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SPECIALE VIRUS A
il Resto del Carlino LUNEDÌ 14 SETTEMBRE 2009
La causa dell’influenza
Che cos’è l’influenza in generale? L’Influenza (termine che deriva dall’antica credenza che la malattia subisse l’influenza degli astri poichè si presentava in una sola stagione dell’anno) è una patologia infettiva molto diffusa e contagiosa che può colpire persone di qualsiasi età. E’ una infezione acuta dell’apparato respiratorio causata da un gruppo di virus denominati Orthomyxovirus (dal greco orto: dritto e myxa: muco) che sono in grado di penetrare nelle cellule della mucosa delle vie aeree e danneggiarle. Si tratta di virus abbastanza grandi (100 nm di diametro e 200-300 nm di lunghezza) che hanno un genoma composto da 8 segmenti di RNA, avvolti da una struttura proteica elicoidale a sua volta racchiusa in un’ altra struttura ricca di lipidi e provvista di elementi proteici (emoagglutinina e neuraminidasi) che gli servono per riconoscere i recettori e penetrare nelle cellule che ospiteranno la sua moltiplicazione.
Come, i virus influenzali, danneggiano l’albero respiratorio I virus influenzali hanno la capacità di “uccidere” le cellule dentro le quali si moltiplicano. Questo porta al danneggiamento delle mucose delle vie aeree (faringe e bronchi) con forte infiammazione e perdita di parte di quel tessuto ( epitelio ciliato) che muove il muco lungo l’ albero respiratorio, protegge l’ individuo dall’ adesività dei batteri e, quindi, dalla colonizzazione batterica. Quando questo viene a mancare si creano le condizioni perché alla infezione virale si sovrapponga una infezione batterica, con inevitabile allungamento del decorso della malattia. Ecco perché spesso il medico prescrive antibiotici, farmaci. antibatterici e non antivirali.
Quanti tipi di virus dell’influenza esistono? Esistono tre tipi di Orthomyxovirus, denominati A, B e C. I virus del tipo A e B sono responsabili della classica forma di influenza, mentre il tipo C provoca infezioni molto lievi, simili ad un banale raffreddore. I virus di tipo B sono presenti solo nell’uomo e non esistono sottotipi distinti. I virus di tipo A, invece, circolano sia nell’uomo che in varie specie animali (uccelli, maiali, cavalli etc) e sono suddivisi in sottotipi.
Qual è l’identikit del “nuovo virus A/H1N1”? Il virus A/H1N1 è un virus nuovo, capace di diffondersi molto rapidamente nella popolazione umana (pandemia). Il suo patrimonio genetico è un cocktail composto da 8 geni che hanno diversa provenienza: • 2 sono di origine aviaria (uccelli selvatici), ma sono passati nei suini e hanno circolato in Europa e in Asia. • altri 3 derivano dal mondo aviario ma sono passati attraverso la popolazione suina e circolano comunemente negli allevamenti suinicoli nordamericani. • altri 2 geni sono passati al suino in Nord America . • 1 gene e’ passato dagli uccelli all’ uomo, poi dall’ uomo al suino.
Perché è stato battezzato A/H1N1?
A cura della prof.ssa Maria Paola Landini Maria Paola Landini, medico, specialista in Microbiologia e Virologia, è Professore Ordinario di Microbiologia presso l’ Università degli Studi di Bologna e dirige l’Unità Operativa di Microbiologia del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. E’ Presidente del Consorzio Med3 per la formazione medica continua on-line, fa parte del Comitato di Indirizzo e verifica dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Dal 2001 al 2008 è stata Preside della Facoltà medica di Bologna. Ha pubblicato su riviste internazionali 180 lavori scientifici su vari aspetti delle infezioni da virus.
Sulla superficie dei virus influenzali di tipo A sono presenti due proteine (emoagglutinina e neuraminidasi) di cui si conoscono molti sottotipi con le loro varianti. Tutti i sottotipi sono stati rilevati negli uccelli selvatici che sono la fonte di infezione per gli altri animali. Nell’ uomo finora hanno circolato solamente dei virus aventi varie emoagglutinine 1, 2, 3 (H1,H2,H3) e neuraminidasi 1, 2 (N1, N2). Il nuovo virus è di tipo A e contiene una emoagglutinina 1 (H1) e una neuraminidasi 1 (N1).
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La pandemia 2009
Che differenza c’è tra epidemia e pandemia influenzale? Si definisce epidemia una malattia infettiva che colpisce una collettività di individui con una delimitata diffusione nello spazio e nel tempo. Di solito l’epidemia influenzale si manifesta in inverno e, poiché nell’ emisfero boreale e in quello australe l’inverno giunge in periodi dell’ anno opposti, il nostro pianeta affronta due stagioni influenzali ogni anno. Si chiama, invece, pandemia (dal greco pan-demos, “tutto il popolo”) una infezione la cui diffusione interessa moltissime aree geografiche del pianeta, con un alto numero di casi e una mortalità elevata. Secondo l’ OMS, le condizioni affinché si possa verificare una vera e propria pandemia nell’ uomo sono tre: 1. la comparsa di un nuovo agente infettivo; 2. la capacità di tale agente di colpire l’uomo, dando anche gravi patologie; 3. la sua capacità di diffondersi rapidamente per contagio da uomo a uomo. La pandemia influenzale è un evento molto più raro delle epidemie stagionali (avviene circa una volta ogni 20-30 anni) e non è causato da varianti dei virus in circolazione, ma da un virus nuovo capace di trasmettersi all’ interno della specie umana.
Le risposte rappresentano una sintesi di materiale reso disponibile in internet da parte dell’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, Ginevra, Svizzera), del CDC (Center for Disease Control, Atlanta USA), dell’ ECDC (European Center for Disease Control, Stoccolma UE), dell’ ISS (Istituto Superiore di Sanità, Roma), della RER (Regione Emilia Romagna, Bologna) nonché conoscenze personali.
Inserto a cura di Renata Ortolani
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SPECIALE VIRUS A
Quante pandemie influenziali ci sono state nell’ultimo secolo? L’ attuale influenza A/H1N1 è la prima pandemia del XXI secolo. Nel secolo scorso ne sono avvenute tre: l’influenza Spagnola (A/H1N1) del 1918-19, l’Asiatica (A/H2N2) del 1957-58 e quella di Hong Kong (A/H3N2) del 1968-69. Molto grave fu la Spagnola con 50 milioni di persone decedute che rappresentavano il 2.5% della popolazione di allora. Molti dei decessi, comunque, furono da attribuire a complicanze batteriche oggi curabili con gli antibiotici.
Come è progredita la pandemia da virus A/H1N1 a livello mondiale Nell’aprile 2009 casi di influenza causati da un virus di tipo A non tipizzabile sono stati riscontrati in Messico e nel Sud California e, grazie all’analisi della sequenza genomica del primo virus identificato, si è stabilito che si trattava di un virus influenzale di tipo A/H1N1 nuovo. La sua origine geografica resta ancora sconosciuta, ma sembra molto improbabile che sia messicana, come si era detto in un primo tempo. Nonostante le misure di contenimento adottate dai primi Paesi colpiti e dagli organismi internazionali il nuovo virus ha iniziato a diffondersi con una rapidità senza precedenti, facilitato dalla globalizzazione e dalla velocizzazione dei nostri spostamenti. Durante i mesi di luglio e agosto il propagarsi della infezione ha subito un rallentamento nei paesi dell’emisfero boreale, che hanno attraversato la stagione calda, mentre ha continuato la sua strada nelle zone
dell’altro emisfero che attraversavano la stagione fredda. Particolarmente rapida è stata la diffusione in Australia e in Sud America dove il contagio è diventato così esteso che le autorità sanitarie hanno smesso molto presto di contare i casi. L’ OMS già a giugno ha dichiarato lo stadio di allerta 6 (livello massimo) che è quello di “pandemia in corso”. Oggi il virus è diffuso in tutti i continenti Tra gli oltre 250.000 casi confermati alla fine di agosto si sono registrati 2400 decessi (il 40% dei quali in soggetti di età inferiore ai 50 anni). In Europa tutti i 27 stati membri sono coinvolti nella pandemia. Ad oggi quelli maggiormente colpiti sono l’ Inghilterra e la Spagna/Portogallo a causa degli scambi molto intensi rispettivamente con gli Stati Uniti e il Messico. Anche in Germania l’ infezione è molto diffusa. Tra i 50.000 casi confermati in Europa all’ inizio di settembre si sono accertati 122 decessi.
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Quali saranno le fasce d’età più esposte? I dati dell’ OMS suggeriscono che rispetto alle influenze stagionali le persone più probabilmente colpite saranno i giovani (forse perché totalmente sprovvisti di immunità specifica), secondo una stima di massima riportata nella tabella che segue. Resta, comunque il fatto che la malattia si esaurirà senza problemi ed in pochi giorni nella stragrande maggior parte dei casi.
A che punto è il contagio in Italia? Nel nostro Paese la diffusione dell’ infezione è stata abbastanza lenta durante i mesi di aprile-giugno, grazie alle misure di sorveglianza e controllo messe in atto dal Ministero e dalle Regioni, ma anche grazie alla stagione calda e al minor traffico di passeggeri con gli USA ed il Messico rispetto ad altri Paesi europei. Un brusco aumento dei casi si è avuto dalla fine di luglio in poi per il ritorno di turisti e studenti dai Paesi più colpiti. All’ inizio di settembre in Italia si contavano circa 2000 casi confermati e un decesso. Gli esperti prevedono un aumento notevole dei casi con l’ inizio dell’ anno scolastico infatti le classi, dal nido in poi, possono diventare un luogo di facile contagio collettivo.
Chiudere o no le scuole? Al momento sembra ragionevole attuare un attento controllo sanitario nelle scuole e orientarsi verso una temporanea sospensione delle attività in una classe nel caso si verificassero alcuni casi di infezione in tempi ravvicinati.
Quanto durerà la pandemia? Secondo le stime dell’ OMS la pandemia durerà circa un anno (a cavallo tra il 2009 e il 2010) e coinvolgerà circa 2 bilioni di persone. Alla fase pandemica seguirà la circolazione del nuovo virus nel circuito delle influenze stagionali.
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L’infezione
Come si trasmette la nuova influenza? La nuova influenza si trasmette come quella stagionale, cioè per via aerea, attraverso le goccioline di saliva emesse nell’ aria dai malati, attraverso la tosse, gli starnuti o anche solamente la parola ed il respiro. Ci si può contagiare a 15-20 centimetri dalla persona ammalata attraverso il respiro, a un metro se chi è infetto starnutisce, a circa tre metri da chi tossisce. Più ravvicinato è il contatto più è facile il contagio perché le goccioline che trasmettono l’ influenza sono piuttosto grandi e tendono a non viaggiare molto nell’ aria. Ci si
può anche contagiare attraverso il bacio o bevendo da un bicchiere o bottiglia utilizzata da un malato. Non ci sono evidenze, invece, che goccioline con virus influenzali siano trasmesse attraverso i sistemi di ventilazione a lunga distanza come accade con il micobatterio della TBC o altri virus respiratori. Inoltre il virus dell’ influenza, che non passa attraverso la pelle, approfitta delle minori difese presenti negli occhi, nella bocca e nel naso. Toccarsi la bocca, il naso, strofinarsi gli occhi con mani contaminate sono le altre, importanti, modalità di trasmissione della infezione.
Quali sono le categorie a rischio di complicanze? Particolare attenzione deve essere posta a: • Bambini e adulti affetti da malattie croniche polmonari, cardiache, epatiche, renali ematologiche, neuromuscolari, metaboliche (anche diabete) • Donne in gravidanza (soprattutto nel terzo trimestre e nelle prime fasi del puerperio) • Bambini in eta’ prescolare • Bambini e adulti immunodepressi (per malattie congenite o infezioni da HIV) • Bambini e adolescenti in terapia cronica con acido acetil-salicilico • Anziani, soprattutto se debilitati e residenti in collettività
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SPECIALE VIRUS A
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Quanto è lungo il periodo di incubazione dell’infezione? Il periodo di incubazione varia da 2 a 7 giorni a seconda della quantità di virus con il quale un soggetto è venuto a contatto e delle sue condizioni fisiche. Nella maggior parte dei casi l’ incubazione è di 2-3 giorni.
Quali sono i sintomi della nuova influenza?
L’influenza A/H1N1 presenta un esordio acuto e improvviso con febbre a circa 38 gradi o superiore accompagnata da uno o più dei seguenti sintomi generali: cefalea, malessere generalizzato, sensazione di febbre (sudorazione, brividi), astenia, e da almeno uno di questi sintomi respiratori: tosse, mal di gola, congestione nasale. Per quanto riguarda i bambini si deve considerare che i più piccoli non sono in grado di descrivere i sintomi generali, che invece si possono manifestare con irritabilità, pianto, inappetenza. Nei più piccoli l’influenza è spesso accompagnata da vomito e diarrea e solo di rado da febbre, mentre in quelli di età pre-scolare si ha spesso febbre elevata con occhi arrossati e congiuntivite, frequentemente associata a laringotracheite e bronchite.
Come si distingue l’influenza da un comune raffreddore? La sintomatologia è notevolmente diversa come si vede chiaramente nella tabella che segue:
Quando si deve chiamare il medico? Come per una qualsiasi influenza, è il caso di interpellare il Medico di famiglia o il Pediatra di famiglia se, dopo un iniziale miglioramento dei sintomi influenzali, questi peggiorano di nuovo con febbre alta persistente ed anche quanto compaiono sintomi che denotano una maggior gravità della infezione. Nell’ adulto: difficoltà di respiro o respiro corto, dolore o senso di compressione al torace o all’addome, vertigini, confusione mentale, vomito persistente o severo. Nel bambino: respiro frequente e difficoltoso, colorito cutaneo bluastro, scarsa assunzione di liquidi, forte sonnolenza e scarsa interazione con le altre persone, forte irritabilità, fino al punto da non voler essere toccato.
Come si diagnostica la nuova influenza? La presenza dei sintomi clinici dell’ influenza ha bisogno di una conferma di laboratorio affinchè si possa accertare che si tratta di una infezione da parte del nuovo virus. La conferma di laboratorio si basa sulla ricerca del genoma del virus (mediante PCR) nelle secrezioni naso-faringee raccolte con un apposito tampone. Il test deve essere eseguito nei primi 4-5 giorni dalla insorgenza dei sintomi e in un laboratorio di microbiologia adeguatamente preparato ad effettuare diagnosi molecolari. Con il passaggio alla fase pandemica e l’incremento progressivo dei casi in Europa e in Italia sono stati rafforzati i sistemi di sorveglianza, ma non si ritiene più indispensabile la conferma di laboratorio di tutti i casi sospetti e pertanto la diagnosi è basata principalmente sul criterio clinico (sintomi) e sull’ anamnesi.
La gravità dell’infezione può cambiare nel corso del tempo? Nel corso di una infezione il soggetto ammalato produce una risposta immunitaria che tende a selezionare le varianti virali cioè l’ immunità elimina i virus che riconosce, mentre quelli non riconosciuti si propagano. Il fenomeno è particolarmente evidente nel caso delle infezioni causate dai virus influenzali, virus che tendono a produrre un alto numero di varianti. Tra l’ altro si è visto che in generale i ceppi A/H1N1 mutano più facilmente di altri. Questo fa si che la gravità della malattia possa cambiare nel corso del tempo e possa manifestarsi con intensità diversa in diverse località e in diverse popolazioni. Un altro fattore che può far peggiorare la gravità della pandemia è la incapacità dei servizi sanitari di certi Paesi, di far fronte al numero di persone che hanno bisogno di assistenza. L’ attuale pandemia è ancora all’inizio della sua evoluzione e nessuno è in grado di prevederne l’ andamento. E’ certo, però, che essa andrà tenuta sotto stretto controllo sanitario e scientifico.
Quanto è grave l’influenza da virus A(H1N1) nell’uomo? L’ OMS definisce questa nuova influenza come “moderata” poiché : • la maggior parte delle persone si riprende dall’infezione senza avere bisogno di essere ricoverata o di ricevere cure mediche • complessivamente, i livelli di gravità sono simili a quelli registrati per le influenze stagionali • complessivamente, gli ospedali e i sistemi sanitari nella maggior parte dei Paesi sono stati in grado di far fronte al numero di persone che hanno avuto bisogno di assistenza.
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SPECIALE VIRUS A
Noi e gli animali
Il nuovo virus A/H1N1 può essere trasmesso dall’uomo agli animali? Sicuramente si. In Canada, un agricoltore affetto dal virus dell’influenza A/H1N1 ha trasmesso il virus ai suini e il virus si è diffuso velocemente nella popolazione suina. In Cile un allevatore di tacchini che si era recato al lavoro con l’ infezione in corso, ha trasmesso il virus ad alcuni animali dell’ allevamento e il virus si è rapidamente diffuso in questa popolazione avicola.
Si può contrarre la nuova influenza mangiando carne di maiale o di tacchino? No, il virus A(H1N1) non si contrae mangiando carne di maiale o prodotti a base di carne di maiale (salsicce, salame, prosciutti etc. etc). Anche il rilevamento del virus tra i tacchini in Cile non costituisce alcuna minaccia immediata per la salute umana e la carne di tacchino può continuare ad essere commercializzata, previi adeguati controlli veterinari e trattamenti sanitari attualmente condotti.
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I cani e i gatti possono contrarre la nuova influenza? Al momento non ci sono evidenze che cani e gatti domestici possano contrarre la nuova influenza. I cani e i gatti hanno i “loro” ceppi influenzali (la versione felina del virus A/H5N1 e il virus canino A /H3N8). Comunque è utile tener presente quali sono i sintomi dell’ influenza nei cani e nei gatti, perché il nuovo virus A/H1N1 potrebbe anche evolvere in varianti capaci di infettare anche i nostri animali domestici. Qualora questi sintomi si manifestassero, è bene contattare un veterinario.
Il vaccino
Esiste un vaccino contro il nuovo virus influenzale? Il vaccino ad uso umano contro il nuovo virus A/H1N1 è in avanzata fase di preparazione e sarà presto disponibile. Le ditte produttrici sono: Baxter, GlaxoSmithKline, MedImmune della AstraZeneca, Novartis, Sanofi-Aventis. L’OMS assicura la completa regolarità di tutte le procedure seguite, ma i dati di efficacia e sicurezza oggi disponibili sono stati ottenuti valutando un vaccino preparato utilizzando le stesse modalità con le quali è stato preparato quello contro la pandemia, ma contenente un virus diverso dal ceppo pandemico. La valuta-zione del vaccino specifico è in corso. E’ al vaglio degli esperti il vaccino monodose commercializzato da una ditta cinese.
Chi verrà vaccinato? Alcuni Paesi hanno già deciso la vaccinazione di massa della popolazione, altri (tra cui l’ Italia) hanno scelto di vaccinare solamente determinati gruppi di soggetti. In Italia sarà vaccinato circa il 40% della popolazione. Avranno la precedenza nella vaccinazione gli addetti alla sanità e ai pubblici servizi in modo da salvaguardare il servizio sanitario e l’ integrità delle infrastrutture critiche del Paese; il personale di enti, amministrazioni e società che assicurino servizi pubbli ci essenziali; il personale delle forze di pubbliche sicurezza e della protezione civile ; i donatori di sangue periodici ;i bambini e i giovani (6-17 anni); le donne in gravidanza al secondo o al terzo trimestre;i soggetti ( bambini e adulti tra 6 mesi e 65 anni) affetti da patologie debilitanti che sono a rischio di complicanze gravi e mortalità, nonchè le persone a contatto con i neonati. I dati preliminari della Novartis fanno sperare che una sola dose di vaccino sia sufficiente per garantire un buon livello di protezione, ma si attendono ulteriori elementi di valutazione.
Il vaccino contro l’influenza stagionale è efficace anche contro il nuovo virus influenzale? Il vaccino per la prevenzione della influenza stagionale 2009/2010 nel nostro emisfero contiene ceppi virali di origine australiana, diversi rispetto al nuovo virus e non protegge dalla nuova influenza. Nella stagione invernale 2009/2010 i vaccini anti-influenzali, quindi, saranno due, il trivalente con i ceppi australiani contro l’ epidemia stagionale (già pronto) e il monovalente contro il ceppo pandemico A/H1N1 (in fase finale di valutazione). E’ ancora in via di definizione quale sia la miglior tempistica per la vaccinazione.
Il vaccino contro la nuova influenza sarà gratuito? Si, sarà gratuito, ma, a differenza di quello contro l’ influenza stagionale, non sarà disponibile in Farmacia. La vaccinazione contro la nuova influenza sarà effettuata negli ambulatori dei medici e dei pediatri di famiglia e nei Servizi di Igiene pubblica.
Dobbiamo vaccinarci? La vaccinazione è l’ intervento medico più importante per rallentare la diffusione, ridurre la malattia e i decessi durante una pandemia influenzale. Essa aumenta il livello di protezione individuale e, anche qualora si dovesse contrarre l’ infezione, questa sarebbe più lieve e di minor durata. Per avere un impatto forte sull’ andamento della pandemia il vaccino deve essere efficace, sicuro, disponibile in tempi rapidi e in larghe quantità. La vaccinazione non è obbligatoria, ma fortemente consigliata per le categorie a rischio. Quest’ anno è auspicabile che la maggior parte della popolazione si sottoponga alla vaccinazione contro l’ influenza stagionale e che i soggetti a rischio si sottopongano anche alla vaccinazione contro il nuovo virus pandemico.
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Ci sono controindicazioni alla vaccinazione? Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a persone con ipersensibilità alle proteine dell’ uovo o ad altri componenti del vaccino e nemmeno a soggetti che, in precedenti vaccinazioni anti-influenzali, abbiano manifestato reazioni allergiche o reazioni di tipo neurologico. In caso di manifestazioni febbrili in atto la vaccinazione antinfluenzale deve essere rinviata, mentre affezioni minori delle prime vie aeree senza febbre non sono da considerare di ostacolo. Nei soggetti con malattie autoimmuni (ad esempio l’ artrite reumatoide) il vaccino va somministrato solo dopo attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio. Persone trattate con immunosoppressori possono rispondere in maniera non ottimale alla vaccinazione antinfluenzale, ma non sono soggetti a cui negarla a priori. Anche la sieropositività per HIV non è un elemento che sconsiglia la vaccinazione. Nemmeno lo stato di gravidanza costituisce controindicazione alla vaccinazione, ma, in assenza di condizioni mediche predisponenti che rendano imperativa la vaccinazione antinfluenzale, questa, per maggior sicurezza, può essere differita all’inizio del terzo trimestre. La vaccinazione antinfluenzale non è controindicata nelle donne che allattano.
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I vaccini anti-influenzali possono dare effetti indesiderati? L’ esperienza accumulata nei tanti anni di vaccinazione contro le influenze stagionali ci indica che gli effetti collaterali sono, in genere, molto modesti (cefalea, arrossamento e leggero dolore nella zona della iniezione). Altre reazioni riferite con frequenza, consistono in malessere generale, febbre, mialgie, che iniziano 6 -12 ore dopo la somministrazione del vaccino e durano 1 o 2 giorni. Raramente sono state segnalate reazioni allergiche quali orticaria, angioedema e asma. La correlazione causale tra la somministrazione di vaccino antinfluenzale e disordini neurologici non è mai stata dimostrata.
La prevenzione di tutti i giorni
Cosa fare per evitare il contagio? Innanzi tutto è importante tenersi informati utilizzando fonti affidabili come il sito dell’ OMS (http://www.who.int/en/) e del nostro Ministero del lavoro, delle politiche sociali e salute (http://www.ministerosalute.it/influenza/paginaInternaMenuInfluenza.jsp? id=705&lingua=italiano&menu=sorveglianza). Si consiglia anche di consultare il portale Internet del servizio Sanitario regionale e il relativo numero verde. E’ bene, comunque, puntualizzare che, oltre alla vaccinazione, vi sono alcune semplici e quotidiane misure precauzionali che servono per diminuire la probabilità di contagiarsi e prevenire la diffusione della infezione nella
comunità in cui viviamo. La precauzione più importante è il lavarsi le mani spesso e bene, cercare di rimanere in uno stato di buona salute, dormire, essere fisicamente attivi, gestire lo stress, bere molti liquidi e mangiare cibi nutrienti. Inoltre è bene non toccare superfici che possono essere contaminate da secrezioni respiratorie di soggetti malati, evitare il contatto ravvicinato con le persone malate, evitare folle e raduni di massa. Bisogna, inoltre, evitare che siano le persone a rischio di complicanze ad accudire un convivente malato ed evitare anche il contrario e cioè che le persone con l’ influenza si prendano cura dei soggetti a rischio di complicanze. L’OMS ritiene che le restrizioni ai viaggi non siano necessarie.
Come fare le pulizie domestiche per evitare la diffusione del virus? Il virus dell’influenza può sopravvivere e infettare una persona anche dopo alcune ore che è rimasto depositato su una superficie. Sulle superfici non porose possono rimanere infettanti anche per 1-2 giorni, su quelle porose meno di 12 ore. Inoltre resistono piu’ a lungo sulle superfici umide e in assenza di luce solare. È importante, quindi, tenere pulite le superfici che possono essere venute a contatto con secrezioni respiratorie di persone con l’ influenza (specialmente le maniglie delle porte e delle finestre, i comodini, il telefono, le tastiere, i telecomandi, le scrivanie, i libri, le superfici nei bagni e nelle cucine), lavandole con disinfettanti per la casa secondo le istruzioni riportate nell’etichetta del prodotto. L’Alcool è un agente disinfettante efficace, l’ammoniaca combinata con l’alcool incrementa la durata.
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Qual è il miglior modo per lavarsi le mani? Il lavaggio deve essere fatto spesso con acqua e sapone o con un detersivo a base di alcool e deve comprender anche i polsi e gli spazi fra le dita. Quando ci si lava le mani con sapone e acqua calda, occorre farlo per almeno 20 secondi. Quando acqua e sapone non sono disponibili, si possono usare salviettine monouso a base di alcol o gel alcolico disinfettante che si possono acquistare nella maggior parte dei supermercati e delle farmacie. Se si utilizza il gel, si devono strofinare le mani fino a quando il gel è asciutto. Il gel non ha bisogno di acqua per essere efficace.
Per gli ammalati
Come stabilire se si è affetti dal nuovo virus o dai virus stagionali? I sintomi della influenza pandemica e quelli della influenza stagionale sono identici, quindi non è possibile capire se si è contratto l’ una o l’ altra. Lo si può fare solamente se il medico preleva delle secrezioni dal faringe durante la fase acuta febbrile e richiede che questo venga analizzato in un idoneo laboratorio di Microbiologia. Di solito, però, i virus dell’ influenza stagionale arrivano nel nostro Paese nel mese di dicembre, mentre ci si aspetta l’arrivo massiccio del virus pandemico nei mesi autunnali. Se si prende l’ influenza, quindi, in settembre, ottobre, novembre, molto probabilmente si tratta di quella pandemica.
Cosa fare se si è presa l’influenza? - Mantenere la calma - Stare a casa in riposo per una settimana o per tutto il periodo della febbre ed almeno un giorno dopo la sua scomparsa. - Limitare i contatti con le altre persone e indossare la mascherina quando si è a contatto con altri. - Bere molta acqua, succhi e spremute. - Mangiare leggero - Non assumere acido acetilsalicilico, ma paracetamolo - Contattare telefonicamente il Medico curante (o il Pediatra), se, dopo alcuni giorni, i sintomi non si attenuano.
SPECIALE VIRUS A
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Come si fa a non diffondere il virus quando si è malati? Per quanto possibile è bene limitare il contatto con altre persone. -Se si è a contatto con altri individui è bene mettersi la mascherina e stare ad almeno un metro dall’ altro soggetto. -Non si deve andare al lavoro o a scuola per una settimana o per almeno 24 ore dopo che è scomparsa la febbre. -Quando si tossisce o si starnutisce è bene coprire la bocca e il naso con un fazzoletto e gettare il fazzoletto subito nel cestino dei rifiuti. -Subito dopo aver tossito o starnutito, bisogna lavarsi le mani con acqua e sapone. Anche i detergenti a base di alcool sono efficaci. -Se non si ha a disposizione un fazzoletto di carta o non si fa in tempo a prenderlo, è bene tossire e starnutire nella piega del gomito o sulla spalla.
Quando si deve usare la mascherina? Per un eventuale uso personale, si può fare una piccola scorta di mascherine cosiddette “chirurgiche” monouso, reperibili sul mercato. E’ bene usare la mascherina durante la malattia per limitare la possibilità di infettare le persone con le quali si viene a contatto. Può anche essere usata se si deve frequentare un luogo chiuso in cui si trovano molte persone. Le mascherine vanno cambiate con frequenza, perché possono inumidirsi e perdere la loro efficacia. È poi indispensabile un adattamento ottimale della mascherina al viso, che può ad esempio risultare compromesso in presenza di barba. Agli uomini si raccomanda pertanto di radersi prima di indossare la mascherina. L’adattamento al viso deve essere fatto con molta attenzione nei bambini, in quanto le mascherine sono state concepite per gli adulti. Le classiche mascherine chirurgiche monouso leggere e confortevoli servono a proteggere dalle goccioline infette ma non rappresentano una barriera per le particelle più piccole. Hanno più o meno lo stesso effetto di quando ci si copre bene la bocca con un fazzoletto, riducendo di circa quattro volte la probabilità di infettarsi.
Per quanto tempo una persona infetta può trasmettere il virus ad altre? Le persone con l’ influenza sono molto contagiose per tutto il periodo in cui manifestano sintomi, generalmente per 5-7 giorni dall’inizio della sintomatologia. I bambini, specialmente quelli più piccoli, possono diffondere il virus per periodi più lunghi.
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VII
La nuova influenza può essere curata con farmaci? La maggior parte dei casi umani di A/H1N1 non sono gravi e certamente gran parte dei pazienti si ristabilirà autonomamente e in breve tempo. Il virus dell’influenza A/H1N1 è sensibile ai farmaci antivirali che inibiscono la neuraminidasi (Oseltamivir e Zanamivir, nomi commerciali rispettivamente Tamiflu e Relenza). Questi antivirali possono alleviare i sintomi e abbreviare il decorso della malattia, ma i loro effetti sono, in genere, modesti ( il decorso si accorcia di circa una giornata). Per aumentare l’ efficacia è importante che il farmaco venga assunto il più presto possibile dopo la comparsa dei sintomi. In una percentuale variabile dall’ 1 al 10% dei soggetti trattati sono stati descritti effetti indesiderati. Si tratta di effetti lievi come cefalee e stanchezza, ma anche più importanti come vomito e dolori addominali. Per tutto ciò e per limitare al massimo la possibilità che un uso indiscriminato di questi farmaci selezioni mutanti resistenti, essi vanno usasti solamente nei casi gravi e sotto controllo medico. Purtroppo sono già state fatte alcune segnalazioni di ceppi virali resistenti.
Gravidanza e allattamento
E’ vero che le donne in gravidanza sono a maggior rischio?
Le donne che allattano devono smettere ?
Le donne in gravidanza sono tra le categorie di soggetti a rischio di complicazioni. Il rischio è soprattutto legato al terzo trimestre e alla primissima fase del puerperio. Le precauzioni che le donne in gravidanza devono seguire sono quelle già descritte, ma ci si aspetta da loro un impegno particolarmente motivato. È consigliato, quindi, che nel periodo di maggior vulnerabilità si astengano dal frequentare persone con l’ influenza e luoghi in cui vi sono molte persone. Nel caso si contragga l’ influenza, si deve trattare la febbre molto prontamente con paracetamolo, si deve stare a riposo, bere molto e consultare rapidamente il ginecologo per decidere se usare i farmaci antivirali che, nella limitata esperienza disponibile in letteratura, non sembrano dare effetti collaterali seri né nella donna né nel feto.
Qualora si contragga l’ influenza non si deve smettere l’ allattamento, perchè il latte materno porta protezione al neonato. Si può continuare ad allattare anche quando si dovesse essere in trattamento con i farmaci antivirali. Qualora il malessere fosse troppo forte per permettere l’ allattamento, si consiglia di raccogliere comunque il latte materno e darlo al neonato. Si raccomanda, inoltre, di non tossire o starnutire vicino al neonato, di indossare una mascherina chirurgica doppia e seguire tutte le indicazioni di prevenzione già elencate, in particolare sull’ igiene delle mani.
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Guardiamo avanti
Quali sono oggi i maggiori motivi di tranquillità? I dati forniti dai Paesi che hanno attraversato nei mesi scorsi la stagione fredda e hanno avuto un alto numero di soggetti infettati, confermano che la gravità della infezione pandemica in corso è uguale o addirittura minore rispetto a quella delle influenze stagionali. Il nostro Paese ha un servizio sanitario con professionisti e strutture come pochi altri al mondo. E’ quindi in grado di fornire tutta l’ assistenza necessaria.
Ministero e Regioni sono all’ opera già da tempo per garantire a tutti i cittadini le migliori misure di prevenzione e cura. UNA RACCOMANDAZIONE FINALE E’ di grande importanza che i cittadini si fidino del loro servizio sanitario e che seguano le indicazioni che progressivamente Ministero e Regioni forniranno.
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il Resto del Carlino LUNEDÌ 14 SETTEMBRE 2009
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