Giuseppe Turani L’ANALISI
dossier manovra
Lunedì 18 Luglio 2011
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GUIDA ALLA STANGATA DI MEZZA ESTATE
LA MANOVRA DI ARLECCHINO SE LA TEMPESTA che l’ha originata (la crisi finanziaria del venerdì e del lunedì nero) era quasi perfetta, la manovra che ne è uscita non è perfetta. «Il sole-24 ore», che ha dedicato alla stessa un esame dettagliato, voce per voce, e ha dato i voti, si è sprecato con i 6. E si capisce benissimo che, forse, sarebbero andati anche più giù, i professori. Che cosa non convince? Tantissime cose. 1- Nel giro di soli tre giorni, davanti all’ira dei mercati, è aumentata. «Il sole-24 ore», che giura di aver fatti i conti con scrupolo, sostiene che è di «appena» 47 miliardi di euro. E che tale somma dovrebbe bastare ad andare in pareggio nel 2014. Ma in realtà questa è la cifra dell’ultimo anno, il 2014, mentre nel complesso dei quattro anni assomma a circa 80 miliardi. Così a fine periodo il debito pubblico italiano dovrebbe smettere di crescere, come invece farà ancora quest’anno, nel 2012, e nel 2013. E questo è il primo appunto: siamo pieni di debiti, i mercati ci martellano, ma per altri tre anni continueremo a farne. Si dirà: ma questo è esattamente quello che ci ha chiesto Bruxelles. Bene, però un po’ più di fantasia (e di coraggio) ci avrebbe consentito forse di fare un po’ prima. In ogni caso, Bruxelles o non Bruxelles, adesso la parola passa ai mercati. Bisognerà vedere se questo lento procedere (e con questo provvedimento-arlecchino) li soddisferà. Se saranno scontenti, e picchieranno ancora sull’Italia, bisognerà correre ai ripari. 2- La seconda ragione per cui non posso dirmi un fan di questa manovra è che per il 60% (e cioè quasi 30 miliardi) è fatta di nuove tasse. Ci si può girare intorno fin che si vuole, ma venerdì il Parlamento ha approvato nuove tasse per 30 miliardi di euro. E per una maggioranza che fino a pochi giorni prima diceva che tutto andava bene, e che non avrebbe mai messo le mani nelle tasche degli italiani, è un bel colpo basso. Inoltre, penso che i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini siano anche di più. Molti dei “tagli” finiscono per sopprimere servizi che fino al giorno prima erano gratis e che ora bisognerà pagare. Con aree anche molto ambigue e grigie. I famosi ticket (25 euro, cioè 50 mila lire di una volta, mica poco) per i “codici bianchi”, ad esempio. Se arriva la vecchia pensionata con un dito ferito e non ha i 25 euro, che cosa si fa? La si rimanda a casa? Un amico medico, sorridendo, mi ha detto: «Ma nemmeno per idea, la si registra come codice giallo, e via». [Continua a pagina 2]
2011
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