medicinali, le batterie per auto. Novità assoluta il box destinato ai rifiuti tessili. Da segnalare, tra le altre migliorie introdotte, che le aree di prelievo rifiuti da parte degli operatori interni saranno separate dalle aree di conferimento degli utenti, permettendo così una gestione della logistica migliore sotto l’aspetto funzionale, dato che lo scarico di rifiuti dall’alto potrà essere svolto senza necessità di far manovre di retromarcia, contrariamente a quanto accadeva in precedenza.
Un sistema moderno di videosorveglianza interno, aggiornato agli standard attuali di sicurezza antincendio, è uno tra i tratti