Vit promo optimize

Page 1

16. Alberto Cappi, Poesie 1973-2006, a cura di Mauro Ferrari, pp. 312, € 20,00 ISBN 978-88-96020-31-9 17. Cristina Annino, Magnificat. Poesie 1969 -2009, a cura di Luca Benassi, nota critica di Stefano Guglielmin, pp. 200, € 18,00 ISBN 978-88-96020-34-0 18. Tolmino Baldassari, L’ombra dei discorsi. Antologia 1975-2009, a cura di Gianfranco Lauretano, pp. 144, € 16,00 ISBN 978-88-960209-46-3 19. Remigio Bertolino, Versi scelti 19762009, a cura e con un saggio di Giorgio Bárberi Squarotti, pp. 200, € 18,00 ISBN 978-88-96020-59-3 20. Alessandro Ceni, Parlare chiuso. Tuttelepoesie. A cura di Stefano Guglielmin, Massimo Morasso, Daniele Piccini, Roberta Bertozzi e Salvatore Ritrovato, pp. 280, € 20,00 ISBN 978-88-6679-117-1 21. Marco Gal, Sèison de poésia. Poesie 19842012, Prefazione di Franco Brevini, pp. 382, € 25,00 ISBN 978-88-6679-148-5 22. Dante Maffia, La casa dei falconi. Poesie 1974-2014, a cura e con Prefazione di Luca Benassi, pp. 256, € 20,00 ISBN 978-88-6679-038-9 23. Giuseppe Piersigilli, Canzoniere adriatico 1984-2014, a cura di Emanuele Spano, pp. 334, € 30,00 ISBN 978-88-6679-062-4 24. Paolo Valesio, Il servo rosso (edizione bilingue ital./inglese). A cura di Graziella Sidoli; traduzione inglese di Michael Palma e Graziella Sidoli, Prefazione di Piero Sanavìo, nota di chiusura di Gian Maria Annovi. Con Antologia della critica, pp. 326, € 30,00 ISBN 978-88-6679-048-8 25. Mauro Macario, Le trame del disincanto. Tutte le poesie 1990-2017, Prefazione di Francesco De Nicola, Nota critica di Emanuele A. Spano e Appendice critica, pp. 448, ISBN 978-88-6679-110-2 26. Giacomo Vit, Vous tal grumal di aria, testo a fronte, Nota critica di Giuseppe Zoppelli e Appendice critica; pp. 266, € 25,00 ISBN 978-88-6679-115-7

€ 25,00

Giacomo Vit è nato a San Vito al Tagliamento nel 1952, e vive a Bagnarola in provincia di Pordenone. È autore di opere in friulano di narrativa (Strambs, Udine, Ribis, 1994; Ta li’ speris, Pordenone, C’era una volta, 2001) e di poesia (Falis’cis di arzila, Roma, Gabrieli, 1982; Miel strassada, Riccia, Associazione Pro Riccia, 1985; Puartis ta li’ peraulis, Udine, Società Filologica Friulana, 1998; Fassinar, S. Vito al Tagliamento, Ellerani, 1988; Chi ch’i sin..., Pasian di Prato, Campanotto, 1990; La plena, Pordenone, Biblioteca Civica, 2002; Sòpis e patùs, Roma, Cofine, 2006; Sanmartin, Faloppio, Lietocolle, 2008; Ziklon B- I vui da li’ robis, Piateda (SO), CFR, 2011; Trin freit, Montereale Valcellina, Barca di Babele, 2014). Nel 2001, per l’Editore Marsilio di Venezia, ha fatto uscire La cianiela, una raccolta delle migliori poesie edite e inedite scritte dal 1977 al 1998. Ha fondato nel 1993 il gruppo di poesia “Majakovskij”, col quale ha dato alle stampe, nel 2000, per la Biblioteca dell’Immagine di Pordenone, il volume Da un vint insoterat, e nel 2016 Par li zornadis di vint e di malstâ, ed Samuele, Pordenone. Con Giuseppe Zoppelli ha curato le antologie della poesia in friulano Fiorita periferia, Pasian di Prato, Campanotto, 2002 e Tiara di cunfìn, Biblioteca civica di Pordenone, 2011. È Componente della giuria del Premio “Città di San Vito al Tagliamento” e del “Barcis-Malattia della Vallata”, ed è risultato vincitore di Premi nazionali per la poesia in dialetto, fra cui il “Pascoli”, il “Lanciano” e il “Gozzano”.

Giacomo vit Vous dal grumal di aria - tutte le poesie

FORMAT

Giacomo vit

VOUS DAL GRUMAL DI ARIA VOCI DAL GREMBIULE D’ARIA POESIE

IN

FRIULANO 1977-2017

Introduzione di Giuseppe Zoppelli

Format puntoacapo


Format n. 26 Collana di poesia diretta da Mauro Ferrari, Stefano Guglielmin e Massimo Morasso


puntoacapo Editrice di Cristina Daglio Via Vecchia Pozzolo 7B, 15060 Pasturana (AL) Telefono: 0143-75043 P. IVA 02205710060

www.puntoacapo-editrice.com https://www.facebook.com/puntoacapoEditrice.poesia

Per ordinare i nostri libri è possibile compilare il modulo alla pagina Acquisti: www.puntoacapo-editrice.com oppure scrivere a: acquisti@puntoacapo-editrice.com

ISBN 978-88-6679-115-7 2


Giacomo Vit

VOUS DAL GRUMAL DI ARIA VOCI DAL GREMBIULE D’ARIA POESIE IN FRIULANO 1977-2017 Introduzione di Giuseppe Zoppelli

puntoacapo 3


4


Introduzione di Giuseppe Zoppelli

1. Se l’Ottocento in friulano è un secolo, nel bene e nel male, zoruttiano, il ’900 è un secolo pasoliniano. Imprescindibile è il rapporto, nella seconda parte del XX, della poesia in friulano con l’opera lirica in dialetto di Pasolini: o per essere attratti nella sua orbita gravitazionale o per esserne respinti come poli opposti di due diversi e repulsivi magneti. Ogni poeta sceglie a quale distanza posizionarsi dall’ingombrante e scomoda presenza del magister. E così ha fatto, alla resa dei conti a cui tutti i friulani prima o poi giungono, Giacomo Vit spendendo chiare parole in occasione del recital di poesia organizzato nel ’95 dal Gruppo Majakovskij, di cui Vit è fondatore e animatore, non a caso intitolato Il dì da la mê vita: «Il titul “Il dì da la mê vita” (ribaltament in pusitif da la puisia “Il dì da la me muart”) ’a no vou disi tornâ a ciapâ in man li’ puisiis furlanis di Pasolini. ’A no serf voltassi indriu, pestâ l’arba di un timp massa lontan. Chel al è il misteir dal storic, dal filolig. Il poeta furlan contemporani, invessit, al preferìs vuardâ in avant, tignint cont, sì, da la lession pasoliniana, ma serciant ancia di ciaminâ pa un troi nouf, ch’a lu meni four dal Friûl a confrontassi cun duta cuanta la puisia»1. Egli ha scelto di attraversare criticamente Pasolini (a cui dedica la lirica Pierpauli), e il nome del grande poeta russo (futurista e rivoluzionario), del nume tutelare con cui è stato battezzato il Gruppo dovrebbe additare un cammino – guardando avanti, senza voltarsi indietro – che lo porta «a confrontarsi con tutta la poesia». Qui si rivelano i tratti del poeta neodialettale (al cui ritratto pure ha contribuito, da lungi, lo stesso Pasolini): bandita è ogni nostalgia; la scelta della lingua cade su parlate periferiche (da Bagnarola, Morsano al Tagliamento, Concordia provenivano le lingue di quello spettacolo) distanti dalla koiné regionale; i modelli culturali e letterari non attingono più al campanile o alle sole patrie lettere ma alla grande tradizione moderna europea. In Pasolini lingua e biografia (non solo intellettuale) subiscono lo stesso processo involutivo à rebours: «il suo regresso da una lingua a 5


un’altra – scrive di sé – era un regresso lungo i gradi dell’essere»2; al quale corrisponde un parallelo regresso storico-linguistico-letterario. Una tale operazione culturale regressiva è ormai ampiamente superata dalla poesia neodialettale friulana, la quale può, tra l’altro, attingere ad una propria giovane tradizione letteraria (a partire dallo stesso Pasolini). Per Vit, poi, il dialetto (definito con un ossimoro oru puor, oro povero) è aperta scommessa, è il «lumicino acceso con l’olio / del passato, per la notte / profonda del futuro...» (Dialet...), «... serciant puns / par un doman.. / ... cercando ponti / per un futuro...» (Chi ch’i sin..., XII), a disdoro di coloro che «... Non sanno / le radici, il ponte che lega / passato e futuro» (Lustri di not). Non è da stupire, allora, che qualche critico abbia visto in Vit «uno dei lirici dalla personalità più decisamente profilata»3 e, soprattutto, «uno degli autori più promettenti della poesia friulana contemporanea»4, una delle voci poetiche a cui si deve «il riscatto irreversibile del friulano dal manierismo e dal folclorismo»5 o, meglio, nella sua opera l’apertura di una nuova via nella poesia friulana (Naldini ricordato da Faggin)6. Vit viene dunque dopo Pasolini, e non è una mera ovvietà anagrafica; viene dopo l’eretico, il corsaro, il luterano Pasolini che in tempo reale coglieva la mutazione antropologica in atto nell’Italia contadina e suburbana nel decennio del dopo-boom. Vit viene dopo “il fatto compiuto”, a trasformazione avvenuta: l’orizzonte del suo Friuli – accettato ma non condiviso – «è la realtà del consumismo inevitabile e dei paesaggi della monocoltura»7 e quella del revanchismo del Nord-Est. Da qui il confronto ineluttabile ed ineludibile col presente, con quella tragedia della vita contemporanea che è il presente, di cui il Friuli è una scaglia è una parte per il tutto, stravolto e irriconoscibile ai più e a quelli che dopo un’emigrazione di anni vi hanno oggi fatto ritorno. Il Friuli di Vit non è «un paese di temporali e di primule»8, sempre un po’ in Pasolini estetizzato, poeticizzato, idealizzato; nemmeno vi è traccia dei caratteri di salute, di laboriosità, di religiosità, di sobrietà con cui si tratteggiava, sino a poco tempo fa, il popolo friulano. Ma soprattutto viene dopo il terremoto: è in quel torno d’anni, tra il 1976 e ’77, che iniziano a poetare in friulano lo stesso Vit (e ad esso rimanda una lirica come Tita, muart a deis meis, tal taramot dal 1976), Amedeo Giacomini (Tiare pesante è del ’76), Siro Angeli, Elio Bartolini 6


(scritte nel ’77 sono le Poesiis protestantis, poi pubblicate nell’82). Terremoto drammatico e violento, con le sue conseguenze di distruzione e di morte: al sisma ha fatto seguito un sussulto delle coscienze. Evento naturale che accelera una presa di coscienza, evento – anche – simbolico fondativo, che segna una svolta nella consapevolezza di sé dei friulani e nelle giovani generazioni dell’epoca: lacerazione, vulnus della terra e delle coscienze. La cultura delle “accademie”, delle “brigate”, delle “arcadie”, fino alla pasoliniana Academiuta e al gruppo di Risultive, è una costante della storia poetica friulana e del fare, collettivo e per gruppi, poesia. Modo di esperire venuto meno nella seconda metà del ’900, in cui i percorsi si sono individualizzati, fatti solitari e personali nella più generale frantumazione e frammentazione del tessuto sociale. Ma il retaggio di un fare poesia nel sociale sopravvive nel DNA poetico di Vit, dall’attività didattica9 alla fondazione sul territorio del Grop Majakovskij nel 199310 (Pasolini docet, al quale non mancò, nemmeno in Friuli, un fervido spirito pedagogico e didattico-educativo, creando proseliti anche tra i suoi studenti della scuola media). Eppure l’esperienza del poeta, venute meno Accademie e Academiute, brigate di amici e arcadie letterarie, smesso il collante delle ideologie e delle appartenenze politico-religiose, non è molto diversa, in ultima istanza, in una società atomizzata, da tutti gli altri individui della folla solitaria. Perdita di identità sociale e collettiva, dissoluzione del patriarcato, disgregazione dei modelli di appartenenza, comportamenti sempre più standardizzati da cui cercano di liberarsi, in uno sbocco di coscienza (in sé, non per sé) i “devianti” e i “diversi” di Vit. L’ethos dell’Italia repubblicana, ci ricorda Remo Bodei con azzeccata formula, si fonda su un’identità caratterizzata da un noi diviso, frammentata e segmentata, che non riesce più ad orientarsi secondo valori universalmente condivisi e non si riconosce più in una memoria comune del passato. Anche il loro comportamento deviante, in fondo, non fa che confermare il prevalere di un’etica individualistica. E se il relativismo etico è ormai da considerare valore fondante della democrazia, col rischio di portarsi dietro tuttavia un’assurda abdicazione dei valori universali, è allora spiegabile perché – di fronte ai processi di globalizzazione e al vuoto di identità collettiva e 7


VOUS DAL GRUMAL DI ARIA VOCI DAL GREMBIULE D’ARIA POESIE IN FRIULANO 1977-2017

39


Nota linguistica Il dialetto friulano adoperato dall’Autore è quello parlato a Bagnarola, frazione del Comune di Sesto al Reghena, in provincia di Pordenone. La variante appartiene al più ampio friulano occidentale ovvero al friulano della fascia di transizione friulano-veneta che include i dialetti parlati nelle zone adiacenti al confine con il Veneto. Di conseguenza ci sono dei prestiti dall’area veneta, come ad esempio i nomi comuni maschili che terminano in U o in I. Es: gobu (gobbo), oru (oro), otobri (ottobre), novembri (novembre) . L’aspetto fonetico più caratterizzante di questo friulano rispetto al cosiddetto friulano centrale è costituito dall’assenza delle vocali lunghe, dalla presenza della dittongazione come in deit (dito), freit (freddo), neif (neve), fouc (fuoco), cour (cuore) nonché delle finali in A nei femminili come aga (acqua), femina (femmina) mentre generalmente nel friulano comune sono in E. I suoni dei segni usati hanno pressappoco lo stesso valore che hanno in italiano.

40


LA CIANIELA (La tifa) POESIE IN FRIULANO (1977-1998) (Marsilio, Venezia, 2001)

41


42


da Falis’cis di arzila (Faville d’argilla) e Fassinar (Cumulo di fascine) (1977-1982)

La foghera I sin uchì, davant da la foghera, cui nustris vui di omis ch’a no san la brosa ch’a slùsigna tan altris ciamps e li’ vacis di ’n altri colour. La foghera a brusa sclopetant e li’ falis’cis a tòcin il sufit dal Signour ah!... che grisulon ch’a sìntin li’ feminis cuant che Toni al cianta la canson dai ains zus... I vecius a trìmin di vin, i fioi a zoin a ciapassi tal scur, me pari e me mari a si strènzin la man ades ch’a son nes e no pussin pi da ledan... I vorès ch’a no finìs mai la foghera, e ch’i restassin ducius cussì, fers ta la sgiavina, tasìnt un sgrisul di muart, e strenzisi vissìn vissìn. Il falò epifanico. Siamo qui, davanti al falò, / con i nostri occhi di uomini che ignorano / la brina che brilla in altri campi / e le mucche di un colore diverso. / Il falò brucia scoppiettando / e le faville toccano il soffitto del Signore, / ah!... che brivido provano le donne / quando Toni intona la canzone degli anni andati... / I vecchi tremano di vino, / i bambini giocano a rincorrersi nel buio, / mio padre e mia madre si stringono la mano, / ora che sono lavati e non puzzano più di letame... // Io vorrei che non si spegnesse mai il falò, / e che restassimo tutti così, fermi sul ciglio del campo, / tacendo un brivido di morte, e stringerci vicini vicini. 43


A lu clamin “manicomi” … là drenti, distiràs tan curtii sors a son chei ch’a si s’ciartossein cuant ch’a sìntin i sigus dal soreli o cuant ch’a viodin cun vui frugàs la not gotà stelis sfrissuladis. ... s’a ciacarin, ogni peraula ch’a sbrissa dai lavris a è plomba di pouris vecis, e ta li’ musis sùtis a lampin i tramais intindùs dal distìn. Là drenti, la storia dal mont e la vous dal Crist a sparissin cuma lus s’ciafoiada dal caligu... Di duta ’na vita a resta doma un zì di cà e di là ta la bala da la tiara.

Lo chiamano “manicomio” ... là dentro, stesi su cortili sordi, / ci sono quelli che si scartocciano / quando sentono le grida del sole / o quando vedono, con occhi sciupati, / la notte che gocciola stelle sgualcite. // ... se parlano, ogni parola / che scivola dalle labbra / è intrisa di antiche paure, / e sulle facce arse lampeggiano / le tagliole preparate dal destino. // Là dentro, la storia dell’umanità / e la voce di Cristo / si dissolvono come luce strozzata / dalla nebbia... / Di tutta un’esistenza rimane solo / un vacillare sopra la palla / della terra. 44


Cualchi volta, di not... Cualchi volta, di not, a no si duàr. Meni, trenta ains di miniera, al sbolsa, al sbolsa, e cun lui ducius chei ch’a erin tan chel unfiar... Chel sbolsà al implinìs i pras, la boscheta, i gorcs ch’a in-neghin i pissùs. Dopu, al doventa dur, al bat la ciampana, al sclissa li’ speris, al discuiars i tes. Ponta di curtìs, al manda in scais duta l’aria: ancia il paeis al è ades ’na miniera, bus ch’al s’ciafoia...

Qualche volta, di notte... Qualche volta, di notte, non si dorme. / Domenico, trent’anni di miniera, / tossisce, tossisce, / e con lui tutti quelli che si trovavano / in quell’inferno.../ Quel tossire ricolma / i prati, il boschetto, / i gorghi dove affogano pesciolini. / Poi, s’indurisce, / picchia la campana, / schiaccia le lancette, / scoperchia i tetti. / Punta di coltello, / manda in squame tutta l’aria: / anche il paese ora è / una miniera, / buco silicotico... 45


La giata e l’ombrena Cori afanous di n’ombrena... Plansi s’ciafoiàt di un fiou, par da driu. Pi lontan, la giata ch’a clama cun vous scura seis vui inciamò indurmidìs. Tornà indriu da l’ombrena ch’a si suia il sudour. La giata ch’a vuarda sidina la busa di aga siarassi...

La gatta e l’ombra. Correre affannoso di un’ombra... / Piangere soffocato di un bimbo, / dietro. / Più lontana, la gatta che chiama / con voce scura / sei occhi ancora addormentati.//Ritorno dell’ombra / che si asciuga il sudore. / La gatta che osserva silenziosa / la fossa d’acqua richiudersi... 46


da SILABARI DI VINT (SILLABARIO DI VENTO) INEDITI 2016-17

227


228


A cuma amour Amour a è ‘na peraula che me nona e me nonu a no conossevin par furlan. Massa lontana dai sos ciamps di blava roventada da un soreli sort, massa lizera par mans ch’a savevin sempri di ledan. “Amore” lu sintivin, par talian, doma la domenia, al cine, là intal scur, cul vistìt bon, e i pinsèirs inciamò al ciamp da svangià…

A come amore. Amore è una parola che mia nonna e mio nonno / non conoscevano in friulano. Troppo lontana / dai loro campi di granoturco arroventato da un sole / sordo, troppo leggera per mani che odoravano sempre / di letame. “Amore” lo udivano, in italiano, / solo la domenica, al cinema, là al buio, col vestito / buono, e i pensieri fissi al campo da dissodare… 229


D cuma distìn Cuma ch’a spiegava dut cuant la peraula distìn, cuma che ogni tucùt al zeva al so post, e tu ti podevis tirà flàt, parà via dal ciaf ogni pinsèir a ponta. Distìn al era il murì dal zovinùt ch’al zuiava cu li’ bufulis dal gorc; il tumòur ch’a ghi veva saltàt intor a to agna, ’na matina di mars; il colà cioc di to pari da la tromba da la tiesa… Cussì si comedava la vita di ogni dì, vuàrfins di chel diu che il predi in glesia, la domenia, a nol smeteva di clamà.

D come destino. Come spiegava tutto la parola destino, / come ogni tassello tornava al suo posto, e tu / potevi tirare un sospiro, scacciare dalla testa ogni pensiero / puntuto. Destino era la morte del ragazzino / che giocava con le bolle del gorgo; il cancro / che aveva assalito tua zia, una mattina / di marzo; il cadere ubriaco di tuo padre dalla tromba del fienile… / Così si aggiustava la vita quotidiana, orfani / di quel dio che il prete in chiesa, la domenica, / si ostinava a invocare. 230


F cuma fis1 Fis il radiciu dopo l’assalt da la ploia… E cul deit ti mi mostris chel vert strucàt e pens, miel pal nustri gust. Ma cualchiciussa a mi plòuf drenti la mins: fis a èrin ancia chei clandestins, cuant che la barcia, cuma ’na scarpa sbusa, a s’infondava intal mar scur…

F come fitto. Fitto il radicchio dopo l’assalto della pioggia… / E col dito mi indichi quel verde compresso / e denso, miele per il nostro piacere. Ma qualcosa / mi piove dentro la mente: fitti erano pure quei / clandestini, quando l’imbarcazione, come una scarpa / bucata, andava a picco nel mare buio… 1:

in friulano “fis” è aggettivo maschile invariabile

231


P cuma peraulis Li’ peraulis ch’i dopri, li ài robàdis di scundiòn dai vustris lavris stracs, intant ch’i durmivìs cul ciaf molàt ta la taula; o tiradis sù cu ’na guatuta dal flun cuant ch’i zèvis a pes’cià chè bisata ch’a vi varès sglonfàt la pansa par cualchi dì; o brincadis al volo in ta l’aria, cuma paveis strambis, cuant ch’i vi innegàvis di vin par someà pì fuars, pì bàbius… Cun chès peraulis ulì, iò mi soi fat un silabari, un labirint in duà ch’i mi cori indavòur.

P come parole. Le parole che adopero, le ho rubate di nascosto / dalle vostre labbra sfinite, mentre dormivate con la testa / abbandonata sulla tavola; o tirate su con un guadino dal fiume / quando andavate a pescare quell’anguilla che vi avrebbe / gonfiato la pancia per qualche giorno; o afferrate al volo / nell’aria, come farfalle strambe, quando vi annegavate / di vino per sembrare più forti, più bulli… / Con quelle parole, io mi son costruito un sillabario, un labirinto / dove m’inseguo. 232


BIBLIOGRAFIA CRITICA Gianfranco D’Aronco, La vita senza miele, «Il Gazzettino», 15 luglio 1985. Rienzo Pellegrini, Tra lingua e letteratura. Per una storia degli usi scritti del friulano, Tavagnacco (UD), Casamassima, 1987. Walter Belardi-Giorgio Faggin (a cura di), La poesia friulana del Novecento, Roma, Bonacci, 1987. Gianni Di Fusco (a cura di), La poesia nel Friuli Venezia Giulia, Forlì, Forum/Quinta Generazione, 1988. Franco Brevini, Le parole perdute, Dialetti e poesia nel nostro secolo, Torino, Einaudi, 1990. Nevio Spadoni, recensione a Chi ch’i sin…, «Domenica La Gazzetta», 16 dicembre 1990. Giorgio Faggin, Recensione a Ch’i chi sin, «Tratti», n.2, 1990. Aldo Colonnello-Giuseppe Mariuz-Giancarlo Pauletto (a cura di), J’ sielc’ peravali’. Scelgo parole. Provincia di Pordenone- Ed.Biblioteca dell’ Immagine, 1991. Francesco Piga, La poesia dialettale del Novecento, Padova-Milano, Piccin Nuova Libraria-Vallardi, 1991. Achille Serrao (a cura di), Via Terra. Antologia di poesia neodialettale, Pasian di Prato (UD), Campanotto, 1992; poi tradotta in inglese, Achille Serrao, Luigi Bonaffini & Justin Vitiello (Edit by), Via Terra. An Anthology of Contemporary Italian Dialect Poetry, Québec, Canada, Legas, 1999. Piera Rizzolatti, Di ca da l’aga. Itinerari linguistici nel Friuli Occidentale, Pordenone, Concordia Sette, 1997. Marco Marangoni, introduzione a Ciacarada ta ’na lus verda, plaquette fuori commercio, Udine, 2000. Andrea Maggi, Piccolo elogio della parola liquida, «Il Gazzettino» , Società&Cultura, 9 agosto 2000. Roberto Iacovissi, Voce poetica del Friuli, «Messaggero Veneto», 5 settembre 2000. Daniele Piccini, recensione a La cianiela, «Famiglia Cristiana», 25 marzo 2001. 239


ANTOLOGIA DELLA CRITICA Al centro della sua opera, che ripropone la formula ricorrente in area dialettale della galleria di personaggi, il «suplissi dal mont», il male della vita, a cui alludono entrambi i titoli delle sue plaquettes, invariabilmente tendenti all’ossimoro: Falis’cis di arzila («Faville di argilla») e Miel strassada («Miele sprecato»). Il dolore di cui parla Vit affonda le radici in un mondo di subalternità, ma la sua spiegazione rimanda oltre le ragioni sociali. La domanda che rivolgono al poeta «un fiou sporc, un veciu, un disgrassiat » («un bambino sporco, un vecchio, un deforme») investe un ordine più vasto di problemi: «tu, tu chi ti as / studiat, se ch’a è la vita?» («tu, tu che hai / studiato, cos’è la vita?»). La poesia vuole leopardianamente penetrare ne «l’argain torgul / da la Natura …» («congegno torbido / della Natura», L’as…, «L’ape»). Vit parte da Rimbaud, ma la sua visionarietà appare ancorata a grevi grumi di realia e animata da una viva pietà. (Franco Brevini, Le parole perdute, Dialetti e poesia nel nostro secolo, Torino, Einaudi, 1990) I simboli e le metafore, che permettono a Vit di non perdere l’aggancio con la corposità delle cose reali, sono martellanti ma funzionali e sempre vigilmente correlati ai valori fonosimbolici della lingua. Le allitterazioni e le rime interne svolgono un ruolo di rilievo: « tan chel cuarp/ sguarp» (« sopra quel corpo / cieco»); oppure : « pavèis, paèis, pinsèirs» («farfalle, paesi, pensieri» ), dove le rime interne sono combinate con allitterazioni. E qui si potrebbe osservare che nella koinè friulana il verso suona: «paveis, paîs, pinsîrs» ; con l’assenza, pertanto, della rima. In quasi 15 anni di scavo poetico Giacomo Vit ha dunque percorso un notevole cammino, che ha fatto di lui uno dei lirici dalla personalità più decisamente profilata. (Giorgio Faggin, Recensione a Ch’i chi sin in «Tratti», n. 2, 1990) Canto acquoso. Canto/acqua. Canto che è suono, è soffio sì, ma vitale, umido: ecco la felice sinestesia di Vit. Perciò la bocca del futuro può essere detta, in tempi di povertà (Hölderin), «massa suta». 242


Per questo i veri poeti sono quelli che «impàrin a tetà (suggere il liquido materno) / dal blanc (come il latte) dal sfuoi, / a fis’cià / da un vint insoteràt / drenti». Ma questa decisione dallo sguardo superficiale, dalle secche del linguaggio ordinario, comporta una destinale solitudine. Ecco la metafora del poeta-uccello, che canta d’estate al riparo di uno schermo di foglie e rami, al centro di un albero: « se biel uchì tal scur, iò ussiel, poiàt / ta li’ braghis, intant che par chealtris / un polvar ros a s’impeta tai seons!... / Restà sempri uchì» . Ecco la difficile, incompresa pietas del poeta che si affratella alle creature più dimesse, “inferiori”, come “madras”, “lacais” ecc. Il poeta è come il «Pieri» , «un re dai marangons» , chi ci aiuta a trattenere i pezzi della vita dentro una forma possibile, abitabile, chi può aiutarci ad arginare il dolore, ma mai a sopprimerlo: «Cui claus ti pols arsinà / il sigu agarous dal lenc…». Questa condizione singolare, l’abitare poetico, è un prezzo, ma anche un metodo, e forse un dono, offerto perché finalmente un’autenticità ci colga: « fati cioi sù tal cunfin / di un louc inciamò to». (Marco Marangoni, introduzione a Ciacarada ta ’na lus verda, plaquette fuori commercio, Udine, 2000) Dentro la raffinatezza linguistico-formale scorre una poetica della sofferenza incontrata un po’ dovunque: in case, strade, ospizi, in luoghi un tempo definiti manicomi, in esseri umani distrutti dalla malattia o consumati dalla fatica del vivere. È una rassegna di vinti dall’occhio del poeta fatti propri in un lirico, secco, contratto discorso costruito con metafore che attingono spesso a particolari della natura, anch’essi quasi partecipi del male, di esso spesso simboli, in un paesaggio d’esistenza che trova nella morte il proprio orizzonte. È poesia che si pone nel panorama friulano con decisa personalità, a occhi bene aperti, all’opposto di un mondo cieco e sordo, smanioso di facili itinerari, da percorrere in fretta verso mete che allontanino da qualsivoglia presenza di malessere, nell’inconsapevolezza collettiva di un andare verso luccichii di cose e idoli contemporanei, verso un mondo umanamente disseccato, senza più attenzione a ciò che conta e vale in una vita «flamuta roseada / dai dinc’dal vint»… «fiammella rosicchiata/dai denti del vento»… Vit trascina di continuo il lettore 243


INDICE

VOUS DAL GRUMAL DI ARIA VOCI DAL GREMBIULE D’ARIA Introduzione di Giuseppe Zoppelli ........................................................ 5

LA CIANIELA (LA TIFA) La foghera .......................................................................................................... 43 A lu clamin “manicomi” .................................................................................... 44 Cualchi volta, di not... ........................................................................................ 45 La giata e l’ombrena ........................................................................................... 46 Me nona ............................................................................................................. 47 Par Toni ch’a si à piciàt ..................................................................................... 48 VOUS DI FIOI MUARS PA ‘NA STORIA DAL FRIUL Catina, muarta a seis ains, tal 452 (Invasion di Atila) ...................................... 50 Gigiuti, muart a deis ains, tal 1890 ................................................................... 51 Pieruti, muart a vot ains, tal 1944 ..................................................................... 52 Tita, muart a deis meis, tal taramot dal 1976 .................................................... 53 Lùssia, muarta a un an, tal 1983 ...................................................................... 54 LETARIS DAL RICOVERO I. Prin dì ............................................................................................................ 55 II. L’unviar ........................................................................................................ 56 III. La fiesta ...................................................................................................... 57 IV. La vuoia ..................................................................................................... 58 V. Prisintimìnt .................................................................................................. 59 L’infermeir di not ............................................................................................... 60 257


Al conta il mat ................................................................................................... 61 Pierpauli ............................................................................................................. 62 Coru di vecius ta n’ ostaria da la Ciarnia ........................................................... 63 Remo .................................................................................................................. 64 La vita ............................................................................................................... 65 Stagion ............................................................................................................... 67 Vinciar .............................................................................................................. 68 Lievri ................................................................................................................. 69 Crovàt ................................................................................................................ 70 L’ as .................................................................................................................. 71 Il mazurìn (e i stamps) ....................................................................................... 72 Mari ... ............................................................................................................... 73 Dialet … ............................................................................................................ 74 IV ..................................................................................................................... 75 V ....................................................................................................................... 76 VII .................................................................................................................... 77 XII .................................................................................................................... 78 XIII ................................................................................................................... 79 XV ................................................................................................................... 80 XVII ................................................................................................................. 81 da BLANCS II ........................................................................................................................ 82 VII .................................................................................................................... 83

POESIE RECENTI SFESIS (FESSURE) Cians vagabons ................................................................................................... 87 Lacais ................................................................................................................ 88 Il madràs ............................................................................................................ 89 Sbissis tal soreli .................................................................................................. 90 Macel ................................................................................................................. 91 Studiu par l’istat ................................................................................................ 92 Studiu par la primavera ...................................................................................... 93 Sunsur da li’ scarabossis ..................................................................................... 94 L’istàt dai vecius ................................................................................................ 95 Vansadissis ta la not .......................................................................................... 96 258


Il siun dal vint .................................................................................................... 97 Dentri l’ombrena ................................................................................................ 98 Lens tal unviar ................................................................................................... 99 Palùt .................................................................................................................. 100 Pieri, il re dai marangons .................................................................................... 101 Ma tu ................................................................................................................. 102 Spielis ................................................................................................................. 103 Il pandi di Anzul (dopli?)... ............................................................................... 104 Il rumour ............................................................................................................ 105 Ciacarada ta ’na lus verda .................................................................................. 107 Plancia ............................................................................................................... 108 Lamps, bisatis, patùs ......................................................................................... 109 La planta ........................................................................................................... 110 Sen ..................................................................................................................... 111 Dolour zimul ...................................................................................................... 112 La cianiela ......................................................................................................... 113

LA PLENA (poemet di peraulis e aga) (LA PIENA) (poemetto di parole e acqua) PRIN TIMP: ANDANTE CONCITATO (PRIMO TEMPO: ANDANTE CONCITATO) Driu il vuòlt ....................................................................................................... 117 Nivèl .................................................................................................................. 118 Sacs .................................................................................................................... 119 Vuardiàn dai àrzins (scuasi ’na balada) ............................................................ 120 SECOND TIMP: FORTISSIMO (SECONDO TEMPO: FORTISSIMO) La plena ............................................................................................................. 121 TERS TIMP: ONIRICO E MOSSO (TERZO TEMPO: ONIRICO E MOSSO) Lunari plomp ..................................................................................................... 123 Cun duta chista aga (e l’imperadòur a spetà…) .................................................. 124 Cour bagnàt (Canson) ........................................................................................ 125 259


CUART TIMP: VALZER SBLUMBINÀT (QUARTO TEMPO: VALZER SCONQUASSATO) Trio .................................................................................................................... 126 Siora Lùssia, pipina cioca di aga .................................................................. 127 Sior Toni, on di ciamps ................................................................................. 128 CUINT TIMP: ALLEGRETTO SERIOSO (QUINTO TEMPO: ALLEGRETTO SERIOSO) L’aga no è pi mata ............................................................................................. 129 Driu il vuòlt... .................................................................................................... 130

SOPIS E PATUS (ZOLLE E ALGHE DI FIUME) ORU E TIARA (ORO E TERRA) L’oru di me pari ................................................................................................. 133 Al era muart il ciamp ......................................................................................... 134 Talpadis ............................................................................................................. 135 Impresc’ da l’anima ............................................................................................ 136 Zoucs di tiara (filastrociuta) ................................................................................ 137 N’ALTRA AGA (UN’ALTRA ACQUA) Contà aghis ........................................................................................................ 138 Pes cuma omis .................................................................................................... 140 Suns di aga ......................................................................................................... 142 Un on, ’na fossina .............................................................................................. 143 La rassa ............................................................................................................. 144 Letara di aga ...................................................................................................... 145 La lodra e Toni .................................................................................................. 146 Un altri Tilimint ................................................................................................ 147 SOLDÀS DI VINT (SOLDATI DI VENTO) Pou da li’ furmiis ................................................................................................ 148 Soldàs di vint ...................................................................................................... 149 260


Il vint e l’ospedal ................................................................................................. 150 Vint marcantin .................................................................................................. 151 Il vint e Tunina .................................................................................................. 152 Cun me mari ta la neif ....................................................................................... 153 Iraq 2005 .......................................................................................................... 154 DI FÒUC (DI FUOCO) Di fòuc in fòuc .................................................................................................... 155 I nemoràs ............................................................................................................ 156 Domandis tan chèl fòuc ..................................................................................... 157 Indicassions par ciaminà ta ’na ploia di lus ......................................................... 158 SÒPIS E PATÙS (ZOLLE E ALGHE DI FIUME) Sòpis e patùs ....................................................................................................... 159

SANMARTIN Un armàr ........................................................................................................... 163 Tai scansei .......................................................................................................... 164 Rumours ............................................................................................................. 165 L’on ch’al s’ciampava dai Sanmartins ................................................................ 166 La puarta tal siel (a Lionello Fioretti) ................................................................ 167 Siun ................................................................................................................... 168 In tiara ............................................................................................................... 170 Barcons ............................................................................................................... 171 Cuaderni ............................................................................................................ 172 Ta la not dai parsè ............................................................................................ 173 Letara anonima .................................................................................................. 174 Istrussions par meti li’ robis ta li’ s’ciatulis ......................................................... 175 Preventifs ............................................................................................................ 177 Restaur ............................................................................................................... 179 Al è rivàt San Martin! ....................................................................................... 180 Final .................................................................................................................. 181

261


ZYKLON B - I VUI DA LI’ ROBIS (GLI OCCHI DELLE COSE) I. Ociai ............................................................................................................... 185 II. Scarputa ........................................................................................................ 186 III. Valìs ........................................................................................................... 187 IV. Spieli ........................................................................................................... 188 V. Fotografiis di feminis ..................................................................................... 189 VI. Fotografiis di omis piciàs ............................................................................. 190 VII. Argàins di tortura ..................................................................................... 191 VIII. Ciaviei ..................................................................................................... 192 IX. Cìcaris, scudièlis… ...................................................................................... 193 X. Dàlminis ...................................................................................................... 194 XI. Coru dai vistis a righis ................................................................................. 195 XII. Pipina rota ................................................................................................. 196 XIII. Clarinèt .................................................................................................... 197 XIV. S’ciatuluta di gras pa lustrà li’ scàrpis ...................................................... 198 XV. Giambis di lenc ......................................................................................... 199 XVI. Flun (flabuta contada al freit) .................................................................. 200

TRIN FREIT (SPAVENTO FREDDO) PRIMA PART – Cu la medola zuda in slanìs (PARTE PRIMA – Col midollo sbriciolato) Sito .................................................................................................................... 203 I muars .............................................................................................................. 204 Prin paisagiu ...................................................................................................... 205 Di not ................................................................................................................ 206 Ten a mins (vous di un veciu al frut) ................................................................... 207 Meni ciassadòur .................................................................................................. 208 Domandis di ’na fantata imbramida ................................................................... 209 Secont paisagiu ................................................................................................... 210 Ta la vision ........................................................................................................ 211 Coru blanc .......................................................................................................... 212 Blanc strassàt di ’na fantata ............................................................................... 213 Cansoneta par doi vècius ..................................................................................... 214 Confession (tre spaladòurs) .................................................................................. 215 262


Tal labirint… (il pustìn) .................................................................................... 216 Il siun dal pitòur ............................................................................................... 217 Aga indurida pal veciu predi (o ancia Ters paesagiu) .......................................... 218 SECONDA PART – Toni, il magu (PARTE SECONDA – Toni, il mago) … al tira fòur li’ ciartis Toni ......................................................................... 219 “Pi freit di cussì no si pol!” al fa Bepi ......................................................... 220 “E di me, dal me destìn, se mi ..................................................................... 221 “No ài nuia di ................................................................................................. 223 “Doman i partissi pa ...................................................................................... 224 L’ultin dal s’ciap, chel cui .............................................................................. 225

da SILABARI DI VINT (SILLABARIO DI VENTO) INEDITI 2016-17 A cuma amour ................................................................................................... 229 D cuma distìn ..................................................................................................... 230 F cuma fis ........................................................................................................... 231 P cuma peraulis .................................................................................................. 232 S cuma siuns ...................................................................................................... 233 N cuma nulis ..................................................................................................... 234 R cuma rùcula .................................................................................................... 235 T cuma taramot .................................................................................................. 236 Z cuma zonta ..................................................................................................... 237

BIBLIOGRAFIA CRITICA ................................................................ 239 ANTOLOGIA DELLA CRITICA ................................................... 242

263


264


FORMAT

Collana di poesia diretta da Mauro Ferrari, Stefano Guglielmin e Massimo Morasso

NUOVA SERIE 14. Massimo Sannelli, L’aria. Poesie 1993-2006, pp. 176, € 16,00 ISBN 978-88-96020-24-1 15. Alberto Toni, Mare di dentro, pp. 56, € 8,50 ISBN 978-88-96020-25-8 16. Alberto Cappi, Poesie 1973-2006, a cura di Mauro Ferrari, pp. 312, € 20,00 ISBN 978-88-96020-31-9 17. Cristina Annino, Magnificat. Poesie 1969-2009, a cura di Luca Benassi, nota critica di Stefano Guglielmin, pp. 200, € 18,00 ISBN 978-88-96020-34-0 18. Tolmino Baldassari, L’ombra dei discorsi. Antologia 1975-2009, a cura di Gianfranco Lauretano, pp. 144, € 16,00 ISBN 978-88-960209-46-3 19. Remigio Bertolino, Versi scelti 1976-2009, a cura e con un saggio di Giorgio Bárberi Squarotti, pp. 200, € 18,00 ISBN 978-88-96020-59-3 20. Alessandro Ceni, Parlare chiuso. Tuttelepoesie. A cura di Stefano Guglielmin, Massimo Morasso, Daniele Piccini, Roberta Bertozzi e Salvatore Ritrovato, pp. 280, € 20,00 ISBN 978-88-6679-117-1 21. Marco Gal, Sèison de poésia. Poesie 1984-2012, Prefazione di Franco Brevini, pp. 380, € 25,00 ISBN 978-88-6679-148-5 22. Dante Maffia, La casa dei falconi. Poesie 1974-2014, a cura e con Prefazione di Luca Benassi, pp. 256, € 20,00 ISBN 978-88-6679-038-9 23. Giuseppe Piersigilli, Canzoniere adriatico 1984-2014, a cura di Emanuele Spano, pp. 334, € 30,00 ISBN 978-88-6679-062-4 24. Paolo Valesio, Il servo rosso. Poesie scelte 1979-2002 (edizione bilingue italiano/inglese). A cura di Graziella Sidoli; traduzione inglese di Michael Palma e Graziella Sidoli; prefazione di Piero Sanavìo, nota di chiusura di Gian Maria Annovi. Con Antologia della critica, pp. 326, € 30,00 ISBN 978-88-6679-048-8 25. Mauro Macario, Le trame del disincanto. Tutte le poesie 1990-2017, Prefazione di Francesco De Nicola, Nota critica di Emanuele A. Spano, Nota dell’Autore e breve Appendice critica, pp. 448, € 25,00 ISBN 978-88-6679-110-2 26. Giacomo Vit, Vous tal grumal di aria, Tutte le poesie, testo a fronte, Nota critica di Giuseppe Zoppelli e Appendice critica; pp. 266, € 25,00 ISBN 978-88-6679-115-7

265


GENNAIO 2018 STAMPATO PER CONTO DI puntoacapo Editrice PRESSO UNIVERSAL BOOK srl VIA BOTTICELLI 22, 87032 RENDE

266


Caro lettore, puoi leggere il seguito acquistando il volume alla pagina Acquisti del sito www.puntoacapo-editrice.com


16. Alberto Cappi, Poesie 1973-2006, a cura di Mauro Ferrari, pp. 312, € 20,00 ISBN 978-88-96020-31-9 17. Cristina Annino, Magnificat. Poesie 1969 -2009, a cura di Luca Benassi, nota critica di Stefano Guglielmin, pp. 200, € 18,00 ISBN 978-88-96020-34-0 18. Tolmino Baldassari, L’ombra dei discorsi. Antologia 1975-2009, a cura di Gianfranco Lauretano, pp. 144, € 16,00 ISBN 978-88-960209-46-3 19. Remigio Bertolino, Versi scelti 19762009, a cura e con un saggio di Giorgio Bárberi Squarotti, pp. 200, € 18,00 ISBN 978-88-96020-59-3 20. Alessandro Ceni, Parlare chiuso. Tuttelepoesie. A cura di Stefano Guglielmin, Massimo Morasso, Daniele Piccini, Roberta Bertozzi e Salvatore Ritrovato, pp. 280, € 20,00 ISBN 978-88-6679-117-1 21. Marco Gal, Sèison de poésia. Poesie 19842012, Prefazione di Franco Brevini, pp. 382, € 25,00 ISBN 978-88-6679-148-5 22. Dante Maffia, La casa dei falconi. Poesie 1974-2014, a cura e con Prefazione di Luca Benassi, pp. 256, € 20,00 ISBN 978-88-6679-038-9 23. Giuseppe Piersigilli, Canzoniere adriatico 1984-2014, a cura di Emanuele Spano, pp. 334, € 30,00 ISBN 978-88-6679-062-4 24. Paolo Valesio, Il servo rosso (edizione bilingue ital./inglese). A cura di Graziella Sidoli; traduzione inglese di Michael Palma e Graziella Sidoli, Prefazione di Piero Sanavìo, nota di chiusura di Gian Maria Annovi. Con Antologia della critica, pp. 326, € 30,00 ISBN 978-88-6679-048-8 25. Mauro Macario, Le trame del disincanto. Tutte le poesie 1990-2017, Prefazione di Francesco De Nicola, Nota critica di Emanuele A. Spano e Appendice critica, pp. 448, ISBN 978-88-6679-110-2 26. Giacomo Vit, Vous tal grumal di aria, testo a fronte, Nota critica di Giuseppe Zoppelli e Appendice critica; pp. 266, € 25,00 ISBN 978-88-6679-115-7

€ 25,00

Giacomo Vit è nato a San Vito al Tagliamento nel 1952, e vive a Bagnarola in provincia di Pordenone. È autore di opere in friulano di narrativa (Strambs, Udine, Ribis, 1994; Ta li’ speris, Pordenone, C’era una volta, 2001) e di poesia (Falis’cis di arzila, Roma, Gabrieli, 1982; Miel strassada, Riccia, Associazione Pro Riccia, 1985; Puartis ta li’ peraulis, Udine, Società Filologica Friulana, 1998; Fassinar, S. Vito al Tagliamento, Ellerani, 1988; Chi ch’i sin..., Pasian di Prato, Campanotto, 1990; La plena, Pordenone, Biblioteca Civica, 2002; Sòpis e patùs, Roma, Cofine, 2006; Sanmartin, Faloppio, Lietocolle, 2008; Ziklon B- I vui da li’ robis, Piateda (SO), CFR, 2011; Trin freit, Montereale Valcellina, Barca di Babele, 2014). Nel 2001, per l’Editore Marsilio di Venezia, ha fatto uscire La cianiela, una raccolta delle migliori poesie edite e inedite scritte dal 1977 al 1998. Ha fondato nel 1993 il gruppo di poesia “Majakovskij”, col quale ha dato alle stampe, nel 2000, per la Biblioteca dell’Immagine di Pordenone, il volume Da un vint insoterat, e nel 2016 Par li zornadis di vint e di malstâ, ed Samuele, Pordenone. Con Giuseppe Zoppelli ha curato le antologie della poesia in friulano Fiorita periferia, Pasian di Prato, Campanotto, 2002 e Tiara di cunfìn, Biblioteca civica di Pordenone, 2011. È Componente della giuria del Premio “Città di San Vito al Tagliamento” e del “Barcis-Malattia della Vallata”, ed è risultato vincitore di Premi nazionali per la poesia in dialetto, fra cui il “Pascoli”, il “Lanciano” e il “Gozzano”.

Giacomo vit Vous dal grumal di aria - tutte le poesie

FORMAT

Giacomo vit

VOUS DAL GRUMAL DI ARIA VOCI DAL GREMBIULE D’ARIA POESIE

IN

FRIULANO 1977-2017

Introduzione di Giuseppe Zoppelli

Format puntoacapo


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.