Salute e Benessere La Piazza 862

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Il benessere della persona.... Lo Studio dr. Alberto Mariotto è uno spazio dove un’equipe di professionisti dell’area psicologica, sanitaria e medica si occupa del benessere della persona, delle relazioni e della famiglia. Il gruppo di professionisti si occupa nello specifico di diverse aree del benessere della persona. Il benessere psicologico attraverso le figure di psicologhe, psicologi e psicoterapeute/i, sia in età evolutiva che in età adulta, specialmente in questo periodo delicato post-COVID. Stare bene psicologicamente non significa soltanto non avere patologie che richiedano attenzione per la loro gravità, significa saper affrontare le sfide quotidiane senza esaurire le proprie risorse, fronteggiando le sfide quotidiane. La comunicazione è un’altra area molto importante di cui si occupa l’equipe dello Studio dr. Alberto Mariotto, attraverso la figura del logopedista che si occupa di problematiche legate al linguaggio in età evolutiva e della voce in età adulta. Il medico foniatra diviene un importante alleato dell’equipe, permettendo diagnosi accurate nei disturbi linguistici in età evolutiva, nonché nelle diagnosi e valutazioni funzionali e strumentali (strobolaringoscopia) della voce sia in età evolutiva che adulta. La sinergia del gruppo di professionisti permette di portare avanti attività di tipo informativo sul territorio: ai medici pe-

DR.SSA ELENA CARRARO Medico foniatra

diatri, ai medici di medicina generale, ai genitori e ai giovani adulti. Condividere le informazioni attraverso momenti di aggregazione ed eventi creati ad hoc permette di avere un impatto positivo sul territorio, generando salute e benessere. Richiedere una consulenza, a volte, è un grande passo verso la salute propria e di chi ci circonda, e un enorme salto verso la conoscenza di sé stessi.

DR. ALBERTO MARIOTTO psicologo e logopedista

DR.SSA JESSICA DRAGO DR.SSA SILVIA BASSETTO psicologa e psicoterapeuta i.f. psicologa

DR.SSA MARIA ELISA DELLE FAVE psicologa e psicoterapeuta i.f.

DR.SSA ROSSELLA TIROTTA logopedista

Contatti: www.studioalbertomariotto.it - info@albertomariotto.it Tel. 347 8165156


Una iniezione al mese e il mal di testa è un ricordo Un anno di osservazione su una trentina di pazienti ha dato grandi risultati al San Gaetano con una risposta superiore alle aspettative

Ne parliamo con il Dott. Moro Gianni Mario, Medico Chirurgo Specialista in Neurologia - Neurologo

La sfida era stata lanciata un anno fa: un accordo con la casa farmaceutica per offrire ai pazienti un farmaco innovativo che protegga dal mal di testa con efficacia a lungo termine, anche quando altri trattamenti hanno fallito. I risultati ottenuti nei 30 casi seguiti dai neurologi di Poliambulatori San Gaetano hanno dato una risposta che supera le aspettative e ora si cerca di potenziare, rendendolo più accessibile, l’utilizzo di un farmaco che offre nuove speranze e prospettive di vita a chi per anni ha visto la propria esistenza scandita dal manifestarsi, anche per diversi giorni al mese, di una patologia che oggi è la terza più diffusa al mondo e con la legge 81/2020 è stata riconosciuta anche in Italia come patologia cronica invalidante. «I numeri complessivi confermano un’ottima aderenza al trattamento - annuncia il dottor Gianni Moro, che coordina l’equipe dei neurologi - nelle strutture ospedaliere è vicina al 100 per cento, ma anche da noi è stata superiore alle aspettative, a conferma dell’efficacia del farmaco». Frutto di una decina d’anni di ricerche, il medicinale a base di anticorpi monoclonali è stato approvato nel 2018 dalla Commissione europea per i farmaci ed è stato consigliato come “prevenzione dell’emicrania negli adulti con almeno quattro giorni di cefalea al mese”.

«Si tratta di un farmaco biologico, molto selettivo - spiega il dottor Moro - che si lega al recettore del CGRP e ne blocca l’azione. Il CGRP è un neuropeptide, una piccola proteina che viene liberata dalle terminazioni trigeminali. È responsabile della vasodilatazione dei vasi meningei e della trasmissione del dolore a livello centrale. Bloccando la sua azione si impedisce la trasmissione del dolore e si impedisce di fatto l’attacco emicranico». L’efficacia ha una durata di quattro settimane e quindi la terapia va ripetuta una volta al mese. «Oltre a confermare la massima tollerabilità - precisa il dottor Moro - anche i pazienti che dicono di sentire ancora il mal di testa, riconoscono di non avere più la necessità di ricorrere ad antidolorifici». Alessandra, 52 anni, una vita passata a combattere contro quel dolore che la limitava in tutto quando si manifestava e la faceva vivere nella paura quando non c’era, ne è la conferma: «Mi sono riappropriata di quella normalità che credevo di aver perso per sempre». Se un anno fa era una speranza, il farmaco diventa dunque una conferma e, grazie all’impegno di Poliambulatori San Gaetano, può garantire un benessere sempre più alla portata di tutti.

Per appuntamenti chiamare il 0445 372205 o scrivere al numero WhatsApp 327 4310025 Ricordiamo che è sempre attiva la prenotazione tramite l’App ufficiale di Poliambulatori San Gaetano.



Ne parliamo con il Dott. Cesare Zancan

L’impronta dentale digitale L’acquisizione dell’impronta dentale è un passaggio fondamentale per costruire apparecchi ortodontici e protesi dentali su misura del paziente. La procedura tradizionale prevede l’utilizzo di una pasta morbida che viene fatta aderire all’arcata dentale per ottenere un calco negativo, ma si associa spesso a disagio e fastidio. L’introduzione dello scanner intra-orale ha permesso di ottenere un’impronta dentale digitale altrettanto accurata, eliminando il disagio associato all’impronta classica.

COS’È LO SCANNER INTRAORALE? Lo scanner intra-orale è uno strumento dotato di telecamere ad alta risoluzione che misura nelle tre dimensioni oggetti del mondo reale, in modo che possano essere poi analizzati in maniera digitale. In particolare, esso emette dei fasci luminosi sulla superficie dei denti e registra la distorsione che il fascio subisce al ritorno. In questo modo, raccoglie informazioni sulla forma e sulle dimensioni dell’arcata dentaria o sulla posizione degli impianti e invia questi dati a un software, che processa le informazioni e ricostruisce il modello tridimensionale della struttura desiderata. ndi visualizzata su un monitor e consente allo specialista di osservarla da tutte le angolazioni, di ingrandire i dettagli e pianificare con cura interventi di restauro, di ricostruzione o l’applicazione di strumenti correttivi. COME AVVIENE LA PROCEDURA TRADIZIONALE? Il metodo tradizionale prevede l’utilizzo di un supporto a forma di arco che contiene una pasta morbida, solitamente alginato, la quale viene applicata sull’arcata dentaria e mantenuta per alcuni minuti. A contatto con l’aria l’alginato si indurisce rapidamente e una volta rimosso si ottiene l’esatta l’impronta dei denti e delle gengive.

Per ottenere il positivo, viene fatto colare del gesso o della resina nell’impronta e viene fatto solidificare. In questo modo si può ottenere una riproduzione da poter maneggiare e su cui studiare le problematiche del paziente. Realizzare un’impronta in gesso di ottima qualità richiede competenze tecniche ed esperienza, oltre che materiali di alta qualità. ta può causare danni gengivali o peggiorare malattie parodontali. La procedura, inoltre, si associa spesso a piccoli disagi e fastidi. Alcuni pazienti possono avvertire una sensazione di soffocamento causata dall’ingombro della pasta, mentre altre persone possono manifestare conati di vomito o nausea, soprattutto quando l’impronta viene eseguita sull’arcata superiore.


COME AVVIENE L’ACQUISIZIONE DELL’IMPRONTA DENTALE DIGITALE? L’acquisizione dell’impronta dentale digitale avviene in maniera molto semplice. L’estremità dello scanner viene introdotta nella bocca e viene fatta scorrere per alcuni minuti lungo le arcate dentarie. Nello stesso momento verranno inviati i dati al computer e al termine dell’elaborazione sarà possibile visualizzare il modello tridimensionale della propria dentatura sul monitor dello specialista.

QUANDO VIENE UTILIZZATA? L’impronta dentale digitale viene utilizzata per la realizzazione di apparecchi ortodontici e per la costruzione di protesi su denti naturali e su impianti. Essa inoltre documenta il percorso diagnostico-terapeutico e consente di monitorare la situazione prima e dopo la cura. Infine, rappresenta una guida molto utile durante il trattamento chirurgico.

QUALI SONO I VANTAGGI DI QUESTA TECNOLOGIA? La tecnica è molto meno invasiva, dato che elimina la necessità della pasta dentale, spesso soffocante e fastidiosa e rispetta le tempistiche del paziente, in quanto la scansione può essere messa in pausa e ripresa in qualunque momento, non appena il paziente si sente pronto. La pasta di alginato invece si indurisce molto rapidamente, per cui in caso problemi la procedura deve essere ripetuta dall’inizio. Lo scanner intra-orale consente di ridurre i tempi dell’acquisizione dell’impronta dentale e dell’invio dei dati al laboratorio odontotecnico, che si occupa della produzione di apparecchiature e protesi. L’impronta viene mostrata in tempo reale sul monitor del medico ortodontista, che può valutare immediatamente il caso clinico e discuterne insieme al paziente.

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Vivere in mascherina: pensieri in libertà di una farmacista Da quasi due anni, ormai, la mascherina facciale, fondamentale presidio di protezione individuale e di controllo della trasmissione del Covid-19, è parte integrante della nostra vita. Ma proprio questa quotidianità dell’uso della mascherina, condiziona, addirittura ristruttura, non solo la nostra personalità ma anche il nostro essere. Innanzitutto perché siamo diventati persone senza volto. La mascherina nasconde la nostra identità, quasi tutto il nostro viso, rendendoci irriconoscibili. Fatichiamo a riconoscere le persone, specie quelle con le quali non abbiamo rapporti di parentela o un contatto costante. Spesso distinguiamo le persone dagli occhi, l’unica parte del viso che la mascherina lascia scoperta, ed in fondo è bello guardarsi negli occhi: pensate a quanto possono rivelare gli occhi, a prescindere dalla nostra volontà. Un vecchio proverbio dice che gli occhi non mentono mai e che sono lo specchio dell’anima, come quando le pupille si dilatano o si restringono, quando strizziamo gli occhi o se ci brillano più del normale, o quando inarchiamo le sopracciglia: gli occhi ci rendono trasparenti e trasmettono le nostre sensazioni. Anche sulla mascherina, però, l’umana vanità ha avuto il sopravvento: da barriera anti-virus in pochissimo tempo è divenuta accessorio alla moda, un capo da esibire. Di necessità virtù, si potrebbe dire, ed ecco la mascherina colorata, a fantasia, azzurre o rosa, bianche o nere, mimetiche, con lo stemma della propria squadra di calcio o dell’associazione cui si fa parte, di pizzo o elasticizzate, addirittura “aggressive” che riproducono il ghigno del Jocker o la bocca spalancata di una belva feroce. E così, in fondo, anche la mascherina può esprimere la propria personalità, seria, stravagante e rivelare le proprie passioni o il proprio lavoro. Peccato che, in fondo, la mascherina rimanga il simbolo, tragico, terribile, della pandemia, uno strumento che se da un lato ci protegge, dall’altro ci ruba il sorriso e, metaforicamente, ci ha rubato il sorriso di chi è morto a causa del virus, di chi per il virus ha perso il lavoro o visto la propria attività chiudere, ci ha rubato anche solo e semplicemente il sorriso di ritrovarsi tutti insieme, come una volta. Intanto viviamo il nostro presente, qui ed ora, illudendoci che le cose vadano già meglio, consegnando ai ricordi il lockdown, la quarantena, la chiusura delle attività; ma intanto siamo cambiati, forse per sempre. Ancora prigionieri di quei riti che sono le misure sanitarie indispensabili e necessarie per evitare il contagio, il distanziamento, la disinfezione delle mani, il salutarsi toccandosi con il braccio, atteggiamenti e azioni quotidiane che ormai ripetiamo per istinto, senza più rifletterci: mi viene naturale, incrociando una persona sul marciapiedi, allontanarmi, evitare di passarle accanto o chiedere agli amici, quei pochi che ogni tanto frequento, per rassicurarmi “Ma siete vaccinati? Avete fatto il tampone?”. Anche il nostro linguaggio si è arricchito di tanti e nuovi vocaboli: qualche giorno fa un signore, entrato in farmacia per fare il test, mi ha chiesto: “E’ lei la tamponaia?” E poi, ancora e sempre la mascherina. Oltre a carnevale (ma la maschera il martedì grasso è sinonimo di divertimento) avremo anche il Natale in maschera, ormai viviamo una socialità in maschera. Sia chiaro e lo ribadisco: la mascherina ci preserva dal contagio. Punto!

Ma nel nostro inconscio la mascherina ha sempre evocato la parte oscura dell’essere umano: il rapinatore si maschera per non essere riconosciuto; i samurai usavano maschere per spaventare gli avversari; Il boia si mascherava con il cappuccio; la maschera a carnevale, originata dall’uso delle maschere durante i riti dionisiaci, festività nelle quali le gerarchie sociali e l’ordine precostituito venivano completamente rovesciati, consente di infrangere le regole ed abbandonarsi a comportamenti trasgressivi. La stessa mascherina chirurgica, prima del Covid, associata all’uso che ne facevano i medici, evocava la malattia, lo stare male, il luogo di cura. Perché nella nostra cultura occidentale, come detto, la maschera nasconde il viso, rendendoci quasi tutti uguali, stravolge l’unicità del volto per una uniformità animale, il viso ridotto a muso animale. La maschera, quindi, diventa alienazione della propria identità, come accadeva con le maschere della commedia dell’arte, dove la maschera aveva appunto la funzione di tipizzare un personaggio (arlecchino, pulcinella, ecc.) riducendolo alla grottesca caricatura del carattere umano rappresentato.

Eppure, come dicevamo all’inizio, se la mascherina nasconde quella parte di viso che si associa al linguaggio verbale ed emotivo come il sorriso, proprio grazie alla mascherina stiamo riscoprendo il valore degli occhi, l’importanza dello sguardo, il parlare attraverso gli occhi. La verità è che il virus, all’improvviso, ha cambiato le nostre vite, per alcuni aspetti forse per sempre. Verrà, arriverà di certo, il giorno in cui le campane di tutto il mondo suoneranno a festa, come 100 anni fa all’annuncio della fine della Grande Guerra, per la fine della pandemia e sarà un momento di gioia per tutti. Ma non sarà la liberazione dal virus, perché mai più torneremo a vivere come prima. Ritorneremo a rivedere i volti, riavremo ciascuno il nostro volto e magari ci scopriremo diversi da come ci ricordavamo, ricominceremo ad abbracciarci e, stavolta, senza dubbio, a guardarci negli occhi senza paura, solo per i piacere ed il gusto di scoprire e scoprirsi negli occhi l’un dell’altro. Dott.ssa Lucia MONACO Titolare FarmaciaPiù SCHIO - Giavenale

FarmaciaPiù SCHIO Via Giavenale di Sopra 24 - Tel. 0445 511312



Dott. Filiberto Laverda medico dermatologo riceve presso il Poliambulatorio SS. Trinità di Schio

Focus macchie solari Le macchie Solari / macchie Senili sono di forma irregolare e grandezza variabile con colore che passa dal giallo al bruno, compaiono prevalentemente sulle aree più esposte al sole. Sono soggetti più a rischio le persone dai 45-50 anni in sula cui pelle è più vecchia e ha ricambio più lento a causa delle continue radiazioni solari. Di solito le lentigo solari non costituiscono un problema se non di tipo estetico e per toglierle è necessario ricorrere ad uno specialista: il dermatologo. Le lentigo Senili, come dice la parola stessa, sono caratteristiche dell’età e sono dovute principalmente ad una iperpigmentazione dello strato corneo ed in minima parte degli astrati epidermici profondi. Tale iperpigmentazione è legata a prolungate esposizioni ai raggi ultravioletti del sole o delle lampade solari nel corso degli anni e all’ispessimento dell’epidermide. Le lentigo Senili si presentano nelle zone più esposte alla luce del sole (viso, mani); appaiono di colore bruno, isolate e prevalentemente di forma tondeggiante. Per rimuovere le lentigo solari su viso e corpo, si può ricorrere al Laser Q-swittched, che garantisce risultati ottimali e sicuri. Le apparecchiature laser infatti sono strumenti medicali utilizzati da specialisti esperti, e gli interventi di trattamenti delle lentigo solari sono assolutamente rapidi, sicuri e minimmamente invasivi.

Il laser Q-switch ha la possibilità di generare fasci di luce con lunghezze d’onda diverse (una a 1064 nm e l’altra a 532 nm) ad azione selettiva, in grado di eliminare i pigmenti (la macchia bruna della lentigo solare) attraverso un “danno” fotoacustico, ovviamente circoscritto, quindi senza daneggiare le zone circostanti alla “macchia” da trattare. Sfruttando così il potere della foto termolisi selettiva generato dal lase si riesce ad eliminare le lentigo solari o lentigo senili. La procedura è praticamente indolore, subito dopo si genera una crosticina che nell’arco di 15 giorni guarisce totalmente, senza che rimangano sulla pelle delle cicatrici. Per il primo periodo è fondamentale non esporsi ai raggi solari e ai raggio UV e proteggere la pelle con filtri solari a schermo totale, in modo da evitare un’iperpigmentazione cutanea. La rimozione delle macchie solari e senili viene svolta su appuntamento, dal medico dermatologo Dott. Laverda Filiberto con il Laser Q-Switched presso il Poliambulatorio SS. Trinità di Schio

SCHIO SS. Trinità Vicolo S. Bernadette Soubirous 1/D (di fronte Supermercato Famila) Tel. 0445 1857100 -342 9482239 - www.poliambulatorioschio.it





Ne parliamo con Raffaello Tidore medico chirurgo specialista in oftalmologia micro chirurgia laser

La catarrata novità nella chirurgia attraverso il laser a femtosecondi

L’intervento di cataratta oggi: innovazione e sicurezza per risultati eccezionali . L’avanzare della tecnologia ha reso i pazienti sempre più informati e confidenti nei riguardi delle innovazioni. Sempre più spesso sentiamo parlare di cataratta anche nelle persone giovani . Quando è il momento migliore per intervenire e togliere la cataratta? L’intervento di cataratta consiste nell’estrazione del cristallino opacizzato, non più in grado di fornire una soddisfacente qualità visiva, va effettuata nel momento in cui il paziente avverte i sintomi . Anche se lievi come l’abbagliamento dato dai fari delle auto che incontra alla guida, o più gravi, come la difficoltà nel passare da un ambiente luminoso al buio. Uscire sul poggiolo a dar l’acqua alle piante, può diventare un problema quando si rientra in casa in penombra, si rimarrà abbagliati. Condizione questa che non consente di prendere bene le distanze generando incidenti domestici come le cadute a terra. L’intervento di cataratta è l’intervento chirurgico più diffuso al mondo, quindi tutti prima o poi dovremmo essere operati? La domanda è sicuramente lecita. Ogni anno in Italia vengono eseguiti circa 700mila interventi, si prevede che nel 2030 questo numero arriverà ad 1 milione di interventi. Con l’aumentare della vita media è altamente probabile che tutti noi dovremmo essere sottoposti ad intervento di cataratta. Un altro punto chiave è che non esiste alcuna terapia medica per rallentare l’evento cataratta, l’intervento chirurgico di rimozione è l’unica soluzione definitiva

Ha parlato di rimozione della cataratta, mi viene da pensare che togliendo qualcosa, si vada a menomare la funzione visiva, cosa si mette al posto del cristallino nell’occhio? Pensate che per millenni, l’intervento consisteva nel togliere il cristallino e lasciare l’occhio senza la sua lente naturale, quando la tecnologia l’ha reso possibile, all’inizio degli anni ’50 ,si sono cominciate ad inserire delle protesi piccolissime , appunto le lenti intraoculari, che in modo sempre più preciso riproducevano la visione

naturale per distanza. Purtroppo nel momento in cui si estrae il cristallino naturale si perde la capacità di messa a fuoco, alle diverse distanze quella intermedia (computer), e quella per la lettura( smartphone ). La tecnologia attuale invece ci consente di scegliere lenti personalizzate PREMIUM, per le diverse esigenze dei pazienti, dando le possibilità di correggere interamente il difetto visivo preesistente alla cataratta. Per esempio l’astigmatismo, la miopia o l’ipemetropia Sicuramente qualcuno di voi userà con grande soddisfazione degli occhiali progressivi. Il funzionamento delle moderne lenti intraoculari è molto simile a quello di questi occhiali. Le lenti intraoculari IOL( Intra Ocular Lens) di nuova concezione, consentono un ottima vista a tutte le distanze, anche nella lettura, cosa che con le vecchie lenti monofocali non era immaginabile. Se ho capito bene con le nuove tecnologie, togliendo la cataratta è possibile allo stesso tempo eliminare la dipendenza dagli occhiali, detto in questi termini, sempre quasi una buona notizia sapere di dover sottoporrsi all’intervento di catarrata. Dottore è vero che la cataratta oggi si toglie con il LASER? Si è vero, in parte. Ormai spesso, si sente parlare dell’utilizzo di strumenti laser in tutte le chirurgie, anche per la microchirurgia oftalmica, ci sono state delle importanti novità. Già da alcuni anni è possibile avvalersi del laser a femtosecondi per alcune fasi cruciali dell’intervento di estrazione della cataratta. Al laser è sempre affiancato uno strumento ad ultrasuoni che consente di frammentare ad aspirare via il cristallino così da preparare l’alloggiamento per la lente intraoculare personalizzata per le esigenze del singolo paziente Quali sono i vantaggi di un intervento di nuova generazione con il laser rispetto alla vecchia tecnica? Potremmo riassumerli rapidamente così: La tecnica è più sicura e precisa L’ Intervento rapido e indolore La guarigione anche sarà più rapida, nell’ambito di ore 24-48h Recupero visivo molto più veloce Nessun punto di sutura viene messo nell’occhio.

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