Scuola + Cooperazione = Valore Raggiunto

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GUIDA DEGLI INSEGNANTI



L’EDUCAZIONE COOPERATIVA Solidarietà, democrazia, collaborazione, centralità della persona e rispetto per l’alterità; ma anche creatività, idee, capacità di assumere e realizzare iniziative personali, di dialogare con punti di vista differenti. Quasi due secoli fa questi principi, questi valori ed ideali diventano un movimento, quello cooperativo, che da subito include fra i suoi obiettivi quello di sostenere e diffondere un modello di società basato sulla collaborazione solidale, sulla partecipazione attiva: in una parola sola, sul mutualismo. L’educazione cooperativa è lo strumento che, oggi, il movimento cooperativo utilizza per diffondere questo modello; a vantaggio non solo del movimento stesso, ma per una crescita civile della società nel suo complesso. Nel concreto, quindi, Irecoop FVG si occupa di approfondire

contenuti e metodologie didattiche, che vengono poi offerte al mondo della scuola e della formazione professionale all’interno di percorsi modulari, laboratori, attività di simulazione d’impresa. Alla nostra esperienza, si sono intrecciate diverse correnti didattiche ed in particolar modo quella del Cooperative Learning, che consiste in una pluralità di metodologie, applicate da diversi autori all’interno dell’apprendimento scolastico, che utilizzano come elemento principale il gruppo dei pari. Queste metodologie hanno dimostrato come l’apprendimento cooperativo sia in grado di migliorare le prestazioni dei singoli e di facilitare l’apprendimento dei soggetti più deboli.


LE MOTIVAZIONI Almeno due sono le motivazioni che ci spingono a promuovere l’educazione cooperativa nelle scuole. “Anche le comunità tradizionalmente cooperative non sono state libere da conflitti. Innumerevoli maniere furono escogitate per gestirli prima e dopo il loro sorgere. Così tutti i gruppi umani hanno sviluppato strategie per rendere più facile la cooperazione e per utilizzare il conflitto a scopi produttivi. Parte dello sviluppo di una comunità scolastica e di classe, quindi, è costruire metodi e quadri di riferimento per lavorare insieme a risolvere differenze di opinione, determinare quali competenze saranno necessarie e anche come suscitare molte occasioni per praticare queste competenze e strategie”. (M. Graves & T. Graves, 1988)

1.Motivazione etico morale La nostra società tende a premiare l’individualismo e la competitività: diventa, quindi, difficile costruire “metodi e quadri di riferimento per lavorare insieme”. In questo contesto è frequente che i ragazzi si sentano disorientati, immersi in valori di riferimento contrastanti fra loro, e siano incapaci di gestire in maniera autonoma relazioni interpersonali, in quanto abituati a farlo attraverso l’uso delle tecnologie. Diventa, quindi, necessario trovare nuovi metodi partecipativi, ristabilire delle prassi efficaci, anche attraverso nuove formule educative. Forse mai come ora, quindi, il movimento cooperativo può impegnarsi nella trasmissione di quei valori e di quelle prassi che, da sempre, lo caratterizzano, ma che sono anche i valori fondanti di una comunità. Ecco allora che diventa di fondamentale importanza far sperimentare alle giovani generazioni un modello, quello cooperativo, che da sempre contribuisce allo sviluppo delle comunità e al “senso comunitario”.

2.Motivazione culturale Educare i giovani alla cooperazione va non solo a beneficio dell’intero tessuto sociale delle nostre comunità: promuovere il modello cooperativo fra le nuove generazioni significa anche formare giovani consapevoli, motivati, imprenditori forse più responsabili nei confronti della collettività.


I SIGNIFICATI DELLA COOPERAZIONE “L’imprenditorialità è una competenza fondamentale per tutti, aiuta i giovani ad essere più creativi e ad acquisire una maggiore sicurezza in tutte le attività che intraprendono, incitandoli ad agire in modo socialmente responsabile. L’educazione allo spirito imprenditoriale deve diventare una competenza di base per i giovani europei: infatti essa non è univocamente connessa con la capacità di creare nuove imprese ma indica: “[...] la capacità di

una persona di tradurre le idee in azione. In ciò rientra la creatività, l’innovazione e l’assunzione di rischi, come anche la capacità di pianificare e di gestire progetti e raggiungere obiettivi. È una competenza utile a tutti nella vita quotidiana, nella sfera domestica e nella società, serve ai lavoratori per avere consapevolezza del contesto in cui operano e per poter cogliere le opportunità che si offrono ed è un punto di partenza per le abilità e le conoscenze più specifiche di cui hanno bisogno gli imprenditori che avviano un’attività sociale o commerciale.” Commissione europea

1.Educare alla relazione e alle reciprocità Per cooperare è necessario aderire al valore della reciprocità che ci impegna a comportarci verso gli altri come si vorrebbe che gli altri si comportassero verso di noi. Ogni vero cooperatore è un uomo o una donna abituato ad interagire all’interno di gruppi spesso complessi, ma coesi verso il raggiungimento di obiettivi comuni. Questa capacità di essere con gli altri e lavorare assieme per costruire piccole o grandi scommesse è un patrimonio prezioso nella società odierna, dove l’individualismo è sentito come un valore positivo, dove è sempre più evidente l’incapacità di bambini, ragazzi e giovani di


gestire le relazioni interpersonali, lavorare in gruppo, gestire i conflitti quotidiani.

2.Educare alla solidarietà e alla collaborazione La cooperazione al suo interno ha sempre trovato protagonisti seri ed impegnati nel fare della solidarietà un segno di testimonianza come risposta ai bisogni dell’uomo. La scommessa della cooperazione è da sempre quella di riuscire a legare l’efficienza economica al rispetto e alla valorizzazione della persona umana, il profitto alla solidarietà, la crescita economica allo sviluppo sostenibile e alla valorizzazione del territorio e delle comunità locali; la mutualità è da sempre lo strumento utilizzato per raggiungere, uniti, i risultati che non si potrebbero ottenere individualmente. Crediamo, quindi, sia un nostro dovere mostrare l’esistenza di un modo diverso di fare le cose: un modo in cui la solidarietà fra gli individui è un punto di forza e non di debolezza, in cui esiste ed è fortemente sentito un legame fra l’individuo e la sua comunità, in cui la creazione di ricchezza non comporti, lo svilimento delle persone e del territorio. Un modo per valorizzare le potenzialità del luogo, lavorando in stretto contatto con il territorio stesso, utilizzandone risorse, materiali ed umane, permettendo così alla comunità intera di svilupparsi e progredire.

3.Educare alla democrazia e alla responsabilità L’impresa cooperativa vuole essere un’impresa democratica: il valore della “democrazia cooperativa” – una testa, un voto – è fondamentale per caratterizzare la cooperazione e distingue nettamente il modello cooperativo dalle altre tipologie d’impresa. Il cooperatore non si manifesta solo con il proprio voto all’interno della cooperativa, ma il significato e l’effetto di quel voto si prolunga dalla cooperativa alla cooperazione e da essa alle società. La democrazia è dunque l’ambiente naturale ove si sviluppa il principio di responsabilità, dove una scelta collettiva viene presa con la partecipazione diretta o indiretta del maggior numero di coloro cui queste decisioni sono destinate. In una società nella quale il cittadino tende a delegare deresponsabilizzandosi, la cooperativa può costituire la soluzione alternativa ideale per promuovere invece un coinvolgimento attivo dell’individuo nello sviluppo economico-sociale della comunità in cui vive.

4.Educare allo spirito imprenditoriale La stessa comunità europea, attraverso gli “Obiettivi di Lisbona” pone all’attenzione di tutti gli Stati Membri l’importanza dell’educazione all’imprenditorialità. Lo spirito imprenditoriale è il motore dell’innovazione, della competitività e della crescita; non solo: è infatti anche un mezzo di sviluppo personale e può favorire la coesione


sociale quando l’opportunità viene offerta a tutti. L’Unione Europea riconosce nella piccola e media impresa la vera forza motrice dell’Europa ed individua in esse la strada verso uno sviluppo “in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. Al tempo stesso, però, ravvisa una significativa resistenza da parte dei giovani europei ad intraprendere la strada del lavoro autonomo, ad assumersi la responsabilità di diventare co-protagonisti dello sviluppo del proprio paese. Da un lato, l’analisi dei sistemi normativi dei diversi Stati Membri mette alla luce alcuni ostacoli oggettivi che rallentano lo sviluppo di nuove imprese; ma le indagini verso la popolazione giovanile mettono in luce anche un problema educativo. Da qui l’esigenza e forse l’urgenza di parlare d’impresa con i giovani, per modificare l’immagine spesso negativa che essi hanno degli imprenditori e per stimolare positivamente conoscenze, competenze e attitudini, quali la creatività, l’assunzione di responsabilità, la conoscenza del mondo del lavoro, la capacità di progettare, organizzare e gestire un’attività. Educare all’imprenditorialità significa, in prima istanza, sviluppare specifiche abilità come la gestione progettuale proattiva (pianificazione, organizzazione, gestione, leadership e delega, analisi, comunicazione, rendicontazione, valutazione e messa in registro); la capacità di lavorare sia individualmente, che in collaborazione all’interno di gruppi (comunicazione, negoziazione, coordinamento, organizzazione, gestione dei conflitti). L’attitudine imprenditoriale si caratterizza dallo spirito di iniziativa,

dalla capacità di anticipare gli eventi, dalla volontà di assumersi le proprie responsabilità; dal desiderio di acquisire indipendenza e accogliere l’innovazione nella vita personale e sociale, come anche sul lavoro; motivazione, determinazione nel raggiungere gli obiettivi. Il movimento cooperativo ha maturato negli anni degli strumenti unici per insegnare ai giovani ad essere imprenditori. Questa è sicuramente un’esperienza importante da trasmettere al mondo della scuola.


GLI STRUMENTI L’ASSOCIAZIONE COOPERATIVA SCOLASTICA L’Associazione cooperativa scolastica (di seguito ACS) è una simulazione d’impresa a fini didattici. I ragazzi vengono aiutati da formatori ed insegnanti a trasformare un’idea in un progetto concreto e a tradurla quindi in un’impresa simulata. L’essere simulazione, implica la necessità di semplificare la struttura reale dell’impresa, ricreando però processi quanto più possibile aderenti alla realtà. Gli studenti si ritrovano quindi a dover fronteggiare situazioni e difficoltà reali, acquisendo così non solamente conoscenze teoriche, ma anche competenze, atteggiamenti e abilità pratiche. Proprio attraverso semplificazioni più o meno consistenti della struttura reale, l’ACS può essere adattata a scuole di qualsiasi ordine e grado, dalle materne all’università; è così possibile, attraverso un percorso a ritroso, aiutare gli studenti ad acquisire quei requisiti indispensabili per sviluppare una mentalità imprenditoriale o imprenditiva, qualità fortemente caratterizzanti della nostra epoca.

Il percorso per costituire una Acs La costituzione di una ACS deve necessariamente passare attraverso un percorso ben preciso, che ha lo scopo di aiutare gli studenti a sviluppare non solo l’idea che a loro piace, ma anche e soprattutto l’idea che possono effettivamente realizzare.

1.Individuare l’idea “Quale attività nella tua scuola potrebbe essere svolta in forma cooperativa?” Il primo passo consiste sicuramente nell’individuare l’idea: ai ragazzi e agli insegnanti viene quindi chiesto di individuare un’attività indifferentemente un prodotto od un servizio - che possa essere svolta in forma cooperativa all’interno della scuola o sul territorio. Non è necessario che l’idea proposta sia innovativa: l’ACS può infatti diventare un’opportunità per gestire in modo diverso attività già svolte dagli studenti all’interno della scuola. In questi anni abbiamo, ad esempio, visto nascere ACS per la redazione di un giornalino scolastico (Scuola secondaria di primo grado “Attems” - Gorizia; ISIP indirizzo sociale - Monfalcone), per la realizzazione di aiuole (IPSAA “S. Sabbatini” – Pozzuolo del Friuli), per l’animazione di feste di


compleanno (IPSSC “Cossar” – Gorizia). Qualora la gestione dell’ACS comporti un flusso di denaro, questa mantiene una propria contabilità separata dalla scuola e, fintanto che rispetta il carattere di esperimento didattico, non ha oneri fiscali. Per questa ragione, il prodotto o servizio prescelto non dovrà entrare in competizione con altre attività imprenditoriali eventualmente presenti all’interno della scuola o sul territorio. Ad esempio, non sarà possibile costituire un’ACS per la vendita delle merendine a ricreazione, qualora nella scuola il servizio sia già svolto da una ditta.

2.Organizzare il gruppo “La nostra classe, o il nostro gruppo, ha al proprio interno le risorse e le competenze necessarie per realizzare l’attività prescelta?” La forza di un’ACS risiede innanzi tutto nel gruppo che l’ha costituita. Perché un’impresa - anche se simulata - funzioni, non è sufficiente avere una buona idea imprenditoriale: è necessario assicurarsi che all’interno del gruppo siano presenti le risorse e le competenze necessarie per realizzare l’attività prevista ed è necessario che queste

vengano costantemente messe in campo. Ecco perché devono emergere - e va dedicata loro la giusta attenzione - le aspettative che gli studenti hanno nei confronti dell’esperienza che stanno per intraprendere, l’impegno che ritengono di poter assumere, l’interesse che l’iniziativa nel suo complesso suscita in loro. Sulla base di queste indicazioni il gruppo dovrà quindi organizzarsi, dividendosi compiti e responsabilità: ogni ACS si doterà così di un organigramma e di uno Statuto sociale.

3.La procedura “Concretamente, cosa andremo a fare? Come lo faremo?”

3.1.Le regole: lo Statuto Ogni gruppo, per poter funzionare, si dota solitamente di una serie di regole condivise da tutti i suoi membri. Talvolta queste regole sono scritte, altre volte sono semplicemente aspettative comportamentali sottintese. Per poter costituire una società cooperativa, queste norme devono essere accuratamente esplicitate nello Statuto sociale e quindi sottoscritte, unitamente all’Atto


costitutivo, dai soci fondatori, alla presenza di un’autorità in veste di notaio. Agli studenti, verrà quindi richiesto di riflettere sulle regole che ritengono necessario darsi per far funzionare la loro cooperativa simulata e di redigere quindi il loro statuto. Questa fase potrà essere più o meno approfondita dall’insegnante, a seconda dell’interesse che questo aspetto assume all’interno dell’intero percorso.

3.2.La forma: l’assemblea, il consiglio di amministrazione, i controllori Tutte le decisioni inerenti la gestione di un’impresa cooperativa vengono prese, a vari livelli di responsabilità, in maniera collettiva e democratica, dagli organi sociali: sono quindi necessarie un’assemblea dei soci, un consiglio di amministrazione (all’interno del quale viene eletto il presidente), dei controllori. Saranno, ovviamente, gli studenti a dover ricoprire queste cariche: si chiederà quindi loro di candidarsi e successivamente si procederà alle elezioni.

3.3.La costituzione Prima di partire è necessario farsi

riconoscere dagli altri. I soci fondatori dovranno quindi sottoscrivere lo statuto e l’atto costitutivo alla presenza di un’autorità (il preside della scuola, il sindaco del paese, il presidente di una cooperativa del luogo, ecc…), che svolga la funzione di notaio.

3.4.La realizzazione dello scopo sociale All’individuazione dell’idea ed elaborazione del progetto, segue necessariamente una fase pratica, che porti alla realizzazione dell’attività prescelta. Questa fase si protrae, compatibilmente con gli altri impegni scolastici, nel corso dell’intero anno scolastico. Gli eventuali utili prodotti dalla realizzazione dello scopo sociale, andranno utilizzati in modo collettivo dagli studenti (ad esempio per la gita scolastica, o per l’acquisto di attrezzature per la classe o la scuola), oppure potranno essere devoluti in beneficenza.

3.5.La valutazione in corso d’opera e conclusiva E’ importante tenere costantemente sotto controllo l’attività svolta dall’ACS, sia per verificare che il gruppo stia effettivamente perseguendo gli obiettivi che si era posto, sia per controllare che l’impegno e l’interesse dei ragazzi nei confronti dell’attività sia costante. Al termine dell’attività, il consiglio di amministrazione sarà poi chiamato a redigere


il Bilancio sociale ed economico dell’ACS. Entrambi dovranno essere sottoposti ed approvati dall’Assemblea dei soci.

3.6.Lo scioglimento L’ACS viene obbligatoriamente sciolta alla fine dell’anno scolastico ed, eventualmente, ricostituita all’inizio dell’anno successivo. Questo dà la possibilità a classi diverse di sperimentare il processo nella sua interezza, alla medesima classe di apportare eventuali correzioni o modifiche sulla base dell’esperienza già maturata.

prodotto finito.... Di cosa avete bisogno? Di chi avete bisogno? Avete risorse e competenze sufficienti per realizzare il vostro progetto? Avete tempo e mezzi sufficienti a vostra disposizione?”. La riflessione è stata condotta in un primo momento in piccolo gruppo cooperativo e solo in seconda battuta estesa al gruppo classe.

….dal lavoro svolto dai ragazzi: “Cosa dobbiamo fare per arrivare dalla materia prima al cliente finale? CLIENTI: Chi sono i miei clienti? Che caratteristiche hanno? Come li raggiungo? Il mio prodotto servizio risponde ad un bisogno reale?

4.Un esempio pratico: il giornalino scolastico “Siamo fatti così” classe II indirizzo sociale ISIP Monfalcone • Individuare e analizzare l’idea Ai ragazzi è stato chiesto di riflettere sull’idea progettuale: “Cosa vogliamo fare? Qual è il nostro obiettivo?”. Le singole idee sono state quindi ulteriormente analizzate per verificarne la fattibilità: “Immaginate il percorso, dalla materia prima al

PRIMA cosa mi serve per creare il mio prodotto/servizio?

Come creo il mio prodotto/servizio? LA COOPERATIVA CONCORRENTI: Chi sono i miei concorrenti? Quanti sono? Come posso rendere la mia idea più attraente delle altre?


1) Individuare il target del giornale (per chi scriviamo?)

• L’organizzazione del gruppo

2) Scrivere. Decidere gli argomenti da trattare nel giornale – assegnare tutti gli articoli – scegliere il tipo di articolo (approfondimento, sondaggio, intervista) – reperire le informazioni – scrivere – correggere – consegnare.

In generale, quando la classe ha ben compreso tutte le azioni che deve svolgere, ad ogni alunno viene assegnato un compito o un ruolo specifico. Infatti, ultimo passo, ai ragazzi è stato richiesto di distribuire tutti i compiti e i ruoli necessari per portare a termine il percorso e raggiungere quindi l’obiettivo. Ciascun gruppo ha nominato poi un “responsabile” a cui è stato affidato il compito di supervisionare il lavoro dei propri compagni e di relazionarsi con il presidente ed il tutor. Sulla base delle candidature e delle attitudini individuali, è stato quindi creato l’organigramma della nuova impresa cooperativa simulata e pianificata l’attività.

3) Impaginare. Studiare la copertina e sottoporla alla classe – preparare un promemoria sul format degli articoli per i giornalisti – raccogliere gli articoli e impaginare – stampare la bozza – sottoporre la bozza alla classe – apportare eventuali modifiche – stampare la versione definitiva. 4) Individuare i costi e i ricavi. Individuare i materiali necessari per il giornale (quantità di carta, inchiostro, graffette) – individuare i costi dei materiali – calcolare i costi del giornale – scegliere il prezzo del giornale – individuare altre fonti di ricavo (sponsor?). 5) Predisporre le copie per la vendita. Decidere il numero di copie da stampare – acquistare o recuperare il materiale necessario – registrare eventuali spese – fotocopiare – rilegare – consegnare le copie ai venditori. 6) Vendere. Vendere il giornalino – registrare gli incassi. Ogni decisione è stata discussa democraticamente in assemblea.

• Le regole e la forma: l’assemblea preparatoria Tutti i futuri soci dell’ACS sono stati coinvolti inizialmente nella preparazione dello Statuto sociale: sono state, quindi, proposte e discusse le regole interne, cui i soci avrebbero dovuto attenersi. Ad esempio, sono stati stabiliti i criteri per diventare soci dell’ACS, o al contrario per esserne esclusi o recedere; sono stati decisi i compiti dell’Assemblea dei soci, del Consiglio di amministrazione o del Presidente; il nome della cooperativa, il logo e la quota sociale da versare.


… dallo statuto … Art. 6 Recesso Un socio può decidere di recedere dall’Acs per i seguenti motivi: Trasferimento in un’altra scuola Impossibilità di conciliare il “lavoro” in cooperativa con gli impegni di sport o familiari Per uscire dall’Acs il socio deve presentare una richiesta scritta al consiglio di amministrazione con almeno 15 giorni di anticipo. Al socio viene restituita la sola quota sociale.

Art. 7 Esclusione Un socio può essere escluso dall’Acs se compie ripetute assenze ingiustificate, oppure se il suo comportamento danneggia il lavoro del gruppo (troppo protagonismo, incapacità di collaborare). Prima di procedere all’esclusione l’assemblea deve discutere con il socio sui comportamenti ritenuti inadeguati e provare ad individuare una soluzione. Al socio escluso viene restituita la sola quota sociale versata.

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• L’assemblea costituente Si è passati quindi alla costituzione ufficiale dell’ACS, alla presenza di un’autorità, nel nostro caso la preside della scuola. Il “notaio” ha provveduto a leggere punto per punto lo Statuto sociale chiedendone l’approvazione da parte dei soci. Successivamente sono stati eletti il consiglio di amministrazione, il presidente e i controllori. Infine, tutti i soci presenti hanno sottoscritto l’atto costitutivo.

Atto costitutivo Il giorno 16 del mese gennaio dell’anno 2007 presso la scuola Isip di Monfalcone alla presenza della preside che funge da notaio, i sottoscritti alunni/e della classe II indirizzo sociale costituiscono l’ASSOCIAZIONE COOPERATIVA SCOLASTICA (d’ora in poi nominata ACS) “Siamo fatti così” regolata dall’allegato statuto sociale che viene letto e approvato.

• La realizzazione dello scopo sociale Tra gennaio e aprile 2007, i ragazzi hanno pubblicato due edizioni del loro giornalino: tutte le scelte editoriali sono state prese in assoluta autonomia all’interno dell’Assemblea dei soci.

…Dal verbale dell’assemblea dell’8 febbraio 2007 Ordine del giorno: Decisione costo del giornale Modalità di vendita Approvazione del giornalino Quantità di copie

Deliberazioni: Il primo punto discusso è il costo del giornalino: eravamo tutti d’accordo a mettere il prezzo di 0,50€ per il giornalino. Il secondo punto è la modalità di vendita: abbiamo deciso di mettere un banco in atrio con cartelloni esposti per attirare l’attenzione. Il terzo punto è l’approvazione del giornalino. Il quarto punto è la quantità delle copie da mettere in vendita. Sono 15. Eventualmente, se riusciremo a fare un’elevata vendita ne rifaremo altre. L’impaginazione per il secondo giornalino è prevista per la settimana del 5-10 marzo. Il giornalino dovrà essere venduto tra il 12 e il 17 marzo. Abbiamo iniziato a distribuire i lavori da svolgere per il prossimo numero.

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• La valutazione Alla conclusione dell’anno scolastico, in occasione dell’assemblea di chiusura dell’ACS, il consiglio di amministrazione ha presentato alla scuola il proprio Bilancio Sociale.

…dal bilancio sociale dell’ACS – giugno 2007 … […] Gli obiettivi che si era posto il gruppo all’inizio dell’attività erano: Imparare a lavorare in gruppo: questo punto è stato raggiunto, nei momenti di difficoltà ci aiutavamo a vicenda; riuscire a lavorare insieme divertendoci e condividendo nuove esperienze: ance se abbiamo lavorato molto siamo riusciti a divertirci; imparare ad organizzare un gruppo: da questa esperienza abbiamo imparato a dividere i ruoli, mantenere la concentrazione sul lavoro e sul proprio ruolo, mettere qualcuno a gestire; imparare ad esprimere le proprie idee: la maggior parte di noi è riuscita ad esprimere le proprie idee; imparare ad accettare le critiche: la maggior parte delle persone hanno imparato, ma alcune per il loro carattere no;


essere disponibili al confronto: siamo migliorati rispetto al primo giornalino; imparare come si costruisce un giornalino: in confronto al primo abbiamo proceduto molto più velocemente e ci siamo resi conto della difficoltà nello scrivere e nel gestire un giornale; […]

5.La parola ai ragazzi… l’esperienza delle scuole secondarie di primo grado di Arta e Paularo – “Laboratorio Umberto - Apollo Candoni per le tecnologie multimediali”

l’esperienza della cooperativa mi è servita per capire quanto è importante lavorare con gli altri e non da soli; abbiamo imparato a collaborare in serietà; ho imparato che con la cooperativa si possono trovare dei punti di incontro; abbiamo affrontato i problemi discutendone; abbiamo imparato che di fronte ai problemi non ci si arrende mai; abbiamo parlato molto tra noi ascoltandoci; abbiamo imparato a metterci d’accordo con gli altri nello scrivere lo statuto; ho imparato ad accettare tutte le iniziative. Conoscerci meglio: la cooperativa è stata utile per conoscere meglio i miei compagni

All’interno del laboratorio, che aveva lo scopo di far riscoprire ai ragazzi gli antichi mestieri e la realtà locale realizzando brevi filmati con l’ausilio delle tecnologie moderne, Irecoop ha curato la costituzione di due ACS. Scopo sciale delle due imprese simulate, realizzare il backstage dei filmati, presentando le rispettive classi. Al termine dell’anno scolastico, ai ragazzi è stato chiesto a cosa, secondo loro, era servita l’esperienza…

Organizzare un gruppo: ho imparato a lavorare in gruppo; abbiamo lavorato assieme, abbiamo prodotto e abbiamo capito cosa vuol dire far parte di una cooperativa; la cooperativa ti aiuta a cercare di collaborare e a mettere insieme le idee di ognuno di noi; siamo riusciti a confrontare le idee e a commentarle; abbiamo imparato ad organizzarci; ho imparato ad esprimere la mia opinione davanti agli altri; abbiamo imparato a collaborare assieme per raggiungere un obiettivo.

Classe 2^ - Scuola secondaria di primo grado di Arta

Divertimento: la cooperativa è un’esperienza divertente, anche perché lavorando assieme con gli altri ci siamo divertiti; è stato divertente perché abbiamo messo le nostre idee a confronto; durante le ore che abbiamo usato per fare la cooperativa mi sono divertita

Vivere in gruppo: la cooperativa mi ha aiutato a stare meglio in gruppo; ci ha insegnato a lavorare assieme e a collaborare;

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molto. …e cosa significa “cooperare”.

Classe 2^ - Scuola secondaria di I grado di Paularo Secondo la nostra classe, cooperare significa lavorare assieme condividendo le idee di tutti, rispettando i punti di vista diversi. Attraverso il lavoro della cooperativa abbiamo imparato che, lavorando assieme, possiamo raggiungere degli obiettivi e dei risultati interessanti. Abbiamo imparato anche che è utile e importante contribuire tutti quanti allo stesso lavoro. Aiutandosi, il lavoro diventa più semplice e ben dettagliato. Bisogna lavorare con impegno e attenzione: infatti, abbiamo notato che cooperare è difficile quando c’è confusione, quando non è ben chiaro cosa bisogna fare, quando alcune persone ostacolano il lavoro con discussioni inutili. Cooperare è facile quando si lavora in silenzio e con attenzione e quando non ci si prende in giro. A qualcuno di noi è piaciuto lavorare assieme, altri pensano che sia

bello, ma impegnativo.

6.Ruolo della scuola, ruolo di Irecoop FVG La scuola. E’ il soggetto più imporante: mette infatti a disposizione del progetto insegnanti interessati e disponibili a coinvolgersi nel percorso. Sono gli insegnanti che accompagneranno gli studenti nell’affrontare le difficoltà quotidiane. Mette infine a disposizione le strutture e i materiali necessari per realizzare le attività prescelte. L’Irecoop FVG. Mette a disposizione della scuola il proprio know-how nella gestione di percorsi di educazione cooperativa, attraverso un supporto sia diretto (affiancamento), sia indiretto (formazione per docenti). Infine, mette a disposizione esperti del sistema Confcooperative per l’approfondimento di singoli aspetti tecnici.


LA COOPERATIVA DI TRANSIZIONE SCUOLA LAVORO Le esperienze di cooperative di transizione scuola - lavoro (Cpt) oggi attive in Italia non sono numerose. Sono opportunità straordinarie per gli studenti per verificare la loro preparazione e crearsi un curriculum lavorativo, ma sono al tempo stesso esperienze molto impegnative non solo per gli studenti, ma anche per la scuola. La cooperativa di transizione permette, infatti, agli studenti di conoscere il mondo del lavoro in modo divertente e soprattutto pratico, solido e reale. Un esperienza professionale reale, non simulata, con annessi e connessi, rapporti con la committenza, preventivi, business plan, fatturazione, rispetto dei tempi di consegna, fatica e gratificazione.

1.Cos’è La prima caratteristica della Cpt è quella di essere un’impresa

cooperativa vera e propria, avente come soci gli alunni diplomandi o neodiplomati (quindi maggiorenni) di una scuola superiore ed uno o più dei loro insegnanti. Non si tratta quindi di una simulazione, ma di un’attività economica, che deve sostenere dei costi (seppur non elevati) e deve essere quindi capace di garantire un minimo fatturato. Ne consegue, d’altra parte, che l’aspetto più interessante delle cooperative di transizione consiste proprio nel suo essere ponte fra l’esperienza scolastica-formativa e il mondo del lavoro. Offre agli studenti l’opportunità di misurarsi concretamente con l’attività lavorativa, verificare e migliorare le proprie capacità professionali, acquisire un curriculum ed infine ottenere un primo introito economico. Il secondo aspetto importante da sottolineare è il legame stretto fra impresa e scuola. La scuola, infatti, gioca un ruolo fondamentale nell’avvio e nella gestione della cooperativa, poiché mette a disposizione la sede, macchinari e attrezzature, abbattendo quasi totalmente i costi di avvio. Soprattutto, mette a disposizione la competenza e la consulenza dei docenti nella ricerca delle prime commesse e nell’accreditare il lavoro degli studenti sul territorio.

2.L’idea L’idea nasce, quindi, come per ogni impresa, dall’incontro fra le competenze sviluppate nel curriculum di studi e i bisogni del territorio individuato come possibile mercato.

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3.Come costituire una cooperativa di transizione scuola lavoro

4.Ruolo della scuola, di Irecoop FVG, dell’Unione provinciale.

Possiamo così sinteticamente descrivere il percorso da seguire per costituire una cooperativa di transizione:

La scuola. È il soggetto più importante. All’interno della scuola vanno individuate le risorse (umane e materiali) per l’avvio e la gestione del progetto. Sono gli insegnanti che accompagneranno gli studenti nell’affrontare le difficoltà quotidiane.

sviluppare un’idea imprenditoriale; fornire agli studenti un’adeguata formazione imprenditoriale e un’approfondita informazione sulla forma e sulla gestione dell’impresa cooperativa; verificare la fattibilità dell’idea individuata da diversi punti di vista: n analizzare i costi necessari alla realizzazione del prodotto o del servizio offerto in relazione ai possibili profitti; n coinvolgere attorno all’impresa tutte le competenze necessarie (commerciali, organizzative, amministrative); n verificare i possibili sbocchi sul mercato, iniziali e futuri; n ricercare possibili sponsor e finanziamenti in relazione ai costi di avvio; studiare l’organizzazione interna; predisporre dei documenti formali per la costituzione dell’impresa; formalizzare l’impresa davanti al notaio; registrare l’impresa (camera di commercio, registri iva, registro delle imprese, unione provinciale di riferimento).

L’Irecoop FVG. Mette a disposizione della scuola le proprie competenze nel campo della formazione all’imprenditorialità cooperativa per preparare gli studenti ad affrontare l’esperienza. L’Unione Provinciale. Ha al suo interno esperti in grado di fornire consulenze puntuali su diversi aspetti (giuridici, economici, finanziari), necessari per sviluppare un progetto d’impresa. Inoltre, come per le proprie associate, è in grado di offrire servizi che supportino la gestione amministrativa.


5.Un esempio pratico: la cooperativa “Matite Appuntite” L’esperienza della cooperativa “Matite Appuntite” nasce nell’anno scolastico 2002-2003 a Verona all’interno dell’istituto d’arte Napoleone Nani. Sotto la guida di alcuni insegnanti, un gruppo di ragazzi comincia a proporre le proprie competenze sul territorio. Le prime commissioni partono dalla scuola stessa (piccoli lavori di falegnameria e manutenzione dell’edificio scolastico) e dall’ente pubblico (elaborazione grafica di alcune pubblicazioni e partecipazione nell’organizzazione di manifestazioni culturali). Subito si avvicinano clienti privati che richiedono lavori sia nel campo della grafica che della falegnameria. Oggi l’attività della cooperativa si allarga in diverse specializzazioni.

Attività della cooperativa: produzione oggettistica progettazione e stampa su tessuti restauro mobili antichi percorsi didattici di tipo storico artistico plastici architettonici e d’arredamento design del prodotto e design grafico- illustrativo

Scrivono i soci-studenti: Partecipando alle attività della cooperativa, potrete iniziare a conoscere il mondo del lavoro divertendovi e imparando molte cose utili per il vostro futuro. Imparerete a progettare e gestire un’impresa, a lavorare in gruppo, a curare il marketing, a controllare le risorse finanziarie. Dovrete impegnarvi a raggiungere degli obiettivi e ad assumervi delle responsabilità, e ciò vi sarà di grande aiuto per tutta la vita, anche se non farete gli imprenditori, perché imparerete a conoscere e migliorare voi stessi.

Riferimenti: www.matiteappuntite.it

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Scuola e cooperazione Guida degli insegnanti Testi di : Annalisa Deiuri Anna Quaia Federica Riva Progetto grafico e impaginazione: Punktone Comunicazione Visiva Stampa: Poligrafiche San Marco

©2007

Irecoop Fvg 33100 Udine – via Marsala, 66 Tel. 0432 520253 – fax 0432 526994

Questa guida é stata stampata grazie al contributo di Fondosviluppo e la Federazione delle Bcc del Friuli Venezia Giulia.




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