Il baccalà Attraverso i secoli da Martin Lutero ai giorni nostri. Storia di un piatto della gastronomia vicentina Birra e baccalà? Si può fare! Uscendo un po’ dai luoghi comuni, si può osare anche un abbinamento per nulla scontato Il Mais Marano Ambrata Perla Vicentina L’uva Il frutto autunnale per antonomasia Per monti e per funghi Un ingrediente umile, ma preziosissimo Il più nobile prodotto della terra Usi, costumi e credenze sul tartufo. Da sempre il cibo dei banchetti più ricchi e opulenti Colori & Sapori - Settembre 2022 - Allegato di La Piazza e Lira&Lira Colori & Sapori Settembre 2022 in Veneto - Viaggi, Sapori, Territorio
Un ingrediente umile, ma preziosissimo
Prezioso e umile Si presta ad una gamma sconfinata di usi e consumi. Profuma le salse ed i condi menti, gli intingoli di tutte le preparazio ni, si unisce ai piatti di alta aristocrazia o a quelli popolari come zuppe e minestre, frittate o arrosti. Ma c’è di più: lo secchi, lo riduci in polvere che potrai usare in un mare di piatti, lo metti sott’olio, lo spo si con aglio e prezzemolo senza danneg giarlo. A volte non devi neppure cuocerlo, ba sta affettarlo e sposarlo con scaglie sotti li di grana padano, adagiarlo lieve su un carpaccio di carne. L’importante è che vi sia un filino d’olio, un pizzico di sale ed un’avarissima presa di pepe bianco appena macinato. Null’altro. Riconoscerli è fondamentale per poterli degustare I funghi riempiono, ogni anno, scaffali di librerie perché, nonostante vi sia già una sterminata moltitudine di libri sull’argo mento, non si è mai giunti alla fine. Così dalle riviste di settore, di gastronomia, ai testi di cuochi importanti, da “luminari” della micologia a dilettanti, gli scaffali del le librerie sono piene di testi che fornisco no le più diverse informazioni. Ed una ra gione più che valida esiste: non c’è altro modo di stare sicuri circa la velenosità dei funghi che conoscerli. Non c’è cuc chiaio d’argento o d’oro che annerisca, non serve a nulla mettere un oggetto di ferro durante la cottura, non serve mettere un pezzo di pane o aglio (secondo le usanze francesi) durante la cottura, per determi narne la velenosità. Bisogna conoscere, fra le tremila specie presenti in Europa, quel la sessantina che dona solo piacere e non mal di pancia, o peggio.
Così, quelli che sono considerati i te sti “sacri”, quelli di Fernando Raris, del Cetto, della stupenda associazione della Bresadola, assurgono a veri “vangeli” di sicurezza.
Funghi preziosi ed umili, che tendono ad occultarsi, a vivere nel silenzio magico del bosco, che quasi impaurisce con le sue ombre ed i suoi fruscii, o sui verdi prati al confine del verde, a mostrarsi solo all’ulti mo istante, a dare il senso di una conquista che è insostituibile.
Per monti e per funghi Colori & Sapori
Tra poco arriva l’autunno, quella che tradizionalmente è la stagione dei funghi. E sarà festa. Durante le va canze di agosto, i monti sono stati percor si come ogni anno da cercatori accaniti (non sempre “acculturati” quanto si do vrebbe per rispettare l’habitat), ma anche noi “cittadini”, con sempre più facilità, tro veremo funghi ovunque. Fruttivendoli, su permarket, bancarelle ci permetteranno di comprare sia quelli che sono considerati funghi di serie A (porcini ed ovoli, fin ferli), sia gli altri che, in realtà costituisco no un cocktail, il “misto”, che meraviglio samente è equilibrio di profumi e sapori. Così, questo squisito complemento a menù importanti, pregiato piatto di mezzo, ricer cato contorno si presenta in tavola nel men tre l’autunno mostra i suoi colori, fra il gial lo ed il rosso delle vigne e dei boschi. Ed ecco, fra i tanti miracoli della natura, pro prio quando ci si sta preparando all’inver no, l’abbondanza dei funghi, questa “carne del bosco”, ricchissima di proteine, dieteti camente eccezionale per le pochissime ca lorie, che ignora completamente i grassi.
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L’uva
Con l’avvento dell’Impero Romano, la viti coltura e la vinificazione si affermarono in tutta Europa raggiungendo Francia, Spa gna e persino l’Europa settentrionale. Mol tissimi erano i vini prodotti nel bacino del Mediterraneo: bianchi, rossi, secchi, ab boccati, leggeri e pesanti a bassa e ad alta gradazione alcolica; nella Roma Imperiale se ne contavano ben 140, provenienti da tutte le province. Con la caduta dell’Impero, nei secoli duri e bui del Medioevo, la vite subì una forte invo luzione e fu confinata quasi esclusivamen te all’interno dei monasteri: delle piccole oasi di pace dove si continuò a coltivarla.
T ra i filari carichi dell’asprigno pro fumo dell’uva matura, tinta dal so le ancora estivo, presto comparirà un’allegra e scherzosa brigata, armata di ti ni e mastelli, alla raccolta dei succosi grap poli. Settembre è il mese della vendemmia, il cerimoniale in cui il lavoro manuale del vignaiolo si trasforma in rito sacrale, a co ronamento di un anno di lavoro e di preoc cupazioni.
Una nostra specialità Diffusa in più di 40 Paesi al mondo, vede più della metà della produzione mon diale in Europa . I vitigni italiani sono un patrimonio d’uve unico al mondo con ben 300 varietà di vitigni per una superfi cie vitata di circa 650.000 Ricchezzaettari. che non ha eguali: basti pensare che la Francia conta poco più di 40 varietà di vitigni. “L’uva altro non è - diceva Gioacchino Rossini - che vino in pillole”. La sua diffusione nel Mediterraneo La sua comparsa in Italia è avvenuta venti secoli prima di Cristo per opera dei Fenici, che iniziarono a coltivarla in Sicilia da do ve si diffuse a tal punto che la nostra peni sola fu chiamata Enotria (terra del vino).
Fu così che i monaci Benedettini diven nero i maggiori produttori (e consumato ri) di vino. Il flagello della filossera In seguito grazie a Carlo Magno, suo grande esti matore, il vino conobbe un nuovo boom, segnato profondamente alla fine del IX secolo dalla filossera, il micidiale parassita prove niente dall’America che flagellò gran parte dei vitigni europei. La solu zione, apparentemente semplice, fu quel la di innestare le radici di vite americana, immune a questo parassita, con i vitigni desiderati.
Il frutto autunnale per antonomasia
N essuna varietà tiene il confronto con il mais Marano per la prepa razione dell’amata crema gialla. Un tesoro vicentino da tutelare. A detta degli esperti, nel vicentino è stata selezionata una varietà di mais dalla quale si ricava la miglior farina di granoturco per la preparazione della polenta, il Ma rano. Le origini Prende il nome dal paese nel quale viveva il suo creatore, Antonio Fioretti, l’agricolto re che nel 1890 decise d’incrociare nel suo podere due varietà di mais locali: il Pigno letto d’Oro e il Nostrano. La sua si rivelò un’intuizione molto felice. Dopo un’attenta opera di selezione durata vent’anni, nac que infatti il nuovo granoturco che ancora oggi è custodito nella banca del germopla sma dell’Istituto Strampelli di Lonigo. Durante quegli anni la sua coltivazione si diffuse in gran parte del nord Italia, tanto da essere una delle varietà più utilizzate, ma alla fine della Seconda Guer ra, con la progressiva scom parsa della polenta dalle ta vole, il prodotto ebbe una forte crisi e crollò con l’av vento dei mais ibridi che, anche se con minore qua lità, davano una resa molto superiore. La produzione Oggi si produce una quantità molto limi tata di questa farina; un prodotto di nic chia che, nel corso della sua storia, si è af fermato come il più apprezzato fra tutti i mais vitrei. Così, dalle pannocchie di pic cola taglia di questo mais si ricava una fa rina di un colore giallo intenso, screziato da caratteristiche pagliuzze marroni, che dona alla polenta un sapore inconfondi bile, un colore più carico e una maggiore Unaelasticità.varietà tipica in purezza, dunque, ve ra perla rara di questi tempi, la cui pro venienza deriva esclusivamente da colti vazioni realizzate nella Val Leogra e nella fascia pedemontana della Provincia di Vi cenza. Il consorzio Costituito nel 1999, il Consorzio di Tutela del Mais Marano ha l’obiettivo di conser vare in purezza questa varietà tipica così importante e così presente nella cultura popolare del nostro territorio. A tale scopo avviene un at tento controllo di tutto il processo di filiera per far sì che tutti i passaggi che conducono al prodotto fi nito siano eseguiti nel pie no rispetto del disciplinare adottato dal Consorzio.
Dalla semina al confezionamento, fino alla vendita finale della farina che deve essere 100% farina ottenuta solamente ed esclusi vamente dalla varietà Mais Marano
Ambrata Perla Vicentina Il Mais Marano
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Le varietà Esistono diverse specie di tartufo: in primis il ri nomato tartufo bian co pregiato , ma an che il bianchetto , il tartufo nero pregia to , il tartufo estivo o scorzone, il tartufo nero invernale , il tar tufo nero liscio, il tartu fo uncinato. Le differenze fra il tartufo bianco e quello nero si evidenziano in cucina secondo un prin cipio fondamentale: il tartufo nero viene consumato cotto ed in quantità, mentre quello bianco, con il suo profumo acuto ed inconfondibile, è impiegato per lo più in minime dosi aromatizzante, quasi esclu sivamente crudo, affettato con l’apposito taglia tartufi direttamente sulla pietanza.
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Il più prodottonobiledella terra
Usi, costumi e credenze sul tartufo. Da sempre il cibo dei banchetti più ricchi e opulenti
Una vita in simbiosi Questo delizioso fungo epigeo che vive nel sottosuolo, camuffato da tubero, è costitu ito da una massa carnosa detta gleba e ri vestito da una sorta di corteccia chiamata peridio. Il tartufo nasce e cresce come un parassita in prossimità delle radici degli alberi, dove vive in simbiosi con la pianta che lo “ospita”: tanto che il colore, il profu mo ed addirittura il suo sapore, si plasma no in base al tipo di albero grazie al qua le il tartufo nasce e cresce. Anche la sua forma è determinata da fattori esterni, e cioè dalla friabilità del terreno: più questo è soffice e più il tartufo si presenterà liscio e perfetto. Le sue componenti principali, ovvero proteine, grassi, carboidrati, acqua e ceneri, risultano quantitativamente simi li ad altri funghi edibili, e, come tali, han no un’alta percentuale di acqua contenuta - fra il 75 e il 90% - unita alla presenza di molecole non digeribili dall’uomo. Questo fa sì che il suo valore nutrizionale non sia di primaria importanza, anche se si fa un notevole consumo di questo alimento.
solito e la sua strana crescita diedero vita ad una serie di leggende sulla sua nascita, ma anche sui suoi effetti. Persino quando Roma era il Caput Mundi, il tartufo era molto apprezzato, basterebbe ricordare il trattato di gastronomia di Apicio o le ri cette del console Locullo, universalmente noto per i suoi esagerati banchetti. È co munque nel Rinascimento che il tartufo raggiunge la sua massima diffusione, tanto da creare una sorta di dipendenza psico logica ai tanti signori e signorotti dell’epoca. Miti e leggende Tralasciando l’aspetto puramente culinario, già in passato si cercò di comprendere qua le fosse l’origine bio logica del tartufo. Non essendo possibile spie garne l’origine, la scienza e le credenze popolari lo co prirono di mistero a tal punto che studiosi, filosofi e naturalisti azzardarono svariate ipotesi sulla sua origine. Plutarco ne teorizzò la nascita dall’azione combi nata di acqua, calore e fulmini; c’era chi asseriva si trattasse di un organo di ripro duzione degli insetti, chi lo classificò tra i minerali e chi un’escrescenza degenerativa del terreno, cibo del diavolo e delle stre ghe. Solo nel 1827, dopo numerosi tenta tivi di classificazione, De Bornholz stabilì che i tartufi non appartenevano né al re gno animale né a quello vegetale, bensì a quello dei funghi.
Se per nobiltà si deve intendere l’insie me delle condizioni che determinano distinzione, eccellenza e superiorità, sicuramente il tartufo assomma in sé tut te queste prerogative. La sua particolare condizione di fungo ipogeo, dal profumo forte ed inebriante e dal sapore insolito e deciso, racchiude tutte le fragranze e gli odori del bosco, ponendolo in condizione di assoluto privilegio rispetto a qualsiasi altro prodotto della terra. Il tartufo, signo re delle mense, gioiello per ogni pietanza che lo incontri, autentico pezzo forte delle cucine più raffinate, attraversa numerose epoche storiche, caratterizzando soprat tutto quelle di opulenza e ricchezza. Re della tavola e del gusto, è conosciuto fin dai tempi più antichi. In Europa il tartufo è noto da almeno duemila anni, come testimoniano scritti e opere che ne documentano la raccolta, il commercio e la presenza già nella dieta dei Sumeri, che lo univano ad orzo, ceci, lenticchie e sena pe. I Babilonesi, invece, utilizzavano per le loro sontuose mense i tartufi degli are nili dell’Asia Minore (“Terfezia Leonis”), mentre il faraone Cheope preparava i suoi banchetti con tartufi cotti con grasso d’o ca. Anche nella Grecia Antica, dove l’arte culinaria era un esercizio assai apprezza to, il tartufo era costantemente utilizzato e il suo impiego, il suo profumo così in
Si può fare!
Poche e semplici regole Sembra opportuno quindi richiama re qualche semplice regola per aiutarci a orientarci. Le birre normalmente vanno abbinate per contrapposizione: ad ogni stimolo in un senso, dobbiamo contrap porre uno stimolo in direzione esattamen te contraria. E affinché il matrimonio sia armonico, i due stimoli dovreb bero essere di pari intensità. Andiamo quindi a recu perare il gioco degli ab binamenti con i baccalà d’Italia proposti nell’arti colo sul vino e proviamo a mettere vicino una bir ra, cercando di dare alcuni consigli pratici su tipologie facilmente reperibili in com Partiamomercio. da casa nostra e dal piatto prin cipe della cucina berica: il Bacalà alla Vi centina. Il piatto, in questo caso, è sapido, grasso, gustoso ma delicato. Per contra stare la sensazione liquida lasciata in boc ca dall’unto ci dobbiamo affidare a birre che creino secchezza e che “asciughino” la sensazione oleosa. In questi casi possiamo
andare su birre alcoliche o molto alcoliche come le bock, triple, barley wine e altre an cora. Un matrimonio tutto italiano che dà grandi soddisfazioni è con la Elixir di Ba ladin, un’ambrata demi-sec, consigliata in questo abbinamento da Teo Musso in per sona. Passando al Belgio si potrebbe an che pensare a una Duvel, una strong ale facilmente reperibile anche al supermer cato, che grazie all’alcol e alla abbondan te carbonatazione garantisce la pulizia del palato.
Osservando alcune semplici regole... L’Italia, si sa, è terra di grandi tradizioni enogastronomiche. E sono molto spes so proprio le tradizioni ad aiutarci quan do dobbiamo abbinare un vino a un cibo. Non c’è piatto della cucina regionale che non abbia il suo degno compagno in ta Accadevola. così che anche per il Bacalà alla Vicentina si vada a pescare sui vini della provincia berica, selezionando quelli che meglio accompagnano l’opulento piatto. In questo bel gioco di coppia purtroppo la tradizione non ci viene in aiuto se, invece del vino, ci accingiamo ad abbinare una birra al piatto che mangiamo. L’Italia infatti non è terra di tradizione bir raria, con le dovute eccezioni. Non quanto altre nazioni come il Belgio, l’Inghilterra e la Germania per lo meno. E l’arte dell’abbinamento fra birra e cibo è spesso sconosciuta ai più.
Altre ricette regionali Cambiando regione e provincia ci trovia mo molto spesso di fronte a preparazio ni di baccalà e stoccafisso che vedono nel pomodoro un ingrediente fondamentale, come nel caso delle preparazioni marchi giane o liguri. In questo caso ci troviamo a combattere con l’acido della passata, e quindi dobbiamo contrapporre una birra morbida, con un residuo zuccherino an che importante, che attenui la sensazione acida. Perfette sono alcune doppelbock, come la molto diffusa Paulaner Salvator o la più ricercata Ayinger Celebrator. Ma si potrebbe pensare anche a una weizenbock come la Schneider Aventinus. Questo vale ancora di più con le preparazioni a base di stoccafisso calabresi e napoletane, ar ricchite dalla presenza spesso ingombran te del peperoncino piccante. Anche qui dovremo andare alla ricerca di morbidezza, dolcezza, “mal tosità”. Una biere de garde, come la nota 3 Monts po trebbe essere un degno compagno, ma anche al cune sweet stout, stando attenti a non esagerare con il tostato dei malti. Da provare, come abbinamento alternativo, con le fortemente luppolate India Pale Ale. Ricordatevi però una cosa: sovrano deve essere sempre il gusto personale di ognu no. Lasciatevi guidare quindi dall’istinto e realizzate l’abbinamento che più vi rende piacevole l’esperienza gustativa. L’abbina mento perfetto è sempre e solo dentro di voi, e nasce dal connubio fra i vostri gusti personali e la magia del momento. Uscendo un po’ dai luoghi comuni, si può osare anche un abbinamento per nulla scontato
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Birra e baccalà?
La cucina di magro divenne una sorta di viatico per l’anima, la cucina di precetto affinò le tecniche e i cibi divennero puri, beatificanti.
Fra i diversi deliberata, a Trento si ritrovò la voglia di “candido” anche nella mensa e, come precisò lo scrittore Camporesi nel suo “La carne impassibile”, l’orologio della chiesa si sincronizzò su quello della cuci na e fu un ritornare al mangiar di magro, all’astinenza, ai digiuni.
La storia Un meraviglioso commercio fu messo in moto da un pesce secco, facilmente tra sportabile, che sopportava una lunga du rata, che veniva “rimesso a nuovo” dopo una bella mazzolatura e un lungo bagno in acqua, che non deperiva e che si trasporta va come fosse legna!
ga Anseatica, per fare lucroso commercio delle sue mercanzie. Fece però naufragio e, in una scialuppa, arrivò assieme a parte dell’equipaggio al le isole Lofoten in Norvegia. Il Ramusio, scrittore del ‘500, scrisse di questo fatto marinaro e precisò che le Lofoten sono ”... in culo mundi”! Il Querini trovò là due cose: pesci bastone stesi ad asciugare e donne molto ospitali, se è vero, come è vero, che dopo neanche un anno nacquero una serie di bimbi mo retti dagli occhi neri, talché ve ne è ancora traccia fra quelle distese di neve. Portò lo stoccafisso in Italia, il nostro Querini, ma non fu sufficientemente apprezzato: Vene zia godeva di pesce fresco, sicché il merca to, allora, non decollò. Diffusione e declino Diversa, per tornare a noi, fu la diffusio ne del pesce dopo le direttive del Conci lio di Trento: chiaramente i ricchi continuavano a mangiare tro te, temoli, carpe o lucci, bar bi o gamberi di fiume e le popolazioni sulle rive del mare il pescato, ma il po polo dell’entroterra trovò in quest’alimento risoluzione alle imposizioni religiose.
Ma chi, per primo, aveva messo le mani su questo pesce ba stone, su questo stockfish?
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Oltre 100 anni prima, nel 1432, il nobile veneziano Piero Querini, con la sua “cocca”, nave carica di vino cretese, di sacchi di pepe, spe zie, profumi e broccati, lasciate le colonne d’Ercole con un vento ga gliardo, si diresse verso i porti della Le
Quando, nel 1517, Martin Lute ro, professore di esegesi biblica, affisse sui portali del Duomo di Weittemberg le sue 95 tesi, con le quali contrastava il potere papale, dichiarando che non si poteva supplire alla mancanza di fede con le opera e negando l’infallibili tà dei Concili, squassò il mondo cattolico che corse, appena fu possibile, nel 1545, ai ripari con il Concilio di Trento.
Attraverso i secoli da Martin Lutero ai giorni nostri. Storia di un piatto della gastronomia vicentina.
Il pesce bastone divenne per tanto merce preziosa ed appetita per scambi commerciali, barattato con qualsi Il baccalà
asi altro prodotto, fonte di ricchezza per i paesi nordici. Ma questo predominio del nord s’incrinò quando si sviluppò la pesca del merluzzo con relativa salatura: il sale era un plusvalore che annientò la vendita di stoccafisso! In tavola Fu importante questo pesce, secco o sala to, nella storia della gastronomia italiana? Ahimè, assolutamente no: non se ne parla mai nei grandi pranzi Rinascimentali. Ne parla, poco, a dire il vero, lo Scappi, cuoco segreto di Pio V (“segreto” vuol dire cuoco personale, quello che gli faceva da man giare tutti i giorni e non solo nei pranzi ufficiali), autore della più grande opera re lativa al mondo della gastronomia del Ri Bisognanascimento.però arrivare all’Artusi nel 1891 per avere alcune ricette nel suo “L’arte del mangiar bene e la scienza in cucina“. An che se ignora il baccalà alla vicentina e quello mantecato alla veneziana. Questa la storia del prodotto più amato dai vicentini, la cui ricetta è variamente inter pretata, ma solo nei particolari: latte, ci polla, formaggio sono presenti in tutte le ricette. C’è chi discute sulla sardea, chi dice che non ci vuole uno spicchio d’aglio, chi non vuole il burro ma, a dire il vero, ci va dentro tanto di quel latte e formaggio che un poco di burro...che male può fare?
Baccalà alla vicentina
La “Venerabile Confraternita del bacalà alla vicentina” suggerisce una ricetta che è il frutto di studi e di comparazioni tra le numerose ricette in auge nei ristoranti e nelle trattorie più famose del Vicentino tra gli anni Trenta e Cinquanta, senza demo nizzare le varianti attualmente in servizio. • 1 kg di stoccafisso secco • 500 g di cipolle • 1 litro olio d’oliva extravergine • ½ litro di latte fresco • Poca farina bianca • 50 g di formaggio grana grattugiato • un ciuffo di prezzemolo tritato • sale e pepe RICETTA CLASSICA Ammollare lo stoccafisso, già ben battuto, in acqua fredda, cambiandola ogni 4 ore, per 2-3 giorni. Levare parte della pelle. Aprire il pesce per lungo, togliere la lisca e tutte le spine. Tagliarlo a pezzi quadrati, possibilmente uguali. Affettare finemente le cipolle; rosolarle in un tegamino con un bicchiere d’olio, ag giungere le acciughe dissalate, diliscate e tagliate a pezzetti; per ultimo, a fuoco spento, unire il prezzemolo tritato.
Infarinare i vari pezzi di stoccafisso, irro rati con il soffritto preparato, poi disporli uno accanto all’altro, in un tegame di cot to o alluminio oppure in una pirofila (sul cui fondo si sarà versata, prima, qualche cucchiaiata di soffritto); ricoprire il pesce con il resto del soffritto, aggiungendo an che il latte, il formaggio grana grattugiato, il sale, il pepe. Unire l’olio fino a ricoprire tutti i pezzi, li Cuocerevellandoli.a fuoco molto dolce per circa 4 ore e mezzo, muovendo ogni tanto il re cipiente in senso rotatorio, senza mai me scolare. Questa fase di cottura, in termine “vicentino” si chiama “pipare”. Solamente l’esperienza saprà definire l’esat ta cottura dello stoccafisso che, da esem plare ad esemplare, può differire di con sistenza. Il bacalà alla vicentina è ottimo anche dopo un riposo di 12/24 ore. Servire con Buonpolenta.appetito!
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TANGO ARGENTINO A VICENZA E THIENE
Siamo pronti per partire con un nuo vo anno di Tango Argentino a Vicenza e Thiene. Da settembre la nostra scuolaTangoStudio propone lezioni di prova gratuite nelle due città e non vediamo l’ora di accogliere i nuovi alunni che hanno voglia di im parare questo ballo. Siamo una scuola presente nel ter ritorio dal 2008. Ogni anno la no stra “tribù” propone corsi di grup po, lezioni private, viaggi studio, vacanze mirate, stage con artisti internazionali, laboratori a tema e preparazione alle gare nazionali e internazionali. Oltre a serate di ballo e pratiche guidate. Il nostro cuore batte all’unisono, siamo una famiglia allargata e cre diamo fermamente che partecipa re ai nostri corsi ed eventi, sia il modo migliore per vivere intensa mente il tango. Da noi troverai un’atmosfera spe ciale. Quando siamo insieme, ci divertiamo e miglioriamo imparan do. Se vuoi far parte della nostra scuola, se hai voglia di imparare il tango argentino e diventare un bal lerino, vieni alle serate di prova, ti aspettiamo con gioia.
Benvenuto in Effe, Alessandro! Fortitudo Pallacanestro è lieta di annunciare l’accordo con l’atleta Ales sandro Panni. Nato il 27 dicembre 1991 a Thiene (Vicenza), playmaker di 187 cm, Panni è cresciuto nelle giovanili di Vicenza prima e di Verona poi, maturando da subito una lunga esperienza nei campionati dilet tantistici, indossando le maglie di Villafranca, Montegranaro, Pordeno ne e Orzinuovi, Nel 2015, ecco profilarsi per Alessandro il passaggio a Bergamo, dove é rimasto un paio di stagioni, collezionando numeri in costante crescita. Nell’estate 2017, Pan ni è approdato a Ferra ra, dove ha disputato cinque stagioni con secutive in serie A2, dimostrandosi uno dei giocatori più talentosi e combattivi e diven tando un autentico be niamino della tifoseria estense. Nell’ultima stagione agonistica, Alessandro ha man tenuto una media di 8,7 punti, 2,5 rimbalzi e 2,5 assist a partita, salendo a 14,2 punti di media nella serie Playoff giocata contro Piacenza. Giocatore di grande carisma ed esperienza, Alessan dro Panni arriva in Fortitudo al culmine di una trattativa davvero brevissima, per via del forte desiderio di en trambe le parti di por tarla a www.fortitudo103.itcompimento. nuovo giocatore della
ALESSANDRO PANNI è un
Fortitudo! alla Fortitudo non si può dire no!
Uscito il libro “La rivincita dei quattrocchi” di Arianna Foscarini ed è già un successo.
COME PASSARE DA QUATTROCCHI A TIPO
“Un semplice paio di occhiali racconta, su chi li indossa, molto di più di quanto creda…” Inizia così il libro “La rivincita dei quat trocchi” di Arianna Foscarini, ottico e prima ideatrice di consulenza d’imma gine per occhiali in Italia: Foskap La sua missione è aiutare le persone a sentirsi speciali a dispetto del loro esse re quattrocchi. È convinta che scopren do il Dna stilistico di ognuno, si realizzi il sogno di chi vuole distinguersi indos sando un accessorio come l’occhiale. “Scegliere correttamente gli occhiali giusti è una strategia d’immagine vin cente - spiega Arianna Foscarini che continua dicendo – e indossarli con lo spirito giusto rappresenta un elemento di distinzione e fascino”. Rendere le persone soddisfatte del pro prio aspetto fisico e sicure di sé nell’in dossare un paio di occhiali, è la mission di Arianna, una lotta allo stereotipo che chi porta gli occhiali è un quattrocchi ed è diverso da chi ci vede bene.Illibro “La rivincita dei quat trocchi “è un’orchestra di consigli, collegati tra loro da informazioni preziose su come scegliere l’oc chiale giusto, dettagli sui passi da fare, ispirazioni e un pizzico di storia.
Sono in molti quelli che hanno confes sato ad Arianna di aver aumentato l’au tostima solo per aver scelto l’occhiale giusto. Nel libro scoprirai come porre attenzione ai dettagli o al design, ai materiali e alla scelta del made in Italy. Sempre in combinazione con la propria C’èpersonalità.ungrande ritorno all’unicità, all’e saltazione della propria personalità attraverso scelte oculate, l’evoluzio ne che stavamo aspettando in tanti. E quindi prendiamocela questa rivincita, partendo dal libro di Arianna Foscarini che puoi trovare on line sulle migliori piattaforme oppure cliccando www.lari vincitadeiquattrocchi.com
Per i cultori della bellez za, ispirati dallo spirito della ricerca, sarà un vero piacere scoprire, in ogni capitolo, una miscela melodica di regole contro regole, il tocco aggra ziato della consapevolezza che essere esteticamente accattivante si può, re stando sé stessi.
Si inizia a comprendere il valore della collaborazione tra pari, migliora l’umore e i bambini si preparano ad affrontare le difficoltà che incontreranno da adulti.
I benefici dell’at tività fisica sono in numerevoli per il corpo e per la mente, soprattutto durante la cre scita. In particolare, gli sport di squadra sono una vera e propria palestra di vita per bambini e ragazzi. Rugby, pallavolo, baseball, calcio e non solo, consentono loro di stringere nuove amicizie, l’altrui smo e la sana competizione.
Insegna il rispetto delle regole Sul campo da gioco si imparano le re gole e come rispettarle. L’allenatore non essendo un vero e proprio insegnante e nemmeno un genitore, lo pone in una dimensione autorevole, ma spensiera ta, adatta a essere rispettato e seguito anche dai ragazzi che faticano a rispet tare le regole di convivenza all’interno di una comunità. Stimola la coesione Quando si pratica un’attività come il ru gby, la pallavolo, il basket o il calcio, se qualcuno resta indietro va aiutato. Lo sport di gruppo stimola l’autodetermi nazione, la solidarietà, lo sviluppo del le relazioni positive, la spontaneità e la corresponsabilità dei ragazzi.
I BENEFICI DELLO SPORT DI SQUADRA
Facendo parte di una squadra, infatti, i bambini hanno la possibilità di entrare in contatto con coetanei che pro vengono da scuole, contesti familiari e sociali diversi. In questo modo nascono nuove amicizie e si impara a misurarsi in modo costrutti vo con “l’altro”. Un toccasana per l’umore Stando a una recente ricerca della Washington University di St. Louis (Usa), gli sport di squadra fanno bene anche all’umore e tengono lonta na la depressione. In gruppo è meglio Lo sport di squadra, in effetti, è una vera e propria palestra di interazione sana e concreta in cui entrare in contatto con coetanei che provengono da scuole, contesti familiari e sociali diversi. Così facendo si sviluppano competenze e abilità, si impara a condividere insieme le emozioni, le frustrazioni, i fallimenti, le sconfitte, le regole del gioco e quelle della convivenza.
Insegna il valore dell’amicizia Condividere un campo da gioco è il mi glior modo per misurarsi con un’intera zione sana e concreta.
La conoscenza delle lingue straniere è diventata di fondamentale importanza. Per questo, molti genitori propongono ai propri figli di frequentare un laborato rio di lingua (inglese in primis) per fare in modo che il piccolo consolidi cono scenze già avvenute durante le ore di scuola e ne acquisisca di nuove.
Secondo recenti studi neuro scientifici, imparare una seconda lingua sin da pic coli migliora la capacità di “problem sol ving”, la creatività e il pensiero astratto. Chi è bilingue, inoltre, sembra avere migliori abilità matematiche, di lettura e decisionali rispetto a chi non lo sia. Innovativi sono i “playgroup”, ovve ro gruppi di bambini accompagnati da madre o padre, che condividono il pia cere dell’apprendimento della lingua attraverso giochi, filastrocche e canzo ni. Questa modalità giocosa permette al bimbo di imparare divertendosi e di condividere un’esperienza ludica ed istruttiva con il genitore.
Alcuni studi di neurolinguistica sul plu rilinguismo hanno evidenziato che l’ac quisizione precoce di più lingue in un bambino “scolpisce” il cervello in ma niera diversa rispetto all’acquisizione di un’unica lingua, oppure all’apprendi mento adulto di una seconda lingua. In particolare, è emerso che le lingue a cui il soggetto è esposto entro i primi tre anni di vita vengono ricevute dal cervel lo come materne; buone potenzialità si hanno fino agli otto anni e poi queste capacità diminuiscono con la progres sivamente. La lingua appresa da un adulto si colloca nelle aree corticali ed è rappresentata dalla memoria esplici ta (a breve termine). Il risultato è un’e spressione lenta e a volte stentata con accento straniero e la presenza di nu merose imprecisioni morfosintattiche.
BILINGUISMO, una plusvalenza se acquisito fin da piccolo
DANIELA MARCHESINI e il PILATES
COS’ È IL PILATES?
Il Pilates è una Ginnastica che si fa eseguendo esercizi particolari, con tutte le loro varianti e messi a punto da Joseph Hubertus Pilates, il creatore del metodo. I corsi prevedono il Pilates Mat, Pilates su materassi no con o senza l’uso di pic coli attrezzi. Il Pilates Chair, esercizi da svolgere con l’a iuto di una piccola macchina simile ad una sedia e il Reformer Pila tes, individuale, con una macchina più grande dotata di accessori che svilup pano punti specifici del corpo. Il segreto del metodo sta nella sua completezza e impostazione. Unendo controllo, respiro e consapevolezza, si guida il fisico ad ottenere una totale to nicità muscolare e fluidità di movimen to. Daniela propone anche corsi di Hata Yoga, lo yoga del movi mento, dove non è prevista la faseStretchingmeditativa.acorpo libero o con uso di piccoli attrezzi. Back School, o ginnastica per la schiena. Questo pro gramma di esercizi mirati alla prevenzione e la cura delle patologie del rachidecolonna cervicale, spinale e lombo sacrale -, è adatta anche per chi ha subito interventi chirurgici o traumi. controllo, respiro e consapevolezza, si guida il fisico ad ottenere una totale to nicità muscolare e fluidità di movimen -to.Corsi di Hata Yoga, lo yoga del mo vimento, dove non è prevista la fase -meditativa.Stretching a corpo libero o con uso di piccoli attrezzi. - Back School, o ginnastica per la schiena. Questo programma di eserci zi mirati alla prevenzione e la cura delle patologie del rachide - colonna cervica le, spinale e lombo sacrale -, è adatta anche per chi ha subito interventi chirurgici o traumi. Da quest’anno Daniela propone anche i corsi di “Risveglio muscolare”, una combinazione di esercizi specifici per l’allungamento e il miglioramento della postura, e “Fitness chic”, esercizi per la tonificazione, la fluidità e l’eleganza del movimento. Per info: 3479119268
Il motto del Pilates e’ FAI FARE AL CORPO CIO’ CHE VUOLE LA TUA MENTE. L’istruttrice Daniela Marchesini si è formata, per quanto riguarda le specialità del Pilates, alla scuola americana di Michael Miller, studente diretto di Joseph Pilates. Scuole riconosciute CONI per tutte le discipline.altre
S: Studio dinamico, attivo ed efficace O: Ottimizzare tempo ed energia di tutta la Perfamigliaapprendere è necessario imparare a stu diare, e per imparare a studiare non è suffi ciente fare i compiti per casa…
• Il percorso è svolto in coppia tra ragazzi di pari classe o al massimo con scarto di una classe le coppie vengono create sulla base delle esigenze dei ragazzi analizzate tramite un questionario creato ad hoc dall’equipe, fornito alle famiglie e suc cessivamente analizzato attraverso metodi che statistiche che rilevano i bisogni comuni, Il percorso mira ad attivare nell’immediato risorse utili per essere autonomi, al migliora re la motivazione nei confronti dello studio e della scuola.
A: autonomia nello studio e nell’apprendimento
OBIETTIVO A.S.S.O SUPERIORI: gli obietti vi rimangono quelli descritti sopra, il percorso si svolge singolarmente e ha durata tarata assieme al genitore e seconda delle specifi che necessità. Il percorso si terrà presso lo Studio del dr. Alberto Mariotto, sito in Zanè, via del Costo 10. Il costo del percorso sarà detraibile come spesa Obiettivosanitaria.A.S.S.O.
S: scuola viverla con motivazione
nell’appaiamento;
OBIETTIVO A.S.S.O 2° edizione Studiare, apprendere, essere autonomi…
Informazionieiscrizioni: Studio dr. Alberto Mariotto Via del Costo, 10 – Zanè 347 8165156 www.studioalbertomariotto.ite-mail:obiettivoasso@gmail.com
APERTE LE ISCRIZIONI PER I GRUPPI DI OTTOBRE!
• Obiettivo A.S.S.O. non è un doposcuola, è un percorso di 8 incontri settimanali di un’ora e mezza (12 ore totali) mirato al guadagno di autonomia nello studio e al miglioramento del vissuto scolastico e famigliare!
• Altro obiettivo fondamentale è ottimizzare i tempi di studio e svolgimento dei compiti. Qualora sia necessario avviare e migliorare l’uso di strumenti compensativi e dispensati vi (in caso di DSA o BES) questo verrà fatto all’interno del percorso, pertanto Obiettivo A.S.S.O. è adatto anche a chi ha Disturbi Specifici di Apprendimento o Bisogni Educa tivi Speciali. Il percorso non si sostituisce alla riabilitazio ne, ma fornisce autonomia e strumenti fon damentali al fare da soli, vivendosi la scuola con serenità e curiosità.
è coordinato dal dr. Alber to Mariotto, psicologo e logopedista che si occuperà delle analisi dei questionari e degli appaiamenti.Ilpercorsosarà tenuto dalla dr.ssa Maria Elisa Delle Fave (psicologa e psicoterapeuta esperta in neu ropsicologia) e dalla dr.ssa Jes sica Drago (psicologa, master in Disturbi Specifici dell’Apprendi mento, mediatrice metodo Feu erstein)
CHE COSA SUCCEDE AGLI OCCHI DI UN BAM BINO DISLESSICO QUANDO È IMPEGNATO A LEGGERE O A SCRIVERE?
Anticipiamo che durante la lettura, cosi come nella scrittura, i nostri occhi ci guidano per scan sionare il testo, identificare e discriminare le singole lettere, decodificare le parole e di con seguenza comprendere il contenuto del testo. Queste azioni sono possibili grazie a specifici movimenti degli occhi: le saccadi e le fissazioni. Le saccadi sono dei movimenti rapidi degli oc chi che permettono di scorrere una lettera dopo l’altra, parola dopo parola, passando da una riga alla successiva. Le fissazioni, invece, permettono la focalizzazione di un grafema o parola. In con dizioni normali gli occhi di una persona immer sa nella lettura compiono movimenti di saccadi rapide e precise alternate a brevi pause di fis sazione dalle quali, grazie anche ad una buona attenzione visiva, si ricavano informazioni che permettono di comprende il testo.
L’Ortottica...
Nella persona dislessica invece questi movimen ti sono deficitari e o difficoltosi, non accurati, come lo è anche l’attenzione visiva che risulta scarsa. Questo genera una maggiore difficoltà di scansione e decodifica del testo. Il bambino impiegherà quindi più tempo a leggere rispetto ad un normolettore ed avrà una performance ed una comprensione spesso compromessa. Sarà presente eccessiva stanchezza nell’e seguire i compiti di lettura e scrittura che frequentemente viene tradotta erroneamente in svogliatezza. Le saccadi, le fissazioni e l’attenzione visiva possono essere riabilitate con un’ortottista, il quale potenziando queste abilità visi ve, migliora la velocità di letto-scrittura e riduce la fatica e la stanchezza associata.
I PRINCIPALI AMBITI DI COMPETENZA DELL’ORTOTTISTA SONO: • prevenzione, valutazione e riabilitazione visiva dei distur bi che impediscono una “visione binoculare”; • valutazione e riabilitazione dello strabismo, a qualsiasi età, e dell’ambliopia (occhio pigro). • esecuzione di esami di oculistica • prevenzione, valutazione e riabilitazione delle disabilità •visive;strumentazione nelle sale operatorie oftalmologiche; In questo articolo desidero porre l’attenzione su un aspet to ancora abbastanza sconosciuto della riabilitazione visi va ortottica. Parleremo infatti di riabilitazione visiva nella dislessia.
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PARTIAMO CHIARENDO CHI È L’ORTOTTISTA E DI COSA SI OCCUPA. L’Ortottista ed Assistente in Oftalmologia è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e su prescrizione del medico, tratta i disturbi motori e sensoriali della visione ed effettua le tecniche di semeiologia strumentale-oftalmologica. “Ortottica” (dal greco orthos = dritto e optiché = visione): l’insieme delle tecniche mirate alla riabilitazione visiva.
Le persone che soffrono di ipertensione o diabete, o che conducono uno stile di vita non proprio sano, po trebbero andare incontro a problematiche vascolari. È sempre opportuno tenere sotto controllo la salute del sistema vascolare, soprattutto in caso di familiarità con problematiche ad esso legate, poiché lo sviluppo di una patologia, anche grave, è spesso subdolo es sendo frequentemente asintomatico. Questo è il caso dell’Aneurisma dell’aorta addominale, un disturbo che se trascurato può portare anche gravi conseguenze al Pressopaziente.l’ambulatorio
Solitamente ne sono più vittima gli uomini ed è più facile osservare un aneurisma dell’aorta addominale dopo i 65 anni d’età.
Il primo passo da compiere, soprattutto se si hanno so spetti o in presenza di una certa familiarità, è quello di sottoporsi ad una Visita di Chirurgia Vascolare Lo specialista solitamente sottopone il paziente ad un Ecocolordoppler dell’aorta addominale per meglio va lutare la presenza o meno di aneurisma. Se si determi na l’esistenza di questa problematica il Chirurgo Vasco lare saprà indicare la migliore strategia terapeutica da adottare.
Aneurisma dell’aorta addominale: sai cos’è?
L’aorta è il più grosso vaso che possediamo. Parte dal cuore, passa attraverso il torace (aorta toracica) e suc cessivamente arriva in addome consentendo l’irrora zione di reni, fegato intestino ed arti inferiori. CHE COS’È L’ANEURISMA DELL’AORTA SiamoADDOMINALE?inpresenza
di un ANEURISMA quando si assiste ad una dilatazione permanente dell’arteria. Il tratto addominale dell’aorta è il segmento più spesso interes sato a questa problematica. Questa dilatazione, nel lungo periodo, può portare ad un serio e grave indebolimento delle pareti del vaso con conseguente rottura e questo provoca una emorra gia QUALIinterna.PERSONE
COME SI PUÒ VERIFICARE O ESCLUDERE LA PRESENZA DI QUESTA PATOLOGIA?
Ne parliamo con il Dott. Garriboli Luca, Specialista in Chirurgia Vascolare ed Endovascolare e Direttore dell’UOC di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria Di Negrar.
Presso Poliambulatori San Gaetano il Dottor Garriboli Luca esegue Visite di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare anche con Ecocolordoppler dell’aorta addominale. La segreteria è a disposizione allo 0445 372205 o scrivendo WhatsApp 327 4310025 Ricordiamo che è sempre attiva la prenotazione tramite l’applicazione ufficiale di Poliambulatori San Gaetano.
SONO PIÙ A RISCHIO DI SVILUPPARE QUESTA PATOLOGIA?
Si tenga presente che, in caso vi sia familiarità a questo tipo di problematica o il paziente abbia fattori predisponenti, è possibile assistere all’insorgere della pato logia anche al di fuori della casistica media. I possibili fattori di rischio sono: · Diabete · Ipertensione · Ipercolesterolemia · Tabagismo · Predisposizione congenita · Infezioni ed infiammazioni · Traumi
di Chirurgia Vascolare di Poliambulatori San Gaetano di Thiene e Schio, visita il dottor Garriboli Luca, specialista con esperienza decennale nella diagnosi e cura delle problematiche che colpiscono il nostro sistema vascolare. DOTTOR GARRIBOLI, COS’È L’AORTA ADDOMINALE?
La fisioterapia e la riabilitazione sono alleati indispensabili per favorire il miglioramento della funzionalità motoria, sia in seguito a lesioni traumatiche o ad eventi acuti a carat tere prevalentemente ortopedico e neurologico, sia nelle sindromi d’allettamento dopo prolungata ospedalizzazio ne, sia in caso di patologie croniche degenerative (oste oartrosi, patologie di interesse reumatologico, morbo di Parkinson, etc).
È uno studio di fisioterapia e riabilitazione che vanta un team di specialisti consolidato e affiatato da una lunga Locollaborazione.studioècoordinato dal Dott. Borghero Giovanni (Fi sioterapista e Osteopata), con la collaborazione della dott.ssa Graziani Nadia (Dottoressa magistrale in Scien ze Motorie Preventive e Adattate), della dott.ssa Marzaro Chiara (Dottoressa Magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie) e del dott. Malaguti Alberto (Medico Ortopedico specialista di spalla, ginocchio e mano).
Noisiamofisioterapia è quindi in grado di offrire un ap proccio multidisciplinare per soddisfare al meglio le esi genze dei nostri pazienti.
CHI È ”
cistaIlIlSIPRONTOVisiteProntoGinnasticaGinnasticaPalestraTerapieRimodellamentoMassaggioOsteopatiapreRieducazione“NOISIAMOFISIOTERAPIA”?funzionaleposttraumatica,epostoperatoriaterapeuticoesportivofascialeStrumentali(Laser,Tecar,Onded’Urto)riabilitativaesportivainpiccoligruppiadattaatutteleetàIpopressiva(individualeoapiccoligruppi)interventofisioterapicoOrtopedicheINTERVENTOFISIOTERAPICO?COSAINTENDE?tuoappuntamentoin24ore(festiviesclusi).“ProntoInterventoFisioterapico”nasceperunarichiesemprepiùfortedapartedeipazienti:spesso,infatti,sitrovanellacondizionedirichiedereconestremaurgenzaunavalutazioneperproblematicheacuteotraumatologicheesirischiadiricorrereerroneamenteadiagnosioarimedifaidate.Noisiamofisioterapiavuolegarantireintempirapidiunaprimavalutazioneprofessionaleeaccompagnareilpazienteasoluzionioggettive.Latempestivitànell’intervenireintempibreviatraumie/olesionipuòfareladifferenzanelrecuperofuturo.….Perchéseiunesserespeciale,edioavròcuradiTe…(F.Battiato)
SCHIO Via L. Muratori, 1/A (SS. Trinità - Fronte Farmacia Pierin) TEL. 351 5511997 - TEL. 333 7749078 (per urgenze) Ne parliamo con il Dott. Giovanni Borghero Pronto Intervento Fisioterapico Il tuo appuntamento in 24 ore
NOISIAMOFISIOTERAPIA”?
QUAL È L’IMPORTANZA DELLA FISIOTERAPIA E DELLA RIABILITAZIONE?
QUALI SERVIZI OFFRE LO STUDIO DI
Le molteplici variabilità cliniche che si trova ad affrontare questo settore difficilmente possono essere di competen za di un singolo professionista, pertanto il lavoro d’equipe garantisce al paziente il miglior e più completo risultato possibile.
Che cosa dobbiamo mangiare in estate? Quando fa caldo è bene seguire una regola molto semplice: mangiare poco e spesso. Si consiglia quindi di evitare porzio ni troppo abbondanti durante i pasti principali e piatti elabo rati, optando spesso per piatti unici bilanciati. L’alimentazione corretta è a base di tanta frutta e verdura fre sche, che sono ricche di acqua, vitamine e sali minerali come, per esempio, potassio e magnesio, che servono a sconfigge re il senso di spossatezza che il caldo può produrre. È importante anche seguire la stagionalità e la natura ci vie ne incontro in questo periodo: la frutta estiva è più acquosa rispetto a quella delle altre stagioni. Carote, albicocche, me lone giallo, pesche, pomodori, peperoni, lattuga, radicchio sono una buona fonte di provitamina A, che protegge la pelle dallo stress dei raggi solari e facilita l’abbronzatura. In parti colare a pranzo si può mangiare del formaggio fresco, uova, tofu o anche del tonno, o ancor meglio carni bianche o pesce alla griglia. Perfette, soprattutto per cena, sono le insalate di pasta, riso oppure orzo e farro con l’aggiunta di verdure e Lolegumi.yogurt, insieme alla frutta, può diventare un ottimo spun tino tra un pasto e l’altro. Fa bene mangiare dolci e gelati? Sarebbe meglio evitare i dolci ma, se proprio non si riesce a rinunciarvi, almeno scegliere quelli senza burro o altri grassi. Il gelato, invece, è un ottimo alimento in estate, possiede mol te proprietà nutritive, ma non bisogna prendere l’abitudine di sostituirlo a un pasto completo ed equilibrato.
D’estate con il caldo ci sono due indicazioni principali che è salutare seguire: recuperare i liquidi e i sali che si perdono con la sudorazione e scegliere pasti semplici che non richie dono digestioni troppo lunghe e laboriose. Che cosa è meglio bere?
Per sopportare meglio il caldo e non avvertire la stanchezza e la spos satezza, inevitabili nella stagione estiva, è fonda mentale curare l’alimen tazione e seguire alcuni utili accorgimenti per ovviare all’inappetenza. Oltre che mangiare meglio, occorre nutrirsi di meno in questo periodo dell’anno, perché il nostro corpo non ha bisogno di tante calorie come in inverno quan do, invece, deve proteggersi dal freddo.
Con il caldo quali regole alimentari è bene seguire?
Cosa mangiare quando fa caldo
Per quanto riguarda l’idratazione, la cosa più importante è bere tanto e spesso: gli esperti consigliano almeno 2 litri di acqua al giorno. Sono da evitare gli alcolici (come vino e bir ra) e limitare le bibite gassate che, oltre a fornire un apporto calorico non trascurabile per via degli zuccheri in esse conte nuti, possono provocare bruciore e gonfiore intestinale. Meglio assumere bevande a base di frutta (spremute, cen trifugati) che apportano anche sali minerali e vitamine, ma stando attenti alle quantità perché la frutta è comunque zuc cherina.
• Esporsi al sole in modo progressivo;
• Prestare attenzione al proprio tipo di pelle;
• Utilizzare prodotti solari con alto fattore di protezione • Non esporsi al sole durante le ore più calde;
COSA FARE IN CASO DI SCOTTATURE? In caso di bruciatura: Rinfrescare la pelle irritata con docce fredde, poi applicare gel o lozioni per gli eritemi solari (Il beta glucano è un anti infiammatorio efficace e naturale). Prendere un analgesico in caso di dolori.
• Non dimenticare occhiali da sole, cappellino e una magliettina.
I bambini piccoli, nel primo anno di età non dovrebbero essere espo sti direttamente al sole: a questa età non camminano ancora ed è facile tenerli sotto controllo ed evitare l’esposizione, diversamente da quando iniziano a camminare. Anche qui è però possibile limi tare l’esposizione al sole: l’ombrellone in spiaggia, un pisolino po meridiano prolungato, maniche lunghe e pantaloni ampi e leggeri.
Inoltre, già a quest’età, si devono usare prodotti protettivi solari: per i bambini fino al secondo anno d’età soprattutto filtri fotoprotettivi fisici. Si sconsiglia l’esposizione al sole dei bambini sotto i tre anni se non protetti da un cappello e da una maglietta, non di colore bianco che assorbe le radiazioni e le trasmette sottoforma di calore; meglio colori che vanno dal giallo al verde chiaro pastello perché questi as sorbono meglio le radiazioni solari. I bambini dopo i tre anni posso no essere esposti al sole ma utilizzando sempre un foto protettore in quantità doppia rispetto a quello utilizzato da un adulto.
• Applicare un buon prodotto doposole;
CONSIGLI IN BREVE:
• E’ sbagliato adoperare, durante la prima esposizione al sole, un prodotto con protezione 50 e successivamente uno con protezione minore. Anche se sulla pelle si forma un manto di melanina non vuol dire che si è “immuni” all’esposizione solare. La protezione deve es sere costante e sempre dello stesso grado.
• Il sudore contiene acido urocanico con effetto foto-protettivo. L’a cido urocanico si dispone come una specie di velo assicurando una sorta di foto protezione attiva che però non rende inutile l’uso della •protezione.Ilsolaredeve essere spalmato sul corpo almeno mezz’ora o un’ora prima dell’esposizione al sole in modo tale che si stratifichi negli stra ti più profondi. In base al tipo di pelle bisogna fare attenzione anche al prodotto che sì usa: crema solare, latte, emulsione, spray, gel non sono uguali e non possono essere utilizzati in maniera indistinta. Chi ha una pelle grassa, infatti, non dovrebbe usare una crema perché occluderebbe i pori impedendo che il grasso arrivi in superficie e, ristagnandosi, potrebbe causare una follicolite da irraggiamento solare; meglio allora il latte, l’emulsione o il gel. Chi ha una pelle secca può usare una crema con effetto idratante. Qualsiasi prodotto, in ogni caso, deve essere messo almeno ogni due ore, trascorse le quali l’azione del foto protettore finisce.
• Molti pensano che la protezione 50 non faccia abbronzare; la pro tezione 50 fa abbronzare più lentamente, in maniera più sicura, uni forme e più duratura.
• E’ veramente importante proteggere la pelle: l’invecchiamento della pelle deriva nel 60 per cento da foto-invecchiamento e nel 40 per cento da un invecchiamento genetico.
• Proteggersi dal sole non vuol dire solo utilizzare dei prodotti ma ci si protegge anche con gli indumenti, cappellini, occhiali da sole.
• Così come la pelle ha bisogno di essere protetta ed idratata, an che gli occhi hanno bisogno di essere protetti (occhiali da sole) ed idratati usano colliri per esempio a base di acido ialuronico ovvero lacrime artificiali.
L’abbronzatura rapida è la fissazione di molte persone, anche a costo di sopportare un colpo di sole e senza tener conto delle conseguen ze di un’esposizione eccessiva: invecchiamento precoce della pelle, l’apparizione di rughe e, soprattutto, il rischio di sviluppare un tumo re della pelle. È bene esporsi al sole gradualmente e con moderazio ne ed utilizzare un buon solare per proteggere la pelle. I raggi UV, infatti, usurano rapidamente il capitale di autoprotezione della pelle, in particolare delle parti convesse esposte al sole come viso, spalle, decolleté e mani, con conseguenze ben visibili quali scottature e macchie pigmentarie. Il sistema protettivo di alcune cre me solari specifiche per le zone del corpo più esposte al sole oltre ad offrire un efficace filtro, protegge contro le macchie pigmentarie per prevenire i danni a lungo termine provocati dall’esposizione al sole. Esistono poi nuove creme solari che, oltre ad essere ipoallergeniche, prive di conservanti e resistenti all’acqua, si distinguono anche per la formulazione estremamente piacevole, comparabile a quella di un trattamento da giorno, svolgendo altresì un’azione idratante ed opacizzante. Per questo è importante il consiglio professionale del farmacista. La protezione dei bambini dall’esposizione ai raggi UVB e UVA: basti pensare che durante una giornata in spiaggia, la pelle dei bam bini è esposta ai raggi UV per tre volte di più rispetto a quella de gli adulti. Ecco perché i bambini hanno bisogno di una particolare protezione solare. Del resto, secondo alcune ricerche scientifiche, le scottature solari subite nell’infanzia e nell’adolescenza aumentano il rischio di melanomi maligni cutanei: la pelle di bambini e ragaz zi, infatti, non ha ancora attivato in misura sufficiente meccanismi di difesa UV quali la formazione di una barriera fotoprotettiva (ispessi mento della pelle) o l’abbronzatura (pigmentazione).
“Sole: modalità d’uso ed avvertenze”
In presenza di malessere generale, febbre alta, forti dolori o stato di fiacchezza, consultare il medico.
Sole, bellezza e salute
Non dimenticando, dopo l’esposizione al sole, di nutri re e reidratare la pelle a sufficienza con prodotti adeguati.
• Gli integratori, che non essendo farmaci non danno effetto di ac cumulo, possono essere utilizzati come implementazione di sostanze (ad es. licopene, polifenoli, acido-lipoico). La prevenzione con il be tacarotene, ad esempio, può essere un ottimo sistema di protezione: per una migliore e più duratura protezione il betacarotene dovrebbe essere assunto almeno due mesi prima dell’esposizione al sole.
Ne parliamo con la Dott.ssa Lucia MONACO Titolare FarmaciaPiù - SCHIO - Giavenale
La protezione solare per i bambini non deve presentare lacune e deve riuscire a far fronte anche ai giochi all’aperto ed in acqua. Per fortuna, i nuovi solari per bambini garantiscono massima protezio ne, sono testati sotto controllo dermatologico e pediatrico, ipoaller genici, senza conservanti, resistenti alla sabbia ed all’acqua, anche dopo bagni ripetuti. Sono inoltre visibili all’applicazione, in modo da evitare che delle zone vengano inavvertitamente tralasciate. Anche per questo è meglio scegliere dietro consiglio del farmacista.
• Ripararsi dal sole se si ha la pelle irritata;
E comunque, premesso che i “bagni di sole” non sono consigliabi li, né per gli adulti, né per i bambini, in caso di scottatura solare è necessario refrigerare la pelle, magari con impacchi di tè nero dal frigorifero. Se la scottatura è dolorosa, usare antidolorifici (ad es. pa racetamolo).
Ecco alcuni rimedi da provare Può capitare a grandi e piccini di essere punti da api, vespe o calabroni. Cosa fare in caso uno di questi insetti ci colpisca?
Cosa fare nell’immediato dopo la puntura In caso di puntu ra di vespa, ape o calabrone, come abbiamo già detto, per prima cosa bisogna capire se il pungiglione sia rimasto inca strato nella pelle nel qual caso va assolutamente rimosso con delicatezza utilizzando una pinzetta o un ago (entrambi vanno prima sterilizzati, si può ad esempio usare del fuoco).
•minuti.Bicarbonato Questo ingrediente natura le è in grado di disinfettare la zona e leni re i fastidi. Bisogna realizzare una pastella aggiungendo ad un cucchiaino di bicar bonato un pochino d’acqua e spargerla poi sulla puntura la sciando agire per alcuni minuti.
• Aceto Anche l’aceto disinfetta e sfiamma la zona punta dall’insetto. Immergete in un po’ di questa sostanza in un ba tuffolo di cotone e procedete con degli impacchi. In alternati va si può utilizzare anche direttamente sulla pelle.
Se è la prima volta che uno di questi insetti vi punge, prestate particolarmente attenzione ad alcuni segnali che, se presenti, vi devono far recare velocemente in un pronto soccorso in quanto potreste essere soggetti allergici senza saperlo. Se dopo circa mezz’ora dalla puntura avvertite rush cutaneo, prurito diffuso, mancanza di respiro, vomito o senso di smar rimento non esitate a farvi visitare quanto prima da un medi co. In tutti gli altri casi possiamo stare tranquilli e trattare la puntura con alcuni rimedi naturali che vi elenchiamo sotto.
•gliati:Acqua e sapone In caso di puntura la vare subito la zona con acqua e sapone in modo da eliminare il veleno depositato dall’insetto e cercare di scongiurare un ri gonfiamento maggiore della pelle.
Quali i migliori rimedi naturali per lenire dolore e fastidio? Soprattutto in primavera e in estate, stagioni in cui stiamo più spes so all’aria aperta, entriamo in contatto con diversi tipi di insetti, alcuni dei quali pos sono pungerci. È molto importante sapere cosa fare per evitare la puntura o, se pro prio non si è riusciti nell’intento, a trattare velocemente il problema per scongiurare la maggior parte dei fastidi. Iniziamo col dire che api, vespe e calabroni sono insetti che in alcuni casi possono sca tenare delle reazioni allergiche pericolose. Se sapete di soffrire di questo tipo di aller gia dovete stare particolarmente attenti ad evitare le punture e portare sempre con voi nei luoghi a rischio l’apposito kit da utilizzare in caso di necessità per evitare uno shock anafilatti co (chiedete delucidazioni al vostro medico di fiducia).
• Ghiaccio Per alleviare il bruciore e il ros sore del post puntura è possibile applica re subito del ghiaccio da tenere in posa coperto da un telo di cotone per circa 15
• Gel di aloe Il gel di aloe sfiamma e lenisce la pelle arrossata e dolente. Si può mettere subito dopo la puntura ma anche nei giorni seguenti in modo da farla guarire più velocemente.
Difficile invece distinguere una puntura di vespa da una di calabrone, in entrambi i casi infatti si nota solo un piccolo foro sulla pelle. L’unica variante potrebbe essere data dal quanti tativo di veleno iniettato (maggiore nel caso del calabrone) che in alcuni casi fa comparire sintomi diversi dal solo brucio re, dolore o gonfiore della mano, ad esempio febbre e mal di testa. In tutti i casi, intorno alla puntura la zona di pelle tende ad arrossarsi, gonfiarsi, bruciare o provocare dolore. Quando si inizia a sgonfiare invece molte persone accusano prurito.
• Altri rimedi naturali contro le punture Altri rimedi naturali che tutti abbiamo in casa e che possono tornare utili in caso di puntura di ape, vesta o calabrone sono aglio, cipolla, pa tate, basilico tritato e succo di limone da applicare diretta mente sulla bolla. Si può sperimentare per diminuire i fastidi anche l’applicazione di un po’ di dentifricio. Come prevenire le punture di vespe, api o calabroni Per pre venire le punture è possibile utilizzare alcune strategie uti li ad evitare che gli insetti si avvicinino a noi. Il primo buon consiglio è quello di vestirsi con colori chiari, è noto infatti che api, vespe e calabroni (ma anche le zanzare) sono più at tirati dai colori scuri o sgargianti (come quelli dei fiori su cui si posano). Meglio indossare dunque abiti bianchi, beige o dai colori pastello se possibile con le maniche lunghe. In estate va benissimo ad esempio del cotone leggero dalle tinte natu rali. È bene anche non indossare profumi di alcun genere, so prattutto quelli floreali, che possono attirare gli insetti e farli poggiare su di noi. Quando si fanno picnic o si mangia all’aria aperta, gli insetti sono facilmente attirati dall’odore del cibo, sarebbe sempre bene quindi tenere gli alimenti in contenitori chiusi o coperti da un piatto. Fondamentale anche chiudere molto bene la spazzatura. Sui prati poi meglio evitare di cam minare scalzi, a volte inavvertitamente potremmo schiacciare con i piedi un’ape o una vespa poggiata sull’erba o sui fiori. Se si viaggia in macchina i finestrini andrebbero chiusi per evitare di facilitare l’entrata degli insetti nell’abitacolo mentre in moto è necessario coprire bene tutto il corpo.
Punture di ape, vespa e calabrone
Questo passaggio serve ad evitare che la zona si infetti e arrossi ulteriormente. Si possono poi sperimentare diversi rimedi naturali, ecco quelli generalmente consi
• Calendula (in pomata o crema) Anche la crema alla calen dula si può applicare sulla zona punta dall’insetto più volte al giorno fino a completa guarigione. La calendula ha un’azione antinfiammatoria, calmante e antisettica.
Come capire se la puntura è di ape, vespa o calabrone, a meno che non si ci si accorga della puntura nell’imminenza o si veda volare l’insetto in questione, potrebbe non esse re semplice capire chi esattamente ci ha punto. Se il pungi glione è rimasto attaccato alla pelle sicuramente si è trattato di un’ape, questo insetto infatti, una volta punto, lo perde e subito dopo muore. Potete riconoscere la sua presenza per ché nella zona colpita si nota un punto nero, abbiate cura di rimuoverlo immediatamente.