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Etichettatura nutrizionale
Il 9 settembre il Centro comune di ricerca (CCR) della Commissione Europea ha pubblicato i risultati di quattro studi scientifici relativi all’informazione alimentare dei consumatori. Lo studio del CCR sull’etichettatura nutrizionale nella parte anteriore della confezione ha dimostrato che generalmente i consumatori apprezzano le etichette nutrizionali nella parte anteriore della confezione quale modo rapido e semplice per acquisire informazioni nutrizionali all’atto delle decisioni di acquisto, mentre le etichette direttive richiedono meno attenzione e tempo per essere elaborate dai consumatori. In generale, i consumatori, compresi quelli con un reddito più basso, sembrano preferire etichette frontali semplici, colorate e riassuntive, più facilmente comprensibili, rispetto a quelle più complesse, non valutative e monocromatiche. Infine, lo studio conferma che le etichette nutrizionali presenti nella confezione possono guidare i consumatori verso diete più salutari e l’adozione delle FOPL sembra incentivare le aziende alimentari a migliorare la qualità nutrizionale dei loro prodotti, ad esempio riducendo il sale o gli zuccheri aggiunti.
Èstato firmato dal Ministro Stefano Patuanelli il decreto per lo sviluppo della logistica agroalimentare tramite il miglioramento della capacità logistica dei porti. Il decreto, a cui sono stati destinati 150 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2026, rientra nel panorama della misura di attuazione del PNRR di cui il Mipaaf è titolare. Sono ammissibili a finanziamento i progetti atti a realizzare, rifunzionalizzare, ampliare, ristrutturare e digitalizzare aree, spazi e immobili connessi alle attività logistiche portuali, efficientare e migliorare la capacità commerciale e logistica attraverso il potenziamento delle infrastrutture per il trasporto alimentare, migliorare l’accessibilità ai servizi hub, rafforzare la sicurezza delle infrastrutture e i controlli merceologici nonché ridurre gli impatti ambientali. Ogni progetto, che potrà essere presentato dalle Autorità di sistema portuale, dovrà avere un costo complessivo tra i 5 e i 20 milioni di euro, per un finanziamento massimo concedibile di 10 milioni di euro.
Accordo per cooperazione tra ICQRF e centro georgiano Sakpatenti a tutela delle IG
Il Dipartimento ICQRF del Mipaaf e il Centro Nazionale per la Proprietà Intellettuale della Georgia Sakpatenti hanno firmato un accordo relativo all’adozione di un Memorandum d’Intesa (MoU) sulla cooperazione per la protezione delle Indicazioni Geografiche nel settore agroalimentare e vitivinicolo. L’iniziativa rientra in un progetto finanziato dall’Unione Europea finalizzato al rafforzamento del sistema di controllo delle IG in Georgia svoltosi dal 1° febbraio 2019 al 31 agosto 2021 e, quindi, concepita quale naturale seguito del Twinning Project GE 16 ENI EC 03 18 “Establishing Efficient Protection and Control System of Geographical Indications (GIs) in Georgia”. L’accordo consentirà di stabilire un canale di cooperazione costante per lo scambio di informazioni tra i due Paesi, al fine di prevenire e contrastare pratiche commerciali sleali, online e offline, in relazione ai prodotti a Indicazione Geografica
Valore del commercio agroalimentare
Secondo la relazione mensile sul commercio agroalimentare dell’UE, nel mese di marzo il valore totale del commercio agroalimentare dell’Unione Europea ha raggiunto un valore di 32,6 miliardi, con un aumento del 12,1% rispetto a marzo 2021 e del 13% rispetto a febbraio 2022. Il rapporto dedica particolare attenzione all’impatto della guerra in Ucraina, segnalando che, nel marzo 2022, le importazioni dell’UE di olio di girasole, mais e colza ucraini sono diminuite rispettivamente del 10%, 37% e 29% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, mentre, per quanto riguarda il grano, la quantità importata è diminuita del 77%. Allo stesso modo, un calo significativo delle esportazioni ucraine di grano è stato registrato nei loro principali partner a livello globale, Egitto e Yemen, non registrando addirittura alcuna importazione in Libano, Libia e Nigeria. Anche le esportazioni ucraine di mais sono diminuite drasticamente, causando il maggior calo di volumi esportati in Cina, Egitto e Iran. In relazione alle esportazioni dell’UE, anche queste catene logistiche hanno subito una notevole interruzione e riduzione delle quantità esportate in Ucraina, segnando una riduzione di formaggi esportati nella misura dell’85%, di preparazioni alimentari miste del 61% e di preparazioni di cereali dell’11%. In tale contesto globale caratterizzato da incertezze in materia di sicurezza alimentare, l’Unione Europea ha aumentato le sue esportazioni in Nord Africa del 16%, in particolare grazie all’apporto dei semi oleosi, colture proteiche, cereali ma anche carni bovine. Altresì, sono aumentate le esportazioni verso l’Africa Subsahariana, principalmente di riso, mais, zucchero bianco, carni suine, ovini e caprini. In generale, le esportazioni dell’UE verso i suoi primi 10 partner commerciali sono cresciute, a eccezione della Russia, mentre, in tema di prodotti specifici, un aumento di valore è stato riscontrato nella vendita di cereali, determinato dall’aumento dei prezzi ma anche dalla quantità di mais e altri cereali grossolani esportati. Infine, un aumento delle importazioni ha riguardato il caffè, la farina di soia, la colza nonché mele e pere, queste ultime cresciute del 226% in termini di valore
Uso sostenibile dei pesticidi
Il 18 luglio, i Ministri dell’Agricoltura dell’UE sono stati molto critici nei confronti della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi. I Ministri hanno espresso preoccupazione per gli obiettivi dell’UE di ridurre l’uso e il rischio dei pesticidi chimici e l’utilizzo di quelli più pericolosi del 50% entro il 2030. Inoltre, hanno sottolineato la necessità di considerare le differenze geografiche, climatiche e di partenza nei diversi Stati membri.
Accordo sul nuovo prezzo del latte
Aseguito dell’Accordo raggiunto tra parti agricole e quella industriale, è stato siglato il nuovo prezzo per i produttori di latte. L’accordo, di durata semestrale, prevede quattro fasce di prezzo fino a fine anno: 55 centesimi al litro per luglio e agosto, 57 centesimi al litro per settembre e ottobre, 58 centesimi per novembre e 60 centesimi, infine, per dicembre. A spingere verso l’alto le quotazioni è la continua crescita del prezzo del latte spot, che il 18 luglio ha raggiunto 65,75 euro al quintale, proseguendo una crescita iniziata da tempo.
VINCENZO BOZZETTI
Lattosio, presente o assente?
Secondo l’ISTAT, più di un terzo (35,3 %) della popolazione italiana è in sovrappeso; il 10 % è obeso e quasi la metà (45,1%) dei soggetti di età ≥18 anni è in eccesso ponderale. In questo contesto – ovviamente – emergono: numerose, diverse e differenti disbiosi alimentari; malassorbimenti di grassi e carboidrati; complicati e diversificati disordini gastrointestinali. Se consideriamo poi che lo studio del microbioma (corredo genetico) e del microbiota (tipologia dei microbi) dei singoli pazienti è iniziato da poco, comprendiamo anche il lungo cammino necessario per studiare, capire e conoscere a livello della singola persona le interazioni e alterazioni gastrointestinali dei singoli corredi microbiologici. Altrettanto comprensibile è l’immensa confusione derivante dall’approccio statistico anziché soggettivo. E possiamo vedere il perché nel caso del “marketing contrario al lattosio”! Alla nascita tutti i mammiferi sono nutriti con il latte materno e sono, naturalmente, provvisti dell’enzima lattasi che serve fisiologicamente per scindere il lattosio naturalmente presente nel latte, in molecole digeribili quali sono glucosio e galattosio. Solo una piccolissima percentuale di esseri umani e animali ne sono geneticamente sprovvisti. Quindi, dopo lo svezzamento e il cambio di regime alimentare conseguente, il sistema digestivo produce gli enzimi necessari per digerire i nuovi alimenti introdotti e smetterà la produzione di lattasi, ormai non più necessaria. Conseguentemente è inutile e sbagliato cercare la lattasi negli adulti, in quanto se non hanno continuato a bere latte ne sono sprovvisti! Infatti, da migliaia di anni, gli adulti umani consumano i derivati del latte, parzialmente o totalmente fermentati. Prodotti nei quali il lattosio è stato parzialmente o totalmente trasformato, dalla fermentazione lattica, in acido lattico. Così, il 4% di lattosio presente nel latte bovino (7% nel latte di donna) si riduce all’incirca al 2% nel latte fermentato, al 1% nello yogurt e nei formaggi freschi, allo 0,5% nei formaggi stagionati un mese, a tracce nei formaggi di due mesi ed è naturalmente assente nei formaggi stagionati oltre quattro mesi. Purtroppo, in tanti casi, “l’intolleranza al lattosio” è evocata più per faciloneria diagnostica che per completezza d’indagine fisiologica e microbiologica. Ancor peggio quando sono sottaciute o ignorate le capacità fermentative di: polisaccaridi, oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli contenuti nei vari alimenti. Cosa si aspetta per insegnare nelle scuole elementari le fonti di un buon equilibrio nutrizionale?
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