Salute e Benessere n 876

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L’Ortottica... PARTIAMO CHIARENDO CHI È L’ORTOTTISTA E DI COSA SI OCCUPA. L’Ortottista ed Assistente in Oftalmologia è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e su prescrizione del medico, tratta i disturbi motori e sensoriali della visione ed effettua le tecniche di semeiologia strumentale-oftalmologica. “Ortottica” (dal greco orthos = dritto e optiché = visione): l’insieme delle tecniche mirate alla riabilitazione visiva.

I PRINCIPALI AMBITI DI COMPETENZA DELL’ORTOTTISTA SONO: • prevenzione, valutazione e riabilitazione visiva dei disturbi che impediscono una “visione binoculare”; • valutazione e riabilitazione dello strabismo, a qualsiasi età, e dell’ambliopia (occhio pigro). • esecuzione di esami di oculistica • prevenzione, valutazione e riabilitazione delle disabilità visive; • strumentazione nelle sale operatorie oftalmologiche;

CHE COSA SUCCEDE AGLI OCCHI DI UN BAMBINO DISLESSICO QUANDO È IMPEGNATO A LEGGERE O A SCRIVERE? Anticipiamo che durante la lettura, cosi come nella scrittura, i nostri occhi ci guidano per scansionare il testo, identificare e discriminare le singole lettere, decodificare le parole e di conseguenza comprendere il contenuto del testo. Queste azioni sono possibili grazie a specifici movimenti degli occhi: le saccadi e le fissazioni. Le saccadi sono dei movimenti rapidi degli occhi che permettono di scorrere una lettera dopo l’altra, parola dopo parola, passando da una riga alla successiva. Le fissazioni, invece, permettono la focalizzazione di un grafema o parola. In condizioni normali gli occhi di una persona immersa nella lettura compiono movimenti di saccadi rapide e precise alternate a brevi pause di fissazione dalle quali, grazie anche ad una buona attenzione visiva, si ricavano informazioni che permettono di comprende il testo. Nella persona dislessica invece questi movimenti sono deficitari e o difficoltosi, non accurati, come lo è anche l’attenzione visiva che risulta scarsa. Questo genera una maggiore difficoltà di scansione e decodifica del testo. Il bambino impiegherà quindi più tempo a leggere rispetto ad un normolettore ed avrà una performance ed una comprensione spesso compromessa. Sarà presente eccessiva stanchezza nell’eseguire i compiti di lettura e scrittura che frequentemente viene tradotta erroneamente in svogliatezza. Le saccadi, le fissazioni e l’attenzione visiva possono essere riabilitate con un’ortottista, il quale potenziando queste abilità visive, migliora la velocità di letto-scrittura e riduce la fatica e la stanchezza associata.

In questo articolo desidero porre l’attenzione su un aspetto ancora abbastanza sconosciuto della riabilitazione visiva ortottica. Parleremo infatti di riabilitazione visiva nella dislessia.

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Ne parliamo con il Dott. Garriboli Luca, Specialista in Chirurgia Vascolare ed Endovascolare e Direttore dell’UOC di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria Di Negrar.

Aneurisma dell’aorta addominale:

sai cos’è?

Le persone che soffrono di ipertensione o diabete, o che conducono uno stile di vita non proprio sano, potrebbero andare incontro a problematiche vascolari. È sempre opportuno tenere sotto controllo la salute del sistema vascolare, soprattutto in caso di familiarità con problematiche ad esso legate, poiché lo sviluppo di una patologia, anche grave, è spesso subdolo essendo frequentemente asintomatico. Questo è il caso dell’Aneurisma dell’aorta addominale, un disturbo che se trascurato può portare anche gravi conseguenze al paziente. Presso l’ambulatorio di Chirurgia Vascolare di Poliambulatori San Gaetano di Thiene e Schio, visita il dottor Garriboli Luca, specialista con esperienza decennale nella diagnosi e cura delle problematiche che colpiscono il nostro sistema vascolare.

Si tenga presente che, in caso vi sia familiarità a questo tipo di problematica o il paziente abbia fattori predisponenti, è possibile assistere all’insorgere della patologia anche al di fuori della casistica media. I possibili fattori di rischio sono: · Diabete · Ipertensione · Ipercolesterolemia · Tabagismo · Predisposizione congenita · Infezioni ed infiammazioni · Traumi

DOTTOR GARRIBOLI, COS’È L’AORTA ADDOMINALE? L’aorta è il più grosso vaso che possediamo. Parte dal cuore, passa attraverso il torace (aorta toracica) e successivamente arriva in addome consentendo l’irrorazione di reni, fegato intestino ed arti inferiori. CHE COS’È L’ANEURISMA DELL’AORTA ADDOMINALE? Siamo in presenza di un ANEURISMA quando si assiste ad una dilatazione permanente dell’arteria. Il tratto addominale dell’aorta è il segmento più spesso interessato a questa problematica. Questa dilatazione, nel lungo periodo, può portare ad un serio e grave indebolimento delle pareti del vaso con conseguente rottura e questo provoca una emorragia interna. QUALI PERSONE SONO PIÙ A RISCHIO DI SVILUPPARE QUESTA PATOLOGIA? Solitamente ne sono più vittima gli uomini ed è più facile osservare un aneurisma dell’aorta addominale dopo i 65 anni d’età.

COME SI PUÒ VERIFICARE O ESCLUDERE LA PRESENZA DI QUESTA PATOLOGIA? Il primo passo da compiere, soprattutto se si hanno sospetti o in presenza di una certa familiarità, è quello di sottoporsi ad una Visita di Chirurgia Vascolare. Lo specialista solitamente sottopone il paziente ad un Ecocolordoppler dell’aorta addominale per meglio valutare la presenza o meno di aneurisma. Se si determina l’esistenza di questa problematica il Chirurgo Vascolare saprà indicare la migliore strategia terapeutica da adottare.

Presso Poliambulatori San Gaetano il Dottor Garriboli Luca esegue Visite di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare anche con Ecocolordoppler dell’aorta addominale. La segreteria è a disposizione allo 0445 372205 o scrivendo WhatsApp 327 4310025 Ricordiamo che è sempre attiva la prenotazione tramite l’applicazione ufficiale di Poliambulatori San Gaetano.



Ne parliamo con il Dott. Giovanni Borghero

Pronto Intervento Fisioterapico Il tuo appuntamento in 24 ore CHI È ” NOISIAMOFISIOTERAPIA”? È uno studio di fisioterapia e riabilitazione che vanta un team di specialisti consolidato e affiatato da una lunga collaborazione. Lo studio è coordinato dal Dott. Borghero Giovanni (Fisioterapista e Osteopata), con la collaborazione della dott.ssa Graziani Nadia (Dottoressa magistrale in Scienze Motorie Preventive e Adattate), della dott.ssa Marzaro Chiara (Dottoressa Magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie) e del dott. Malaguti Alberto (Medico Ortopedico specialista di spalla, ginocchio e mano). Noisiamofisioterapia è quindi in grado di offrire un approccio multidisciplinare per soddisfare al meglio le esigenze dei nostri pazienti. QUAL È L’IMPORTANZA DELLA FISIOTERAPIA E DELLA RIABILITAZIONE? La fisioterapia e la riabilitazione sono alleati indispensabili per favorire il miglioramento della funzionalità motoria, sia in seguito a lesioni traumatiche o ad eventi acuti a carattere prevalentemente ortopedico e neurologico, sia nelle sindromi d’allettamento dopo prolungata ospedalizzazione, sia in caso di patologie croniche degenerative (osteoartrosi, patologie di interesse reumatologico, morbo di Parkinson, etc). Le molteplici variabilità cliniche che si trova ad affrontare questo settore difficilmente possono essere di competenza di un singolo professionista, pertanto il lavoro d’equipe garantisce al paziente il miglior e più completo risultato possibile.

QUALI SERVIZI OFFRE LO STUDIO DI “NOISIAMOFISIOTERAPIA”? Rieducazione funzionale post traumatica, pre e post operatoria Osteopatia Massaggio terapeutico e sportivo Rimodellamento fasciale Terapie Strumentali (Laser, Tecar, Onde d’Urto) Palestra riabilitativa e sportiva Ginnastica in piccoli gruppi adatta a tutte le età Ginnastica Ipopressiva (individuale o a piccoli gruppi) Pronto intervento fisioterapico Visite Ortopediche PRONTO INTERVENTO FISIOTERAPICO? COSA SI INTENDE? Il tuo appuntamento in 24 ore (festivi esclusi). Il “Pronto Intervento Fisioterapico” nasce per una richiesta sempre più forte da parte dei pazienti: spesso, infatti, ci si trova nella condizione di richiedere con estrema urgenza una valutazione per problematiche acute o traumatologiche e si rischia di ricorrere erroneamente a diagnosi o a rimedi fai da te. Noisiamofisioterapia vuole garantire in tempi rapidi una prima valutazione professionale e accompagnare il paziente a soluzioni oggettive. La tempestività nell’intervenire in tempi brevi a traumi e/o lesioni può fare la differenza nel recupero futuro. …. Perché sei un essere speciale, ed io avrò cura di Te… (F. Battiato)

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Cosa mangiare quando fa caldo Per sopportare meglio il caldo e non avvertire la stanchezza e la spossatezza, inevitabili nella stagione estiva, è fondamentale curare l’alimentazione e seguire alcuni utili accorgimenti per ovviare all’inappetenza. Oltre che mangiare meglio, occorre nutrirsi di meno in questo periodo dell’anno, perché il nostro corpo non ha bisogno di tante calorie come in inverno quando, invece, deve proteggersi dal freddo. Con il caldo quali regole alimentari è bene seguire? D’estate con il caldo ci sono due indicazioni principali che è salutare seguire: recuperare i liquidi e i sali che si perdono con la sudorazione e scegliere pasti semplici che non richiedono digestioni troppo lunghe e laboriose. Che cosa è meglio bere? Per quanto riguarda l’idratazione, la cosa più importante è bere tanto e spesso: gli esperti consigliano almeno 2 litri di acqua al giorno. Sono da evitare gli alcolici (come vino e birra) e limitare le bibite gassate che, oltre a fornire un apporto calorico non trascurabile per via degli zuccheri in esse contenuti, possono provocare bruciore e gonfiore intestinale. Meglio assumere bevande a base di frutta (spremute, centrifugati) che apportano anche sali minerali e vitamine, ma stando attenti alle quantità perché la frutta è comunque zuccherina.

Che cosa dobbiamo mangiare in estate? Quando fa caldo è bene seguire una regola molto semplice: mangiare poco e spesso. Si consiglia quindi di evitare porzioni troppo abbondanti durante i pasti principali e piatti elaborati, optando spesso per piatti unici bilanciati. L’alimentazione corretta è a base di tanta frutta e verdura fresche, che sono ricche di acqua, vitamine e sali minerali come, per esempio, potassio e magnesio, che servono a sconfiggere il senso di spossatezza che il caldo può produrre. È importante anche seguire la stagionalità e la natura ci viene incontro in questo periodo: la frutta estiva è più acquosa rispetto a quella delle altre stagioni. Carote, albicocche, melone giallo, pesche, pomodori, peperoni, lattuga, radicchio sono una buona fonte di provitamina A, che protegge la pelle dallo stress dei raggi solari e facilita l’abbronzatura. In particolare a pranzo si può mangiare del formaggio fresco, uova, tofu o anche del tonno, o ancor meglio carni bianche o pesce alla griglia. Perfette, soprattutto per cena, sono le insalate di pasta, riso oppure orzo e farro con l’aggiunta di verdure e legumi. Lo yogurt, insieme alla frutta, può diventare un ottimo spuntino tra un pasto e l’altro. Fa bene mangiare dolci e gelati? Sarebbe meglio evitare i dolci ma, se proprio non si riesce a rinunciarvi, almeno scegliere quelli senza burro o altri grassi. Il gelato, invece, è un ottimo alimento in estate, possiede molte proprietà nutritive, ma non bisogna prendere l’abitudine di sostituirlo a un pasto completo ed equilibrato.





Ne parliamo con la Dott.ssa Lucia MONACO Titolare FarmaciaPiù - SCHIO - Giavenale

Sole, bellezza e salute L’abbronzatura rapida è la fissazione di molte persone, anche a costo di sopportare un colpo di sole e senza tener conto delle conseguenze di un’esposizione eccessiva: invecchiamento precoce della pelle, l’apparizione di rughe e, soprattutto, il rischio di sviluppare un tumore della pelle. È bene esporsi al sole gradualmente e con moderazione ed utilizzare un buon solare per proteggere la pelle. I raggi UV, infatti, usurano rapidamente il capitale di autoprotezione della pelle, in particolare delle parti convesse esposte al sole come viso, spalle, decolleté e mani, con conseguenze ben visibili quali scottature e macchie pigmentarie. Il sistema protettivo di alcune creme solari specifiche per le zone del corpo più esposte al sole oltre ad offrire un efficace filtro, protegge contro le macchie pigmentarie per prevenire i danni a lungo termine provocati dall’esposizione al sole. Esistono poi nuove creme solari che, oltre ad essere ipoallergeniche, prive di conservanti e resistenti all’acqua, si distinguono anche per la formulazione estremamente piacevole, comparabile a quella di un trattamento da giorno, svolgendo altresì un’azione idratante ed opacizzante. Per questo è importante il consiglio professionale del farmacista. La protezione dei bambini dall’esposizione ai raggi UVB e UVA: basti pensare che durante una giornata in spiaggia, la pelle dei bambini è esposta ai raggi UV per tre volte di più rispetto a quella degli adulti. Ecco perché i bambini hanno bisogno di una particolare protezione solare. Del resto, secondo alcune ricerche scientifiche, le scottature solari subite nell’infanzia e nell’adolescenza aumentano il rischio di melanomi maligni cutanei: la pelle di bambini e ragazzi, infatti, non ha ancora attivato in misura sufficiente meccanismi di difesa UV quali la formazione di una barriera fotoprotettiva (ispessimento della pelle) o l’abbronzatura (pigmentazione). I bambini piccoli, nel primo anno di età non dovrebbero essere esposti direttamente al sole: a questa età non camminano ancora ed è facile tenerli sotto controllo ed evitare l’esposizione, diversamente da quando iniziano a camminare. Anche qui è però possibile limitare l’esposizione al sole: l’ombrellone in spiaggia, un pisolino pomeridiano prolungato, maniche lunghe e pantaloni ampi e leggeri. Inoltre, già a quest’età, si devono usare prodotti protettivi solari: per i bambini fino al secondo anno d’età soprattutto filtri fotoprotettivi fisici. Si sconsiglia l’esposizione al sole dei bambini sotto i tre anni se non protetti da un cappello e da una maglietta, non di colore bianco che assorbe le radiazioni e le trasmette sottoforma di calore; meglio colori che vanno dal giallo al verde chiaro pastello perché questi assorbono meglio le radiazioni solari. I bambini dopo i tre anni possono essere esposti al sole ma utilizzando sempre un foto protettore in quantità doppia rispetto a quello utilizzato da un adulto. La protezione solare per i bambini non deve presentare lacune e deve riuscire a far fronte anche ai giochi all’aperto ed in acqua. Per fortuna, i nuovi solari per bambini garantiscono massima protezione, sono testati sotto controllo dermatologico e pediatrico, ipoallergenici, senza conservanti, resistenti alla sabbia ed all’acqua, anche dopo bagni ripetuti. Sono inoltre visibili all’applicazione, in modo da evitare che delle zone vengano inavvertitamente tralasciate. Anche per questo è meglio scegliere dietro consiglio del farmacista. E comunque, premesso che i “bagni di sole” non sono consigliabili, né per gli adulti, né per i bambini, in caso di scottatura solare è necessario refrigerare la pelle, magari con impacchi di tè nero dal frigorifero. Se la scottatura è dolorosa, usare antidolorifici (ad es. paracetamolo). Non dimenticando, dopo l’esposizione al sole, di nutrire e reidratare la pelle a sufficienza con prodotti adeguati. COSA FARE IN CASO DI SCOTTATURE? In caso di bruciatura: Rinfrescare la pelle irritata con docce fredde, poi applicare gel o lozioni per gli eritemi solari (Il beta glucano è

un anti infiammatorio efficace e naturale). Prendere un analgesico in caso di dolori. In presenza di malessere generale, febbre alta, forti dolori o stato di fiacchezza, consultare il medico. “Sole: modalità d’uso ed avvertenze” • Prestare attenzione al proprio tipo di pelle; • Esporsi al sole in modo progressivo; • Utilizzare prodotti solari con alto fattore di protezione • Non esporsi al sole durante le ore più calde; • Ripararsi dal sole se si ha la pelle irritata; • Applicare un buon prodotto doposole; • Non dimenticare occhiali da sole, cappellino e una magliettina. CONSIGLI IN BREVE: • E’ sbagliato adoperare, durante la prima esposizione al sole, un prodotto con protezione 50 e successivamente uno con protezione minore. Anche se sulla pelle si forma un manto di melanina non vuol dire che si è “immuni” all’esposizione solare. La protezione deve essere costante e sempre dello stesso grado. • Il sudore contiene acido urocanico con effetto foto-protettivo. L’acido urocanico si dispone come una specie di velo assicurando una sorta di foto protezione attiva che però non rende inutile l’uso della protezione. • Il solare deve essere spalmato sul corpo almeno mezz’ora o un’ora prima dell’esposizione al sole in modo tale che si stratifichi negli strati più profondi. In base al tipo di pelle bisogna fare attenzione anche al prodotto che sì usa: crema solare, latte, emulsione, spray, gel non sono uguali e non possono essere utilizzati in maniera indistinta. Chi ha una pelle grassa, infatti, non dovrebbe usare una crema perché occluderebbe i pori impedendo che il grasso arrivi in superficie e, ristagnandosi, potrebbe causare una follicolite da irraggiamento solare; meglio allora il latte, l’emulsione o il gel. Chi ha una pelle secca può usare una crema con effetto idratante. Qualsiasi prodotto, in ogni caso, deve essere messo almeno ogni due ore, trascorse le quali l’azione del foto protettore finisce. • Molti pensano che la protezione 50 non faccia abbronzare; la protezione 50 fa abbronzare più lentamente, in maniera più sicura, uniforme e più duratura. • Gli integratori, che non essendo farmaci non danno effetto di accumulo, possono essere utilizzati come implementazione di sostanze (ad es. licopene, polifenoli, acido-lipoico). La prevenzione con il betacarotene, ad esempio, può essere un ottimo sistema di protezione: per una migliore e più duratura protezione il betacarotene dovrebbe essere assunto almeno due mesi prima dell’esposizione al sole. • E’ veramente importante proteggere la pelle: l’invecchiamento della pelle deriva nel 60 per cento da foto-invecchiamento e nel 40 per cento da un invecchiamento genetico. • Proteggersi dal sole non vuol dire solo utilizzare dei prodotti ma ci si protegge anche con gli indumenti, cappellini, occhiali da sole. • Così come la pelle ha bisogno di essere protetta ed idratata, anche gli occhi hanno bisogno di essere protetti (occhiali da sole) ed idratati usano colliri per esempio a base di acido ialuronico ovvero lacrime artificiali.



Punture di ape, vespa e calabrone Ecco alcuni rimedi da provare Può capitare a grandi e piccini di essere punti da api, vespe o calabroni. Cosa fare in caso uno di questi insetti ci colpisca? Quali i migliori rimedi naturali per lenire dolore e fastidio? Soprattutto in primavera e in estate, stagioni in cui stiamo più spesso all’aria aperta, entriamo in contatto con diversi tipi di insetti, alcuni dei quali possono pungerci. È molto importante sapere cosa fare per evitare la puntura o, se proprio non si è riusciti nell’intento, a trattare velocemente il problema per scongiurare la maggior parte dei fastidi. Iniziamo col dire che api, vespe e calabroni sono insetti che in alcuni casi possono scatenare delle reazioni allergiche pericolose. Se sapete di soffrire di questo tipo di allergia dovete stare particolarmente attenti ad evitare le punture e portare sempre con voi nei luoghi a rischio l’apposito kit da utilizzare in caso di necessità per evitare uno shock anafilattico (chiedete delucidazioni al vostro medico di fiducia). Se è la prima volta che uno di questi insetti vi punge, prestate particolarmente attenzione ad alcuni segnali che, se presenti, vi devono far recare velocemente in un pronto soccorso in quanto potreste essere soggetti allergici senza saperlo. Se dopo circa mezz’ora dalla puntura avvertite rush cutaneo, prurito diffuso, mancanza di respiro, vomito o senso di smarrimento non esitate a farvi visitare quanto prima da un medico. In tutti gli altri casi possiamo stare tranquilli e trattare la puntura con alcuni rimedi naturali che vi elenchiamo sotto. Come capire se la puntura è di ape, vespa o calabrone, a meno che non si ci si accorga della puntura nell’imminenza o si veda volare l’insetto in questione, potrebbe non essere semplice capire chi esattamente ci ha punto. Se il pungiglione è rimasto attaccato alla pelle sicuramente si è trattato di un’ape, questo insetto infatti, una volta punto, lo perde e subito dopo muore. Potete riconoscere la sua presenza perché nella zona colpita si nota un punto nero, abbiate cura di rimuoverlo immediatamente. Difficile invece distinguere una puntura di vespa da una di calabrone, in entrambi i casi infatti si nota solo un piccolo foro sulla pelle. L’unica variante potrebbe essere data dal quantitativo di veleno iniettato (maggiore nel caso del calabrone) che in alcuni casi fa comparire sintomi diversi dal solo bruciore, dolore o gonfiore della mano, ad esempio febbre e mal di testa. In tutti i casi, intorno alla puntura la zona di pelle tende ad arrossarsi, gonfiarsi, bruciare o provocare dolore. Quando si inizia a sgonfiare invece molte persone accusano prurito. Cosa fare nell’immediato dopo la puntura In caso di puntura di vespa, ape o calabrone, come abbiamo già detto, per prima cosa bisogna capire se il pungiglione sia rimasto incastrato nella pelle nel qual caso va assolutamente rimosso con delicatezza utilizzando una pinzetta o un ago (entrambi vanno prima sterilizzati, si può ad esempio usare del fuoco).

Questo passaggio serve ad evitare che la zona si infetti e arrossi ulteriormente. Si possono poi sperimentare diversi rimedi naturali, ecco quelli generalmente consigliati: • Acqua e sapone In caso di puntura lavare subito la zona con acqua e sapone in modo da eliminare il veleno depositato dall’insetto e cercare di scongiurare un rigonfiamento maggiore della pelle. • Ghiaccio Per alleviare il bruciore e il rossore del post puntura è possibile applicare subito del ghiaccio da tenere in posa coperto da un telo di cotone per circa 15 minuti. • Bicarbonato Questo ingrediente naturale è in grado di disinfettare la zona e lenire i fastidi. Bisogna realizzare una pastella aggiungendo ad un cucchiaino di bicarbonato un pochino d’acqua e spargerla poi sulla puntura lasciando agire per alcuni minuti. • Aceto Anche l’aceto disinfetta e sfiamma la zona punta dall’insetto. Immergete in un po’ di questa sostanza in un batuffolo di cotone e procedete con degli impacchi. In alternativa si può utilizzare anche direttamente sulla pelle. • Gel di aloe Il gel di aloe sfiamma e lenisce la pelle arrossata e dolente. Si può mettere subito dopo la puntura ma anche nei giorni seguenti in modo da farla guarire più velocemente. • Calendula (in pomata o crema) Anche la crema alla calendula si può applicare sulla zona punta dall’insetto più volte al giorno fino a completa guarigione. La calendula ha un’azione antinfiammatoria, calmante e antisettica. • Altri rimedi naturali contro le punture Altri rimedi naturali che tutti abbiamo in casa e che possono tornare utili in caso di puntura di ape, vesta o calabrone sono aglio, cipolla, patate, basilico tritato e succo di limone da applicare direttamente sulla bolla. Si può sperimentare per diminuire i fastidi anche l’applicazione di un po’ di dentifricio. Come prevenire le punture di vespe, api o calabroni Per prevenire le punture è possibile utilizzare alcune strategie utili ad evitare che gli insetti si avvicinino a noi. Il primo buon consiglio è quello di vestirsi con colori chiari, è noto infatti che api, vespe e calabroni (ma anche le zanzare) sono più attirati dai colori scuri o sgargianti (come quelli dei fiori su cui si posano). Meglio indossare dunque abiti bianchi, beige o dai colori pastello se possibile con le maniche lunghe. In estate va benissimo ad esempio del cotone leggero dalle tinte naturali. È bene anche non indossare profumi di alcun genere, soprattutto quelli floreali, che possono attirare gli insetti e farli poggiare su di noi. Quando si fanno picnic o si mangia all’aria aperta, gli insetti sono facilmente attirati dall’odore del cibo, sarebbe sempre bene quindi tenere gli alimenti in contenitori chiusi o coperti da un piatto. Fondamentale anche chiudere molto bene la spazzatura. Sui prati poi meglio evitare di camminare scalzi, a volte inavvertitamente potremmo schiacciare con i piedi un’ape o una vespa poggiata sull’erba o sui fiori. Se si viaggia in macchina i finestrini andrebbero chiusi per evitare di facilitare l’entrata degli insetti nell’abitacolo mentre in moto è necessario coprire bene tutto il corpo.




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