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Scuole più pulite, sicure e salubri Bisogna fare rete
La dottoressa Paola Bortoletto, padovana, dirigente scolastica con una lunga esperienza alle spalle, è alla guida di ANDIS, Associazione Nazionale Dirigenti scolastici. Il suo, come quello di tanti colleghi, è diventato un ruolo assai impegnativo e, per certi aspetti, scomodo, anche a seguito del processo di autonomia scolastica. Lo Stato ha infatti delegato gravose responsabilità a queste figure, fra cui la gestione della sicurezza, ben sapendo che i margini di intervento e azione di chi è alla guida dell’istituzione scolastica sono circoscritti da invalicabili limiti burocratici e finanziari.
I dirigenti scolastici sono chiamati ad affrontare parecchi problemi, tra cui quelli in materia di sicurezza e prevenzione, che investono la pulizia nelle scuole. Che ne pensa?
“In effetti questi temi ci stanno molto a cuore: li abbiamo affrontati a più riprese in tutte le sedi istituzionali, in particolare durante un incontro alla Camera dei Deputati, con i parlamentari, poco prima che scoppiasse la pandemia. Il problema della sicurezza è entrato prepotentemente alla ribalta con il Decreto Legislativo 81 del 2008, o Testo Unico sulla sicurezza, che regola la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro. Ci siamo battuti con determinazione per fare chiarezza rispetto ad una situazione assai ibrida, perché il dirigente scolastico ha in carico la gestione della sicurezza della scuola, del personale, degli alunni e dei locali, quando funziona il servizio scolastico.
Però, come ben sappiamo i proprietari dei fabbricati sono i Comuni, per quanto riguarda il primo ciclo, e le Province, per quanto concerne il secondo ciclo. Quindi vi è sempre la necessità di un costante interscambio tra Istituti Scolastici ed enti locali: in alcuni casi, questi ultimi si dimostrano sensibili rispetto alle nostre richieste, mentre in altri - anche per carenza di risorse - il dialogo è assai difficile e improduttivo. Il risultato di questa condizione, così incerta, che dobbiamo subire è che talvolta, a fronte di una comprovata situazione di rischio legata alla sicurezza dell’edificio, viene a mancare o si dilatano i tempi per gli interventi di messa in sicurezza da noi richiesti. Noi, in questi casi, possiamo solo interdire il passaggio degli alunni e dei docenti in un certo spazio, scala, aule o corridoio, ma il lavoro effettivo è compito di chi è preposto ad eseguirlo. A Roma, a suo tempo, abbiamo posto sul tavolo dei decisori l’assoluta necessità di distinguere compiti e responsabilità tra il gestionale e il proprietario, così è stata fatta un’apposita Legge, però – come purtroppo accade spesso in Italia –non sono stati emessi i decreti attuativi, così ci ritroviamo in una situazione di stallo assoluto.”
Si ha il timore che, col venir meno delle disposizioni e degli obblighi connessi alla prevenzione della diffusione del virus SARS CoV-2 nella scuola si abbassi la guardia sulla prevenzione e sull’igiene. È una preoccupazione fondata?
“Secondo me no, assolutamente. Ad agosto sono state emanate da parte del ministero dell’Istruzione, su indicazione dell’Istituto Superiore della Sanità, precise linee guida per prevenire l’avanzata del SARS CoV-2: da strategie di contrasto della diffusione dell’infezione si è passati, infatti, a strategie di mitigazione. L’obiettivo perseguito è contenere l’impatto negativo dell’epidemia sulla salute pubblica per la Scuola. Sono state indicate un insieme di misure di prevenzione di base da attuare sin dall’avvio dell’anno scolastico, individuando ulteriori possibili misure da realizzare su disposizione delle autorità sanitarie qualora le condizioni epidemiologiche peggiorino, al fine di contenere la circolazione virale e proteggere i lavoratori, la popolazione scolastica e le relative famiglie. Ci siamo adeguati scrupolosamente ad esse perché il periodo di emergenza è terminato il 31 agosto, mentre quelle formulate all’inizio dell’anno scolastico in corso, orienteranno a lungo la pratica effettiva: a partire dalla grande attenzione alla problematica respiratoria che investe direttamente le qualità dell’aria indoor respirata dai nostri ragazzi. Io credo che queste nuove ‘regole’ saranno puntualmente applicate, così come è avvenuto nei due anni di pandemia, per quelle ‘straordinarie’ che ci hanno guidato per i due anni di pandemia, divenute per tutti noi un’abitudine, nel senso più positivo del termine. È un compito assai impegnativo, di questo siamo perfettamente consapevoli, che attueremo utilizzando al meglio le risorse a nostra disposizione, dedicandovi una particolare attenzione educativa e pedagogica affinché i nostri alunni divengano i veri artefici di questo importante processo.”
Parliamo di pulizia, igiene, disinfezione e sanificazione a scuola: crede che dopo il Covid 19 la sensibilità e le conoscenze dei dirigenti scolastici in materia siano aumentate?
“È chiaro che l’emergenza dettata dal SARS CoV-2 ci ha fatto entrare nel vivo di tutta una serie di problematiche che non tutti i dirigenti scolastici conoscevano adeguatamente, comprese quelle dell’igiene e della pulizia professionale nelle scuole. I vari DPCM con le indicazioni da seguire per mettere in atto le idonee misure di prevenzione previste dalle autorità sanitarie, ci hanno permesso di approfondire questa problematica, anche perché - non dimentichiamolo mai - abbiamo dovuto assolvere al ruolo di front-office per l’utenza che, il più delle volte si rivolgeva a noi, anziché ai servizi dell’Ulss, per avere ulteriori chiarimenti e informazioni. Inoltre è bene ricordare che durante il lock-down negli anni 2020 e 2021, mentre le scuole superiori erano chiuse, quelle della primaria hanno sempre funzionato, perciò abbiamo dovuto gestire famiglie sempre più spaventate, svolgendo un prezioso ruolo di supporto pratico e psicologico. Anche perché succedeva, specialmente per i più piccoli, che i genitori li mandassero a scuola con un po’ di raffreddore e qualche linea di febbre. Direi che dopo l’esperienza del Covid
19, l’attenzione per la salute, l’igiene, la pulizia e la prevenzione nel mondo della scuola è nettamente aumentata ed è giusto e doveroso che, da parte nostra e di tutto il personale della scuola, si ponga la massima attenzione a tutti questi aspetti, così delicati per la sicurezza e il benessere dei nostri alunni”.
Possiamo dire che è stato fatto un passo avanti verso una direzione di marcia dalla quale non si tornerà in - dietro, anche per la promozione della cultura del pulito nel mondo della scuola?
“Sicuramente, anche perché il dirompente impatto del Covid 19 ci ha fatto molto riflettere. È vero che, dopo un’emergenza, quando si rientra nella cosiddetta ‘normalità’ certe routine rimangono, mentre altre scompaiono, però restano obblighi ben precisi, ai quali noi dirigenti scolastici, appartenendo alla Pubblica Amministrazione, non possiamo assolutamente sottrarci.
Dirigente scolastico dal 2007 nell’Istituto Comprensivo di Spresiano (TV) Paola Bortoletto ha svolto più anni di reggenza in altri Istituti comprensivi della provincia. Attualmente è in posizione di comando presso ANDISAssociazione Nazionale Dirigenti Scolastici - in cui ricopre la carica di Presidente nazionale dal maggio 2022. ANDIS è un’associazione non sindacale che dal 1988 offre una ricchezza di esperienze formative e professionali per la maturazione del ruolo di dirigente scolastico ed è impegnata a rappresentare al decisore politico e all’amministrazione scolastica le esigenze professionali dei propri iscritti (www.andis.it). Precedentemente ha svolto l’attività di insegnante e insegnante psicopedagogista per più di vent’anni. Nell’ambito dell’attività formativa di ANDIS ha curato (e cura) l’organizzazione di convegni, seminari, corsi di aggiornamento, webinar, tavole rotonde, di livello nazionale, regionale, provinciale. Dette iniziative sono state rivolte a dirigenti scolastici e docenti (anche non soci) e hanno riguardato le più rilevanti tematiche legate allo specifico professionale e alle riforme in atto. Ha svolto ulteriori attività di formazione per docenti e genitori su tematiche quali l’inclusione, le competenze di cittadinanza e cittadinanza globale, la valutazione, l’autovalutazione e il miglioramento, il segmento 0-6. Ha collaborato, inoltre, alla stesura dei documenti ANDIS illustrati e depositati nelle audizioni presso le Commissioni di Camera, Senato e Ministero, curandone successivamente la diffusione presso le autorità competenti e gli organi di stampa: in particolare sulla violenza di genere, sulla violenza fra minori e sui minori, sull’introduzione dello psicologo nella scuola, sulla dispersione scolastica. Dal 2013 dirigente di scuola polo della Rete per la promozione della salute della provincia di Treviso, in collaborazione dapprima con l’Ulss n. 9, poi Ulss n.2 ha partecipato alla stesura della “Carta per una promozione della salute globale centrata sulle competenze”, al laboratorio per il futuro e a molte iniziative elaborate dalla rete interistituzionale scuola/ULSS/ EE.LL/famiglie sulla promozione della salute.
Dobbiamo adempiervi sviluppando una missione di grande valore sociale ed etico, offrendo sempre un servizio di qualità e all’altezza delle aspettative. Per quanto mi riguarda, posso assicurarle che i miei collaboratori scolastici hanno sempre lavorato cercando di dare il massimo, curando in ogni dettaglio la pulizia dei reparti. Io dirigo un Istituto Comprensivo che ha anche una scuola dell’infanzia, quindi le lascio immaginare cosa significhi, in concreto, tutto ciò: i bimbi escono in cortile durante la ricreazione, toccano giocando la terra e si mettono le mani sporche in bocca. Quando rientrano nelle aule portano residui di terra nelle scarpine, lasciandoli nei corridoi e nelle aule sotto i banchi. Insomma è necessario che i collaboratori scolastici possiedano requisiti di attenzione, professionalità, pazienza, nutrendo affetto per questi piccoli allievi. Un’attenzione per la pulizia che, personalmente, ho sempre cercato di coltivare e valorizzare in tutti i modi possibili. In passato, ad esempio, ho predisposto e fatto somministrare agli alunni e al personale un questionario, intitolato:
‘La tua scuola è pulita?’, in cui ponevo tutta una serie di quesiti nel tentativo di elevare l’asticella dell’attenzione e della cura su questo fondamentale aspetto di civiltà. Certo, poi ci sono situazioni oggettive, che possono facilitare o rendere enormemente difficile l’obiettivo di raggiungere adeguati standard di igiene nelle scuole. Alcuni edifici, di recente costruzione, sono stati progettati in modo tale da agevolare la loro pulizia, e mi auguro che lo siano anche i 216 edifici scolastici previsti da PNRR, però non dimentichiamo che la stragrande maggioranza del patrimonio scolastico dello Stato è assai vecchio: molte scuole sono addirittura prive del Certificato Prevenzione Incendi”.
Ritiene che anche i dirigenti scolastici possano maturare ulteriori conoscenze nello specifico settore della pulizia professionale?
“Senz’altro. Noi, oltre ad essere un’associazione professionale, siamo anche un ente di formazione che opera in ambito nazionale. Quello del cleaning professionale, per noi rappresen- ta comunque un tema importante e delicato, che esige la nostra massima attenzione e competenza. Ciò, nonostante sia il Dsga a occuparsi dell’acquisto dei prodotti per le pulizie, così come sia suo il compito di stabilire le assegnazioni e coordinare l’attività dei collaboratori scolastici. Noi, però, abbiamo la necessità di conoscere i prodotti chimici usati per le pulizie, i principi attivi che ne sono alla base, la loro sostenibilità in un’ottica di sicurezza e green. Così come è giusto che ci siano dati gli elementi di conoscenza per valutare gli strumenti e le tecnologie più idonee ad affiancare il lavoro del personale addetto alle pulizie. La sottoscritta, quando si è palesata la necessità di dotare una scuola media di macchine lavasciuga pavimenti e monospazzole si è informata e documentata perché voleva essere parte attiva e responsabile di questa scelta. Abbiamo tanti fornitori che ci propongono i più svariati prodotti per la pulizia: noi dobbiamo scegliere i più adeguati, facendo leva non solo sull’aspetto economico e sull’ottimale rapporto qualità-prezzo, ma anche sulle caratteristiche assai delicate del contesto scolastico e dell’utenza. Infatti, se con i ragazzi più grandi puoi comportarti in un certo modo, con i bambini devi avere sempre una particolare attenzione. Credo che su questi temi sia necessaria una formazione accurata e costante, con corsi periodici e iniziative specifiche per noi dirigenti scolastici così come per tutto il personale della scuola, così come viene fatto per gli aggiornamenti sulla sicurezza e sulla privacy. Insomma, anche in questo campo, il dirigente scolastico non può delegare: a nostro avviso deve essere sempre saldamente alla guida dei processi decisionali, avvalendosi dell’apporto del suo staff, in primis del Dsga”.
Non trova, restando sul tema della pulizia, che nella scuola italiana si faccia tanta teoria e poca pratica.