Art@PwC 2016

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Giuliana

Besana Emozioni

18 febbraio 2016 | Ore 18.30 | Seguirà cocktail Spazio Espositivo PwC Milano | Via Monte Rosa, 91

Da giovedì 18 febbraio a venerdì 11 marzo 2016

Aprendo i nostri spazi a mondi inconsueti alla comunicazione aziendale ma paralleli nel percorso di ricerca e innovazione, allarghiamo i nostri orizzonti verso nuove opportunità di linguaggi artistici e culturali.


Giuliana Besana, in arte BeGiu, dipinge colori. Anzi, come lei stessa afferma, “mi identifico con i colori”. Da sempre è affascinata dai colori scandalosi e irriverenti dei fauves, i suoi personaggi vestono di arancio, giallo, blu oltremare, viola. “Come nella poesia amo i voli pindarici così nelle immagini mi piace coniugare colori improbabili, forti e stridenti in maniera tale che dal loro incontro/scontro nascano fuochi d’artificio”. Il mondo di BeGiu si manifesta agli altri tramite segni forti e decisi. Il suo slancio vitale traspare dai volti delle donne che costituiscono la maggior fonte di ispirazione delle sue opere. Perché le donne? Perché sono forti, concrete, costruttive e perché trasmettono la vita. Negli ultimi lavori il richiamo del colore è sempre più urgente e le forme diventano sempre più essenziali ed astratte. “Nei miei lavori mi piace cantare la gioia di essere al mondo e la tendenza verso l’armonia. Vorrei che i miei quadri emozionassero chi li osserva; voglio dialogare con il mondo attraverso la pittura. I colori sono lo specchio dell’anima.” - Giuliana Besana -

Giuliana Besana in arte BeGiu. È nata e vive a Viadana (MN). Laureata in giurisprudenza, è una libera professionista. Fin da ragazza si diletta a dipingere, poi con il tempo si dedica sempre più a questa attività. Negli ultimi anni ha preso parte a diverse mostre, non ultime le manifestazioni a Venezia (Art in Venice), Padova (Arte Padova), Reggio Emilia e Modena. Ha tenuto diverse mostre personali in Emilia Romagna e i suoi lavori sono esposti permanentemente presso il suo atelier in Viadana.


Maddalena

Arcelloni White Collar

17 marzo 2016 | Ore 18.30 | Seguirà cocktail

Spazio Espositivo PwC Milano | Via Monte Rosa, 91

Da giovedì 17 marzo a venerdì 8 aprile 2016

Aprendo i nostri spazi a mondi inconsueti alla comunicazione aziendale ma paralleli nel percorso di ricerca e innovazione, allarghiamo i nostri orizzonti verso nuove opportunità di linguaggi artistici e culturali.


La serie di fotografie “White Collar” racconta in maniera volutamente faceta la continua sfida nella ricerca di equilibrio tra vita lavorativa e vita privata. Le scherzose e talvolta surreali interazioni tra oggetti di uso quotidiano in ambito domestico ed oggetti normalmente utilizzati in ufficio raffigurano simbolicamente l’inevitabile intreccio tra questi due mondi con il quale, oggi, ciascun individuo deve confrontarsi sempre più frequentemente.

Maddalena Arcelloni è una fotografa italiana attualmente residente a New York. Dopo aver esercitato in qualità di avvocato per quattro anni, ha deciso di perseguire la sua passione per la fotografia ed ha frequentato l’International Center of Photography a New York. Oggi si dedica principalmente alla fotografia di moda ed editoriale. Dalla propria personale esperienza in ambito corporate nasce la serie “White Collar”.


Marcello

Donini Alberi creativi

14 aprile 2016 | Ore 18.30 | Seguirà cocktail

Spazio Espositivo PwC Milano | Via Monte Rosa, 91

Da giovedì 14 aprile a venerdì 6 maggio 2016

Aprendo i nostri spazi a mondi inconsueti alla comunicazione aziendale ma paralleli nel percorso di ricerca e innovazione, allarghiamo i nostri orizzonti verso nuove opportunità di linguaggi artistici e culturali.


L’albero è l’immagine simbolica per eccellenza. Per analogia con la posizione eretta, rappresenta l’uomo e il suo cammino nella vita. Esprime la crescita, la vita, la forma in senso fisico e spirituale, la personalità, la morte e la rinascita. Per Jung e altri studiosi, dal disegno di un albero si può giungere ad una descrizione precisa della personalità di chi lo rappresenta. È da queste premesse che parte il lavoro analitico di Marcello Donini che opera una destrutturazione della forma fisica dell’albero e svolge un nuovo e imprevisto assemblaggio verso direzioni inaspettate e prodighe di interpretazioni diverse, forse più ambigue, su cui invita a riflettere. La mostra in programma presso lo Spazio Espositivo PwC è stata inserita nel programma degli eventi Expo in città - Milano a place to BE, continuazione del modello di “fuori Expo” sviluppato dalla Camera di Commercio e dal Comune di Milano a supporto di Expo Milano 2015.

Nato a Milano sotto il segno dei pesci. Dipinge figure quasi caricaturali, ambiguamente antropomorfe, uomini con molte braccia, uomini contenitore che si raccontano attraverso il liquido che sgorga dalla testa-tubo. Dal 2013 lavora su installazioni con materiali naturali – tipicamente legno – all’interno di aree verdi. È fondatore e presidente dell’Associazione culturale “Arte in Cascina” con finalità di promozione e sviluppo nel campo della Land Art. Ha curato la realizzazione di numerose opere da parte di riconosciuti artisti del genere e ha sviluppato un progetto insieme a Cascina Triulza con l’esposizione di un lavoro in Expo Milano 2015.


Ester Maria

Negretti

Michelangelo nostro contemporaneo 12 maggio 2016 | Ore 18.30 | Seguirà cocktail

Spazio Espositivo PwC Milano | Via Monte Rosa, 91

Da giovedì 12 maggio a venerdì 3 giugno 2016

Aprendo i nostri spazi a mondi inconsueti alla comunicazione aziendale ma paralleli nel percorso di ricerca e innovazione, allarghiamo i nostri orizzonti verso nuove opportunità di linguaggi artistici e culturali.


Il titolo di questa mostra parafrasa quello di un classico della storia del teatro, Shakespeare nostro contemporaneo di Jan Kott, nel quale si indicano dei criteri per stabilire la contemporaneità di un artista del passato che possono valere per Shakespeare come per Michelangelo. Il richiamo a un testo di indagine drammaturgica serve anche a suggerire la teatralità delle opere di Ester Maria Negretti. In questi dipinti ispirati agli schizzi preparatori di Michelangelo - figure abbozzate che diventano ombra e luce, volumi materici che cercano di liberarsi da forme geometriche costrittive - “va in scena” il corpo, ovvero si esibisce in forme esteriori un dinamismo interiore. Riferendosi ai prigioni e alle sculture michelangiolesche incompiute, metafora dell’umanità, Negretti scorge «uomini incatenati, costretti in un immobilismo di forma. Ma anche uomini che combattono, che si ridestano, che vogliono uscire dall’ombra, dalla spirale “del buco nero” che li trattiene in una quotidianità stagnante, fatta di poche speranze». Roberto Borghi

www.esternegretti.com Venerdì 27 maggio | Spazio Espositivo PwC Milano | ore 18.30

Incontro di approfondimento con l’artista. Per conferma e informazioni: info@esternegretti.com Maurizio Camponovo Audiovisivi

audiovisual production & services

M CA

www.camponovo.it info@camponovo.it

Ester Maria Negretti è nata nel 1978 a Como. Segue la vocazione alla pittura fin da bambina ricevendo il primo premio all’età di undici anni. Il cammino verso l’arte prosegue attraverso lo studio del disegno tessile, ambito in cui si diploma alla Scuola del Setificio di Como. Sceglie poi di seguire la tradizione rinascimentale e forma la sua tecnica nella “bottega” di pittori esperti apprendendo sul campo i segreti del mestiere. Affinato il suo gusto e le sue capacità tecniche, decide di consacrarsi esclusivamente alla pittura. Il suo stile molto personale riceve interesse e approvazione crescenti da critica e pubblico e il favore di collezionisti sin dalla prima mostra personale del 2002. Ora dipinge e insegna. Ha esposto in numerose città tra cui Milano, Roma, Pietrasanta, Francoforte, Parigi, Boston, Zurigo ma potete saperne di più visitando il suo sito esternegretti.com


Tvrtko

Buric Human

9 giugno 2016 | Ore 18.30 | Seguirà cocktail

Spazio Espositivo PwC Milano | Via Monte Rosa, 91

Da giovedì 9 giugno a venerdì 1 luglio 2016

Aprendo i nostri spazi a mondi inconsueti alla comunicazione aziendale ma paralleli nel percorso di ricerca e innovazione, allarghiamo i nostri orizzonti verso nuove opportunità di linguaggi artistici e culturali.


Il concetto della trasparenza, base di esplorazione di tecniche tradizionali concepite in chiave moderna, genera nel disegno una nuova dimensione aprendo le porte al dominio metafisico. Laddove la stratificazione bandisce la complessità, la trasparenza permette un’adeguata visibilità di ogni dettaglio nella prospettiva. Gli apparenti e continui mutamenti dell’opera invitano lo spettatore ad esplorarne le sconfinate possibilità di percezione. Un linguaggio che pone l’attenzione sull’eterno, estraniato da ciò che viene indossato del mondo esteriore, stimola la riflessione su se stessi.

Nato in Croazia nel 1982. All’età di 14 anni intraprende i primi studi sulla pittura presso lo studio di Mazuranic. Dopo il liceo artistico si trasferisce in Italia, a Genova, dove studia Industrial Design. In seguito alla specializzazione in product Design trova nuovamente la sua libertà e nel 2010 prende parte a esposizioni personali e collettive internazionali. Il suo linguaggio figurativo è costruito sui valori lineari del disegno, principio mentale e fondamento della creazione artistica.


Alejandro

Ferrante El camino del arte

6 luglio 2016 | Ore 18.30 | Seguirà cocktail

Spazio Espositivo PwC Milano | Via Monte Rosa, 91

Da mercoledì 6 luglio a venerdì 2 settembre 2016

Aprendo i nostri spazi a mondi inconsueti alla comunicazione aziendale ma paralleli nel percorso di ricerca e innovazione, allarghiamo i nostri orizzonti verso nuove opportunità di linguaggi artistici e culturali.


Nella mostra “El camino del Arte” ogni quadro riflette un momento della vita di Ferrante, uno stato d’animo, un sentimento e tutte le opere sono state realizzate con grande passione o, come diceva un grande pittore argentino, “metiéndole sangre”. Nelle sue opere, Ferrante dipinge con tutta la gioia e lo struggimento che ha dentro. Soprattutto li comunica, in modo unico e sorprendente, gettando un ponte invisibile tra sé e il pubblico. I colori si mescolano con altri elementi, inaspettati, come carta, vetro, tessuti, corde. I quadri conquistano una nuova dimensione, uscendo irruenti dal piano. Paola Maria Vajani “La pittura dell’artista Ferrante non è solo immagine delle cose, ma è soprattutto commozione interiore che percepisce il significato misterioso della realtà e lo trasforma in colore, forma e simbolo. Ogni opera dell’artista è una poesia, un viaggio testuale nato dalla spinta emotiva della creazione artistica, bilanciato sulla compresenza di elementi linguistici ed elementi cromatici”. Elena Bastelli “Le opere più recenti di Ferrante delineano un percorso pittorico che si va sempre più rarefacendo, volgendosi verso un maggiore interesse all’astrazione delle forme geometriche…… A questo impianto rigoroso si sovrappone l’imprevisto, la passione, il colore che si stratifica sulla superficie del disegno in modo libero e liquido...” Antonella Ferrari La pittura di Ferrante è “Psicopittura”. Cosi secondo Freud la psicopittura nasce dall’inconscio: il pittore proietta le propie pulsioni profonde nell’ opera d’arte e la presenta al mondo perchè questi possa assumere la coscienza di incontrare per se stesso il suo vero significato. Ibrahim Kodra

www.alejandroferrante.com “La mia è un arte in cammino”. Architetto, pittore, maestro di tango, fotografo e musicista amatoriale: tutta la mia vita è arte. Inizio i miei quadri senza sapere cosa accadrà alla fine. Il quadro comincia a prendere forma da una figura, da una macchia, da un’idea vaga, imprecisa. Camminando per la strada raccolgo idee, elementi che una volta messi su tela iniziano a prendere forma e colori inaspettati. Come disse una volta Picasso “io non cerco, trovo” così anch’io, man mano che il quadro si sviluppa, incontro nuove forme, elementi, colori, che daranno vita all’opera. Dal 2001, quando arrivai in Italia dall’Argentina, ad oggi, la mia pittura ha attraversato periodi e stili diversi. Da astratti a figurativi, da geometrici a simbolici, da mistici a materici, in continua evoluzione, come in evoluzione è la nostra vita. I miei quadri cambiano, conservando tuttavia la stessa impronta, mantenendo così una linea identificativa. Non posso rimanere legato ad uno stile unico, sarebbe come avere la mia mente prigioniera, senza libertà.


Franco

Rocco

La via geometrica

da Scaccomatto agli scacchi di Leonardo da Vinci Un aspetto inedito di Leonardo da Vinci Vittorio Sgarbi ne parla l’8 settembre a Milano

8 settembre 2016 | Ore 18.30 | Seguirà cocktail Spazio Espositivo PwC Milano | Via Monte Rosa, 91

Da giovedì 8 a venerdì 30 settembre 2016

Aprendo i nostri spazi a mondi inconsueti alla comunicazione aziendale ma paralleli nel percorso di ricerca e innovazione, allarghiamo i nostri orizzonti verso nuove opportunità di linguaggi artistici e culturali.


Leonardo da Vinci giocava a scacchi? Questo aspetto inedito di Leonardo analizzato da Franco Rocco, autore di Scaccomatto, non poteva non coinvolgere Vittorio Sgarbi. Tutto nasce dal ritrovamento del manoscritto riconosciuto come preparatorio del De Ludo Scachorum noto attraverso la testimonianza del suo autore, il famoso matematico Fra Luca Pacioli Il manoscritto pacioliano presenta una particolarità che non sfugge a un esperto di storia degli scacchi come Franco Rocco, di professione architetto: le pedine da gioco sono rappresentate in un aspetto inedito, ancora senza riscontro nei documenti dell’epoca. Perché quella forma inconsueta? Uscendo comunque dalle suggestioni, alla fine le analisi di Rocco, certamente minuziose, giungono a ipotizzare la presenza di mani diverse nelle parti figurate del manoscritto di Gorizia, una relativa ai fascicoli che si occupano di problemi di gioco solo secondo le regole all’antica, l’altra anche secondo le regole nuove, “alla rabiosa”. A questa seconda mano, riportata a quella di Leonardo, spetta l’ideazione di una nuova tipologia di pedine, memori delle teorie sulla sezione aurea care a Pacioli, su cui Leonardo ha improntato il celebre “Uomo Vitruviano”, oggetto di una specifica trattazione nel saggio di Rocco, ma anche delle conoscenze provenienti dallo studio delle decorazioni antiche. Vittorio Sgarbi in - Leonardo scacchista un’evidenza?

Scaccomatto

Ho chiamato “La Via Geometrica”, la rotta che ho scelto fuori d’ogni moda e corrente con il proposito di con-seguire risultato estetico e, secondo l’insegnamento platonico, conoscenza attraverso geometria. È questa rotta che, nel progetto di “Una Forma per la Parola”, mi ha portato ad approfondire lo studio del De Divina Proportione dotandomi degli strumenti atti a scoprire la raffinata costruzione geometrica sottesa da Leonardo al Disegno dell’Uomo Vitruviano. Gli stessi strumenti mi hanno consentito d’identificare l’Opera Vinciana celata nel Manoscritto di Luca Pacioli sul gioco degli scacchi. Franco Rocco

Franco Rocco è nato a Roma nel 1939, vive a Milano, architetto, scultore e pittore ha pubblicato il racconto Tutto il futuro è nel passato e, sul Manoscritto pacioliano sugli scacchi, Leonardo e Luca Pacioli. L’evidenza, uno studio approfondito che include anche un’inedita interpretazione della costruzione geometrica sottesa al Disegno vinciano dell’Uomo Vitruviano.



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