anno 2 - numero 6 - luglio/agosto 2014
stampato in 100.000 copie, distribuito in Bergamo e provincia
Terrazza Manzotti panorama con gusto doc Il locale di Canonica d’Adda entra nel gruppo dei ristoranti regionali-cucina doc per la buona tavola e per l’ottimo rapporto qualità /prezzo Francesco Colombo, titolare Terrazza Manzotti
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anno 2 - numero 6 luglio/agosto 2014
Direttore Responsabile Stefano ZUCCHINALI s.zucchinali@puntoventiquattro.com Progetto Grafico e impaginazione Ivana CAPPELLO i.cappello@puntoventiquattro.com Progetto Web e social Roberto PANIGHI r.panighi@puntoventiquattro.com Amministrazione Vera ZUCCHINALI amministrazione@puntoventiquattro.com Il nostro Team Alberto Taiocchi, Luca Rota Nodari, Alessio Brembilla, Francesca Bellavita, Stefano Agliati, Angelo Caruso, Teo Roncalli, Catia Tramacere, Federica Sala, Michela Usubelli Per segnalazioni, informazioni o per invio di CV redazione@puntoventiquattro.com Stampa: PRESS UP - Ladispoli Edito da: APS investments srl unipersonale piazza Libertà 4 24040 Canonica d’Adda (BG) tel. +39 02 / 909471 fax +39 02 / 90947222 www.puntoventiquattro.com info@puntoventiquattro.com p.iva 03893310163 c.f. e N.Reg Imprese di Milano 03893310163 - REA MI 2008600 Registrazione: Tribunale di Bergamo reg. nr 16/13 del 21/06/2013
Generazione Spread di Patrizio Comi advisor c/o SOFIA SGR (Società di gestione del risparmio indipendente attiva nel Private Banking) patrizio.comi@sofiasgr.it La signora Maria si è alzata di buon’ora, il sole estivo del primo mattino che illumina la piccola cucina l’ha messa di buonumore, una condizione sempre più rara di recente: dopo più di trent’anni da maestra elementare il silenzio di quei mattini di pensione le pesa molto, rotto solo dal risveglio rumoroso del figlio quasi trentenne, laureato, disoccupato, infelice. Avrebbe voluto continuare a lavorare, a soli cinquantacinque anni, si sentiva di poter dare ancora molto in quella piccola scuola di quartiere, ma la prospettiva di una pensione quasi uguale allo stipendio e le condizioni di lavoro sempre peggiori l’avevano convinta. Troppa paura che potessero poi cambiare le carte in tavola e poi, in fondo, tutto il vantaggio avuto lo stava restituendo al figlio, non ancora autonomo, che assorbe gran parte delle sue risorse. Eppure proprio questa mattina la radio sta cantando parole di speranza: il Governatore della Banca Centrale Europea ha fatto qualcosa che aiuterà gli Stati in difficoltà e di conseguenza le Banche, le aziende e soprattutto ridurrà lo Spread dei titoli di stato. “Questo Draghi sembra proprio bravo, da quando c’è lui quello spread che ci aveva quasi fatto fallire si è ridotto tantissimo, speriamo che ora le cose vadano meglio”, sentenzia il marito della Sig.ra Maria sedendosi davanti al caffè fumante. Franco, un impiegato di una società di trasporti in odore di chiusura, ha sempre lavorato sodo, pagato gli studi al figlio perché si potesse permettere un futuro migliore, ed ora quel futuro è lì, appeso ad un numero, fortunatamente sempre più piccolo. Ma i negozi giù in strada continuano ad arrancare, le aziende chiudono o si trasferiscono, la disoccupazione giovanile aumenta, tutti spendono meno e soprattutto continua a mancare il principale motore di tutte le economie: la Fiducia. La mancanza di fiducia degli imprenditori nelle regole, degli investitori esteri spaventati dal nostro mercato, dei consumatori che cercano di risparmiare, delle famiglie e dei cittadini nei confronti dei governanti, la paura nel mettere al mondo dei figli sono tutti segnali di un paese debole, ancora troppo debole. Il sig. Franco non è d’accordo, mi sbatte virtualmente in faccia i numeri: la differenza di rendimento rispetto ai titoli tedeschi è scesa ai minimi degli ultimi anni sotto l’1,5% ed il costo del debito italiano si è ridotto moltissimo con i titoli decennali che rendono meno del 3%, molti miliardi in meno di interessi da pagare.
Mario Draghi è il primo vero Governatore della BCE e probabilmente verrà ricordato nei libri di storia e di Economia come uno degli artefici della rinascita dell’Euro o meglio del passaggio del sistema monetario alla fase successiva, quella di una maggiore integrazione delle autorità monetarie e di vigilanza e di una minore rigidità nei processi decisionali. Persino la Germania ha dovuto prendere atto che le politiche di austerity proposte alla fine del 2011 stavano portando ad un avvitamento delle economie europee accettando misure di intervento non convenzionali. Il risultato è e sarà positivo in termini economici, ma altra cosa sono gli effetti democratici e sociali, l’unico vero costo dello spread. Il sig. Franco forse ancora non ha capito, ma sono sicuro che ha già un corposo sospetto, che lo spread è l’indicatore di un’altra condizione: la sudditanza dell’Italia unita ad un processo di colonizzazione inesorabile. La politica degli ultimi tre anni è stata inevitabilmente influenzata da una minaccia di default, tanto più i governi seguivano le direttive europee tanto più la BCE poteva intervenire a favore del debito Italiano, spagnolo, portoghese, greco. Gli ultimi tre primi ministri sono stati sostenuti da situazioni di emergenza o larghe intese senza poter esprimere reali ed autonomi indirizzi politici. Le banche sono state riempite di liquidità per sostenere il debito pubblico, ma il trasferimento all’economia reale rimane basso, molte delle migliori aziende italiane, comprese alcune strategiche come le telecomunicazioni, sono passate in mano straniera, gli immobili più belli stanno passando in mano straniera, i marchi di pregio, i cervelli, venduti a prezzi di saldo, mentre migliaia di aziende domestiche, anche sane, inevitabilmente legate alla pubblica amministrazione chiudono per insolvenza dell’amministrazione stessa. L’Euro non è una trappola per topi, è un sistema con tanti vantaggi, soprattutto ora che il potere globale si sta spostando verso Cina ed Est Europeo ed Asiatico. l’Europa deve rimanere unita, il nostro debito senza l’Euro sarebbe comunque andato in crisi perché il paese è inefficiente, spendiamo troppo e spendiamo male, non investiamo abbastanza nell’istruzione, nelle infrastrutture, nella lotta alle caste in favore del bene comune, nella formazione di una classe dirigente anche nell’amministrazione pubblica. Franco ce la farà ed anche sua moglie, sono più preoccupato per il loro figlio che ha un compito più arduo, quello della generazione spread: oltre a lavorare ed impegnarsi per pagare la sua pensione e parte di quella dei genitori, dovrà comprare una casa e mantenere dei figli solo con le sue forze, cambiare lavoro più spesso di quanto si facesse una volta, forse cambiare città o paese. Dovrà fare un salto mentale e culturale, negare in parte quanto gli è stato insegnato ed accettare il fatto che viviamo in un mondo con meno certezze, ma non per forza peggiore.
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EDITORIALI
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Un bancario per amico
Un euro al LTRO
di Alessio Brambilla
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Dirario di Bordo
Un sogno chiamato Belize EVENTI
di Angelo Caruso
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Pop & rock
Via Crucis, viaggio dei Karenina nell’Italia smarrita 34 Toys for Girls
MSGM un tripudio di colori
White Book of Job il libro scritto da te Ideato da Stefano Saladino, il libro bianco del lavoro è il primo esperimento di scrittura collaborativa sul tema dell’occupazione puntoventiquattro.com
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GREEN ECONOMY INNOVAZIONE
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INCHIESTE & EDITORIALI
L’ultracentenario locale di Canonica d’Adda entra nel gruppo dei ristoranti regionali-cucina doc per la buona tavola, per l’attenzione al cliente e per l’ottimo rapporto qualità/prezzo
IMPRESA
di Francesca Bellavita
Terrazza Manzotti panorama con gusto doc
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Ciak si gira
“Io sto con la sposa”, di Gabriele del Grande di Catia Tramacere
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STALLA 2.0
Bolgare, nella stalla robotizzata le vacche si mungono da sole
Grazie ad un robot e ad un chip di identificazione la mungitura di 120 Frisone da latte è automatica
24 #nessundorma
Notte Bianca: saldi, allegria e divertimento
Successo di pubblico per il primo giorno di saldi al centro commerciale Le Due Torri, animato da un calendario ricco di iniziative
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Immobili qualificati
Quale casa scegliere? I consigli trasparenti di Familyre Per evitare rischi è opportuno affidarsi alla professionalità ed ai servizi immobiliari offerti dalla realtà di Ciserano
30 PROFUMO DI MARE
A Stintino 51 bungalow abusivi cinque bergamaschi indagati
Sequestro del villaggio turistico «Acqua Marina» del valore di 6 milioni di euro in un’area dichiarata di interesse pubblico CONTENUTI FACEBOOK Sfoglia le gallery fotografiche
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(le nostre notizie in breve)
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Ventuno figli per la beatificazione. Settimio e Licia, gli sposi con 21 figli di cui 10 viventi e 55 nipoti, chiusa la fase diocesana della causa di beatificazione. Settimio Manelli nacque a Teramo nel 1886, nella domenica di Pasqua e fu professore, preside, poeta, scrittore, ufficiale dell’Aeronautica; Licia Gualandris a Nembro nel 1907, e all’età di 19 anni sposò Settimio. Dal loro matrimonio nacquero ventuno figli, «diversi morti in tenerissima età - ha ricordato monsignor Oder, vicario giudiziale del Tribunale diocesano di Roma -: attualmente i viventi sono dieci». Rievocando la storia dei due coniugi, il vicario giudiziale ha evidenziato il legame con san Pio, al quale i Manelli chiesero «la benedizione, la guida e l’assistenza continua». Il santo diceva di loro: «Questa è la mia famiglia, proteggerla e difenderla me lo sono assunto come dovere». Entrambi furono devoti e dediti alla carità, ma «il più grande ed edificante capitolo» della loro vita, ha rimarcato monsignor Oder, «è stato quello della numerosa famiglia da essi voluta in obbedienza e amore alla volontà di Dio, vivendo da coniugi radicati nel Vangelo, sempre aperti alla vita». Licia ha avuto «21 maternità - ha sottolineato ancora - : difficile immaginare l’eroicità della sua vita di sacrifici e di preghiere, interamente spesa e consumata per i figli da lei curati e seguiti fino all’età di 96 anni e mezzo». I Manelli hanno avuto 55 nipoti e, attualmente, 80 pronipoti.
Chiude la storica impresa di costruzioni Pandini. Debiti, crisi, indagini giudiziarie hanno contribuito a far calare il sipario sulla più importante impresa di costruzioni di Bergamo. È la stessa società a comunicare la svolta attraverso una nota, nella quale si parla di “decisione sofferta” ma inevitabile per via dei debiti (un buco da 12 milioni di euro) e “in seguito all’acuirsi della crisi settoriale che ha inciso drasticamente sugli equilibri dell’azienda”. Dopo la denuncia sporta il 14 marzo 2014 da Giorgio Pandini contro i due fratelli maggiori, Giulio e Guido, accusati da lui di avere macchinato alle sue spalle con delle false comunicazioni sociali e sul dissesto economico della società sta indagando la Procura di Bergamo.
Esseri (veramente) umani. Fabio Bazzana, 26 anni di Cene, quarto al traguardo della corsa in montagna “Giir di Mont” 2014, ha fatto le ultime decine di metri spingendo sulla linea del traguardo Gloria Gianola, una ragazza premanese costretta sulla sedia a rotelle che stava assistendo agli arrivi. @FabioBazzana
Fumetto del mese
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Cechì e Enrichetta
Terrazza Manzotti panorama con gusto doc L’associazione “ristoranti regionali-cucina doc”, che tutela l’enogastronomia del territorio, premia la buona cucina dai sapori locali del ristorante affacciato sul fiume Adda, fondato nel 1907 e oggi guidato da Francesco
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n’offerta gastronomica di alto livello, una vista mozzafiato ed una tranquilla atmosfera creano lo scenario unico della Terrazza Manzotti, il ristorante situato sulla sponda del fiume Adda entrato a far parte del gruppo “Ristoranti Regionali Cucina Doc” (www.ristorantiregionali.it). Un sodalizio che conta associati un po’ in tutta Italia e sostiene l’importanza dell’enogastronomia regionale, ritenuta espressione di cultura ed elemento essenziale per la proposta turistica del nostro Paese. Affacciato direttamente sul fiume Adda, dalla Terrazza Manzotti è possibile ammirare un incantevole panorama nel
Francesco Colombo, quinta generazione, dopo aver frequentato l’Istituto Alberghiero di San Pellegrino Terme è subentrato, negli anni ’90, alla mamma Enrichetta
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quale spicca la maestosa villa Melzi d’Eril, dove soggiornò Leonardo da Vinci (ospite di Giovanni Melzi in qualità di maestro del figlio Francesco). Aperto come Trattoria Adda nel 1907 da Francesco Manzotti, detto Cechì, con la moglie Enrichetta per offrire un ristoro a tutti i viandanti che attraversavano il ponte con carri e greggi, oggi la gestione continua sempre nel nome di Francesco, quinta generazione della famiglia Manzotti. Negli anni ‘90 subentra a mamma Enrica, una presenza tuttora insostituibile e lavoratrice instancabile. Gli interni si dividono in diverse sale, tutte accoglienti e spaziose: la splen-
Enrica Manzotti, mamma di Francesco
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dida veranda con vista sul fiume, la sala interna con il forno a legna vista, la verandina molto intima e raccolta e in estate l’accogliente terrazza all’aperto. Una cucina prelibata dai sapori locali dove si possono gustare ottime carni alla griglia e piatti di pesce (anche crudo) sempre freschissimo, una vasta scelta di pizze, dalle classiche alle speciali, tutte preparate con ingredienti freschi e attentamente selezionati, dolci della tradizione nonché dolci fatti in casa oltre ad una lista di vini selezionati. Offre la migliore tradizione della cucina lombarda come i casoncelli, il risotto giallo con l’ossobuco e il coniglio con polenta. A completare la proposta il lounge bar, ideale per il piacere di un ricco aperitivo e per trascorre il dopo cena con serate di live music. Completano la struttura il lounge bar, ideale per il piacere di un ricco aperitivo, le golose proposte della gelateria e il bed and breakfast Enrichetta, situato sopra il ristorante. Familiare e accogliente, il b&b è un luogo suggestivo all’insegna del relax dove trovare relax e ristoro durante un viaggio di lavoro o di piacere. Dispone di due graziose camere: una doppia con un terzo letto aggiunto ed una singola dotata di salottino con possibilità di un secondo letto. Dal balcone di entrambe le camere si gode la vista panoramica sul fiume. Dal punto di vista paesaggistico e storico-artistico è possibile effettuare interessanti escursioni lungo le sponde del fiume Adda e del naviglio della Martesana. Curiosità: Terrazza Manzotti è anche un’applicazione per smartphone e tablet con immagini del ristorante, del bed & breakfast e di alcune serate a tema. Si può scorrere il menu completo e fare la prenotazione completa, sia per il ristorante che per il b&b.
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Di mano in mano
White Book of Job il libro scritto da te
Ideato da Stefano Saladino, il libro bianco del lavoro è un esperimento di scrittura collaborativa sul tema dell’occupazione Chi ha ricevuto una delle 500 copie può raccontare la professione che ha fatto, che fa o che vorrebbe fare
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’imprenditore e il disoccupato, l’impiegato e il suo dirigente, Il lavoratore costretto a trasferirsi e il diario del trasfertista, tutte storie con un minimo comun denominatore: il lavoro. L’imprenditore cresciuto con le sue maestranze e costretto oggi, suo malgrado, a licenziare; la disperazione del disoccupato che si mischia alla rabbia e, per vergogna, lo nasconde ai suoi amici; l’impiegato messo in cassa integrazione dalla stessa società che ai suoi dirigenti riconosce maggiori compensi. E poi il dipendente che, per conservare il posto, deve fare la valigia ed è costretto a trasferirsi lontano da casa e il diario quotidiano del trasfertista. E ancora il titolare di borse di studio e assegni di formazione professionale; il collaboratore coordinato e continuativo e quello a progetto ed il lavoratore impiegato in lavori socialmente utili, spesso inutili, ma in altri casi utilissimi e perfino indispensabili. Tutte storie -verosimili (per ora)- dove le storie -vere (invece)- verranno scritte sul “White book of job”: il primo esempio di scrittura a più mani, collettiva, sul tema del lavoro. Verosimili e non veri i racconti iniziali perché le pagine del libro bianco del lavoro, ancora tutto da scrivere, sono letteralmente bianche. Diversamente dai tradizionali libri, “White book of job” sarà il frutto della collaborazione attiva e della condivisione di persone diverse ed estranee tra loro che il lavoro lo creano, lo vivono e talvolta lo perdono. Vera, già scritta all’interno del libro bianco del lavoro, è la storia di Stefano Saladino. Ideatore del progetto di scrittura collettiva con il giornalista freelance Vito Verrastro, Saladino è entrato nel mondo del lavoro come impaginatore di libri per decidere, a 29 anni, di scommettere su se stesso come imprenditore. Oggi è presidente dell’associazione “Luoghi di relazione” e porta avanti diverse iniziative, non solo legate al mondo del lavoro. Oltre all’esperienza professionale dell’ideatore, i cinquecento libri in circolazione contengono la prefazione e la descrizione del progetto mentre il resto testimonierà –come dicono gli ideatori- “sconfitte che si rivelano poi benefiche” o “il ricordo di una professione ormai scomparsa che può essere riletta in chiave moderna”. Alcuni libri sono stati distribuiti in metropolitana e altri sugli autobus e sui treni, in Italia e all’estero, per raggiungere un pubblico più ampio possibile. Alcune copie andranno perse, altri diventeranno libri veri e propri. La copertina, bianca, può essere personalizzata con frasi o disegni così come le pagine interne, attraverso piccole storie, aneddoti, episodi, sfide, fotografie, ritagli di giornale che ognuno può aggiungere a proprio piacimento. Ci si può anche taggare o fare un selfie con il libro, prima di passare la copia ad un altro testimone. Ogni
Ogni copia contiene la storia personale di Stefano Saladino, presidente dell’associazione culturale “Luoghi di relazione”
copia del “White book of job” è rintracciabile grazie ad un numero e ad un qrcode (un codice a barre), che ne consente la geolocalizzazione e, di conseguenza, la tracciabilità. Grazie a Twitter e Facebook le copie del libro bianco del lavoro seguono un percorso alternativo. Il Qr code presente su ciascuna copia del libro rimanda direttamente al sito del progetto, www. whitebookofjob.com o ai canali social digitando l’hashtag #whitebookofjob, o quello di ogni singola copia, #wbj001, #wbj002. Per settembre gli ideatori si aspettano di ricevere indietro le prime copie e dare il via alla seconda fase dell’iniziativa. “Pensiamo a serate di letture collettive, installazioni dei libri come opere d’arte contemporanea grazie appunto alle copertine, alla digitalizzazione delle storie più belle e altre idee che gli stessi autori potranno suggerire - spiega Saladino -. Naturalmente le vorremmo organizzare in tutta Italia, per diffondere in maniera capillare le esperienze, che sono il vero patrimonio di quest’operazione e hanno senso solo se condivise”. E’ possibile richiedere una copia del White book of job o interagire con il progetto scrivendo a info@whitebookofjob.com.
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Un bancario per amico
Un euro al LTRO Acronimo di Long Term Refinancing Operation, è un’arma anti-crisi. Come funziona? I soldi vengono prestati alle banche a condizione che siano utilizzati per concedere credito a famiglie e imprese, in caso contrario il prestito si deve restituire
di Alessio Brembilla
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o, il lettore questa volta non ci ha beccato in flagrante errore di stampa, c’è scritto proprio LTRO. Da mesi ci vediamo propinare sempre la stessa minestra; i redditi sono bassi (o nulli), la disoccupazione è alta, la gente non spende, l’Europa teme la deflazione come la peste narrata ne I Promessi Sposi. Deflazione? Indice di fiducia? Disinflazione? LTRO? Il giornalismo moderno è sempre più bulimico di tecnicismi (meglio se all’inglese) da propinare all’ignaro telespettatore il quale, mentre affonda soddisfatto la forchetta nel meritato piatto di fettuccine dopo una giornata di lavoro, ascolta con distacco concetti dei quali non raccoglie nemmeno lontanamente il senso e che, nel contempo, possono seriamente influire sulla sua quotidianità. Ecco perché mi sento di dire che, nonostante l’offerta sempre più ricca, la televisione si sta completamente dimenticando di uno dei suoi compiti più strategici, istruirci. Tutti hanno bisogno di competenze, a prescindere dal titolo di studio, dalla professione, dal grado di curiosità soggettiva. L’infotainment (appunto) ci fa sempre più informati, ma al tempo stesso sempre meno istruiti. Che poi dietro il sipario ci sia un disegno maligno di distrazione di massa messo in atto dalle eminenze grigie che comandano la terra, onestamente io non lo credo; sono più propenso a pensare pragmaticamente che le indagini di marketing restituiscono ai network dati precisi: la gente davanti alla Tv vuole soltanto rilassarsi, e alla faccia di Draghi preferisce le terga di Belen. Perché l’economia non riparte? Cosa si è rotto nel meccanismo? Riassumere in un editoriale sette 20
anni di crisi sarebbe un po’ velleitario. Concentriamoci perciò su cosa si può fare per ripartire. La politica, innanzitutto, deve cominciare a fare il suo dovere. Riforme coraggiose, aggressive, rivoluzionarie. Mettere al bando i populismi e tutelare, tanto per cambiare, gli interessi collettivi. E quelli che gestiscono il cash? A loro spetta il compito più importante. Si è parlato di diverse opzioni alle quali la nostra amica BCE potrebbe ricorrere per stimolare la crescita economica. Quella che preferisco è il targeted-LTRO. LTRO è l’acronimo di Long Term Refinancing Operation. In parole semplici si tratta di un’iniezione di liquidità nei sistemi economici dei paesi membri attraverso il meccanismo dell’asta, da restituire tre anni dopo. E’ già stato fatto in Europa nel 2011 e nel 2012, mettendo in circolazione importanti quantità di denaro ma, come abbiamo visto, in maniera non sufficiente a rilanciare strutturalmente l’economia. Considerarli un fallimento è a mio avviso un giudizio superficiale, arbitrario e scorretto. Per ovviare a questo inconveniente ora si parla di targeted-LTRO, cioè di un prestito
ma con la “cura della destinazione della somma”. In parole povere, io ti presto i quattrini a patto che tu li faccia confluire nell’economia reale finanziando famiglie e soprattutto imprese (ecco il target); se entro una certa scadenza non l’avrai fatto, me li dovrai restituire prima del previsto. Può sembrare l’uovo di colombo, ma non lo è. Chiaro è che la Politica dovrà fare il suo dovere; trovarsi un tesoretto da investire e non avere aziende ne famiglie in grado di approfittarne sarebbe un peccato mortale ed imperdonabile. Bene che ci sia un’offerta di denaro fresco, ma che si generi pure la domanda; se non ho un lavoro come posso chiedere un muto? Se lo Stato non semplifica la vita agli imprenditori come possono questi investire liquidità nel rilancio delle loro aziende (e perciò generare persone che forti di un posto di lavoro vanno in Banca a chiedere il mutuo) ? Gli effetti dovrebbero vedersi anche a stretto giro, fondamentale è che tutti (giornalisti, politici, intermediari, banche centrali, imprenditori, cittadini) si ricordino di fare il proprio mestiere senza barare. Forza.
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Stalla 2.0
Bolgare, nella stalla robotizzata le vacche si mungono da sole Grazie ad un robot e ad un chip di identificazione la mungitura di 120 Frisone da latte, dei fratelli Roberto e Francesco Domi, è automatica. Risultato? Più latte e più tempo libero per gli allevatori
All’interno della società agricola eredi di Domi Giampaolo, di Bolgare, le 120 vacche sono ormai abituate a farsi mungere da un robot. L’animale entra in una sorta di gabbia dove la macchina con un braccio meccanico aggancia i capezzoli, li lava, eliminando i primi schizzi di latte e, poi, esegue la mungitura
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d Asnenga, piccola frazione di Bolgare, nella cascina dei fratelli Roberto e Francesco Domi, titolari della società agricola eredi di Domi Giampaolo, le vacche di razza Frisona, d’accordo con il robot Merlin, si mungono da sole. Scelgono quando dormire, quando mangiare e anche quando farsi mungere. Un’esperienza che suscita la curiosità e la meraviglia di tanti allevatori bergamaschi e bresciani che suonano alla fattoria per vedere l’impianto e, grazie ad un sistema di mungitura completamente robotizzato e automatico, si trovano di fronte mucche “indipendenti”. Una vera rivoluzione per i fratelli Domi se si considera che, normalmente, una vacca da latte deve essere munta almeno due volte al giorno, tutti i giorni, preferibilmente ad orari prestabiliti. Da febbraio dello scorso anno, nella stalla di Bolgare, ad eseguire ogni operazione è un 22
L’azienda, costituita nel 1988 da Domi Giampaolo con 20 vacche da latte e oggi condotta dai figli Francesco e Roberto e con altri sette fratelli. Al centro il piccolo Alessandro
robot. Come anticipato si chiama Merlin ed è prodotto dall’azienda inglese Fullwood. Risultato? Sempre da febbraio dello scorso anno le mucche producono più latte e Roberto e Francesco hanno più tempo libero. «Quando ne sente il bisogno –spiega Roberto- la vacca entra in una sorta di gabbia dove un braccio meccanico provvede ad agganciarne i capezzoli, a lavarli e disinfettarli, eliminando i primi schizzi di latte per poi eseguire la mungitura. Non appena un quarto della mammella è stato svuotato il robot si stacca dal capezzolo, senza stressarlo e spremerlo inutilmente». Nel periodo in cui la vacca entra in lattazione alla zampa destra anteriore, poco sopra lo zoccolo, viene applicato un “podometro” «un sensore -continua l’allevatore- che viene letto mediante gli infrarossi e contiene tutte le informazioni sull’animale: data di nascita, albero genealogico, produzione di latte, tipo di alimentazione, peso ed eventuali malattie». Il robot “capisce” se la vacca deve essere munta che, in cambio, riceve il mangime. Al contrario, se la mucca non deve essere munta, viene respinta fuori dal box. A dar sollievo anche una spazzola elettrica che massaggia e pulisce il pelo delle vacche. I capi presenti in azienda sono 120, di questi 50 sono in lattazione e l’altra metà sono in asciutta o devono partorire. Secondo la migliore tradizione contadina si nutrono di fieno, insilato di mais, soia, farina di mais e mangimi della Agricom International di Pognano della famiglia Callioni. «La media è di 130 mungiture in ventiquattrore –continua Roberto-, 33 litri al giorno per animale. Al robot è collegato un monitor con il grafico giornaliero che riporta la produzione quotidiana di ogni singolo animale e quelle in ritardo nel conferire il latte, rivela l’insorgenza di una mastite e mostra la relazione tra conducibilità elettrica del latte e stato di salute della mammella». Il latte che presenta anche una piccola anomalia viene scartato mentre quello di prima qualità passa direttamente nel vaso, viene filtrato per poi essere raccolto nella cisterna frigo e conferito alla Lactis di Albano Sant’Alessandro. «Si possono avere informazioni anche sull’attività fisica: ad esempio il numero maggiore o minore di passi indica se la vacca è da fecondare, se è zoppa o non ha appetito». E poi ci sono gli allarmi: quando una mucca non esce dalla gabbia o si verifica uno sbalzo di corrente dell’impianto, il robot va in allarme e con una comunicazione sul cellulare segnala il problema.
L’azienda, costituita nel 1988 da Domi Giampaolo con 20 vacche da latte e oggi condotta dai figli Roberto e Francesco con gli altri sette fratelli, rappresenta un tassello della tradizione contadina della pianura bergamasca. «I vantaggi – concludono i fratelli Domisono rappresentati dall’aumento nella produzione del latte e da un maggior controllo sulla qualità. E poi il robot ha cambiato anche i nostri ritmi di lavoro e la nostra vita. Un investimento che pensiamo di ripagare nell’arco di dieci anni».
Dietro a Roberto e al figlio Alessandro il robot Merlin, sistema di mungitura che consente di mungere le mucche 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, nel momento in cui vogliono
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Notte bianca: saldi, allegria e divertimento a Le Due Torri Successo di pubblico al centro commerciale di Stezzano che ha seguito, dalle 16 fino a mezzanotte, un programma ricco di iniziative. Soddisfatto il direttore Roberto Speri: “E’ stata una bella giornata, una grande festa anche per noi che l’abbiamo organizzata”
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n pieno di shopping e di divertimento indimenticabile. Sabato 5 luglio, primo giorno dei saldi, coinciso con la “notte bianca” del centro commerciale Le Due Torri, ha richiamato a Stezzano tante persone, anche da fuori provincia. Un’animata giornata di intrattenimento con un ricco tabellone di spettacoli gratuiti e di acquisti, grazie ai numerosi stand allestiti lungo le gallerie del centro commerciale e agli eccezionali sconti praticati. Prezzi d’affare, che nei 100 negozi dello shopping center continueranno a scendere fino al prossimo 5 settembre, giorno di chiusura ufficiale delle vendite di fine stagione estiva. A partire dal primo pomeriggio lezioni di autodifesa ed arti marziali organizzate dalla società sportiva Accademia 360 hanno stregato le ragazze, offrendo uno spunto per come sapersela cavare in ogni situazione. E’ stata anche un’occasione per aumentare la sicurezza in se stesse, per stare in forma e bruciare calorie. Protagonista della serata la bellez-
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za perché il centro commerciale è stata la passerella delle finali regionali della 75ª edizione del concorso nazionale Miss Italia. Giulia Casagrande, diciannovenne milanese che si è esibita con qualche mossa di boxe, si è aggiudicata il titolo di Miss Kia Lombardia e l’accesso diretto alle prefinali di Miss Italia, che inizieranno a Jesolo il prossimo 25 agosto. Dietro di lei -Miss Rocchetta- Sara Pagliaroli di Villa di Serio che si presentata in due lingue diverse: italiano e francese e Alessia Conti -Miss Kia- che si è esibita in un balletto. A premiare la nuova Miss Kia Lombardia è stata la bellissima Federica Lazzara, Miss Kia Soul 2013. A ritmo di musica è continuata la notte bianca del centro commerciale con il dj set della discoteca Quien Sabe by Anghelus, a ritmo di danza con alcune esibizioni di danza del ventre organizzate da Sherazade Danza Orientale e balli latino americani animati da Evasione Latina. Il centro commerciale Le Due Torri ha salutato la notte bianca 2014 e tutti i suoi clienti con un assaggio di gelato artigianale. Soddisfatto il direttore dello shopping center Roberto Speri: “E’ stata una bella giornata, una grande festa anche per noi che l’abbiamo organizzata”.
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Immobili qualificati
Quale casa scegliere? I consigli trasparenti di Familyre Il bisogno di casa rappresenta il primo desiderio degli italiani, per evitare rischi è opportuno affidarsi alla professionalità ed ai servizi immobiliari offerti dalla realtà di Ciserano
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n Italia il mercato immobiliare continua ad attraversare un momento di crisi. Domanda ed offerta, da qualche anno, trovano difficilmente un punto di incontro, con una una sostanziale staticità del settore. Dal 1985 ad oggi la compravendita di abitazioni non era mai stata così bassa, lo scorso anno le unità compravendute sul mercato immobiliare residenziale sono scese del 9,2% a 403.000 unità. Lo ha comunicato l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Ma in Italia, la crisi del mercato immobiliare non è stata all’insegna del crollo, ma di un lento e costante calo, per le caratteristiche intrinseche della situazione economica del nostro Paese. “La crisi -spiega Andrea Perniola, socio di Familyre- ha modificato le possibilità economiche delle famiglie che sono diventate più selettive quando si tratta della scelta dell’abitazione, motivo per cui i criteri di valutazione non si limitano al solo prezzo dell’immobile, ma anche alle caratteristiche di questo. Di conseguenza sta cambiando, rispetto al passato, il ruolo e la figura dell’agente immobiliare. E’ necessario un processo di rinnovamento, orientato alla consulenza sia sul prodotto che sull’operazione d’acquisto”.
per cui l’offerta supera la domanda. Oltre alla riduzioni del numero dei crediti, concessi dalle banche alla famiglie, continua a calare anche l’importo erogato di prestiti e mutui che si riflette sul potere di acquisto dei clienti”.
Com’è il mercato immobiliare in questi tempi di crisi? “Visto l’andamento dei mercati, prevale il timore nel decidere se fare o meno investimenti di tipo immobiliare. Sono più quelli che vendono
Quali sono le prospettive per Familyre? “Il futuro: trasformazione e rinnovamento. per innalzare l’asticella della qualità professionale. La lunga crisi del mercato ha provocato una “scre-
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Quali sono i punti di forza di Familyre? “In uno scenario di crescita tendente allo zero con timori di recessione, un clima di forte incertezza per l’Europa e, in particolare, per l’Italia occorre puntare ancora di più su specializzazione, formazione e qualità professionale: Familyre racchiude in sé tutto questo e lo mette al servizio dei suoi clienti”. Come uscire dallo stallo del mercato immobiliare? “Vista l’esperienza maturata per invertire la rotta occorre puntare sugli accorpamenti, eliminare duplicati e doppioni di centri di spesa. ottimizzando la filiera d’erogazione dei servizi. E’ indispensabile modernizzare il sistema aggregativo in termini di flessibilità, modularità, tecnologia e specializzarsi in determinati segmenti. Ultimo punto chiave, ma non per importanza, riguarda la necessità di investire risorse in ricerca e sviluppo”.
Andrea Perniola, socio di FamilyRE
matura” e si salva chi investe in formazione che si riflette in migliori e più competitivi servizi erogati, competenza e specializzazione. Cresce chi si rinnova e chi sperimenta e, da questo punto di vista, Familyre offre nuove opportunità professionali. Gli obiettivi, rispetto ai nostri clienti sono: velocizzare le pratiche burocratiche, soddisfare i bisogni, i desideri e le aspettative di chi cerca di vendere ed acquistare casa consentendo l’ottimizzazione del tempo e, di riflesso, l’abbattimento reale dei costi”.
Via verdello 16/c - 24040 Ciserano ciserano@familyre.it
cod 4813 - BOLGARE
In contesto residenziale di Bolgare disponiamo di splendida porzione di villa bifamiliare con piscina; collegata con altra abitazione solo dal muro del box fuori terra, disposta su due livelli oltre interrato, così composta: al piano terra troviamo il soggiorno con sala da pranzo, cucina separata, disimpegno e bagno, scala che porta al piano superiore dove troviamo 3 camere da letto di cui una con cabina armadio, bagno e balcone; al piano interrato una grande taverna con camino e forno a legna, studio, lavanderia e locale caldaia. Giardino esclusivo di circa 490 mq con piscina e box doppio fuori terra. L'immobile è dotato di inferiate su tutte le finestre, irrigazione automatica in giardino, addolcitore, caldaia a condensazione nuova, impianto allarme, aria condizionata, videocitofono e infissi in metallo con doppi vetri. Classe energetica E (134,19 kwh/mq anno). € 340.000,00
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In zona tranquilla e riservata ma con tutti i servizi principali facilmente raggiungibili a piedi, in particolar modo le scuole elementari e medie, vendiamo recente quadrilocale ideale per famiglia numerosa posto al primo ed ultimo piano con ingresso indipendente e giardino esclusivo, composto da soggiorno, cucina abitabile, 3 camere da letto, doppi servizi, 4 balconi oltre solaio, taverna e box singolo. Possibilità secondo box. L'ampio giardino di proprietà è ideale per una grande piscina che rinfrescherà le vostre giornate estive mentre l'annessa taverna con ingresso indipendente vi permetterà la realizzazione di splendide feste per i vostri figli o il rifugio ideale per i vostri hobbies. L'immobile è dotato di doppi vetri, irrigazione automatica, aria condizionata e vasca idromassaggio. Classe energetica D (102,67 kwh/mq € 169.000,00
cod 4808 - CANONICA D’ADDA In zona molto tranquilla e residenziale di Canonica, in un contesto di sole 4 unità immobiliari ,disponiamo di un bellissimo trilocale caratterizzato da ottime finiture e libero su 3 lati, posto al piano terra con ingresso indipendente e giardino di circa 200 mq con porticato composto da ampio soggiorno, cucina abitabile, disimpegno, bagno e 2 camere da letto. Completano la proprietà box doppio e cantina al piano interrato. Sono presenti inoltre antifurto, aria condizionata, doppi vetri, porta blindata, videocitofono, zanzariere e cancello elettrico. Ideale per chi cerca qualità e indipendenza in un ottimo contesto. Classe energetica E (137,67 kwh/mq anno). € 165.000,00
BOLTIERE: Immobili in classe Active in affitto a riscatto
Gli appartamenti sono realizzati con particolari ed esclusivi know-how che permettono di renderli “attivi” nel senso che sono in grado di auto-produrre una quantità di energia superiore al reale fabbisogno azzerando i costi delle utenze elettriche ed abbattere l’inquinamento ambientale. Le unità si contraddistinguono anche per il fatto che non utilizzano gas, derivanti dagli idrocarburi, cementi contenti ceneri oltre al fatto di essere dotati di sistemi anti radon per garantire maggiore sicurezza per la salute e per la qualità di vita delle famiglie. Condizioni di acquisto - Anticipo: € 39.500,00 - Rata mensile: € 460,00 (comprese utenze elettriche) - Numero rate: 360 (30 anni) - Riscatto finale: € 8.500,00 Vantaggi - Non sono necessarie pratiche di mutuo - Nessun costo di elettricità e gas e abbattimento costo acqua potabile - Maggiore sicurezza in termini di salute e benessere per chi vive l’immobile - Nessun costo di manutenzione ordinaria e straordinaria - Costi mensili abbattuti di circa 1/3 rispetto ad una casa in classe B - Impianto di riciclo dell’acqua potabile e piovana con notevole risparmio - Abitazione di qualità nettamente superiore a quelle presenti su mercato - Riscattabile in ogni momento
Scheda comparativa Comparazione delle spese di acquisto e gestione di due immobili di uguale composizione e metratura. Il primo è un tradizionale immobile nuovo in classe B ed il secondo è un appartamento del complesso “Active”.
Disponibilità propria (20%) IVA Mutuo Costi atti notarile/imposte/banca Interessi (30 anni - tasso 3,0) Rata affitto mensile in 30 anni Riscatto
Acquisto Immobile in Classe B € 37.552,00 € 7.510,40 € 150.208,00 € 11.000,00 € 92.612,38 € 0,00 € 0,00
Affitto a riscatto Immobile Active € 39.500,01 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 165.600,00 € 8.500,00
Manutenzione ordinaria (30 anni) Manutenzione straordinaria (30 anni) Elettricità e gas (30 anni) Acqua potabile e depurazione
€ 30.000,00 € 50.000,00 € 166.000,00 € 30.000,00
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Costo in 30 anni
€ 574.882,78
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“Profumo di mare”
A Stintino 51 bungalow abusivi cinque bergamaschi indagati Sequestro del villaggio turistico «Acqua Marina» del valore di 6 milioni di euro, realizzato in Sardegna davanti al Golfo dell’Asinara, in un’area dichiarata di interesse pubblico
Il nucleo dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Sassari ha messo sotto sequestro preventivo il villaggio turistico “Acqua marina” (nel cerchio)
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a vista toglie letteralmente il fiato, perché le finestre si spalancano sul Golfo dell’Asinara e le caratteristiche colline che si affacciano sul mare che bagna Stintino. Almeno per ora, però, quelle finestre rimarranno chiuse. In questa angolo di paradiso della Sardegna è stato realizzato un complesso turistico-alberghiero che la procura della Repubblica di Sassari -come riportato dal quotidiano locale La nuova Sardegna- ha messo sotto sequestro in seguito ad un’indagine investigativa, condotta dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale affiancati dal 10° Nucleo elicotteri di Olbia e dai militari della stazione di Stintino. Sei le persone denunciate, tra cui cinque bergamaschi. Lottizzazione abusiva dei terreni a 30
scopo edilizio in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e l’esecuzione di opere edili in assenza di autorizzazione paesaggistica sono i reati contestati. Il villaggio turistico-alberghiero «Acqua Marina» che sorge nella zona tra Ovile del Mercante e l’Ancora, non distante dalla spiaggia della Pelosa, è costituito da 51 villette-bungalow che si estendono su una superficie di circa 20mila metri quadrati, a poco più di 500 metri dal mare e in un’area dichiarata di notevole interesse pubblico «per i cospicui caratteri di bellezza naturale che la contraddistinguono». L’immobile sequestrato ha un valore di circa 6 milioni di euro. Il provvedimento cautelare, emesso dal Gip del Tribunale di Sassari -Antonio Pietro Spanu- al termine di una complessa attività investigativa avviata nel 2012, si inquadra nell’ambito dei program-
Villaggio sotto sequestro a Stintino: nella zona tra Ovile del Mercante e l’Ancora, non distante dalla spiaggia della Pelosa. Riguarda 51 villette-bungalows su una superficie di circa 20mila metri quadrati, a poco più di 500 metri dal mare
Le persone indagate sono ritenute responsabili, a vario titolo, di lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio in zona sottoposta a vincoli paesaggistico ed esecuzione di opere edili in assenza delle previste autorizzazioni
mi di tutela condotta dai carabinieri del Tpc anche mediante monitoraggi aerei dei siti paesaggistici. In questo quadro di verifiche è stato possibile individuare il cantiere edile in corso d’opera, nel quale è stato possibile riscontrare quelle che sono state definite «gravi irregolarità penali in materia urbanistico-edilizia e paesaggistica». In altre parole, la società aveva ottenuto l’autorizzazione per un progetto in deroga che prevedeva la costruzione di una struttura alberghiera. L’intesa prevedeva la realizzazione di una residenza turistico-alberghiera con uso esclusivamente turistico-ricettivo, una destinazione che aveva consentito, in deroga alla normativa urbanistica, una volumetria maggiore rispet-
to a quella consentita. La convenzione escludeva espressamente la possibilità di vendita frazionata di unità ricettive e la trasformazione della destinazione urbanistica da alberghiera a residenziale ma la destinazione d’uso sarebbe stata modificata arbitrariamente «in spregio degli strumenti urbanistici adottati dal Comune di Stintino». Nel corso delle perquisizioni in uno studio notarile e in alcune agenzie immobiliari della provincia di Bergamo, gli inquirenti hanno sequestrato diversi contratti preliminari di compravendita di singole unità ricettive. Testimonianze raccolte dai carabinieri fra alcuni clienti che avevano stipulato i contratti preliminari hanno confermato la violazione degli accordi. 31
Diario di Bordo
Un sogno chiamato Belize
di Angelo Caruso
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Meta ambita da chi cerca dei viaggi fuori dalle consuete rotte. Bagnato dal mare dei Caraibi è ricco di isolotti da sogno, atolli, grotte, fiumi, siti maya e foreste pluviali
n Belize si trovano alcune delle più incontaminate attrattive naturali del mondo. A livello marino, un’incredibile scelta di isole del tutto deserte rendono unica la navigazione. L’attrazione principe è la sua barriera Corallina, oltre ad essere la seconda più grande al mondo, offre un’eccezionale protezione naturale nei confronti delle onde del mare aperto e un’ampia zona per navigare e immergersi senza l’assillo del mare grosso. Scegliendo una barca con ottimi comfort e con una buona gestione delle risorse di bordo, la navigazione per gli ospiti è piuttosto facile e decisamente appagante, grazie anche alle numerose isole quasi sempre a vista da un approdo all’altro. Per il comandante invece le cose cambiano per le isole segnalate che non esistono e isole non segnalate che invece esistono. Navigare con soli 30 cm sotto il bulbo per miglia in acque con cartografia approssimativa sia cartacea che digitale, obbliga a continui rilevamenti e occhi fissi sull’orizzonte per leggere il mare. Una rotta davvero unica e appagante che leva un po’ di certezze moderne e fa sentire ogni comandante e il suo equipaggio pioniere di tempi passati. Consiglio fortemente il Belize in catamarano a tutte quelle persone che si avvicinano per la prima volta al mondo della vela o semplicemente a tutti quelli che hanno già visitato tante parti del mondo. Si trova un ambiente ancora incontaminato ricco di contrasti, con tramonti e albe che lasciano senza parole,
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acque cristalline ricche di docile vita marina e una barriera corallina facile da osservare molto simile alla scenografia posta all’interno di un acquario. Periodo migliore va da Febbraio a fine Maggio. Dal diario di bordo: Belize giorno 4 da Pellican Cay a South Water Cay. Sto navigando con prua verso nord, il mare ha dei colori fantastici, classici delle acque tropicali con bassi fondali, sono circondato da atolli ancora sommersi da pochi centimetri d’acqua, mi rendo conto che devo stare con gli occhi fissi a scrutare il mare e mentre lo faccio mi domando: chissà se è così che nascono le isole ? Il mio sguardo viene rapito dal volo di un pellicano che come un missile si precipita in mare con precisione millimetrica per conquistare il suo pasto di pesce, chiude le ali solo qualche metro prima dell’acqua diventa perfettamente idrodinamico, si tuffa come un campione olimpionico senza alzare spruzzi, rimane immerso per diversi secondi poi esce dall’acqua con la sua preda nel becco gonfio e goffo. Mentre lo osservo sparire all’orizzonte vedo qualcosa di strano sembra un palo verticale in mezzo al nulla, più la nostra barca si avvicina più mi rendo conto essere una mangrovia solitaria ben salda su un panettone di corallo appena affiorante. Ecco la risposta alla domanda che mi ero posto poco fa: si, alcune isole nascono proprio così e insieme al mio equipaggio ne siamo stati fortunati testimoni.
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Pop & Rock
Via Crucis viaggio dei Karenina nell’Italia smarrita A due anni da “Il futuro che ricordavo” esce il secondo disco autoprodotto della band bergamasca che si sviluppa nella cornice di un fatto di cronaca eclatante
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“Via Crucis “ è il nuovo album dei Karenina: da cosa nasce questo titolo? “Il titolo è una metafora, l’immagine di un viaggio compiuto attraverso un’Italia popolata di fantasmi, un viaggio nel quale a ogni tappa corrisponde una canzone. Sono proprio le canzoni a fare da scheletro all’album che è un vero e proprio concept”. Quali tematiche affrontate? “Le tematiche affrontate sono legate alla coscienza di un paese che si sta smarrendo insieme alla vitalità e all’ottimismo di chi lo abita. Il nostro vorrebbe essere uno sguardo disincantato e un po’ cinico sulla realtà spirituale di una società che si sta perdendo”. Che Italia avete incontrato e scoperto? “Il disco vorrebbe essere una sorta di istantanea spirituale di un paese che si scopre sempre più insicuro. In Italia c’è molto di bello, ma con questo lavoro abbiamo voluto dare luce a quelle che, secondo noi, sono le zone d’ombra”. Sul piano musicale cosa si devono aspettare i vostri fan? “Come al solito, qualcosa di molto diverso rispetto a quello che abbiamo fatto in precedenza. Abbiamo sperimentato sul suono e sulle strutture per dare al nostro lavoro una forma il più possibile inedita”. Il vostro progetto non è solo musicale, ma un concept album che coinvolge altre forme d’arte (il teatro e la fotografia )? Qual è il vostro obiettivo artistico? “Consideriamo la musica parte di un insieme di media in grado di veicolare messaggi e di produrre arte, l’obiettivo è quello di far interagire varie discipline in modo tale che la comunicazione risulti più incisiva e produca senso. Abbiamo delle cose da dire e diversi nostri amici artisti ci hanno dato una mano perché siano più chiare e acquistino significato”.
La composizione dei brani è il frutto di un grande lavoro di insieme, molto ragionato e organico, che lascia poco spazio all’improvvisazione”.
Come lavorate? Ci sono prima i testi e poi le musiche o il contrario? “Prima nascono le musiche, quando le melodie e il suono hanno già un corpo ben distinguibile comincia il Come nascono i vostri brani? Preferite l’improv- vero lavoro sui testi”. visazione o la composizione? Preferite il lavoro di studio o suonare dal vivo? Al lancio del nuovo album seguirà un tour di “Suonare live e lavorare in studio sono due cose molto concerti? Quali sono i vostri prossimi appuntadiverse, traiamo forte piacere nel fare entrambe le menti? cose, sono due modi differenti di far vibrare musica. “Da settembre saremo nuovamente in tour”.
Karenina Nati come Triste Colore Rosa, cambiano ragione sociale nel 2011. “Il futuro che ricordavo” è il primo lavoro discografico con ragione sociale Karenina, uscito nel 2012 vede la collaborazione e produzione artistica dell’amico e maestro Paolo Pischedda (Marta sui Tubi) e la presenza del violoncello di Mattia Boschi (MsT, the Niro, Il disordine delle cose) in 3 brani.vDopo un tour che li porta a proporre la loro musica in vari appuntamenti (opening act for MsT, Giorgio Canali, Area) e locali dello stivale, ad ottobre 2012 decidono di ritornare a comporre musica nella loro sala prove. A marzo 2013 danno alla luce “Verso”, desiderio nato dalla necessità viscerale di esprimere quella che è stata ed è la fase di crescita, di cambiamento, di apertura, di emancipazione dalle logiche costrittive che spesso caratterizzano il periodo di evoluzione di una band che cerca di emergere.
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Toys for girls
MSGM un tripudio di colori
www.francescabellavita.com
Il marchio, lanciato nel 2008 da Massimo Giorgietti in partnership con il gruppo Paoloni, porta una ventata di umorismo nello scenario della moda italiana con delle collezioni che sono un’iniezione di buonumore
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piccata capacita’ di cogliere le tendenze e team giovane e motivato. Ecco le carte vincenti di MSGM, che inizia il suo percorso in un momento storico delicato: è il 2009 quando Massimo Giorgetti fonda il marchio a Milano (MSGM sono le iniziali delle quattro persone che lo hanno incoraggiato sin da subito a perseguire la propria carriera nel campo della moda). Massimo è un ex DJ che trova grande ispirazione nella musica e proprio per questo sa mixare le sue passioni a tutte quelle espressioni artistiche ed estetiche di creativi legati al mondo del web. Il risultato? Un caleidoscopio di colori, forme e linee che cattura inesorabilmente l’attenzione del pubblico, facendo di MSGM uno dei marchi più’ intriganti del momento. Sin dalla prima collezione è un successo di stampa, buyer e pubblico. Questo perché Massimo porta una ventata di umorismo nello scenario della moda italiana con delle collezioni che sono un’iniezione di buonumore, caratterizzate da stampe ironiche e palette variopinte. La collezione Autunno/Inverno 2013-2014, oltre ad essere caratterizzata da fantasie e forme di ogni genere, è ricca di dettagli, contrasti e look composti da mix apparentemente disordinati, ma perfettamente armonici rendendo il tutto essenziale, ma frizzante.
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Ciak si gira
“Io sto con la sposa” di Gabriele Del Grande Una storia di disobbedienza e libertà che diventa documentario A cura di Catia Tramacere
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Negli ultimi venti anni l’immigrazione clandestina è diventato un tema che prende in causa l’interesse di tutta l’Europa, anche dell’Italia, che da anni assiste con impotenza, ma con grande coraggio, i tanti immigrati che scappano da situazioni invivibili come la guerra. Imbarcazioni di dubbia resistenza, trasportano verso le nostre coste, uomini, anziani, donne, bambini, nel lungo viaggio verso la speranza, causando, dal 1988 ad oggi, 20.000 annegati solo nel nostro Mediterraneo. Ma non tutti sanno che l’Italia è solo la porta d’ingresso per tantissimi di questi immigrati. Solo uno su dieci rimane nel nostro paese, il resto si dirige verso il nord Europa. Su questo argomento scottante Gabriele Del Grande, un giovane reporter di guerra, assieme ad Antonio Augugliaro e a Khaled Soliman, ci ha fatto un documentario. Un’idea ambiziosa quanto pericolosa: portare alcuni clandestini tra siriani e palestinesi, sbarcati a Lampedusa qualche tempo prima, nel nord Europa, in Svezia. Tutto ha avuto inizio alla stazione di Garibaldi, a Milano. Un ragazzo siriano si avvicina a Gabriele per chiedegli dove poteva prendere il treno per Stoccolma. Dalla stazione di Garibaldi non partono certo treni per la Svezia! Il ragazzo gli racconta la sua triste situazione e la sua necessità di arrivare al più presto in un luogo dove potersi ricostruire un futuro. Gabriele conosce bene la storia di questo ragazzo perchè ne ha viste tante simili nella sua vita, le ha documentate e raccontate sul suo blog, Fortresse Europe...quella fortezza che si chiama Europa e che da anni ha alzato barriere di indifferenza per non permettere a nessuno si trovi in
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paesi disastrati, di valicare i confini e trovare così la salvezza. Gabriele decide quindi di aiutare il ragazzo e di accompagnare lui ed altri clandestini in Svezia. Ma per non rischiare dai 5 ai 15 anni di carcere per contrabbando di persone, coinvolge alcuni amici e organizza un festeggiamento di un matrimonio, con tanto di sposi, invitati e troupe per filmare ogni istante. Da Milano a Ventimiglia in macchina. Lì, di nascosto, passando a piedi il confine verso la Francia. Poi di nuovo in macchina verso Marsiglia, Germania, Copenhagen e infine Svezia. Dopo quattro giorni di viaggio un corteo nuziale che nasconde clandestini vestiti a festa, arriva indisturbato a Stoccolma...d’altronde chi mai avrebbe chiesto i documenti ad una sposa? La meta è stata raggiunta, gli immigrati sono rimasti in Svezia e tutti gli altri sono tornati in Italia, con la coscienza leggera per aver aiutato gente disperata a trovare la libertà, ma con la pesantezza di un
giudizio europeo che può accusarli di contrabbando. Ma Gabriele e tutta la troupe non hanno paura. Per due mesi hanno aperto un crowdfounding per raccogliere 70.000 euro e finire il film. Ad oggi hanno quasi raggiunto quella somma, ma il documentario per loro non è un un esercizio di stile filmico, ma un puro atto di protesta a tutela di tutte quelle persone che devono avere il diritto di trovare un posto più adeguato in cui vivere. Gabriele sostiene: “Dobbiamo accettare che il mondo si muova, che le persone cambino paese. Cercare il proprio posto nel mondo è un elemento dell’esperienza umana che non possiamo bloccare”. Come dagli torto? Io sto con la sposa è un documentario prodotto in Italia che forse andrà al Festival di Venezia di quest’anno. Chissà se avrà la stessa fortuna di “Santo Gra”, il documentario che ha vinto l’anno scorso. Sicuro, per il coraggio affrontato, difficilmente passerà inosservato.
Io lo cucino così
La bontà che arriva dalla natura TORCHIETTI CON LATTE DI COCCO, ZAFFERANO E ZUCCHINE CROCCANTI di Vera Zucchinali
INGREDIENTI Torchietti all’uovo 250 gr Latte di cocco 150 ml Zafferano (1 bustina) una zucchina olio d’oliva sale qb
Tagliate la zucchina a fette sottilissime creando dei dischetti, scaldate l’olio d’oliva e friggete i dischetti fino a quando non risultano belli croccanti. Mettetele su un foglio di carta per far assorbire l’olio.
Scaldate il latte di cocco in una padella con un cucchiaino di sale e la bustina di zafferano. Scolate la pasta e fatela saltare nella padella con il latte di cocco e lo zafferano Aggiungere le zucchine fritte e servite.
www.iolocucinocosi.it
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Fango, fatica e gloria
Valcavallina, la carica dei 1000 per il campionato italiano marathon Su un percorso di 80km e 3300 metri di dislivello complessivo in ascesa, sulle colline retrostanti Grumello del Monte, Samuele Porro e Daniela Veronesi hanno vinto il tricolore della 10ª Valcavallina SuperBike
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’ stata un’edizione storica quella della 10ª Valcavallina Superbike Marathon, la gara di mountain bike che lo scorso 1º giugno è stata il palcoscenico naturale dei campionati italiani 2014 di specialità. Un traguardo storico sia per l’affiatato gruppo del Valcavallina Superbike Team, che dal 2004 ha intrapreso questa entusiasmante avventura organizzativa, ma un traguardo storico anche per l’intera provincia di Bergamo che per la prima volta ospita l’assegnazione dei titoli nazionali. Un obbiettivo che pochi anni fa sembrava solo utopia si è invece concretizzato ed è divenuto realtà grazie alla volontà ed alla passione di centinaia di persone, di volontari e semplici appassionati che hanno contribuito attivamente alla realizzazione di questo grande progetto tricolore. A partire dall’amministrazione comunale di Grumello del Monte, che ha fin da subito appoggiato la macchina organizzativa coordinata dal presidente dell’associazione sportiva, il dottor Andrea d’Alessio, e il deus ex machina della manifestazione, Giancarlo Magri. Fondamentale l’appoggio delle associazioni di volontariato che hanno garantito ogni singolo servizio che ha permesso di accogliere e “coccolare” oltre 1100 atleti provenienti da ogni angolo d’Italia. Dalla protezione Civile alla Croce Rossa, dalla Polizia Locale alle forze dell’ordine della Polizia Stradale, sino ad arrivare alla disponibilità delle oltre 300
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persone che lungo i 18 comuni attraversati dalla corsa si sono messe a disposizione per garantire la vigilanza degli incroci e della circolazione nei centri abitati. I chilometri da gara sono stati 82, 3200 i metri di dislivello complessivi che gli atleti a caccia del titolo italiano hanno dovuto affrontare prima di tornare sotto lo striscione d’arrivo posto a Grumello del Monte. Un lungo cammino, che ha portato i bikers a conquistare per due volte il GPM posto ai 1200 mt dei Colli di San Fermo, un tracciato duro e selettivo, uno tra i più impegnativi in Italia, certamente il più selettivo su cui mai si sono disputati i titoli italiani. Ad aggiudicarsi la vittoria è stato il comasco Samuele Porro, portacolori del team Silmax X-Bionic, il giovane talento classe 1988 già azzurro della nazionale italiana. Alle sue spalle altre due giovani promesse del ciclismo fuoristrada, tutti classe ’88. Secondo posto per il bresciano Juri Ragnoli (Scott Racing Team), campione italiano e vincitore della Valcavallina nel 2013, terzo posto per Luca Ronchi (Avion Axevo) che bissa il risultato del 2013. In campo femminile è la sanmarinese Daniela Veronesi (Torpado Factory) a festeggiare il suo terzo titolo tricolore davanti alla rivale di sempre Elena Gaddoni (FRM) ed alla trentina Lorena Zocca (Team Barbieri). Ma la festa per i titoli tricolori comprende anche le categorie amatoriali per le quali vengono assegnate altre 10 maglie. Una festa che ha saputo coinvolgere l’intera comunità di Grumello del Monte ma anche tutta la Val Cavallina e la Val Calepio. Una festa, un grande evento, che non sarà un semplice traguardo, bensì l’inizio di un nuovo cammino che potrà portare la manifestazione sportiva di Grumello a raggiungere nuovi obbiettivi: “Il ringraziamento a quanti ci hanno dato una mano è d’obbligo -sono le parole del presidente Andrea d’Alessio- tante, troppe persone sono state fondamentali per il raggiungimento di questo risultato strabiliante. Sarebbe impossibile ricordarli tutti. Ora abbiamo uno stimolo in più per poter proseguire. Quello che sembrava essere un punto di arrivo si è trasformato in un grande trampolino di lancio che potrà portare la Valcavallina Superbike, il nostro territorio e le nostre risorse a crescere e svilupparsi ulteriormente grazie alla grande risposta che il movimento della mountain bike può offrire. Sport, natura, passione. Un mix esplosivo in grado di regalare straordinarie emozioni.”
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#minirepublic
Lario Bergauto porta a Treviglio il “Mini REPUBLIC TOUR” Sulle strade della Bassa Bergamasca, in due giorni, 70 test drive per provare l’assoluta piacevolezza di guida della Mini Cooper e della Mini Countryman
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a città di Treviglio ha fatto da cornice al “Mini REPUBLIC TOUR”. Con la professionalità, la cortesia e la competenza di sempre Lario Bergauto, unica concessionaria Mini per la provincia di Bergamo, sabato 28 e domenica 29 giugno ha messo a disposizione quattro piloti professionisti e quattro Mini per far provare le caratteristiche tecniche dei nuovi modelli, il comfort, il fascino e la grande piacevolezza di guida della Mini Cooper S, Mini Cooper D e della Mini Countryman automatica, manuale e nella versione 4x4, ribattezzata Countryman ALL4. Due giorni e 70 test drive sui modelli Mini che, rinnovata nella tradizione della sua storia, rivisitano con brio le forme leggendarie della Mini classica del 1959. conservando il suo inconfondibile design ed il puro divertimento di guida. Tra i giovani la più gettonata è stata l’aggressiva ed esuberante Cooper S. Mini Cooper S. Una miriade di dettagli corsaioli e un look da sparo. La Mini Cooper S si caratterizza per una veste più sportiva, fuori e dentro, da tutte le altre declinazioni della Mini. In questa nuova release, si è allungata di 10 centimetri rispetto al passato aumentando lo sbalzo anteriore. Griglia e luci a led inedite formano un ovale concentrico negli occhioni. Per quel che riguarda le finiture, lavorazioni e materiali sono quelli che ci si aspetta da una piccola “di lusso”. Invariata la piacevolezza di guida grazie allo sterzo diretto e rapido la Cooper S si è confermata molto veloce e scattante, ma non “brutale”. Mini Countryman. Più crossover che suv, esteticamente si richiama alla Mini “normale” ma ha cinque porte ed è più spaziosa per passeggeri e bagagli. Leggeri ritocchi estetici, maggiori possibilità di personalizzazione e aggiornamento dei motori: sono queste le novità riguardanti il lifting di metà carriera della crossover compatta anglotedesca. 45
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