VOLUME 3
Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2015-2016 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Leonardo Ramondetti, Quirino Spinelli
Una costellazione è la rappresentazione di un assetto in forma di raggruppamento. A Torino, la nozione allude alla coesistenza, nella stessa città, di molteplici forme di urbanità, talvolta intrecciate nel medesimo luogo, altrove connesse da legami associativi particolari, non necessariamente contigui. Molte città nella stessa città potremmo dire richiamando la Berlino di Ungers degli anni Settanta, una città arcipelago, una città per parti, per clusters, per villaggi. Una città fatta di distretti di comunità suburbane, come ancora più addietro nel Piano di Abercrombie per la Grande Londra. Le genealogie conducono a numerose e divergenti esperienze, segnate per lo più da un determinismo duro, teso ad intrecciare usi e funzionamenti entro luoghi molto connotati e circoscritti, stabili. Oggi, evocare la presenza di costellazioni, implica solo qualche complicità con questa storia passata. Riconoscere costellazioni, mapparle, individuare i caratteri che segnano la specificità dei luoghi su cui esse temporaneamente insistono, vuol dire disegnare una nuova sfera urbana transitoria e fitta di contraddizioni, il cui mutevole assetto è stato peraltro profondamente sovvertito dalla crisi economica avviatasi ormai dieci anni fa. Il rovesciamento si coglie bene rispetto agli ordini ed alle gerarchie spaziali consolidate. Ad esempio, non più luoghi centrali e periferie, ma una disseminazione di spazi eccentrici, tesi ogni volta alla costruzione di uno specifico mondo, più o meno esclusivo, e protetto.
Come se un’implosione avesse prodotto una nebulosa capace di riaddensarsi attorno ad una pluralità di centri minori. I nuovi fulcri sono talvolta coincidenti con una tradizionale parte di città (il quartiere, il parco, la via, la piazza, il condominio), ma ancor più spesso sono segnati da una convergenza inedita, entro uno stesso luogo, di esigenze, interessi economici, politici, religiosi ed azioni, capaci di manifestarsi come fossero un unico progetto implicito, seppure attraversato da contraddizioni e conflitti. Questo progetto ricorre dentro i tessuti della città consolidata, marca trasformazioni solitamente minute ed è spesso sostenuto da forme di interazione sociale e collaborazione robuste, meno frequentemente, data l’esiguità delle risorse disponibili, da competenze tecniche in grado di interpretare la richiesta di nuovi spazi pertinenti rispetto ai nuovi usi. Il corso propone di osservare ed interpretare, nella forma di una costellazione, dieci luoghi della città di Torino collocati entro il quadrante di tre chilometri per sei compreso, in direzione est-ovest, tra Mirafiori Sud ed il Po, ed in direzione nord-sud, tra il Lingotto e Nichelino. Ognuno di questi luoghi presenta caratteri morfologici e funzionamenti peculiari, denuncia problemi e pone domande che richiedono risposte puntuali, rivela al contempo prove di innovazione sorprendenti nei modi di abitare e nell’organizzazione degli spazi condivisi. Obiettivo del corso è dare rilievo ai luoghi attraverso un’esplorazione progettuale capace di coglierli entro un intreccio virtuoso con nuove tecnologie disponibili, nuove forme di finanziamento delle trasformazioni, nuovi modi di produzione di spazio, benessere e socialità.
1. The Fold Pau Sonia, Manco Massimiliano, Trombatore Cristiana 2. Back To 1958 D’Alessandro Eleonora, Paganelli Giorgia, Parisi Piergiorgio, Carrillo Gonzales Susana Ines, Meneghello Pietro 3. Camp The Building Alagna Laura, Arduino Gianluca, Argentina Federica, Battisti Martina 4. Micro Production District Ferro Elena, Alviti Eleonora, Giustetto Martina, Deidda Andrea 5. Parklife Albry Matteo, Andreotti Jacopo, Beltrame Stefano, Popovic Adrijana 6. The Sponge Donadi Giulia, Gangi Angelo, Fiorentino Francesco, Di Vietri Stefano 7. Life in an Urban Block Asti Andrea, Devetta Diana, Dusi Isabella, Francesco Fabbro 8. Seaside Bagnasco Beatrice, Borio Elena, Pipitone Luca, Polverini Domenica 9. Linear Forest Serena Ginevra, De Mattia Chiara, Mariani Andreina 10. Melting Pot Archipelago Accornero Federica, Boeri Ilaria, Martani Debora
SEASIDE
Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2015-2016 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Leonardo Ramondetti, Quirino Spinelli
B E AT R I C E B A G N A S C O ELENA BORIO LUCA PIPITONE D O M E N I C A P O LV E R I N I
INDICE
PREMESSA
1. Il parco Boschetto e il suo quartiere MORFOLOGIE SOCIALI MARGINI PUNTI DI VISTA
2. Il muro UN MARGINE DENSO E PROBLEMATICO
3. Il lido STRATEGIE SOVRAPPOSIZIONI
4. L’apertura del muro 5. Appendice INTERVISTE
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PREMESSA La ricerca progettuale che ci è stata proposta dal corso si focalizza sull’area periferica a sud della città di Torino, la quale si caratterizza di un edificato principalmente industriale, attorno al quale, negli anni della veloce industrializzazione della città, vennero costruiti palazzi residenziali, nati per ospitare i lavoratori delle industrie stesse. Nel corso del tempo le periferie cambiarono aspetto, fino ad arrivare ai giorni odierni, in cui, queste aree, riscontrano vari problemi. L’area di studio del corso si estende fino a raggiungere i comuni della prima cintura di Torino, in cui l’edificato risulta omogeneo con i quartieri periferici della città, e questa caratteristica fa si che anche un Comune come quello di Nichelino possa identificarsi come periferia di Torino. Il nostro studio si focalizza nella zona nord della città di Nichelino, in particolare in corrispondenza del parco del Boschetto, una delle più estese aree verdi della cintura sud di Torino, incorniciato dal fiume Sangone a nord e da un importante asse viario a sud. L’intera superficie (89 ettari) è articolata in due fasce: una naturalistica verso il Sangone, mentre l’altra, in corrispondenza con l’edificato, con alberatura più rada e prati aperti, risulta essere isolata e ben confinata. L’intera area è delimitata da il fiume e dalla presenza di un edificato fitto, non solo residenziale, ma anche industriale e commerciale, dove talvolta si nota la presenza di capannoni dismessi, la cui facciata è prospiciente il parco. Il parco è fatto di poche relazioni ben serrate con l’intorno, che creano una sorta di esclusione del parco dalla città. Nel Boschetto trovano spazio piccoli addensamenti
di funzioni, che nella grandezza dello stesso, perdono la loro potenzialità. Durante la settimana i principali fruitori di questi spazi sono anziani, persone singole che portano a passeggio il cane o che nel tempo libero fanno jogging, mente nel weekend, a questo elenco si aggiungono famiglie con bambini (la maggior parte extracomunitari) e giovani che svolgono attività sportive.
Il progetto ipotizzato ripropone il parco, e in particolare ridisegna la fascia di mediazione tra la fitta vegetazione e l’edificato con uno scenario differente, con nuove aree, funzioni e accessi che ne permettano una maggiore attrattività. La proposta non toglie superficie al parco, ma vuole sfruttarlo migliorando la percezione di quello che risulta essere uno spazio duro. In particolare si sofferma sullo studio della relazione tra la città e il parco, il cui spazio è mediato da una barriera che verrà analizzata più nello specifico successivamente. Questo muro sarà uno degli elementi principali che caratterizzerà le scelte progettuali.
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Parco del Boschetto -
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500m
e altri parchi di Torino Parco Ruffini Parco del Valentino Parco Cavalieri di Vittorio Veneto Parco Di Vittorio Parco Colonnetti Parco delle Vallere Parco Piemonte Parco Sangone -
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1. Il parco Boschetto e il suo quartiere
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analisi percettiva primo sopralluogo
MORFOLOGIE SOCIALI Mappe mentali Raggiungendo il parco per la prima volta, ci siamo confrontati con uno spazio difficilmente accessibile. Arrivando con i mezzi dal centro della città di Torino e una volta giunti al Mausoleo della Bela Rosin, con l’autobus 63, è difficile individuare la via per arrivare al parco a causa della mancanza di indicazioni. Percorso il sentiero, abbiamo oltrepassato il Sangone, tramite il ponte pedonale, che costituisce l’unico collegamento delle due sponde nel raggio di un chilometro. Gli altri attraversamenti del fiume sono quelli in corrispondenza di due grandi assi viari come via E.Artom e Corso Unione Sovietica. Una volta giunti al parco, la prima sensazione è quella di trovarsi in un luogo non curato con sottobosco incolto e impenetrabile alla vista, attraversato da sentieri, di cui soltanto quello principale asfaltato. Percorrendo quest’ultimo, si notano panchine completamente inutilizzabili, talvolta rotte o avvolte da erbacce; proseguendo si è inoltre notato come, anche nella zona meno boschiva, i prati siano anch’essi incolti e non curati. Un diverso approccio si ha raggiungendo il parco in automobile, la maggior disponibilità di percorsi carrabili chiari e scorrevoli permette un più facile accesso. Arrivando da sud, dalla tangenziale di Torino, ci si imbatte in un’area industriale-commerciale, che poco dopo diventa residenziale, con alcuni edifici a destinazione terziaria e a servizi. L’ingresso a sud del parco, si presenta come un’area molto più aperta con prati a volte anche attrezzati. La percezione comune di entrambi gli ingressi, è la stessa che si ha giungendo al bosco, ovvero disorganizzazione degli spazi e assenza di gerarchie.
In seguito ad altri sopralluoghi e ad un primo approccio alle cartografie del quartiere, abbiamo sviluppato una maggiore conoscenza dell’area. Spostandoci per le strade che circondano il parco, abbiamo potuto intuirne la conformazione fisica e le differenti funzioni dell’edificato. Inoltre percorrendo tutte le vie interne del parco, si sono potute rilevare le differenti aree attrezzate predisposte, ottenendo un’immagine più definita e consapevole di ciò che accade nel Boschetto. Come prima analisi, abbiamo proceduto alla stesura di alcune mappe percettive. Esse sono la rappresentazione schematica di ciò che ogni fruitore dell’area percepisce e vive giungendo al parco. Le mappe sono differenti a seconda del soggetto, poichè le percezioni dei luoghi sono diverse per ogni individuo. La prima mappa, disegnata in seguito a un primo sopralluogo, mostra una conoscenza generale e poco approfondita dell’area, evidenziando in modo schematico la conformazione del parco e del fiume, individuando le principali vie di transito e le destinazioni d’uso delle aree lungo il lato sud del Boschetto. A seguito di una maggior conoscenza dell’area, è stata stesa la seconda mappa, molto più dettagliata e precisa, in cui si rappresentano le principali vie che attraversano il parco, le funzioni che vi sono all’interno e poche ulteriori informazioni sull’edificato che lo circonda.
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analisi percettiva terzo sopralluogo
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Densità Fisica quartiere boschetto e confini
Densità fisica La città, considerata come insieme di edifici, strade e persone che vi risiedono, lavorano, si muovono, configura un sistema in continua e rapida trasformazione. La mappa della densità fornisce una visione globale e d’impatto dei fenomeni demografici e insediativi che hanno portato alla formazione e al consolidamento della città stessa. Per determinare la densità fisica, come rapporto tra numero di abitanti e superficie di un area, ci siamo basati esclusivamente sull’individuazione di differenti tipologie di edifici che si possono ricondurre a: alti palazzi con alta densità; piccoli condomini con media densità; villette singole con bassa densità; capannoni con densità nulla; aree verdi non edificate. Abbiamo potuto effettuare unicamente questa distinzione in quanto non siamo riusciti a reperire dei dati demografici riferiti solo alla nostra area d’interesse (il quartiere Boschetto), poiché vengono forniti quelli dell’intera città di Nichelino. Il rilievo delle tipologie edilizie effettuato sul lato sud del Boschetto, ci è stato utile anche in fase progettuale per la distribuzione delle nuove aree attrezzate. Le zone prospicienti i tratti di muro su cui si affacciano case di singola proprietà e/o bassi condomini, in un caso sono state lasciate inalterate rispetto all’attuale conformazione boschiva del parco; in un altro, invece, sono state pensate come luogo direttamente sfruttabile dalle abitazioni. Altre informazioni utili si possono dedurre grazie ad un’analisi e uno studio più approfondito delle funzioni di alcuni fabbricati; infatti grazie alla presenza nel quartiere di una scuola elementare e
due istituti superiori, si può ipotizzare la presenza di nuclei famigliari con bambini e/o adolescenti, oltre che di anziani (maggiori frequentatori del parco soprattutto durante le ore mattutine). Il parco boschetto si identifica come una zona non edificata e quindi si può definire con densità fisica nulla; l’unica struttura presente è destinata alle attività di un’associazione di volontariato. L’area edificata subito intorno è principalmente con bassa densità in quanto si caratterizza di un elevato numero di villette singole, alternata da brevi tratti con densità nulla per la presenza di capannoni industriali, ancora in funzione o addirittura dismessi. In una seconda fascia di edificato a sud del parco, e considerando anche il costruito a nord del Sangone si può notare la presenza di alti edifici, con un elevato numero di persone che vi risiedono. Riprendendo ciò che si è detto in precedenza per quanto riguarda una omogenità dell’edificato tra la periferia di Torino e i comuni della prima cintura, dalla seconda mappa, si può vedere come esso abbia prevalentemente le stesse caratteristiche, se non per una piccola porzione in cui si sono costruite singole villette, più rare in Mirafiori sud. Di seguito abbiamo schematizzato nelle due mappe la densità fisica e le tipologie edilizie.
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MAPPA (SENZA RETTANGOLO) N.B. ricordate che con i programmi adobe funziona il copia/incolla da un programma all’altro: potete prendere scala metrica e nord e copia /incollare su indesign!
AREE NON EDIFICATE DENSITÀ FISICA NULLA DENSITÀ FISICA BASSA
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DENSITÀ FISICA MEDIA DENSITÀ FISICA ALTA
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MAPPA (SENZA RETTANGOLO) N.B. ricordate che con i programmi adobe funziona il copia/incolla da un programma all’altro: potete prendere scala metrica e nord e copia /incollare su indesign!
AREE NON EDIFICATE
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EDIFICI DI SINGOLA PROPRIETÀ EDIFICI CONDOMINIALI
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EDIFICI NON RESIDENZIALI
Tipologie Edilizie quartiere boschetto e confini
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Densità Sociale nel parco
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I principali punti di aggregazione che si possono individuare sono: campo da bocce, area barbeque, area tavolini e area per cani; invece le attività che si svolgono maggiormente sono sportive (jogging, corsa, bici, calcio e ping pong) e altre ludiche. In settimana, i maggiori fruitori del parco sono i residenti del luogo, mente nel weekend giungono i per can Area molte persone Spda ort fuori, soprattutto extracomunitari, i quali occupano in modo inappropriato i Area barbeque ini vol occe b a d parcheggi destinati ai residenti, come spazi di sopo Cam sta per i loro mezzi. Si pensa sia necessario, quindi, collocare nuovi parcheggi facilmente raggiungibili all’interno del parco con accessi rapidi e ben visibili.
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L’indagine è stata sviluppata in diversi orari e giorni della settimana e in zone puntuali del territorio, analizzando le singole attività che si svolgono all’interno del parco. I grafici qui di seguito riportati illustrano i dati raccolti, dai quali si può constatare una netta diversità tra la numero di frequentatori nel weekend e quello durante i giorni settimanali. I grafici rappresentano per segmenti la percentuale di persone, sulla totalità dei presenti nel momento della rilevazione, che svolgono una particolare attività o che si ritrovano in un’area del parco.
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Approfondendo l’analisi della densità, siamo pasArea per sociale, definita come il rapporto sati alla densità cani tra numerosità e ricchezza di interazioni sociali e la ini superficie di un’area, esaminando la concentrazione vol a ta dei fruitori del parco in determinate zone. L’analisi da noi effettuata è stata svolta solo sull’area del parco dove la densità fisica risulta nulla, ma che, essendo un luogo di aggregazione,10 dovrebbe presentare una più alta densità sociale.
Area per cani
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Landmark, nodi e luoghi simbolici La ricerca, in seguito, vuole analizzare il luogo e la sua importanza a livello percettivo. La percezione è definita come un insieme di funzioni che permettono la riconoscibilità dei luoghi. I fruitori di un’area tendono a classificare gli spazi e a determinare dei punti di riferimento che ne permettano l’orientamento. L’area, oggetto di studio, è caratterizzata da diversi landmark, ossia punti di riferimento, sia a breve che ad ampio raggio. Quelli a breve raggio sono principalmente luoghi di nota importanza dove le persone si raccolgono per svolgere diverse attività, oppure per le particolari funzioni che posseggono, come ad esempio nel nostro caso: scuole; ponte pedonale sul Sangone; A.S.L.. I landmark ad ampio raggio invece sono elementi puntuali, esterni ai percorsi del luogo e che orientano la percezione in un’area più ampia: Palazzina di caccia di Stupinigi; grattacielo della Regione Piemonte; autostrada; Alpi; stazione ferroviaria. Altri elementi che caratterizzano il territorio sono i luoghi simbolici; nella nostra area studio se ne può individuare unicamente uno: il Mausoleo della Bela Rosin. Pochi invece sono i nodi che caratterizzano quest’area e si identificano nelle due rotatorie che vedono concentrare ogni giorno un notevole flusso veicolare, se non il principale della zona.
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MAPPA (SENZA RETTANGOLO)
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N.B. ricordate che con i programmi3 adobe funziona il copia/incolla da un programma all’altro: potete prendere scala metrica e nord e 1 3 indesign! 4 copia /incollare su
LANDMARK AD AMPIO RAGGIO
LANDMARK A BREVE RAGGIO
LUOGHI SIMBOLICI
1 AUTOSTRADA
1 A.S.L.
1 MAUSOLEO DE ‘LA BELLA ROSIN’
2 ALPI
2 PONTE SUL SANGONE
3 PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI
3 SCUOLE
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4 STAZIONE FERROVIARIA
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5 GRATTACIELO DELLA REGIONE PIEMONTE
Landmark, Luoghi simbolici e Nodiquartiere boschetto e dintorni
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Landmark, Nodi e Luoghi Simboliciimmagini (dall’alto al basso): il ponte sul Sangone e l’A.S.L..
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Landmark, Nodi e Luoghi Simboliciimmagini (dall’alto al basso): la stazione ferroviaria, palazzina di caccia di Stupinigi.
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Stabilità e sorpresa, complessità e leggibilità Un’altra caretteristica importante dei luoghi, soprattutto quelli pubblici, deve essere la percezione di sicurezza, definita come coscienza di non imbattersi in stati indesiderati. La sicurezza totale si ha in assenza di pericoli. Uno dei problemi dei parchi è la loro collocazione nella città, più si trovano in zone isolate, meno sarà la frequentazione. Inoltre anche la grande estensione può essere un problema in quanto l’ambiente risulta più dispersivo e necessita di maggiori controlli. La sicurezza può essere letta come l’insieme di altri elementi che possiamo sintetizzare con stabilità-sorpresa e leggibilità-complessità. Percorrendo il parco da sud a nord, dall’edificato verso il fiume, queste sensazioni variano in maniera netta. Rimanendo nella fascia costruita a sud si percepisce un senso di stabilità, in quanto la zona analizzata presenta spazi regolari e di facile lettura. Inoltre risulta assente di stimoli (bassa complessità), tale da poter essere definita “familiare”. Inoltrandosi nel parco si ha un’alta sensazione di sorpresa in quanto si accede ad un’area ‘nuova’ non visibile fino a quel punto e piena di stimoli (alta complessità). Ci si ritrova in uno spazio immenso ma che riesce ad essere molto leggibile e chiaro, in quanto caratterizzato da prato libero con una piantumazione rada. Penetrando più a fondo, verso il fiume, le sensazioni di sorpresa e complessità rimangono alte, mentre la stabilità viene diminuita a causa del senso di oppressione per il fitto tessuto arboreo che causa una conseguente difficoltà di orientamento (bassa leggibilità).
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MAPPA (SENZA RETTANGOLO) N.B. ricordate che con i programmi adobe funziona il copia/incolla da un programma all’altro: potete prendere scala metrica e nord e copia /incollare su indesign!
BASSA STABILITÀ E BASSA LEGGIBILITÀ ALTA STABILITÀ E ALTA LEGGIBILITÀ ALTA SORPRESA E ALTA COMPLESSITÀ
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BASSA SORPRESA E BASSA COMPLESSITÀ
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Stabilità e Sorpresa, Leggibilità e Complessità
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Stabilità e Sorpresa, Leggibilità e complessità ‘ immagini (dall’alto al basso): via Belfiore e ingresso al parco da via Paracavallo.
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Stabilità e Sorpresa, Leggibilità e complessità ‘ immagini (dall’alto al basso): Fascia Sud del parco e Fascia Nord del parco.
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Concavità e convessità Queste caratteristiche appena descritte sono dettate anche dalla conformazione fisica del parco stesso. In quest’ultimo si possono individuare spazi concavi e convessi che si definiscono rispettivamente: - spazi “centripeti” che trasmettono la sen sazione di essere “contenuti” e attratti all’interno, e parlando di conformazione fisica del terreno sono quegli spazi ad una quota più bassa; - spazi “centrifughi” che trasmettono la sensazione di essere “in campo aperto” e spinti all’esterno, nel nostro caso sono quegli spazi che si trovano ad una quota più alta. Per valutare la presenza di queste aree ci siamo basati sulla conformazione del terreno, sfruttando le curve di livello, le quali individuano nel parco due grandi spazi: uno a nord-ovest in cui si evidenziano aree ad un’altitudine più elevata e uno sud-est in cui il terreno degrada raggiungendo quote minori. Queste caratteristiche permettono di distinguere l’area convessa (la prima) e quella concava (la seconda). Un ulteriore elemento che accentua la sensazione di concavità è la forma del muro di cinta verso sud, che assume un andamento curvo, che tende a contenere all’interno e che sarà rilevante per le scelte progettuali.
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CURVE DI LIVELLO +6.75 m / +5.25
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Concavità e Convessità
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Margini Un altro elemento percettivo che caratterizza la nostra area e in particolare il parco sono i margini. Quelli più significativi sono formati dagli assi viari, maggiormente trafficati che circondano l’area (via Cacciatori e via XXV Aprile a sud, e strada Castello di Mirafiori a nord) definiti come margini sutura. I margini barriera, intesi come elementi lineari che separano in modo netto gli spazi urbani, sono identificabili con il fiume Sangone, attraversabile unicamente da un ponte, e dal muro che cinge la parte sud del Boschetto. Il bosco si mostra chiuso rispetto l’esterno della città e poco permeabile nei confronti delle zone circostanti a causa della percezione di paura che nel tempo gli abitanti hanno maturato nonostante i vari tentativi di migliorare il parco. La conseguenza di tale percezione è stata la volontà di chiudersi sempre di più nei confronti di quello spazio assimilabile ad un mare da cui ci si vuole distaccare. Perciò, lo studio dei margini ci ha permesso di comprendere la necessità di aumentare le interazioni tra il parco e gli abitanti creando dei varchi lungo il margine e migliorandone l’aspetto e la manutenzione. Le successive analisi si sono concentrate su uno studio più attento del muro, di notevole importanza ai fini progettuali. Esse delineeranno i punti di forza e di debolezza dell’area, e saranno alla base del nostro progetto.
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MAPPA (SENZA RETTANGOLO) N.B. ricordate che con i programmi adobe funziona il copia/incolla da un programma all’altro: potete prendere scala metrica e nord e copia /incollare su indesign!
MARGINE SUTURA MARGINE BARRIERA
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Margini
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MarginiImmagini (dall’alto al basso): Via Cacciatori e Strada Castello di Mirafiori.
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MarginiImmagini (dall’alto al basso): fiume Sangone e muro.
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PUNTI DI VISTA A supporto dell’attività di progetto, si è svolta una ricerca sociale tramite metodi di ricerca diretta qualitativi: interviste sottoposte alle persone frequentatrici del parco con lo scopo di trarne preziosi consigli e stimoli progettuali e di indagare le relazioni tra l’intervento ideato e i destinatari finali dello stesso. Si è scelto un campione misto di testimoni qualificati, cercando di intervistare uomini e donne con età differenti, in modo da ottenere informazioni da più punti di vista, per poter soddisfare ogni esigenza. I dati sono stati raccolti esclusivamente nell’area interna al parco, in giorni e orari differenti. Abbiamo preparato un breve questionario, suddiviso in due parti, con domande di carattere generale e altre più specifiche per ottenere informazioni utili per la fase progettuale. Nella prima parte i testimoni hanno risposto a domande generali riguardanti il quartiere Boschetto e la qualità dei servizi. Nella seconda parte di indagine, invece, si è voluto raccogliere informazioni più specifiche rispetto al parco, la sua qualità e la sua frequentazione, ottenendo opinioni, percezioni, attese e considerazioni riguardo potenzialità e criticità del Boschetto. Per quanto riguarda la definizione delle domande da sottoporre, queste sono state decise e strutturate come domande aperte; gli intervistati, alle diverse questioni hanno avuto la possibilità di rispondere sia brevemente, sia articolando maggiormente il loro discorso. Le domande sono visibili nella sezione Appendice. Le prime due domande vogliono capire se l’intervistato vive nel quartiere e se è contento dei servizi; la prima domanda fa emergere come buona parte
delle persone viva nel quartire Bochetto; altri invece si recano al parco anche attraversando il Sangone, perchè abitanti in Torino. Dalla seconda domanda invece, si denotano opinioni contrastanti, chi si trova molto bene e chi invece critica la poca organizzazione dell’amministrazione e la gestione dei servizi, come la mancanza di manutenzione e vigilanza. La domanda successiva ha la volontà di capire qual è il rapporto tra l’intervistato e il parco, se quest’ultimo viene frequentato giornalmente e per quanto tempo; queste risposte ci possono far capire quanto la persona intervistata conosca personalmente il parco, nella sua complessità, o solamente in alcune sue aree. Una buona parte delle persone alle quali sono state rivolte le domande, ci si reca giornalmente per trascorrere del tempo nel verde o per passeggiare col cane, anche più volte al giorno, per almeno un’ora. Da questi dati si denota comunque un interesse positivo riguardo il parco, nonostante ciò, successivamente, vedremo come questo sia criticato notevolmente. La quarta domanda chiede un’opinione sullo stato attuale del parco, con la prerogativa di fornire almeno un aspetto positivo e uno negativo dello stesso. Dalle risposte sono emersi sia punti di forza che punti di debolezza, inoltre questa domanda ha anche lasciato molto spazio ai racconti di alcuni intervistati. È emersa positivamente la ristrutturazione del parco effettuata anni fa, successivamente all’acquisto dello stesso da parte del comune di Nichelino, nei confronti dell’Ordine Mauriziano; esso non risulta più una ‘giungla’ ma un’area più vivibile. Nonostante questo intervento il comune non ha fornito un’utile sorveglianza e il parco si popolava spesso di molte persone che facevano uso di droga, allontanando la popolazione. Inoltre viene criticata la poca cura/manutenzione del parco (per esempio sono rare le occasioni in cui viene tagliata l’erba); al
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coltempo altre persone esprimono pensieri completamente positivi che vanno in contrasto con i precedenti: c’è chi, ad esempio, ha fatto notare come pochi giorni prima dell’intervista, tutti gli alberi siano stati segnati per effettuare successive potature, abbattimenti o cure. Un’altra questione emersa negativamente è il fatto che il parco venga frequentato molto più da extracomunitari, rispetto a nichelinesi o italiani, soprattutto nel week-end e che sfruttando le aree barbecue lascino sempre tanta sporcizia a terra, non curandosi dell’ambiente che stanno sfruttando. Inoltre è stata riscontrata della delinquenza, spesso legata al weekend e ai suoi frequentatori. Opinioni positive vanno alla risistemazione dell’area cani molto utile e ben organizzata. Infine quasi tutte le persone fanno emergere come sia importate questo parco in quanto risulta essere un grande polmone verde insieme anche agli altri due parchi vicini, a nord del Sangone. Le ultime due domande chiedono di fornire idee, proposte per nuovi elementi da inserire che si pensa possano servire, per migliorare lo stato attuale o per attrarre maggiormente le persone, e famiglie, o che possano far piacere a chi già il parco lo frequenta. La maggior parte delle persone ha denotato che potrebbe essere utile incrementare la sorveglianza, per la maggior parte delle motivazioni fornite prima, nonostatnte ciò, poche persone hanno fornito idee: l’ipotesi di inserire dei giochi per bambini e qualche spazio in più che possa essere sfruttato dai giovani. Il riscontro a queste domande è stato molto utile per effettuare le ultime scelte progettuali, in quanto il questionario è stato proposto alla popolazione durante l’ultimo periodo della ricerca progettuale da noi effettuata. Si è tenuto conto, infatti, di tutte le criticità e le potenzialità che sono emerse dall’analisi sociologica condotta tramite la campagna di interviste. Successivamente, effetuando un ulteriore sopral-
luogo, per concludere le interviste, si è deciso di aggiungere un paio di domande, per raccogliere pareri di chi vive il parco in merito alla proposta progettuale da noi studiata. Si è quindi scesi di scala, concentrandosi sulla fascia tra la città e il parco, e con l’ausilio di mappe e disegni è stato proposto l’intervento progettuale, descrivendo e raccontando loro un quadro riassuntivo, e quando necessario sono stati forniti alcuni dettagli circa aspetti specifici e puntuali. In generale, abbiamo ottenuto pensieri completamente positivi, in particolare si sono riscontrate preferenze diversificate in base ai soggetti intervistati. La prima domanda chiede in linea generale le opinioni rispetto al progetto. Le famiglie hanno dimostrato un grande consenso rispetto all’area che ha lo scopo di ospitare i giochi per bambini e qualla subito vicino del chiosco, affermando come questi spazi possano diventare un bel ritrovo pomeridiano post-scuola, proprio perchè situato non troppo distante dagli edifici d’istruzione e un buon input per invogliare a portare i bambini al parco o per andare a prendere semplicemente un gelato. Inoltre, si è trovato un riscontro positivo anche per la passerella che porta ad una piccola spiaggia sulle rive del fiume Sangone, non solo dai nuclei famigliari ma anche dai giovani. Quest’ultimi hanno fornito riscontri positivi anche nei riguardi dell’area sport e per la riorganizzazione dell’area barbecue. In ultimo, pareri faavorevoli sono stati rivolti all’area dedicata agli orti, non solo da chi vive nelle vicinanze del parco, ma anche da chi arriva dai quartieri limitrofi; essi infatti invoglierebbero maggiormente a raggiungere il parco del Boschetto e a viverlo di più. In particolare questi pareri sono satati raccolti dai residenti dei condomini e dalle persone pensionate, che spenderebbero con piacere del tempo per la cura di quasti spazi.
2. Il muro
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UN MARGINE DENSO E PROBLEMATICO In questa sezione, vogliamo approfondire più nel dettaglio il muro che circonda la parte sud del parco, ovvero quella confinante con l’edificato. Questa analisi nasce dalla volontà di comprendere il rapporto che sussiste tra la città e il parco. Le aspettative che si erano create prima di effettuare i sopralluoghi erano quelle di trovare un’interazione positiva tra i due, con edifici affacciati sul parco, collegati materialmente e mentalmente con esso, e quindi una città più aperta verso il suo polmone verde. Ci siamo scontrati invece in residenze che si chiudono in scatole di cemento, o che volgono addirittura le spalle alla natura. Questo comportamento è solamente la conseguenza alla ricerca di sicurezza verso un luogo difficile da concepire: un parco che non rispecchia i classici canoni ma che è un vero e proprio bosco in città. I cittadini che lo circondano vedono con paura il parco in quanto, nonostante abbia subito riqualificazioni e la situazione sia migliorata, non hanno cambiato la loro considerazione su di esso. Sono stati costruiti dei muri per separarsi da uno spazio che ha grandi potenzialità, ma che viene visto negativamente, come già riscontrato precedentemente dalle opinioni delle persone intervistate. I muri non sono tutti uguali: alcuni sono invalicabili alla vista senza lasciar intravedere cosa risiede al di là, altri, a volte, sono semplici reti o ringhiere, che molto spesso delimitano proprietà private, le quali vogliono rispondere alle esigenze di “sicurezza” del luogo, senza precludere la visuale. È emerso come da parte dei residenti ci sia la volontà di allontanarsi e distaccarsi il più possibile dal parco, realizzando talvolta dei muri alti o affacciando i fianchi di ga-
rage, o talvolta delle recinzioni meno dure ma comunque non permeabili. Approfondendo l’analisi di tale barriera, si è voluto catalogarla a seconda delle diverse tipologie di cui si compone: muri e muretti in cemento; affacci diretti di case, capannoni o box auto; rete metallica muretto con rete o siepe; muro in laterizio; altre recinzioni private; barriere verdi. L’esito del rilievo ha portato ad elaborare non solo una pianta, come quella mostrata nelle pagina successiva, con l’individuazione delle tipologie di muro tramite differenti colori, bensì ad una restituzione dell’intero prospetto della barriera che circonda il lato sud del parco.
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MURI E MURETTI IN CEMENTO AFFACCI DIRETTI DI CASE, CAPANNONI O BOX AUTO RETE METALLICA MURETTO PIÙ RETE O SIEPE MURO DI LATERIZIO ALTRE RECINZIONI PRIVATE BARRIERE VERDI
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MAPPA (SENZA RETTANGOLO) N.B. ricordate che con i programmi adobe funziona il copia/incolla da un programma all’altro: potete prendere scala metrica e nord e copia /incollare su indesign!
limite massimo mappa spazio legenda 0
25m
62,5m
Rilievo Alberatura e Rilievo Margine
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Foto, Rilievo Geometrico e Schema Tipologie Muro
Nella pagina seguente viene mostrato lo sviluppo lineare del prospetto e in parallelo il montaggio delle fotografie per fornire anche una visione realistica della barriera. Quest’ultimo non corrisponde perfettamente al rilievo sottostante, in quanto riporta una distorsione prospettica derivata dalle fotografie. Inoltre abbiamo ripreso la linea con diversi colori vista nella pianta precedente, sviluppandola in modo lineare e posizionandola in corrispondenza del rilievo; un’ulteriore informazione visibile è la differenziazione tra accessi pedonali, carrabili e per mezzi di soccorso, importante per lo sviluppo successivo del progetto.
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MURI E MURETTI IN CEMENTO AFFACCI DIRETTI DI CASE, CAPANNONI O BOX AUTO RETE METALLICA MURETTO PIÙ RETE O SIEPE MURO DI LATERIZIO ALTRE RECINZIONI PRIVATE
limite massimo mappa BARRIERE VERDI
spazio legenda 0
5m
12,5m
3. Il lido
« Allora gli uomini, guidati da Messer Giorgio, si lanciarono contro il drago, che venne accecato dalla luce della spada. Quando Messer Giorgio infilò la spada nel drago, questi si spaccò in mille pezzi, ucciso sul colpo. » Leggenda di San Giorgio e il Drago
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STRATEGIE Il bosco in città è un problema, oltre che una ricchezza per innumerevoli motivi. Determina conflitti più che condivisioni. E’ il tradizionale drago che San Giorgio combatte e vince. Per abitare il bosco occorre addomesticarlo. Il parco Boschetto, per come lo si trova oggi, non funziona. Nonostante il Comune di Nichelino abbia intrapreso delle azioni di riorganizzazione del parco, per renderlo più sicuro e attrezzato, il risultato ottenuto non ha soddisfatto a pieno tutte le aspettative prefissate. Il Boschetto funziona per piccole aree indipendenti in cui si concentrano i fruitori, ma non viene sfruttato per le sue potenzialità. Dalle analisi, infatti, risulta essere un parco separato dal contesto: esso per sua natura non dialoga con la realtà attorno, da cui è diviso tramite una barriera, che può essere definita come un’azione di protezione nei confronti di un luogo percepito insicuro. Si decide di utilizzare questo carattere peculiare dell’area come punto di partenza per integrare l’edificato e il parco, la città e il verde. Il problema viene affrontato attraverso la riprogettazione dello spazio di mediazione tra il bosco e il suo contesto. Inoltre, l’osservazione oggettiva e percettiva dell’area in esame ha dato luogo ad un’idea progettuale dove tale spazio è ripensato come una spiaggia attrezzata, ove il bosco è il mare. Come già introdotto, il Boschetto assume la forma di una cala ed è proprio da questo concetto e dalle caratteristiche fin ora analizzate che abbiamo voluto impostare il nostro progetto. La metafora aiuta a pensare ad un sistema di attrezzature radicalmente nuovo rispetto al presente, capace di garantire accessibilità, uso di un suolo per lo
più instabile, protezione da rischi e pericoli, comfort e svago. Il progetto si articola attraverso la definizione di alcune strategie che prendono forma in specifici spazi: superfici, percorsi, muri, masse arboree, nell’obiettivo di reinventare completamente la relazione tra la città ed il suo bosco. Queste strategie hanno l’intenzione di guardare il parco nella sua totalità preservandone la sua grande ricchezza, riorganizzandone le potenzialità e migliorandone le lacune.
Lasciare inalterato il verde boschivo per non stravolgere la natura del parco, e progettare la fascia a contat to con l’edificato, al fine di creare una zona di mediazione.
Riorganizzare e potenziare le aree attrezzate esistenti attualmente già utilizzate.
Realizzare inteventi capaci di offrire attrezzature per le attività più frequenti, ma prive di spazi a loro dedicati.
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PA R C O B O S C H E T T O
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400m
1000m
Pianta stato attuale
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400m
1000m
Pianta di progetto
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SOVRAPPOSIZIONI Moli e Antimoli Il parco si anima di elementi caratteristici che possono essere definiti come punti focali; essi possono essere letti in modo parallelo tra di loro, ciascuno con la propria caratteristica, ma contemporaneamente, se sovrapposti, costituiscono un unico sistema organizzato. L’idea di base è quella di dimostrare che è possibile costruire un’organizzazione architettonica complessa senza ricorrere ai tradizionali metodi di composizione basati sulla gerarchia e sull’ordine. Il progetto offre una lettura diversa, l’area di studio si forma sulla combinazione di tre elementi autonomi, singolarmente progettati: i moli e antimoli, gli approdi e le attrezzature, ognuno avente una propria logica e una propria particolarità. La sovrapposizione dei differenti componenti genera il nuovo dinamismo che il parco Boschetto oggi non ha. Questo dinamismo è dovuto dal fatto che le tre entità, pur essendo autonome, si completano a vicenda. Esse sono state pensate in una determinata area proprio per la relazione che la medesima ha con la città e con il muro che li separa.
S E A S I D E PA R K
Non per forza il parco verrà costruito nel suo insieme, ci si può imbattere in un processo lento e frammentato: potrebbe essere che si costruisca prima un solo approdo, poi le attrezzature sull’approdo stesso, oppure i moli o alcune delle attrezzatture oppure in simultanea; si potrà intervenire in una o più parti del parco, in contemporanea o in tempi diversi, per mano di architetti diversi e con materiali diversi. Questa evoluzione del parco non risulterebbe un problema, in quanto, nonostante queste molteplici possibilità, si avrà in ogni caso la certezza che il progetto si accomuni di un unico aspetto: un parco che rispetta la natura ma attira la città.
In riferimento alla metafora del bosco con il mare si è considerato la fascia di progetto come una spiggia, per questo motivo gli elementi che segnano gli accessi nell’ampio spazio di progetto si sono definiti come moli e antimoli. Essi non solo ricordano l’elemento per il nome, ma anche strutturalmente riprendono l’elemento stesso. I moli sono quelli che dalla città permettono di raggiungere la spiaggia e gli antimoli quelli che, al contrario, dal mare portano alla spiaggia.
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MAPPA (SENZA RETTANGOLO)
MAPPA (SENZA RETTANGOLO)
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limite massimo mappa
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spazio legenda 0
50m
125m
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400m
1000m
Moli e Antimoli
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P I A N TA M O L I E A N T I M O L I
Vista antimolo
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Assonometria antimolo
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Approdi Gli elementi che definiscono le aree in cui si può raggiungere direttamente il parco dalla città sono gli approdi. Essi sono le superfici che delineano gli spazi (piastre) entro i quali si definiscono delle azioni, fuori da esse si è spesso liberi, a contatto con la natura. Qui si arriva, si può parcheggiare l’auto e si possono svolgere altre funzioni, grazie anche alle attrezzature progettate, che giacciono sulla piastra stessa. Essi vogliono ricordare gli stessi spazi che permettono di lasciare i mezzi per raggiungere il mare, ma vogliono essere anche un collegamento diretto alle attrezzature fruibili.
ASSONOMETRIA MOLI E ANTIMOLI
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400m
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Approdi
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P I A N TA A P P R O D I
Vista approdo sud-ovest
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Assonometria approdo sud-ovest
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ASSONOMETRIA APPRODI
Vista approdo sud-est
61
Assonometria approdo sud-est
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Attrezzature Le attrezzature sono elementi, di piccole dimensioni, che ricorrono con una certa frequenza nel sito e che si collegano talvolta con gli approdi, talvolta con la natura. Essi sono i chioschi, attrezzature sportive o per il gioco, l’area per il barbeque, la passerella per raggiungere le sponde del fiume e gli orti. Qui, i diversi spazi dove si possono svolgere differenti funzioni vogliono riprendere l’idea delle attrezzature della spiaggia, esse infatti sono gli elementi in più che contribuiscono a dar vita all’area.
ASSONOMETRIA APPRODI
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400m
1000m
Attrezzature
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P I A N TA AT T R E Z Z AT U R E
Vista attrezzature (passerella e ponte nuovo sul Sangone)
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Assonometria attrezzature (orti)
A S S O N O M E T R I A AT T R E Z Z AT U R E
4. L’apertura del muro
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5. Appendice
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INTERVISTE Domande 1. Lavora/vive qui? da quanto tempo? 2. Cosa ne pensa del quartiere? Ci sono abbastanza servizi utili nella zona? 3. Quante volte vieni al parco? Cosa fa? Quanto tempo trascorre? 4. Cosa pensa dello stato attuale del parco? Un aspetto positivo e uno negativo. 5. Ha delle idee, le piacerebbe che ci fosse qualcosa in piÚ che potrebbe migliorare la situazione? 6. Ci potrebbe essere qualcosa in piÚ per attrarre le famiglie/nichelinesi qui all’interno del parco?
7. Rispetto alla mappa che le abbiamo mostrato, cosa ne pensa dei cambiamenti, delle attrezzature e delle nuove funzioni che abbiamo sviluppato nella nostra idea progettuale? 8. Quale luogo lei sfrutterebbe maggiormente?
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IntervisteTabella riassuntiva
SESSO
ET
GIORNO
ORA
LUOGO
ATTIVIT
1
F
50+
5/05
10.05
Area cani
Col cane
2
M
70+
5/05
10.20
Ponte
Col cane
3
M
60
5/05
10.30
Ponte
A passeggio
4
M
57
5/05
10.50
Vialetti
A passeggio
5
M
60
5/05
11.00
A casa
Altro
6
M
34
5/05
11.15
Ponte
Col cane
7
F
70
5/05
11.30
Vialetti
Corsa
8
M
32
5/05
11.35
Panchine
Col cane
9
M
70+
5/05
11.50
Campo da bocce
Col cane
10
M
50
5/05
12.00
Panchine
Altro
11
FAM
47
27/05
16.30
Vialetti
Gioco
12
M
70+
27/05
16.40
Campo da bocce
Gioco
13
F
54
27/05
17.00
Area cani
Col cane
14
M
16
27/05
17.10
Tavolini
15
FAM
40
27/05
17.20
Tavolini
16
F
32
27/05
17.30
Vialetti
17
M
19
27/05
17.45
18 19 20
Zona sport
Gioco/ bici Gioco/ col cane Corsa Gioco
75
3 2
6
16
4
MAPPA (SENZA RETTANGOLO) 14
7
12 9
13 1
17 11
5 15
N.B. ricordate che con i programmi adobe funziona il copia/incolla da un programma all’altro: potete prendere scala metrica e nord e copia /incollare su indesign! 10
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LUOGO DOVE SI SONO SVOLTE LE INTERVISTE
limite massimo mappa
2 spazio legenda NUMERO INTERVISTA
0
50m
125m
Interviste Mappa delle Interviste
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INTERVISTA #1 1. No, non lavoro, vivo qui da circa 20 anni. 2. Non è il mio quartiere però mi piace. C’è l’A.S.L., ci sono i supermercati, c’è il centro per anziani e questo spazio verde. 3. Frequento il parco giornalmente, sia per far svagare il cane sia per trascorrere del tempo in mezzo al verde. 4. Intanto ringraziamo che c’è il parco, come attività all’interno è stato risistemato lo spazio dei cani e lo spazio barbecue che è nuovo. La parte vicino al fiume anche se più boscosa non risulta per me un problema perchè più naturale e più adatto per gli animali. 5. Intanto una maggior sorveglianza, sopratutto nel weekend in quanto il parco è maggiormente frequentato, sopratutto per lo sporco, per il non rispetto dell’ambiente, ci sono ingressi un po’ tralasciati e abbandonati, le piste ciclabili sono mal mantenute. 6. Si potrebbe pensare anche a qualche parco giochi per i più piccoli, per attirare maggiormente le famiglie. Inoltre migliorerei gli ingressi, evidenziandoli, facendoli emergere e farei fare più manutenzione alle piste ciclabili che sono una risorsa. INTERVISTA #2 1. Vivo qui da 51 anni. 2. Mi trovo bene, mi piace. Per quanto riquarda i servizi per me vanno bene, in quanto pensionato, per altri no, i trasporti non sono dei migliori. 3. Vengo tutti i giorni al parco, ci sto un’ora circa, il tempo di fare una passeggiata con il cane. 4. All’interno del parco mi trovo a mio agio, personalmente non trovo nulla che non vada bene; rispetto agli anni passati la situazione è migliorata notevolmente. Inoltre i tre spazi per i cani sono sufficienti. 5. Il boschetto, proprio per il suo nome, è giusto che rimanga un po’ selvaggio, mi piace la natura e tutto ciò che ne fa parte, non trovo altri elementi che si potrebbero inserire all’interno di questo contesto. 6. A mio avviso c’è tutto.
INTERVISTA #3 1. Vivo qui a Nichelino, non lavoro sono in pensione. 2. Potrebbe essere migliore, servizi ce ne sono, ma la manutenzione non è delle migliori. 3. Ci vengo tutti i giorni, mattina e pomeriggio, per fare un giro in bici. Sono anni che vengo qui 4. Poco curato, avevano fatto tanti anni fa dei lavori che poi man mano si sono persi, non facendo manutenzione. Anche l’erba la tagliano una volta l’anno. Un aspetto positivo è il fatto che siamo all’interno di un polmone verde insieme al parco Colonnetti, ma dovrebbe essere un posto meno inquinato. 5. Dovrebbero eliminare i barbecue, quelli nuovi perchè sono poco curati, la gente li usa e poi li lascia sporchi, inoltre continuano a fare falò per terra ovunque. L’associazione di volontariato che sorveglia il parco dovrebbe essere più attiva. 6. Si, se ci fossero i prati tagliati le strade sistemate e più pulite; quando piove ci sono pozzanghere e buche e le persone possono farsi male. Per diversi anni fa nel fiume è stata lanciata una carrozzeria di una macchina; questo ti fa capire le condizioni in cui eravamo, a nessuno importava nulla, fortunatamente da qualche anno è stata rimossa. Anche alle spalle dell’area cani vi è una discarica abusiva di macchine, tutte abbandonate. INTERVISTA #4 1. Lavoro qui da 22 anni ma vivo a Castello. 2. Ultimamente non è male, magari lascia a desiderare un po’ il verde che è poco curato, con la scusa dei tagli hanno ridotto gli interventi di manutenzione, quest’anno ad esempio non hanno ancora sistemato la zona. Prima la gestione era dell’ordine Mauriziano e la situazione era anche peggio. Si, supermercati ce ne sono, anche le linee dei pullman, un campo da bocce per ultra settantenni, ma per il resto non c’è nulla. 3. Vengo spesso a piedi, un paio di volte a settimana per passeggiare, di solito ci sto un’oretta.
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4. È tenuto abbastanza bene, però siamo in uno spazio che non si può nemmeno definire parco, si tratta più, come dice il nome, di un boschetto adatto per ospitare fauna e una maggiore diversità di flora. 5. Qualche campetto da calcio per i ragazzi, qualche attività di gruppo. 6. N.r. * INTERVISTA #5 1. Sono pensionato e vivo qui da 50 anni 2. È un quartiere dormitorio, non vi è organizzazione, manca il servizio di vigilanza che avveniva da parte dei volontari, che però attualmente non sono più presenti in quanto cadendo la giunta non vi è più interesse. Si, c’è un centro di aggregazione per gli anziani, le linee autobus di collegamento ci sono, manca però qualcosa per i giovani. 3. Non vado mai al parco perchè un giorno che portai il cane me lo hanno avvelenato. Quando giravo per il parco, era tenuto ancora decentemente, ultimamente è proprio decaduto. Gente sbandata che bivacca nel parco. 4. Al fine di prendere qualche voto in più nelle elezioni hanno attrezzato la zona con barbacue che però vengono frequentati solo da stranieri. Paghiamo le tasse per mantenere la pulizia del parco per persone che non sono nemmeno del posto. 5. Innanzitutto la vigilanza, che si occupino non solo di fare le multe alle persone che non tengono i cani al guinzaglio, ma soprattutto per controllare le persone (drogati e alcolizzati) che la sera si recano nel parco. 6. Non penso sia utile inserire all’interno giochi in quanto verrebbe distrutti nel giro di poco tempo. INTERVISTA #6 1. Non sono nato qui, vivo a Torino 2. Penso che sia un bel posto da trascorrere un po’ di tempo della giornata, ci sono i servizi indispensabili. Si ma ad esempio per accedere al parco dalla
zona di Torino, vi è solo questo ponte che risulta essere un passaggio stretto e obbligato. 3. Quasi tutti i giorni almeno un’ora per portare il cane. 4. È abbastanza ben tenuto, per quelle che sono le mie abitudini, mi dispiace che abbiano riempito di barbecue la zona, richiama troppa gente, sopratutto nel week-end. 5. Per me l’importante è che abbiano sistemato l’area cani, era tutto quello di cui avevo bisogno. 6. Si, sicuramente aree giochi, che non sono presenti. INTERVISTA #7 1. Si, vivo qui dal ‘68 2. Da quando hanno comprato questo boschetto si vive bene, verde ce n’è, è 40 anni che mi alleno qua, da quando sono arrivata ed è 36 anni che faccio le gare. Una volta c’era l’erba alta dappertutto, ora l’hanno messo un po’ a posto. 3. Ogni giorno trascorro due o tre ore al giorno anche due volte al giorno, una volta facevo anche 20-30 km al giorno, da un anno a questa parte un po’ meno. 4. Positivo è sicuramente il verde, in più c’é l’area cani e ci si trova con chi si allena per le corse, al pomeriggio è frequentato anche da famiglie con bambini. Il comune pulisce abbastanza bene. Negativo è che ci sono tanti extracomunitari, lasciano un sacco di sporcizia, sopratutto nell’area picnic, nell’area nuova. 5. No, ci sono tanti animali, hanno aggiunto alberi per le api dove producono il miele. Ecco forse i cani sarebbero da tenere al guinzaglio, a volte mi sono venuti addosso. Adesso è abbastanza tranquillo il parco, non c’è più gente che si droga, 20-30 anni fa c’erano, ma non davano fastidio, in più due o tre volte al giorno girava la macchina dei vigili. 6. Magari qualche parco giochi. INTERVISTA #8 1. Vivo qua, ma lavoro ad Alpignano. 2. Mi trovo bene nel quartiere, ma non lo vivo mol-
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to, vado via al mattino e torno a casa la sera. 3. Tre volte a settimana, due ore ogni volta per portare a passeggio i cani. 4. Credo che una cosa di cui bisognerebbe curarsi un po’ di più e il tagliare l’erba, per il resto è abbassa curato. 5. Adesso che hanno messo le tre aree cani per me è perfetto. 6. Magari un parco giochi per bambini che sicuramente manca. INTERVISTA #9 1. Vivo qua da da 60 anni. 2. Il quartiere è migliorato rispetto a qualche anno fa, però non è dei migliori, ogni tanto fanno qualche retata. Sei mesi fa ne hanno messi dentro parecchi per droga. In ogni caso è il quartiere è ben servito, c’è il carrefur, l’A.S.L., da poco hanno aperto la Lidl, c’è l’ingresso della tangenziale a due passi, c’è la linea del bus 39. 3. Vengo ogni giorno, quattro o cinque volte, o io o mia moglie, per portare il cane, lo lascio spesso libero, ma ci sono anche le persone che a volte fanno i loro bisogni. 4. Negative: un po’ di anni fa c’erano tantissimi drogati che venivano qua con moto macchine, anche da Asti, Cuneo, siringhe piantate dappertutto, per terra e persino sugli alberi. Nel weekend vengono tutti con le macchine e si mettono nei vialetti privati anche in divieto di sosta e lasciano le auto anche sulla pista ciclabile. Inoltre c’è un po’ di delinquenza, erano state messe delle fontane dell’acqua, i classici “toretti”, quelli verdi e sono stati portati via. quando abbiamo fatto i campi da bocce, avevamo messo dei giochi per bambini ma sono stati spaccati tutti, poi rimossi. La nuova area picnic nel weekend e nei giorni di sole, specialmente, viene sfruttata tantissimo, sopratutto da extracomunitari. È stata costruita da un mese, perché noi che viviamo nelle case qua intorno
ci lamentavamo perché il fumo arrivava e portava la puzza sulla biancheria stesa. Positive: il verde fa piacere a tutti. Ci sono molte più persone che lo frequentano, una volta quando era del mauriziano era una giungla. Adesso ci sono anche i volontari tutti i giorni, solo questa mattina sono chiusi. Il parco viene controllato, pochi giorni fa sono venuti due ragazzi che hanno contrassegnato tutte le piante con dei segni, per le potature, per l’abbattimento. Diciamo che alle porte di Torino c’è tutto, un parco che è uno dei più grandi della cintura di Torino. Tutti i pomeriggi anche da Torino si ritrovano per giocare a bocce. In cinque abbiamo costruito i campi. Ogni tanto c’è la macchina dei vigili che gira, ci sono un po’ più di controlli e fanno anche da deterrente. 5. Qua vicino c’è il centro sociale-centro anziani, ma non c’è uno spazio sufficiente, ci si alterna con le attività, a volte i pensionati si ritrovano per giocare a carte, ma la sala è occupata e si devono spostare. 6. Vengono già diverse donne con i bambini. INTERVISTA #10 1. Vivo qui da 40 anni. 2. Il quartiere in genere va abbastanza bene, nel boschetto manca qualcosa, in generale per i giovani non ci sono cinema, sale dove potersi ritrovare. Non ci sono pullman che collegano, ad esempio, Nichelino con il 45° parallelo. 3. Qualche volta per passare il tempo. 4. C’è tanta delinquenza, e pochi spazi per i giovani. La domenica è pieno di stranieri che vengono e fanno quello che vogliono e nessuno li controlla. Rispetto a tanti anni fa è migliorato moltissimo, una volta è era una sterpaglia, però è inutile fare e poi abbandonare. 5. Non ci sono attratività per i giovani, non c’è nulla per loro! Magari degli spazi per i giochi ludici. 6. No, anche perché le famiglie non si avvicinano,
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hanno cambiato i barbecue tante volte perché li rompono. INTERVISTA #11 1. Viviamo qua da 10 anni 2. È un bel quartiere, i sevizi di base ci sono, supermercati, l’A.Sl.. e le scuole. Per noi va bene, i bambini vanno a scuola al mattino e poi noi ci spostiamo per lavorare. 3. A volte nel pomeriggio dopo la scuola porto i bambini, per svagarsi un po’ nel verde, ma non spesso perchè non ci sono tante altre famiglie e ci sono parchi attrezzati non lontani. Ci stiamo mezz’oretta. 4. Non ci sono aree per far giocare i bambini, e non tagliano spesso l’erba, quando è alta non mi piace venire, si è costretti a stare nei vialetti. Il parco è bello se si può stare nell’erba. Una cosa positiva è che il parco è bello grande, un polmone pulito. 5. Mi piacerebbe ci fosse qualcosa per i bambini. 6. Magari un baretto per i gelati, anche la casetta che c’è addesso non so a che serve, magari si può mettere lì. 7. È una proposta interessante, la nuova area con il parcheggio e il bar potrebbe funzionare molto bene, bella anche l’idea di raggiungere il fiume. 8. Sicuramente l’area giochi per i bambini. INTERVISTA #12 1. No, vivo a Torino, da sempre. 2. Mi trovo bene. 3. Ci troviamo quasi tutti i pomeriggi della settimana a giocare a bocce, per stare un po’ in compagnia e passare del tempo; sa sono solo, almeno qua ci ritroviamo. 4. A me va bene così, sicuaramente è migliorato, prima venivano a drogarsi. In ogni caso potrebbero tagliare l’erba più spesso. Una cosa positiva è il campo da bocce, a me basta. 5. No no va bene, forse un po’ più di controlli, vengono spesso extracomunitari e quando grigliano
lasciano molto sporco. 6. Forse dei giochi per i bambini o magari si potrebbero aggiustare le porte del campo da calcio. 7. Non sono molto pratico, ma gli orti sono una bella idea, è come essere in campagna ma vicino a casa. 8. A me va bene qua il campo da bocce. INERVISTA #13 1. Vivo qua vicino, nelle case qua dietro, da 20 anni. 2. È un quartiere dove vivono persone che per lo più vanno via al mattino, portano i bambini a scuola e tornano alla sera. A me va bene lavoro part time e se devo fare delle commissioni non mi devo allontanare più di tanto. 3. Porto il cane tutti i giorni, tre volte almeno, l’area cani è comodissima, sto circa mezz’oretta. 4. Secondo me è un bel posto, c’è tantissimo verde, non tutti lo apprezzano, non capiscono cosa c’entri un ‘bosco abbandonato’ in mezzo alla città, ma a parer mio è importantissimo, sicuramente è un punto di respiro per la città e chi vive in città. Tutti dovrebbero dedicare del tempo al parco. Un aspetto positivo è sicuramente l’area cani che sfrutto tanto. Di negativo direi lo sporco che lasciano il sabato e la domenica, dopo le grigliate, oltrettutto hanno fatto un’area nuova e invece si mettono là in fondo e fanno il fuoco per terra e poi non si curano di cosa lasciano lì. 5/6. Si potrebbero incentivare le famiglie a venire di più, magari giochi per giovani o campi da gioco. 7. Bello, bravi, mi piacciono gli orti e l’area per lo sport. Gli orti si, potrebbero essere molto utili. 8. Sicuramente continuerò a sfruttare l’area cani, ma anche coltivare un orto potrebbe essere interessante. Inoltre anche raggiungere il fiume è bello, posso portare il cane d’estate a fare il bagno. INTERVISTA #14 1. Si, vivo qua nel quartiere
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2. N.r. * 3. Vengo qualche volta di pomeriggio a settimana con i miei amici, ci troviamo per giocare a calcio. 4. Non saprei, potrebbero tagliare di più l’erba e sistemare le porte dei campi. 5. Per me basterebbe sistemassero i campi da calcio per venire a giocare. 6. Mancano solo dei giochi per bambini. 7. Se ci fosse una nuova zona con i campi sportivi nuovi e un chiosco lo sfrutterei molto. 8. Come sopra. INTERVISTA #15 1. Si viviamo qua nel quartiere da 23 anni. 2. Mi sembra una zona molto ben fornita di servizi, c’è il supermercato, l’A.S.L. e le scuole, a noi va molto bene. 3. Qualche pomeriggio dopo la scula porto i bambini al parco, ma vengo tutti i giorni per portare il cane. 4. È tenuto abbastanza bene, mi dispiace non ci siano aree gioco per bambini. Invece, secondo me, è positivo il fatto che sia molto alberato, proprio un bosco, al mattino passeggio in quell’area e mi piace molto. Un altro aspetto positivo sicuramente è il fatto che hanno sistemato l’area cani, e visto che è stata suddivisa in tre aree si può fare anche addestramento occupando singolarmente un’area. 5. Potrebbe esserci più sorveglianza, il week-end risulta spesso sporco il parco, dopo che fanno la grigliata lasciano tutto lì senza preoccuparsi minimamente. Forse l’associazione di volontariato potrebbe essere più presente. 6. L’unica cosa, penso si possano mettere dei giochi per i più piccoli. 7. Sono sicuramente delle ottime idee, è molto interesante l’area con gli orti e la possibilità di potersi avvicinarsi al fiume. Inoltre, a parer mio, è molto funzionale creare un nuovo grande accesso al parco, così attrezzato sopratutto.
8. Porterei sicuramente i bambini a giocare e vicino al fiume. INTERVISTA #16 1. No, sono di Torino sono nato li. 2. Si ci sono abbastanza servizi; riesco a muovermi agevolmente con i mezzi per andare a lavorare, in più ci sono i supermercati. 3. Vengo tutti i giorni al pomeriggio per allenarmi, corro un po’ tra i parchi qua nella zona. Corro circa per un’oretta. 4. Mi piace molto correre nella parte vicino al fiume, anche se più boscosa, non risulta un problema, anzi la trovo più piacevole, almeno si stacca un po’ dalla solita aria di città. Inoltre, proprio perchè è stata lasciata naturale, risulta essere un filtro dalla città anche per i rumori. 5. A me va bene così, non lo sfrutto per altre attività. 6. Non so bene com’è attrezzato ora, corro solo in quest’area boscata, so che è che molto grande ma nn ci sono mai andato effetttivamente. 7/8. Idee interessanti, potrei sfruttare l’area sport con gli amici, potremmo andare a giocare qualche sera. INTERVISTA #17 1. Si ma sono studente, non lavoro. 2. Il quartiere mi pare ben servito, con i mezzi pubblici vado a scuola e raggiungo facilmente Torino. 3. Vengo al parco una volta a settimana in quanto vicino ci abitano i miei nonni; quando vengo facciamo una passeggiata. 4. Penso che il parco attualmene abbia un buon potenziale ma che non venga realmente sfruttato, non vi è una particolare cura generale del verde e le attrezzature sportive sono lasciate abbandonate. L’unica cosa positiva è la presenza dei barbecue. 5. Personalmete penserei a installare delle telecamere di sorveglianza sopratutto in corrispondenza del parcheggio interno, in quanto più volte ho
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sentito lamentele riguardo a furti. 6. Opterei per la sistemazione dei campetti in modo da incentivare i genitori a portare i bambini. 7. Di questo progetto trovo molto interessante il collegamento tramite la nuova passerella per raggiungere l’altro parco, al di là del fiume, o per raggiungere il fiume stesso. Inoltre la nuova sistemazione dei barbecue vicino al parcheggio è un buon modo per mantere viva quella zona. 8. Sicuramente potrei venire il week-end con i miei amici a fare le grigliate o a giocare nei nuovi campi. *N.r. - domanda non risposta
The linear forest
Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2015-2016 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Leonardo Ramondetti, Quirino Spinelli
C H I A R A D E M AT T I A ANDREINA MARIANI GINEVRA SERENA
INDICE
1. Nichelino: Un Territorio Frammentato USI DELLO SPAZIO FORME NELLO SPAZIO ATTESE, DOMANDE, NECESSITÀ
2. Città Bosco e Città Mercato SPAZI NATURALI E COSTRUITI PUNTI DI CONTATTO E DI ROTTURA
3. The Linear Forest IL BOSCO NELLA CITTÀ LE ISOLE DELLO SPORT WOODNESS
4. Interviste
1
Nichelino: Un Territorio Frammentato
2
L’area di progetto vede la sua collocazione nella cittadina di Nichelino, situata nella prima cintura sud di Torino, in una zona pianeggiante. In particolare, tale progetto ha avuto la necessità di approfondire lo studio, l’analisi e successivamente la progettazione nella zona della città che si dispone ai piedi del Parco Miraflores, detto anche “Il Boschetto”, che rappresenta una delle più ampie aree verdi della zona. Tale parco, fa parte del patrimonio della città di Nichelino ed insieme al Parco del Sangone e al Parco Colonnetti forma un’area verde contigua di oltre 600.000 metri quadrati. La zona è inoltre caratterizzata da due assi stradali, Via Torricelli e Via XXV Aprile; se la prima rappresenta esclusivamente un elemento di collegamento tra la città di Torino e Nichelino, la seconda rappresenta l’affaccio degli edifici commerciali in questa specifica zona della città. Attorno a tali elementi si dispongono poi gli edifici residenziali, che presentano caratteristiche e composizioni completamente differenti, con uno sviluppo eterogeneo. Questo tessuto residenziale risulta pertanto ben servito, oltre dai servizi di carattere commerciale, anche da scuole che si sviluppano lungo l’asse principale e dalla piazza del mercato. Si compone così un tessuto particolarmente fitto, che si contrappone nettamente al Parco, completamente distaccato da queste realtà, vissuto come un luogo che c’è ma non si vede, quasi abbandonato a se stesso.
3
inquadramento area
4
USI DELLO SPAZIO La prima parte dell’analisi ha voluto esaminare la composizione e le caratteristiche di questi luoghi con un’indagine particolarmente concreta. Sono stati pertanto evidenziati gli elementi e i principi che caratterizzano l’ambito sociologico. Attraverso l’analisi della densità fisica, si nota come le zone con un’alta densità risultino essere particolarmente focalizzate in spazi specifici della città, così come la media densità fisica caratterizza prettamente la zona al margine del Parco, mentre la bassa densità fisica occupa la maggior parte della superficie residenziale. L’analisi della densità sociale è stata effettuata in due momenti della giornata, in modo tale da comprendere come, con il passare delle ore, gli spazi e i luoghi vengano vissuti e percepiti in modi diversi. L’analisi della viabilità, ha portato ad effettuare una serie di ragionamenti legati a come Via XXV Aprile viene vissuta e percepita dai cittadini. Sicuramente rappresenta un asse di viabilità veloce, particolarmente trafficato, che si contrappone alle strade secondarie che da essa dipartono. L’analisi della complessità e leggibilità, ha portato a definire Via XXV Aprile e alcune zone residenziali limitrofe particolarmente leggibili, in base alla presenza di un asse rettilineo e di una maglia dell’edificato particolarmente regolare e pertanto semplice da comprendere. Il parco invece rappresenta una zona sicuramente complessa, a
causa della scarsa percezione degli spazi e dei luoghi che lo compongono. L’analisi del margine barriera e sutura ha portato ad evidenziare inizialmente come il parco rappresenti un elemento assolutamente slegato dal resto della città, anche a causa delle barriere fisiche e visive che contrappongono gli spazi naturali agli spazi dell’abitare. Anche il fiume Sangone rappresenta una barriera di separazione tra il Parco “Il boschetto” e il Parco Colonnetti. Si compongono così degli spazi angusti e poco sfruttati. E’ stata poi affrontata l’analisi legata al nodo congiunzione, nodo concentrazione e al gradiente. Il nodo congiunzione viene rappresentato dalle rotonde che caratterizzano Via XXV Aprile; il nodo concentrazione compone dei focus e punti di aggregazione che si sviluppano sia all’interno del parco sia nella piazza del mercato, mentre il gradiente è dato da Via Torricelli. L’analisi della sorpresa e della stabilità ha accentuato il fatto che il parco risulti un elemento inaspettato e in contrapposizione con gli altri spazi. I luoghi d’ingresso ad esso risultano sicuramente delle zone che portano ad un atteggiamento di sorpresa, mentre la stabilità viene percepita nelle aree residenziali. L’analisi dei landmark vede nel Parco “Il boschetto” quello di ampio raggio, mentre nella piazza del mercato quello di breve raggio. Per luoghi simbolici si evidenzia il Monastero della Bela Rousin.
5
6
alta densità fisica
media densità fisica
bassa densità fisica
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alta densità fisica media densità fisica bassa densità fisica
0
300
densità fisica
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densitĂ focalizzata (mattina e pomeriggio)
alta densitĂ sociale (mattina e pomeriggio)
bassa densitĂ sociale (mattina)
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focalizzazione alta densitĂ sociale bassa densitĂ sociale
0
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densitĂ sociale (mattina e pomeriggio)
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viabilitĂ veloce
viabilitĂ lenta
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viabilitĂ veloce viabilitĂ lenta
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viabilitĂ
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alta leggibilitĂ
alta complessitĂ
bassa complessitĂ
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alta leggibilità alta complessità bassa complessità
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leggibilità e complessità
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margine barriera
margine sutura
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margine barriera margine sutura
0
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margini
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nodo congiunzione
nodo concentrazione
gradiente
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nodo congiunzione nodo concentrazione gradiente
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nodi e gradiente
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sorpresa
stabilitĂ
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sorpresa stabilitĂ
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sorpresa e stabilitĂ
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landmark ampio raggio
landmark breve raggio
luoghi simbolici
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Mausoleo della Bela Rosin
Parco del Boschetto
edifici residenziali piĂš alti della zona
Piazza del mercato
landmark ampio raggio landmark breve raggio luoghi simbolici
0
300
landmark e luoghi sibolici
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FORME NELLO SPAZIO L’analisi sociologica ha la volontà di comprendere come i luoghi si compongono e si sviluppano, in modo da individuare i punti di forza e i punti di debolezza, tali da creare un progetto sensato. L’indagine è pertanto stata portata a termine attraverso un’analisi non più dettata dalla composizione oggettiva degli spazi e degli ambienti, ma attraverso una nostra personale visione di come gli stessi spazi, trattati precedentemente, vengano vissuti e percepiti dagli abitanti di Nichelino. Tale analisi è pertanto stata effettuata mediante una serie di fotografie che potessero rappresentare una determinata azione o situazione. Lo spazio è stato studiato attraverso una nostra personale percezione, dettata da sensazioni che noi stesse abbiamo provato percorrendo quei luoghi, ma anche attraverso i comportamenti, le attività e le azioni svolte dagli stessi cittadini nei momenti relativi ai nostri sopralluoghi.
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spazi latenti complementari
Un metodo per analizzare i luoghi è dato dalla determinazione degli spazi latenti complementari; essi rappresentano quei luoghi con funzioni che vogliono rafforzare e arricchire le funzioni che li caratterizzano, senza però entrare in conflitto e competizione con quelle manifeste (cioè le funzioni principali dei luoghi). Tali spazi latenti sono stati individuati in un parco del quartiene di Nichelino che è stato utilizzato come lunapark momentaneo. Ciò ha attirato in quel periodo un maggior numero di popolazione nel quartiere.
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sicurezza/insicurezza intrappolamento
L’analisi legata alla sicurezza ed insicurezza è stata vissuta in primo luogo attraverso la sensazione di intrappolamento percepita in corrispondenza dei grandi condomini che caratterizzano la zona d’interesse a Nichelino. Gli edifici sono composti da alcuni percorsi pedonali a passerella completamente delimitati da barriere fisiche e visive, che impediscono, a chi percorre tale spazio, di relazionarsi con il contesto.
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sicurezza/insicurezza spaesamento
La percezione di sicurezza ed insicurezza è stata poi vissuta attraverso una sensazione di spaesamento, che è stata percepita nella piazza dove si svolge il mercato di quartiere (in corrispondenza di Via I maggio). Lo spazio risulta particolarmente vasto, la popolazione lo vive e lo sfrutta in momenti saltuari, gli alberi sono radi e il sole battente ci ha portato alla necessità di individuare diversi e nuovi punti di riferimento.
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concavità
Viene poi definita l’analisi che prevede la determinazione della concavità, essa dipende dalla diversa composizione del rapporto tra spazi aperti e spazi edificati. Gli spazi concavi, sono quegli spazi “centripeti”, che trasmettono la sensazione di essere attratti verso l’interno. Questo è quello che accade per una classe di bambini, nella piazza del mercato, tutti hanno trovato posto nella zona centrale, pavimentata, come se fossero richiamati in questa specifica parte della piazza.
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convessità
La percezione della concavità si contrappone a quella della convessità. In questo caso gli spazi sono “centrifughi”, vi è la sensazione di essere in campo aperto, spinti verso l’esterno. Questo accade in uno dei giardini pubblici che caratterizza la zona, in corrispondenza di Via Torricelli, qui non vi è la presenza di limitazioni, margini o barriere, gli spazi sono completamente aperti e non limitati.
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popolazione atteggiamento di cura
Un altro aspetto del luogo analizzato risulta essere la popolazione, cioè un insieme di soggetti che utilizzano i luoghi e gli spazi che li circondano con modalità d’uso differenti in base alle proprie necessità. Nascono pertanto diversi tipi di atteggiamenti e di comportamenti di tali soggetti verso gli spazi urbani. Uno di essi è l’atteggiamento di cura, caratterizzato dall’assunzione di responsabilità, dalla volontà pertanto di conservare e migliorare tali spazi. Ciò viene rappresentato tramite l’immortalamento di una signora che si prende cura di quei pochi spazi naturali che ancora persistono in città.
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popolazione estetico ed espressivo
Un altro tipo di atteggiamento della popolazione è quello estetico/espressivo, che è invece caratterizzato dalla volontà di partecipare in maniera coinvolta. Questo è visibile in un piccolo parco di quartiere, dove i bambini giocano tra gli alberi in maniera totalmente naturale, come se quei luoghi fossero la loro casa.
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appropriazione conflittuale
Si passa poi all’appropriazione, vale a dire l’uso di un particolare spazio pubblico da parte di uno specifico gruppo di persone, che definisce un rapporto stretto con il luogo stesso. PiÚ nel dettaglio, si parla di appropiazione conflittuale, quella che genera una sottrazione dello spazio pubblico ad altri soggetti. Tale sensazione viene individuata in una serie di murales, visti come atti di vandalismo.
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appropriazione sinergica
Si contrappone l’appropriazione sinerginca, che risulta essere invece priva di conflitti, tale da produrre effetti positivi per l’intera popolazione. Questa sensazione viene rappresentata dal medesimo soggetto individuato precedentemente, il murales, che in questo caso si inserisce all’interno di spazi scolastici, rendendoli così più divertenti e spensierati.
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retroscena
Vi è poi la composizione e individuazione di momenti di esposizione pubblica e momenti di privacy. Tali situazioni possono nascere in rapporto alla struttura spaziale. Si creano pertanto spazi di retroscena, luoghi in cui i soggetti si comportano in modo informale e spontaneo. Questa situazione è stata individuata nella scena di una ragazza che mangia un panino seduta su una panchina vicino ad un parcheggio. Si tratta di un luogo appartato, lontano dal passaggio della popolazione, in modo tale da sentirsi liberi di poter essere se stessi.
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ribalta
Si contrappone l’atteggiamento di ribalta, dove i soggetti si presentano al pubblico, agiscono in modo da controllare l’immagine di sè trasmessa agli altri. Ciò viene individuato nella figura di un poliziotto che controlla il flusso di veicoli all’apertura di un nuovo supermercato.
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prossemica
La struttura fisica dello spazio non compone direttamente aggregazione; essa infatti può essere favorita o sfavorita. Particolarmente importante risulta il modo in cui l’organizzazione spaziale regola le distanze tra gli interlocutori. Tale elemento viene definito prossemica; uno degli strumenti per determinare e definire la prossemica è la panchina. Nel primo caso analizzato, le panchine sono disposte in modo da risultare adatte all’osservazione del passaggio, all’attività individuale, e risultano poco adatte alla comunicazione.
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prossemica
Nel secondo caso, dove la prossemica viene sempre analizzata attraverso lo strumento delle panchine, la loro disposizione risulta essere adatta alla comunicazione interpersonale, generalmente caratterizzata da un numero ridotto di individui.
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A seguito dei primi sopralluoghi per effettuare le interviste, ma anche durante sopralluoghi precedenti, abbiamo realizzato una serie di mappe mentali, il cui intento è quello di comprendere quali siano gli elementi che più ci rimangono impressi dei luoghi analizzati. Da qui possiamo comprendere come il Parco “Il boschetto” e la Via XXV Aprile rappresentino dei luoghi di forte rilevanza.
mappa mentale
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mappe mentali
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ATTESE, DOMANDE, NECESSITÀ Attraverso l’analisi sociologica, sono state effettuate una serie di interviste direttamente sul luogo dove dovrebbe sorgere il nostro progetto. Tali interviste, ci hanno portato a determinare come il luogo si presenta e come viene percepito, specialmente nell’ambito dei servizi e degli spazi che compongono e caratterizzano Via XXV Aprile. Oltre ai molteplici sopralluoghi, queste interviste hanno rappresentato uno spunto in più per farci ragionare su quello che sarebbe diventato il nostro progetto finale, grazie alle opinioni di chi vive questi luoghi nella sua quotidianità. A tale scopo abbiamo deciso di concentrarci proprio nei punti focali e per noi più interessanti, partendo dalla zona del Parco “Il boschetto” e percorrendo Via XXV Aprile, proseguendo poi per tutte le diramazioni che da lì dipartono. Abbiamo inoltre svolto l’indagine scegliendo i campioni, diverse fasce d’orario e selezionando fasce d’età in modo tale da individuare e comprendere le caratteristiche della zona in modo complessivo, senza tralasciare nessuna opinione. A tutti i soggetti sono state poste poche e semplici domande, sempre le stesse, per essere il più possibile concise, puntuali e precise nell’indagine. Le interviste pertanto sono tutte caratterizzate da una serie di domande iniziali di carattere generale, alcune più specifiche sui servizi presenti lungo Via XXV Aprile e una domanda conclusiva legata all’idea del nostro progetto e a quanto possa essere valida o meno agli occhi dei cittadini stessi.
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11 14 13
3 8
12
7
5
2
9
10 6
4
1
0
15
300
collocazione interviste
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Attraverso le interviste, abbiamo potuto comprendere il punto di vista della popolazione. Non è stato semplice coinvolgere gli abitanti in questo progetto in quando molti erano di corsa e spesso diffidenti. Possiamo comunque ritenere il lavoro ottenuto soddisfacente, in quanto le persone ascoltate hanno dato “anche solo in parte” il loro contributo, portando così alla definizione di piccoli spunti e idee, attraverso un pensiero critico, che ci hanno fatto ragionare e ci hanno aiutato a definire e determinare quello che poi è diventato il progetto vero e proprio. Ascoltando varie fasce di popolazione, abbiamo ottenuto risposte molto diverse, ma possiamo sicuramente sostenere che in linea di massima la popolazione non risuti particolarmente soddisfatta della vita a Nichelino, principalmente a causa dell’assenza di servizi e attività per il tempo libero. Inoltre, tutti individuano nel Parco “Il boschetto” un elemento distaccato, lontano e anonimo. I giovani tendono a vivere con difficoltà questa zona, vi sono poche attività e molti si spostano a Torino. Gli anziani sono invece affezionati alla loro città, alla loro quotidianità e alle loro piccole cose. Possiamo notare come tutti vedano e percepiscano la distinzone tra gli spazi residenziali e gli spazi di aggregazione. Il tessuto viene vissuto in parte, c’è poca linearità negli spazi e la popolazione vive a “macchie” la città, non sfruttando le scarse possibilità che il territorio offre. Vi è inoltre la necessità da parte di tutti di creare qualcosa di nuovo, di far riscoprire gli spazi e individuarne altri, di mantenere l’elemento naturale come punto di forza, dando però anche peso a delle forme di attività che possano ravvivare la città di
Nichelino. Qui di seguito riportiamo una tabella riassuntiva dei 15 intervistati e delle loro caratteristiche. Oltre al sesso e all’età, abbiamo indicato se il soggetto è residente o meno della zona di Nichelino. Abbiamo inoltre definito il luogo, il giorno e l’ora in cui è stata effettuata l’intervista. Abbiamo infine inserito il giudizio complessivo dell’intervistato nei confronti della nostra idea progettuale.
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N°
SESSO
ETA’
1
M
80
2
F
50
3
F
18
4
F
5 6 7
RES/NON
ORA
GIUDIZIO
LUOGO
GIORNO
res
Via Lagrange
3/05
11.00
+
non
Via S. Matteo
3/05
11.00
+/-
res
Via XXV Aprile
3/05
12.00
+
40
non
Via XXV Aprile
3/05
12.00
+
M
60
res
Via XXV Aprile
3/05
12.00
+/-
F
30 + 7
res
Via Stupinigi
13/05
16.00
+
F
70
res
Via XXV Aprile
13/05
16.00
+
8
M
25
res
Via Gandhi
13/05
17.00
9
M
35
res
Via S. Matteo
13/05
17.00
+ +/-
10
F
65
res
Via I Maggio
13/05
17.00
+/-
11
F
19
res
Via Belfiore
02/06
10.00
+
12
M
45
non
Via XXV Aprile
02/06
10.00
+
13
F
35 + 3
res
Via XXV Aprile
02/06
11.00
14
F
80
res
Via Cacciatori
02/06
11.00
+ +/-
15
M
25
non
Via S. Matteo
02/06
11.00
+
tabella interviste
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Città Bosco e Città Mercato
43
Le analisi dell’ambito sociologico si legano alle analisi di tipo urbanistico che riportiamo qui di seguito e che vogliono sondare tutto il contesto fin qui descritto, individuando e determinando degli aspetti che rappresenteranno i punti focali dai quali prenderà piede il nostro progetto. Lo spazio viene analizzato nell’ambito pubblico e privato. Per comprendere quale prevale, è opportuno conoscere i luoghi a fondo. Proprio per questo motivo l’analisi viene effettuata sia nell’ambito della morfologia del costruito che relativamente al sistema della naturalità. In entrambi i casi, è stata effettuata inanizitutto un’analisi più superficiale, caratterizzata dalla volontà di diversificare gli elementi in pochi casi, determinando lo spazio in modo generico. Successivamente siamo passate ad un’analisi più dettagliata andando a determinare ed analizzare i singoli casi, in modo da definire più precisamente la composizione di quest’area di Nichelino. Per la morfologia del costruito la prima indagine voleva definire gli insediamenti per il lavoro, quelli residenziali e quelli ad uso pubblico. Successivamente, scendendo nel dettaglio, pur mantenendo invariata la scala della mappa di riferimento, sono state definite separatamente le tre tipologie edilizie che caratterizzano la zona, cioè villette, case a schiera e condomini; le industrie; i piccoli e grandi contenitori commerciali; gli edifici in disuso e/o abbandonati; gli edifici misti, cioè quegli edifici che pur essendo prettamente ricollegabili ad edifici residenziali presentano generalmente al piano terra spazi di carattere commerciale. Attraverso i numerosi sopralluoghi abbiamo riscontrato che tali spazi risultano di diverse tipologie, composizione
e caratteristiche. Vi sono infatti bar, supermercati, farmacie, cartolerie, ecc. Ed infine gli edifici di servizio, come scuole, chiese, ecc. Lo stesso metodo è stato applicato per il sistema della naturalità, evidenziando in primis esclusivamente le aree naturalistiche cioè il Parco “Il boschetto” e le rive del fiume Sangone; successivamente, le aree verdi progettate cioè le aree sportive, i giardini pubblici e i campi sportivi, ed infine le aree verdi non progettate, rappresentate dagli spazi privati. Tale analisi è stata poi approfondita, attraverso una maggiore distinzione: gli spazi privati, condominiali, orti urbani, campi agricoli e i giardini pubblici o campi sportivi.
45
SPAZI NATURALI E COSTRUITI Le analisi effettuate ci hanno portato a definire una serie di considerazioni sugli spazi e i luoghi che caratterizzano questa specifica zona di Nichelino. Dal punto di vista della morfologia del costruito, abbiamo subito notato come la zona è caratterizzata dalla presenza di tre differenti tipologie edilizie che si sviluppano in diverse aree. Le villette e le case a schiera, che spesso si integrano e si relazionano tra di loro, si sviluppano principalmente a raggiera attorno al Parco “Il boschetto” creando così una cintura, un margine di separazione tra la naturalità e il costruito, come peraltro era già stato evidenziato precedentemente attraverso l’indagine sociologica. Per quanto riguarda i condomini, essi si distribuiscono principalmente in corrispondenza di Via XXV Aprile, dove la città risulta essere meno residenziale. Un altro aspetto che caratterizza questa zona è rappresentato da come le funzioni che caratterizzano Via XXV Aprile cambino radicalmente dalla zona più periferica a quella più centrale. Nella prima, si inseriscono principalmente edifici industriali, piccoli e grandi contenitori commerciali, pur avendo una posizione molto ravvicinata col Parco “Il boschetto”; mentre nella seconda vi sono prettamente edifici residenziali, edifici “misti” e piccoli contenitori commerciali. Gli edifici che si affacciano all’asse stradale in questione sono legati anche all’ambito dei servizi in quanto vi sono molte scuole (asilo nido, elementari, medie e superiori). Per quanto riguarda gli spazi di carattere naturalistico, oltre al Parco “Il Boschetto”, che pur occupando una gran parte della superficie rispetto all’area analizzata non rappresenta un punto focale, in quanto la popolazione lo percepisce e lo
vive molto poco, da una serie di spazi verdi privati o privati e condominiali e da piccoli giardini pubblici che, seppur ben forniti con attrezzature per il gioco per bambini, risultano poco sfruttati. L’insieme di tutte queste analisi ci ha portato a riflettere su come questa zona di Nichelino sia caratterizzata dalla presenza di due città in una. La prima viene definita “città bosco”, rappresentata per l’appunto dal Parco “Il boschetto”, polmone verde di scarso interesse. La seconda è la “città mercato” rappresentata invece da Via XXV Aprile, cioè un importante asse stradale, che risulta essere fondamentale sia come elemento per la viabilità, sia come spazio sul quale si affacciano le principali attività commerciali della zona. Abbiamo inoltre constatato come queste due città risultino essere completamente slegate, non ci sono pertanto punti di contatto, condivisione o unione.
46
insediamenti per il lavoro (industrie)
insiediamenti residenziali
insediamenti ad uso pubblico (scuole)
47
insediamenti per il lavoro (industrie) insediamenti residenziali insediamenti ad uso pubblico (scuole,chiese...)
0
300
morfologia del costruito
48
edilizia residenziale piccola (villette)
edilizia residenziale media (case a schiera)
edilizia residenziale grande (condomini)
49
edilizia residenziale piccola (villette)
grandi contenitori
edilizia residenziale media (case a schiera)
edifici in disuso
edilizia residenziale grande (condomini)
edifici “misti�
industrie
edifici di servizio (scuole,chiese...)
piccoli contenitori
0
300
morfologia del costruito
50
aree naturalistiche (rive fiume)
aree verde progettate (giardini pubblici)
aree verdi non progettate (spazi privati)
51
aree naturalistiche (rive fiume, boschi, prati, parchi) aree verdi progettate (aree sportive, giardini pubblici, campi agricoli) aree verdi non progettate (spazi privati)
0
300
sistema della naturalitĂ
52
verde antropizzato
verde privato
giardino pubblico
53
verde antropizzato
giardini pubblici, campi sportivi
verde privato
campi agricoli
verde privato condominiale
orti privati
parchi
0
300
sistema della naturalitĂ
54
PUNTI DI CONTATTO E DI ROTTURA Attraverso l’insieme di tutte queste analisi svolte, sia nell’ambito sociologico che urbanistico, siamo giunte a determinare la zona che risulta essere più interessante e per la quale abbiamo avviato il nostro progetto. La composizione degli spazi della “città bosco” e della “città mercato” sono definiti attraverso una serie di concept che elenchiamo di seguito e che rappresentano ed evidenziano i principi fondamentali che caratterizzano la zona, elementi spesso negativi, che dovrebbero trovare una soluzione positiva attraverso la definizione del progetto.
55
“limite”
Attraverso l’analisi legata alla morfologia del costruito e ai numerosi sopralluoghi, abbiamo constatato come l’edificato si sviluppi attorno al Parco “Il boschetto” creando un vero e proprio limite tra questi due diversi elementi. Tutto l’edificato, indipendentemente dalla composizione, dalle caratteristiche e dalla funzione, impedisce qualsiasi tipo di contatto e relazione.
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“permeabilità (fisica e visiva)”
Il concetto di limite si lega inoltre alla permeabilità. Percorrendo Via XXV Aprile, il Parco “Il boschetto” risulta essere completamente invisibile. Vi è infatti una scarsa permeabilità sia fisica che visiva, il parco non viene percepito. La barriera rappresentata dall’edificato, impedisce a chi percorre l’asse stradale di poter facilmente giungere al parco e viceversa.
57
“funzioni”
L’edificato che si sviluppa attorno al Parco “Il boschetto” e lungo Via XXV Aprile, presenta differenti tipi di funzioni. Nella zona più periferica si insediano principalmente industrie e grandi contenitori di carattere e composizione commerciale. Man mano che si giunge verso il centro di Nichelino, attraversando l’asse stradale, si inserisce una tipologia dell’edificato di carattere prettamente residenziale e commerciale. In tutti e tre i casi, non vi è nessun legame e rapporto con il parco.
58
“secondo limite”
Inoltrandoci nel Parco “Il boschetto” durante i vari sopralluoghi, abbiamo notato come esso si suddivida, seppur al suo interno, in due ambiti completamente diversi. La zona più interna risulta essere caratterizzata esclusivamente dalla presenza di bosco vero e proprio, in alcuni casi anche quasi abbandonato a se stesso. Mentre dall’altra parte possiamo notare come, tutta la fascia più esterna, al margine del bosco stesso, risulti essere maggiormente vissuta dalla popolazione anche grazie alla presenza di attrazzature e servizi. Vi sono infatti panchine, attrezzature per i cani, spazi per il barbecue e un centro bocciofilo. Questo fa si che, dopo un primo limite definito dal parco nei confronti del resto della città, sorga all’interno del parco stesso un secondo limite, che ha la capacità di separare quei pochi spazi sfruttati dal resto dell’area.
59
“contatto”
L’analisi morfologica del costruito ci ha portato a definire ed analizzare anche gli edifici in disuso, che si inseriscono all’interno del tessuto residenziale. Essi rappresentano principalmente grandi e medi edifici industriali ,abbandonati ed in cattivo stato di conservazione. Tale analisi ha determinato come la collocazione di uno di essi si trovasse proprio in corrispondenza del Parco “Il boschetto”. Questo edificio, che costituisce in qualche modo un punto di contatto tra la “città bosco” e la “città mercato”, rappresenta l’elemento dal quale vorremmo far partire il nostro progetto.
61
The Linear Forest
62
Dopo la serie di analisi legate alla morfologia del costruito, all’aspetto naturale del luogo, alla percezione degli spazi, alla nostra personale visione dell’ambiente e anche al pensiero dei cittadini che vivono costantemente questi luoghi, abbiamo individuato quegli spazi che possono racchiudere le maggiori problematiche e carenze. Queste sono state definite in una serie di concept che ci hanno fatto ragionare sui problemi che noi, attraverso il nostro progetto, vorremmo risolvere o per lo meno contenere. L’aspetto che vorremmo sottolineare maggiormente è la forte e netta contrapposizione che si crea tra queste due città, questi due luoghi che abbiamo percepito: la “città bosco”, così ricca di natura, e la “città mercato”, caratterizzata in primis da quest’asse stradale (Via XXV Aprile) che con la sua rigidezza si contrappone al mondo naturalistico. La volontà è quindi quella di creare un legame tra le due, una congiunzione che possa comporre un’unica città.
63
area d’interesse
64
IL BOSCO NELLA CITTÀ La volontà di creare un collegamento, un legame tra queste due sfere così diverse e distinte è nata dalla necessità di avvicinare i due mondi. Il primo ragionamento che abbiamo fatto per determinare quale potesse essere l’elemento da cui partire per effettuare questa operazione era quello di rendere una città più simile all’altra e viceversa. Ci siamo così rese conto che il simbolo della “città bosco” fosse proprio l’albero e di come la “città mercato” seppur caratterizzata da moltissimi giardini e spazi verdi, ne fosse allo stesso tempo carente. Abbiamo così individuato nell’albero il punto di partenza per la stesura del progetto. La volontà era quindi quella di portare il bosco in città. L’operazione è stata svolta in modo molto rigoroso. Dopo un’accurata indagine relativa alla tipologia di alberi presenti a Nichelino, abbiamo definito una griglia con una distanza di 10 x 10 m che potesse essere un punto di partenza per il posizionamento degli alberi. Questa griglia ci ha permesso di creare un bosco lineare, nettamento distinto dagli alberi preesistenti in base alla loro conformazione. La griglia di 10 x 10 m è stata definita in quanto, pur volendo portare il bosco in città, l’intento era quello di creare degli spazi il più possibile vivibili e fruibili. Successivamente alla sovrapposizione della griglia in base al disegno dell’area, ci siamo rese conto di non poter piantare gli alberi in tutti i punti della grglia, ma esclusivamente in alcuni luoghi e spazi liberi, abbiamo così un totale di 700 alberi. Tale volontà, ci ha portato alla necessità di approfondire le conoscenze degli spazi dove vi era stata la possibilità reale di collocazione. Pertanto, è stata effettuata una nuova indagine più puntuale sia a livello dei luoghi che a livello di contenuti dal
punto di vista degli spazi costruiti e non costruiti (riportata di seguito). Abbiamo così appreso come gli spazi selezionati fossero caratterizzati da composizioni e funzioni totalmente differenti tra di loro e come ogni spazio avesse una propria particolare conformazione. Questi luoghi sono inoltre caratterizzati da edifici in disuso e spesso carenti di funzioni necessarie. Pertanto l’intento di portare il bosco in città è seguito dalla volontà di definire delle aree con nuove funzioni che potessero andare ad incentivare e completare quelle esistenti, intervenendo sia sugli spazi chiusi che aperti. Per tale ragione lo studio di questi luoghi è stato definito in tre differenti layer, che racchiudono i luoghi puntuali dell’intervento: edifici, maglia d’alberi e superfici.
65
0
300
maglia d’alberi
66
edilizia residenziale piccola (villette)
grandi contenitori (negozi, magazzini)
edilizia residenziale media (case a schiera)
edifici in disuso
edilizia residenziale grande (condomini)
scuole
box auto
edifici “misti�
piccoli contenitori (negozi, magazzini)
67
0
100
spazi costruiti
68
verde privato condominiale
strade, percorsi
verde privato
parcheggi
verde “tra�
campi agricoli
parchi
spazi privati non verdi
giardini pubblici, campi sportivi
marciapiedi
orti privati
69
0
100
spazi non costruiti
70
edifici preesistenti edifici rifunzionalizzati
71
edifici
72
alberi preesistenti griglia d’alberi
73
alberi
74
superfici pavimentate superfici non pavimentate
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superfici
76
77
“isole”
78
LE ISOLE DELLO SPORT In seguito al posizionamento degli alberi in base alla griglia e alla definizione degli spazi, sono nati i veri e proprio luoghi d’intervento che sono stati poi definiti “isole”. Esse sono caratterizzate dalla loro collocazione lungo l’asse stradale di Via XXV Aprile (la “città mercato”), una di esse inoltre si sviluppa proprio in corrispondenza del Parco “Il boschetto” (la “città bosco”). Vi era la necessità di definire una funzione predominante da inserire all’interno di questi spazi e che potesse essere anche l’elemento di collegamento tra le varie isole. Abbiamo così ragionato su quale potesse essere la funzione prevalente e ci siamo rese conto che la città di Nichelino non affronta al meglio il tema dello sport, che oltre ad essere una questione di notevole importanza per tutte le fasce d’età si relaziona al meglio con gli spazi aperti e quindi alberati. Un’altra questione fondamentale era quella di creare un collegamento che mantenesse le cinque isole unite, per questa ragione e per attenersi al tema dello sport si è deciso di inserire un percorso ciclopedonale lungo Via XXV Aprile. Ogni isola affronta il tema dello sport, attraverso atteggiamenti e questioni differenti, in modo tale da non risultare ripetitivo in un raggio così breve, ma interessante per tutte le fasce d’età. Tali specifiche funzioni sportive sono inoltre state scelte e selezionate in base alle funzioni già presenti all’interno delle singole isole, in modo da creare un atteggiamento di continuità con le preesistenze. Ogni isola è stata fornita di spazi attribuiti a parcheggio ed inoltre sono state ipotizzate delle varietà di alberi da inserire in base alle caratteristiche e alle sensazioni che si dovrebbero percepire in quei luoghi, ottenendo così la possibilità di diversificare
ulteriormente la maglia d’alberi dagli alberi preesistenti.
79
“Shopping, relax e rock’n’roll”
“Il benessere psicofisico”
“Il nido nel bosco”
“Lo sport per eccellenza”
pista ciclabile
“Gli sport di una volta”
“isole”
80
“GLI SPORT DI UNA VOLTA”
L’isola trova la sua collocazione tra Via XXV Aprile, Via San Matteo e Via I Maggio, spazio dove si apre la piazza, luogo del mercato settimanale. Quest’isola è caratterizzata dalla presenza di edilizia residenziale di grandi dimensioni cioè da condomini con box auto di pertinenza. Attraverso i sopralluoghi abbiamo notato come uno di questi condomini si sviluppi in corrispondenza di un ampio spazio naturale, senza nessun tipo di funzione rilevante, quasi abbandonato a se stesso. Vi sono poi alcuni spazi naturali con funzione di giardini pubblici nelle vicinanze di un piccolo contenitore adibito a magazzino e un edificio in disuso che si affaccia su Via XXV Aprile. L’intento principale per quest’isola era dato dalla necessità di rifunzionalizzare l’area naturalistica dove dovrebbe sorgere il centro sportivo. Si prevede quindi l’inserimento in quest’area di un centro per anziani con palestra dolce e fisioterapia (in quanto abbiamo notato come questi condomini della zona siano abitati principalmente da persone anziane), di aree attrezzate con bocciofilo e di una scuola da ballo per anziani con relativa pista da ballo esterna. Per la definizione di tale isola sono stati studiati (come vedremo attraverso i concept riportati di seguito) gli accessi, i parcheggi, i collegamenti con la pista ciclabile, la corretta collocazione dei nuovi edifici e, naturalmente, il rapporto con la maglia d’alberi. Come tipoligia di alberi sono state scelte le Betulle.
81
condomini
82
edificio in disuso
edilizia residenziale edifici in disuso (box auto)
edifici residenziali edilizia residenziale grande (box auto) (condomini)
grandi contenitori piccoli contenitori edilizia residenziale piccola edilizia residenziale grande (magazzini)piccoli contenitori (magazzini) (villette) (condomini) (magazzini)
servizi
stato di fatto STATO DI FATTO_ISOLA 5
83
negozio articoli sportivi
area attrezzata anziani bocciofilo
pista ciclabile
scuola ballo anziani pista da ballo esterna
centro anziani palestra dolce fisioterapia
area attrezzata
parcheggio
progetto funzionale
84
pista ciclabile
accessi e parcheggi
orientamento
griglia d’alberi
schemi concettuali
85
1.
3.
4.
0
2.
50
progetto
86
1.
2. zoom
87
3.
4. zoom
88
pista da ballo esterna
89
campo da bocce
90
“IL NIDO NEL BOSCO”
L’isola in questione si affaccia principalmente lungo Via XXV Aprile e Via I Maggio. Il carattere di quest’isola risulta essere completamente differente rispetto a quella analizzata precedentemente. In questo caso la funzione principale è rappresentata dall’ambito scolastico, vi sono infatti nella medesima area il nido, le materne e le elementari, i cui edifici si inseriscono all’interno di un ampio spazio naturale adibito a giardino per il gioco dei bambini. L’isola è inoltre caratterizzata da edilizia residenziale grande, da piccoli contenitori con funzione di magazzino e da due edifici in disuso, uno dei quali di notevole superficie, che trovano la loro collocazione sul lato opposto di Via XXV Aprile. Per tali ragioni, in questo caso, l’attenzione maggiore doveva essere posta al mondo del bambino e alla sua sicurezza. La prima necessità era dunque quella di creare dei collegamenti sicuri che potessero unire i parcheggi limitrofi alle scuole. Sono così nati dei percorsi all’interno dei giardini, che oltre a collegare gli edifici scolastici si aprissero in modo da comporre degli spazi per il gioco. In questo caso specifico si considera il gioco come lo sport per i bambini, tali spazi sono quindi adibiti ad area attrezzata e a orti didattici. All’interno di quest’area già particolarmente boschiva si prevede l’inserimento di una doppia maglia d’alberi, caratterizzata principalmente da alberi da frutto (come ciliegi e albicocchi) ad integrazione degli orti didattici. La nostra idea si basa sulla volontà di mantenere questi spazi aperti anche al di fuori dell’orario scolastico in modo da poter essere sfruttati in altri momenti della giornata. Per quanto riguarda invece i due edifici in disuso, la nostra volontà è quella di inserire delle funzioni
che possano essere ricollegabili alla funzione principale della scuola. Pertanto si prevede l’inserimento del pre post scuola nel primo e di uno spazio per laboratori creativi nel secondo, sfruttabili durante tutto l’arco della giornata.
91
edificio scolastico - asilo nido
92
servizi
edilizia residenziale piccola edifici in disuso (villette)
complesso scuole complesso scuole (superiori) (nido_materne_elementari)
piccoli contenitoripiccoli contenitori edifici in disuso (magazzini) (magazzini)
edilizia residenziale grande palestra (condomini)
edifici in disuso
edilizia residenziale grande (condomini)
stato di fatto
93
pista ciclabilepista ciclabile campo atleticapre leggera studio post scuola campi da pallavolo spazi per laboratoriaule creativi basket biblioteca feste
parcheggio
orti didattici
area gioco attrezzata
palestra percorsi sicuri
centro aggregazione skatepark bar
parcheggio
progetto funzionale
94
pista ciclabile
accessi, parcheggi e percorsi
doppia griglia d’alberi
superfici
schemi concettuali
95
2.
3.
1.
4.
0
50
progetto
96
1.
2. zoom
97
3.
4. zoom
98
orti didattici
99
pre post scuola
100
“LO SPORT PER ECCELLENZA”
Quest’isola, che si sviluppa tra Via XXV Aprile e Via Stupinigi, è definita da un aspetto totalmente naturalistico. Non sono infatti presenti edifici di grossa rilevanza tranne alcuni piccoli contenitori, mentre vi è la sostanziale presenza di un campo da calcio e un parco totalmente immerso nel verde, caratterizzato da una serie di percorsi interni. In questo caso l’intento progettuale è quello di creare una vera e propria isola dove il punto focale sia interamente concentrato sull’ambito sportivo. Si prevede l’inserimento di un nuovo edificio adibito a palestra, posizionato in modo tale da inglobare l’edificio preesistente, integrato da una piscina esterna caratterizzata da una copertura mobile, in modo tale da poter essere utilizzata in tutte le stagioni dell’anno. Oltre al campo da calcio già esistente si è deciso di realizzare un campo da pallavolo e tra la grigia d’alberi un percorsodi attrezzi sportivi all’aperto. Inoltre un’area adibita a baby parking consente ai genitori di lascare i propri figli in totale sicurezza durante lo svolgimento delle proprie attività fisiche. Il progetto ha voluto pertanto approfondire le questioni legate agli accessi, alla pista ciclabile, ai parcheggi, ai percorsi attrezzati di collegamento all’interno dell’isola e inoltre la scelta della specie arborea è ricaduta sulla varietà delle betulle.
101
area verde pubblica
102
piccoli cotenitori (magazzini)
stato di fatto
103
parcheggio
campo da calcio
palestra/fitness fisioterapia
campo da pallavolo
piscina
baby parking
pista ciclabile
percorso sportivo attrezzato
progetto funzionale
104
accessi e parcheggi
pista ciclabile
percorsi
inglobamento preesistenze
schemi concettuali
105
4.
3.
1.
2.
0
50
progetto
106
1.
2. zoom
107
3.
4. zoom
108
piscina
109
percorso sportivo attrezzato
110
“IL BENESSERE PSICOFISICO”
Come avevamo precedentemente definito attraverso le analisi, la “città mercato” è caratterizzata da una serie di edifici scolastici che trovano collocazione in un breve raggio. Anche in quest’isola, che si sviluppa a cavallo tra Via XXV Aprile e Via Pallavicino, la funzione principale è rappresentata da edifici scolastici. Vi è infatti un ampio complesso di scuole superiori, caratterizzate da collegamenti tra gli edifici. L’isola è inoltre composta da una palestra, da piccoli contenitori commerciali e da un rilevante edificio in disuso che si pone a contatto con gli edifici scolastici. In questo caso, l’intento progettuale vuole mantenere inalterata la composizione dell’edificato scolastico, che di per sè funziona correttamente. Si prevede esclusivamente l’inserimento della maglia d’alberi, la quale mantiene un carattere particolarmente rigido e rigoroso, facendo riferimento ai college americani. La tipologia di alberi scelti sono i cipressi in modo da incrementare la sensazione di linearità. Oltre alla serie di attività sportive già esistenti negli spazi esterni, cioè il campo di atletica leggera e il campo da pallavolo e basket, che richiedeva esclusivamente una rifunzionalizzazione, si prevede l’inserimento di nuove attività legate all’ambito sportivo e ricreativo per adolescenti. Abbiamo infatti ipotizzato l’inserimento di un centro di aggregazione con bar e skatepark all’interno dell’edificio in disuso, per il quale si vuole mantenere inalterata la struttura di edificio industriale. Mentre per il contenitore commerciale, si prevede l’inserimento di aule studio e biblioteca, in modo da creare un collegamento tra attività sportive, di studio e di relazione tra i giovani.
111
edificio scolastico - scuole superiori
112
piccoli contenitori (magazzini)
edilizia residenziale piccola (villette)
complesso scuole (superiori)
palestra
edifici in disuso
stato di fatto
113
pista ciclabile
campo atletica leggera
parcheggio
campi da pallavolo basket
aule studio biblioteca
centro aggregazione skatepark bar
palestra
progetto funzionale
114
pista ciclabile
accessi e parcheggi
riuso
griglia d’alberi
schemi concettuali
115
1.
4.
2.
0
3.
50
progetto
116
1.
2. zoom
117
3.
4. zoom
118
skatepark
119
spazi attrezzati esterni
120
“SHOPPING,RELAX E ROCK’N’ROLL”
L’isola in questione, che rappresenta il punto di partenza per il nostro progetto e il filo conduttore tra la “città bosco” e la “città mercato”, si sviluppa lungo Via XXV Aprile e si affaccia sul Parco “Il boschetto”. Una parte di esso, entra a far parte dell’isola. In questo caso l’elemento principale è rappresentato da edifici in disuso che occupano gran parte della superficie dell’isola e in particolare il confine tra la città e il parco. Vi sono inoltre alcuni edifici di edilizia residenziale piccola come villette e piccoli e grandi contenitori commerciali. L’intento progettuale di unire le due città mantenendo l’interesse legato all’ambito sportivo, ci ha portato a definire una serie di funzioni differenti da inserire all’interno dell’edificio rifunzionalizzato. Tali funzioni, sono state definite in base allasensazione di relax e riposo che l’area ci ha trasmesso durante i sopralluoghi. Pertanto abbiamo ipotizzato la collocazione di un centro benessere ed estetico, uno spazio con palestra, una zona dedicata a negozi e un ristorante su due piani che si affaccia sul parco. Nel secondo edificio in disuso si prevede invece l’inserimento di spazi per eventi e feste. In quest’isola è nata la volontà di procedere ad una rifunzionalizzazione degli spazi sia interni che esterni. Oltre alla pista ciclabile, agli accessi, agli spazi destinati ai parcheggi; sono state definite, nella zona che si affaccia al parco, delle aree ad orto e degli spazi attrezzati con piste da ballo, aventi la capacità di creare dei poli attrattivi. Siccome il parco, come abbiamo visto dalle varie analisi e sopralluoghi, presenta una fascia più esterna carente di alberi, si prevede l’integrazione di
quest’area con la maglia progettuale. In questo caso, sono state scelte come tipologie abroree i salici piangenti e le magnolie, in quanto trasmettono una sensazione di relax.
121
parco “il boschetto”
122
edifici residenziali (box auto)
edifici in disuso
edilizia residenziale piccola (villette)
piccoli contenitori (magazzini)
grandi contenitori (magazzini)
stato di fatto
123
parcheggio
pista ciclabile
ristorante negozi centro benessere estetico arti marziali yoga
area attrezzata pista da ballo
orti
percorsi ciclo-pedonali attrezzati
spazi feste ed eventi
progetto funzionale
124
porositĂ
pista ciclabile
accessi e parcheggi
superfici
schemi concettuali
125
1.
2.
3.
4.
0
50
progetto
126
1.
2. zoom
127
3.
4. zoom
128
spazio feste ed eventi
129
ristorante nel parco
130
WOODNESS Siccome l’ultima isola analizzata rappresenta il punto nevralgico per il nostro progetto, abbiamo deciso di approfondire, con un maggior livello di dettaglio, lo studio dell’edificio collocato nel punto di contatto tra il parco e la strada. Tale operazione è stata svolta comprendendo la collocazione degli spazi interni, le funzioni e i collegamenti, andando anche a definire come esso si relaziona con l’area circostante, relativa sia a Via XXV Aprile sia agli spazi pubblici esterni, che ricadono all’interno del Parco “Il boschetto”. La prima operazione è stata quella mantenere inalterate la forma e la struttura industriale dell’edificio, composta da una serie di travi e pilastri. E’ importante far notare che questa operazione si è svolta attraverso una serie di supposizioni, non conoscendo assolutamente gli spazi interni dell’oggetto in questione. Successivamente abbiamo compreso come fosse indispensabile creare uno spazio di collegamento tra la strada e il parco, in grado di attirare l’attenzione dei passanti; è sorta quindi la necessità di “svuotare” una parte della struttura esistente, mantenendo inalterata esclusivamente la struttura portante. La volontà è stata poi quella di creare una sorta di galleria, ottenuta attraverso lo svuotamento di una parte dell’edificio. Essa rappresenta l’accesso principale al parco, ma anche al ristorante, ai negozi e al centro benessere. La definizione dell’approfondimento è stata condotta attraverso quattro punti fondamentali: la struttura dell’edificio, con la volontà di mantenerla inalterata attraverso lo “svuotamento” di parti piene; la definizione delle principali funzioni da inserire, con la suddivisione degli spazi interni con
la determinazioni di funzioni più puntali; lo studio dei percorsi, quasi tutti di carattere pubblico, che rendono l’edificio particolarmente poroso; ed infine, il rapporto dell’edificio con l’ambiente circostante, attraverso le funzioni degli spazi esterni e delle zone contatto e la composizione delle facciate. Per quanto riguarda la scelta delle funzioni all’interno dell’edificio; per la Spa si prevede l’inserimento di un’area d’accoglienza, spazi relax, spogliatoi maschili e femmini, varie sale massaggi e un cortile con un percorso sensoriale interno ed esterno. Per la palestra si prevede invece l’inserimento di una sala destinata alle arti marziali, una destinata alla yoga e di locali adibiti a spogliatoi.
131
edificio in disuso
132
scomposizione strutturale
133
area pedonale
area pedonale coperta
orti
palestra
accessi pedonali
spa
percorsi
area attrezzata pista da ballo
negozi ristorante
progetto funzionale e distributivo
134
135
woodness
136
accesso al parco
137
negozio
138
spa vip
139
zona relax
141
Appendice
142
Di seguito riportiamo le interviste fatte . 1) ANZIANI (80enni) - Siete di Nichelino o venite da fuori? “Abitiamo a Nichelino da sempre.” - Vi piace questa zona specifica della città? “Sì, abbiamo tutto quello che ci serve per svolgere le nostre attività quotidiane.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Sì, ci sono molti supermercati lungo Via XXV Aprile, oltre al grandissimo mercato che c’è nella piazza centrale, la quale si riempe sempre di gente nei giorni di punta.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Ci sono zone per lo sport, ma per noi anziani la zona non è molto fornita, specialmente in inverno, in quanto molti spazi sono all’aperto, infatti i pochi luoghi che ci sono, durante i mesi invernali, sono pienissimi di gente. Ci sono anche alcuni centri dove poter ballare o giocare a carte, anche se i principali sono privati.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Potrebbe sicuramente funzionare sì; noi anziani abbiamo bisogno di spazi dove poter camminare tranquillamente senza il traffico e il caos di Via XXV Aprile, ma anche dove poter giocare a bocce, fare feste o danzare di gruppo tra gli amici.” 2) SIGNORE (50enni) - Siete di Nichelino o venite da fuori? “Abitiamo a Torino, ma veniamo a Nichelino
spesso, nel nostro tempo libero.” - Vi piace questa zona specifica della città? “Sì, ci piace perchè è tranquilla e non si ricollega alla zona trafficata del centro della città.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Questa zona è dotata di molti mezzi di comunicazione, noi da Torino veniamo sempre in autobus, con la linea 14 il tragitto è diretto. Abbiamo notato molti servizi come bar e negozi dislocati in punti differenti.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Non essendo di Nichelino ci risulta difficile rispondere, però ci sono sicuramente alcune palestre proprio vicino alle scuole superiori che sembrano ben attrezzate per tutti gli interessi.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Già ora la zona è dodata di alcuni giardini e punti verdi, però sicuramente l’integrazione degli spazi già esisteni e l’inserimento di una pista ciclabile potrebbe essere solamente un aspetto positivo.” 3) RAGAZZE (18enni) - Siete di Nichelino o venite da fuori? “Siamo di Nichelino e andiamo a scuola proprio in Via XXV Aprile.” - Vi piace questa zona specifica della città? “No, nei pomeriggi dopo la scuola non c’è mai nulla da fare.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Non molti, la zona è carente di luoghi e attività
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specialmente per i giovani come noi, se vogliamo fare qualcosa di divertente durante il pomeriggio dobbiamo spostarci più in centro.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “La zona è carente di luoghi per lo sport per i giovani, specialmente all’aperto, infatti si possono praticare solamente sport al chiuso, come in palestra. Esiste solamente una piscina molto piccola e mal fornita, che ovviamente è sempre affollatissima. Inoltre non ci sono grandi spazi liberi dove poter correre o andare in bicicletta.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Sicuramente! Potrebbe migliorare questa zona della città attraverso l’inserimento di nuove attività.” 4) SIGNORA (40enne) - E’ di Nichelino o viene da fuori? “Abito a Venaria, vengo a Nichelino ogni giorno per lavorare e qualche volta mi fermo nel pomeriggio .” - Le piace questa zona specifica della città? “Lavorando non ho la possibilità di vivermela molto, però direi che è particolarmente tranquilla.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Arrivo da Venaria ogni mattina in auto, da questo punto di vista la zona è ben fornita, non ho mai grossi problemi nel trovare parcheggio, ci sono anche alcuni bar e ristoranti in Via XXV Aprile, dove generalmente trascorro la mia pausa pranzo.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “La situazione risulta un pò più problematica sotto
questo punto di vista; infatti nel tempo libero, mi piace molto camminare e stare nella natura all’aria aperta, purtroppo però in questa zona c’è solamente il Boschetto che, a parer mio, non è assolutamente sfrottato al massimo delle sue capacità ed è lasciato allo stato brado, senza nessun tipo di integrazione e di servizi.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Credo che potrebbe essere molto interessante, in questo modo gli spazi dove fare attività sportiva e camminare sarebbero ancora più vicini al mio lavoro!” 5) SIGNORE (50enne) - E’ di Nichelino o viene da fuori? “Sono di Nichelino sì, abito vicino al Parco “Il Boschetto.” - Le piace questa zona specifica della città? “Ci vivo da anni, si sta bene, sono lontano dalla vita frenetica e lo sbocco sul parco mi piace molto.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “I servizi sono scadenti, ci sono molti piccoli negozi che vendono prodotti di quartiere e per questo motivo i prezzi sono molto elevati. Non ci sono molti svaghi, anche per questo motivo la frequento poco.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Ci sono solo alcuni bar, ma la clientela è anziana, sono sempre le solite persone che gli frequentano. Inoltre l’affaccio è spesso sulla strada molto trafficata, quindi diciamo che non è piacevole
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trascorrerci i pomeriggi.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Credo di si, diciamo che bisognerebbe poi che qualcuno lo mantenga e se ne prenda cura. Ci sono spesso delle iniziative interessanti che poi dopo poco tempo entrano in uno stato di abbandono completo.” 6) MAMMA CON FIGLIO (30enne e 7enne) - E’ di Nichelino o viene da fuori? “Abitiamo a Nichelino, ma in un’altra zona.” - Le piace questa zona specifica della città? “La frequento spesso perchè porto mio figlio che frequenta la scuola elementare.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Essendoci molti giovani studenti e bambini che la frequentano a livello di sicurezza non è il massimo, la strada è molto trafficata, ci sono pochi attraversamenti e spazi liberi per i più piccoli. D’altra parte ci sono molti negozi legati alla scuola come cartolerie, bar e negozi di prima necessità.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Ci sono alcune palestre vicine alle scuole, ma i bambini preferiscono giocare all’ aperto e purtroppo di spazi di questo tipo c’è ne sono veramente pochi, il parco “il Boschetto” è un posto che potrebbe essere piacevole ma purtroppo il tempo è poco e spostarsi fin lì non è molto pratico per noi genitori.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Secondo me potrebbe funzionare specialmente
nel momento in cui si riuscisse ad unire il bosco ad attività interessanti come quelle che vorreste proporre voi.” 7) ANZIANA (70enne) - E’ di Nichelino o viene da fuori? “Ho sempre vissuto a Nichelino fin da giovane.” - Le piace questa zona specifica della città? “Ormai ci vivo da anni e ho tutto ciò che mi serve per svolgere le mie attività giornaliere.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Per quanto mi riguarda si, vivendo vicino alla piazza centrale, spesso vado al mercato per fare la spesa e frequento alcuni circoli per gli anziani dove gioco a carte con le mie amiche.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Diciamo che non molte persone della mia età sono interessate allo sport, ci sono piuttosto dei centri per anziani di cui le parlavo prima, le attività sono però molto sedentarie, quindi è difficile parlare di sport.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Camminare in una zona alberata sicuramente sarebbe l’unica attività sportiva che mi sentirei di fare alla mia età quindi: si perchè no?!” 8) RAGAZZO (25enne) - E’ di Nichelino o viene da fuori? “I miei vivono a Nichelino, ho vissuto qui, da un paio di anni mi sono trasferito a Torino per gli
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studi.” - Le piace questa zona specifica della città? “Quando ero piccolo mi trovavo bene, avevo i miei amici e stavamo sempre tutti assieme, ora invece è tutto molto più triste.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Diciamo che per i ragazzi come me non ci sono molti servizi, spazi per il divertimento e per l’aggregazione.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Quando da ragazzo volevo fare sport era un vero problema dovevo farmi accompagnare da mia madre dall’altra parte della città, qui non ci sono molti centri di aggregazione e quelli che ci sono, fanno parte delle scuole e quindi nel pomeriggio chiudono.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Gli spazi verdi sono sempre piacevoli per tutte le fasce d’età diciamo che se si unissero a quelle delle aree e dei punti di interesse magari sarebbero molti di più i giovani a vivere questa parte della città che durante i pomeriggi risulta veramente abbandonata a se stessa.”
poco, diciamo che ho frequentato più volte il parco per portare il cane a fare le passeggiate e ho visto che è molto bello e grande, anche se non particolarmente curato.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Non ho ancora frequentato moltissimo Via XXV Aprile, ho visto che c’è un grosso supermercato, che per il momento rappresenta l’unico servizo che ci serve, per il resto preferisco andare in centro a Torino.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Per lo sport ho paura che la zona sia poco fornita, vorrei cercare di sfruttare il più possibile il parco, anche se sinceramente mi sembra un pò sfornito di elementi che potrebbero renderlo interessante e sfruttabile. Per il divertimento preferisco, come le ho detto prima, andare in centro a Torino.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Se assieme al bosco venissero inserite delle attezzature, dei luoghi di aggregazione e degli spazi per le pubbliche attività allora sicuramente potrebbe essere un’idea interessante.” 10) SIGNORA (65enne)
9) SIGNORE (35enne) - E’ di Nichelino o viene da fuori? “Sono di Torino, ma mi sono appena trasferito con mia moglie a Nichelino per lavoro; abitiamo vicino al Parco “Il Boschetto.” - Le piace questa zona specifica della città? “Ci siamo appena trasferiti quindi la conosco ancora
- E’ di Nichelino o viene da fuori? “Si, sono di Nichelino vivo nel palazzo dove ho il negozio di articoli per gli animali.” - Le piace questa zona specifica della città? “A mio parere non è bellissima, anzi molto monotona purtroppo.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per
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i residenti e non? “Ci sono molti negozi come il mio, alcuni bar, supermercati e il mercato. E’ una zona residenziale, ci sono molte scuole, infatti ci sono moltissime famiglie che la frequentano.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Per lo sport ci sono alcune palestre, ma sono molto vecchie e con attività un pò scadenti. Per il divertimento c’è molto poco, spesso infatti specialmente in inverno, mi ritrovo con le mie amiche a casa e organizzo alcune feste perchè in zona non c’è mai nulla da fare.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Beh, sicuramente in estate potrebbe essere interessante e piacevole, anche attraverso l’integrazione con attività da svolgere all’aria aperta. Bisognerebbe però creare l’integrazione con spazi al coperto per i mesi invernali, in questo modo sarebbe perfetto!” 11) RAGAZZA (19enne) - Sei di Nichelino o vieni da fuori? “Sono di Nichelino sì, vivo qui in una piccola villetta assieme ai miei genitori.” - Ti piace questa zona specifica della città? “Insomma, d’ inverno è noiosissimo perchè non c’è nulla da fare, mentre d’estate fa troppo caldo per andare fuori.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Purtroppo per la mia fasca d’età non ci sono moltissimi servizi, la zona è ben fornita per i
bambini, infatti ci sono moltissimi giardini con giochi, e per gli adulti ci sono molti bar o il Parco “Il boschetto” dove fare lunghe camminate. Mentre per noi nulla!” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Le palestre delle scuole organizzano qualche volte alcuni corsi nei pomeriggi, ma oltre a queste piccole attività non c’è nulla di che. Per il divertimento ci si deve per forza spostare nel centro di Nichelino.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Forse si. Mi piacerebbe poter andare a correre i pomeriggi, dopo scuola con le miei amiche. Magari immerse nel verde sarebbe più piacevole ancora.” 12) SIGNORE (45enne) - E’ di Nichelino o viene da fuori? “Vivo a Nichelino, ma non in questa zona della città, qui gestisco un bar di mia proprietà.” - Le piace questa zona specifica della città? “Diciamo che è molto tranquilla essendo una zona periferica e residenziale, non c’è grande movimento tranne durante l’orario di uscita dei bambini dalle scuole.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Per gli anziani, che frequentano spesso il mio bar, ci sono molti servizi, oltre ai numerosissimi bar, ci sono molti centri per anziani, che seppur privati attirano l’attenzione di molti.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Per quanto riguarda le attività sportive non mi pare
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proprio che ci sia un granchè, anzi. Ci sono alcune palestre private, che oltre ad essere molto costose, sono anche un pò fatiscenti. Per quanto riguarda il divertimento come le dicevo prima ci sono alcuni centro per gli anziani che organizzano anche alcune feste.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Penso che potrebbe funzionare, molto dipende da come i cittadini reagiscono a questo tipo di iniziative, a quanto se ne prenderebbero cura, alla loro personale collaborazione ed interesse.” 13) MAMMA CON FIGLIA (35anni e 3 mesi) - E’ di Nichelino o viene da fuori? “Sono di Nichelino, mi sono trasferita da poco per il lavoro di mio marito.” - Le piace questa zona specifica della città? “Si! L’abbiamo scelta perchè ci pare una zona molto tranquilla, dove poter far crescere serenamente nostra figlia.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Il fatto che la zona si sviluppi attorno al parco sicuramente può essere considerato come un servizio importantissimo, sia per i bambini che per gli adulti.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Da questo punto di vista devo dire che la zona è un pò carente. Date le mie necessità non mi sono particolarmente interessata alla questione, però per mio marito che è un vero amante dello sport è in grande difficoltà.”
- L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Mi pare un ottima idea! Mi piace! La possibilità di creare luoghi dove si può stare all’aria aperta vanno sempre bene ed è importante che c’è ne siano moltissimi. Poi nel momento in cui essi vengono messi in relazione con nuove funzoni diventa più interessante agli occhi di tutti.” 14) ANZIANA (80enne) - E’ di Nichelino o viene da fuori? “Sono nata a Nichelino e ho sempre vissuto qui.” - Le piace questa zona specifica della città? “Mi piace molto, è la mia casa. Ho tutto quello che mi serve, non ho bisogno di spostarmi più di tanto per fare le spese e piccole passeggiate.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Dal mio punto di vista, c’è tutto quello che mi serve, ci sono molti supermercati, poi una volta alla settimana c’è anche il mercato.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Io ovviamente sono anziana quindi non sono molto interessata allo sport, ci sono alcuni giardini dove a volte faccio alcune passeggiate, anche perchè lungo Via XXV Aprile è impossibile camminare, è molto trafficata, piena di smog e spesso e ci sono cantieri stradali.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Non lo so, non so se ci sia molto spazio per poter fare una cosa del genere. Però è sicuramente una bella idea, bisognerebbe provare.”
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15) RAGAZZO (25enne) - E’ di Nichelino o viene da fuori? “Sono di Nichelino, ma per l’università mi sono trasferita a Milano. Sono venuta per vedere la famiglia.” - Le piace questa zona specifica della città? “Non moltissimo. Purtroppo ci sono parecchi anziani, tutto rimane invariato nel tempo e questo risulta essere a lungo andare un pò triste.” - Via XXV Aprile è dotata di servizi sufficienti per i residenti e non? “Ci sono abbastanza negozi di tutti i generi, anche se i prezzi sono un pò alti. C’è il 14, l’autobus che porta direttamente da Nichelino a Torino e ci sono alcuni giardini pubblici.” - Ci sono servizi relativi allo sport e al divertimento? funzionano? “Al divertimento sicuramente no! Specialmente per la mia fascia d’età, per gli anziani ci sono alcuni punti di ritrovo e per i bambini i soliti giardini pubblici.” - L’idea di “portare il bosco in città” potrebbe funzionare? “Potrebbe essere interessante. D’estate è bello stare all’aria aperta, chiacchierare, mangiare un gelato in compagnia, ma anche fare una passeggiata o un pò di sano sport; non farebbe male!”
Melting Pot Archipelago
Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2015-2016 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Leonardo Ramondetti, Quirino Spinelli
FEDERICA ACCORNERO ILARIA BOERI G I A N N A C A M PA N A D E B O R A M A R TA N I
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INDICE
INTRODUZIONE
1. Un arcipelago IL QUARTIERE BOSCHETTO NELLA CITTA’ IL QUARTIERE BOSCHETTO COME SISTEMA CHIUSO RISPETTO AL CONTESTO
2. Popolazioni LA FRAMMENTAZIONE ALL’INTERNO DEL QUARTIERE. LE ISOLE RIFLESSIONI SULLA FLESSIBILITA’ DELLO SPAZIO LA POPOLAZIONE DI IERI LA POPOLAZIONE DI OGGI LA QUESTIONE ABITATIVA DENSITA’ FISICA E SOCIALE DOMANDE, ATTESE, NECESSITA’
3. Melting pot archipelago LE DUE ISOLE GLI SPAZI APERTI GLI SPAZI COSTRUITI NUOVE FUNZIONI, VECCHI CONTENITORI
4. Appendice INTERVISTE
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INTRODUZIONE L’area oggetto di studio si trova a sud di Torino, nel Comune di Nichelino, oltre le acque del fiume Sangone e il parco Boschetto. Nichelino è compreso nell’insieme dei comuni appartenenti alla prima cintura di Torino: questa è costituita da tutti i centri che vivono in funzione della città, delle forze centripete e attrattive che essa esercita dal punto di vista dei servizi e dell’offerta di lavoro. Nichelino, come molti altri paesi in passato, nacque come un centro rurale, ma negli anni ’60 – ’70 del Novecento, sull’onda del boom economico, divenne un centro urbano satellite rispetto al polo industriale automobilistico costituito dalla città di Torino. In quegli anni infatti la F.I.A.T. e le industrie del suo indotto attiravano un gran numero di manodopera: Nichelino, come molte altre zone e comuni, crebbe come un quartiere dormitorio, costituito in gran parte da tessuto residenziale ad alta densità abitativa, privo di qualsiasi servizio per le utenze, che conducevano la loro esistenza fuori, in città appunto, dove trovavano tutto ciò di cui avevano bisogno.
Questi spazi vivevano della cultura dell’automobile, del centro commerciale e delle grandi arterie di traffico per i collegamenti con i centri polifunzio-nali. Sull’onda dell’aumento di popolazione fornito dall’immigrazione di manodopera dalle zone più povere e meno industrializzate, Nichelino crebbe e la crescita edilizia fu incontrollata: i cantieri si formavano in ogni dove, per fare spazio e creare appartamenti per i nuovi abitanti. Nel 1975 si delineò un intervento che prevedeva tipologie costruttive diversificate: case popolari, ma anche edilizia privata convenzionata. L’obiettivo era realizzare non una nuova estrema periferia in funzione di avamposto della colonizzazione urbana, a rischio “ghetto”, ma un quartiere secondo un razionale disegno urbani-stico, vivibile ed in grado di ospitare un tessuto sociale composito. La zona si formò, ma restò separata dal centro comunale; così, a partire dagli anni ’90, si tentò di ricucire la zona di via Cacciatori/via Pracavallo con il resto della città. Il programma prevedeva un intervento residenziale, servizi pubblici, spazi verdi ed impianti sportivi nella zona all’incrocio tra via Debouchè e via XXV Aprile.
TORINO
nichelino
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8
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5-6. mappe mentali 04/03/2016 28/04/2016
1. UN ARCIPELAGO
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IL QUARTIERE BOSCHETTO NELLA CITTÀ La situazione odierna, per quanto mutata, risente ancora della sua vocazione iniziale. Si trova infatti in una posizione particolarmente favorevole all’esercitarsi di forze centrifughe, date dalla presenza di numerose arterie di traffico. La presenza della tangenziale infatti consente di raggiungere in breve tempo numerosi altri centri, come Asti e Torino. La fitta trama di strade, con il suo corollario di aree di manovra e parcheggi, innerva il tessuto residenziale, testimoniando ancora oggi il teorema di un centro abitato che era vissuto solo la notte, mentre la mattina gli utenti salivano sulla loro auto e se ne andavano via, a lavorare, a fare la spesa, a vivere, ma non lì, dove facevano ritorno solo alla sera. Attualmente la situazione non è più così estrema e qui si sono insediate alcune attività commerciali e terziarie, che tuttavia faticano a rendere l’idea di un tessuto vivace e indipendente dall’area attrattiva della metropoli. A una prima occhiata, la cartografia dell’area appare segnata dalla netta cesura della tangenziale sud, un taglio netto e rettilineo che segna profondamente l’intorno, andando a diramarsi nelle strade statali che innervano il tessuto urbano. Queste ultime collegano i vari centri minori tra loro, caratterizzando percorsi di media lunghezza, che portano le utenze in un ambito di distanza più prossimo al punto di partenza. Il quadro viario complessivo è ulteriormente definito, a scala minore, dalla presenza di strade secondarie, che, in un intorno ristretto, collegano le varie residenze tra loro e ai servizi, mettendole in relazione alle arterie di traffico di lunga percorrenza. La zona in esame è delineata dalle vie XXV Aprile, Pracavallo e Cacciatori, le quali si definiscono come margini. I margini sono elementi lineari non usati o considerati come percorsi dall’osservatore: in questo caso, le vie che disegnano l’arcipelago si configurano come margini barriera, come elementi che separano, vere e proprie cesure rispetto al tessuto circostante. Le tre vie stringono l’area in una zona nettamente sepa-
rata dal resto del tessuto urbano circostante, frammentando la trama edilizia in macroaree tra loro funzionalmente e tipologicamente differenti. Al suo stesso interno, l’area risulta disomogenea e non unitaria, segnata da un profondo senso di non comunicazione tra le parti che la compongono (fig. 8). Questo senso di frammentazione e disomogeneità è acuito anche dalla natura degli spazi verdi. Nell’area infatti sono presenti numerosi esempi tipologici di verde urbano, ma nessuno è posto in relazione con il contesto, andando così a costituire una summa disorganizzata e poco fruibile. Ogni spazio verde partecipa di un intorno ristretto, andando ad inserirsi, e non sempre armoniosamente, in un contesto minuto, che non dialoga con una dimensione più ampia, anzi sembra quasi escluderla. Durante il sopralluogo sono emerse alcune altre considerazioni, che riteniamo fondamentali per definire un’analisi esaustiva del luogo. Alcuni “ritagli verdi”, intendendo spazi residuali, come le aiuole condominiali accanto ai parcheggi o a separazione della zona di pertinenza abitativa rispetto alla strada, versano in stato di incuria e si presentano come contenitori in cemento, più o meno grandi, di erbacce, terra e arbusti. Nonostante ciò, la popolazione locale sembra interessata alla cura di queste piccole zone di verde: in modo più o meno ortodosso, gli abitanti si sono appropriati di uno spazio, facendolo proprio, e, dedicandoci il loro tempo, si sono impegnati a curarlo, piantando fiori, innaffiando le piante, estirpando le erbacce, togliendo i rifiuti e le foglie secche. In alcuni punti, queste aiuole sono diventate piacevoli, dotate di alberi e cespugli decorativi; in altri luoghi si sono trasformate in piccoli orti, con alberi da frutto e verdure. 7-8.
viabilità margini e nodi
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TORINO
TORINO
parco boschetto
parco boschetto
Campi Campi sportivi sportivi
centro centro di quartiere di quartiere
SCUOLE SCUOLE
Farmacia Farmacia
NICHELINO NICHELINO
Asl Asl
ASTI
ASTI
Percorsi principali
flussi a lunga distanza
Percorsi naturalistici
flussi a media distanza
Percorsi principali
Percorsi naturalistici
percorsi secondari
percorsi secondari
percorsi ciclopedonali
percorsi ciclopedonali
margini barriera
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flussi a lunga distanza
flussi a media distanza
flussi a breve distanza
flussi a breve distanza
INQUADRAMENTO DELL’AREA 1. viabilità e flussi di percorso
INQUADRAMENTO DELL’AREA 1. viabilità e flussi di percorso
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margini sutura barriera margini sutura nodi di concentrazione nodi di di congiunzione concentrazione nodi nodi di congiunzione
ANALISI PERCETTIVA 1. individuazione di margini e nodi ANALISI PERCETTIVA 1. individuazione di margini e nodi
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ZONE ALBERATE
CAMPI INCOLTI
GIARDINI/PARCHI
VERDE BORDO STRADA
ORTI
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VERDE PRIVATO AREE SPORTIVE
9. rilievo del verde
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La popolazione dell’area in esame risiede principalmente all’interno di complessi residenziali costituiti da alti edifici chiusi su se stessi, che definiscono corti interne più o meno aperte, con gradi di accessibilità diversi. All’interno dell’area si definiscono due modi di abitare: il primo è caratterizzato dalla residenza convenzionata, che si concentra ad un estremo della zona, definendo una corte chiusa, concava, dura, ma aperta agli utenti esterni; il secondo si definisce come un’enclave, come un condominio alto, con molti appartamenti, in cui ognuno conduce la propria esistenza ignorando gli altri, che anzi sono esclusi da questo contesto, restano fuori, mentre gli abitanti si barricano entro una corte chiusa al resto della popolazione, dietro un’alta e impenetrabile cancellata. Entro questi due estremi si collocano fasce intermedie dedicate a servizi. Purt-
roppo la loro funzione non aiuta il dialogo tra le parti in quanto il complesso scolastico centrale è rinserrato da recinzioni che ne definisco l’ampio e invalicabile perimetro. Più indietro, l’unico punto di aggregazione è il piccolo centro di quartiere, una struttura provvissoria troppo piccola per costituire una forza accentratrice e generatrice di servizi tale da soddisfare i bisogni della popolazione. Così, stretta nelle strade che la cingono, l’area appare frammentata anche al suo interno, chiusa entro blocchi che non dialogano tra loro. Fuori, all’esterno, si estende un tessuto che sconfina nel diffuso, con case uni familiari, capannoni, edifici produttivi, qualche piccolo negozio, e un’ampia area commerciale situata poco lontano dallo svincolo della tangenziale.
RESIDENZE UNI/BIFAMILIA
RESIDENZE EDIFICI PER UNI/BIFAMILIA APPARTAMENT 12. morfologia del costruito
EDIFICI PRODUTTIVI PER APPARTAMENT EDIFICI RESIDENZE UNI/BIFAMILIARI EDIFICI PRODUTTIVI EDIFICI COMMERCIALI RESIDENZE UNI/BIFAMILIARI EDIFICI PER APPARTAMENTI RESIDENZEEDIFICI UNI/BIFAMILIARI COMMERCIALI EDIFICI PER SERVIZI EDIFICI PER APPARTAMENTI EDIFICI PRODUTTIVI RESIDENZE UNI/BIFAMILIARI EDIFICI PER APPARTAMENTI EDIFICI PER SERVIZI EDIFICI RELIGIOSI EDIFICI PRODUTTIVI EDIFICI COMMERCIALI EDIFICI APPARTAMENTI EDIFICI PER PRODUTTIVI
RESIDENZIALE UNI/BIFAMILIARI
EDIFICI PER SERVIZI
EDIFICI PER ALLOGGI
EDIFICI RELIGIOSI
EDIFICI PRODUTTIVI EDIFICI COMMERCIALI
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La frammentazione sembra scoraggiare l’insediamento di qualsiasi funzione dominante. Le zone ad alta focalizzazione (fig. 13), indicatore di analisi percettiva che evidenzia il fine e la funzione di uno spazio, sono caratterizzate dalla presenza di una funzione dominante, finalizzata ad un solo scopo. A seconda del grado e del tipo di focalizzazione, si presuppone la regolazione del comportamento sociale in modo più o meno marcato. L’intera zona in analisi è povera di zone fortemente focalizzate. Fanno eccezione le aree che si concentrano nella fascia centrale dell’ambito e sono costituite da zone destinate a servizi, le scuole e il centro polifunzionale: nel nostro caso, dove la focalizzazione si mantiene elevata la densità fisica si annulla. Questo fenomeno è segnale di una fortissima specializzazione delle aree, eredità dei quartieri residenziali dormitorio, che non lascia spazio all’interazione di funzioni diverse, che favorirebbero la vitalità dell’ambito locale, promuovendo attività di controllo e sicurezza. I landmark hanno la funzione di catalizzare l’attenzione e favoriscono la schematizzazione cognitiva dello spazio: sono riferimenti che orientano la percezione dello spazio e servono, nella descrizione verbale, a identificare percorsi e tragitti in quanto punti di riferimento (fig. 14). Dall’analisi percettiva dell’area sono emersi come landmark la rotonda di Largo delle Alpi e la zona sportiva destinata a campi di calcio in via Pracavallo. I landmark più interessanti presenti in area sono prevalentemente a breve raggio, cioè orientano la percezione in un intorno breve. La presenza, in lontananza, della catena montuosa delle alpi e del grattacielo della Regione orientano i soggetti in loco in un ambito più ampio. La leggibilità dell’area (fig.16) è immmediata: nonostante la scarsa presenza di landmark, il tessuto costruito è scontato, a tratti quasi banale, erede di una tradizione ormai tristemente nota. Il costruito è leggibile, non genera sensazioni di complessità, ma si estende in modo chiaro, disegnando la trama di un tessuto prevalentemente residenziale chiaro nella sua interezza, segnato dalla non comunicazione con il contesto e dalla non organizzazione del quartiere in un insieme compatto. La zona non è dotata di
luoghi simbolici che abbiano valore storico per una comunità socialmente riconosciuta. In senso lato, i luoghi simbolici sono elementi puntuali che rinforzano la percezione emotiva di uno spazio. Essi possono essere landmark, ma non necessariamente e possono essere riconosciuti da ampia parte della popolazione o solo da specifici gruppi . In questo secondo caso, nel suo intorno, l’area è densa di spazi simbolici per un nucleo sociale più ristretto, per un gruppo di utenze legate a un ambiente più piccolo. In questo senso, i luoghi simbolici sono stati identificati nella chiesa, nel centro di quartiere e nel grande parco Boschetto. Il risultato di queste identificazioni è un senso di stabilità diffuso: le utenze di questi spazi, in questi spazi, si sentono in un intorno proprio, quasi personale, legato agli usi quotidiani dell’ambiente e dei servizi. La sensazione di chi abita è quella di appartenere al luogo, per quanto problematico, di essere parte integrante di un sistema noto, di cui si conoscono tutte le variabili. Sensazioni di spaesamento e sorpresa sono possibili solo nell’ampio parco Boschetto, che con la mutevolezza delle sue viste costituisce l’unico elemento dissonante in un insieme statico.
13-14. focalizzazione landmark , leggibilità e complessità
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Aree ad elevata densità sociale focalizzata Aree ad elevata densità sociale non focalizzata Aree ad elevata densità sociale focalizzata Aree a bassa densità sociale focalizzata Aree ad elevata densità sociale non focalizzata Aree a bassa densità sociale non focalizzata Aree a bassa densità sociale focalizzata
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Aree focalizzate Aree focalizzate 0
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Aree a bassa densità sociale non focalizzata
sa uoa ont i na m e Alp Cate dell
elo nte aci iemo t t Gra nceiePlo onte iota m RGergat ne Pie io Reg
ccia a caigi a d a i zzin upinacc Pala dni aStda c igi zzi upin Pala di St indicatori di complessità alta complessità e bassa leggibilità indicatori di leggibilità landmark a breve raggio e bassa complessità indicatori di alta leggibilità landmark ad a breve ampioraggio raggio landmark ad ampio raggio
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ANALISI PERCETTIVA 2. Individuazione di landmark, spazi leggibili e complessi ANALISI PERCETTIVA 2. Individuazione di landmark, spazi leggibili e complessi
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indicatori di sorpresa indicatori di stabilitĂ
indicatori di sorpresa luoghi simbolici
indicatori di stabilitĂ luoghi simbolici
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didascalia in maiuscoletto (small caps) Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing
didascalia in maiuscoletto (small caps) Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing
16. stabilitĂ , sorperesa, luoghi simbolici
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IL QUARTIERE BOSCHETTO COME SISTEMA CHIUSO RISPETTO AL CONTESTO Rispetto all’analisi svolta, ci sembra opportuno affermare che l’area trattata costituisca un inseme a parte rispetto all’intorno circostante. Rispetto alla tipologia costruttiva, alla viabilità e alla natura degli spazi aperti la zona è una compagine a parte, un blocco che non dialoga con l’esterno. Stretta da un circuito stradale che la separa dall’ambiente intorno, caratterizzata da tipologie costruttive aggregate e raccolte in punti precisi dello spazio, definita da un uso degli ambienti aperti proprio, l’area si caratterizza come un qualcosa a se stante, diverso dal tessuto esterno, più omogeneo e uniforme. Focalizzando l’attenzione in modo più minuto su quest’area, saltano alla vista le incongruenze e le fondamentali differenze tra le sue parti. Quello che a prima vista può sembrare un grossolano errore di lettura dell’area è, in realtà, la chiave di lettura data all’analisi della zona e del progetto successivo. ARCIPELAGO. Questa è la parola chiave che definisce l’area, con le sue caratteristiche e le sue contraddizioni, e la pone in relazione al contesto circostante. Arcipelago perché separa dal mare un qualcosa di altro, un insieme che costituisce qualcosa a sé rispetto a un intorno non definibile o non definito. Arcipelago perché stabilisce un uno fatto di tanti, un’unità fatta di parti indipendenti, un si-stema fatto di elementi diversi, magari in conflitto tra loro, ma che sono diversi rispetto al resto ed in questa diversità si definscono sotto un’unica luce. L’arcipelago è fortemente segnato dal margine di via XXV Aprile e di via Cacciatori. Essendo un arcipelago, la nostra zona è formata da isole e, in questo caso, non tutte le isole sono in dialogo con le altre. Anzi, la maggior parte delle isole che costituiscono l’arcipelago si definiscono come enclave separate, che non hanno relazioni con il contesto. L’edificio per appartamenti su Largo delle Alpi in primo luogo si costituisce come un blocco chiuso, rinserrato dietro una cancellata e una barriera invalicabili per il pubblico non residente. La zona è dunque fortemente non permeabile, così come non è accessibile l’area centrale destinata alle scuole.
Allo stesso modo, il blocco residenziale su via Cacciatori è completamente chiuso rispetto al contesto. Le due isole più permeabili sono unicamente due: quella destinata a servizi, legata alla presenza del centro di quartiere, e quella residenziale, costituita da una zona destinata a edilizia convenzionata. È in queste zone che si collocano i centri nodali dell’area, i due fuochi dell’interesse della popolazione e dell’intervento progettuale. L’intera area è così marcata, solcata da margini e barriere che di-segnano i perimentri di quattro isole diverse (vedi fig. 21 pag. seg.).
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ZONE PERMEABILI
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ZONE NON PERMEABILI BARRIERE
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MARGINI
ZONE PERMEABILI ZONE NON PERMEABILI BARRIERE MARGINI
21. margini e barriere
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Le isole presentano destinazioni d’uso e sistemi di funzionamento differenti. La zona all’angolo tra via XXV Aprile e via Cacciatori, sulla Rotonda di Largo delle Alpi, ha, come gia detto, una funzione prettamente residenziale: gli edifici sono condomini alti, ad alta densità abitativa, con appartamenti di propietà di privati cittadini, che sono gelosi dei loro spazi e vivono nel loro appartamento quasi come vivrebbero in una casa unifamiliare. Vivono da soli, pur esseno in tanti, dietro cortine, reti, cancellate giardini condominiali e rampe di scale silenziose. In posizione centrale nell’arcipelago, è collocato il blocco a servizi. Le scuole, elementari, materna e asilo nido, sono un corpo a sé stante e costituiscono un’altra isola, anch’essa, giustamente, serrata dietro una recinzione. Lateralmente si collocano invece le due isole permeabili: L’isola del centro polifunzionale è costituita appunto dal piccolo centro di quartiere, da un’area attrezzata a verde per i bambini e da una piazzola antistante, interrata rispetto al livello della strada con alcuni gradini. Il centro di quartiere è attualmente costituito da un bar, affiancato ad una tensostruttura provvisoria, sfruttata da anziani e bambini per attività di ginnastica e svago. L’ultima isola, quella destinata ad appartamenti per edilizia convenzionata, è raccolta intorno ad una corte dall’aspetto duro, concavo, ma inospitale. Lo spazio non offre opportunità di socializzazione e si scontra con l’idea di corte pubblica come spazio di aggregazione. Lo stato del costruito è generalmente degradato, segnato da materiali scadenti cui è mancata un’opportuna manutenzione. Anche dal punto di vista del trattamento degli spazi verdi le isole sono differenti. La zona di Largo delle Alpi si caratterizza per una corte destinata a giardino condominiale, sotto la quale sono collocati i box auto di proprietà dei residenti. Anche l’area residenziale su via Cacciatori si caratterizza per una corte impermeabile, segnata da spazi pavimentati per il parcheggio e la manovra delle autovetture. La zona centrale delle scuole dispone invece di un’ampia area circostante destinata a verde libero. Allo stesso modo anche parte della corte compresa entro gli edifici destinati a edilizia convenzionata è
destinanta a verde libero. La corte infatti è solcata da sentieri che si snodano da una piazzola centrale, ma dispone di ampi spazi erbosi alberati. Non così invece l’area del centro polifunzionale, la quale, escludento l’area bimbi, si caratterizza per un’ampia spianata asfaltata, attualmente inutilizzata per la scarsa versatilità dello spazio. Da un punto di vista percettivo, lo spazio può essere definibile entro i due concetti di concavità e convessità (vedi fig. 23 pag. seg. in basso). I luoghi convessi sono luoghi in cui prevalgono le forze centrifughe che spingono all’esterno, che fanno sentire l’osservatore come proiettato all’esterno, verso un fuori. Non necessariamente questa sensazione è positiva, in quanto l’ambiente risulta non comprendere le utenze, sembra estraniarle e tenerle lontane. Viceversa, gli spazi concavi stimolano un senso di appartenenza allo spazio, danno alla popolazione l’impressione di essere dentro e di essere contenuta all’interno di un qualcosa di protettivo. Possono anche innescare sentimenti di costrizione, prigionia e mancanza di spazio aperto. Le zone residenziali sono raccolte intorno a corti concave, che, appunto, stimolano senso di appartenenza: in questo caso il senso di accoglienza è ben accetto in quanto si tratta di uno spazio abitativo, che deve suscitare sentimenti di sicurezza e di non estraneità. Al contrario, l’isola del centro di quartiere e quella scolastica sono convesse: spingono le utenze fuori, non costituiscono un intorno che ingloba, ma un’unità che decentra e spinge gli utenti a vivere il mondo esterno.
22-23. morfologia del costruito concavità, convessità, luoghi di ribalta
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Spazi di aggregazione
100m
0m
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Edilizia residenziale privata Servizi scolastici Edilizia residenziale convenzionata
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Spazi di aggregazione Edilizia residenziale privata Servizi scolastici Edilizia residenziale convenzionata
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convessità concavità luoghi di retroscena luoghi di ribalta
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analisi percettiva convessità/concavità luoghi di ribalta/retroscena 0
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Aree verdi (permeabile) Spazi aperti cementati (non permeabile)
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25. quartiere boschetto spaccato assonometrico
Quartiere Boschetto Spaccato assonometrico
2. POPOLAZIONI
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POPOLAZIONE DI IERI Sul finire degli anni Sessanta, Torino e i comuni della cintura hanno subito una profonda trasformazione. Il grande boom economico dell’Italia settentrionale degli anni Sessanta ha portato ad una forte immigrazione dal Sud al Nord del paese, in particolare l’industrializzata Torino (e la sua cintura limitrofa) passa dall’avere una popolazione di 700.000 abitanti nel 1951 ad una di 1.600.000 nel 1969. Nichelino, vicina allo stabilimento Fiat di Mirafiori Sud e del Lingotto, viene investita da un’ondata migratoria enorme, crescendo tra il 1951 e il 1971 di 37.644 abitanti, diventando in pochi anni una specie di dormitorio operaio alle porte di Torino, abitato da una popolazione composta da un 60% di meridionali, 23% di veneti e il rimanente 17% provenienti da altre regioni. La maggior parte di loro sono giovani tra i venti e i quarant’anni; i bambini sono circa 5.000 mentre i posti negli asili nido sono 380 e le aule delle scuole dell’ obbligo sono 106 per 175 classi. Su una popolazione attiva di 15 mila persone, l’80%, cioè 12.000 individui, sono operai. Solo 1.700 hanno trovato lavoro vicino a casa, gli altri, tra cui un folto gruppo di lavoratori Fiat, che sono 5.200, sono costretti a raggiungere il posto di lavoro a Torino, Moncalieri, Rivalta, Carmagnola, Airasca. Con questa crescita demografica, lo Stato e gli enti pubblici hanno dovuto farsi carico della progettazione di infrastrutture e servizi per la nuova popolazione. Il quartiere Boschetto, all’epoca, era formato da cascine, zone agricole e alcune piccole fabbriche. Gli enti pubblici iniziano a farsi carico dei problemi della classe operaia e incentivano la progettazione di opere di edilizia popolare PEEP e servizi per gli abitanti. Sotto il segno dell’emergenza, la prima risposta venne agli albori degli anni ’70 dal Piano di Zona 167/1, riguardante via Cacciatori. Seguì un periodo di blocco delle costruzioni per dar modo di pensare al futuro sviluppo della città e dedicarsi alla realizzazione di servizi indispensabili (scuole, asili, sanità,
verde, fognature...). Un nuovo Piano per l’Edilizia Economica e Popolare (PEEP) venne approvato dal Consiglio Comunale nel 1975. Quello che si delineò fu un intervento dalle tipologie costruttive diversificate: case popolari, ma anche edilizia privata convenzionata. Tra gli anni Settanta ed Ottanta il tema del nuovo sviluppo urbanistico di Nichelino fu al centro di un grande dibattito tecnico e politico, che si concluse con il PEEP 3, il cui obiettivo era quello di ricucire il quartiere Boschetto con il resto della città. Il progetto, avviato agli inizi degli anni ’90, prevedeva un intervento residenziale di circa 800 nuovi alloggi, servizi pubblici (tra cui il nuovo poliambulatorio dell’ASL), spazi verdi ed impianti sportivi nella zona all’incrocio tra via Debouchè e via XXV Aprile. Il simbolo di questi progetti fu la “montagnola” di Largo delle Alpi e relativa passerella pedonale (di-strutta in un incidente stradale nel 2015). Attualmente nel quartiere Boschetto la popolazione (fig. 32) è variegata : la popolazione residente è prevalentemente composta da pensionati e famiglie e da una percentuale di immigrati per lo più dell’Est Europa e dell’Africa del Nord, dalla popolazione legata al lavoro nell’ampia area industriale che si sviluppa intorno a via degli Artigiani, da una popolazione fruitrice che si colloca nelle aree pubbliche
32. popolazioni e relazioni
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Pop residente
Pop transito
Pop lavoro
Uso comune
Pop fruitrice
ComplementarietĂ
Pop aggregazione
Conflitto
100m
200m
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e in particolare si concentra nel parco del Boschetto e dalla popolazione in transito evidenziata lungo le importanti arterie viarie che caratterizzano fortemente l’area. Abbiamo evidenziato un rapporto di conflittualità nell’area composta dagli edifici di residenza popolare in quanto convivono fasce d’età e etnie differenti con bisogni a volte opposti. Questo rapporto di coflittualità è sottolineato anche dalla poca sicurezza con cui i residenti vivono in quest’area in particolare negli spazi di uso pubblico. Parlando con i cittadini sono emersi diversi problemi dal punto di vista della sicurezza e sono stati indicati luoghi, come i giardini all’interno della corte che viene formata dagli edifici popolari, dove è pericoloso recarsi la sera per problemi di furto e di spaccio. Nichelino, e in particolare il quartiere Boschetto, è uno di quei comuni in cui sono scattati blitz di polizia per problemi di spaccio legati alla mafia. Gli abitanti lamentano inoltre la presenza di vandali che, come è emerso, danneggiano le parti comuni delle residenze e l’arredo urbano, con interventi distruttivi a volte pericolosi (incendi). L’ edilizia residenziale pubblica viene realizzata, direttamente o indirettamente, dallo Stato, per la creazione di abitazioni a basso costo da asse-gnare a cittadini con redditi bassi o che si trovino in condizioni economiche disagiate con un canone d’affitto particolarmente favorevole. La normatizzazione dell’edilizia residenziale è un argomento che è stato trattato dalla fine del primo dopoguerra, con l’entrata in atto di diverse leggi volte a regolamentare questa tipologia. La legge 167 del 1962, per rispondere all’esigenza di abitazioni e per favorire i ceti meno abbienti, stabilì che tutti i Comuni italiani con un certo numero di abitanti dovessero dotarsi di un piano decennale per la realizzazione di case economicopopolari. Ciascun Comune doveva individuare le aree da riservare a tali costruzioni e, se opportuno, poteva anche espropriarle. L‘ATC stipula una graduatoria di coloro che, dopo
aver fatto richiesta in comune, risultano idonei all’assegnazione di una casa popolare; essa tiene conto di numerosi fattori tra cui l’ISEE, il luogo di residenza e di lavoro e i precedenti rapporti con l’agenzia per la Casa. Nel comune di Nichelino sono presenti attualmente 959 alloggi destinati a edilizia convenzionata che per la maggior parte vengono assegnati per ragioni economiche (per famiglie con un ISEE inferiore a 6000 euro). Il quartiere Boschetto è fortemente caratterizzato dalla massiccia presenza di edilizia residenziale pubblica; in Via Pracavallo i civici con alloggi destinati a edilizia convenzionata sono 42, 44, 46, 48,50, 52, 54, 56, 58, 60, 62, 64 e in via Cacciatori i numeri 21/5, 21/9, 21/11, 21/12.
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1100 33. accoglienza ed edilizia sociale nel comune di torino
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POPOLAZIONE DI OGGI Nel dibattito italiano sui temi legati all’immigrazione, il fenomeno degli sbarchi è sicuramente uno dei più discussi dall’opinione pubblica e dai media. Nel corso del 2015, in particolare, l’attenzione si è focalizzata sul tema dei “profughi”: dove alloggiare i richiedenti asilo, evitando conflitti con la popolazione locale e sprechi di risorse? Questione tutt’altro che semplice, in cui entrano in gioco numerose questioni sociali, culturali ed economiche. Dai dati del Ministero del 22 dicembre 2015, sulle coste italiane sono arrivati 144 mila migranti e nel sistema di accoglienza sono presenti 101.708 ri-chiedenti asilo. Attualmente il sistema di accoglienza italiano per i richiedenti asilo è frammentato e comprende diverse tipologie di strutture. Sono presenti sul territorio nazionale: 13 centri governativi (CPSA - centri di primo soccorso e accoglienza; CARA - centri di accoglienza per richiedenti asilo; CDA - centri di accoglienza a breve termine); la rete SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e strutture di accoglienza temporanea (Centri di Accoglienza Straordinari - CAS). Nonostante il sistema SPRAR sia considerato il più efficiente fra i tre attuali, dagli ultimi dati del Ministero accoglie il 19% degli oltre 101 mila richiedenti asilo presenti in Italia, dato in crescita del 54% rispetto al 2014. I centri di accoglienza governativi (CPSA, CARA, CDA) accolgono oltre 7 mila persone, mentre il 73% risiede presso strutture di accoglienza temporanea. A inizio 2016 erano 8.380 le presenze effettive di profughi in Piemonte (8% dei profughi presenti sul territorio italiano), provenienti da Eritrea, Somalia, Nigeria, Sudan e Siria. La maggior parte di loro, una volta regolarizzata, si occupa di servizi alla persona, ristorazione e alberghi, costruzioni, agricoltura, industria e trasporti. Ad oggi Torino e provincia ospitano 3125 rifugiati, con una disponibilità di posti pari a 1644 in strutture apposite, più 50 famiglie di privati che si sono offerti per accogliere almeno un migrante.
Nella carta n. 33 vengono evidenziati i centri di accoglienza del Comune di Torino con minimo 40 posti letto e sottolineati gli insediamenti informali, cioè quei luoghi occupati abusivamente da una grande comunità di profughi. E’ evidente come i centri di accoglienza siano al collasso e, con un continuo aumento degli sbarchi, l’aumento di richiesta di posti letto è inevitabile. La carenza e l’inadeguatezza degli attuali centri di accoglienza favoriscono l’appropriazione di luoghi/edifici in modo abusivo. Uno degli esempi più lampanti è l’appropiazione indebita degli ex alloggi olimpici nella zona del MOI in cui una comunità di più di 300 nigeriani ha occupato quattro palazzine del complesso progettato nel 2006. Questa tipologia di avvenimenti crea innumerevoli problemi dal punto di vista sociale e amministrativo.
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QUESTIONE ABITATIVA Dopo alcuni sopralluoghi abbiamo notato come la varietà di spazi sia caratterizzata da un differente bacino d’utenza a seconda dei giorni e delle diverse fasce orarie il quale determina diversi livelli di densità sociale e fisica. La densità fisica (fig. 39) è il rapporto tra numero di abitanti e superficie di un’area, esprime pertanto un indice che caratterizza la densità abitativa di una specifica zona. È funzione della tipologia abitativa (ville unifamiliari sparse in un quartiere agricolo, e-difici multipiano in un quartiere urbano re-sidenziale), della localizzazione dell’area e delle condizioni demografiche e immigratorie e del saldo netto annuale della popolazione. La densità sociale (figg. 40-42) invece esprime il rapporto tra numerosità e ricchezza delle interazioni sociali e la superficie di un’area: dà informazioni circa la vitalità di uno spazio, il suo essere costantemente acceso e coinvolto come scenografia di una rappresentazione delle relazioni sociali in atto, centro nevralgico di flussi, interessi e scambi tra diverse popolazioni. Le interazioni sociali sono numerose là dove sono concentrate funzioni che attraggono la popolazione, dove vi è uno spazio pubblico ampio e diversificato. La densità fisica rende immediatamente l’idea della struttura della zona: un nucleo centrale a densità fisica nulla si spiega con la presenza di un blocco adibito a servizi. Ai margini sono collocati due fuochi ad alta densità fisica, motivati dall’esistenza di due poli residenziali, costituiti da massicci edifici multipiano per appartamanti. A nord e a est si estende invece una densità sociale medio-bassa, legata al tessuto urbano disperso, fatto di case e villette uni e bifamiliari. Per quanto riguarda la densità sociale, la rappresentazione delle carte a seguito è fornita dalla raccolta di dati in tre diversi momenti della giornata: il venerdì mattina e pomeriggio e la domenica mattina. Le aree che hanno una densità sociale elevata sono le zone adibite a servizi e i luoghi pubblici come il Carrefour, il parco del Boschetto, la zona porticata prospiciente largo delle
Alpi, i campi sportivi e la casa di quartiere. Il parco, la più grande area pubblica della zona, viene frequentata tutto il giorno, ma da diverse tipologie di utenti: la mattina principalmente da anziani, mentre il pomeriggio e il fine settimana da famiglie e adolescenti. Le diverse scuole del quartiere invece hanno un’alta densità sociale il mattino e il primo pomeriggio nei giorni feriali, mentre negli altri momenti della giornata e nei festivi la densità è nulla. Altra area con un’elevata densità sociale rispetto alla zona di studio è il centro di quartiere, in piazza Pertini. Questo edificio è molto frequentato dagli abitanti del quartiere, in particolare da pensionati, disoccupati e alcuni giovani in quanto ospita un bar, unico punto di ritrovo per la popolazione della zona. Al suo interno avvengono anche attività serali e riunioni del comitato di quartiere. La struttura, costruita in modo provvisorio all’inizio del 2009, è tutt’ora rimasta aperta grazie a diverse proroghe della dichiarazione di agibilità in attesa di una solu-zione definitiva. All’interno di uno spazio costruito o da esso definito si svolgono delle funzioni, alcune delle quali sono state previste da un progetto, il quale ha tentato di offrire un ambito di svolgimento appropriato, altre invece si sono instaurate e consolidate nel tempo, anche se non erano state pensate inizialmente come localizzate in quel luogo: sono queste le funzioni maifeste e latenti rispettivamente. Le funzioni manifeste (fig. 38) derivano dall’intento progettuale che ha portato alla definizione dei diversi spazi. Le funzioni latenti si sono imposte con l’uso, entrando in rapporto positivo o negativo con le funzioni manifeste. Le prime sono ad esempio funzioni legate al commercio, allo svago, alla residenza, allo studio, alla socializzazione. Le seconde possono confrontarsi con le funzioni “ufficiali” in modi diversi, andando a favore o a svantaggio delle attività preimpostate. Nel caso di funzione latente complementare, la funzione manifesta si trova rafforzata e arricchita nei suoi scopi,
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funzione manifesta residenziale funzione funzione manifesta residenziale funzionemanifesta manifestaresidenziale residenziale funzione manifesta serviziscuole - scuole funzione funzione manifesta servizi funzionemanifesta manifestaservizi servizi--scuole - scuole-- funzione latente conflittuale funzione funzione latente conflittuale funzionelatente latenteconflittuale conflittuale funzione latente complementare funzione funzione latente complementare funzionelatente latentecomplementare complementare
funzione manifesta residenziale funzione manifesta servizi - scuole funzione latente conflittuale funzione latente complementare
funzione manifesta sociale funzione funzione manifesta sociale funzionemanifesta manifestasociale sociale
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100m
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funzione manifesta sociale 38. funzioni latenti e manifeste didascalia in maiuscoletto (small caps) Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing
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densità fisica nulla
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densità fisica bassa nulla bassa densità fisica alta densità fisica alta
ANALISI PERCETTIVA 4. densità fisica ANALISI PERCETTIVA 4. densità fisica
39. densità fisica
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alta densità sociale venerdì mattina alta densità sociale venerdì pomeriggio alta densità sociale domenica mattina alta densità sociale venerdì mattina densità sociale nulla alta densità sociale venerdì pomeriggio
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analisi percettiva densità sociale relativa a tre diversi momenti della settimana
alta densità sociale domenica mattina densità sociale nulla
analisi percettiva densità sociale relativa a tre diversi momenti della settimana
40. densità sociale domenica pomeriggio
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alta densità sociale venerdì mattina alta densità sociale venerdì pomeriggio domenicamattina mattina alta densità sociale venerdì
alta densità densità sociale venerdì pomeriggio mattina densità sociale nullavenerdì alta sociale alta densità densità sociale sociale domenica venerdì pomeriggio alta mattina alta densità sociale densità sociale nulladomenica mattina densità sociale nulla
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analisi percettiva densità sociale relativa a tre diversi momenti della settimana analisi percettiva densità sociale relativa a tre diversi momenti della settimana analisi percettiva densità sociale relativa a tre diversi momenti della settimana
alta densità sociale venerdì mattina alta densità sociale venerdì pomeriggio domenicamattina mattina alta densità sociale venerdì
alta densità densità sociale venerdì pomeriggio mattina densità sociale nullavenerdì alta sociale alta densità densità sociale sociale domenica venerdì pomeriggio alta mattina alta densità sociale densità sociale nulladomenica mattina densità sociale nulla
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analisi percettiva densità sociale relativa a tre diversi momenti della settimana
41-42. densità sociale analisi percettiva venerdì mattina densità sociale relativa a tre diversi momenti della settimana venerdì pomeriggio analisi percettiva densità sociale relativa a tre diversi momenti della settimana
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in quanto entrambe le tipologie portano l’uso verso una stessa direzione di utilizzo. Nel caso contrario, la funzione latente si definisce conflittuale quando rende difficile o impossibile lo svolgimento della funzione manifesta, ostacolandola. Si verifica una situazione intermedia quando la funzione latente è ambivalente, ossia il suo svolgersi per alcuni aspetti favorisce la funzione manifesta, per altri la ostacola. Nelle due isole in analisi, le funzioni manifeste sono state rese chiare e definite in fase di progettazione. L’isola comprendente il centro di quartiere è costituita da un vasto slargo, attualmente occupato dal centro, da una piazza antistante e da una zona attrezzata riservata ai bambini. In quest’area le funzioni latenti non sono molto numerose e si possono definire complementari in quanto favoriscono il carattere dell’area, dedicata alla socializzazione. Infatti il centro di quartiere funziona anche come bar ed è dotato di una struttura temporanea che ospita attività come corsi di ballo e attività di ginnastica, per bambini e anziani. Il bar offre un punto di ritrovo per i numerosi anziani del quartiere ma anche per i bambini del plesso scolastico della zona; inoltre offre la possibiltà alla comunità di disporre di uno spazio riparato dove riunirsi per eventuali necessità, come ad esempio le riunioni condominiali e le assemblee di quartiere. L’isola destinata alle residenze, tra cui alcune destinate ad edilizia convenzionata, invece non presenta lo stesso felice connubio. La funzione manifesta è, appunto, quella residenziale: gli edifici disegnano una corte interna pubblica, ombrosa, arredata con panchine e spazi gioco per bambini, costellata da alberi e piante. In realtà, per quanto sussista la funzione principale, le funzioni latenti la notte si appropriano dello spazio precipitandolo in una forza opposta e conflittuale rispetto al faticoso tentativo diurno: di sera, oltre una certa ora, lo spazio accoglie teppisti, vandali che imbrattano i muri e incendiano gli elementi dell’arredo urbano, di spacciatori che esercitano la loro attività illegale. Ne risulta uno spazio straniato,
lacerato da un senso di ambivalenza che vorrebbe essere un punto di socializzazione, scoraggiata da attività poco lecite e sicure. Purtroppo queste realtà influenzano molto le percezioni di sicurezza e insicurezza e non a torto: l’area è generalmente caratterizzata da una pessima fama e partecipa di un generale clima di trascuratezza e insicurezza. La durezza degli spazi, il loro stato di incuria e degrado, la diffidenza con cui le persone si rapportano con lo spazio e con il prossimo restituisce un’angosciosa idea di pericolo, di minaccia. Il tutto è acuito dalle testate giornalistiche e da alcune notizie di cronaca, che denunciano atti di vandalismo, scomparse, furti, furti con scasso, spaccio di droga.
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DOMANDE, ATTESE, NECESSITA’ Le interviste sono state fatte durante tre sopralluoghi differenti effettuati in momenti diversi, due nel corso di due pomeriggi e in una mattinata infrasettimanale. Queste interviste oltre ad aiutarci nel comprendere meglio l’area sono state utili per capire come gli interventi pensati siano recepiti dagli abitanti del quartiere. Le interviste sono avvenute a inizio e fine Maggio; all’inizio le persone sono state piuttosto diffidenti e non è stato subito facile reperire degli abitanti da intervistare ma in conclusione abbiamo intervistato una ventina di persone comprendenti tutte le fasce d’età e di vari sessi. Le interviste (per quanto possibile) sono state fatte seguendo la traccia prestabilita, tuttavia a seconda della disponibilità della gente le domande hanno subito alcune variazioni. 1. Indichi tre elementi positivi e tre problematiche del vivere nel quartiere Boschetto. 2. Si sente sicuro in questa zona della città? Se no, mi indichi i luoghi in cui non andrebbe mai solo ( CARTA ). 3. Conosce/utilizza il centro di quartiere? 4. Cosa ne pensa dell’inserimento di servizi, la riqualificazione del verde nella corte e l’inserimento di orti urbani nel quartiere? Con queste domande abbiamo cercato di indirizzare gli intervistati a parlare di diversi macrotemi evidenziati già dalle ricerche preliminari avvenute per lo studio dell’area. Uno dei sentimenti comuni è lo sconforto per la lontananza delle istituzioni dai problemi reali del quartiere. Quasi la totalità dei residenti intervistati ha sottolineato come prima cosa lo stato di degrado in cui vertono la maggior parte del verde pubblici. Evidenziando come solo l’ASSOCIAZIONISMO dei più anziani non li fa cadere in un totale stato di abbandono. Altra forte problematica emersa è la condizione
critica del centro di quartiere, evidenziato da tutti come importante polo di socializzazione e incontro, ma del tutto inadatto come struttura ( definita più volte inagibile). Per quanto riguarda il tema della SICUREZZA abbiamo riscontrato pareri discordanti tra i vari cittadini: alcuni parlavano di grande pericolosità della zona, soprattutto di notte, altri invece non hanno mai percepito l’assenza di sicurezza, affermando che la situazione del quartiere era decisamente più critica diversi anni fa ma ora le cose sono cambiate. Elemento positivo dell’area è la presenza di tutti i servizi necessari e un ottimo e veloce collegamento per le diverse zone limitrofe. Tra i giovani intervistati ricorrente è la lamentela per la mancanza di un luogo di ritrovo giovanile. La maggior parte degli intervistati vive nelle case popolari dell’ATC e soprattutto i più anziani, che ci vivono dalla loro costruzione, evidenziano lo stato in cui versano i loro appartamenti affermando che la manutenzione per i vari complessi è quasi giornaliera, tutto non funziona all’interno di questi edifici, ci sono problemi strutturali, tecnologici e, come è ben visibile, estetici. Pur riscontrando diverse problematiche a volte anche gravi, gli intervistati hanno sottolineato come amino vivere nel quartiere che viene definito una piccola cittadina all’interno di una grande città. Anche i giovani pur indicando l’assenza di “vita nottura” affermano che l’area è un’ottima zona per vivere, collegata benissimo a Torino ma allo stesso tempo posta in una zona più tranquilla. Per quanto riguarda le domande sul nostro intervento progettuale le risposte erano spesso vaghe e superficiali ma abbiamo riscontrato come l’idea degli orti urbani e la riprogettazione del verde pubblico siano state apprezzate dalla totalità degli intervistati.
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In fase di progetto, si è cercato di dare risposta a queste esigenze. Facendo perno sull’associazionismo, sulla vitalità del centro di quartiere, si è cercato di rivitalizzare la zona strutturando, in fase progettuale, un piano teraa attorno alla corte che fosse adibito unicamente a servizi per la popolazione. Sono stati inseriti una caffetteria, aule polifunzionali, spazi per la condivisione, una biblioteca e attività commerciali solidali, per favorire non solo la vitalità economica e sociale, ma anche per incentrare sulla corte il perno di una rete di relazioni umane, attualmente mancanti. Per gli atteggiamenti di cura riscontrati nelle parole e nei fatti, così come per la difficolatà economica, il progetto ha previsto l’installazione di orti urbani, a sostegno di un’economia di gestione domestica che vacilla e per consentire agli anziani di avere un piccolo spazio erboso cui dedicare le proprie attenzioni, raccogliendone poi i frutti. Il risontro di casi di emergenza abitativa ci ha portate ha ripensare l’abitare della zona, definendola in modo opposto al suo intorno come l’isola della condivisione, della temporalità e della mutevolezza: sono stati pensati spazi per l’abitare temporaneo nelle sue diverse durate, per ospitare famiglie in situazioni di disagio, ma anche immigrati e profughi, cercando di fornire loro i servizi necessari per l’inserimento nella vita sociale. La struttura prevede anche uno spazio riservato ai bambini e ai minori soli o non accompagnati, con spazi e funzioni a misura di giovani e bambini. La rivitalizzazione dell’area, unitamente all’inserimento di una serie di servizi che tengano lo spazio acceso in diversi momenti del giorno e da parte di diversi target di utenti, ha, nelle intenzioni progettuali, anche il fine di rendere l’area più sicura, tenendola lontana da fenomeni di vandalismo, anche in funzione della sua nuova vita.
“ Totale assenza delle istituzioni per qualsiasi lavoro pubblico [...] manca l’illuminazione in molte strade del quartiere e le strade presentano grandi mancanze di asfalto, i marciapiedi sono pericolosi e c’è sempre il rischio di inciamparsi. Uomo, 50 anni “L’idea di inserire diversi servizi per la cittadinanza mi piace, siamo un quartiere molto partecipativo, ci sentiamo come degli abitanti di un piccolo paesino e questo è uno dei fattore per cui ho deciso di vivere in questa zona.” Madre, 40 anni “La casa del quartiere è un posto di ritrovo per noi pensionati, andiamo a giocare a carte, a bocce, a prendere un caffè.” Anziano, 70 anni “E’ una zona vecchia, non ci sono attrattive.” Ragazza, 15 anni “Diverse volte in questi due anni hanno scassinato la serratura del mio locale e sono entrati i ladri, sulla serranda mi sono trovato spesso graffiti.” Imprenditore, 35 anni “Si vede gli abitanti cercano di fare tutto il possibile per trasformare il grigiume della città con la presenza di verde curato.” Parroco, 60 anni
46
TABELLA RIASSUNTIVA INTERVISTE luogo
n.
sesso
1
F
20-25
06-05-2016
14,30
portici
2
M
60 - 70
06-05-2016
15,00
area verde pubblica
3
F
60 - 70
06-05-2016
15,30
cortile privato
4
M
20-25
06-05-2016
16,30
locale pubblico
5
F
40 - 50
10-05-2016
10,30
area gioco bambini
6
M
40 - 50
10-05-2016
11,00
sala polivalente
7
F
30 - 40
10-05-2016
15,30
entrata della scuola
8
M
40-50
10-05-2016
15,45
entrata della scuola
9
F
60 - 70
10-05-2016
16,30
area gioco bambini
10
M
70 - 80
10-05-2016
16,30
area gioco
11
F
30 - 40
23-05-2016
12,30
locale pubblico
12
M
30-40
23-05-2016
13,30
parco pubblico
13
M
70 - 80
23-05-2016
13,45
per strada
14
F
15 - 20
23-05-2016
14,30
fermata del bus
15
M
30 - 40
23-05-2016
14,30
locale pubblica
16
F
30 - 40
23-05-2016
15,00
per strada
17
M
50 - 60
23-05-2016
16,30
ingresso casa
18
M
30 - 40
23-05-2016
12,30
fermata bus
19
M
50 - 60
23-05-2016
12,30
giardino privato
20
M
50 - 60
23-05-2016
13,45
parco pubblico
etĂ
giorno
ora
36. tabella riassuntiva delle interviste
47
37. mappa con localizzazione delle interviste
3. MELTING POT ARCHIPELAGO
50
LA FRAMMENTAZIONE ALL’INTERNO DEL QUARTIERE. LE ISOLE
Le isole che compongono l’arcipelago sono tra loro molto diverse. Come già accennato, hanno funzioni e caratteristiche differenti e il progetto si relazionerà unicamente con due di esse. Le motivazioni legate a questa scelta sono molteplici: per prima cosa, le aree prescelte sono quelle maggiormente accessibili ed aperte agli utenti esterni. Ciò non è da poco perché ci ha consentito di analizzare lo spazio, guardarlo, attraversarlo, sostarci e parlare con chi ci vive: da ciò sono emersi numerosi problemi di vivibilità, microcriminalità e degrado sociale ed edilizio che, in fase progettuale, si è tentato di limitare. La non accessibilità delle altre isole, barricate dietro le loro recinzioni, non ha consentino l’ingresso di un occhio che, dall’interno, potesse valutare la presenza di situazioni che necessitassero un intervento. L’isola educativa delle scuole, rispetto a quanto emerso da alcuni colloqui con le persone del posto, pare funzionare: al di là delle scelte formali, funzionalmente il complesso assolve alle esigenze della popolazione, fornendo la prestazione di un servizio che, in uno spazio più o meno ameno, si svolge in modo funzionale. Per quanto rigurda invece le isole residenziali situate alla rotonda di Largo delle Alpi e su via Cacciatori si può affermare la presenza di un abitare stabile, definito, immobile e inflessibile rispetto a ormai consolidati ritmi sociali e di vita. Chiusi dentro i loro appartamenti, i proprietari di queste case sembrano abitare da soli, felici di esserlo, barricati dietro le cancellate sembrano dire: “State lontani, noi stiamo bene così!”. Un abitare inscalfibile nelle sue certezze, chiuso a riccio su sé stesso.
RIFLESSIONI SULLA FLESSIBILITÀ DELLO SPAZIO Dunque le scelte progettuali si sono orientate sulle altre isole non solo in quanto “restanti”, ma anche perché presentano forme di occupazione più flessibili. L’isola occupata dal centro di quartiere è costituita da una vasta spianata asfaltata con un invaso centrale di forma rettangolare, ribassato di alcuni gradini rispetto al piano di campagna, direttamente antistante il centro di quartiere. Quest’ultimo si configura come una struttura provvisoria dal 2009, la cui risoluzione è stata fino ad oggi prorogata e tuttora manca di una soluzione definitiva. Il centro ospita un piccolo bar, con annessa struttura per attività sportive, corsi di ballo e ginnastica, riunioni di quartiere e di condominio. Stretta nell’angolo di strada alla congiunzione tra via Pracavallo e via Cacciatori, l’isola è definita a nord-ovest dal tratto stradale, a est da una striscia erbosa con attrezzature per il gioco dei bambini. Proseguendo verso sud si “approda” all’isola residenziale, che è costituita da due edifici a stecca, molto massivi, e da quattro edifici a forma di T. Si tratta di edifici multipiano alti circa 33 m, costruiti intorno alla tarda metà del secolo scorso. I materiali sono scadenti, attualmente i vari intonaci e rivestimenti sono degradati e scrostati, imbrattati di scritte e graffiti. La corte interna si sviluppa intorno a un cerchio centrale asfaltato, dal quale si dipartono alcuni sentierini asfaltati che, discendendo dal rialzo di quota centrale, conducono ai vari accessi dell’edificato. Intorno si formano grandi aiuole giardino, separate dai percorsi da siepi che li allontanano dall’uso effettivo delle utenze. Poco più oltre, c’è un piccolo anfratto verde, in cui è organizzato uno spazio attrezzato per bambini. Oltre quest’isola si estende un mare di asfalto, disegnato da parcheggi e solcato dalle griglie di box sotterranei.
51
l’arcipelago
le barriere
le funzioni
le isole in progetto
52
0
10 100m
20
200m 50m
PRODUCED BY AN
0
50. isola 1 spaccato assonometrico
53
0
10 100m
20
200m 50m
PRODUCED BY AN
0
51. isola 2 spaccato assonometrico
54
55
56
GLI SPAZI APERTI L’area oggetto di studio ha lasciato emergere i suoi punti più critici, particolarmente in riferimento allo spazio aperto: essa risulta essere uno spazio fallimentare da un punto di vista funzionale, in quanto la funzione principale della corte, cioè l’essere un punto di aggregazione sociale, si è trasformato in un crogiuolo di problemi che hanno deviato questa funzione. L’ambiente, in funzione della sua concezione originaria e dell’incuria successiva, si configura come duro, spigoloso, uno spazio inospitale, cupo, che trasmette sensazioni di insicurezza e trascuratezza. Il degrado del patrimonio urbano fa da sfondo a una realtà sociale che versa nelle medesime condizioni: la popolazione, costituita prevalentemente da anziani, stranieri residenti e nuclei familiari in stato di disagio economico, è rassegnata alla situazione, appare scoraggiata nei confronti di un possibile miglioramento. Nonostante atti di vandalismo e microcriminalità degradino il quartiere, alcuni residenti non si rassegnano alle condizioni dell’intorno urbano in cui vivono e cercano di riqualificare l’area con micro interventi, dimostrando atteggiamenti di cura e attenzione nei confronti degli spazi pubblici. Si può affermare che parte dei problemi legati al non uso (o uso scorretto) dello spazio apetro sia insita in un concept che, nel tempo, è stato superato da differenti situazioni sociali. Il primo grande limite che si incontra è la chiusura degli spazi erbosi rispetto al passaggio e all’uso di una potenziale utenza. Le siepi che impediscono l’accesso alle parti verdi limitano l’uso della corte da parte dei residenti, che nemmeno sfruttano la presenza di un insipido spiazzo centrale, circolare e cementato. Nelle intenzioni progettuali si è cercato di riproporre uno spazio più fruibile, solcato da percorsi razionalizzati secondo le principali direttrici di attraversamento dello spazio, più interessante e complesso, al fine di suscitare curiosità nelle utenze, attraendole. Abbiamo cercato di dotare lo spazio aperto di una serie di funzioni che, con la loro regolare attività, fungessero da catalizzatore sociale, av-
viando un processo di crescita della densità sociale che rendesse partecipe lo spazio aperto ed erboso delle proprie interrelazioni. Così lo spazio di relazione è stato frammentato in tanti spazi più ridotti e distribuiti in modo omogeneo sulla superficie, andando a coronare i percorsi e le funzioni degli edifici che si estendono alla corte. Il piano terra degli edifici è stato sfondato, creando un basamento più aperto, che consentisse la percolazione attraverso l’area e alleggerisse lo spazio di quella sensazione di pesantezza che lo caratterizzava. L’inserimento di funzioni diverse da quella residenziale inoltre generano uno spazio vivo nei diversi momenti della giornata, configurando un ambiente acceso e controllato da diversi target di utenze. L’area dove si trovano attualmente il centro di quartiere e la piazza antistante è quella sulla quale abbiamo deciso di intervenire riprogettandola totalmente. L’isola è stata suddivisa in base alle funzioni e i servizi che volevamo inserire. L’elemento che contraddistingue l’ intervento in quest’area sono gli orti urbani. La decisione di adibire la maggioranza della metratura a orti è stata dettata da bisogni che abbiamo evidenziato dopo le interviste ai residenti. Si è pensato che l’inserimento di quest’attività potesse essere utile ai residenti sia dal punto di vista economico che sociale. Nell’affrontare la progettazione di questi spazi ci si è focalizzati sull’obiettivo di concepire le aree anche come luogo di socialità apeto a tutti. La semplicità dell’impianto enfatizza l’estetica dell’intervento e ne consente la riproducibilità in qualsiasi area. Una parte dell’area è stata disposta come orto comune utilizzabile dagli studenti dellescuole elementari. Gli altri orti sono privati ma condivisi da diversi cittadini; sono state inserite tre aree con frutteti collettivi per il quartiere e l‘asse principale è stato mantenuto dall’attuale suddivisione. Ogni orto è provvisto di ripari per gli attrezzi in legno. E’ stata mantenuta l’area gioco per i bambini e ampliata rispetto all’esistente.E’ stata aggiunta un’area a prato con la disposizione di alcuni tavoli e nella zona limitrofa alla pista ciclabile è stata ricavata un area per il ricovero delle bici.
57
eliminazione di margini e barriere integrazione degli spazi a prato con le funzioni insediate integrazione della vegetazione esistente con quella in progetto
mantenimento delle direttrici di attraversamento principali frammentazione e dilocazione degli spazi di aggregazione mantenimento e moltiplicazione dei percorsi di percolazione
43. spazi aperti concept stato di fatto concept stato di progetto
58
59
44-45. schizzi progettuali
60
Zone asfaltate Aree verdi Zone asfaltate Aree verdi 0
0
100m20 10
200m50m
46. Gli spazi aperti stato di fatto
61
Aree rivestite da legno
Aree verdi
Aree selciate
Aree pavimentate
0
0
100m20 10
200m50m
47. Gli spazi aperti progetto
PRODUCED BY AN AUT
Aree asfaltate
62
Aree asfaltate Aree verdi
Aree verdi
48.Gli spazi aperti stato di fatto
0
0
100m20 10
200m50m
PRODUCED BY AN AUT
Aree asfaltate
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mentate
di
bite ad orti
Aree verdi
0
Aree rivestite in legno Aree adibite ad orti
0
100m20 10
200m50m
PRODUCED BY AN AUT
stite in legno
Aree pavimentate
49. Gli spazi aperti stato di progetto
64
10 10
20 20
50 50m
50. assonometria rilievo fine stato di progetto
200m
0 0
65
Superfici asfaltate
Superfici asfaltate
Superfici a verde
Superfici Superfici peraortiverde Superfici per orti Superfici lastricate Superfici lastricate
Pavimentazione lignea
0 0
10 10
20 20
50 50m
51. assonometria rilievo fine stato di progetto
200m
Pavimentazione lignea
66
67
GLI SPAZI COSTRUITI Il rinnovo della vitalità del quartiere passa anche attrverso l’installazione di una nuova popolazione: vista l’attuale crisi economica, l’emergenza immigrati che si trova ad affrontare la città di Torino e l’iniziale vocazione dell’area per l’edilizia convenzionata, il progetto a previsto l’arrivo di circa 180 nuovi individui di estrazione sociale molto diversa rispetto alla situazione attuale. Il progetto integra la popolazione attuale con una popolazione temporanea in accoglienza: immigrati, rifugiati politici, provenienti dai centri di smistamento principali, e da nuclei familiari o persone che si trovino momentaneamente in situazione di disagio, sia economico, sia sociale. L’attenzione è stata rivolata anche all’eventuale presenza di una componente minorile non accompagnata, nell’intenzione di favorire la vitalità del quartiere attraverso l’insediamento di una componente giovane all’interno della popolazione. Il perno attorno al quale gravita la convivenza di queste persone con esigenze così diverse è lo spazio pubblico, corredato di una serie di funzioni che fomentino le relazioni tra le utenze. Gli edifici che attualmente delimitano il perimetro della corte sono palazzi multipiano per appartamenti, per un totale di 4 torri a forma di “T” e 2 stecche, per un’altezza di circa 33 m. Sono edifici nati nei primi anni ’70, con il boom economico e la grande ondata migratoria che investì Torino in quegli anni, costruiti in fretta e in modo poco ragionato, secondo le regole della città dormitorio, con appartamenti di pezzatura ampia (anche 5 locali) di estensioni non idonee, con stanze strette e cubicolari. Il piano terra si presenta ovunque chiuso, segnato da muri continui e serrande chiuse, dietro i quali si nascondono locali tecnici e scantinati: il tutto restituisce un’idea di incuria e degrado.
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Demolizioni
10 10
20 20
50m 50 52. piante stato di fatto ed individuazione delle demolizioni
200m
00
20 20
50m 50
200m
10 10
PRODUCED BY AN
0 0
52. piante piani tipo residenza per minori albergo sociale
70
NUOVE FUNZIONI, VECCHI CONTENITORI Il progetto, che riguarda le due stecche a est ed ovest della corte, ha in prima istanza aperto varchi al piano terra, caratterizzandolo con porticati, attività commerciali e aperture che consentano l’attraversamento delle stecche al fine di uscire dall’isola. Sono state inserite svariate funzioni al piano terra, come ad esempio i locali del Centro di Quartiere, aule polivalenti, attività commerciali, aule per alfabetizzazione e locali di ristoro, al fine di aumentare la densità sociale e diminuire la focalizzazione della zona, rendendola un crogiuolo di attività differenti, uno spazio da cui si sia attratti e in cui si sta bene e piacevolmente. Gli ambienti in progetto sono stati pensati secondo una logica di comfort e attenzione alle esigenze della futura popolazione: gli spazi sono ampi, luminosi, corredati di una serie di servizi per la collettività come spazi di culto, svago, informazione e ascolto. Per i minorenni è stata pensata una struttura separata, comunicante con la zona destinata ad albergo sociale solo al livello del piano terra destinato interamente a servizi. La casa di accoglienza per minori può ospitare circa 50 ragazzi per un periodo di tempo limitato, più o meno lungo, dispone di aule per la didattica, sale multimediali e polivalenti, una mensa, un’infermeria e aule studio. Ai piani superiori sono collocate le camere, di varie pezzature, e i servizi. Il tetto è adibito a giardino. L’intervento ha tentato di inserirsi nella dimensione costruita attraverso il mantenimento dei suoi tratti più caratteristici. Le torri a forma di “T” non sono state coinvolte nel progetto che ha invece investito le stecche laterali, sfondandole del piano terreno e riqualificando gli ambienti ai piani superiori. Per ciò che concerne lo spazio aperto, è stata mantenuta in gran parte la piantumazione esitente, unitamente alle direttrici da attraversamneto del lotto e ai percorsi di uscita dalla corte. La corte presenta attualmente un dislivello di poco più di mezzo metro tra il suo centro e i bordi: questo è stato mantenuto in fase progettuale affinchè costituisse un elemento
di diversificazione e strutturazione dello spazio. Le direttrici principali attraversano questa rugosità del terreno definendo giardini rialzati, contenuti in un disegno di cemento armato che segna le strade e che definisce spazi molli che, gradualmente, scendono dal centro verso i margini fino alla quota del marciapiede. La lastricatura della strada segna anche il perimentro interno degli edifici, collegandoli tra loro e consentendo un’agevole osmosi tra interno ed esterno. Il piano terreno degli edifici si protende verso la corte, “contaminandola” delle sue funzioni: si aprono così, come prolungamenti dello spazio interno all’esterno, delle piastre di materiale lapideo, che arrivano a divorare la pavimentazione dei percorsi denunciando la loro presenza e ospitando tavoli, dehors e sedute che servono la caffetteria, la mensa, gli spazi per l’infanzia e la biblioteca. Spazi di sosta sono ulteriormente disseminati lungo le direttrici di percorrenza, per dislocare e rendere omogenea la funzionalità dello spazio. La corte appare così disegnata da un mosaico di tessere che si incastrano tra loro, in un gioco di tessuti duri, semi molli e molli che offre alle utenze la possibilità di un’ampia scelta di spazi in cui trattenersi e intrattenersi con gli altri.
71
appartamenti di propietĂ o in locazione
STANZE DORMITORIO ACCOGLIENZA MINORI 48 posti
MONOLOCALE 16 appartamenti
BILOCALE
20 appartamenti
ALBERGO SOCIALE TRILOCALE 6 appartamenti 18 camere doppie 22 camere singole
zona giorno
camera da letto
servizi
camera singola
spazi distributivi
camera doppia o multipla
54. modi tempi forme
72
20
50m 200m
10
m
0
55. esploso assonometrico residenza per minori
73
20
50m 200m
10
m
0
56. piano tipo residenza per minori I-IV piano piano tipo residenza per minori V-Vi piano
74
20
50m 200m
10
m
0
PRODUCED BY
57. esploso assonometrico albergo sociale
75
58. piano tipo albergo sociale I-IV piano piano tipo albergo sociale v-viii piano
20
50m 200m
10
m
0
76
59. prospetti interni lato ovest residenza per minorie e albergo sociale 00
10 10
20 20
50m 50
78
79
80
81
82
83
84
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In un arcipelago di isole stabili e refrattarie al cambiamento, si costituiscono le isole della sperimentazione in cui il diverso modo di abitare e sfruttare gli spazi aperti introduce i concetti dell’abitare futuro: multietnicità e condivisione.
86
87
4. APPENDICE
Intervista n1
Donna Età compresa tra i 20 e 30 anni Vive nel quartiere da circa 18 anni. E’ una zona strategica, non abitiamo in pieno centro Torino ma siamo nella prima cintura ed è collegata bene con tre linee di pulman il 35, il 14 e il 39. Un elemento negativo è che per noi giovani non c’è nulla da fare, neanche un piccolo locale dove uscire la sera. Per qualsiasi forma di intrattenimento e divertimento dobbiamo spostarci o a Nichelino centro o direttamente a Torino. A parte i locali per i giovani il Boschetto è ben fortino di tutti i servizi di cui una persona necessita. Spesso questa zona essendo in periferia ed essendoci case popolari è considerata pericolosa ma se devo essere sincera io non percepito nessun pericolo o situazione a rischio quando esco la sera. L’idea di inserire nuovi servizi come gli orti pubblici a parer mio è un’ottima cosa perchè gli anziani ne sarebbero felici, e per altri potrebbe essere un aiuto economico. Questi servizi che volete inserire a noi giovani non interessano molto, pensate anche a noi nella progettazione!!!
Intervista n2
Uomo Età compresa tra i 60e 70 anni. Vive nel quartiere da 40 anni. Il quartiere Boschetto è ricco di aree verdi e per questo posso dire che è una delle zone in cui si vive meglio in tutta Nichelino. Il grosso problema sono gli edifici residenziali di edilizia popolare; la situazione degli alloggi è terribile, i lavori di costruzione sono stati fatti in modo superficiale, veloce e sicuramente nessuno ha pensato alla progettazione di alloggi anche solo decenti. Quando ci sono state consegnate le chiavi della nostra casa abbiamo dovuto cambiare tutto perchè fin da subito abbiamo avuto problemi di infiltrazione d’acqua, elettrodomestici guasti, fili dell’elettricità scoperti...Questi 280 alloggi sperimentali sono stati un fallimento totale, da 40 anni abbiamo tutti i giorni interventi di manutenzione ordinaria e nel 1985 c’è stato un ulteriore intervento per l’inserimento di un cappotto esterno fatto con pannelli di amianto che tutt’ora nessuno ( dopo numerosi ricorsi) ha ancora tolto. La bellezza di tutti i giardini intorno agli edifici è completamente opera di volontariato e una volta al mese abbiamo assunto una ditta specializzata in giardinaggio per le opere più grandi, naturalmente pagata dai proprietari degli alloggi. Grandi problemi sono dovuti al fatto che una percentuale di alloggi è di proprietà privata e l’altra di proprietà dell’ATC; molto spesso il dialogo è difficile soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione e la divisione delle spese tra soggetti privati
e l’ente pubblico. Dal punto di vista della sicurezza il quartiere è migliorato molto, non ci sono più grandi problemi e la situazione è generalmente tranquilla, negli anni Novanta la situazione era più critica, numerosi i problemi di spaccio. Alcuni problemi si hanno anche con l’integrazione gli immigrati a cui sono stati consegnati degli appartamenti. II centro del quartiere è molto utilizzato, specialmente da noi con una certa età, è il luogo di ritrovo del quartiere e sarebbe molto bello se fosse ampliato. L’inserimento di orti pubblici è una cosa che abbiamo già richiesto da alcuni anni al comune ma nessuno ci ha dato risposta.
Intervista n3
Donna Età compresa tra i 60 e 70 anni Vive nel quartiere da circa 40 anni. Da quando mi sono trasferita dalla Calabria ho sempre vissuto a Nichelino nel quartiere Boschetto e sono felice e serena di vivere qui. Le cose che apprezzo di più di quest’area sono la presenza di aree verdi e la possibilità di “accudire” noi personalemente queste aree con l’inserimento di arredamenti d’esterni, la piantumazione floreale e arborea. Le aree verdi di cui si dovrebbe occupare il comune sono fatiscenti, piene di immondizia ed erbacce. La verità è che le istituzioni ci hanno abbastanza abbandonato (fin dagli anni Settanta) e noi ci siamo rimboccati le maniche per creare un posto sereno in cui vivere. C’è tutto quello di cui ho bisogno, i supermercati, l’A.SL., il centro del quartiere e il parco. Certo, ci accontentiamo di poco, ma qui ci piace vivere, i problemi ce li danno gli alloggi, in cui spesso si riscontrano perdite e muffa , e non è così facile contattare l’ATC affinchè venga a fare manutenzione; perciò dobbiamo pagare di tasca nostra le spese che spesso sono molto elevate.
Intevista n4
Uomo Età compresa tra i 20 e 30 anni. Vive nel quartiere da circa 25 anni. La cosa più positiva del vivere in questa zona sono i servizi e i collegamenti: pur essendo in periferia abbiamo tutto ciò che ci serve; siamo autosufficienti e non dobbiamo spostarci a Nichelino o Torino praticamente mai. Ovviamente è una zona in cui vivono più anziani che giovani e spesso per noi non c’è nulla da fare nel tempo libero, perciò ci spostiamo a Torino. C’è un ottimo sistema scolastico e questa è una cosa positiva per il quartiere. Manca totalmente la manutenzione delle strade e delle aree verdi pubbliche. Il parco Boschetto potenzialemnte sarebbe molto bello, ricco di grandi aree verdi a prato e di zone per fare
picnic ma come si nota non viene mai tagliata l’erba e la spazzatura viene raccolta di rado. Avremmo bisogno di un ospedale più vicino. Sono presenti numerosi immigrati in quest’area e spesso i rapporti non sono facili, l’integrazione è difficile anche perchè le istituzioni collocano nelle case popolari questi profughi a reddito zero che vengono abbandonati a se stessi. L’idea di creare un centro di accoglienza in questo quartiere è una cosa che potrebbe creare diversi problemi e la gente non è pronta ad accogliere. Oltre alla casa di quartiere non c’è nessun altro luogo d’incontro e questa è la cosa che manca di più in questo quartiere perchè comunque di giovani ce ne sono, giovani che hanno voglia di vivere il quartiere e che si trovano bene qui ma spesso la sera devono prendere la macchina per uscire e spostarsi.
Intervista n 5
Donna Età compresa tra i 40 e 50 anni. Vive in quest’area da circa 21 anni. Ho una famiglia e dei figli e mi trovo molto bene in questa zona, i miei figli hanno studiato qui e ora stanno facendo l’università e i collegamenti con il centro di Torino e le varie università sono ottimi. L’idea di inserire diversi servizi per la cittadinanza mi piace, siamo un quartiere molto partecipativo, ci sentiamo come degli abitanti di un piccolo paesino e questo è uno dei fattori per cui ho deciso di vivere in questa zona. C’è moltissimo verde ma purtroppo non c’è manutenzione perciò spesso ci vediamo costretti ad occuparci personalemte delle zone pubbliche per non farle diventare delle discariche.
Intervista n 6
Uomo Età compresa tra i 40 e 50 anni Vive in questo quartiere da 5 anni. Mi sono trasferito in quest’area cinque anni fa, prima vivevo nel centro di Torino e se devo essere sincero che il cambiamento è stato notevole. In generale non è male vivere qui, ci sono molti servizi presenti nell’area ma alcuni come le poste o le banche sono stati spostati ed è necessario andare nel centro di Nichelino per usufruirne. Le persone del quartiere sono impegnate attivamente nel cercare di migliorare la zona curando ed occupandosi delle aree più “degradate”.Il servizio scolastico è ottimo e usufruito non soltanto dagi bambini del quartiere ma anche dagli abitanti delle città limitrofe. Mi piace molto la presenza della pista ciclabile e del parco perchè ci consente nel weekend di stare a contatto con la natura; anche se il
parco è totalmente lasciato a sè, non ci sono nè manutenzione nè senso civico e per questo l’area è davvero sporca. Il centro del quartiere è un importante polo d’incontro per la comunità ma la struttura è stata più volte dichiarata inagibile e gli orari d’apertura sono molto limitati. Da diversi anni dovrebbe partire un progetto per la costruzione di un nuovo ambiente ma ad oggi ancora nulla è diventato concreto.
Intervista n. 7
Donna Età 38 anni Lavora nel quartiere e porta la figlia a scuola qui. Personalmente la zona proprio non mi piace. Se dovessi trovare dei difetti sicuramente direi che è una zona un po’ degradata ecco, cioè non è un bel posto. Le costruzioni sono brutte, non c’è niente. Cioè insomma, ci sono tutti i servizi primari, per la sanità e per fare la spesa, ma la cosa finisce lì. Poi è tutto abbandonato, da un po’ l’impressione di essere un posto triste, cioè lo è, è sempre sporco, poco curato. Se non altro però il plesso scolastico funziona abbastanza bene: nel senso che offre una copertura praticamente da zero a undici anni. Per me che lavoro in zona è abbastanza comodo: poi all’uscita di scuola uno fa due passi, prende un gelato e fa giocare un po’ la bambina al parco giochi. però poi basta, la cosa finisce lì, anche perchè a certe ore personalmente non mi fido ad andare con Carola, se ne sono già sentite di tutti i colori! Se dovessi dirvi cosa tenere vi direi le scuole, lo spazio per i bambini e il centro di quartiere, che è malconcio però per gli anziani funziona e sarebbe da mettere a posto. Tutta l’area alla sera diventa pericolosa a mio parere: abitando fuori qui non ci verrei mai la sera, come ti dicevo, però magari è solo una mia impressione. Con la crisi che c’è oggi, credo che la vostra idea di installare delle residenze temporanee in una bella corte finalmente curata e attrezzata credo sia una buona idea: certo purtroppo per riqualificare la zona servirebbe un intervento a più vasta scala ma è pur sempre un inizio!!
Intervista n. 8
Uomo Età 42 anni Lavora in zona e porta la figlia a scuola qui. Insomma, dici Boschetto e dici tutto: fino a qualche anno fa era veramente un far west, se ci andavi o spacciavi o eri un delinquente o un poveraccio. Adesso la situzione è un po’ migliorata ma resta una zona poco bella: portiamo Carola a scuola lì perché è comodo ma sappiamo che oltre la recinzione non c’è un bell’ambiente. Insomma fuori spacciano, rubano, ne fanno di tutti i colori. Ma allora io la sera passo spesso in macchina da qui, tornando dal lavoro: in macchina
passi e vai. A piedi credo potrei anche passarci, insomma essendo un uomo credo potrei farlo senza grossi rischi, però da una certa ora in avanti è un po’ come andarsele a cercare: magari vai 99 volte e non ti capita niente poi la centesima chi lo sa. Non va sempre bene. Terrei con più attenzione le scuole, per il resto tirerei giù tutto: sarebbe tutto da rifare da capo. La vostra idea è carina, anche se credo che dovrebbe essere una cosa più grande per riuscire davvero a scardinare le brutte situazioni che ci sono.
Intervista n. 9
Donna Età 65 anni Abita in zona e porta la nipote a scuola qui. La zona del Boschetto ultimamente è migliorata molto rispetto a qualche anno fa: io vivo a Nichelino da 40 anni quasi e ne ho viste di cose. All’inizio era una zona tranquilla, pulita, bruttina, con tutti palazzoni ma si usava così. Poi chissà perchè hanno cominciato ad andare ad abitare lì persone poco raccomandabili ed è andato tutto in malora. Io mi sono affezzionata al centro Boschetto perché comunque per noi anziani è l’unica cosa che c’è ed è anche l’unica che ci serve se magari d’estate vogliamo prendere un po’ di fresco. Almeno lì ti siedi e fai due chiacchiere con qualcuno. Poi è meglio tornare a casa sulle strade più grandi e illuminate perchè, sai com’è, quando uno è vecchio diventa un bersaglio facile, no? Lo sanno tutti che alla sera in certi angolini succedono delle cose poco legali, ma se le autorità non fanno nulla noi che ci possiamo fare?? Io non abito proprio qui, ma alcune mie amiche, sole, hanno chiamato tante volte i Carabinieri: una volta uno a risposto “Se ha paura ad uscire non esca e stia in casa, alle undici di sera cosa esce a fare?!”. Il vostro progetto mi piace molto: io prenderei subito un orticello perchè attualmente ho un rosmarino e un po di basilico sul balcone, ma non ho spazio per piantare altro: sarebbe un passatempo e un risparmio, in più sai cosa mangi.
Intervista n. 10
Uomo Età 70 anni Allenava le squadre di calcio nel quartiere fino a qualche anno fa. A me quella zona, nonostante quello che dicono tutti, piace, perchè per anni ho allenato i bambini a calcio e ci ho lasciato un pezzo di cuore in quei campi. Era e credo sia ancora un posto abbastanza carnio per fare quel mestiere: ero vicino alle scuole e a volte andavo anche a prendere i bambini io e li portavo al campo, poi c’è il bar davanti, per le bottigliette di acqua, per la merenda, per il gelato, passavamo sempre di lì, o prima o dopo. Poi ci sono due campi da calcio abbastanza in ordine e riuscivi
a fare fare un po’ di movimento ai bambini. Alla sera tornavo indetro e mi fermavo al bar, se mia moglie era al mare mangiavo un panino lì e poi giocavo a carte fino a tardi. A me non è mai capitato niente di male a passare di lì alla sera, nessuno mi ha mai detto niente. Mi sono trovato una volta la macchina rigata ma succede anche in altri posti ecco. Però ho sentito altri che si lamentano e dicono che sia un quartiere pericoloso, ma secondo me non è così. Il vostro progetto è molto bello per gli orti perché in effetti sono una cosa che manca qui: tutti i nonni come me lo dicono. Mi piacerebbe sapere di avere un pezzetto di terra dove mettere qualche cosa da mangiare: poi se uno lo fa insieme ai propri amici è ancora meglio!
Intervista n 11
Donna Età compresa tra i 30 e 40 anni Lavoro in questa zona da circa 15 anni, in un’azienda in via degli Artigiani e di conseguenza per comodità porto i miei bambini nella scuola del quartiere. Vivo in centro Nichelino e non mi trasferirei mai in questa zona per diversi motivi. Per prima cosa la sicurezza, in alcuni posti e soprattutto la sera non mi sentirei tranquilla ad uscire di casa e ho sentito parlare di numerosi furti e atti vandalici in numerosi appartamenti; inoltre è una zona poco vitale e la maggior parte delle persone che ci vive sono anziani e pensionati. Le scuole invece funzionano molto bene e sono molto valide, questo fatto è sottolineato anche dal fatto che sono frequentate non solo da alunni del quartiere. Se si potesse cambiare qualcosa dell’area mi concentrerei per prima cosa sulla pulizia (totalmente assente in alcune zone) e sul ringiovanire la zona con l’inserimento di bar e qualche locale per mangiare fuori.
Intervista n 12
Uomo Età compresa tra i 30 e 40 anni Vive in questo quartiere 30 anni Vivo in questo quartiere da quando sono nato e ho deciso di rimanerci anche quando sono andato a vivere da solo perchè mi trovo bene. La mia scelta è stata dettata per prima cosa dal costo poco elevato degli affitti rispetto a Nichelino centro e Torino e perchè la zona non è così male come tutti pensano. Le aree verdi sono tantissime se si pensa che siamo in periferia e tutte più o meno vengono vissute dai cittadini. I servizi principali sono tutti vicini e su questo non possiamo lamentarci. Sicuramente avere la macchina mi permette di gestirmi meglio soprattutto la sera quando devo uscire. Viviamo in periferia ma siamo tendenzialmente vicini a un sacco di cose, il centro città, i paesini limitrofi e l’autostrada.
Non nego che ci siano cosa da migliorare e cambiare, ma dove non ci sono? L’estetica delle case popolari è una di queste cose, sono effettivamente tristi ma questo è il posto in cui sono cresciuto e chiunque porta nel cuore il luogo dove si è diventati grandi. Penso che non mi trasferirò mai da questo quartiere ma se verranno apportati dei cambiamenti ben venga!
Intervista n 13
Uomo Età compresa tra i 70 e 80 anni Vivo in questo quartiere da quando l’hanno costruito ,mi sono trasferito dalla Basilicata per venire a lavorare a Torino. Gli alloggi popolari sono stati progettati in modo veramente superficiale e sono stati utilizzati materiali così ecocomici che da trent’anni abbiamo problemi di tutti i tipi. Non mi sono mai potuto permettere una casa unifamiliare, mi sarebbe piaciuto avere un giardino e perchè no un orticello. Conosco persone che vivono nel quartiere Falchera e hanno un pezzo di terra da coltivare; sarebbe una bellissima cosa poter fare altrettanto in questa parte di città. La casa del quartiere è un posto di ritrovo per noi pensionati, andiamo a giocare a carte, a bocce, a prendere un caffè. La situazione dell’attuale struttura è critica, gli assessori più volte hanno fatto riunioni con noi cittadini per farci sapere che sarebbe stato smantellato ma ci siamo opposti fortemente perchè è l’unico punto d’incontro del quartiere e già sappiamo che il giorno che verrà distrutto per mancanza di soldi non verrà ricostruito quindi preferiamo tenerci questa struttura ( non a norma) piuttosto che non avere niente. Un altro problema che è sorto negli ultimi anni è stato l’arrivo di numerosi immigrati che essendo culturalmente molto diversi spesso creano problemi.
Intervista n 14
Donna Età compresa tra i 15 e 20 anni Sono una studentessa e frequento il liceo a Nichelino, mi sono strasferita con la mia famiglia da pochi anni in una villa unifamilare in via Cacciatori, prima abitavamo in un alloggio in centro Nichelino. I miei genitori hanno fatto questa scelta per avere una casa di proprietà con un giadino in un luogo tranquillo. Personalemte non adoro vivere in questo quartiere perchè per noi giovani non c’è davvero niente infatti appena posso prendo il bus per Nichelino o Torino per passare i pomeriggi con le amiche. L’unica cosa positiva che mi viene in mente presente in quest’area è la presenza del parco Boschetto per il resto cambierei tutto. Gli edifici sono tutti fatiscenti e davvero tristi, non ci sono negozi se non qualche
alimentare qua e là. E’ una zona vecchia, non ci sono attrattive. Ci sono alcuni pulman che collegano l’area a diverse zone del circondario ma passano sempre saltuariamente e per andare in centro di Torino ci metti un’eternità!
Intervista n 15
Uomo Età compresa tra i 30 e 40 anni Ho preso in gestione questo bar da due anni, vivo nel centro di Nichelino. Questo quartiere ha tantissimi problemi. Diverse volte in questi due anni hanno scassinato la serratura del mio locale e sono entrati i ladri, sulla serranda mi sono trovato spesso graffiti. La gente sento che si lamenta spesso per la questione sicurezza anche se gli abitanti afermano che in passato era molto peggio. Dal punto di vista del lavoro devo ammettere che è una zona molto tranquilla ed è per questo che sono uno dei pochi con un bar nel quartiere, l gente esce di casa poco e se esce va al parco ma nulla di più sembra davvero un quartiere dormitorio. Cambiare le cose sarebbe davvero difficile am sicuramnete ripreogettare il verde e aggiungere dei servizi alla comunità potrebbe essere un primo passo. Sicuramente il comune dovrebbe essere più presente in questa parte di città mentre a parer mio pensano poco a questo quartiere che di conseguenza diventa sempre più malfamato e sporco.
Intervista n 16
Donna Età compresa tra i 30 e 40 anni Vivo in una zona qui vicino, non proprio nel quartiere Boschetto ma la frequento abitualmente perchè porto i miei figli a scuola. Mi piacerebbe molto che oltre ad una bella scuola i ragazzi potessero avere a disposizioni bei luoghi in cui giocare, curati e con attrezzature adeguate. Sono presenti due aree gioco attrezzate, una assolutamente priva di attrattiva e l’altra leggermente più curata. Non capisco perchè, data l’altissima presenza di bambini per via delle scuole, le istituzioni non abbiano mai pensato di migliorare le aree verdi. Mi piacerebbe anche poter prendere un gelato o fare una pausa in qualche locale carino ma oltre al centro di quartiere che per lo più è utilizzato da anziani non c’è nulla. Queste sono le cose che dovreste cambiare e migliorare nel vostro progetto. Ridare una nuova vita ad un quartiere che deve essere vissuto anche dai bambini e dai ragazzi.
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Intervista n 17
Uomo Età compresa tra i 50 e 60 anni Vivo in questa zona da 8 anni in un alloggio nella Palazzina Largo delle Alpi. Mi piace molto vivere in questo quartiere ma di cose che non vanno ce ne sono tantissime. Come prima cosa la totale assenza delle istituzioni per qualsiasi lavoro pubblico. Sono quasi due anni che la passerella che collega le due palazzine in Largo delle Alpi è stata distrutta e nessuno ancora ha detto quando verrà ricostruita, manca l’illuminazione in molte strade del quartiere e le strade presentano grandi mancanze di asfalto, i marciapiedi sono pericolosi e c’è sempre il rischio di inciamparsi. La vostra idea degli orti di quartiere potrebbe essere molto apprezzata, quasi tutti gli abitanti hanno un piccolissimo orticello sul balcone con piante aromatiche quindi la proposta sarabbe accolta in modo favorevole. Dovrebbero anche essere inserite funzioni più specifiche all’interno degli spazi verdi perchè ora come ora vengono poco utilizzati.
Intervista n 18
Uomo Età compresa tra i 30 e 40 anni Mi sono trasferito da poco in questo quartiere, sono del Senegal e lavoro in una fabbrica alle porte di Torino. Vivo in una casa popolare che ci ha dato il comune, è un po’ piccola ma molto economica. E’ un bel posto questo quartiere, i miei figli vanno a scuola qui e si trovano bene. Utilizzo i bus tutti i giorni per andare a lavoro e non avendo una macchina il bus è un ottimo servizio. Non è facile integrarsi anche se non siamo numerosi noi immigrati in questo quartiere e credo che una comunità maggiore non sarebbe accolta favorevolmente dai residenti. Avere maggiori servizi che ci aiutino ad integrarci sarebbe molto bello, ho fatto un corso di italiano appena arrivato ma mi piacerebbe poter migliorare la lingua ma qui vicino è dificile trovare dei corsi.
Intervista n 19
Uomo Età compresa tra i 50 e 60 anni Vivo in questa comunità da più di 15 anni, sono il loro parroco e la gente si confida con me. Le situazioni familiari non sono sempre delle più rosee, ci sono situazioni economiche precarie, molte persone mi chiedono aiuto e noi
facciamo quello che possiamo. La Domenica a messa c’è molta gente, è un luogo di ritrovo molto sentito. Gli abitanti tengono molto alla cura del verde che in alcuni casi non spetterebbe neanche a loro. Si vede che cercano di fare tutto il possibile per trasformare il grigiume della città con la presenza di verde curato. Il ritrovo prediletto è il centro di quartiere che nei periodi estivi di riempie di persone di ogni età. Manca la pulizia, c’è immondizia ovunque. La scorsa estate un gruppo di persone ha organizzato una giornata all’insegna della pulizia del quartiere Boschetto. Se devo essere sincero il grande problema di queste zone è il totale abbandono delle istituzioni dei cittadini. A mio avviso questo è uno dei quartieri più problematici di Nichelino, dovrebbero essere spesi soldi per dargli nuova vita, le forze si dovrebbero concentrare sulle zone con problemi e non su quelle che già funzionano ma purtroppo questo accade di rado nelle città italiane. Inserire nuovi servizi al cittadino e progettare un’altra struttura della casa del quartiere dovrebbero essere i perni del vostro progetto. Per quanto riguarda gli orti sarebbe una cosa positiva in particolare per i pensionati che occuperebbero il loro tempo nella coltivazione e sarebbe un’ottima cosa anche dal punto di vista economico.
Intervista n 20
Donna Età compresa tra i 50 e 60 anni Vivo da 20 anni in quest’area e non vorrei canbiare nulla. C’è tutto quello di cui uno ha bisogno, i servizi, i giardini, le scuole, l’asl.. ecco forse mancano le poste, bisogna andare in centro Nichelino. Questa è l’unica cosa. Non ho mai avuto paura, forse qualche anno fa si sentivano più notizie di cronaca in questa zona ma ora niente. Sono in pensione e passo le giornata al parco con i miei nipotini, vivessi un un’altra zona questo non sarebbe possibile. Spesso mi ritrovo anche alla casa del quartiere con le mie amiche,ci sono molte attività. Sì, in definitiva non cambierei nulla e non vorrei nessun cambiamento, non ho bisogno di niente altro che già non ci sia qui.