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Pulito professionale con prodotti Polychim
Passate le vacanze Natalizie è tempo per studenti, collaboratori scolastici ed insegnanti di tornare in aula, nella speranza che i mesi futuri non costringano a nuove sospensioni delle attività scolastiche per cause sanitarie. Proprio per assicurare ambienti salubri è importante non abbassare la guardia mantenendo alto il livello di attenzione nei confronti delle buone pratiche di pulizia ed igiene di superfici, ambienti e mani. Per aiutare il personale addetto alle pulizie a mantenere elevati standard igienici Polychim mette a disposizione una ricca gamma di prodotti tra i quali scegliere i più indicati per le proprie esigenze. Molti di questi prodotti svolgono anche azione igienizzante contribuendo all’asportazione di sporco, germi e batteri nel rispetto di superfici ed arredi.
Un best seller nel settore scolastico è senza dubbio VET ROSSO, detergente pronto all’uso in flacone spray da 750 ml studiato per sostituire l’alcool etilico nella pulizia di banchi e scrivanie.
E’ infatti risaputo che l’alcool etilico sia infiammabile e quindi pericoloso e che rilascia negli ambienti un odore persistente. VET ROSSO non è infiammabile, non ha odori sgradevoli e non è classificato pericoloso pur garantendo una elevata efficacia nel rimuovere tracce di biro, inchiostro e pennarelli oltre allo sporco corrente.
Un altro prodotto molto apprezzato è SANFORM, detergente con azione igienizzante per tutte le superfici dure lavabili con acqua. Utilizzabile per pavimenti, pareti, arredi e sanitari, è disponibile in flacone da 1,5L ed in canestro da 5L, si impiega diluito in acqua da 20 a 50 ml per litro e si utilizza panno strizzato, mop e frange di lavaggio.
Nel senso che esistono programmi educativi validi e importanti, ma poi quando si chiede in concreto a bambini e ragazzi di raccogliere una carta da terra, tenere puliti il proprio banco o l’aula…apriti cielo!
“Guardi, come al solito, dipende molto dalla singola scuola, dagli insegnanti e dal contesto educativo. Le scuole, come sa, sono autonome e hanno imboccato strade diverse, però esiste un comune denominatore per tutte, ovvero la Legge 92 del 2019 che ha istituito l’insegnamento obbligatorio dell’Educazione Civica in tutti i gradi e ordini scolastici. Del resto, anche la ricca legislazione precedente relativa alla cosiddetta educazione alla cittadinanza riguardava tutte le scuole, non solo la primaria. Le linee programmatiche sono precise e ben definite: i dirigenti scolastici hanno l’obbligo di far sì che i Collegi Docenti stilino dei curricoli di educazione civica riservati agli alunni dai tre ai diciotto anni seguendo alcuni filoni. I grandi temi al centro dell’attenzione sono legati alla Costituzione, all’Agenda 2030, alla sostenibilità ambientale, allo sviluppo del benessere psico-fisico della persona, nonché alla Cittadinanza attiva di cui accennavo in precedenza. Ricordo che la legge, composta di dodici articoli, prevede che nel primo e nel secondo ciclo di istruzione sia istituito l'insegnamento trasversale dell'educazione civica e che iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile siano avviate dalla scuola dell'infanzia. Sono previste almeno 33 ore annue e il voto in pagella. Non mancano certo, per bambini e ragazzi, le opportunità di tradurre in azioni concrete lo studio della materia, anzi: sono previste Giornate ecologiche e della sostenibilità ambientale, ma anche specifiche campagne di raccolta differenziata e pulizia degli edifici per mettere in pratica quanto si è appreso. Naturalmente iniziative di questo genere chiamano in causa il coinvolgimento di una rete di soggetti: dai genitori agli enti locali, perché servono risorse, permessi e vi sono numerosi ostacoli burocratici da superare, anche perché tutto deve essere fatto con un’ottima organizzazione e in piena sicurezza. È inoltre importante coinvolgere le associazioni presenti sul territorio e fare rete, per questa ragione il precedente ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, aveva puntato molto sui patti educativi di comunità. Vedremo se, come speriamo, saranno riproposti anche dall’attuale ministro Giuseppe Valditara che attualmente è alla guida del dicastero. Credo che l’esperienza da me maturata in una scuola primaria in cui ho effettuato la reggenza sia interessante: gli insegnanti si sono impegnati a stimolare i bambini a tenere più pulite le aule; per una settimana sono stati più attenti a non gettare o raccogliere le carte da terra, a pulirsi le scarpe al rientro dalla ricreazione trascorsa in cortile, a curare la pulizia sotto i banchi, curando tanti altri piccoli preziosi aspetti come la pulizia nei servizi igienici. Alla fine i diplomi che ho consegnato hanno premiato le classi che hanno raggiunto il traguardo prefissato dimostrando spirito di squadra e rispetto dell’ambiente”.
Parliamo di salubrità dell’aria nelle aule scolastiche dove bambini e ragazzi trascorrono molte ore della loro vita: è presente alla vostra attenzione e quali sono le proposte che vi sentite di formulare al Governo?
“Quello del microclima a scuola è un problema sul quale posso dirle di aver verificato più volte grande attenzione da parte dei colleghi dirigenti scolastici, che hanno espresso più volte il desiderio di volerlo affrontare in modo organico utilizzando i fondi promessi dal Governo e, almeno in parte, stanziati. Anche noi come ANDIS abbiamo espresso a più riprese, durante i nostri convegni, questa profonda volontà, ricollegandoci sempre alle evidenze scientifiche emerse a livello accademico sui vantaggi della ventilazione meccanica controllata e sugli impianti di depurazione e sanificazione dell’aria indoor nelle scuole. Ovviamente per portare avanti tutti questi buoni propositi servono adeguate risorse, perché non basta fare un buco alla parete. Purtroppo, invece, le amministrazioni comunali e le scuole devono fare sempre i conti con tagli ai bilanci, il che ci induce ad un certo scetticismo circa la reale fattibilità di questi interventi. Noi, comunque, continueremo a batterci in tutte le sedi per vederli realizzare”.