Lupi in Trentino: dal Tar via libera all'abbattimento

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REPUBBLICA ITALIANA

Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento (Sezione Unica)

Il Presidente

ha pronunciato il presente

DECRETO

sul ricorso numero di registro generale 106 del 2023, proposto da Lega Antivivisezionista (Leal) Odv, in persona del suo legale rappresentante pro tempore , rappresentato e difeso dagli avvocati Giada Bernardi e Rosaria Loprete, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Provincia Autonoma di Trento, in persona del suo legale rappresentante pro tempore , rappresentato e difeso dagli avvocati Giacomo Bernardi, Marialuisa Cattoni e Sabrina Azzolini, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso l’Avvocatura Provinciale in Trento, piazza Dante, n. 15;

nei confronti

- Istituto Superiore della Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.), non costituitosi in giudizio;

- Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, non costituitosiin giudizio;

- Comune di Ala, non costituitosi in giudizio;

- Società Allevatori Ala S.s.a, non costituitasi in giudizio; per l’annullamento

previa sospensione dell’efficacia, anche con provvedimento cautelare monocratico,

- del decreto del Presidente della Provincia della Trento n. 41 del 24 luglio 2023, avente ad oggetto: “Legge provinciale 11 luglio 2018, n. 9. Autorizzazione alla rimozione tramite abbattimento, di due esemplari di lupo (canis lupus)” ;

- di ogni altro atto, precedente, successivo o comunque connesso con quello qui impugnato.

N. 00106/2023 REG.RIC. N. _____/____ REG.PROV.CAU. N. 00106/2023 REG.RIC.

Visti il ricorso e i relativi allegati; Vista l'istanza di misure cautelari monocratiche proposta dalla parte ricorrente, a’ sensi dell’art. 56 c.p.a.; Visti il proprio precedente decreto n. 68 dd. 1 agosto 2023, le conseguenti acquisizioni istruttorie, l’atto di costituzione in giudizio della Provincia Autonoma di Trento e la memoria della parte ricorrente depositata il 5 agosto 2023 dalla parte ricorrente; Ritenuto, nella presente fase di sommaria delibazione della fattispecie e riservata restando ogni diversa valutazione del Collegio nella susseguente fase processuale di cui all’art. 55 c.p.a., di evidenziare quanto segue.

1.La Lessinia (o anche Monti Lessini) , è un altopiano e un supergruppo alpino ubicato nelle Prealpi Vicentine , situato prevalentemente in provincia di Verona e parzialmente in quelle di Vicenza e di Trento.

Il territorio della Lessinia incluso in quest’ultima provincia corrisponde all’estrema parte nordoccidentale di tale altopiano, è delimitata ad ovest dalla Val di Ronchi e ricade nel Comune di Ala, il cui capoluogo è ubicato nella sottostante Val Lagarina.

La scarsa popolazione ivi insediata, interessata da un diffuso e plurisecolare fenomeno di emigrazione, è per ampia parte tradizionalmente dedita alla zootecnia e alla produzione e commercio di latte e prodotti caseari.

Il lupo ( canis lupus ), quale animale autoctono (storicamente legato alle tradizioni socio-culturali della popolazione cimbra ivi insediata, come attestato da toponimi, favole, leggende, proverbi e modi di dire dedicati a questo animale) si è localmente estinto nella prima metà del XIX secolo, salve sue sporadiche presenze isolate che risalgono al 1880: circostanza, questa, che ha consentito per tutto il secolo scorso e per i primi anni di quello attuale un consistente sviluppo dell’allevamento estensivo del bestiame allo stato brado o semibrado - con conseguente e notorio miglioramento della qualità e del pregio commerciale delle carni - e, al più, rinchiuso in recinti prevalentemente mobili, di ampio perimetro ma realizzati con materiali non sufficientemente resistenti.

Nei primi mesi del 2012, a seguito di dispersione naturale, è avvenuto nell’altopiano l’incontro e la stabilizzazione di due lupi appartenenti a popolazioni differenti: un maschio di nome Slavc (pronuncia: Slauc) appartenente alla popolazione dinarica in dispersione dalla Slovenia, monitorato con radiocollare nell’ambito del progetto sloveno Life Slo Wolf - a sua volta parte del più ampio progetto Life Wolfalps EU - ed una femmina denominata Giulietta, proveniente viceversa dagli Appennini. La contemporanea presenza di questi due lupi in Lessinia è in effetti risultata di grande interesse scientifico e ha costituito il primo caso - dopo la scomparsa del lupo sulle Alpi - che una coppia della specie si sia formata con individui appartenenti a due popolazioni diverse.

Il lupo, pertanto, non è stato reintrodotto in Lessinia dall’uomo, ma la sua ristabilita presenza in tale area

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geografica consegue da una dinamica del tutto naturale della specie.

Slavc e Giulietta sono deceduti da tempo, ma la loro discendenza complessivamente vagante nella parte sia veneta che trentina dell’altopiano è ad oggi stimata in oltre 30 esemplari, ripartiti in 3 branchi: branco Lessinia con 11 lupi (6 adulti e 5 giovani), branco Lessinia Orientale , a sua volta parimenti composto da 11 esemplari (5 adulti e 6 giovani) e branco Foresta di Giazza complessivamente composto da 9 esemplari.

Giova qui evidenziare che le stime della presenza del lupo nell’intero territorio trentino sono discordanti, ma che le ultime di esse attesterebbero un progressivo e quanto mai consistente incremento della specie, soprattutto nel Trentino orientale (di cui la Lessinia trentina fa parte): dal 2013 al 2015 era stata infatti riscontrata la presenza di un solo branco, nel 2016 di 3 branchi, di 13 branchi nel 2019, di 17 branchi nel 2020 e, verosimilmente, di ben 29 branchi stimati allo stato attuale, di cui 5 vaganti anche nei finitimi territori della Provincia Autonoma di Bolzano, della Lombardia e del Veneto.

2. Premesso doverosamente quanto sopra, va rilevato che il qui impugnato decreto del Presidente della Provincia Autonoma di Trento n. 41 del 24 luglio 2023, recante “Legge provinciale 11 luglio 2018, n. 9. Autorizzazione alla rimozione tramite abbattimento di due esemplari di lupo (Canis Lupus)”, assume a proprio presupposto fattuale la circostanza che nei pascoli d’alpeggio ricadenti nella parte trentina dei Monti Lessini all’interno del compendio denominato Malga Boldera -di proprietà del Comune di Ala e da questo locato nella sua parte attualmente utilizzabile alla Società Allevatori di Ala - nel mese di giugno 2023 il Corpo Forestale Trentino ha accertato una serie grave di danni rappresentate da predazioni ad opera di lupi eseguite sui seguenti armenti: 2 asini il 3 giugno, 2 vitelle il 7 giugno, 4 vitelle il 12 giugno, 2 vitelle il 16 giugno, 5 vitelle il 28 giugno 2023 e 3 vitelle il 22 luglio.

Ad avviso del Presidente della Provincia Autonoma di Trento “l’entità dei danni registrati nonostante le misure di prevenzione e la particolare intensità della pressione predatoria del lupo rispetto all’intero territorio provinciale evidenziano come si tratti di un caso di particolare criticità”.

Nelle premesse motive del provvedimento si espone, inoltre - e tra l’altro - che “nel corrente anno, la superficie pascoliva di circa 64 ha è stata caricata con 64 vitelle e 2 asini, questi ultimi animali utili anche alla protezione del bestiame, come indicato nella specifica piattaforma nazionale http://www.protezionebestiame.it/altri-animali-da-protezione; ….. Malga Boldera è un pascolo alpino privo di un’unità abitativa dedicata al pascolo non prevedendo la presenza stabile di un pastore, data anche l’accessibilità; - rilevato, quindi, che a Malga Boldera la prevenzione dei danni da lupo è affidata da tempo ad un accurato sistema di recinzioni elettrificate e alla verifica giornaliera da parte del personale incaricato e che l’opera di prevenzione e di dissuasione rappresentata dalla recinzione elettrificata mira a creare un sistema che assicuri il mantenimento dell’attività pastorale nonostante la crescente minaccia della predazione; … allestita nel biennio 2018-2019, la recinzione elettrificata a servizio del pascolo d’alpeggio di Malga Boldera ha protetto le mandrie all’interno presenti fino al

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maggio 2023. …. Gli eventi predatori del mese di giugno 2023 concentrati a Malga Boldera

costituiscono esempio di focolaio di attacco, verificatisi in sequenza entro il raggio di 5 km dalla medesima Malga e come tale con carattere di gravità che potrebbe portare ad una perdita economica diretta – rappresentata dal valore del bestiame predato – e indiretta, con ragionevole previsione dell’abbandono dell’attività di alpeggio, con conseguente impatto sui servizi ecosistemici connessi all’attuale assetto silvopastorale e contestuale perdita per il comparto dell’economia di montagna. …. Lo stato di conservazione della specie Canis Lupus in Italia è definito come in miglioramento rispetto alla rilevazione 2013 dalla Lista Rossa IUCN dei vertebrati italiani aggiornata al 2022, consultabile nel sito nel Ministero dell’Ambiente e della Siurezza Energetica

https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/biodiversita/lista_rossa_vertebratiitaliani_2022.pdf” Previo parere dell’Istituto Superiore della Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.) Prot. n. 551548 del 17 luglio 2023, reso a’ sensi dell’art. 1 della l.p. 11 luglio 2018, n. 9, nonchéin conformità dell’art. 16 della Direttiva U.E. 92/43 (c.d. “Direttiva Habitat” ), con l’impugnato provvedimento si “autorizza il prelievo ai sensi della l.p. n. 9/2018 tramite abbattimento del numero massimo di 2 esemplari di lupo del branco gravitante nell’area di Malga Boldera,per prevenire danni gravi all’allevamento, con contestuale perdita per il comparto dell’economia di montagna e conseguente riflesso negativo sui servizi ecosistemici connessi all’attuale assetto silvo pastorale” ; si “dispone: 1) che i prelievi con abbattimento avvengano sul branco gravitante nell’area della Malga Boldera con modalità tali da perseguire anche il condizionamento negativo nei confronti di altri eventuali lupi; 2) che i prelievi con abbattimento avvengano nel 2023 con la malga caricata; 3) che l’efficacia del presente provvedimento decorra dalla sua pubblicazione sull’albo telematico della Provincia autonoma di Trento” ; si “incarica il Corpo forestale della Provincia Autonoma di Trento di prelevare mediante abbattimento il numero di 2 esemplari di lupo del branco gravitante nell’area di Malga Boldera, nei modi sopra specificati, procedendo immediatamente a seguito della pubblicazione del presente atto sull'albo telematico della Provincia Autonoma di Trento” .

Nel predetto e presupposto parere Prot. n. 551548 del 17 luglio 2023 reso dall’I.S.P.R.A. (allo stato non impugnato) si afferma che “la sequenza ravvicinata di predazioni su bovini ed equini alla malga Boldera … si è verificata in un’area geografica soggetta ad elevato impatto di predazione da lupo nel biennio 2021-2022. L’area ricade all’interno di un’aggregazione di eventi di predazione (cluster), identificata secondo una metodologia di analisi spaziale sviluppata da ISPRA e MUSE” (il Museo delle Scienze di Trento, ente successore dello storico Museo Tridentino delle Scienze Naturali) “all’interno di uno studio sperimentale in fase di ultimazione. In particolare, il cluster … comprende un totale di 38 eventi di predazione, verificatisi nel biennio 2021-2022. L’area delimitata dal cluster ha un’estensione di circa 35 chilometri quadrati. A seguito dei 38 eventi di predazione” (comprensivi pertanto anche di quelli verificatisi in epoche precedenti e in altre malghe della zona) “sono risultati morti un totale di 41

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capi, dei quali 4 ovicaprini, un equino e 36 bovini. Si tratta del cluster con il maggior numero di eventi di predazione per il territorio della PAT” (Provincia Autonoma di Trento) “nel biennio considerato, nonché quello con le maggiori perdite in termini di Unità Bovine Adulte (UBA = 28), sebbene non in termini di numero assoluto di capi uccisi o feriti. Impatto della predazione da lupo sulla malga oggetto della richiesta di deroga. La malga Boldera … che, come di sotto illustrato, nel biennio precedente non aveva subito danni significativi, nel 2023 ha subito nel corso di 25 giorni 5 attacchi da lupo, terminati con la morte di 10 vitelli e 2 asini e con il ferimento di 3 vitelli. Prendendo in considerazione la frequenza, la ripetizione ravvicinata nel tempo e l’impatto complessivo su un’unica malga, si tratta della sequenza di predazione su bovini più grave osservata in PAT dalla ricomparsa del lupo. In passato si sono verificati tre casi paragonabili a quello in oggetto. Tutte e tre le altre sequenze di predazione si sono verificate nella stessa zona, entro un raggio di circa 5 km da malga Boldera: - Nel 2016 si sono verificati 7 attacchi nell’arco di 2 mesi e mezzo su un’unica azienda, con 6 vitelli morti e uno ferito;Nel 2021 si sono verificati 6 attacchi in due mesi, con 5 vitelli morti e uno ferito; - Nel 2021 si sono verificati 4 attacchi in un mese, con 4 bovini adulti morti In tutti questi casi pregressi le predazioni si sono verificate in situazioni in cui non erano in funzione sistemi di prevenzione. Per contestualizzare a livello nazionale l’intensità e frequenza di attacchi riscontrati nel caso in oggetto, è possibile confrontare il pattern osservato, ovvero quello di 5 attacchi sulla stessa azienda in meno di 30 giorni, con i dati nazionali presenti nel report ISPRA sui danni da lupo alla zootecnia per il periodo 2015-2019. Da tali dati risulta che questo pattern di predazione si è verificato 103 volte nel corso dei 5 anni esaminati (20,6 volte all’anno in media) ed ha colpito in totale 27 aziende sull’intero territorio nazionale. Queste aziende rappresentano circa lo 0,5% delle 5589 aziende indennizzate per aver subito almeno un danno nel periodo in oggetto. - Diffusione delle misure di prevenzione nel contesto geografico. All’interno del cluster di predazioni … sono presenti 12 malghe. Dai dati relativi al censimento delle malghe effettuato dalla PAT nel biennio 2020-2021 emerge che di queste 12 malghe, 8 … sono prive di misure di prevenzione, con particolare riferimento all’uso di recinzioni elettrificate per la stabulazione notturna del bestiame. Le restanti 4 malghe … sono invece provviste di almeno una misura di prevenzione, nello specifico di recinzioni elettrificate fisse o mobili. Malga Boldera … è tra queste quattro malghe. - Presenza e corretto funzionamento delle misure di prevenzione nel contesto e a malga Boldera. Delle 38 predazioni facenti parte del cluster relativo al biennio 2021-2022, 37 sono avvenute su aziende o malghe prive di misure di protezione. In un solo caso l’azienda colpita dalla predazione è risultata in possesso di una recinzione elettrificata, in funzione al momento dell’attacco da parte dei lupi. Nel caso invece della malga Boldera e della sequenza di 5 predazioni oggetto della richiesta di deroga, in tutti e cinque i casi è risultata presente una recinzione elettrificata a 7 fili montata su pali di castagno e plastica. Tale recinzione era stata istallata nel 2016, risultando finora molto efficace, salvo che in alcuni casi di predazione, verificatisi in momenti di mal funzionamento della

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recinzione. Nel 2023, tuttavia, tale efficacia sembra essersi notevolmente ridotta, presumibilmente a causa di un comportamento di superamento del recinto sviluppato dai lupi responsabili dei danni, come evidenziato dai video notturni realizzati tramite fototrappole, installate a seguito della seconda predazione. Nei video è possibile, infatti, osservare il predatore che attraversa la recinzione elettrificata, nonostante dai dati forniti risultasse corretto il voltaggio presente lungo i fili. Dai sopralluoghi effettuati dai tecnici della PAT è emerso, tuttavia, che nella prima predazione l’opera era presente ma con una tensione elettrica insufficiente; nel secondo caso sono stati riscontrati dei possibili punti di passaggio; nelle tre predazioni successive è stato appurato dal personale incaricato il perfetto stato di efficienza della recinzione. - Effetti del prelievo sullo stato di conservazione soddisfacente della popolazione di lupo nell’area di ripartizione naturale. Gli effetti dell’eventuale prelievo di alcuni individui sulla complessiva popolazione di lupi del Trentino - Alto Adige sono stati oggetto di specifiche ed approfondite analisi condotte nell’ambito dello studio sperimentale di ISPRA e del MUSE in corso di completamento, i cui risultati saranno resi pubblici non appena finalizzato il rapporto. Si anticipa che, alla luce di tali valutazioni, il prelievo di due esemplari non appare incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione di lupo del Trentino-Alto Adige. In conclusione, alla luce di quanto sopra sintetizzato, questo Istituto ritiene che: - le predazioni registrate nella malga Boldera possano essere considerate danno grave all’allevamento, - il proposto prelievo di massimo 2 lupi del branco gravitante nella specifica area della malga Boldera non pregiudica il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente della popolazione di lupi del Trentino-Alto Adige. Si ritiene pertanto che, per questi due specifici aspetti, la deroga richiesta sia coerente con il dettato dell’art. 1 della Legge Provinciale n. 9 del 2018, e con il testo dell’art. 16 della Direttiva Habitat. In riferimento alla possibilità di applicare misure alternative al prelievo, elemento questo la cui valutazione è esplicitamente previsa sia dall’art. 1 della legge provinciale 9/2018 sia dall’art. 16 comma 1 della Direttiva “Habitat”, questo Istituto evidenzia che l'azienda in questione risulta aver applicato misure di prevenzione di livello accettabile, e che i lupi sono comunque riusciti, almeno in alcuni casi, a penetrare all’interno dell’area di presenza del bestiame per inefficacia delle misure applicate. Al riguardo, si prende atto che le specifiche condizioni di allevamento hanno reso finora problematica la difesa del bestiame tramite cani. L’allevamento è infatti basato su un consorzio creato con l’obiettivo di realizzare una unica recinzione per capi afferenti a diversi proprietari, vigilati tramite presenza temporanea di diversi pastori, condizione questa che rende difficoltoso mantenere una muta di cani, poiché i cani devono necessariamente afferire ad un pastore e richiedono un mantenimento costante nel corso dell’anno. Ciò premesso, si rileva che nell’area risulta una limitata e insufficiente applicazione di misure di prevenzione da parte delle aziende operanti nel settore dell’allevamento bovino. Inoltre, dalle informazioni fornite emerge che le misure di prevenzione applicate dalla malga Boldera, che fino alla stagione di pascolo 2022 erano risultate efficaci, attualmente sembrano non essere più in grado di

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prevenire efficacemente l’ingresso dei lupi. Poiché l’eventuale prelievo di due esemplari non comporterebbe l’azzeramento del rischio di ulteriori predazioni, e potrebbe quindi essere seguito da ulteriori danni al bestiame bovino ed equino, è necessario che codesta Amministrazione valuti, anche successivamente alle rimozioni, possibili azioni di miglioramento delle condizioni di protezione del bestiame alla malga Boldera, anche tramite strategie integrate di prevenzione dei danni. Per quanto riguarda l’applicazione di misure alternative, questo Istituto ritiene pertanto che il prelievo richiesto possa risultare coerente con il quadro normativo provinciale e comunitario, purché codesta Amministrazione attivi un programma di azioni volte ad incentivare l’adozione di misure di prevenzione da parte delle altre aziende presenti nell'area, e purché produca entro 3 mesi una sintetica valutazione dei possibili miglioramenti della prevenzione attivabili nella malga Boldera, corredata di un coinciso cronoprogramma delle eventuali azioni. Si evidenzia che l’eventuale prelievo in deroga di due lupi nel 2023 in provincia di Trento assume carattere sperimentale, visto che è il primo caso di rimozione di lupi nel nostro Paese finalizzato a mitigare impatti predatori su allevamenti, e che risulta quindi opportuno raccogliere informazioni, in particolare circa gli effetti del prelievo sulla popolazione di lupi e sulle dinamiche predatorie”

Giova anche evidenziare che con nota Prot. n. 572907 dd. 24 luglio 2023 il Servizio Faunistico della Provincia Autonoma di Trento ha rilevato che “il prelievo dei due esemplari di lupo può avvenire in linea teorica tramite cattura e seguente captivazione permanente, traslocazione, oppure tramite abbattimento. Il prelievo mediante abbattimento è la modalità tecnica utilizzata per il controllo del lupo in tutti i contesti a noi vicini (Francia, Slovenia, Svizzera, Austria). Per altro, tale modalità di prelievo è stata esplicitata anche nella richiesta di parere ad ISPRA con nota n. 483986 del 21 giugno u.s.; l’Istituto ha risposto positivamente, senza eccepire sulla modalità di rimozione indicata, utilizzando il termine “prelievo”. La cattura di due esemplari di lupo tecnicamente potrebbe essere realizzata ordinariamente con il posizionamento di lacci oppure tramite telenarcosi in free ranging. Tali modalità potrebbero permettere anche di evitarne l’abbattimento. La cattura con lacci dei lupi consiste nel disporre sul terreno dei lacci con scatto a molla sui quali il lupo si direziona attratto da un’esca. L’animale non deve percepire l’odore umano e per questo le tecniche di posizionamento sono complesse e richiedono particolare attenzione. Questa tecnica è estremamente difficile anche in singoli punti muniti di esca, non è realisticamente utilizzabile sul lungo perimetro di malga Boldera, che è circondata da altri prati, pascoli, strade. Il luogo è inoltre luogo frequentato da animali domestici e persone, anche con cani. La cattura in free ranging prevede l'avvicinamento dell’animale a distanza molto ravvicinata per poter inoculare l’anarcotico con il lanciasiringhe. In generale questa tecnica è ancora più difficoltosa e molto meno utilizzata della cattura con lacci, in quanto presuppone che il lupo arrivi appunto ad una distanza di tiro utile del narcotico di ca 15-20 metri, cosa che ben difficilmente si realizza in un contesto aperto come quello di Malga Boldera. Si consideri che tale distanza corrisponde

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a circa un decimo della distanza di tiro utile per un abbattimento. Inoltre, per applicare queste ultime due di modalità prelievo nel contesto spaziale di Malga Boldera e in tempi compatibili con la necessità di prevenire ulteriori predazioni, sussistono degli impedimenti tecnici oggettivi per la messa in atto di tutti i dispositivi di cattura e per il conseguimento di un risultato consistente nella cattura immediata. L’abbattimento in questo caso specifico potrebbe avere un effetto di condizionamento sui lupi rimanenti del branco, dal momento che la rimozione potrebbe modificare il comportamento del branco stesso portandolo a rinunciare/ridurre l'attività predatoria insistente sul bestiame di Malga Boldera. Tale effetto va perseguito con particolare attenzione, perché potrebbe portare ad effetti positivi che andrebbero oltre la semplice rimozione 1 o 2 lupi. In questo contesto di urgenza, per il quale è richiesto di intervenire il prima possibile, l’abbattimento dovrebbe essere ammesso solo su lupi in avvicinamento al bestiame presso Malga Boldera e nella rimanente stagione d’alpeggio dell'anno corrente. Rimangono ferme le azioni di rafforzamento del sistema di prevenzione presso Malga Boldera secondo quanto indicato da ISPRA e già delineato nei documenti allegati all’istruttoria del Servizio Faunistico”. Giova altresì evidenziare che il medesimo Servizio Faunistico della Provincia Autonoma di Trento nella propria Relazione Prot. n.PAT/RFS186-03/08/2023-0601537 ha ulteriormente evidenziato quanto segue: “Malga Boldera è un alpeggio con superficie pascolabile di 64 ha, di proprietà del Comune di Ala e gestito dalla Società Allevatori di Ala. A seguito del ritorno del lupo in Lessinia (2012), della prima riproduzione in loco (2013) e del verificarsi di predazioni ai danni del bestiame in alpeggio sulla Lessinia trentina e veneta da parte del branco di lupi da poco insediatosi, nel giugno 2018 econ finanziamento della Provincia Autonoma di Trento, la Società Allevatori di Ala realizzava una recinzione elettrificata anti lupo della lunghezza di 900 m. Nel 2019, la Società Allevatori di Ala aumentava il perimetro totale del recinto fino a poco più di 3 km (e circa 24 ha di superficie), così da poter garantire il pascolamento diurno e notturno delle vitelle in modo che non fosse necessario condurre tutte le sere il bestiame nel recinto. Da allora la recinzione, che viene parzialmente smontata a fine alpeggio (fili elettrificati, paleria in plastica ed elettrificatore vengono stoccati al coperto nei mesi invernali), prima della monticazione è stata di anno in anno ripristinata. Fino al 2022 compreso l'opera ha dato ottimi risultati in quanto, in un contesto particolare quale quello della Lessinia - dove l'impatto delle predazioni da lupo su bovini risulta essere assai rilevante e cronicizzato rispetto al resto del territorio provinciale - all’interno della stessa si sono registrati solo casi molto sporadici di danno, dovuti a guasti tecnici prontamente risolti. Come negli anni precedenti, all'inizio della stagione di alpeggio 2023 la Società Allevatori Ala ha ripristinato l’opera, e caricato il pascolo con 64 bovine da latte giovani e due asini. A differenza che in passato, però, quest'anno il bestiame custodito dentro la recinzione elettrificata ha subìto le ripetute incursioni di lupi riportate in atti. Caratteristiche tecnicheLa recinzione elettrificata in oggetto ricalca la tipologia n. 2 - Recinzione elettrificata “leggera” (prevenzione danni da lupo e da orso; consigliata per alpeggi) individuata nella Determinazione del

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dirigente n. 5529 del 26 maggio 2023, parte Il (Prospetti descrittivi e indicazioni tecniche relative alle recinzioni elettrificate ed alle Bienenhaus) dell’allegato A, parte integrante della determina stessa ...

Come da specifiche sopra descritte, l'opera di malga Boldera (vedasi foto seguenti) presenta paleria in legno di castagno ogni 15 m circa, sulla quale sono montati sette corsi di filo (conduttori) tramite isolatori a vite; mediamente ogni 3 m circa, i conduttori trovano sostegno in paletti di supporto in materiale plastico dotati di apposite sedi dove applicare i conduttori stessi. Il conduttore più in basso, in zinco alluminio di diametro 1.6 mm, è collocato a un'altezza media di 15-20 cm dal terreno; i sei conduttori superiori, in polietilene di diametro 3 mm, sono collocati a 20 cm circa uno dall'altro.

L'altezza totale della recinzione, misurata sul filo più alto, è mediamente di 140 cm. Su un tratto di circa 1000 m al lato sud del pascolo, la recinzione è potenziata con una fettuccia elettrificata da 2 cm di altezza in corrispondenza del 3° corso di conduttori ad un'altezza dal suolo di 50-60 cm. L’elettrificazione è fornita da corrente di rete fissa. Il dispositivo elettrificatore in uso è del tipo Speedrite mod. Unigizer 15000i. Va ricordato che tali tipologie di recinzione hanno origine nella Relazione tecnica “Gestione e prevenzione dei danni da lupo in provincia di Trento” che l’Amministrazione provinciale ha commissionato al dr. Duccio Berzi nel 2018, uno dei massimi esperti di lupo e di prevenzione dei danni dallo stesso causati. Tale documento tecnico da allora costituisce il principale riferimento nell'azione dell’Amministrazione, pur in un quadro di costante affinamento e aggiornamento degli strumenti di tipo tecnico a disposizione. Da un rilievo effettuato in data 3 agosto 2023, la recinzione ha una lunghezza di 3.050 m. …. Il tratto di recinzione sul lato Sud, indicato in colore rosso, è lungo circa 1 km ed è rinforzato con fettuccia elettrificata da 2 cm ad un’altezza di 50-60 cm dal suolo. Dalla …. Mappa” (allegata alla stessa Relazione) “si evincono anche le caratteristiche morfologiche e vegetazionali del sito, nonché alcuni elementi rilevanti, come l'adiacenza alla strada provinciale, la presenza di edifici, i prati e i pascoli limitrofi”.

3. Orbene, nella presente fase di sommaria delibazione della fattispecie e riservata restando ogni diversa valutazione da parte del Collegio nella susseguente fase processuale di cui all’art. 55 c.p.a. il provvedimento impugnato appare congruamente motivato, conseguente ad una puntuale e corretta azione amministrativa e, pertanto, intrinsecamente legittimo.

Tale legittimità appare emergere con riguardo non solo alla piena coerenza del suo fine rispetto alla necessità, mediante “il prelievo, la cattura o l'uccisione”di esemplari di lupo ( canis lupus ) di “prevenire danni gravi, specificatamente … all’allevamento e ad altre forme di proprietà …(e) … per garantire l’interesse … della sicurezza pubblica o per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico” puntualmente affermata dall’art. 1 della l.p. 11 luglio 2018, n. 9, ma anche - e soprattutto - con riguardo alla conformità del decreto medesimo rispetto allo speculare assunto contenuto nel sopraordinato art. 16, lett. b) e c) della direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa

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alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche laddove contempla ben circoscritte ipotesi di deroga al regime di tutela delle specie animali di massima protezione (c.d. “Direttiva Habitat” ; cfr. ivi: “… per prevenire gravi danni, segnatamente … all’allevamento … e ad altre forme di proprietà … nell’interesse … della sicurezza pubblica o per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica” ).

Allo stato appare inoltre soddisfatta, anche con specifico riguardo ai supporti documentali acquisiti mediante l’istruttoria disposta con il precedente decreto monocratico emesso da questo giudice, la fondamentale e del tutto imprescindibile condizione “che non esista un’altra soluzione valida e che il prelievo non pregiudichi il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente della popolazione della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale” (cfr. art. 1 l.p. n. 9 del 2018 cit.), che a sua volta puntualmente recepisce con letterale riproduzione nell’ordinamento provinciale l’assunto contenuto nel predetto art. 16, § 1, della fonte normativa eurounitaria, il quale - per l’appunto - parimenti consente l’applicazione delle misure di deroga da parte degli Stati membri “a condizione che non esista un’altra soluzione valida e che la deroga non pregiudichi il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale”

Né in tale contesto appare allo stato violato l’altrettanto fondamentale canone della proporzionalità della misura di deroga nella specie adottata dall’Amministrazione provinciale, posto che il decreto qui impugnato, adottato previo puntuale parere reso dall’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.) motivatamente illustra le ragioni per cui soltanto l’abbattimento di due esemplari di lupo nell’ambito del branco può costituire una idonea misura di dissuasione per i membri del branco medesimo dal seguitare le proprie incursioni nell’allevamento già severamente depauperato nella consistenza del bestiame ivi custodito, posto che probatamente le pur astrattamente idonee recinzioni anche elettrificate non hanno impedito a taluni lupi di penetrare al loro interno.

Va in ogni caso opportunamente rimarcato che il particolare contesto fattuale descritto nell’impugnato decreto comunque diverge da quello ad esempio considerato nella recente ordinanza cautelare n. 2917 dd. 14 luglio 2023 resa dalla Sezione III^ del Consiglio di Stato (tra l’altro, anche in senso conforme ai vari decreti resi da questo stesso giudice in sede monocratica nel corso di quest’ anno nella materia di cui trattasi), posto che mentre per la valutazione del comportamento della parimenti tutelata specie dell’orso bruno ( ursus actos ) la gradualità della misura adottata in deroga al regime normativo di tutela attiene ad individui che vivono ed agiscono isolatamente e per i quali vige una disciplina tipizzata (e, per l’appunto, individualizzata) delle condotte da reprimere contenuta nel Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (c.d. PACOBACE approvato dal Ministero dell’Ambiente con decreto direttoriale n. 1810 del 5 novembre 2008 e dalla Giunta Provinciale di Trento con deliberazione n. 1476 dd. 13 luglio 2007), per la specie del lupo (Canis lupus ) le misure di deroga non possono che essere applicate al branco, ossia alla tipologia di vita sociale che - a differenza dell’orso

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- ontologicamente caratterizza tale animale.

Ne - ancora - va sottaciuto che il prelievo mediante uccisione di soli due individui nell’ambito del branco per certo non compromette la complessiva integrità della specie animale tutelata con riguardo alla sua consistenza numerica non solo nell’intero territorio italiano e del Trentino ma anche nella stessa area geografica della Lessinia (dove, si ribadisce, sono attualmente presenti almeno 30 esemplari di lupo), nel mentre tale misura può assumere la funzione di legittimo ed efficace strumento di tutela del patrimonio zootecnico locale, che non solo è cespite fondamentale per l’economia del territorio ma che è anche elemento portante per la stessa cultura antropica di quest’ultimo, assolutamente coerente con la necessaria integrità dell’attuale contesto ambientale.

Nello stesso senso va anche considerata l’inequivocabilmente dichiarata sperimentalità e temporaneità della misura adottata, essendo comunque l’Amministrazione Provinciale espressamente vincolata dal surriferito parere dell’I.S.P.R.A. a presentare a tale Istituto entro tre mesi una dettagliata relazione sulle ulteriori migliorie apportabili al sistema di protezione di Malga Boldera, le quali ragionevolmente non potranno che essere estese anche alle altre malghe presenti nella zona.

L’insieme di tali considerazioni rende, pertanto, allo stato recessive le censure dedotte dalla parte ricorrente; e la pur da essa documentata presenza di qualche modesta falla nella recinzione di cui trattasi nonché qualche pregresso episodio di abbassamento della tensione elettrica attivata lungo la recinzione non obliterano la già di per sé dirimente circostanza, validata dal medesimo I.S.P.R.A., della possibilità per i lupi di valicare comunque tale ostacolo: il che, ragionevolmente, potrebbe anche accadere nonostante la continua presenza di un malgaro o anche di un cane pastore.

In dipendenza di tutto ciò, pertanto, l’istanza di sospensione cautelare del provvedimento impugnato è allo stato respinta, ed è confermata la trattazione dell’incidente cautelare in sede collegiale alla camera di consiglio del 14 settembre 2023, ora di rito.

P.Q.M.

Respinge, allo stato, l’istanza di sospensione cautelare del provvedimento impugnato proposta nella presente sede monocratica di giudizio.

- Conferma per la trattazione in sede collegiale dell’incidente cautelare la camera di consiglio del 14 settembre 2023, ora di rito, con l’avvertenza che la stessa si svolgerà con le modalità allo stato contemplate dal proprio decreto n. 9 dd. 29 marzo 2023, pubblicato nel sito www.giustiziaamministrativa.it.

Il presente decreto sarà eseguito dalle Amministrazioni intimate ed è depositato presso la Segreteria del Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa per la Regione Trentino - Alto Adige/ Südtirol, Sede di Trento, che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Trento il giorno 8 agosto 2023.

N. 00106/2023 REG.RIC.

IL SEGRETARIO

Il Presidente Fulvio Rocco

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