Premio Mascagni, la Autebo

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BOLOGNA ECONOMIA

MARTEDÌ 1 OTTOBRE 2013

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COSA FANNO

Dalla progettazione alla fornitura: pacchetto completo per chi compra

INSIEME Rappresentanti delle undici imprese (non solo bolognesi) che compongono Autebo

Il grafico che riunisce i simboli delle aziende

Autebo: undici aziende unite sotto una sola bandiera

Ognuna è specialista in componenti meccaniche di SIMONE ARMINIO

VISTO da lontano, il grafico di Autebo sembra la cartina di una metropolitana. Con tante linee di colore diverso che si incrociano, in alcuni punti, per permettere ai passeggeri di cambiare direzione. E invece l’obiettivo è opposto: andare tutti nella stessa direzione, verso un unico cliente. Ognuna delle undici aziende di subcomponenti meccaniche che compone Autebo infatti è specialista di un pezzo o di un processo. Tutte, a loro modo, contribuiscono al risultato finale. A spiegarci di cosa si tratta c’è una delegazione di quattro amministratori delegati: Michele Marè della Az.M, Daniele Frignani di Fg, Elmore Marata in rappresentanza di Sfem e Ivano Corsini, per l’azienda che porta il suo cognome. Da questo momento in poi, come si confà a ogni squadra, la loro sarà un’unica voce che parla a nome delle undici aziende di Autebo. Quando è nata Autebo?

«L’idea è venuta tre anni fa ad alcuni di noi che si conoscono da sempre. Da una prima idea abbozzata è cominciato un giro di email, di studi e di incontri che si è concluso lo scorso maggio, con la nascita di Autebo». Di che si tratta?

«Autebo è l’evoluzione di quello che una volta si sarebbe chiamato consorzio. Più nello specifico è una rete di imprese che raggruppa tredici realtà che intervengono in punti diversi dello stesso percorso produttivo». Siete in concorrenza?

qualcosa?

«Al contrario: ognuno di noi continuerà a lavorare per conto proprio, guadagnando un ulteriore lavoro che deriva da un altro punto della filiera. Almeno finché...» Finché?

«No, anche se alcuni di noi fanno un mestiere simile. Il concetto che ci unisce, però, è semplice. C’è un’azienda

«L’obiettivo di lungo termine sarebbe quello di unirsi e, chissà, costituire in futuro un’unica grande azienda».

LA RETE CHE VINCE Si propongono insieme al committente, per gestire l’intera filiera produttrice

«Abbiamo incominciato a lavorare insieme da qualche mese, con una commessa-pilota. Ci scambiamo il progetto via email e ci vediamo a turno in una delle aziende. Se l’esperimento, come sembra, funzionerà, saremo pronti a proporci come entità unica».

L’oggi, invece, cosa vede?

che ha bisogno di tredici di forniture per realizzare il suo prodotto? Dovrà contattare undici aziende, spiegare undici volte lo stesso progetto e vigilare poi su undici commesse differenti per far sì che tutto si incastri alla perfezione. Ma che senso ha? Non sarebbe più semplice se tutti noi sapessimo sempre qual è il progetto finito e quali sono le aziende che verranno dopo di noi, nel processo? Da questa considerazione è nata Autebo». Non rischiate di perdere ognuno

E l’azienda committente cosa ne guadagna?

«Avrà rapporti soltanto con il capocommessa ma allo stesso tempo saprà che ogni singolo aspetto sarà curato da un’azienda specifica, di cui conosce bene nome e professionalità. In un futuro, anzi, il committente potrà seguire sul nostro sito, www.autebo. net, l’andamento del lavoro e sapere a che punto del percorso è arrivato, in che mani si trova e cosa manca. Ma si vedrà: per il momento l’importante era partire».

I numeri del gruppo

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IMPRESE Sulle undici totali, sono le imprese bolognesi

13

MILIONI DI EURO E’ il fatturato complessivo delle undici imprese

80

DIPENDENTI Che lavorano per tutte le aziende coinvolte nella rete

AUTEBO (acronimo di Automation Technology Bologna) è una rete d’imprese per la subfornitura meccanica e meccatronica nata lo scorso maggio con il supporto di Unindustria. Al suo interno figurano undici aziende del territorio bolognese più alcune fra Modena e Cesena, per un processo che comprende tutto il percorso produttivo tipico dell’indotto di un’azienda di macchine automatiche: dalla progettazione alla prototipazione, passando per la consulenza tecnica, le forniture tecniche commerciali e di materie plastiche, il taglio, la saldatura, il montaggio, l’asportazione dei trucioli, le carpenterie, la produzione di automazioni, la verniciatura industriale e l’applicazione di protezioni. Ne fanno parte: Az.M, Fg, Sbuzzo e Corsini di Sasso Marconi, Sfem di Monte San Pietro, Baldoni srl di Savignano sul Panaro, Faraoni di Ozzano, Francia di Bologna, Mancini Mec-Service, Mpc e Meccanica 2000 di Cesena. L’insieme di tutta la filiera vede impegnati oggi 80 dipendenti circa e genera un fatturato annuo di 13 milioni di euro. Obiettivo della rete è quello di ridurre le problematiche di progettazione e produzione delle aziende committenti, fornendo un unico interlocutore che integri la flessibilità e la competenza di ogni singola impresa. Oltre che sommare le proprie capacità, gli imprenditori che fanno parte di Autebo hanno inoltre sottoscritto anche un codice etico e di condotta che regola il complesso di diritti, doveri e responsabilità che ogni società assume di volta in volta nei confronti degli interlocutori. Prima uscita pubblica di Autebo è stata ‘Farete’, la due giorni di incontri aziendali promossa da Unindustria il 16 e 17 settembre al Caab. Della rete è già attivo un sito internet: www. autebo.net


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